Opinion Leader Magazine - Numero 15

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N.1 - VIII Anno - S/S 2014

Semestrale - € 10,00

Poste Italiane spa Sped. in A.P. - D.L. 353/03 conv. L. 46/04 art. 1, cl, DCB - Milano





OL Diamoci del tu

LA QUINDICESIMA TAPPA DI UN LUNGO VIAGGIO E

ro in quel di Taormina (posto bellissimo) in un convegno tra imprenditori e politici. Per l’occasione ho ritrovato Aldo Sutter, imprenditore dell’azienda omonima e amico, nonché kartista. Mi ha fatto un complimento bellissimo per la nostra rivista dicendo che è una lettura senza tempo, un viaggio nel quale si parla un po’ di tutto, in modo rilassante. Poche cose, scritte bene, con belle foto e bella grafica… insomma mi sono commosso perché questo era il brief del 2007, quando iniziammo questa avventura! E visto che siamo in estate abbiamo fatto un viaggio tra personaggi aziendali, sportivi e dello spettacolo che fanno la differenza, trovando come al solito lati nuovi e sconosciuti ai più. La precedenza va a una donna speciale dal nome famosissimo: Simona Ventura. Un esempio di grinta, intelligenza e voglia di fare. Io ho avuto la fortuna di conoscerla quando iniziava. Si capiva che avrebbe fatto la differenza come dice lei: “agguantando tutte le possibilità per mordere il futuro”. Donna grintosa, simpatica e sempre disponibile. Grazie Super Simo. Beppe Sala è un mio ex-compagno di Università, alla Bocconi, e da sempre è stato un uomo serio e di rigore che oggi si trova ad affrontare una situazione di emergenza clamorosa nella fase finale della realizzazione dell’Expo. Tipo tosto, lavoratore onesto e indefesso, saprà farci uscire dal guado degli scandali Expo e renderà brillante la manifestazione a tutto il mondo. E visto che oggi l’Italia viene stimata e riconosciuta per gli Chef… Come non apprezzare Alessandro Borghese che fa grande l’Italia, dopo aver lavorato in giro per il Mondo, con i suoi prestigiosi piatti.

Per chiudere, due storie di bellezza. La prima si riferisce a una barca da sogno realizzata da Mondo Marine nei centenari Cantieri Campanella di Savona. Li ho visitati e sono rimasto impressionato dall’artigianalità e dal fatto che ci lavorano le seconde/terze generazioni. Un caso di fedeltà aziendale sconosciuta al mondo intero. La seconda alle TRE bellezze di 3, ragazze Italiane in rampa di lancio, grazie alla notorietà che acquisiranno con questo lavoro, proprio come è successo a Madalina Diana Ghenea. Hollywood vi aspetta... direi!!! Esempi di persone e cose che fanno la differenza, ma soprattutto che rendono il nostro magazine piacevole ed interessante da leggere e da conservare per sempre! E da questo numero abbiamo dei nuovi contenuti moda, perché la moda fa bello chi la indossa, ma fa bella soprattutto la nostra economia, che dovrebbe imparare ad utilizzare sempre meglio l’incredibile creatività del nostro Paese. D’altra parte chi, se non degli Opinion Leader? Un grazie a tutte le persone che lavorano a questo progetto con precedenza ad una donna iper creativa di nome Alessia (l’art director della rivista), a Salvatore (il nostro magico direttore creativo) e a Fabio (il direttore)! Buona estate e buon viaggio!

L’editore Alberto Vergani

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CONTENUTI Simona a più non posso Intervista esclusiva a Simona Ventura, dopo il suo trionfale spot

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16Over the top Il Mondiale dei campioni di stile

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Giuseppe Sala, il commissario di Expo 2015 Quello che non ti aspetti sulla prossima Esposizione Universale

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Lo Chef dall’animo Rock Alessandro Borghese si racconta tra un piatto e una canzone

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Woodstock memories Hippie sì, ma super chic!

34 3 di Tre Il brand di telefonia cambia volto... e sceglie 3 bellezze Made in Italy Hai voluto la bicicletta? Adesso… vinci! Filippo Pozzato e il suo talento naturale per il ciclismo

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Senza nome lei, senza parole noi L’imbarcazione di Mondo Marine è l’unione perfetta di bellezza e tecnica

Tesla Model S: eco dream car L’auto elettrica che infiamma i cuori dei nuovi gentlemen drivers

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Sport & Collection 500 Ferrari contro il cancro Andate a scoprire cosa può scatenare la forza di 500 Ferrari

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Principe Azzurro cercasi L’uomo ideale veste di blu

Da zero a trecento è solo un momento Scuola di guida e forti emozioni

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Act like a Diva L’eleganza è sinonimo di stile

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MTV Awards 2014, lo show è rap! L’evento musicale dell’anno infiamma Firenze

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Il Petit... festeggia alla grande! Tutte le immagini dell’evento più cool dell’anno

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Sembra ma... La moda cambia forma

“L’arte-terapia” di Antonio Curia Emozioni che prendono vita e colore sulla tela

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Moving around NYC La Grande Mela si tinge di Red

Touring per caso La passione per le due ruote interpretata da Nolangroup

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Welcome to paradise L’abbigliamento promozionale fa sognare con B&C

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La moda nel pallone I trend vincenti per uno stile mondiale

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All’origine della bontà Un viaggio alla scoperta del gusto Loacker tra passato e presente

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Un po’ di buone notizie Basta poco per ritornare ad essere di buon umore

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S Simona a più non

POSSO

“Sono una persona per tutti e così voglio essere”. Ironica, umile, grintosa, rivoluzionaria, innovativa e molto più dolce di quello che voglia far credere… ecco a voi Simona Ventura

Simona Ventura nasce sotto il segno dell’ariete a Bentivoglio, Bologna.

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Buonasera Salvatore!”. Due parole e non sai più chi sei… un naufrago, un aspirante cantante, una velina in uno stadio… E invece è solo l’inizio di un bell’incontro (telefonico) con una bella persona, Simona Ventura, che racconta con intimità crescente della sua ultima incursione televisiva, della tentacolarità con cui si espande su ogni mezzo di comunicazione, della sua visione del mondo e dei Mondiali di Calcio 2014. Dopo qualche anno finalmente è tornata con un fortunatissimo spot, sulla tv in chiaro. Ed è stato un successo. Che effetto le ha fatto? Le mancava l’ondata di popolarità che offrono i grandi canali tv? È stato bellissimo! Lo spot è stato ideato da me e dal team di Pittarosso proprio per essere ricordato e ottenere visibilità sulla tv generalista. Perché è da tre anni che sono in Sky, quindi con un pubblico di nicchia. Ho chiesto di trovare un’idea che fosse indimenticabile e mi sembra che l’obiettivo sia stato centrato. Non si parla d’altro! (ride) Anche al di là delle più rosee previsioni. Mi sono molto divertita a girare questo spot perché è stato bello poter essere così ironica con me stessa, facendo una cosa fuori dai miei canoni e che mi ha garantito un grande ritorno al pubblico della tv generalista. È stata una prova generale di rientro o solo una toccata e fuga? Io in Sky sto benissimo. La tv generalista sicuramente è un’altra cosa ma ci ho lavorato per 25 anni… e credo di aver avuto la capacità di capire quand’era il momento di andare, quindi, sono sicura che quando arriverà il momento di tornare sarò pronta a farlo... In più, ho la fortuna di lavorare a progetto, quindi con contratti a programma. Questo mi permette di prendere in considerazione le idee che mi piacciono con la massima libertà e di fare quello che voglio in piena autonomia. Nella sua carriera è sempre stata una pioniera della comunicazione, prima sulla tv in chiaro, poi sul digitale, adesso ha colonizzato il web con un canale tutto suo. Sulla mia web tv (www.simonaventura.tv) abbiamo messo in piedi una squadra che funziona (compresa mamma Anna e la sorella Sara n.d.r.) e va avanti. Anche se ho capito che le trasmissioni web per avere successo devono avere un contraltare televisivo. Purtroppo ancora non siamo pronti come popolo italiano e popolo di internet a seguire format televisivi esclusivamente sul web, come invece avviene già in America. Lei ha scritto un libro dal titolo “Crederci sempre, arrendersi mai”. Una frase che ha un significato

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A sinistra, Simona Ventura nello studio di X Factor, di cui è stata giudice per 5 edizioni. Sopra, Simona sul set dello spot Pittarosso.

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La star tv in compagnia dei suoi colleghi giudici di X Factor 2013: Morgan e Mika.

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molto importante, tanto che alcune persone se la sono fatta tatuare… Ma veramente? Allora invito queste persone a farsi dei selfie e inviarmeli! In cosa devono credere gli italiani e a cosa non devono arrendersi per uscire da questo momento di crisi? Questo è molto difficile da dire, perché rischierei di essere banale e invece la situazione richiede molta attenzione e approfondimento. È facile parlare, ma a volte si dicono anche delle cose senza senso. Credo che l’Italia sia un Paese bellissimo e che abbia bisogno di un popolo grintoso, che abbia carattere, sono doti che noi italiani abbiamo, ma forse la generazione attuale si è un po’ rassegnata. La mia è stata una generazione di rivoluzionari, con voglia di “agguantare” tutte le possibilità, di mordere il futuro. Forse il consumismo ha addormentato questo grande talento. Abbiamo bisogno di piccole regole precise, ma che valgano per tutti, questo potrebbe essere un primo passo per il ritorno dell’Italia tra i grandi del mondo.

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Noi siamo un piccolo Paese, ma con un patrimonio artistico immenso… con dei giovani bravissimi e altri meno bravi… e possiamo contare su una grande tradizione, una cultura eccezionale. Certo la crisi c’è e si sente, ma se si vuole vedere un aspetto meno tragico di questa situazione è l’aver imparato a fare le cose per gli altri. A non pensare solo al proprio orticello… Usciremo da questa crisi più uniti, più compatti e con un’identità nazionale più forte. Continuiamo a parlare d’Italia, siamo alla vigilia dei Mondiali di calcio, lei è una grande tifosa, come crede che si comporterà la nostra Nazionale in Brasile? (Abbiamo incontrato Simona prima dell’inizio della competizione). Io sono molto dispiaciuta, perché il mio migliore amico Riccardo Montolivo non ci sarà e questa è una grande perdita per gli azzurri... però… sono dell’idea che gli italiani nelle difficoltà tirino fuori un grande carattere e quindi non saprei, potrebbe andare bene, come potrebbe


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Sopra, Simona Venura nei panni di produttrice musicale con i suoi Free Boys. A sinistra, lo spot di Pittarosso ha riportato SuperSimo sulla tv generalista dopo anni di assenza.

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andare malissimo. Anche perché le condizioni atmosferiche sono molto avverse. Chi si farà notare tra gli azzurri? Sicuramente parleremo tanto di Balotelli, poi abbiamo mandato due ragazzi bravissimi come Immobile e Verratti, che sono stati tirati su da Zeman e si sono conquistati il posto in Nazionale con merito seppur giovanissimi. Ci lanciamo in un pronostico? Una domanda un po’ infame visto che usciremo a cose fatte… Mah… non mi sento di fare grandi pronostici, posso magari nominare 4 squadre che credo faranno bene: Brasile, Argentina, Germania e Spagna… e un outsider: l’Uruguay. Lei si contraddistingue per la sua grande grinta, qual è il suo segreto per essere così sicura ed energica? Non ci sono segreti, è una cosa innata, sono sempre la stessa da tanti anni. Lo possono dire le persone che mi conoscono fin dall’inizio della mia carriera. Ho sempre lavorato, ho sempre cercato di fare le cose che mi piacevano. Non rinnego niente della mia vita, sono stata molto fortunata ad avere la salute e l’intuizione giusta. Devo dire che tutto torna nella vita ed è questo il tratto che mi ha sempre contraddistinto. E così sono ancora qui (nel mondo dello spettacolo n.d.r.) ma di

Sopra, lo spot del quale Simona è protagonista è diventato un vero e proprio tormentone mediatico: in gergo definito “video virale”.

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sicuro non ci voglio restare fino a età tarda. Lei è figlia di un militare… Io sono la figlia di un generale! (Appunto...) è questo il segreto della sua leadership? Beh sì… ma ce ne sono tanti. In realtà l’estroversa della famiglia è mia madre, è sempre stata molto allegra, divertente, con un sacco di amici, con una passione per gli abiti leopardati… Insomma, aveva di tutto un po’. Mio padre è sempre stato più introverso, uno stacanovista, un uomo di grandi valori. Io ho avuto la fortuna di prendere il meglio da entrambi. Si dice in giro che lei sia molto in forma. Ha dei segreti di bellezza da svelarci? Ho fatto una dieta feroce. (PAUSA). Feroce. Le mie domande sono finite… ma se lei ha voglia di parlarci di qualche progetto che le bolle in pentola… in internet si dice che farà un famoso talent show sulla più importante rete privata… (alzando simpaticamente il tono della voce) NON POSSO DIRE NIENTEEE! di Salvatore De Martino


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Dicono di lei…

Simona Ventura è davvero perm giro… Ma ora è arrivato il momealosa? Dopo l’“affair con Arisa” questo è quello che si dic e in nto di scoprire se è vero e quanto è vero. Le abbiamo sottoposto un simpatico giochino, chiedendole ch “Un bel ragazzaccio” i fosse l’autore delle definizioni che le sono state dedicate. (Ride) Boh non lo so... ma devo no averlo detto tanto tempo fa…

Autore: Raffaella Carrà.

Ma davvero? Ne sono felice!

“La regina delle tamarre”

Aiuto! Ma io… la Simo… la regin a delle tamarre? Comunque io lo ritengo un compli mento… Ma chi l’ha detto? Aut

ore: Piero Chiambretti.

(Presentandola come ospite di Markette, puntata del 22/5/2 008). Sì ma Chiambretti è simpatico. Io lo amo, lui dice che sono la regin a delle tamarre ma è solo ironico. Io lo ritengo un co mplimento e, visto che Gomorra è la fiction dell’anno, a me la regina delle tamarre sta benissimo, è molto cool. Io sono ironica con me stessa quindi non c’è niente che mi offenda. Allora, visto che ci provoca, ad so Signora Ventura, passiamo alle offese pesanti: “Wanna Marchi rivista esda B ri a tore” Uno pieno d’invidia. Chi è?

Autore: Aldo Grasso, il critico

televisivo. Eh lo sapevo… a lui non avevo pensato, però devo dire che non ha mai adorato l’Isola dei Famosi, anzi ne ha scr itto prima di vederlo, lui è molt o radical chic di sinistra e io sono una persona per tutti e così voglio essere… Quindi non so cosa dire, anche perché ha scritto anche tante cose belle e, per me, una critica è sempre costruttiva.

Risultato:

Negativo! Zero permalosità, Sim con passione 100% italiana! No ona Ventura è semplicemente una donna italiana dal “Buonasera Salvatore”. n so voi, ma a me aveva conquistato già


OVER THE TOP

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Soccer victims. 1 - “Brazuca” è il temine informale che significa brasiliano ed è anche il nome del pallone dei mondiali di calcio griffato ADIDAS (€130). 2 - Un bambino come tanti, un calciatore bravo come pochi, un allenatore unico nel suo genere... Imperdibile la biografia su Pep Guardiola “Un altro modo di vincere”. LIBRERIA DELLO SPORT (€17,90). 3 - PACO RABANNE celebra la coppa del mondo con “Invictus”, il profumo della vittoria (€130 la confezione da 100ml).

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Giuseppe Sala, il commissario di

EXPO 2015

Siamo andati a curiosare dietro le quinte della prossima Esposizione Universale, più comunemente nota come Expo, raccogliendo le impressioni del personaggio simbolo di questo straordinario evento

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anca meno di un anno, anche se il conto alla rovescia è iniziato già molto tempo fa. Presto, più di 20 milioni di persone arriveranno a Milano per l’Expo, ovvero l’Esposizione Universale dedicata al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Una bella sfida per coloro che stanno organizzando l’evento del decennio e soprattutto per colui che dovrà tirare le fila e, come si dice, metterci la faccia: Giuseppe Sala, il commissario dell’Expo. Quella del commissario è una parola che generalmente ci schiude un immaginario di riferimenti. Magari perché ci porta alla mente personaggi dello spettacolo, dello sport, o semplicemente per l’istantaneo collegamento con l’istituzione di rappresentanza. In ogni caso, ciò che mette un po’ tutti d’accordo è l’autorevolezza di questo incarico. Il commissario di Expo 2015 non fa eccezione. Probabilmente oggi in Italia è uno dei ruoli più complessi da gestire, perché l’attenzione pubblica è alle stelle, ci si aspetta molto, le pressioni sono costanti e comportano continue sfide quotidiane. “I grandi uomini intraprendono le grandi imprese, perché le sanno tali…” per citare lo scrittore

Sopra, Giuseppe Sala, in posa, accanto al manifesto dell’Expo.

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Luc de Clapiers de Vauvenargues, chissà se Sala, quando ha ricevuto l’investitura da Enrico Letta e poi la recente conferma dal nuovo premier Matteo Renzi, avrà pensato a questa citazione, se non altro avrà sentito sua la responsabilità nell’evitare un flop annunciato. Nato a Milano nel 1958, bocconiano DOC, inizia la carriera in Pirelli, ricoprendo diversi incarichi che lo portano sempre più in alto nelle gerarchie aziendali, fino alla nomina di Amministratore Delegato. Nel 2002 passa in TIM e nel 2005, con la fusione tra Telecom Italia e TIM, viene confermato Direttore Generale. Le presidenze continuano nel campo della finanza fino al cambio di settore quando, nel 2009, Giuseppe Sala diventa Direttore Generale del Comune di Milano. Un curriculum che parla forte e chiaro. Sala è un condottiero, ha costruito intorno a sé un clima di stima e fiducia e noi di Opinion Leader siamo orgogliosi del fatto che abbia accettato di condividere un po’ della sua esperienza.


Sopra, il rendering del padiglione degli Emirati Arabi Uniti. Il progetto è stato realizzato dallo Studio Foster+Partners.

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Una visuale del prossimo padiglione Italia. In particolare si tratta di Palazzo Italia e del Cardo. Il progetto è stato realizzato da Studio Nemesi & Partners S.r.l., insieme a Proger S.p.A. e BMS Progetti S.r.l.

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GIUSEPPE SALA, IL COMMISSARIO DI EXPO 2015

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Innanzitutto è davvero un piacere poterla conoscere. Uno dei principali obiettivi del nostro magazine è quello di raccontare storie di persone che “fanno la differenza”. Sicuramente lei la sta facendo, anche in virtù del suo atteggiamento in questo particolare momento, dove sono state gettate un po’ di ombre sui lavori di preparazione della manifestazione. Cosa la preoccupa di più e quali sono le qualità che un dirigente deve possedere per affrontare questo genere di situazioni? Il pensiero va ai lavori e ai tempi che dobbiamo continuare a rispettare. Abbiamo un cantiere in attività su cui 15 Paesi hanno già iniziato a realizzare i propri padiglioni. Non abbiamo tempo da perdere. Serve l’aiuto del Governo e di tutte le istituzioni per fronteggiare questo momento nel modo migliore. E servono lucidità e serenità, perché bisogna prendere le decisioni in maniera efficace, senza farsi dominare dall’ansia né dalla preoccupazione. I lavori a suo avviso stanno rispettando il ruolino di marcia o c’è qualcosa che si può migliorare? Le attività procedono secondo quanto stabilito. Il ritmo con cui il cantiere si evolve è davvero elevato. Stiamo spingendo al massimo sull’acceleratore per rispettare le scadenze che ci siamo posti. Tutto sarà pronto per il 1° maggio 2015. Ne sono certo.

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Come vede l’adeguamento della città a quello che sarà un vero e proprio bagno di folla? Milano è pronta ad accogliere più di venti milioni di persone? Lo sarà. Milano è una città a vocazione internazionale e dopo l’Expo lo sarà ancora di più. La sua capacità di accoglienza è testata da anni di Fuori-Salone del Mobile e di grandi fiere e congressi. L’Esposizione Universale è un evento del tutto straordinario e la gestione di un flusso di turisti (circa 8 milioni arriveranno dall’estero) così importante sarà una grande prova per l’intera città. Che idea si è fatto dei benefici che l’Expo porterà alla nostra economia? È davvero così indispensabile, come molti sostengono, o forse rappresenterà soltanto una cura palliativa contro una crisi che, per quanto ci riguarda, è molto più strutturale? L’Expo del 2015 è un’opportunità. E come tale va vista, considerata e sfruttata. L’Italia ha l’occasione unica di ricorrere alle proprie eccellenze in agricoltura, in tecnologia, in scienza, in cultura per proporsi come guida nella riflessione internazionale sui problemi legati a una cattiva o scarsa alimentazione e sulla necessità di garantire uno sviluppo sostenibile per il pianeta. Expo Milano 2015 è una vetrina, ma anche un laboratorio di idee, di esperienze da


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cui ogni azienda - piccola o grande che sia - può e deve trarre il massimo in termini di originalità e intraprendenza, per poter poi reimmettere sul mercato dei prodotti e dei servizi, soluzioni innovative ed efficaci rispetto a contesti specifici e locali. E questo lo si può fare sia diventando parte attiva - partner, sponsor, fornitori - dell’evento, sia come visitatori della manifestazione, perché la declinazione che ogni Paese partecipante darà del tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” potrà fornire suggestioni e suggerimenti per migliorare il business e stimolare l’iniziativa imprenditoriale. Il “Made in Italy” schiude un immaginario che ha contribuito per anni a farci percepire come la “patria del bello”. Secondo lei, l’appeal che il nostro Paese esercita è ancora così forte? Sì, ha una forte capacità attrattiva. L’Italia è uno dei più bei Paesi del mondo. Ogni grande città o piccolo borgo riserva piacevoli sorprese nel campo dell’arte, della cultura, della storia, della gastronomia. Senza contare che “Made in Italy” è sinonimo di alta moda e di design innovativo e di qualità, elementi che il mondo apprezza davvero molto. Si proietti mentalmente per qualche secondo a giugno 2016. Considerando che l’Expo sia stato un successo (speriamo!) cosa ci rimarrà di questa manifestazione? A livello materiale, resterà un’area infrastrutturata e urbanizzata che potrà facilmente prestarsi e adeguarsi a nuove funzioni e scopi. Il lascito più importante, però, è costituito dalle soluzioni di eccellenza che ogni Paese presenterà per interpretare il tema di Expo Milano 2015. Dal confronto di realtà differenti emergeranno nuove prospettive, nuove tecnologie. Tutti gli Stati metteranno a disposizione il proprio sapere e la propria esperienza per far fronte alle maggiori emergenze che il Pianeta deve affrontare: la scarsità di risorse alimentari, naturali ed energetiche, il loro cattivo utilizzo e spreco, la necessità di un mondo più equo a livello economico e sociale. Contribuire in maniera concreta e da protagonisti a questo dibattito è una grande opportunità per il nostro Paese: l’Italia potrà presentarsi alla platea internazionale forte della tradizione, dell’eccellenza e dell’innovazione in ambito agroalimentare, scientifico e tecnologico di cui le nostre imprese hanno già A sinistra, una veduta della futura Lake Arena. Sopra, un’immagine di come si presenterà il padiglione francese.

dato prova. Milano, per antonomasia, viene spesso associata alla moda e riconosciuta per essere una delle città più rappresentative dell’economia e della finanza, in Italia. In realtà questa città è anche altro grazie ai molti elementi di interesse. Come si potrebbe, o magari dovrebbe, anticipare ai potenziali turisti tutto questo? La promozione internazionale è fondamentale. I Tour Operator mondiali e la rete delle agenzie turistiche sono i principali attori di questa attività. Per far conoscere un’altra Milano, oltre a quella glamour delle griffe, bisogna raccontare i luoghi d’arte e i percorsi culturali che si possono vivere in città. Perché Milano è il Duomo e la Madonnina, ma anche il Castello Sforzesco, il Teatro alla Scala, il Conservatorio Verdi, il Cenacolo Vinciano, Sant’Ambrogio e Santa Maria delle Grazie, la Galleria Poldi Pezzoli, così come è anche lo stadio Meazza. Milano è una città ricca di stimoli, che può rispondere con generosità agli interessi dei turisti provenienti da ogni parte del mondo. Il tema scelto per l’Esposizione Universale è delicato e decisivo allo stesso tempo. Come pensa, ad esempio, che la “sostenibilità” riuscirà a cambiare le nostre abitudini di vita? Adottare comportamenti più rispettosi verso l’ambiente e più attenti all’utilizzo delle risorse naturali dovrebbe diventare una prassi quotidiana per chiunque. Ciò che, come organizzatori di Expo Milano 2015, intendiamo fare è promuovere best practices, condotte virtuose, che riguardino sia la produzione alimentare sia l’uso intelligente dell’energia, riducendo al massimo gli sprechi e stimolando la ricerca di soluzioni che garantiscano maggiore sostenibilità ed equità. In fondo è questa la sfida che l’Esposizione Universale lancia al mondo con il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Lei sembra un uomo tutto d’un pezzo. C’è qualcosa che la fa sciogliere un pochino o più semplicemente come scarica la tensione? Il pallone. Come la maggior parte degli italiani non so resistere a una partita a calcetto con gli amici di sempre. Facciamo un gioco. Siamo in clima mondiali di calcio, se la sente di azzardare un pronostico su chi vincerà il mondiale? Ben inteso che non si può ritrattare, perché la rivista sarà già pubblicata quando terminerà il campionato del mondo… Spero l’Italia, ma credo il Brasile. di Fabio Operti

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on 443 mila Like, è stato eletto lo Chef più seguito dal pubblico ed è considerato l’unico vero Social Chef italiano. Attivo su Internet e sempre più presente in TV, Alessandro Borghese è un cuoco eclettico e innovativo. Nonostante la sua giovane età ha una ventennale esperienza nel settore gastronomico a livello internazionale. Nato a San Francisco, vive tra Roma, Milano, Londra e gli Stati Uniti. Il suo tratto distintivo è quello di abbinare ad ogni piatto una canzone che ne esalti i sapori. Alessandro si racconta, facendoci entrare nel suo mondo fatto di fornelli, ma non solo.

Quando è nata la tua passione per la cucina e come si è evoluta? Ce l’ho da sempre. Alla domanda su cosa avrei voluto fare da grande, ai tempi della scuola, rispondevo: il cuoco. Sono cresciuto aiutando mio padre in cucina la domenica mattina per preparare il gustoso ragù, tipico della tradizione partenopea. Sono nato a San Francisco, e ancora adesso ci torno per andare a salutare mia nonna; già a dieci anni la aiutavo a preparare i suoi saporiti strüdel di mele. Dopo il diploma mi sono imbarcato sulle navi da crociera e, per i successivi tre anni, ho lavorato tra fornelli e piatti da lavare. La mia sveglia iniziava a suonare alle 5:30 del mattino, e dovevo abituarmi fin da subito agli odori della cucina e agli ordini del Capo Chef da eseguire

lo Chef

dall’animo

Rock Alessandro Borghese, l’uomo che suona le pentole e fa cantare i palati 24 OPINION LEADER

Sopra, Alessandro Borghese tra i fornelli. A sinistra, vari antipastini di pesce; belli da vedere, buoni da mangiare.


senza sgarrare! Una volta sulla terra ferma, sono iniziati i miei corsi e le mie tante esperienze come cuoco nelle cucine europee, americane e italiane. C’è uno Chef che consideri il tuo maestro o da cui hai preso ispirazione? Ho avuto tanti maestri e di ognuno ricordo qualcosa in particolare. A ventidue anni ho seguito alcuni stage di cucina nella Capitale francese, tra i tanti, mi ricordo di uno presso un ristorante molto importante di Parigi di cui ho ancora in mente il discorso di benvenuto del Capo Chef. Era basato sull’umiltà, lo studio e la passione; sono parole che continuano ad accompagnarmi ogni giorno. L’ispirazione può nascere anche dalle proprie passioni, come sono per me la musica e l’arte, o semplicemente da

ciò che ci circonda. Ad esempio, il mio dolce “La Canna di Filicudi” è nato durante un viaggio in barca alle Isole Eolie. Vicino l’Isola di Filicudi si erge dal mare il faraglione vulcanico di Canna che, secondo un’antica leggenda, se toccato, realizza qualsiasi desiderio. Questo dessert, con il suo ripieno di ricotta, limone, miele, basilico e pistacchi su una salsa di fichi d’india, diventa quindi, senza dubbio, un piacere quasi nascosto, ricco di gusto e profumi intensi. Dicci tre cose che non sappiamo di te! Sono sempre disponibile nel regalare e svelare qualche segreto di cucina. Canto nel gruppo rock che abbiamo formato con alcuni amici e collaboratori, ma per adesso ci esibiamo solo per i parenti! Beh, poi disegno e tanto…

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nei miei libri di cucina ci sono alcune ricette disegnate da me. Prima di iniziare a cucinare, ho l’abitudine di disegnare i miei piatti. Li penso e li trasferisco su carta. Quest’anno hai partecipato alla prima stagione di Junior MasterChef Italia, com’è stato fare da giudice a dei “piccoli” cuochi? Entusiasmante! I ragazzi sono il motore del futuro, la band The Beach Boys, cantava “The child is father of the man…” L’educazione alla tradizione gastronomica italiana è fondamentale, dobbiamo far appassionare i giovani alla cucina. Attraverso loro, possiamo vedere come lo stile della cucina italiana sia in continua evoluzione. Una volta, i consigli delle nonne rimanevano dentro le mura domestiche, oggi, grazie alla televisione e ad internet, abbiamo la possibilità di comunicare quei consigli a livello globale. La scuola alberghiera deve essere ricca di studenti, siamo la Patria dell’eccellenza e dobbiamo farci conoscere per quello che di grande “abbiamo in casa”; il turismo italiano va aiutato. Sono molto contento del successo di Junior MasterChef Italia, e posso dirvi che sono già iniziati i casting per la seconda stagione. Il fatto di avere una bambina piccola ti ha aiutato ad approcciarti ai bambini di Junior MasterChef Italia? Sicuramente. Si giudica la cucina di ragazzi molto giovani che devono essere incoraggiati con serenità e giudizio. Insieme al tuo libro “Tu come lo fai?” è uscito anche il doppio CD “Kitchen Shuffle” per accompagnare le tue ricette… Cosa lega per te la musica e la cucina? Non c’è vita senza ritmo e senza cibo! Sono un cuoco che ama il rock’n’roll, legge gli autori della Beat Generation e adora i motori. Siamo in continua evoluzione, oggi abbiamo la fortuna di avere a portata di mano il più moderno mezzo di comunicazione della nostra epoca. Sono affascinato dalla tecnologia, a me piace essere connesso con il mondo, mi piace ispirare, insegnare e intrattenere attraverso i miei programmi televisivi e canali web. Il mio sito alessandroborghese.com è collegato direttamente ai miei social network. Questo mondo farà sempre più parte della nostra vita, ed è bello poter comunicare liberamente con una community capace di condividere la passione della cucina, attraverso i miei piatti, il mio quotidiano e la buona musica. Così è nato Kitchen Shuffle, ascolto la musica e la racconto, attraverso i miei dischi, le mie storie e i miei piatti. Com’è nata la tua passione per la musica? Il potere evocativo della musica ha il dono di regalare viaggi, percorsi, emozioni, sogni e sensazioni senza la necessità di usare altri sensi oltre la pura e semplice percezione. Alcune canzoni ti parlano, altre vivono sulla melodia. Alcune pare ti capiscano, sembra che siano costruite attorno a te. Altre invece ti parlano degli altri, e ai personaggi basta dare un nome e cognome. Il gioco è questo, trovare segnali di riconoscimento dando l’occasione a chiunque di trovare il proprio filo conduttore. Una manciata di minuti a disposizione che consiglio in… Kitchen Shuffle.

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Cosa ti ha fatto scegliere di dedicare la tua vita alla cucina invece che alla musica? Mi hanno definito “Rockstar dei fornelli”! Amo la musica, ma cucinare mi riesce molto meglio! Qual è la tua cucina preferita tra le varie cucine del mondo? Navigare per il mondo da un emisfero all’altro dona estro e ispirazione, la mente si allarga e si aiuta la propria creatività e il talento. Viaggiare è stato fondamentale per la mia crescita umana e professionale. L’arte del cibo è un’avventura della mente. Ogni luogo, ogni cucina in cui ho lavorato, oppure che ho assaggiato, regala oggi quel ricordo, quella passione e soprattutto diventa un’esperienza importante. La cucina che preferisco però è quella italiana, ma non ho limiti verso le altre, sono un curioso, ho viaggiato parecchio e ho mangiato cibo che preferisco riassaggiare ritornando nel luogo di origine. Il tuo piatto preferito da mangiare? Uno spaghetto con pomodoro, basilico fresco e parmigiano. Il vero lusso della semplicità… ma cucinato a mestiere! … E quello da cucinare? Mi rivedo in tutti i miei piatti, ogni volta che ne creo uno nuovo, rappresento me stesso. Con che piatto ci consigli di conquistare la persona che amiamo? Prima di invitarla, bisogna fare i compiti a casa. Ricercando e chiedendo quali siano i piatti che piacciono e che fanno parte della memoria storica della persona amata. Solo così riusciremo a conquistarla! Tua moglie come l’hai conquistata? In realtà è stata lei a conquistare me! Sono entrato nel suo ufficio per lavoro, era inverno a Milano. Avevo anche freddo, ma ne sono uscito “cotto a puntino”. Che caldo! Qual è l’ingrediente che non deve mai mancare nella tua dispensa? L’olio extra vergine di oliva 100% italiano. C’è stato un piatto che hai avuto difficoltà a preparare? Sì, quando dovevo cucinare un piatto a base di Tilapia, un pesce diffuso in Centrafrica; e non conoscendone né le caratteristiche né il gusto, ho dovuto improvvisare. In questi ultimi anni c’è stato un boom di programmi di cucina e di “comunicazione culinaria” sui Social, cosa ne pensi di questo “nuovo” approccio al cibo? Il cibo è comunicazione da quando l’uomo ha iniziato a condividerlo con gli altri, è un ponte tra le culture. L’evolversi della cucina nel corso del tempo, ha dato un’impronta decisiva agli usi e costumi di ogni Paese. È fondamentale comunicare l’agroalimentare italiano sia a casa nostra e sia nel commercio mondiale, era ora che oltre all’arte, alla storia, al turismo, alla moda e pure al calcio… ci fosse più attenzione alla cultura gastronomica italiana. Abbiamo creato un linguaggio universale sul cibo: pasta, cappuccino, spaghetti, parmigiano, espresso, pizza. Puoi trovarti in un qualsiasi posto al mondo, parlare in una lingua non tua, che la parola “pasta” resta per tutti il sinonimo per eccellenza del Bel Paese.


LO CHEF DALL’ANIMO ROCK

Sopra, lo Chef alle prese con l’impiattamento durante un Banqueting de “Il lusso della semplicità”.

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Sopra, Alessandro Borghese in una delle sue espressioni con cui ha conquistato il pubblico. A destra, piÚ che un dessert, una vera e propria opera d’arte.


LO CHEF DALL’ANIMO ROCK

L’Italia da nord a sud ti parla di quotidianità e di abitudini a tavola e, grazie alla varietà di queste tradizioni alimentari, la cucina italiana è tra le più diffuse e apprezzate a livello mondiale. Sono seguitissime le trasmissioni dedicate al cibo e si può scegliere il libro di cucina che preferiamo in un vasto assortimento rispetto a qualche tempo fa. Oggi la cucina sta al passo con l’evoluzione, sia nel settore della tecnologia sia per il palato, a casa propria si sperimentano gli ultimi strumenti presenti sul mercato, indispensabili per impastare e utili per cucinare, si eseguono piatti elaborati e internazionali. Si preparano i piatti della tradizione con l’innovazione e con una consapevolezza maggiore verso ciò che si cucina. Una volta, neanche tanto tempo fa, se volevi conoscere un cuoco, dovevi recarti al suo ristorante e se non eri esperto di cucina diventava difficile replicare i suoi piatti. La gastronomia prima era un argomento solo per i diretti interessati e si guardava attraverso il “buco della serratura”, mentre oggi la porta si è spalancata a tutti; sicuramente è un bene per conoscere in modo corretto la propria tradizione gastronomica, attenzione però al rischio di tralasciare alcuni particolari che raccontano la cultura di questo lavoro e delle materie prime eccezionali del nostro Paese. Lo Stato ha il dovere di proteggere i nostri prodotti per valorizzare al meglio la potenzialità agroalimentare del nostro Paese. In Italia abbiamo una lunga tradizione gastronomica, ed è un dovere per chi fa il mio mestiere comunicarlo. Esistono regioni con un’ampia tradizione culinaria che nel tempo si è fatta conoscere, ma che ha ancora tanto da raccontare in Italia e all’estero. È necessario comunicare il nostro patrimonio nazionale principalmente ai giovani per incoraggiarli verso una passio-

ne che può diventare un lavoro nell’ambito agroalimentare italiano. Per questo, ho fondato un portale web dedicato ai prodotti e ai produttori locali italiani: paginafood.it. Parlaci della tua società “Il lusso della semplicità”… L’ho fondata nel 2006; i colleghi con cui ho iniziato questo lavoro erano gli amici di allora che oggi collaborano nel mio team. La mia società è dedicata oltre che al Banqueting e Catering per eventi privati e pubblici, al Licensing e al Food Consulting; il nostro è un modello di business innovativo, fortemente integrato e caratterizzato da una struttura supportata dall’attività di marketing svolta dalla divisione Multimedia e Publishing attraverso i diversi canali di comunicazione. La mia cucina, inventiva e generosa, soddisfa con gusto i palati di chi ama le cose ricercate, ma non vuole rinunciare alla tradizione. Ho la fortuna di fare quello che amo, cucinare è un gesto quotidiano per tutti, per me è vita. Un atto comune che ho fortemente desiderato e fatto diventare lavoro, ma come spesso accade esistono anche notevoli difficoltà, dai tempi di cottura a quelli che assorbe questo mestiere, nonostante ciò mantengo sempre un’attenta cura ai particolari, lavorando con nuovi strumenti di cucina e di design cerco di esprimere il mio stile attraverso la mia cucina. Gli occhi mangiano per primi ma è sul palato che il gusto vince. Un ingrediente ti provoca, ti comunica, ti stimola attraverso i suoi colori, le sue forme e il suo sapore. Puoi respirarne il profumo, studiarlo e, con talento e tecnica, puoi trasformarlo e renderlo un tuo piatto speciale, legato a un momento unico. Quando devo organizzare un Banqueting è fondamentale sorprendere i miei clienti e curare nei minimi dettagli lo stile più adatto, dai piatti del menù all’intero allestimento. Sei nato a San Francisco, una città stupenda dove la cucina italiana è molto apprezzata, non hai mai pensato di tornare a vivere lì? Ho lavorato in alcuni ristoranti nella Baia. Con la mia famiglia andiamo molto spesso per salutare i miei parenti e per rilassarci nella casa di Mill Valley. Mi piace considerarla un luogo di grande serenità, ma l’Italia resta la mia casa. Un sogno “culinario” che vorresti realizzare? Cucinare su una base spaziale, una cacio e pepe lunare! Che consiglio dai a chi, come te, ha la stessa passione per la cucina? Il consiglio di avere sempre voglia di imparare a lavorare, lavorare e lavorare ancora. Progetti per il futuro? Per ora uno che non c’entra con la cucina: fotografare il Lower Antelope Canyon che si trova nelle vicinanze di Page, una città sorta sulle rive del Lago Powell, in Arizona. di Francesca Luglio

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WOODSTOCK MEMORIES

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Pace, amore, musica... Rigorosamente con stile.

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1 - Per non lasciarsi alle spalle il fascino delle atmosfere anni ‘60, lo zaino in canvas beige CHANEL con stampa e logo a contrasto bianco (€2.350). 2 - È un raffinato accostamento tra un girocollo di pietre in vetro (tutte fabbricate a mano) e preziose catene in ottone (immerse in oro 24 carati) il gioiello hippie chic di REMINISCENCE (€1.590). 3 - Dalla collezione Psychedelic Beat di WAVE-O arriva la T-shirt unisex in cotone che rende omaggio a uno dei grandi protagonisti di Woodstock. Messaggio ironico, grafiche e colori psichedelici! (€98). 4 - Si può indossare in tantissimi modi diversi, la vivace stola a righe e zig-zag con nappe di ACCESSORIZE. Ideale per chi adora i concerti estivi all’aperto (€26,90).



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TRE

Non poteva che essere 3, “the magic number”, il numero delle nuove testimonial selezionate dal brand di telefonia H3G: un trio vincente tutto da scoprire!

Le tre testimonial insieme, sul set dell’ultimo shooting H3G.

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E DA GRANDE FARÀ L’ALLENATORE

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e con Madalina Diana Ghenea prima e l’ex Miss Italia Stefania Bivone dopo, 3 Italia aveva sposato la bellezza, con la scelta delle nuove testimonial, la nota compagnia telefonica conferma la volontà di dare alla comunicazione un volto davvero meraviglioso. Anzi 3: l’ex velina Alessia Reato (anche schedina a “Quelli che il calcio e…” e conduttrice di “Blu Beach Paradyse Story”), la modella e attrice Angela Tuccia (ha lavorato per Everlast, Armani, Police, condotto diversi programmi tv e partecipato alla serie “Don Matteo”) e Cristina Buccino, già testimonial H3G nel 2009, ereditiera a “L’Eredità”, sono le bellissime ragazze che da giugno 2014 interpretano i valori del brand. Noi abbiamo voluto conoscerle meglio, mettendole a confronto in un’intervista tripla ad alto contenuto emotivo! Come ti senti ad essere stata scelta da un brand di telefonia così noto? Alessia: Pur sperandoci molto, quando mi hanno chiamata per comunicarmi la notizia non potevo crederci! Anche se una cara amica (un po’ “streghetta”) mi ripeteva da 3/4 anni che prima o poi mi avrebbe vista sul cartellone di un noto brand di telefonia. A questo punto mi chiedo: è davvero una strega?!?! Angela: Inutile dire che sono onorata e felicissima di essere entrata a far parte di un team vincente, ma soprattutto è stata una cosa inaspettata, quindi ancora più entusiasmante. Cristina: È stata una grande soddisfazione sapere di essere scelta fra tante ragazze, ma soprattutto una bellissima esperienza una volta arrivata sul set. Ci racconti un episodio divertente successo sul set? Alessia: Mah, con me di episodi divertenti ne succedono sempre tanti perché sono vulcanica e a volte anche “goffa” (ballavo, cantavo e ridevo di continuo, rischiando di inciampare). Angela: Beh, direi che tutto lo shooting è stato un gioco, perché per me il mio lavoro è un divertimento, pura fantasia... questa è la magia di questo lavoro, poter entrare in un mondo parallelo e surreale. Cristina: Non ricordo un episodio in particolare; è stata davvero un’esperienza divertente, in un ambiente lavorativo molto sereno. Com’è stato lavorare sul set con altre due ragazze? È vero che è difficile andare d’accordo tra donne in questo ambiente? Alessia: In questo ambiente la competizione è ai massimi livelli, a volte anche spietata, ma nel nostro caso, non è stato così: abbiamo lavorato in maniera molto professionale e, una volta terminato lo shooting, ci siamo anche concesse una cena insieme. Angela: Con Cristina e Alessia mi sono trovata bene! Sono sempre stata abituata a lavorare con altre persone, soprattutto donne, e credo che sia piacevole condividere

In queste pagine, la frizzante Alessia Reato.

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un’opportunità importante come questa; basta un pizzico di umiltà e intelligenza. Cristina: Mi sono trovata benissimo e a mio agio. Nessuna difficoltà anzi, con le altre colleghe si è creata subito sintonia e complicità. Spesso mi capita di condividere esperienze lavorative con altre donne e non ho mai avuto problemi di nessun genere. Una cosa che ti ha colpito delle tue due colleghe? Alessia: Cristina ha un modo di fare simpaticissimo, mentre Angela è molto dolce. Angela: Di entrambe mi ha colpito la spontaneità e la simpatia. Cristina: Alessia mi ha colpito per la sua solarità. Angela invece è estremamente semplice. Tre cose di te che non sappiamo. Alessia: Solo tre? Aiuto! Sono letteralmente dipendente dal mio iPhone. Sono una dormigliona. Sono “caciarona”. Angela: Sicuramente non si sa che sono una persona che ama stare da sola, e spesso si rinchiude in sé stessa. Poi sono molto timida, cosa che spesso viene fraintesa e scambiata per superbia. E l’ultima cosa è che sono un po’ permalosetta… ma giusto un po’! Cristina: Chi non mi conosce abbastanza non sa che sono molto semplice, umile ed estremamente sensibile. Che rapporto hai con la tecnologia e in particolare con gli Smartphone? Alessia: Con il mio telefono vivo praticamente in simbiosi. Anche se le cose importanti e belle preferisco comunicarle a quattr’occhi, come è giusto che sia. Pur riconoscendo che la tecnologia ci semplifica la vita in maniera pazzesca, bisogna saper scindere. Angela: Direi che oggi è diventato indispensabile avere uno Smartphone, consente di essere sempre operativa in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo in cui ti trovi... personalmente lo uso per tutto! Cristina: Ah... oggi non riuscirei mai a vivere senza il mio telefono: è fondamentale in tutto e per tutto! Il numero di telefono che chiami più spesso. Alessia: La mia manager e il mio fidanzato: ormai conosco i loro numeri a memoria! Angela: Mia madre, dato che abitiamo lontane la sento diverse volte nell’arco della giornata. Cristina: Vivendo fuori casa da diversi anni per lavoro amo sentire costantemente la mia famiglia, quindi... quello della mia mamma! Con te, non ha nessuna chance l’uomo che...? Alessia: Lungi da me l’uomo che ostenta e in generale le persone presuntuose! Angela: Quello banale e poco intelligente, ho bisogno di un uomo carismatico che sappia sorprendermi continuamente: odio la noia! Cristina: Sicuramente l’uomo che si mostra arrogante ed egocentrico. Sguardo magnetico per l’intrigante Angela Tuccia.

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E DA GRANDE FARÀ L’ALLENATORE La stanza della casa che vivi di più e perché? Alessia: La mia camera da letto. Divido l’appartamento con mio fratello e questa stanza rappresenta il mio nido. È solo mia e rispecchia perfettamente il mio gusto. Angela: Il living; ho un’immensa vetrata dalla quale entra un’intensa luce che mi regala momenti di serenità. Cristina: Adoro la cucina, è il luogo dove passo più ore al giorno, dalla mattina appena sveglia, alla sera quando preparo le mie cenette light in compagnia delle mie sorelle o delle amiche. Nel tuo armadio non può mancare...? Alessia: Il giacchino di pelle, un capo che amo follemente! Ne ho di mille tipi e colori. Anche se il mio preferito è quello nero, un classico chic che non tramonta mai. Angela: Una collana di perle. Cristina: Due capi molto semplici ma essenziali: un jeans e una canottierina. Inviti a cena le altre due, cosa cucini? Alessia: Ho capito che Cristina e Angela sono due buongustaie, quindi sicuramente cucinerei un primo piatto. Magari una pasta alla norma o un risotto pere e gorgonzola. Angela: Da buona campana, direi sicuramente la pizza! Cristina: Una cenetta light tutta a base di pesce. Hai un rito quotidiano? Alessia: Sì, il caffè al mattino. È la prima cosa che faccio appena mi sveglio: corro in cucina a preparare un buon caffè. Dopo quello, la mia giornata può avere inizio! Angela: Sì, tutti i giorni leggo il Vangelo. Cristina: La colazione, impossibile per me uscire di casa al mattino senza averla fatta. A cosa non potresti mai rinunciare? Alessia: Alla mia famiglia: mia madre, mio padre e mio fratello (con il quale discuto spesso, ma credo sia anche abbastanza comune tra fratelli). E, da qualche tempo, alla mia manager, che è una figura molto simile a quella familiare. Angela: Non potrei mai rinunciare alla continua lotta per la conquista e la realizzazione dei miei sogni. Cristina: Non potrei mai rinunciare alla mia famiglia e ai miei affetti. Il tuo più grande pregio? Alessia: La solarità e l’energia. Ne ho da vendere! Angela: La generosità d’animo. Cristina: La bontà. E il peggior difetto? Alessia: La testardaggine. Ho da vendere anche questa! Angela: L’alessitimia: cioè la difficoltà a manifestare i propri sentimenti. Cristina: Sono molto impulsiva. Il desiderio che più spesso hai espresso vedendo una stella cadente? Alessia: In primis, la salute e la serenità per le persone che amo. Poi, volendo esprimere un altro desiderio, anche il

Una vera bellezza italiana: Cristina Buccino.

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successo nel lavoro. Angela: Una cosa molto semplice: essere felice. Cristina: Non posso svelarvelo altrimenti non si realizza. C’è un modello di donna a cui aspiri? Alessia: Sono tante, ma non condivido tutto di loro. Preferisco gli uomini. Il modello di uomo a cui aspiro ce l’ho... è mio papà! Angela: Sì, mia madre. Cristina: Una su tutte: mia mamma. Cosa ti piace di questo lavoro? Alessia: Posso permettermi di essere me stessa, ovvero vulcanica ed energica come natura vuole. A volte il mio temperamento mi ha aiutata in questo settore. Se avessi lavorato in ufficio mi avrebbero già licenziata! Angela: Difficile esprimerlo a parole, la recitazione per capirla bisogna viverla, la bellezza di questo lavoro sta nel poter essere “uno, nessuno e centomila”... poi come diceva Hitchcock: “il cinema è la vita a cui sono stati tolti i momenti noiosi”. Cristina: Questo lavoro mi entusiasma ogni giorno perché mi porta a conoscere sempre gente diversa e posti nuovi, cosa non da poco visto che amo molto viaggiare. Quanto conta nel tuo lavoro la bellezza? Alessia: Conta perché ti apre molte porte. Ma a mio avviso la bellezza è solo la “scatola”, per andare avanti bisogna avere anche dei contenuti con cui riempirla. E poi, la bellezza non è eterna! Preferisco sentirmi bella dentro. Angela: Purtroppo o per fortuna è fondamentale, ma deve essere solo un plus, una cornice ad una personalità spiccata e ad un talento manifesto. Cristina: Certamente conta molto, ma la vera carta vincente è sempre la personalità e il carattere. Cosa volevi fare da grande? Alessia: Da bambina sognavo di fare quello che sto facendo. Ogni mattina ringrazio perché sono una persona privilegiata. Angela: L’attrice. Cristina: Sognavo di diventare una giornalista. C’è un personaggio con il quale hai sempre sognato di lavorare? Alessia: Raoul Bova! Da piccola adoravo il film “Piccolo grande amore”. Angela: Sì, David Lynch. Cristina: Sì, il premio Oscar Matthew McConaughey. Saliamo sulla macchina del tempo e andiamo al 2024, dove sei? Cosa fai e con chi? Alessia: Wow, che bel viaggio! Nel 2024 sono in una città più piccola di Milano, magari in Toscana, con tre bambini, il principe azzurro e il mulino bianco. Due/tre giorni a settimana torno a Milano per registrare il programma di maggior successo della televisione italiana, ovviamente come conduttrice. A parte gli scherzi, mi auguro solo di avere accanto le persone che ho accanto in questo momento. Angela: È complicato prevedere dove sarò nel 2024

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visto che non sono a conoscenza di ciò che farò domani! Il mio lavoro è il mio futuro e, visto che sognare non costa nulla, mi immagino su un set a girare il film più bello: la mia vita... perché la vita è il dono più prezioso che Dio mi ha dato! Cristina: Per quella data spero di essermi realizzata lavorativamente e di avere al mio fianco un compagno, padre dei miei figli. Raccontati in tre parole/aggettivi... Alessia: Sono una persona molto semplice, con i piedi per terra ma molto lungimirante, sorridente e sognatrice... anche troppo! Angela: Solare, enigmatica e sempre positiva! Cristina: Credo di essere impulsiva, solare e socievole. Che progetti hai per il futuro? Alessia: I progetti sono davvero tanti e ne sono contenta. C’è in programma una bella conduzione, ma per scaramanzia non dico nulla! Angela: Nell’immediato futuro laurearmi, poi costruirmi una famiglia e... recitare, recitare, recitare! Cristina: Spero di continuare così come sto facendo con il mio lavoro, di crescere professionalmente e affermarmi sempre di più. di Silvia Barlascini, Francesca Luglio, Simona Melli

Photographer: Marco Conte. Stylist: Ylenia Puglia. Hair: Roberto Farruggia@Aldo Coppola. Stefano Martorini@Aldo Coppola. Make up: Rachid Tahar@Freelancer. Set Designer: Jacopo Lettenmayer.


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persone e cose che fanno la differenza

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hai voluto la bicicletta? Adesso…

VINCI!

Primo nella Milano-Sanremo del 2006, campione italiano nel 2010, una vittoria di tappa al Giro d’Italia e due al Tour de France: per Filippo Pozzato il ciclismo è una scuola di vita molto importante, un sogno che ha inseguito fin da bambino

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o cerchi sul web e resti colpito dalla sua bellezza scultorea (quella che solo i veri atleti possono vantare) e dalla storia della sua rapida carriera. Lo conosci in un’intervista e a colpirti, oltre ai modi gentili e cordiali (alla faccia di chi pensa che i belli siano sempre presuntuosi) è la passione sincera che sente, e trasmette, per il “suo” sport, il ciclismo. Filippo Pozzato, 32 anni passati quasi tutti in sella a

A sinistra, Filippo Pozzato in corsa verso la settima tappa della Tirreno-Adriatico 2014. Sopra, un’altra immagine di Filippo durante la Tirreno-Adriatico 2014 (terza tappa Cascina-Arezzo).

una bici da corsa, da piccolissimo scopre l’amore per la bicicletta e da allora, il passo tra il correre per gioco o per professione, è davvero breve. Filippo, anzi Pippo, raccontaci com’è nata questa passione? Prima di andare in bici giocavo ad hockey. Ho cominciato a 4 anni. A 9 anni ho visto dei ragazzini della mia

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età che correvano in bici vicino a casa e ho detto a mio padre che volevo provare. Sono andato a iscrivermi dal Presidente della squadra del mio paese e ho cominciato, quasi per gioco. Quand’è che il gioco si è fatto più serio? Da Juniores ho avuto la proposta di passare direttamente a Professionista, saltando così la categoria Dilettanti. Da lì in poi è diventata una cosa più seria. E a hockey non hai più giocato? Mio padre mi ha fatto fare una scelta perché diventava complicato seguire entrambe le cose. Pur piacendomi molto l’hockey, ho preferito la bicicletta, forse anche perché mi dava più sbocchi. La tua famiglia ti ha sempre appoggiato in questo percorso? Sì, molto. Mio padre soprattutto. Diciamo che i miei genitori non mi hanno mai lasciato un secondo da solo fino a quando sono passato a Professionista. Mi hanno sempre accompagnato dappertutto, anche all’estero. La mia fortuna è sempre stata la mia famiglia. Da piccolo sognavi di diventare…? Sicuramente da piccolo volevo diventare un professionista e il mio sogno è sempre stato quello di vincere la Milano-Sanremo. Se non avessi fatto il ciclista probabilmente mi sarebbe piaciuto fare l’architetto visto che avevo la passione per il disegno. Ma la bici ha prevalso su tutto. Il sogno si è avverato… cosa ricordi della tua vittoria alla Milano-Sanremo del 2006? Riuscire a realizzare questo sogno già all’età di 24 anni

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per me è stata una cosa molto molto bella, un’emozione grandissima. Sicuramente l’emozione più intensa che rivivo e anche più difficile da spiegare. Quando ti rendi conto di aver vinto e alzi le mani… è una cosa indescrivibile. Quindi è proprio quel momento che ricordo con maggiore gioia. E la tua prima bicicletta, la ricordi ancora? Certo. Era una bici da corsa blu elettrico piccolissima. Ricordo che sulla via di casa provavo ad usarla sempre con mio padre che mi guardava andare avanti e indietro. Da allora di chilometri ne hai macinati, ma quando pedali, a cosa pensi? In allenamento penso molto di più, a volte ascolto musica o chiacchiero con l’amico con il quale mi alleno qui a Monaco. In corsa sono un po’… particolare… tante volte prego. Quando sei lì da solo, concentrato, il pensiero è indirizzato sulla corsa o nel pregare. Il “Dio” del ciclismo al quale ti sei ispirato durante la carriera? Gianni Bugno era il mio idolo fin da bambino. Ho cominciato a correre con lui che era sui giornali e in tutti questi anni è sempre stato un modello da seguire sia per come andava in bici sia per il campione che è stato. Anche i campioni a volte sono in difficoltà: c’è stato un momento in cui hai pensato di non farcela? Sicuramente ci sono stati dei momenti brutti, ma il ciclismo è una scuola di vita che ti insegna a non mollare mai. Quando ti trovi in difficoltà o in crisi su una tappa complicata e devi portare la bici all’arrivo, lì

Sopra, un primo piano di Filippo Pozzato; per lui, correre in bici non è mai stato un sacrificio. A destra, Pozzato in gara, in un momento di grande concentrazione (Dubai Tour 2014).


HAI VOLUTO LA BICICLETTA? ADESSO... VINCI!

devi tirare fuori il carattere. È in quelle occasioni che ti formi veramente. Qual è l’emozione che ripaga di più i sacrifici di un ciclista? Sicuramente si corre per la vittoria, ma il ciclismo è una questione di passione e di amore. Deve piacerti davvero perché è uno sport di fatica. Penso che ti dia una sensazione che va al di là della vittoria. Per chi o per cosa rinunceresti a questa passione? Per niente e nessuno. Come fa un ragazzo giovane come te a conciliare l’impegno richiesto da questo sport con il tempo libero? Prima di tutto dobbiamo essere degli uomini normali e felici. Facendo questo lavoro rinunci a una parentesi importante della tua vita per cui devi farlo con il cuore. Ci sono tanti talenti che smettono perché non riescono a trovare un equilibrio tra le due cose. Nel ciclismo esiste lo spirito di squadra? Sì, abbastanza, perché comunque tutti i giorni vivi insieme ai tuoi compagni, soprattutto adesso da Professionista. Anche se lo sport è individuale la squadra è fondamentale. Dal tuo punto di vista, come mai c’è stato un importante ritorno all’uso della bicicletta nella vita di

tutti i giorni? Secondo me la bicicletta è un trend che sta tornando molto. Se riesci a capire questo sport, te ne innamori alla follia: è salutare, non crea traumi fisici e possono farlo tutti. Ci dici qual è la follia più grande che hai fatto? Per quanto riguarda la bici, di follie noi ciclisti ne facciamo tutti i giorni. Correre sotto l’acqua, o sotto la neve come alla Milano-Sanremo dell’anno scorso, è sicuramente una cosa poco normale. Nello specifico, poi, io sono abbastanza suonato di mio, quindi di follie ne faccio spesso. Progetti per il futuro? Mi piacerebbe fare il manager di giovani corridori: vorrei creare una squadra e riuscire a dare ai ragazzi quello che magari non ho avuto io; vorrei aiutarli a superare le difficoltà che si incontrano nel mondo del ciclismo e permettere loro di esprimersi al 100%.

di Silvia Barlascini

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La vista laterale della bellissima nave di Mondo Marine.

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SENZA NOME LEI, SENZA PAROLE NOI Mondo Marine crea M/Y Nameless, la felicitĂ si trova in mare aperto

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SENZA NOME LEI, SENZA PAROLE NOI

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/Y Nameless, megayacht di 41 metri, è l’equilibrio perfetto tra passato e futuro, tra l’unicità di un pezzo d’artigianato e uno di design, tra tradizione e innovazione, eleganza e semplicità. Non ci sono parole per descrivere la sua maestosità, curata fin nei minimi dettagli, è un vero e proprio omaggio alla bellezza. Il design esterno, raffinato e sportivo allo stesso tempo, è firmato da Cor D. Rover, un noto studio tedesco specializzato in yacht, mentre gli interni sono stati curati dal grande designer italiano Luca Dini, che ha esaltato la modernità classica di questo yacht, dedicando particolare attenzione alla scelta dei materiali e alla divisione degli spazi. Tutte le zone della barca risultano eleganti, ma mai eccessive. La luminosità è garantita dalla presenza di enormi vetrate e dal marmo bianco di Carrara che ricopre i pavimenti del ponte principale, di quello superiore e dello sky-lounge, riflettendo la naturale luce del sole. Le pareti esterne sono in mogano, quelle interne sono di pelle bianca, firmata Foglizzo, intervallata da strisce di acciaio INOX. Il risultato, già impattante, è reso ancor più ricercato dai numerosi dipinti presenti. L’area riservata all’armatore è posizionata sul ponte principale dell’imbarcazione e comprende, oltre al bagno e alla camera da letto, un’area relax con un lussuoso divano e una cabina armadio. I quattro alloggi sul ponte inferiore, interamente dedicati agli ospiti, sono spaziosi e dotati di almeno due posti letto ciascuno. Inoltre, ci sono due alloggi VIP molto ampi con cabina armadio separata, simile a quella della cabina principale. Tutti i tessuti (dalle tende alle lenzuola) sono dell’Antico Setificio Fiorentino, un laboratorio tessile nato a metà del 1700, che utilizza ancora oggi sei telai a mano del 1700 e sei telai meccanici del 1800. Salendo sul ponte, nella zona “solarium”, salta subito all’occhio la splendida piscina ricoperta di piastrelle in ceramica fatte a mano prodotte esclusivamente per la Nameless da un forno fiorentino, aperto dal 1906. Proseguendo, nella terrazza superiore, troviamo il tavolo da pranzo di tre metri, in onice, disegnato appositamente da Luca Dini. La totale assenza di vibrazioni, anche a massima velocità, combinata al totale isolamento sonoro, realizzato usando le tecniche più avanzate, rappresenta un risultato davvero soddisfacente per il team di progettisti della Mondo Marine Engineering che ha curato tutta la parte strutturale, idrodinamica e tecnica dello yacht. Perfetta fino al più piccolo dettaglio, questa nave è un vero e proprio gioiello. Grazie a Mondo Marine, il mare oggi non ha più confini. di Francesca Luglio

A sinistra, il salone di Nameless che risplende di luce propria.

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In alto, il salone interno e la camera principale, entrambi luminosi e spaziosi esaltano lo stile unico di Luca Dini. In basso, la terrazza illuminata, il posto ideale da cui ammirare il tramonto.

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La storia del brand Mondo Marine, sinonimo di eleganza e stile nel settore nautico, inizia nel 1915, quando furono fondati a Savona i Cantieri Navali Campanella, nome originale del Cantiere utilizzato ancora oggi. Il Cantiere si occupava di costruzioni, riparazioni e trasformazioni navali. Sempre più rinomato, portò il marchio alla ribalta mondiale prima dello shipping, poi dello yachting. Dopo diversi successi, e quasi un centinaio di barche progettate e costruite, nel 1975 il più facoltoso uomo del mondo, l’arabo Adnan Khashoggi, commissionò al Cantiere il 48 metri M/Y Mohamedia; esso venne progettato, costruito e consegnato in soli due anni e, appena varato, ricevette il “Lloyd’s Trophy”, dal Lloyd’s Yacht Register di Londra, come migliore yacht al mondo. È il 1978, quando viene fondato Mondo Marine; inizialmente con sede ad Alba, successivamente si sposta negli attuali Cantieri di Savona, ex Cantieri Campanella, passando da barche di medie dimensioni a superyacht di oltre 40 metri in lega leggera e acciaio completamente custom. Nel 2013, Mondo Marine diventa di proprietà di Alessandro Falciai e Roberto Zambrini. Tutte le navi Mondo Marine, come da tradizione, sono progettate, ingegnerizzate e costruite presso il sito produttivo di Savona. Salpando i 7 mari con yacht sempre più innovativi, Mondo Marine continua la sua ascesa al successo.

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Tesla Model S:

ECO DREAM CAR

Con una carrozzeria così appariscente, la Tesla Model S, potrebbe essere scambiata per una comune fuoriserie. Eppure questa berlina cela un’anima ecologica mossa da un motore elettrico di nuova generazione, che vi sorprenderà

Tesla Motors è una casa automobilistica americana fondata nel 2003 a San Carlos in California che ha come obiettivo la creazione di veicoli elettrici ad alte prestazioni. La Tesla Model S è la vettura provata per il test di questo articolo.

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Sopra, anche la versione base assicura una spinta pronta e incisiva: in accelerazione, la Tesla S non teme le migliori rivali con motore termico. A destra, le sospensioni pneumatiche regolabili e gli interni in pelle sono di serie, fatta eccezione per il modello base.


TESLA MODEL S: ECO DREAM CAR

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utto è nato una mattina di qualche mese fa. La mia amica Benedetta Arese Lucini, General Manager di Uber Italia, mi invita a recarmi nel nuovo store Tesla, in centro a Milano, per provare l’ultimo modello della casa automobilistica americana: la Model S. Non me lo faccio ripetere due volte. Era da tempo che quest’auto mi incuriosiva. Seppur con una storia recente, Tesla ha acceso, nell’immaginario dell’appassionato, il fascino per le auto non convenzionali, battezzando il comparto delle supercar ecologiche. Ricordo che, qualche anno fa, a Los Angeles ero rimasto incollato alla vetrina della concessionaria, imbambolato dalla bellezza di una spider che avrei rivisto in Italia mesi dopo. La componente ambientale ha spinto molte aziende alla produzione di veicoli con caratteristiche di sostenibilità e, alcune di esse, prestando anche particolare attenzione allo stile. Poche case automobilistiche, tuttavia, sono riuscite ad affermarsi e anzi, potremmo dire senza presunzione, che oggi Tesla rappresenta l’eccellenza in questo settore. Guidare una Tesla è un’esperienza fantastica.

Generalmente, montare su un’auto ecologica, che si accende grazie a una batteria, dà l’impressione di aver a che fare con un giocattolo, un pochino costoso tra l’altro. Non è assolutamente così. Entrando in macchina questa sensazione sparisce immediatamente. Si resta incantati dalla bellezza degli interni, dalla futuristica plancia di comando, da ogni singolo dettaglio curato fin nei minimi particolari. Attraverso il tablet da 17 pollici posizionato al centro della consolle si fa quasi tutto, i comandi manuali sono ridotti all’osso, e acquisendo un po’ di dimestichezza, facilitata da una logica di funzionamento intuitiva, si raggiunge presto la padronanza dello strumento. Premere l’acceleratore della Model S è stato sorprendente. Immaginavo una ripresa più lenta e laboriosa, al contrario, tra quando si mette giù il piede alla risposta, passa meno di quanto si possa immaginare. I ritardi del turbo, il cambio che si deve scalare, sono un lontano ricordo; la progressione è sinuosa e imperiosa fino ai 130 Km orari, con un’immediatezza paragonabile a una Ferrari o una Porsche, se si pensa che in 4 OPINION LEADER 57


secondi scarsi il contachilometri segnava già i 100 Km orari! E poi i 600 Newtonmetri di coppia fanno il resto, perciò è sempre meglio avvisare gli eventuali passeggeri. La guida è piacevole e la tenuta della macchina eccezionale, nonostante le quasi due tonnellate di peso e i 5 metri di lunghezza. Grazie al forte rallentamento che si ha quando si stacca il piede dall’acceleratore, spesso non c’è neanche bisogno di premere il pedale del freno se non negli ultimi metri, facilitando ulteriormente in questo modo la praticità di utilizzo. La Model S è disponibile in 3 versioni che differiscono soprattutto per la capacità della batteria e le prestazioni, nonché per il prezzo che oscilla dai 66.200€agli 89.240 euro. Il modello di punta monta una batteria agli ioni litio da 85 kWh con cui si possono fare molti chilometri, almeno 500, prima di doverla ricaricare. È interessante sapere che Tesla sta installando ovunque in Europa colonnine di ricarica ultra rapide, chiamate Superchargers, che permettono di ricaricare a 120 kW. Queste saranno installate principalmente sul tratto autostradale e permetteranno di ricaricare la Model S gratis, in 50 minuti. La prima italiana sarà installata in Autogrill a Dorno, sulla Milano-Genova, a Luglio 2014. Forse l’unica pecca che ho riscontrato, ma è una questione puramente soggettiva, è l’assenza del cosiddetto rombo del motore. Quel “baccano” che ti dà l’ebbrezza di aver in mano una fuoriserie dalle prestazioni esagerate. Però, magari questa è solo una questione di abitudine… di Fabio Operti

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In alto a sinistra, abitacolo avveniristico con touch screen da 17 pollici al centro della plancia che consente di controllare le funzioni di bordo. Sopra, la Tesla Model S è il secondo veicolo prodotto dall’azienda. La prima vettura è stata una roadster. Presentata al pubblico nel 2006, le prime 100 furono prenotate tutte in meno di tre settimane.


TESLA MODEL S: ECO DREAM CAR

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Sport & Collection

500 Ferrari contro il cancro

Organizzato in collaborazione con il Club Ferrari France presieduto da Peter Mann e Ferrari South West Europe, Sport & Collection è diventato uno dei più grandi incontri mondiali annuali della Ferrari. Una grande iniziativa di sport e solidarietà che abbiamo il dovere e il piacere di raccontare…

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ent’anni fa, Jean-Pierre Doury vide un suo caro perdere la battaglia contro il cancro. Da quel giorno sentì il bisogno di aiutare le persone nella battaglia contro questa terribile malattia. Jean-Pierre era un gran tifoso e orgoglioso membro del Club Ferrari Francia e non gli venne idea migliore di riservare la pista di Val de Vienne a Le Vigeant, chiamare qualche amico con le auto e permettere al pubblico di affittarle per guidarle nel circuito. Nel primo anno arrivò a raccogliere solamente qualche

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Sport & Collection

500 Ferrari against cancer

Organised in partnership with the Club Ferrari France chaired by Peter Mann and Ferrari South West Europe, Sport & Collection has become one of the biggest annual world meetings of Ferrari. A great initiative of sport and solidarity that we had the duty and pleasure of telling…

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wenty years ago, Jean-Pierre Doury watched someone close to him loose a battle against cancer. From that day forward he felt a need to help those in need in their battle against this terrible disease. Jean-Pierre was also a real “Tifoso” and a proud member of the Club Ferrari France and he could think of no better idea than to rent the Val de Vienne racetrack at Le Vigeant, collect a few friends with cars and sell rides to the public. That first year he raised just a few thousand French Francs (currency


Nella pagina accanto, la Patrouille de France riempie i cieli di Vigeant in occasione del 20esimo anniversario. In the page before, the Patrouille de France fills the skies over the Vigeant in honour of the 20th anniversary. Sopra, la parata annuale con alcune delle 500 Ferrari sul circuito. Above, the annual parade with some 500 Ferraris on the circuit.

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SPORT & COLLECTION - 500 FERRARI CONTRO IL CANCRO SPORT & COLLECTION - 500 FERRARI AGAINST CANCER

Le star del weekend: Ferrari 599XX, 333 SP, 250 LM, 121 LM ecc. Stars of the weekend: Ferrari 599XX, 333 SP, 250 LM, 121 LM etc.

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SPORT & COLLECTION - 500 FERRARI CONTRO IL CANCRO SPORT & COLLECTION - 500 FERRARI AGAINST CANCER

Sopra, i piloti della Patrouille de France, gli organizzatori,(Doury, Mann, Bianchi), il Professor Tourani del Cancer Centre e le autorità locali riuniti durante la cena di gala. Above, the Patrouille de France pilots, the organisers, (Doury, Mann, Bianchi), Professeur Tourani from the Cancer Centre and local officials gather during the gala dinner.

Sopra, 20 anni alle spalle e ancora eternamente belle: le quattro Ferrari 333 SP. Le Ferrari da corsa con più successi di sempre. Above, 20 years on and still as beautiful as ever: the four Ferrari 333 SP. The most successful racing Ferrari of all time.

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migliaia di franchi (la valuta di allora) che donò all’ospedale universitario di Poitiers, sua città di provenienza, per aiutare la ricerca contro il cancro. Col passare del tempo, il Club Ferrari Francia con i suoi presidenti (inizialmente Didier Griffe e poi Peter Mann), si impegnarono in questa battaglia facendo molta pressione per portare ogni anno sempre più Ferrari a Le Vigeant. Il primo obiettivo di Didier era di portare 200 auto, che poi divennero 300. L’evento riscosse ogni anno sempre più successo, fino ad essere riconosciuto in tutta Europa. Nel 2005 la Corse Clienti portò la F1 Clienti e la Historic Challenge all’evento e la folla crebbe fino a contare più di 25.000 spettatori nel week-end. Il pubblico continuava a mettersi in fila per potersi comprare qualche giro con una Ferrari e le donazioni per le ricerche ospedaliere continuavano a crescere. Poi Peter Mann decise di puntare in alto con la sfida di alzare il numero a 500 Ferrari per combattere questa battaglia! La sfida fu superata con successo, con 540 Ferrari accompagnate da circa 600 auto di diversi marchi: dalla Bugatti all’Alfa Romeo, dalla Maserati alla Porsche. Il 2014 segna il ventesimo anniversario di questo evento, diventato ormai di fama internazionale! Questa edizione ha battuto tutti i record, superando le più rosee aspettative. Oltre 40.000 spettatori paganti e donazioni per 350.000E€che, in vent’anni, hanno portato così il totale alla considerevole somma di 3.200.000E. Il Poitiers Cancer Centre è cresciuto moltissimo nell’arco di questi anni e il suo dipartimento di ricerca è uno dei più rinomati in Francia. È anche l’unico ospedale in Francia a possedere e a usare la NanoKnife, ovvero un macchinario in grado di rimuovere il tumore al pancreas in modo sicuro. Questa macchina è stata finanziata interamente dalle donazioni Sport & Collection. Molte figure chiave del mondo dell’automobile fanno annualmente un pellegrinaggio a Le Vigeant, includendo persone di spicco della Ferrari S.p.A., come alcuni piloti leggendari fra cui David Piper e René Arnoux, e l’evento è supportato con entusiasmo dal maggiore sponsor della Ferrari F1 e GT, Hublot. Il 2014 segna anche il ventesimo anniversario della Ferrari 333 SP, la Ferrari più vincente di sempre, di cui erano presenti non meno di quattro esemplari. Per celebrare questi anniversari, anche la Patrouille de France ha partecipato a Le Vigeant e ha organizzato uno show con aerei davvero incredibili! Un omaggio per coloro che non si arrendono mai! Che gran bel modo per aiutare le persone bisognose mettendo in gioco la propria passione per le Ferrari e per le auto, con lo scopo di vincere la guerra contro la maledizione dei nostri tempi! Ci auguriamo che Jean-Pierre Doury e Peter Mann e i loro amici continuino per molti anni a venire! GRANDI!

of the time) and donated it to the University Hospital of Poitiers, where he is from, to help in the research against cancer. As the early years passed, the Club Ferrari France and its Presidents (initially Didier Griffe and then Peter Mann), threw themselves into the battle and pushed to bring more and more Ferraris every year to Le Vigeant. Didier set an initial goal of 200 cars, then 300. The event became an ever-increasing success and became recognized all over Europe. In 2005 the Corse Clienti brought the F1 Clienti and Historic Challenge to the event and the crowds grew with more than 25,000 visitors over the weekend. The public continued to line up to buy a few laps in a Ferrari and the donations to the hospital’s research centre continued to grow. Then Peter Mann threw down the gauntlet and defied everyone to bring 500 Ferraris to fight this battle! That challenge was met and some 540 Ferraris answered present accompanied by about 600 cars of other makes from Bugatti to Alfa Romeo, to Maserati, to Porsche. 2014 marks the 20th anniversary of this event that has now become world-renowned! This record-breaking edition exceeded all the expectations. More than 40.000 paying spectators and 350.000E donations that in twenty years achieved the extraordinary total amount of 3.200.000E. The Poitiers Cancer Centre has grown dramatically over these years and its research department is one of the most well known in France today. It is also the only hospital in France to own and operate a NanoKnife, which is a machine that allows the removal of the pancreatic tumour safely. This machine was entirely financed by Sport & Collection’s donations. Many key figures of the Automobile World make the pilgrimage each year to Le Vigeant including senior representatives from Ferrari S.p.A., legendary racing drivers such as David Piper and René Arnoux and the event is keenly supported by major Ferrari F1 and GT sponsor, Hublot. 2014 also marks the 20th anniversary of the Ferrari 333 SP and no less than four examples of this, the most successful racing Ferrari of all time, were present. To celebrate these anniversaries, the Patrouille de France came to Le Vigeant and provided an air show second to none other! A just reward for all those who never give up! What better way to help those in need by putting one’s passion for Ferrari and for the automobile to work in an effort to win the war against the curse of our time! May Jean-Pierre Doury and Peter Mann and their friends continue for many, many years to come! BRAVO! by Peter Mann

di Peter Mann OPINION LEADER 65


PRINCIPE AZZURRO CERCASI

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1 - La bella stagione si tinge d’azzurro con la camicia effetto denim della collezione CIT LUXURY (€95). 2 - La pelle del viso risulta più morbida, liscia e rivitalizzata; grazie al Dopobarba di PLANTER’S ogni donna vorrà baciarti (€16). 3 - Blu su blu, il borsone in pelle con profili e manici in coccodrillo di ARALDI1930 è un accessorio irrinunciabile per viaggiare in comodità restando sempre alla moda (prezzo su richiesta). 4 - Dai colori del mare, le calze RED, in cotone con motivo a lisca di pesce, diventano le vere protagoniste delle tue sere d’estate (€19).

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da zero a trecento è solo un

MOMENTO E oggi è anche una scuola. Offrire emozioni che “confondono coraggio e spavento”, questa la promessa della struttura fondata da Marco Lucchinelli e Davide Campana

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arco Lucchinelli, Campione del Mondo 1981 di GP 500CC, e l’ex pilota ed istruttore Davide Campana hanno dato il via al nuovo progetto DaZeroA300. Una struttura organizzata che offre a tutti la possibilità di vivere forti emozioni in totale sicurezza: corsi di guida sportiva, tour con auto e moto ed esperienze di pura adrenalina con la barca di F1 biposto. Il tutto con l’assistenza costante di meccanici e piloti/istruttori professionisti. GT Car Experience, MV Riding School e F1 Powerboat Experience, questa la proposta completa di DaZeroA300. GT Car Experience: è un’esperienza unica pensata per tutti coloro che vogliono guidare le mitiche Supersportive italiane; giornate in pista, ma anche tour studiati “su misura” per soddisfare le diverse esigenze. Con la MV Riding School è possibile frequentare corsi di guida su due ruote. La F1 Powerboat Experience regala,

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invece, la possibilità di correre sull’acqua a 200 km/h. DaZeroA300 si rivolge sia ai privati, offrendo esperienze emozionanti e allo stesso tempo istruttive, sia alle aziende con numerose proposte studiate ad hoc per attività di incentive e team building. Noi abbiamo intervistato Marco Lucchinelli per scoprire qualcosa in più. Da dove arriva l’idea di rimettersi in gioco con questo progetto? Di fatto è un po’ il mio mestiere perché ho sempre dato una mano nei corsi di guida Ducati (n.d.r. Ducati Riding Experience). La scuola ce l’ho nel cuore e mi diverto ad andare in moto più adesso di prima, così ho deciso di fare qualcosa di mio. Anche se oggi non è facile iniziare un’attività, mi sono buttato e, insieme al mio amico Davide Campana e all’appoggio di MV Agusta, tutto ha preso il via.

Sopra, Noriyuki Haga e Marco Lucchinelli con un allievo al termine del corso. A destra, foto di gruppo al termine di una giornata in pista.


Il nome profuma di racing, ma da dove nasce esattamente? La scelta di questo nome deriva da una serie di coincidenze. “Da zero a trecento” è il titolo di una canzone che avevo scritto (perché ho anche la passione per la musica) come sigla per un reality andato in onda su AutoMotoTv. Alessia Polita era mia allieva, lei correva nel Campionato Italiano e io ero il suo preparatore. È stata un’esperienza che mi è rimasta nel cuore. Le moto che utilizziamo sono delle MV Agusta e Claudio Castiglioni (n.d.r. presidente di MV Agusta morto nel 2011) aveva impostato questa canzone come suoneria del suo cellulare. DaZeroA300 non poteva che diventare anche il nome della scuola. Cosa vi differenzia dalle altre scuole? Partiamo da una considerazione importante: oggi di scuole di guida ce ne sono moltissime, forse anche troppe e non tutte con preparatori adeguati. Con questo non voglio dire che, avendo vinto il Mondiale sono in automatico un insegnante, ma forse so qualcosa più di altri. La vera differenza della nostra scuola, però, sta nel fatto che gli altri puntano al maggior numero di iscritti possibile e, in questo modo, non è possibile seguirli in modo adeguato. Io, invece, preferisco avere corsi con poche persone, così posso coccolarle e dar loro la sensazione di trovarsi in famiglia. Voglio che imparino e che si divertano. Poi certo, a fine anno i

conti devono tornare, ma non voglio pensare solo a quello. Siete gli unici ad avere una barca di F1 biposto, con le stesse caratteristiche di quelle che competono per il Mondiale. Come mai vi è venuto in mente di aggiungerla all’offerta? Provare qualcosa che, in curva, è più veloce di una Formula 1 è una sensazione straordinaria che ha emozionato persino me! Immaginate che sensazioni può dare alle persone comuni! Che tipi di persone partecipano ai vostri corsi? Ai nostri corsi può partecipare chiunque, ma di fatto ci sono tre tipologie di iscritti. C’è chi viene per la reale voglia di migliorare e andare più forte; c’è chi partecipa solo per il gusto di trascorrere una giornata diversa in mia compagnia; e ci sono i “dottori nati”, quelli che pensano già di sapere tutto ed essere bravi, che se ne vanno senza aver imparato nulla. Una menzione speciale la meritano le donne, per la prima volta ho scoperto che sanno anche ascoltare e non solo comandare. Arrivano che sanno appena accendere la moto e vanno via con il ginocchio per terra. Sono davvero incredibili! Ci sono anche giovani che si iscrivono ai vostri corsi? Sì, ma non molti, perché è un periodo difficile e mancano i soldi, quindi è più facile che vengano dai 30 anni in su, quando hanno già la loro indipendenza economica. Ci sono però anche un po’ di ragazzini che vengono con i genitori, ma li stacco subito da loro, OPINION LEADER 69


perché altrimenti non mi lasciano insegnare in pace. I giovanissimi imparano molto di più rispetto a quelli di una certa età, perché non hanno ancora vizi di guida. Col tempo, mi piacerebbe persino poter insegnare ai giovani anche prima che prendano la patente, perché la moto è una cosa pericolosa, che va rispettata e bisogna sapere cosa si ha in mano ancora prima di andare dal concessionario. Ci sono stati episodi divertenti o particolari che rimarranno sempre nei vostri ricordi? Per ora il ricordo più bello che mi è rimasto impresso è legato alla barca. Abbiamo invitato sulla Formula 1 Powerboat un po’ di amici che corrono anche in auto. Pensavamo fossero abituati invece sono scesi con quell’espressione emozionata che di solito si vede solo sulla faccia dei bambini. Lì abbiamo capito che eravamo sulla strada giusta e che potevamo credere nel progetto.

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Per partecipare ai vostri corsi bisogna possedere o noleggiare il corretto abbigliamento tecnico, ma com’è l’atteggiamento delle persone nei confronti delle protezioni? Alle persone, se insegni le cose poi le capiscono, e il messaggio che noi trasmettiamo è che devono sentirsi sicuri e a proprio agio solo quando indossano l’abbigliamento tecnico corretto. Gli italiani a volte esagerano un po’ con marche e capi modaioli, ma chi si iscrive ai corsi con la propria moto di solito è abbastanza attrezzato e consapevole. I più incoscienti, oggi, sono gli stranieri, come russi e ucraini, perché hanno una scarsa cultura della moto e ancora non l’hanno capita fino in fondo. Per quanto riguarda i corsi di moto siete insegnanti di generazioni diverse, non nascono contrasti tra di voi? Assolutamente no! Sono io che ho voluto tutti giovani: Noriyuki Haga mi piaceva moltissimo quando correva,

In alto, il collaboratore esterno Celestino Ghezzi e il pilota Davide Padovan, nell’abitacolo della Formula 1 Powerboat. Sopra, la Formula 1 Powerboat mentre sfreccia sull’acqua.


DA ZERO A TRECENTO È SOLO UN MOMENTO

è un gran personaggio; poi c’è Simone Saltarelli che corre nel Campionato Italiano Velocità e poi Alex il fratello di Alessia Polita… ci sarebbe dovuta essere anche lei, ma l’incidente a Misano ha cambiato i piani di tutti. Sono ragazzi con cui ho un rapporto di amicizia e, al di là della scuola, andrei comunque a vederli gareggiare. Tra noi non c’è scontro, c’è scambio. Si impara sempre guardando gli altri e oggi in curva resto dietro ai giovani, perché c’è un modo diverso di guidare rispetto ai miei tempi. E poi mi piace sfidarli. Tra voi piloti di un tempo e i giovani di oggi che differenze ci sono? Ai miei tempi le moto erano poche e i piloti buoni erano tanti, ottenere una moto ufficiale era difficilissimo. Poi oggi sono più protetti e hanno attorno tanti professionisti. Secondo me hanno perso un po’ della grinta che contraddistingueva i motociclisti di un tempo, ma di fatto vince sempre chi dà più gas! Le corse sono sempre belle, ma io non sopporto più le hospitality, i box, i tantissimi contratti con gli sponsor, c’è troppa apparenza. Ti piacerebbe scoprire nuovi talenti italiani? È il mio sogno! Anzi, ad essere onesto spero che almeno il mio ultimo figlio, che ora ha 4 anni, diventi un grande pilota! di Isabella Panzini In alto, istruttori e allievi prima di un demo ride in pista. Sopra, primo piano della F1 biposto.

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ACT LIKE A DIVA

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1 - NASHI ARGAN Oil rende i capelli morbidi e setosi come quelli delle Star (€29). 2 - Il girocollo di CHANEL sembra uscito da un film degli anni ’20, perché le perle sono un classico che non passa mai di moda (€1.580). 3 - Indossa un’icona di stile con la T-shirt di TWIN SET ispirata ad Audrey Hepburn (€129). 4 - Il Rossetto Atomic Red Mat di DEBORAH è l’arma di bellezza per labbra da vera femme fatale (€11,70).

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MTV Awards 2014, lo show è

RAP!

A Firenze 30.000 giovani per il concerto gratuito più atteso dell’estate

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Gli MTV Awards hanno incoronato Marco Mengoni come Re dell’edizione 2014 con quattro statuette, tra cui quella per Artist Saga. E per ogni Re che si rispetti, ci vuole una Regina: quella degli MTV Awards al Parco delle Cascine di Firenze è stata Chiara Francini, supportata (e baciata!) da Pif (vincitore del MTV Best Show per “Il Testimone”) e Alessandro Betti nei panni del rapper Sdrumo. La parola d’ordine della serata è stata rap: sul palco si sono dati il cambio Moreno, Emis Killa, Marracash, Club Dogo e Rocco Hunt. Quest’ultimo ha vinto il premio Best New Artist, mentre Emis Killa ha trionfato nelle preferenze del pubblico nella sezione Superman. L’interpretazione di Giorgia, con la canzone “Quando una stella muore”, è stata da brividi. Nascosta nel bosco allestito sul palco, è emersa per ricevere il premio MTV History direttamente dalle mani del Sindaco di Firenze, Dario Nardella. A proposito del palco: la struttura che ha ospitato lo spettacolo era davvero speciale. Immerso nella cornice dell’ampio Parco delle Cascine e circondato dal «caldo» pubblico giovane, l’enorme palco ha proposto una scenografia tropicale: fiori dai colori sgargianti, una foresta di sfondo e giochi di luce quasi psichedelici hanno indubbiamente dato agli MTV Awards italiani un look da vero show internazionale. Dopo circa due ore e mezzo, l’evento ha raggiunto il termine con l’esibizione degli acclamatissimi Dear Jack: una performance da “disco di platino” che ha portato l’entusiasmo di tutte le fan presenti alle stelle.

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di Francesca Andreoni

1 - La presentatrice Chiara Francini scherza con Pif. 2 - Il palco degli MTV Awards 2014. 3 - Il rapper milanese Emis Killa. 4 - Giorgia durante l’esibizione “Quando una stella muore”. 5 - La campionessa di pattinaggio Carolina Kostner con Federico Russo. 6 - Noemi prima di salire sul palco. 7 - Syria con Carla Gozzi. 8 - Moreno. 9 - Marracash. 10 - Il premiato Rocco Hunt. 11 - I colori e i fiori del palco degli MTV Awards 2014. 12 - Francesco Renga. 13 - Chiara Francini brilla in “Dolce e Gabbana”. 14 - Michele Bravi con il premio “Best Performance” votato live dal pubblico. 8

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il Petit... festeggia alla

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Il celebre ristorante di Simona Miele ha spento quattro candeline e infiammato la notte milanese 11

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migliori compleanni, si sa, sono quelli passati in compagnia degli amici più cari! Ma cosa succede quando gli amici più cari si chiamano Belen Rodriguez e Alessia Marcuzzi? Lo scorso 28 maggio, il delizioso Petit Bistro, una vera seconda casa per molte star italiane, è stato palcoscenico di un evento unico e imperdibile. Il ristorante di Simona Miele e del marito Alessio Gramazio ha compiuto quattro anni e, a dimostrazione del fatto che di piccolo c’è solo il nome, ad aiutare i padroni di casa a spegnere le candeline del Petit, sono arrivati tutti i grandi nomi del cinema, dello spettacolo e dello sport, giornalisti e fashion blogger. Accanto all’argentina più famosa d’Italia e all’esplosiva conduttrice del Grande Fratello, anche Federica Fontana, Alena Seredova, l’eccentrica Anna Dello Russo, il mitico Bobo Vieri e tantissimi altri volti noti. Una vera festa tra amici che ha animato, fino a notte fonda, l’incantevole piazzetta del Bistro alle spalle del modaiolo Corso Como, un’imperdibile parata di stelle, che ha attirato la curiosità dei passanti e ovviamente... i flash dei paparazzi.

di Simona Melli

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1 - Alessia Marcuzzi, tra la bellissima Belen Rodriguez e il marito Stefano De Martino. 2 - L’ex velina Alessia Reato, con la “padrona di casa” Simona Miele. 3 - Alessia Sottile. 4 - Luca Alghisi e Laura Gauthier. 5 - L’eccentrica Anna Dello Russo, la PR Alessandra Grillo e Luca Guelfi. 6 - L’ormai amatissimo Joe Bastianich. 7 - In prima fila... Bobo Vieri e la bellissima Alena Seredova. 8 - Alessia Marcuzzi con il fidanzato Paolo Calabresi Marconi e Alessio Gramazio. 9 - La coppia più amata d’Italia: Belen e Stefano. 10 - Sempre sorridente Federica Fontana con il marito Felice Rusconi. 11 - Space One, rapper italiano. 12 - La bellezza è di famiglia come dimostrano Belen e Cecilia Rodriguez. 13 - Simona Miele e la modella Karolina Bartova. 14 - Splendida Cecilia Capriotti in compagina di Gianluca Mobilia. 15 - Paolo Calabresi Marconi, Simona Miele, Alessia Marcuzzi e Alessio Gramazio.

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SEMBRA MA... 1

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1 - Una vera dichiarazione d’amore... per il buon vino! È l’anello della serie “Noè” da infilare al collo delle bottiglie per salvare la tavola da ogni goccia. ALESSI (€19). 2 - Si accendono le luci, e non i fornelli, con l’originalissimo lampadario realizzato con vere pentole da cucina. MINACCIOLO (€630). 3 - È un vero genere di prima necessità per i fashion addicted, la borsa in pelle ispirata al classico cartone del latte. CHANEL (€3.200). 4 - Vedete un occhio e una gamba? Allora quello che vi serve è proprio questa lente d’ingrandimento +6 diottrie di FACE À FACE (€190). 5 - Ricorda un gomitolo di lana aggrovigliato, l’originale anello creato dall’artista Maria Jennifer Carew per BIJOUETS (€29).




a i r u C

“l’arte-terapia” di Antonio

“La necessità è madre dell’invenzione”; facendo sua questa massima di Platone, Antonio Curia ha iniziato a fare qualcosa che non aveva mai fatto prima: dipingere per soddisfare il bisogno di emozionarsi ed emozionare

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na laurea in legge, un Master in Business Administration (MBA) al Politecnico e un lavoro nella finanza; Antonio Curia, pugliese d’origine e una vita divisa tra Milano e Brasile, è l’artista che non ti aspetti. Una sorta di Dr. Jekyll and Mr. Hyde moderno: di giorno uomo d’affari, di notte artista. La sua anima razionale scopre quella più irrazionale cinque anni fa quando, in Brasile, inizia a dipingere per gioco paesaggi ad olio, superando lo “Step della paura” dal voler fare, al fare. Da allora, l’arte di Antonio si è evoluta: è passato all’astrattismo e alla dinamicità del dripping, all’introduzione delle geometrie, fino alla sperimentazione di materiali innovativi. Un percorso in cui il suo talento è maturato e si è affermato di diritto tra i nomi più promettenti della Saatchi Gallery di Londra. Curia parla della sua attività pittorica come di “arte-terapia”: dipingere per lui è diventata un’esigenza emotiva per riscoprire se stesso. Lontano dallo stress giornaliero, nella sua casa, avvolto dalla musica, Antonio compone, pennellata dopo pennellata, racconti di vita: la sua. Ogni tela è una sorta di stanza dell’anima. Una raccolta di sensazioni ed emozioni che nascono dal vivere, dalle persone di cui si circonda, dagli stimoli nuovi che l’ambiente gli dà e da quelli che si crea quando è solo... tutto in un continuo divenire, perché “la sfida con me stesso si rinnova ogni giorno, esattamente come la mia vita”. di Simona Melli

IDENTI-ART Nome: “Antonio” Cognome: “Curia” Soprannome: “In Brasile e in famiglia, Totò” Luogo in cui vivi: “Tra Milano e San Paolo” Piatto preferito italiano: “La carbonara light, ovvero senza cipolla e senza aglio. Mi viene benissimo” Piatto preferito brasiliano: “Pão de queijo, letteralmente pane al formaggio; è stato il primo sapore brasiliano” Sogno nel cassetto: “In un futuro molto lontano, c’è quello di vivere sereno, privilegiando una buona qualità della vita. Nell’immediato invece preferisco non parlare di sogni ma di obiettivi che vorrei raggiungere” La colonna sonora ideale per un viaggio: “Sono fan delle vibrazioni in generale; i miei gusti spaziano dalla musica italiana, a quella elettronica” A sinistra, alcune opere di Curia: tele con cui l’artista ha voluto “tradurre in colore e forma le sue emozioni”. Sopra, un ritratto di Antonio Curia.

Il momento migliore per dipingere: “Sono insonne quindi... la notte. Nella stanza con me, una buona bottiglia di vino e un’ottima sessione musicale per poter ballare sulla tela” Il quadro che vorresti avere: “Un Basquiat” L’opera da cui non ti separerai mai: “Una delle maxi plastiche che ho usato per proteggere il pavimento dal dripping. Per la precisione la prima: la mia storia di pittore è scritta su quel telo. Ci sono i segni e le macchie di colore dei quadri che ho realizzato il primo anno.” L’ultimo regalo che ti sei fatto: “Non mi vizio molto di solito, ma ho approfittato di questi giorni a Milano per andare in Brera e regalarmi dei nuovi materiali per dipingere” Chi sei in max 3 parole: “I’m a dreamer” OPINION LEADER 81



MOVING AROUND NYC

Muoversi. Questa è la parola d’ordine nella città che non dorme mai. Camminando, in skate, con la metro o in taxi: ognuno sceglie come seguire la propria strada. Una fashion story raccontata guardando verso il basso, un’altezza che nasconde nuovi orizzonti di moda, un nuovo spazio per sorprendere con la propria dichiarazione di stile

Fashion Director: Salvatore De Martino - Fotografo: Manfredi Gioacchini - 1° Assistente: Enrico Brunetti - Digital: Lola - Model: Dana Drori - Model: Max Von Isser Hair stylist: Sean Mikel - Make Up artist: Chichi Saito@Art Department - Produzione: UTG NY Total black look con calze a contrasto Red. Per Dana calza rossa a coste. Per Max calza Messy Match con geometrie optical diverse.

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A sinistra, total black e Red look per Dana e Max. In questa pagina, varsity jacket e pantalone denim, rigorosamente neri, sono abbinati alla calza motivo camouflage in cotone di Red.

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In questa pagina, la più classica delle sneakers spezza la formalità dell’abito blu. In mezzo calza con printed food di Red. Nella pagina seguente, black tie style spezzato dalla calza rossa in lurex della collezione donna di Red.

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A sinistra, pullover oversize, short in denim e calza traforata Red. In questa pagina, camicia denim, pantalone blu e brogue allacciata nera. Il resto sono dettagli: di stile.

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A sinistra, abito blu e calza rossa vanisè in cotone rosso con dettagli blu. In questa pagina, calza a contrasto abbinata al piÚ classico capo del guardaroba: il trench.


TOURING PER CASO Carlos Checa and Marco Melandri for Nolangroup

Photographers: Gigi Soldano - Marco Campelli - Fashion Editor: Salvatore De Martino Hair & Make up: Claudio Orazi@Cotril S.p.A. - Roberto Meloni@Cotril S.p.A. - SilvĂŹ


Carlos Checa ha un casco integrale X-lite X-802R Ultra Carbon Puro. Giubbino in pelle Ducati, moto Ducati Monster.


Per il Campione, casco integrale apribile X-lite X-1003 Elegance N-Com e giacca Touring Alpinestars.

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Carlos Checa con un apribile Nolan N104 EVO Storm N-Com e giacca Touring in tessuto impermeabile Ducati. Moto: Ducati Multistrada.


Marco Melandri con Nolan N104 EVO Classic N-Com. La modella, Eleonora Grigorova, indossa un Nolan N44 Classic N-Com. Abbigliamento by Spidi. Moto: Aprilia Caponord.


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Casco integrale Nolan N86 Specter per Marco Melandri; outfit firmato Spidi, scarpe Gaerne e moto Aprilia Tuono.


Marco Melandri ha un demi-jet Nolan N20 Caribe Plus, abbigliamento Spidi, scarpe Gaerne e scooter Aprilia SR Max. La modella indossa un Nolan N20 Combat Plus.

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O T E M O WELC E S I D A PAR

fashion in technicolor: so di ra pa un o rs ve n io partire con B&C Collect anche un marchio hé rc pe , to en im rt ve di È arrivato il momento di e di creatività può far sognare le na io oz preparatevi a un’ondata om pr to en m ia di abbigl


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La squadra di Opinion Leader Magazine schiera le punte di diamante S/S 2014: i “must have” del momento per dare un calcio alla banalità e avere sempre uno stile originale e vincente! OPINION LEADER 113


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Nasce un nuovo modo di gustare l’universo Loacker: Loacker Moccaria, prodotti freschi e proposte uniche in un ambiente esclusivo

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ntrare in una Moccaria Loacker è un’esperienza unica che fa tornare tutti bambini. Fanno da padrone il gusto e la vasta offerta di bontà Loacker che fanno capolino nel CaffèPasticceria nato dalla volontà dell’azienda familiare italiana di tornare alle proprie origini. Era il 1925 quando Alfons Loacker creò la sua piccola azienda dolciaria artigianale nel cuore di Bolzano, capoluogo dell’Alto Adige. Il profondo impegno del fondatore e la sua instancabile ricerca della qualità hanno fatto sì che la piccola bottega si sviluppasse velocemente, dando vita a nuovi negozi. Nel corso degli anni, pur rimanendo familiare, l’impresa ha visto uno sviluppo mondiale di successo.

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Attualmente, milioni di consumatori in oltre 95 Paesi, apprezzano e sono fedeli al gusto delle specialità Loacker, quali wafer, pasticceria e cioccolata. Oggi Loacker sceglie di recuperare le sue radici, ripristinando l’idea originale della combinazione fra punto vendita e degustazione proprio come succedeva agli albori della sua storia. Ovunque sia la Moccaria, anche lontano dalle Dolomiti, il legame tra Loacker e territorio è subito evidente: il massiccio dolomitico dello Sciliar - avete presente la montagna sul pack di tutti i prodotti? - domina le pareti dei locali conferendo un’atmosfera rilassata e serena. All’interno di Loacker Moccaria è possibile trovare gustosi, deliziosi e genuini piaceri: caffè, cioccolata in tazza, tè naturali, torte, paste e pasticceria, praline,


cioccolato, gelati e snack. Le Torte sono le grandi protagoniste della proposta Moccaria, rispecchiano al meglio la filosofia Loacker: leggere e dolci il giusto, senza esagerare. Sono prodotti freschi, fatti a mano nella pasticceria Loacker. Utilizzando gli ingredienti delle creme più amate. Il loro gusto unico e inimitabile fa subito riafforare alla mente il sapore inconfondibile della bontà dei wafer Loacker. Abbiamo assaggiato tutti i gusti e sono uno più incredibile dell’altro: chi ama i classici Napolitaner, non potrà farsi scappare “Home and Made” pasticcini alla nocciola, chi ama il cioccolato non potrà resistere alla Sacher, proposta anche nella variante al cioccolato bianco, e non mancano gusti fruttati come Lampone-Vaniglia o Choco-Schoko. Il caffè del Loacker Moccaria è realizzato con Moccaria Espresso, una miscela unica (90% arabica e 10% robusta) e originale creata appositamente per la caffetteria Loacker. Talmente particolare che per questo caffè è stata studiata una tazza apposta in grado di esaltare l’aroma della miscela per un’esperienza multisensoriale da vero Caffè Gourmet. di Vera Vanetti

A sinistra, una selezione di torte fresche Loacker; un ritorno alla tradizione pasticcera in grande stile. Sopra, Loacker Point a Bolzano, dove degustazione e shop si incontrano.

LOACKER BRANDSTORE Loacker Point comprende la Moccaria e il BrandStore, l’unico negozio dove è disponibile tutta la gamma dei prodotti Loacker, ben 190 referenze, comprese le speciali confezioni e tutti gli articoli merchandising, anche quelli che vedono protagonisti gli adorabili Nanetti Loacker nati dalla penna del disegnatore Guido De Maria.

LOACKER POINT: Bolzano: Piazza Walther, 11 Tel: +39 0471 053673 Verona: C.so S. Anastasia, 13 Tel: +39 045 8033324 Heinfels: Panzendorf, 196 Tel: +43 4842 6060-0 Brennero: c/o Outlet Center Brenner Via S. Valentin, 9 Tel: +39 0472 636 725

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BuoneNotizie dà voce a ciò che funziona. Sul suo sito web e nell’app dedicata, BuoneNotizie raccoglie i fatti positivi che emergono dalla società, presenta le opportunità offerte dalla scienza, racconta i sogni e le speranze di personaggi visionari e positivi e le storie di persone comuni che, nonostante tutto, vanno avanti e alla fine ce la fanno (www.buonenotizie.it) UN’ESTATE AL MARE... VOGLIA DI ITALIA La bellezza è proprio dietro l’angolo e per chi quest’anno ha deciso di passare le vacanze in Italia lo è ancora di più. Sono infatti 269 le spiagge con mare cristallino premiate con il famoso riconoscimento internazionale “bandiera blu” dalla Fondazione per l’educazione ambientale (Fee). Il podio spetta alla Liguria, prima in classifica, con 20 località. Seguono poi la Toscana e le Marche. Ma anche Campania, Puglia, Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Sardegna non sono da meno. Le 269 spiagge (21 in più rispetto al 2013) si sono distinte non solo per lo splendido mare, ma anche per le efficienti strutture di accoglienza e il rispetto dell’ambiente.

A.A.A. MANAGER CERCASI La “fuga dei cervelli” prima, la crescita accelerata poi e le nuove generazioni ancora alle prese con l’educazione universitaria hanno provocato una scarsità di manager in molti Paesi Emergenti. E questo, se rappresenta un problema per le economie neonate, diventa un’opportunità per molte delle economie avanzate. La globalizzazione ha reso il movimento delle persone fluido e questo è il miglior periodo, per i talenti, di esprimere le proprie potenzialità senza confini. Il Brasile, che oggi ammette più immigrati dall’Europa che dalla stessa America Latina, ha già creato 12,5 milioni di posti di lavoro, e le grandi aziende locali sono disposte a offrire a ingegneri e manager europei il 20% in più rispetto allo stipendio percepito nei loro Paesi di origine. L’Indonesia, entro il 2020, creerà 15 milioni di nuovi lavori qualificati, dei quali 5 milioni dedicati a competenze straniere. E anche il Messico chiama a gran voce l’Europa. Quindi fatevi avanti, il mondo vi aspetta.

EXPO, LA SCALA VA IN SCENA TUTTI I GIORNI Sarà una Scala a prova di Esposizione Universale quella che accoglierà cittadini e turisti da tutto il mondo nel 2015. Il rinomato Teatro milanese ha deciso di fare le cose in grande per la prossima stagione, aumentando gli spettacoli e dando vita a iniziative a portata di tutti. 17 opere, 7 balletti, ma anche concerti, musical, spettacoli per bambini e serate a basso costo. Dal primo maggio al 31 ottobre 2015 - periodo dell’Esposizione - il Teatro sarà sempre aperto dando vita ogni giorno alle più diverse sfumature di cultura.

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da un’idea di Alberto Vergani Direttore Responsabile Fabio Operti Art Director Alessia Pastori Direttore Moda Salvatore De Martino Hanno collaborato Francesca Andreoni, Silvia Barlascini, Anna Benzoni, Luca Bettini, Leonardo Brambilla, Elisabetta Curtino, Lucia De Bernardis, Gianfranco del Vicario, Nadia di Mauro, Marta Lamanna, Francesca Luglio, Peter Mann, Simona Melli, Isabella Panzini, Ronny Pilla, Francesco Prandoni, Matteo Sormani, Veronica Sormani, Marco Tacchini, Andrea Tenderini, Gianfranco Terruzzi, Vera Vanetti Segreteria Veronica Sormani Relazioni Pubbliche Francesca Andreoni, Marta Lamanna, Isabella Panzini, Vera Vanetti Ufficio Marketing Pia Manzi Responsabile Produzione Pia Manzi Concessionaria Pubblicità Mama Records s.r.l. via Tadino, 20 - 20124 - Milano tel. 02.29406108 Nadia di Mauro Opinion Leader è edito da Opinion Leader s.r.l. via Tadino, 24 - 20124 - Milano tel. 02.29517780 www.opinionleader.it redazione@opinionleader.it Prezzo: 5,00 euro Registrazione Tribunale di Milano n. 446 del 9 luglio 2007 Stampa Stampatori della Marca s.r.l. Via della Borsa, 9 - 31033 - Castelfranco Veneto (TV)

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