A&B n. 7 e 8 anno 2015

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N.9 Settembre

2015

Esce dal 1949

ollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria

DISSESTO IDROGEOLOGICO: LA DENUNCIA DEI SINDACI ALLA SETTIMANA DELL’INGEGNERIA Dopo una nostra inchiesta, dibattito nazionale all’Expo: i piccoli Comuni si sentono soli in prima linea Alluvione

Formazione

Professione

Ordine

Proteggiamoci: le regole per farlo davvero bene

Le tappe raggiunte e i prossimi obiettivi

L’ingegnere aerospaziale, mestiere con i piedi per terra

Un riordino territoriale su cui bisogna esprimersi

Mensile della Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Liguria

Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale DL 353/2003 (Conv. In L. 27/02/04) Art. 1 Comma 1 - MP-NO / MENSILE - GENOVA ANNO LXVI- N. 9 Settembre 2015

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Stefano Rolli

ALLUVIONE, QUEI SOLDI RIFIUTATI - Succede che in Liguria quando viene giù di brutto non è infrequente che finisca con un’alluvione. I motivi sono noti, soprattutto ai titolari di attività economiche che ogni volta lasciano sotto l’acqua e il fango merci, negozi, macchine da lavoro, impianti industriali. La tecnologia ha fatto i suoi bravi progressi e in commercio esistono sistemi di protezione tecnologici in grado di chiudere ermeticamente i locali, impedendo la penetrazione dell’acqua. Ebbene, La Regione Liguria, attraverso Filse, ha emanato un bando da 10 milioni di euro offrendo gratis il 50% del costo di questi impianti a chi non ha mai subito danni alluvionali, il 60% a chi ne è stato vittima almeno una volta e l’80% a chi ha avuto danni ripetuti, per interventi da 5000 a 20.000 euro. Il bando è stato prorogato due volte per scarsa partecipazione, e ora scade il 30 ottobre. A metà settembre le domande erano poco più di 230, contro oltre 2.800 domande complessive di rimborso giunte dopo l’ultima alluvione. Se prevenire è meglio che curare, i conti mica tornano. G. San.

IL RULLO DI... ROLLI

Stefano Rolli, vignettista satirico, pubblica ogni giorno i suoi lavori sulla prima pagina del Secolo XIX commentando i fatti della politica e del costume locale, nazionale e internazionale. Inoltre collabora con alcune tra le maggiori testate ilaliane ed estere. n. 9 - Settembre 2015 -

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POST-RULLO ALLUVIONE - IL BANDO DELLA REGIONE IGNORATO DAGLI OPERATORI ECONOMICI

IL NOSTRO RUOLO DI PROFESSIONISTI PER LA CULTURA E LA PREVENZIONE Maurizio Michelini

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i cose strane ne capitano, ma questa è veramente paradossale: in una città a rischio alluvione come Genova, in una terra a forte rischio idraulico come la Liguria, i soldi stanziati per consentire alle attività economiche di proteggersi quasi gratis rischiano di restare in gran parte nelle casse della Regione. C’è chi non installa le protezioni perché ha sentito dire che non funzionano. In effetti, le sole barriere alle porte non bastano; occorre sigillare al meglio l’involucro edilizio, sezionare gli scarichi per evitare rigurgiti fognari e installare pompe dotate di motore a scoppio o alimentate da batterie o gruppo elettrogeno, per smaltire all’esterno l’acqua che, con buona probabilità, entrerà dalle innumerevoli soluzioni di continuità presenti negli immobili, sperando che la spinta non sollevi il pavimento... Ma anche il casco e le cinture di sicurezza a volte non bastano, non per questo evitiamo di proteggerci. C’è chi dice di non avere i soldi da anticipare. Il problema esiste, ma le associazioni di categoria hanno raggiunto accordi con le banche, che erogano l’importo dei lavori a fronte dell’accettazione della domanda di contributo, e il sistema di erogazione regionale dei fondi è molto rapido. C’è chi si lamenta di non riuscire a raggiungere l’importo minimo di 5.000 euro per l’intervento. Sommando barriere esterne, valvole, pompe, interventi murari strettamente connessi e il 10% di spese tecniche del professionista la cifra in realtà si raggiunge quasi sempre. Comunque, non poter accedere ai contributi, non è un buon motivo per rischiare di restare sott’acqua. Come se uno smettesse di assumere un farmaco indispensabile perché non lo passa più il servizio sanitario. C’è chi non accetta di dover spendere soldi per situazioni di criticità dovute a fattori “esterni”. Come ad esempio difetti di tombinatura dei corsi d’acqua, rete fognaria forse inadeguata rispetto al carico urbanistico, scarsa manutenzione dei recapiti e dei canali. Magari è vero, ma, in attesa di tempi migliori, è saggio rischiare di perdere tutto per questioni di principio? C’è chi non ha la firma digitale, richiesta per la trasmissione della domanda di contributo via web, lamentando l’impossibilità di operare con metodo cartaceo tradizionale. Le associazioni di categoria sono attrezzate e forniscono supporto per assolvere a questo semplice adempimento, che non deve essere visto come un ostacolo, ma come strumento di semplificazione e di ammodernamento. C’è chi non legge la propria Pec, c’è chi ne demanda a terzi la lettura e c’è chi non sa neppure di averla, rendendo quasi impossibile un dialogo efficace con la pubblica amministrazione. No comment. Si tratta di un diffuso fenomeno di “suicidio telematico”: non ci si rende conto che la Pec sostituisce la raccomandata con ricevuta di ritorno; è opportuno controllarla ogni giorno, perché la pubblica amministrazione usa questo mezzo per comunicare l’esito delle istanze e per chiedere documenti e informazioni, e la mancata risposta entro i termini di legge può determinare esiti negativi irreversibili. Nell’epoca dei social network e dell’informazione globale gratuita è strano sentire queste cose, ma non si tratta di casi isolati; su questa rivista (A&B Web Edition gen-feb 2015) avevamo puntualmente segnalato che, anche per i contributi dai danni alluvionali, oltre il 17% di coloro che avevano presentato 2/

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La visione arcaica di quei “no” dietro il rifiuto dei fondi per dotarsi dei sistemi di protezione


la scheda di segnalazione non aveva proseguito nell’iter amministrativo per l’ottenimento dei contributi, tanto che la Regione ha riaperto i termini fino al 12 ottobre 2015 (solo per quelli che hanno presentato la scheda di segnalazione del danno Modello E). Alla politica e a noi addetti ai lavori spetta il compito di analizzare questo fenomeno, che non può essere semplicemente attribuito alla burocrazia o alla disaffezione nei confronti delle Istituzioni; è poco comprensibile il motivo per cui strumenti come Pec, firma digitale e moduli web siano visti da molti come ostacoli burocratici o adempimenti normativi onerosi da delegare, quando, invece, si tratta dei più importanti strumenti di semplificazione e di ammodernamento degli ultimi tempi, che si completano con gli istituti giuridici dell’autocertificazione e della segnalazione certificata di inizio attività. Mi domando come mai oggi, ogni volta che il legislatore prevede qualcosa di nuovo per un interesse collettivo di crescita economica e culturale, anziché vivere le novità in prima persona e contribuire alla loro diffusione, si tende a vederle come “adempimenti normativi” da assolvere, da demandare “a scatola chiusa” ad altri soggetti che operino al nostro posto, con il risultato di perdere la percezione degli aspetti positivi del rinnovamento, maturando così l’errata convinzione che non cambi mai nulla.

tiene a freno buona parte dell’economia. Coinvolgiamo i nostri clienti nella conoscenza dei sistemi tecnologici e dell’amministrazione digitale, così da poter meglio apprezzare le nuove opportunità e completare la cultura generale necessari per affrontare questo nuovo Millennio, anziché sostituirci a loro nello svolgimento delle funzioni più banali, come compilare un modulo web, stampare una Pec o firmare digitalmente un documento. Lo abbiamo fatto con il volontariato professionale, supportando gratuitamente migliaia di aziende per ottenere i contributi per i danni subiti delle alluvioni 2014; non ci siamo limitati a fare perizie o a “curare le pratiche”, ma abbiamo condiviso con loro i giorni successivi all’emergenza, studiando insieme i bandi e le modalità di compilazione dei moduli, con la piena collaborazione tra pubblico e privato. I risultati sono noti a tutti. Ora possiamo intervenire per incentivare la cultura della prevenzione dai rischi alluvionali attraverso soluzioni tecnologiche, contattando gli operatori economici per offrire la nostra consulenza qualificata (concordando previamente e liberamente il compenso, come vuole l’art. 3, comma 9 del D.L. 1/2012). Il termine per richiedere le agevolazioni per questi interventi è stato prorogato al 30 ottobre 2015; è prevista la trasmissione delle istanze esclusivamente via web, nella sezione “bandi on line” del sito www.filse.it.

La scadenza del 30 ottobre Iniziamo noi professionisti a “svegliare” la società, per superare il battente di staticità culturale che ancora

Le regole per l’auto-protezione Le principali regole per autoproteggersi sono: 1. Installare paratie tecnologiche negli accessi dall’esterno, dai semplici pannelli in alluminio dotati di guarnizioni che si espandono quando vengono posizionati a quelli che si alzano automaticamente in caso di alluvione. 2. Creare uno o più pozzetti di raccolta delle acque, nella parte più bassa del pavimento, dotati di motopompe o pompe elettriche alimentate da batterie o gruppo elettrogeno. 3. Eseguire le opere idrauliche e murarie connesse alla funzionalità dei sistemi tecnologici, come la sigillatura di qualsiasi foro o soluzione di continuità nelle murature perimetrali e nel pavimento, così da realizzare una sorta di “acquario al contrario”, dove l’acqua è fuori anziché dentro. Lo scarico in fogna delle acque nere deve essere intercettato da una valvola per evitare il flusso di ritorno e il rigurgito. 4. Evitare di permanere nei locali a rischio, perché la presenza di acqua e fango all’interno o all’esterno può impedire l’apertura delle porte. In ogni caso, alcuni accorgimenti gestionali a costo zero possono ridurre sensibilmente i danni di un’alluvione, come evitare di posizionare in basso apparecchi o oggetti di valore, non posare a terra oggetti o mobili chiusi che galleggerebbero in caso di allagamento, chiudere le utenze come elettricità, acqua e gas. Genova, una soluzione adottata a Borgo Incrociati (foto Aba News) n. 9 - Settembre 2015 -

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EDITORIALE

ECCO PERCHé ALCUNI ORDINI PROVINCIALI RIsCHIANO DI SPARIRE

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entre gli Ordini riflettono, non senza travaglio interiore, sulla loro identità (vedi l’editoriale “Ordini in crisi di identità per overdose normativa?” sul numero di giugno 2015) il processo di riforma e riassetto territoriale del sistema ordinistico procede speditamente, con il rischio che il futuro della categoria sia determinato a prescindere dalle esigenze dei professionisti. Considerando il quadro normativo sul quale la riforma andrebbe ad intervenire (V. box in fondo), nell’aprile scorso la rete delle professioni tecniche ha consegnato al Ministro della giustizia, on. Andrea Orlando, un documento, #completiamo la riforma, frutto e conseguenza della “Proposta di modifica del DPR 169/2005 - Regolamento per il riordino del sistema elettorale e della composizione degli organi di Ordini territoriali” che prevede una delega al Governo per il riordino degli Ordini. Nel documento era contenuta appunto una proposta di riorganizzazione territoriale di Ordini e Collegi, da realizzarsi a margine del processo di riorganizzazione degli enti amministrativi territoriali e, in particolare, di abolizione delle Amministrazioni provinciali. In particolare si chiede al governo di «introdurre apposite previsioni che consentano, in considerazione delle esigenze di funzionamento delle singole categorie professionali e del numero di professionisti iscritti, della riduzione dei costi di gestione, nonché dell’instaurazione di un collegamento con gli organi giudiziari territorialmente competenti a nominare i componenti dei consigli di disciplina territoriale, la possibilità di riorganizzare volontariamente su base territoriale gli Ordini e Collegi professionali, così da incrementarne il livello di efficienza nell’esercizio dei compiti istituzionali loro affidati». Vista l’importanza e l’indifferibilità dell’argomento, i presidenti degli Ordini degli ingegneri d’Italia si sono tempestivamente riuniti in assemblea lo scorso 29 agosto, per discutere ed elaborare una proposta che esprimesse le aspettative di tutti, garantendo un miglioramento continuo della qualità dei servizi ai propri iscritti, soprattutto in relazione alle recenti attribuzioni in campo di formazione, aggiornamento professionale e qualificazione delle competenze. Nell’occasione il presidente nazionale Armando Zambrano ha illustrato in una articolata esposizione il complicato e a volte contraddittorio processo finalizzato alla riorganizzazione del territorio successivo al sistema delle Province, contestualizzando quella che potrebbe configurarsi come un conseguente “assetto territoriale” degli Ordini. In particolare ha evidenziato come il CNI abbia ribadito nelle sedi competenti che la riorganizzazione territoriale

Il Quadro Normativo

La legge 24 giugno 1923, n. 1395, istitutiva del sistema ordinistico di ingegneri e architetti, all’articolo 2 stabilisce che sia istituito «in ogni provincia» l’Ordine degli ingegneri. Il regio decreto 23 ottobre 1925, n. 2537, all’articolo 1, stabilisce che «In ogni provincia è costituito l’Ordine degli ingegneri (…), aventi sede nel Comune capoluogo».

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PAOLO CARUANA Presidente Ordine La Spezia

Un recente disegno di legge delega al governo la riorganizzazione del sistema ordinistico: dalle professioni tecniche un’ipotesi al Guardasigilli mentre un gruppo di lavoro degli Ingegneri analizza ipotesi alternative. Il dibattito è aperto: la parola agli iscritti sul sito www. federazioneingegneri. liguria.it

Le legge 7 aprile 2014, n. 56 recante “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” e la successiva legge 7 agosto 2015, n. 124 recante “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” hanno avviato irreversibilmente il processo finalizzato alla definitiva abolizione delle Province.


e funzionale degli Ordini non può avvenire assumendo come unico criterio-guida il numero degli iscritti all’Albo, stabilendo, in particolare una “soglia” minima di iscritti, al di sotto della quale si dovrebbe procedere ad accorpamenti. Lo scenario attuale, nel quale si deve inquadrare il processo di riforma, è descritto dal grafico in questa pagina, prodotto durante l’assemblea, che descrive la ripartizione del sistema organizzativo esistente in base al numero di iscritti ai singoli Ordini provinciali. Come si evince chiaramente dal grafico, un riassetto territoriale basato, per esempio, su un presunto criterio di accorpamento degli Ordini inferiori a 1.000 iscritti, porterebbe alla perdita di almeno il 30% delle sedi territoriali. In taluni casi ciò significherebbe, per molti iscritti - a seconda della distribuzione territoriale delle sedi eliminate - dover affrontare il disagio di trasferimenti, anche di molti chilometri, per usufruire dei servizi attualmente disponibili presso le sedi provinciali. È evidente che scelte di questo tipo non possono evitare il coinvolgimento dei diretti interessati, i quali subirebbero in prima persona le conseguenze di un riassetto basato solo su logiche numeriche di accorpamento. A ciò si aggiunga che nessuna ragione di riduzione della spesa pubblica si può accampare a sostegno dell’accorpamento, dal momento che l’attuale sistema ordinistico non grava in alcun modo sulla finanza pubblica, essendo interamente a carico degli iscritti, tramite le quote di adesione. Nella sua relazione all’assemblea di fine agosto, il Presidente Zambrano ha inoltre spiegato come «i dati raccolti nell’indagine condotta dal Centro Studi del CNI sembrano confermare che per gli Ordini più piccoli non sussistano necessariamente problemi di sostenibilità finanziaria e che pertanto la grandezza oggettiva dell’Ordine (in termini di iscritti) non può essere l’unico o, ancor meno, il principale criterio per determinare l’accorpamento tra Ordini diversi nel processo di riorganizzazione». Dopo la relazione del presidente l’assemblea ha affrontato un serrato dibattito, che ha visto confrontarsi due opposti orientamenti, espressi in altrettante mozioni dalle Federazioni ingegneri della Liguria e dell’Emilia Romagna. Quello ligure, ispirato ad un modello di riassetto le-

gato non più alle Province (soppresse), bensì a quello dei circondari dei Tribunali, era più garantista nei confronti dell’attuale assetto territoriale (le sedi attuali dei Tribunali sono addirittura in numero superiore agli attuali Ordini e quindi, senza obbligo di ulteriore frazionamento, ne potrebbero garantire il mantenimento). Il modello proposto dall’Emilia Romagna era viceversa ispirato al concetto di area vasta (con cui il dicastero del ministro Del Rio intenderebbe riorganizzare i territori dopo l’eliminazione delle amministrazioni provinciali): e questo porterebbe probabilmente a una riduzione drastica delle sedi ordinistiche. Alla fine del dibattito la maggioranza dei presidenti ha optato per un testo neutrale rispetto alle due proposte, che pur nella necessaria richiesta di coinvolgimento degli Ordini nel processo decisionale, lasciasse aperta la possibilità di varie soluzioni, nel rispetto dei citati principi espressi nel documento della rete. Oltre a ciò l’assemblea ha proposto l’istituzione di un apposito gruppo di lavoro, formato dai presidenti che intendessero impegnarsi in tal senso, per lo studio dell’argomento e l’elaborazione di eventuali ulteriori proposte. Così, l’11 settembre il gruppo di lavoro si è riunito a Roma, nella nuova sede del CNI, con la presenza di una trentina di presidenti, impegnandoli in una doppia sessione di lavoro. Durante la seduta sono nuovamente emerse le criticità già viste, e molti hanno ritenuto che la discussione sull’assetto territoriale non può prescindere da una più approfondita disamina del modello organizzativo, il che riporterebbe la discussione sui temi dell’identità degli ordini, già affrontati appunto da “A&B”. La nostra proposta è stata di coinvolgere tutti gli iscritti in un ampio dibattito, attraverso un questionario in cui ognuno iscritto possa esprimere la propria opinione su temi così importanti per il futuro della professione. La nostra Federazione ha deciso dunque di lanciare per prima questa iniziativa, proponendo una serie di quesiti a cui sarà possibile agli iscritti rispondere anonimamente via web attraverso il sito www.federazioneingegneri.liguria.it Il futuro è nelle nostre mani, insomma, non lasciamo che siano altri a determinarlo senza il nostro coinvolgimento.

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Punti di vista IL “FATTORE UMANO” NEI PROCESSI AZIENDALI

L’INGEGNERE, RISORSA VITALE PER IL SUCCESSO DELL’INDUSTRIA La sua capacità di interazione e scambio dei saperi anche con le nuove generazioni può diventare di importanza strategica, creando aggregazioni virtuose che portano la “squadra” a cogliere gli obiettivi diventando vincente SILVIO ROSSI Consigliere Ordine Ingegneri Genova - Gruppo di Lavoro Ingegneria e Industria CNI

«A

volte, quando lavoro fino a tardi, vedo le luci degli operai che fanno il doppio turno, degli impiegati, degli ingegneri, e mi viene voglia di andare a porgere loro un saluto pieno di riconoscenza».

Con queste parole, tra le righe e non senza un punta di emozione, l’Ing. Adriano Olivetti descriveva l’anima vitale e vincente dell’Industria, ovvero l’aggregazione costruttiva che, grazie all’interazione strutturata delle risorse al suo interno, è capace di generare in output un valore maggiore della somma data dai singoli input. Ed è proprio all’interno di un’Industria sana e decisa che si è sempre collocato, e tutt’oggi si colloca con successo ed importanza strategica, l’Ingegnere, elemento propulsore e creativo, da un lato rispettoso dei processi aziendali consolidati ma dall’altro costantemente coinvolto nella corsa al miglioramento degli stessi. Grazie alla stessa natura aggregante dell’Industria, volta a condividere il valore, generandone di nuovo, l’Ingegnere trova così la via per sviluppare aspetti della propria figura (e della propria personalità) che in altre realtà,

come ad esempio la libera professione, non potrebbe maturare. Termini come team working, accountability e commitment risuonano spesso tra le linee guida dei piani strategici, volti al raggiungimento dei target aziendali. L’Ingegnere nell’Industria diventa così un elemento ad interazione potenziata, addirittura accelerata dal continuo processo di digitalizzazione industriale che stiamo oggi vivendo, il quale permette ai colleghi più anziani di tramandare più rapidamente la conoscenza acquisita con l’esperienza, ma senza tradire la propria umiltà (e intelligenza) accettando insegnamenti anche dagli Ingegneri più giovani, maestri delle nuove tecnologie. L’Industria diventa così una massa omogenea di conoscenza costantemente patrimonializzata. In questa aggregazione virtuosa e ricca di sfide a traguardo comune, ecco che gruppi di Ingegneri di età diverse (e personalità diverse), trovano la giusta sintonia e la spinta a fare del proprio meglio, al fine di raggiungere gli obbiettivi aziendali, sentendoli propri e della propria “squadra”, nonché dando l’ennesima dimostrazione dell’importanza imprescindibile che in ogni Industria ricopre il “fattore umano”. n. 9 - Settembre 2015 -

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DEDICATO AL LAVORO IL CONGRESSO NAZIONALE CNI È dedicato al tema del lavoro, il 60° Congresso nazionale del CNI che dal 30 settembre al 2 ottobre vede protagonisti a Venezia, al Palazzo del Cinema, i delegati degli Ordini di tutt’Italia per tre giorni densi di eventi e incontri con uomini di governo e i maggiori protagonisti del mondo dell’ingegneria, dell’economia, della cultura, della società civile. La Liguria partecipa con tutti i Presidenti di Ordini e Federazione e numerosi delegati. Fra i focus previsti, quelli dedicati agli ingegneri impegnati nella Pubblica Amministrazione, nell’Industria e ai liberi professionisti. I temi su cui i delegati si concentreranno nelle vari sessioni saranno Il Paese e il lavoro, la rivoluzione digitale, l’etica e la deontologia. Numerosi i gruppi di lavoro, le relazioni e le iniziative collaterali. Il Congresso sarà aperto dal presidente nazionale Armando Zambrano; fra le attività in calendario anche l’Assemblea dei presidenti e la riunione nazionale del CIII Comitato Italiano Ingegneria

dell’Informazione. Non mancheranno le consuete manifestazioni sportive che accompagnano i congressi del CNI, come la finale del torneo di calcio degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, intitolata quest’anno a Marco Di Rosa, collega napoletano scomparso prematuramente, e la regata velica, che avrà un equipaggio tutto al femminile.

GENOVA, SCUOLA POLITECNICA INGEGNERIA: PREMI ALLE MATRICOLE In occasione della Presentazione dei Corsi di Studio in Ingegneria Elettrica, avvenuta il 10 settembre 2015 presso la Scuola Politecnica – Ingegneria dell’Università degli Studi di Genova, come da ormai consolidata consuetudine, sono state premiate le migliori 14 matricole dell’anno accademico 2014-2015. Un’iniziativa sinergica, riproposta con continuità negli 5 anni, fra le imprese del territorio ed il Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica: consiste in un premio di studio, messo a disposizione dalle Aziende Sostenitrici, per gli allievi che abbiano mostrato un rendimento apprezzabile nel primo anno di corso. 8/

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Quest’anno i premi sono stati conferiti grazie alla collaborazione con RGM Spa, Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, Nidec ASI e Phase Motion Control. Nella foto, Il prof. Stefano Savio (terzo da sinistra), coordinatore del corsi di studio in Ingegneria Elettrica consegna il premio ad una matricola


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LE EMERGENZE SECONDO TOTI: ecco LE OPERE PRIORITORIE SEGNALATE A DELRIO Dopo una lunga fase di dibattito, e di polemiche rimbalzate sui giornali, proseguendo nella nobile tradizione di continuare a tenere fuori dal confronto le professioni tecniche, la giunta regionale ligure guidata da Giovanni Toti, ha stilato la lista delle opere prioritarie da consegnare al ministro Delrio. Riguardano gli ambiti ferroviario, autostradale, stradale e sono la risposta alla richiesta del titolare del dicastero alle Infrastrutture che aveva chiesto a tutte le Regioni di rimodulare l’elenco affinché si potessero predisporre i finanziamenti conseguenti, riducendo però il pacchetto degli interventi. Eccoli.

Richiesto il finanziamento per la progettazione 1. Blue Print di Renzo Piano – (riassetto complessivo dell’ambito delle Riparazioni navali e della Fiera, compreso tra il Porto antico e la Foce, con riorganizzazione comparto cantieristico) e Nuova diga Foranea del Porto di Genova, progettazione 50 milioni di euro; 2. Nuova diga foranea nel bacino di Vado a Savona, 3 milioni; 3. Waterfront urbano e terminale crociere del Porto della Spezia, 10 mln; 4. Riassetto viario e messa in sicurezza della Valle dell’Entella; 5. Modernizzazione della Statale 45; 6. Prosecuzione dell’Aurelia bis di Savona; Tratte prioritarie Aurelia bis del ponente ligure; IV lotto Aurelia bis della Spezia e dello svincolo autostradale di Beverino; 7. Svincolo autostradale Fornola e variante Aurelia di Arcola; 8. Statale n. 28 del Colle di Nava tratta Pontedassio– Imperia; 9. Pista ciclabile regionale.

Progettate e in attesa di finanziamento 1.Terzo Valico ferroviario (continuità dei cantieri e finanziamento da completare per 4 miliardi). 2. Raddoppio ferroviario della linea Finale–Andora (nell’ambito della Genova-Ventimiglia) da finanziare con 1,4 miliardi di euro; 3. Completamento del Nodo ferroviario di Genova (tratta Cornigliano-Nuova fermata Aeroporto–Sestri Ponente) per 65 milioni; 4. Tunnel autostradale della Val Fontanabuona, 350 mln; 5. Opere di completamento del I° lotto della Nuova Aurelia di Savona, 50 mln; 6. Opere di completamento del 3° lotto della variante della Spezia; 7. Nuovo Ponte di Ceparana–Santo Stefano al Mare, 12 mln; 8. Aurelia bis di Imperia, 300 milioni, divisibile in lotti; 9. Aurelia bis di Sanremo, completamento, 300 mln, divisibile in lotti; 10. Prosecuzione linea metropolitana di Genova, tratta Brignole–Martinez, 30 milioni; La copertina del progetto Blue Print regalato da Renzo Piano alla Città di Genova 11. Svincolo autostradale di Bossarino, Comune di Vado Ligure: 50 mln di euro; Opere in concessione o in project financing 12. Aurelia bis tra Alassio e Andora, 101 mln.; 1. Gronda autostradale di Genova, 3,7 miliardi di 13. Prosecuzione del Parco costiero, pista ciclabile euro del ponente, 40 milioni; 2. Raccordo autostradale A10–A6–A26 (Bretella 14. Completamento del raddoppio della linea ferroviaria Pontremolese, per le opere da progettare Albenga, Borghetto, Loano, Carcare, Predosa); 3. Statale n. 28, tunnel Armo-Cantarana. nei territori della Toscana e dell’Emilia Romagna. n. 9 - Settembre 2015 -

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VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE SEMPLIFICATA LA PROCEDURA La VIA, Valutazione di impatto ambientale, sarà ottenuta in maniera più rapida, con una procedura che eliminerà gli attuali quattro passaggi previsti dall’iter in vigore. Lo ha detto l’assessore regionale all’ambiente Giacomo Giampedrone dopo l’approvazione di un apposito disegno di legge della giunta regionale. «Attualmente – ha detto l’assessore - chiunque debba redigere

NOMEN NOMINE

di Giulia Danieli

Camera di Commercio di Genova Paolo Odone è stato riconfermato presidente dell’ente camerale genovese. È il suo quarto mandato consecutivo in quindici anni. Commerciante, 73 anni, dal 2012 Odone è anche vicepresidente dell’Unioncamere nazionale e ricopre diversi incarichi istituzionali nell’ambito del commercio e del terziario. Il nuovo vicepresidente della neo giunta camerale è Massimo Giacchetta, 57 anni, imprenditore del settore ambientale, presidente di Cna Genova e membro del consiglio di amministrazione di Liguria International, società partecipata da Regione Liguria e Camera di Commercio per l’internazionalizzazione delle imprese liguri. Iren Mercato Proviene dalla divisione Downstream Gas & Power, in precedenza Senior Vice President Italian Sales, Mercato Italia. Ora è l’amministratore delegato di Iren Mercato: Gianluca Bufo, ingegnere, classe 1973 continuerà a mantenere anche l’incarico di direttore della Business Unit Mercato del Gruppo. Subentra a Valter Pallano. Liguria Digitale Liguria Digitale (ex Datasiel), la società che si occupa di tecnologie informatiche per la pubblica amministrazione, ha un nuovo amministratore: Marco Bucci, genovese, 55 anni. Manager della multinazionale americana Carestream Health, ha iniziato la carriera alla 3M di Ferrania, già general manager dei Worldwide Helat Group, da 10/

lo studio di impatto ambientale deve superare quattro passaggi: il nulla osta di compatibilità ambientale, quello idraulico, l’autorizzazione e il nulla osta paesaggistico. Dopo l’approvazione del ddl della giunta regionale i 4 step verranno superati, nell’ambito del quadro normativo nazionale. Mi auguro che in Consiglio il provvedimento passi in tempi rapidi».

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anni è presidente della divisione Medical Film della multinazionale. Liguria Digitale è un consorzio composto da 25 soci pubblici, quello maggioranza è Regione Liguria. Maersk Italia Spa Diego Perdones è il nuovo amministratore delegato di Maersk Italia Spa e managing director del Central Mediterranean Cluster. Una laurea in Business Administration and Maritime Navigation e un Master in Logistica Integrata, Perdones è nel gruppo Maersk dal 2001. Ha ricoperto numerosi ruoli in Maersk Logistic e Maersk Line in Spagna, Marocco e Cina, dove ha lavorato fino ad oggi. Ha operato anche nel settore della finanza internazionale ed è stato membro del senior management del principale operatore ferroviario privato spagnolo. Sostituisce Orazio Stella. Toshiba T&D Europe È un ingegnere meccanico con un Master in Business Administration e Total Quality Management il nuovo amministratore delegato di Toshiba T&D Europe con sede a Genova. Bruno Lombardi ha una vasta esperienza nel campo energetico: da oltre 25 anni si occupa di energie rinnovabili, petrolio, smart energy solutions per aziende come Eni, Enel, Phoenix Solar. Lombardi manterrà anche la carica di Ad di Landis +Gyr, società di metering sempre del gruppo Toshiba con sede a Roma.


Qui Federazione Imperia

AUTORIZZAZIONE SISMICA PREVENTIVA INTESA TRA L’ORDINE E LA PROVINCIA di imperia DOMENICO PINO Presidente Ordine Ingegneri Imperia

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e modifiche apportate alla Legge Regionale 29/1983 “Costruzioni in zone sismiche” dalla L.R. 50/2012 e s.m.i. hanno comportato, come ben noto, gravi difficoltà al settore dell’edilizia per la necessità di acquisire, nella maggior parte dei Comuni del territorio provinciale, l’Autorizzazione sismica preventiva in casi di realizzazione di interventi strutturali. L’Amministrazione provinciale di Imperia, Ente designato al rilascio dell’autorizzazione, non è in grado di assicurare l’esame delle pratiche nei tempi previsti ex lege, per evidenti carenze di organico. Consapevole del grave danno al sistema economico che il perdurare di questa situazione sta da troppo tempo provocando, il nostro Ordine - oltre a ribadire più volte nelle sedi istituzionali la necessità di modificare le norme – ha fornito alla Provincia un adeguato supporto tecnico mediante la partecipazione di un consistente numero di colleghi iscritti a gruppi di lavoro che, da settembre 2014 a giugno 2015, hanno esaminato parte delle pratiche giacenti dopo un’adeguata formazione avviata dal dirigente della Direzione Operativa provinciale Ambiente, Territorio, Urbanistica dell’epoca. Considerato che è attualmente in fase di completamento il processo di riordino delle funzioni conferite alle Province in attuazione della legge 56/2014, con un ulteriore indebolimento dell’organico degli uffici, il Settore antisismica dell’Ente e l’Ordine degli Ingegneri di Imperia hanno stipulato un protocollo d’intesa - in via eccezionale e con scadenza fine 2015 - per non interrompere l’esame delle pratiche. Il Consiglio della Federazione Ingegneri della Liguria ha condiviso l’accordo e ha anche deliberato di convocare subito i vari gruppi di lavoro territoriali in ambito strutturale, per formulare al più presto proposte concrete di modifica della legislazione regionale e presentarle alla Regione tentando così di semplificare e risolvere un problema che ha raggiunto (nella Provincia di Imperia sicuramente, ma non solo) livelli insostenibili. Come ho precisato più volte, la legge regionale e le varie successive D.G.R. (assolutamente da modificare), non impongono misure tecniche più stringenti a salvaguardia della sicurezza delle costruzioni, ma sono finalizzate al solo obbligo burocratico di avere l’approvazione del progetto strutturale prima di iniziare i lavori, come se non ci si fidasse del professionista che lo redige e lo firma. Premesso che quest’ultimo se ne assume la piena responsabilità, si intende prevedere sostanzialmente un controllo amministrativo finalizzato ad una maggiore tutela dell’incolumità dei cittadini. Come ingegnere non sono certo contrario a norme che aumentino davvero il livello di sicurezza, ma a tre imprescindibili condizioni: procedure snelle, tempi certi ed eliminazione della burocrazia inutile e dannosa.

Viste le carenze di organico dell’Ente, proseguirà per tutto l’anno la collaborazione degli ingegneri per smaltire le pratiche giacenti. Ma assieme alla Federazione regionale saranno presentate proposte di modifica urgenti alla normativa regionale per risolvere un problema ormai insostenibile

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Qui Federazione L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE RICCI RIPRESO DALLA STAMPA

IL FORTE RICHIAMO DELL’ORDINE neLLA VICENDA BITUME A SAVONA

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ecine i titoli di giornali e di siti di inforn Editio mazione in rete dedicati al numero Web di “A&B web edition” che nel singolare iter del deposito di bitume di Savona ha TO IN POR portato la voce dell’Ordine provinciale degli OSITO UL DEP 5 IONE S G E R 201 TIC I A P DELL Ingegneri con un deciso richiamo da un lato al ” POLI LO STO I T I I DOPO T R E N N G INGE I “PE A - GLI EGGI? rispetto delle leggi nel rilascio delle concesSAVON RA DE E LE L e chiede la VIA re ’O R L A : C E I fa to sioni e dall’altro all’opportunità di consultare le PPL poteva l’impian BI T UM GLI O Aone Liguria si esi,prorima elecorenttrroomaroncear.eMlea nononrmsie? E M È professioni tecniche – da parte degli Enti pubNON one Ambiente deevllisataRe. Prgiima l’,okeddievtuentttualmente revisi missi rima” non pr La Com blici - prima di decidere su materie complesse che se cnica seria “p oria an lisi te obbligat un’ana che richiedono competenze specifiche. La vicenda – che è rimbalzata anche a livello nazionale – è nota: nel 2010 la società Bit ha presentato un progetto per la realizzazione di un impianto bitume da realizzare praticamente in centro città. Prima nessuna perplessità dei soggetti istituzionali che se ne sono occupati, con autorizzazioni concesse dalla Regione senza nemmeno la Valutazione di Impatto Ambientale. Poi, dopo la protesta esplosa attorno a una raccolta di firme che ha mobilitato tutta la città preoccupata per le conseguenze sull’ambiente, marcia indietro di Comune, vecchi amministratori regionali, azioni ....... 3 uvione bando!....... il one all revenzi mbre scade P contraddittorie dei nuovi che hanno demandato tte il 30 se iguria dellaWLEB gegneri la patata bollente a un parere ministeriale e poi in i degli In in rd O degli gionale Commissione Ambiente hanno tentato di bloccare one Re ederazi F lla e ico d Period l’impianto decretando che deve essere sottoposto a VIA. Dura la reazione del Presidente dell’Ordine degli Ingegneri savonesi, Fulvio Ricci, che nell’editoriale del mensile, che ricostruisce la vicenda mettendo in luce alcune contraddizioni emerse spulciando negli atti ufficiali relativi al percorso seguito, si chiede ad esempio: «Non c’erano forse un Prg, un Puc, un Prp, un Ptcp da consultare a suo tempo facendo un’analisi tecnica adeguata prima di prendere delle decisioni? Forse all’interno dei singoli enti mancavano le competenze? Ma dal 1925 (RD
n. 2537), vige una norma che consente agli Enti pubblici
di rivolgersi agli Ordini professionali per richiedere pareri, fra l’altro non onerosi: ormai, noi Ingegneri, stiamo diventando perfino noiosi a furia di ripeterlo. È chiaro
che le scelte su cosa ha bisogno un territorio toccano ai politici, ma sono i tecnici che ne controllano la fattibilità dal punto di vista paesaggistico, di pianificazione territoriale, logistico, di emissioni di scarichi, dell’inquinamento acustico». Esce

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Cover LA LIGURIA E IL DISSESTO IDROGEOLOGICO

ALLUVIONI: RESILIENZA, DIFESA CONTRO I DISASTRI GIANFRANCO SANSALONE

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al prossimo ottobre, almeno stando all’impegno preso dall’assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone, entrerà in vigore in Liguria il nuovo sistema di allarme meteo, basato non più sulle attuali “allerta 1” (“criticità al suolo moderate”) e “allerta 2” (“criticità al suolo elevate”) ma sui colori, come da direttiva europea recepita dal governo e provvedimenti della Protezione civile nazionale, del resto già adottati da diverse regioni italiane. La Toscana, dal 2013, usa i quattro prescritti secondo i vari livelli di pericolo: verde (nessuna criticità meteo), giallo (criticità di tipo ordinario), arancione (criticità moderata) e rosso (criticità elevata). Nella sostanza il beneficio dovrebbe andare a una più immediata comprensione da parte della gente (attualmente molti non hanno chiaro se sia più grave l’allerta 1 o quella 2, mentre la scala “semaforica” che tutti conoscono dovrebbe aiutare, anche ad intuito) e a una unificazione di “linguaggio” che dovrebbe portare i Paesi Ue a classificare i fenomeni atmosferici nello stesso modo. La Protezione Civile e i provvedimenti pubblici In Liguria l’annuncio ufficiale sulla data – dopo molte anticipazioni – è stato dato il 10 settembre, in occasione della prima visita del nuovo responsabile del Dipartimento della Protezione Civile, ing. Fabrizio Curcio, nel territorio più martoriato in assoluto dagli eventi alluvionali. Curcio – ex vigile del fuoco, ex direttore dell’Ufficio gestione emergenze del Dipartimento, che ha preso il posto di Franco Gabrielli - è arrivato al mattino con l’aereo di servizio ed è andato a trovare il prefetto di Genova Fiamma Spera. Poi si è presentato con Giampedrone all’appuntamento con i giornalisti nella sede della protezione Civile di viale Brigate Partigiane, e ha sostanzialmente detto tre cose: - La Liguria – che sul meteo è stata una delle prime ad avere un centro funzionale autonomo - è al terzo posto in Italia, dopo Piemonte e Val D’Ao-

Mentre il sistema di allarme meteo passa alla rappresentazione per colori, il Capo della Protezione Civile loda i risultati previsionali regionali e arrivano i fondi per le grandi opere da cui tutti si aspettano la soluzione dei mali. Ma ci vorranno anni per vedere i risultati. E nel frattempo? Questo giornale apre una finestra sulle soluzioni concrete per la convivenza col rischio

L’ing. Fabrizio Curcio e l’assessore Giampedrone nella sede della Protezione Civile della Regione Liguria (foto Aba News) n. 9 - Settembre 2015 -

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sta per professionalità dei previsori: dall’analisi dei dati risulta infatti che dal 2008 al 2014 nel 70% dei casi, le previsioni sono state in linea con gli eventi accaduti; - La protezione civile lavora nella fase di previsione, prevenzione non strutturale e gestione dell’emergenza: quindi «dobbiamo stimolare il territorio, a livello provinciale e regionale, affinché si mettano i sistemi di allertamento per gestire le situazioni a stato di fatto. Lavoriamo con le carte in tavola e con quelle carte facciamo un piano. Quando le opere infrastrutturali, che non dipendono da noi, saranno fatte e si modificherà la capacità del territorio di reagire, allora il piano si modificherà»; - Non si può aspettare che le opere di messa in sicurezza siano completate, bisogna attivare sistemi d’allerta in caso di esondazioni. «Noi siamo qui per collaborare e fare migliorie a un programma che è già partito e deve sostanziarsi sul territorio. L’invio dei nostri tecnici è a supporto di un’azione che deve essere territoriale, per dare omogeneità ad un sistema che, con l’attuale normativa, prevede che l’allertamento venga effettuato su base regionale. E a noi interessa che il servizio generale sia reso in modo uniforme». Giampedrone, dal canto suo, ha annunciato l’avvio di un piano da 3,5 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza nei Comuni liguri che hanno subito danni negli ultimi anni e per consentire di avviare operazioni di protezione civile. «Non vi saranno dilazioni sull’avvio del sistema e i sindaci riceveranno tutto il supporto disponibile dalla Regione, che sta costruendo un nuovo percorso, anche dal punto dei vista motivazionale». La cronaca dei giorni successivi racconta purtroppo di disastri previsti (vedi iquello causato dall’esondazione dello Scrivia a Montoggio) e interventi non compiuti. Ma anche della riduzione dei fondi regionali destinati alla pulizia dei rivi.

Le grandi opere non bastano senza soluzioni per la resilienza La nuova giunta guidata da Giovanni Toti, sul problema del dissesto idrogeologico è partita con il chiaro intento di dimostrare che si può fare meglio della precedente. E il solo fatto di avere puntato sui Contratti di Fiume sollecitati e incentivati dall’Ue, finora oggetto misterioso in Liguria ma strumento utilizzato in diverse regioni, ha posto le cose in maniera più vantaggiosa. Anche il Comune e la Città metropolitana di Genova di Marco Doria sembrano aver trovato nuova linfa su questi terreni. Ma sembra ci sia più la tendenza a guardare alla realizzazione delle grandi opere, viste come soluzione dei mali – ma senza dare la giusta importanza al “piccolo” handicap non solo dei fondi, e degli iter legati alla realizzazione dei progetti, e soprattutto ai tempi, sette anni almeno, per realizzarli – piuttosto che a una contingenza su cui questo giornale ha posto l’accento più volte: nel frattempo bisogna trovare adeguate soluzioni di prevenzione, pensare alla sicurezza “prima” dell’emergenza, a misure mirate alla resilienza (la capacità di adattamento di una comunità ai rischi, resistendo o modificandosi, per raggiungere e mantenere un livello accettabile di vivibilità, col funzionamento adeguato delle strutture), alla cultura della convivenza col rischio, a un cambiamento di mentalità sia dell’apparato tecnico sia di quello della comunicazione, al coinvolgimento delle professioni tecniche nelle scelte qualificanti nelle azioni precedenti, durante e dopo l’emergenza. Sulla Liguria sono piovute, stanno piovendo e pioveranno risorse finanziarie molto ingenti. È sperabile che nessuno pensi di utilizzarle solo per costruire le grandi opere e per riparare i danni che interverranno nel frattempo. “A&B” terrà sempre aperta una finestra su questo argomento, col vantaggio di guardare le cose incrociando il punto di vista giornalistico con le competenze tecniche di chi ha dato dimostrazione anche di abnegazione affiancando con qualificato lavoro di volontariato gli enti pubblici durante le ultime alluvioni. Accumulando così un’esperienza specifica che sarebbe delittuoso disperdere. Un’immagine di Montoggio la mattina dopo l’esondazione dello Scrivia avvenuta la notte del 14 settembre. Nell’occasione il sindaco ha denunciato che l’appalto della progettazione per la messa in sicurezza del Rio Carpi è fermo alla stazione unica appaltante della Regione Liguria da dicembre 2014 (foto Luca Zennaro)

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Cover DA UN’INCHIESTA DEL NOSTRO GIORNALE TAVOLA ROTONDA NAZIONALE ALL’EXPO DI MILANO ORGANIZZATA DAL CNI

DISSESTO IDROGEOLOGICO: «PICCOLI COMUNI IN PRIMA LINEA» GIULIA DANIELI “Alluvione: il pericolo che viene dalla terra”: è il titolo del dibattito che ha animato la Settimana dell’Ingegneria all’Expo di Milano, l’11 settembre scorso, organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri che lo ha mutuato dal servizio di copertina pubblicato da “A&B” nel novembre dello scorso anno. All’incontro nazionale, sul tema della “Tutela dell’ambiente e il dissesto idrogeologico”, fortemente voluto dal presidente del Cni, ing. Armando Zambrano («Tra le parole chiave di Expo 2015 - ha detto - c’è l’importanza del territorio, che va salvaguardato, nella logica del risparmio energetico, nel rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali»), ha partecipato una folta delegazione ligure: fra gli altri uno degli autori dell’inchiesta, l’ingegnere idraulico genovese Vincenzo Beneventano e il dirigente del Comune di Genova Stefano Pinasco, relatori ufficiali al convegno assieme agli ingegneri Massimo Mariani, consigliere Cni; Pierluigi Claps, docente universitario; Marco Scaramellini presidente dell’Ordine degli ingegneri di Sondrio. La Settimana dell’Ingegneria, dal 7 al 13 settembre, ha contato diversi incontri, dibattiti, premiazioni ed eventi di diverso tipo, con una significativa partecipazione di pubblico e la presenza di diversi rappresentanti di governo.

La denuncia dei Sindaci dell’entroterra ligure, che lamentano molta burocrazia e pochi finanziamenti: riflessione dei tecnici promossa durante la Settimana dell’Ingegneria. Folta la delegazione della Liguria

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tti Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale DL 353/2003 (Conv. In L. 27/02/04) Art. 1 Comma 1 - MP-NO / BIMESTRALE - GENOVA ANNO LXV- N.6 Novembre-Dicembre 2014

e calamità naturali spesso causano problemi finanziari più ai piccoli che ai grandi Comuni. È il prezzo pagato al Patto di Stabilità che - nonostante bilanci in ordine e buona amministrazione - porta squilibri economici incontrollabili. La denuncia - nel padiglione WAA/FARM LAB dell’Expo dove si svolge la tavola rotonda sul “pericolo che viene dalla terra” - parte da due sindaci dell’entroterra ligure, che davanti a una platea di tecnici elencano problematiche che spesso faticano a trovare posto sui giornali. «Noi amministratori di piccoli Comuni - è la denuncia di Maria Grazia Grondona primo cittadino di Mignanego - abbiamo i bilanci in pareggio, ma spesso ci vengono trattenuti fondi per equilibrare i conti di qualche Comune magari meno virtuoso del nostro. L’alluvione del 2014 ci ha procurato più di 3 milioni di euro di danni, quasi tutti su strade, e per renderle di nuovo agibili abbiamo dovuto ricorrere a mutui: abbiamo infatti ottenuto finanziamenti pubblici per la metà dei danni subiti, e questo ci ha dato un forte colpo» «Il mio – ha rincarato Michele Brassesco, sindaco di Valbrevenna - è un piccolo borgo medievale di 30 chilometri di superficie e 800 abitanti, che confina con il fiume Brevenna. Grazie ad un bando europeo siamo riusciti ad ottenere i finanziamenti necessari per la ristrutturazione dopo l’ultima alluvione, ma per finire i lavori servivano 5 metri cubi di ciottoli che l’impresa pensava di prendere dall’alveo del fiume. Ho impiegato un mese e mezzo per riuscire ad ottenere i vari permessi da Soprintendenza, Città Metropolitana e infine Regione. Ancora un esempio? Lungo l’asse provinciale della strada che costeggia il Brevenna si era creata una frana, l’allora Provincia di Genova mi mandò dei mezzi per fare fronte alle somme urgenze, ma perché potessero entrare nell’alveo del fiume i funzionari della Provincia mi dissero che ci sarebbe voluto più di un mese per avere le autorizzazioni. A meno che non mi fossi assunto io la responsabilità di fare un’ordinanza urgente, cosa che il geometra del mio ufficio tecnico mi aveva sconsigliato perché comportava alti rischi di tipo penale. Io ho deciso di procedere lo stesso, e ho risolto rischiando, ma si possono mettere gli amministratori in questa situazione?».

ollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria

ALLUVIONI: IL PERICOLO ChE VIENE DALLA TERRA Liguria, la “mappa” dei rischi e delle criticità idrauliche dei rivi

GENOVA 9.10.2014 H 23:47 TORRENTE BISAGNO PONTE CASTELFIDARDO pericolo: NON RILEVATO.

Speciale

Formazione

Professioni

Informazione

Dissesto idrogeologico: le proposte degli Ingegneri

Si avvicina la FAD, formazione a distanza

Intervista a Dellepiane presidente della Consulta

L’ingegneria nel “cuore” del processo che porta alle news

Bimestrale della Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Liguria

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Parole che trovano riscontro negli interventi dei relatori ufficiali. «Proprio per rispettare la normativa così restrittiva sugli alvei - conferma ad esempio Massimo Mariani – c’è anche il problema di dare la possibilità di portare via la ghiaia, pratica che non serve solo per ripulirli in previsione degli eventi alluvionali ma anche banalmente per produrre calcestruzzo. Se ti allontani troppo dall’alveo non trovi più il materiale che serve ma se sei troppo vicino vai ad alterare l’aspetto idraulico ed idrostatico del sistema… Forse è meglio fare un’operazione di equilibratura laddove esistono questi accumuli che poi fanno purtroppo esondare i fiumi. Un tempo la pulizia veniva gestita con più cura dal personale comunale che si occupava solo del controllo degli argini e dei fondi». È noto che le problematiche relative alla difesa del suolo nei bacini dei rivi minori e dell’entroterra sono specifiche della Liguria, stretta com’è tra l’Appennino e il mare con cime molto alte e distanze dal mare ridottissime. Naturale, quindi, che i corsi d’acqua siano molto ripidi e corti, con bacini molto spesso coperti, impermeabilizzati dall’urbanizzazione. «In queste condizioni morfologiche – insiste Vincenzo Beneventano, riprendendo i temi affrontati su “A&B” - è ovvio che il tempo di corrivazione, cioè quello che occorre alla pioggia caduta nel punto idraulicamente più lontano a raggiungere la chiusura di un bacino, sia molto basso, con la conseguenza che la velocità dell’acqua nel raggiungere i fiumi è molto alta, per cui nelle aste principali dei rivi arrivano contemporaneamente le piene dei fiumi minori e ci ri-

Un momento della tavola rotonda e i due relatori Vincenzo Beneventano e Stefano Pinasco. Nella folta delegazione ligure intervenuta all’incontro anche il presidente dell’Ordine di Imperia Domenico Pino e il segretario di Genova, Roberto Zanardi. (foto Andrea Bruzzese)

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troviamo con onde di piena superiori talvolta al prevedibile». Ma questo non è che uno degli aspetti dell’ emergenza idrogeologica del nostro Paese affrontati durante il convegno. «Quando accadono eventi conseguenti al dissesto - spiega Mariani - si pensa che l’Italia sia un Paese insicuro, e quando accade un disastro si stanziano molti soldi e tutto finisce lì. Invece la manutenzione e la tutela del territorio, gli interventi devono essere assolutamente programmati, ma purtroppo questi non sono temi politicamente interessanti e proficui, si preferisce fare la politica delle grandi infrastrutture. Ora con Italia Sicura il governo ha creato una struttura con una cabina di regia che vede noi ingegneri totalmente d’accordo per iniziare un percorso che qualifichi la progettazione e la renda efficace; dobbiamo individuare i siti giusti dove intervenire perché il nostro futuro sia più tutelato e sicuro». Stefano Pinasco: «Dopo le alluvioni del 2011 e del 2014, il Comune di Genova, in intesa con la Regione Liguria, è riuscito ad ottenere cospicui finanziamenti per le opere di sistemazione idraulica per il territorio comunale. Siamo partiti con 25 milioni di euro per lo scolmatore del Fereggiano nell’ambito del Piano nazionale Sviluppo Città, ora stiamo aspettando il decreto breve per ottenere 165 milioni per interventi di completamento di alcune opere nell’ambito di Italia Sicura. I principali progetti consistono nel completamento della copertura del Bisagno (si arriverà fino alla Stazione Brignole) completando l’intervento e arrivando a 850 metri cubi al secondo di portata nella copertura; il completamento delle opere relative allo scolmatore del Fereggiano e soprattutto la realizzazione dello scolmatore del Bisagno che con i 450 metri cubi previsti a progetto si riuscirà a raggiungere i 1.300 metri cubi previsti dal Piano di Bacino per la riduzione del rischio idraulico della parte terminale del torrente. Abbiamo anche anche una serie di interventi minori come importi ma non come importanza inerenti il Chiaravagna, il Ruscarolo, il Rio Fegino, lo Sturla e il Vernazza, che sono stati pesantemente toccati dagli ultimi eventi alluvionali». Una parola a favore dell’utilizzo della formazione continua degli ingegneri – magari in collaborazione con l’Università - sui temi legati al dissesto idrogeologico è stata spesa dal prof. Pierluigi Claps, che ha auspicato un coinvolgimento in questo senso anche del CNI; mentre il presidente della Federazione regionale degli Ordini degli ingegneri liguri, Maurizio Michelini, ha posto il problema della sensibilità dei cittadini e degli operatori economici sull’autoprotezione prima e durante le emergenze.


Cover SRS, OVVERO “SMART RAINFALL SYSTEM” SVILUPPATO ALL’UNIVERSITÀ DI GENOVA

LA “VEDETTA” DELLA PIOGGIA CHE MISURA L’ACQUA CADENTE DANIELE CAVIGLIA Docente di Elettronica Università di Genova

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fenomeni meteorologici appaiono cambiati considerevolmente negli ultimi anni: sono più localizzati (nello spazio e nel tempo), più frequenti e più intensi. In questo contesto, i territori necessitano di strumenti che permettano di gestire le emergenze meteorologiche in maniera rapida e precisa. La nostra linea di ricerca ha avuto avvio dopo l’alluvione del 4 novembre 2011, quando con l’ing. Andrea Caridi della società Darts Engineering, all’Università di Genova abbiamo cominciato a pensare che si potesse trovare una soluzione alternativa, o quanto meno integrativa, agli attuali metodi di monitoraggio durante le emergenze. Al Diten (Dipartimento di Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni) e al Dicca (Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale), con gli specialisti di Darts il lavoro è andato spedito e nel marzo 2012 abbiamo cominciato la sperimentazione del primo prototipo di Smart Rainfall System, così a luglio dello stesso anno abbiamo depositato – Università e Darts insieme - il primo brevetto, successivamente riconosciuto a livello italiano nel 2014 (“Sistema e metodo di monitoraggio di un territorio” - n. 0001412786). Nell’autunno seguente abbiamo iniziato una sperimentazione in collaborazione con il Comune di Genova e, inoltre, abbiamo installato una prima stazione di misura a Firenze, su richiesta della Protezione Civile provinciale. Nel 2013 abbiamo proseguito la sperimentazione e lo sviluppo tecnologico di SRS, presentando parallelamente la richiesta di estensione del brevetto a livello europeo (System and method for monitoring a territory - EP 2688223 A1). Considerati i risultati positivi ottenuti e il consolidamento dei rapporti con Genova e Firenze (dove è in corso l’installazione di reti più significative di sensori), nel 2014 abbiamo costituito Artys, start-up innovativa e spin-off accademico dell’Università di Genova, che ha la licenza per commercializzare il sistema. Ma cos’è Smart Rainfall System? Sostanzialmente è la soluzione che permette agli operatori di prendere rapidamente decisioni circostanziate e di agire in maniera tempestiva, in quanto fornisce dati pluviometrici altamente dettagliati e in tempo reale a un costo significativamente inferiore rispetto alle reti attuali. In sostanza, utilizzando il segnale ricevuto da un dispositivo installato a corredo delle comuni antenne paraboliche distribuite sul territorio che si tiene sotto controllo, SRS provvede all’osservazione continua delle condizioni atmo-

Brevettato da Darts e Unige, commercializzato da Artys, start-up innovativa e spin-off accademico, il sistema è in grado di stabilire in tempo reale intensità e localizzazione delle precipitazioni. Funziona con segnali ricevuti dalle parabole delle tv satellitari e i costi sono molto bassi. In sperimentazione a Firenze, Roma, Genova e Savona, potrebbe rivoluzionare gli attuali processi di gestione delle emergenze

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sferiche, e sulla base delle informazioni analizzate, crea in tempo reale mappe pluviometriche interattive e ad alta risoluzione di tutta l’area monitorata e le pubblica online. Per dirla in parole è in grado di stimare con precisione quanta acqua sta cadendo e dove. Inoltre, SRS ha un basso costo, grazie all’impiego opportunistico di infrastrutture tecnologiche preesistenti (satelliti televisivi, rete internet e connessioni mobili). Attualmente, nessun altro sistema esistente sul mercato fornisce un servizio con queste caratteristiche. Semplici e facili da installare, i sensori di SRS analizzano l’intensità del segnale a microonde proveniente dai satelliti televisivi che sono collocati in orbita geostazionaria intorno alla Terra. I dati così raccolti sono inviati, via internet o tramite una connessione dati mobili, a un sistema centrale. Quest’ultimo, ospitato su apposite piattaforme in cloud, raccoglie i dati dalla rete di sensori, li registra, li analizza e fornisce il risultato, ovvero le mappe pluviometriche, agli utenti. Il paradigma infrastrutturale è quello dell’Internet of Things (IoT): si tratta infatti in una rete di sensori dislocati potenzialmente in gran numero nell’area da monitorare, rendendo possibile la realizzazione di una rete di monitoraggio estesa, capillare ed efficiente, per un’analisi pluviometrica dettagliata. Come si è arrivati all’idea SRS è nato avendo in mente la necessità, particolarmente forte nel territorio ligure, di risolvere un problema: l’incapacità di far fronte all’imprevedibilità della precisa collocazione spazio-temporale degli eventi alluvionali che sempre più frequentemente affliggono il nostro territorio. Come ingegneri dei settori dell’elettronica e delle telecomunicazioni abbiamo una sensibilità ai comportamenti delle grandezze elettriche nella vita di tutti i giorni. Basandoci sull’osservazione ben nota agli operatori del settore che, se piove intensamente, la TV satellitare si vede male o addirittura non si vede per niente, ci è venuto in mente di ribaltare il punto di vista e convertire il dato di attenuazione del segnale satellitare per ottenere una stima dell’intensità della precipitazione. Una volta ricevuti i dati dalla

rete di sensori - debitamente progettata per il territorio di interesse - è poi possibile tradurli in mappe pluviometriche che possano supportare i decisori nel fronteggiare in maniera ottimale gli eventi piovosi estremi. Caratteristiche salienti di SRS sono quindi la flessibilità (rete dati ampliabile quanto necessario e installabile nei bacini a rischio) e la robustezza (rete robusta perché composta di tanti punti: basta che una percentuale anche relativamente bassa di essi sia funzionante per ottenere dati comunque validi). Ricadute sociali e territoriali Il monitoraggio degli eventi meteorologici estremi e la prevenzione dei rischi correlati (danni economici e vite umane) sono temi strategici nel mercato globale. La direttiva 2007/60/CE del Parlamento Europeo, richiede a tutti i Paesi dell’Unione di creare piani di gestione del rischio entro il 2015. L’aspirazione che abbiamo è quindi di essere presenti in questo scenario e di poter applicare Smart Rainfall System su tutto il territorio nazionale. Attualmente, oltre alle due sperimentazioni in atto a Firenze e Genova, in collaborazione con i rispettivi corpi di Protezione Civile, stiamo installando due reti di monitoraggio a Roma, in collaborazione con ENEA, e a Savona, in collaborazione con il Solar Technology Group. L’utilizzo di SRS può potenzialmente produrre un impatto notevole sulla sicurezza e sugli aspetti industriali ed economici ad essa correlati, permettendo agli Enti Pubblici interventi tempestivi e più efficienti e ai soggetti privati (aziende produttive agroalimentari, industria, gestori di acquedotti e reti d’acqua, strade e autostrade, aeroporti, cave, discariche ecc.) di preservare e proteggere le proprie attività e clienti (interessando quindi anche il mondo assicurativo). Grazie a SRS, in caso di eventi piovosi estremi, si potranno avere ricadute socio-economiche importanti: territori più resilienti, in grado di gestire le emergenze in maniera rapida e precisa; aziende più consapevoli, in grado di affrontare gli eventi alluvionali con cognizione di causa; persone più sicure, informate sul rischio che corrono. Nella foto, da destra, il Cda di Artys: il Prof. Daniele Caviglia (Co-fondatore e Presidente, Professore di Elettronica all’Università di Genova, responsabile delle attività di Ricerca); l’Ing. Alessandro Delucchi, (Cofondatore e Amministratore Delegato); l’Ing. Andrea Caridi (Co-fondatore e Responsabile Marketing). Fanno parte dello staff di Artys anche Giancarlo Parodi, Professore universitario di Elettronica, in pensione, che si occupa di progettazione di sistemi elettronici; Claudio Montecucco, specializzato in attività di progettazione e sviluppo HW dei sensori, Andrea Randazzo, Professore di Campi Elettromagnetici all’Università di Genova, che sviluppa i modelli di propagazione e analisi dei segnale.

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Professione AGGIORNAMENTO COMPETENZA PROFESSIONALE, ANNO II

FRA APP E CORSI AZIENDALi LE TAPPE RAGGIUNTE DAI CFP CLAUDIO FIRPO Responsabile Formazione

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opo aver mosso primi passi durante il 2014 per capire regolamenti, linee di indirizzo e norme attuative, gli Ordini della Liguria nel 2015 stanno affrontando la gestione di attività legate alla formazione professionale in modo strutturato e più regolare. Pur mantenendo gli iniziali intenti di collaborazione regionale per la condivisione di eventi formativi, ogni Ordine territoriale ha sentito la fortissima esigenza di sperimentare ed esplorare configurazioni proprie, stringendo accordi con soggetti esterni e definendo calendari formativi tesi a soddisfare le peculiarità percepite tra i propri Iscritti. La somministrazione di contenuti è stata affiancata dalla gestione rigorosa di tutti gli adempimenti richiesti dalla piattaforma nazionale CNI, indispensabile per rendere possibile l’accreditamento incrociato di partecipanti ad eventi anche in territori diversi da quello di appartenenza. Questo lavoro di back-office è rimasto (e rimane) nascosto alla maggior parte degli Iscritti, che in Primavera hanno potuto finalmente consultare la propria scheda formativa, anche grazie ad una moderna app specifica (mying.it). Le Segreterie hanno lavorato incessantemente, con aperta e totale disponibilità, per fornire ogni possibile assistenza su naturali incertezze che sorgono in occasione di norme e procedure nuove. Gli Ordini sono ormai diventati fornitori di servizi a tutti gli effetti. Permangono alcuni ritardi ed incertezze su temi specifici quali esoneri e determinazione CFP per corsi somministrati all’estero, così come su CFP associati a formazione informale (gruppi di lavoro): in questi casi è richiesta valutazione singola e specifica, i tempi si allungano e si avverte la necessità di regole ausiliarie. Tema particolarmente sentito è quello di accordi con Aziende in cui gli Iscritti esercitino la professione: le regole sono chiare, i Dipendenti possono vedersi riconoscere CFP per corsi fruiti in ambito aziendale purché esista un accordo formale tra queste e l’Ordine. L’attuazione delle regole può inciampare sulla molteplicità dei casi, sulla dimensione aziendale, spesso extra-territoriale se non multinazionale, sulla determinazione congiunta di tariffe riconosciute all’Ordine per un compito di elevata responsabilità e oneroso come impegno. Ma il tema più caldo rimane la FAD, indispensabile per poter coniugare attività professionale e aggiornamento obbligatorio, in contesti di lavoro all’estero e/o a forte dinamicità. Se i fattori tecnologici sono stati in parte identificati, il nodo organizzativo rimane delicato. Ci stiamo lavorando...

Un lungo lavoro di back-office, condotto per aumentare i servizi agli iscritti, non ha superato tutti i ritardi ma ha strutturato e reso più regolare la gestione delle attività. Ecco le novità fra nuove tecnologie, accordi con le aziende, formazione informale, Fad, lavoro all’estero. E l’attività per migliorare continua

ENERGIA: IL 23 0TT0BRE CORS0 AL CARLO FELICE “Prestazione energetica, termoregolazione e contabilizzazione del calore: tecnologie, normativa e prassi”: è il titolo del corso di aggiornamento professionale che avrà luogo il 23 ottobre prossimo, dalle 15 alle 19,30 nel Teatro Eugenio Montale (Carlo Felice) di Genova. Relatori gli ingegneri Paolo Cavalletti e Maurizio Michelini. Duecento i posti disponibili, 4 i CFP ai partecipanti.

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Professione SAVONA IN OTTOBRE VISITE TECNICHE TRA FRANCIA E SVIZZERA

LE SOLUZIONI DELL’INGEGNERIA IN DUE CANTIERI ALL’AVANGUARDIA ANDREA NOVELLI

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l 22 e il 23 ottobre, a cura dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Savona, Visita tecnica internazionale (valida per l’assegnazione di 9 CFP) a Finhaut in Svizzera, presso il cantiere della centrale di pompaggio in costruzione da parte della società Nant de Drance SA. Si tratta del “miglior cantiere sotterraneo al mondo 2014”, a Sigirino presso la galleria di base del Ceneri e al cantiere del San Gottardo. L’iniziativa, curata dall’Ing. Maria Alessandra Binaghi in collaborazione con l’ufficio federale dei trasporti della Confederazione elvetica, porterà i partecipanti a contatto con una realtà davvero straordinaria: due opere colossali gestite nei minimi dettagli da colleghi ingegneri che affrontano quotidianamente problemi di sicurezza, tempistica e costi legati a soluzioni tecnologiche all’avanguardia nel mondo. La prima parte della visita si svolgerà al confine tra Francia e Svizzera presso la centrale di pompaggio situata in una caverna sotterranea fra i laghi artificiali di Emosson e Vieux Emosson, concepita per produrre elettricità nelle ore di punta e compensare la produzione irregolare e variabile delle nuove fonti energetiche rinnovabili. Nelle ore di consumo elevato d’elettricità, l’acqua del lago artificiale di Vieux-Emosson viene fatta attraversare per forza gravitazionale in due condotte verticali alte 425 m; nella centrale sotterranea l’acqua viene turbinata e poi immessa nel lago artificiale di Emosson; quando la domanda d’elettricità è più bassa, invece, viene pompata a monte nel bacino di Vieux-Emosson. Questo sistema consente alla centrale di Nant de Drance di immagazzinare il surplus di produzione. La centrale di Nant de Drance, con una potenza di 900 MW, genererà circa 2,5 miliardi di kWh di energia l’anno. La seconda parte della visita sarà nel cantiere del San Gottardo per la nuova linea ferrovia transalpina. La prima fase riguarderà la galleria di base del Ceneri e proseguirà nel pomeriggio con il centro informativo di Pollegio (galleria del San Gottardo). Il cuore del nuovo collegamento costituito dalle due gallerie consentirà ai treni di attraversare le Alpi con pendenze minime e ampie curve. Il punto più alto è ad appena 550 metri sul mare. La ferrovia di pianura permetterà di trasportare con efficienza le merci su rotaia e di diminuire la durata dei viaggi del traffico passeggeri nazionale e internazionale. Nel traffico passeggeri la nuova linea farà diminuire notevolmente la durata dei viaggi. I treni viaggiatori potranno circolare ad alta velocità per circa 60 km/h con punte anche di 250. Questo favorisce il trasferimento del traffico dalla strada alla rotaia, e consente di attuare quanto voluto dall’articolo costituzionale sulla protezioLo stato dei lavori nel cantiere per la nuova ne delle Alpi. linea ferroviaria transalpina 20/

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Professione L’ESPERIENZA DELL’ING. VINCENZO CAMAIORA

DALLA SPEZIA IN CINA PROGETTA FABBRICHE “PULITE” GIANFRANCO SANSALONE

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rendi la seconda potenza economica mondiale per prodotto interno lordo che nel settore industriale viene vista come “la fabbrica del pianeta”, in una marcia che, fra alti e bassi, crisi e riprese, la pone sempre in una posizione di tutto rispetto. Metti che questa potenza faccia parte delle nazioni BRIC delle economie emergenti (Brasile, Russia, India e Cina) e che investa in ricerca buona parte del suo budget ingaggiando esperti dall’estero per farsi guidare nelle sue politiche di sviluppo con l’obiettivo di avviarsi – al di là delle situazioni contingenti - sulla strada della qualità uscendo dall’angolo di produttore massivo e scadente. Considera che nella programmazione statale, il “Programma per lo sviluppo a lungo-medio termine nei settori di scienza e tecnologia” individui fra l’altro come priorità lo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione di energia pulita e tecnologie non inquinanti (4 mila morti al giorno per le emissioni tossiche). E ora immagina che tu faccia l’ingegnere industriale e un giorno ti arrivi una convocazione per un incontro ufficiale con i responsabili dell’Industria di Stato della Repubblica Popolare Cinese, in una città a circa 1.200 chilometri a Sud della Capitale. Senza che tu abbia mai avuto nessun contatto con la Cina, né sappia spiegarti come siano arrivati a te. È quanto racconta l’ing. Vincenzo Camaiora, 62 anni, cresciuto in Francia e residente a Santo Stefano Magra che nello scorso agosto, dopo un lungo volo è atterrato a Pechino e da lì ha raggiunto un impianto siderurgico a Xuchang City, nella provincia di Henan, dove ad attenderlo c’erano gli inviati dell’ufficio del DXFEA, il Direttore degli esperti affari esteri della Città di Xuchang. Gli uomini voluti dal presidente Xi Jinping erano alle prese con due problemi: «Raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica – spiega Camaiora – eliminando nello stesso tempo i problemi di inquinamento dovuti alla produzione di acciaio, con un sistema da sperimentare e far diventare un prototipo da applicare gradualmente negli impianti industriali di tutto il Paese. In effetti l’inquinamento, da quello che ho potuto vedere è pesantissimo: a Pechino il sole è sempre pallido…» Cosa le hanno chiesto di preciso? «Beh, in realtà loro avevano già individuato una tecnologia, la ORC, Organic Rankine Cycle, e volevano sapere se – sulla base delle conoscenze ed esperienze ingegneristiche ed industriali italiane – erano sulla strada giusta. Io ho detto che lo erano sicuramente». Una consulenza insomma… «Beh, direi molto di più. Sono stato aggregato al loro gruppo di lavoro, ho esaminato i progetti, li ho modificati in alcuni punti focali e ho

Convocato dai dirigenti della provincia di Henan per portare l’esperienza ingegneristica e industriale italiana, ha studiato l’applicazione della tecnologia ORC in un impianto siderurgico di Xuchang City per l’abbattimento dell’inquinamento e la produzione di energia, prototipo da estendere a tutte le industrie del Paese

L’ing. Vincenzo Camaiora

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Professione

redatto un report affermando che al momento non esiste una tecnologia migliore di quella che avevano già individuato». Cosa consente di fare l’ORG? «Innanzitutto bisogna dire che la missione aveva un duplice scopo: catturare i reflui gassosi e ricchi di polveri, quindi inquinanti, della produzione ed estrarne il contenuto termico. Raggiungendo due obiettivi: abbattere l’inquinamento estraendo energia. l’ORG è un ciclo termodinamico Rankine (dal nome del suo inventore) a fluido organico. Usa come fluido motore l’acqua, che viene portata ad alte temperature da una caldaia, vaporizza, arriva in alta pressione, va in turbina, espande, fa girare la turbina e quindi genera energia elettrica. È quello Una fabbrica produttrice di scambiatori termici (alcuni esemplari all’esterno) che succede nelle centrali termoelettriche. per l’industria a Xuchang Ma il problema è che una fabbrica è come un organismo umano e quando si applica che ho lasciato le autorità preposte hanno deciso di qualcosa di estraneo bisogna che venga accettata e andare avanti sulla strada intrapresa». si inserisca armonicamente nel contesto, altrimenti A proposito della riservatezza che regna attorno alle può creare fenomeni di rigetto. Nel nostro caso ho “abitudini” in voga nella Repubblica Popolare Cinese, presentato un progetto e ho individuato alcuni problemi l’ing, Camaiora racconta anche altri episodi. Come nell’interfacciamento con lo scambiatore termico». quello relativo all’amicizia da lui stesso instaurata Ora il suo lavoro è finito? con un ragazzo down, che aveva finito per seguirlo in «È difficile dirlo. Su alcune cose c’è stato uno scambio fabbrica, standogli vicino nell’indifferenza generale, di opinioni, il progetto è stato accettato e so che il lavoro salvo scoprire l’ultimo giorno che questo rapporto per la costruzione del prototipo è stato cantierato. fosse visto da tutti i suoi colleghi con molta simpatia e Quindi se tutto andrà bene il sistema, una volta apprezzamento, senza che mai nessuno lo abbia mai sperimentato, sarà applicato a tutte le factory, di ogni tipo, del Paese. Ma in questo campo i cinesi mantengono fatto nemmeno sospettare; oppure l’allontanamento dal gruppo di un esperto tedesco in applicazioni una riservatezza assoluta, quindi non so se verrò informatiche per l’Alta Velocità, senza nessuna nuovamente convocato o se parteciperò a ulteriori fasi del lavoro. Quello che conta è che sulla base del progetto avvisaglia. «È una cultura molto lontana dalla nostra – conclude – ed è soprattutto legata a quasi un culto del segreto, che spesso viene imposto anche da ragioni politiche». Vincenzo Camaiora – che è specializzato nella progettazione di sistemi elettrici di potenza, di centrali e impianti da fonti rinnovabili e convenzionali, con esperienze in attività di expediting sempre in applicazione a centrali elettriche in Italia e all’estero - è coordinatore della Commissione Industria presso l’Ordine degli Ingegneri di La Spezia. La fabbrica siderurgica nella Città di Xuchang dove si sta ralizzando il progetto sperimentale ORG da estendere alle altre factory cinesi

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Professione LE PROSPETTIVE DI UNA SPECIALIZZAZIONE CHE SEGUE PERCORSI INASPETTATI

I MESTIERI DA PRENDERE AL VOLO DAGLI INGEGNERI AEROSPAZIALI SERGIO BARLOCCHETTI Ingegnere aerospaziale

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e per molti anni Ingegneria aerospaziale (oggi in taluni atenei Scienze aerospaziali) è stata considerata una facoltà per mosche bianche un po’ picchiatelle, oggi il settore offre opportunità e blocchi lavorativi variegati e interessanti. A patto però di unire alla formazione universitaria la libera espressione della propria vocazione in campo aeronautico o spaziale. Più di altre specializzazioni, infatti, quella aerospaziale necessita dell’acquisizione di competenze pratiche che l’università ben difficilmente fornisce, a causa dei tempi e dei programmi cosiddetti “propedeutici”, che purtroppo ancora oggi invadono, per oltre il 55%, i programmi di studio. La dimostrazione un po’ sadica si materializza in officina, quando alla domanda: «Ingegnere, rivetto o ribattino, e poi, faccio la frenatura al dado?», lo sguardo del neofita si perde nel vuoto. Diciamo subito che non tutte le facoltà di “Aerospaziale” sono identiche, ogni istituto possiede caratteristiche differenti pur conferendo lo stesso titolo. Prendetela in modo generico, ma più o meno mentre Torino è orientata molto alle competenze necessarie per l’elettronica di bordo (imperante oggi), Milano ha assunto nel tempo una vocazione spaziale, mentre Pisa conserva quel primato di “matematica” necessario per chi desiderasse occuparsi di aerodinamica; Roma è variegata, Napoli e Palermo sono il regno della meccanica del volo e delle strutture.

Un tempo legati a comparti ben definiti, oggi la loro professionalità li porta verso discipline innovative come la biomedica, la robotica, l’energetica, la sensoristica, la componentistica. E se poi escono dal magico mondo del “Cad” e mettono mano alle macchine volanti…

Errori comuni Uno dei fenomeni più diffusi è la tendenza degli allievi a fare, durante la formazione, alcuni grandi errori. Il primo: restare legati a un territorio. Impossibile, stante che l’aviazione ha fatto esplodere i confini mondiali, ha reso il globo più piccolo e le industrie globalizzate prima ancora che questa parola diventasse di uso comune. Prendete un elicottero come lo AW139, che vedete magari impiegato nell’elisoccorso, e vedrete che ha parti di cellula polacca, motori canadesi, strumentazione americana, arredamento e stile italiano (su quello non si transige), equipaggiamento sanitario tedesco o norvegese. La storia dell’aviazione è piena di esempi: dopo la Prima guerra mondiale, per esempio, la Germania non poteva più costruire idrovolanti, così una società italiana, con sede in Toscana, realizzava i grandi Dornier-Wall su licenza e questi, per alcuni decenni, coprirono le rotte tra l’inghilterra e Venezia, Palermo, Santa Maria di Leuca, Genova, Orbetello. Fu un trasferimento tecnologico di competenze e abilità, esattamente come avviene oggi con la rete. Il secondo errore: pensare – ma meglio dire ambire, mirare, sognare – a un posto in una delle grandi aziende aeronautiche: Airbus, Dassault, Alenia Aeromacchi, AgustaWestland, trascurando completamente le oltre 1.500 aziende aeronautiche minori (si fa per dire), come i produttori di aeroplani per aviazione generale, di droni (Unmanned Flying Systems), alianti e aerei acrobatici da competizione, materiali compositi avanzati n. 9 - Settembre 2015 -

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(che realizzano le barche a vela e i catamarani per le gare più famose); e quelle che si dedicano alla manutenzione di aerei ed elicotteri, dalle flotte private fino a quelle delle compagnie di lavoro aereo specializzate, per esempio, nelle operazioni in alta quota con elicotteri o nei voli pubblicitari con mongolfiere. Perché proprio in queste piccole aziende si concretizzano le possibilità di essere impiegati in molteplici attività, dalla manutenzione alla gestione, dalle riparazioni ai collaudi, ponendo le basi del modus operandi tipico delle procedure aeronautiche: considerare sempre che la sicurezza arriva dall’affidabilità, e l’affidabilità dal tempo. E che le macchine volanti possono anche essere macchine relativamente semplici, ma devono essere leggere e su queste deve funzionare tutto, ma tutto insieme, per tanto tempo. La visita ai saloni dell’aeronautica, dai più grandi come LeBourget (Parigi), fino a quello maggiori dell’aviazione generale come L’Airventure di Oshkosh (Usa) o Aero di Friedrichshafen (Germania), sono essenziali per poter vedere di persona applicazioni e soluzioni che si sono spesso soltanto studiate, piuttosto che prendere contatti come le molteplici opportunità di stage e collaborazione con le aziende. Non bisogna aspettare che sia l’Università a farlo, è meglio scegliere esattamente quella che più interessa per approfondire la materia nella quale si intende specializzarsi, anche in base ai programmi che questa sta portando avanti. Qualche esempio: gli avionici e i sistemisti non possono oggi prescindere dal seguire Honeywell o Garmin; gli strutturisti perderebbero grandi conoscenze se ignorassero Schempp-Hirth o GlaserDirks ma anche Cirrus, Dassault, o la slovena Pipistrel, che da produttore di ultraleggeri è divenuta realizzatrice di macchine innovative (il primo aereo scuola elettrico di serie e un quadriposto ibrido), conquistando tre premi NASA Cafe Foundation. Il terzo errore: pensare che pilotare una macchina volante sia una cosa per piloti o per gente dal fisico perfetto, che in qualche modo non sia interessante per il progettista. Niente di più falso. Un allievo ingegnere aeronautico che svolga attività di aeromodellismo dinamico (radiocontrollato), diverrà automaticamente appetibile per un’azienda di droni perché già consapevole delle caratteristiche proprie di queste macchine; chi consegue l’attestato di pilota sportivo o di aliante (parliamo di investimenti di circa 3-4.000 euro), si troverà molto più avanti dei compagni di corso. Non è soltanto il pilotaggio in sé (ovvero riconoscere il comportamento e le caratteristiche delle forme nell’aria), a contribuire alla formazione dell’ingegnere, quanto il dover controllare la macchina volante prima di ogni decollo, la frequentazione dell’ambiente aeronautico (un mondo piccolo, in Italia) e lo studio lento e crescente di una materia che all’università non si insegna e che non ha un equivalente nella lingua italiana: AIRMANSHIP – ovvero la capacità dell’individuo di stare accanto e comprendere la macchina volante dal 24/

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punto di vista fisico, matematico e meccanico, progettuale e aerodinamico, sistemistico, energetico. Senza spaccarsi la testa con equazioni, utili al computer, ma poi da validare in mezzo a un prato. Fra l’altro, tutti i nostri grandi progettisti di aeroplani - Macchi, Frati, Bazzocchi, Gabrielli, Campini, Pascale - sono o sono stati anche piloti. Nonsolovolo Il punto è che oggi mentre nell’automobile, nel treno, nella moto o nella barca ci si imbatte con una certa facilità, l’aeroplano lo si deve andare a cercare. E a poco vale andare a vedere le Frecce Tricolori, perché sarebbe come voler studiare per fare l’allenatore di calcio guardando soltanto la Nazionale in televisione. Gli “aerospaziali” trovano lavoro spesso anche in altri campi: i materiali usati per le macchine volanti hanno ambiti di applicazione che vanno dalla biomedica alle vasche idromassaggio; i fluidodinamici sono ambiti dall’oggi trainante settore dell’Oil&Gas/Energy, i sistemisti dalla robotica, fino alla sensoristica e alla componentistica per l’automotive, dall’energetica e oltre. Basti pensare che il settore Oil&Gas sta praticamente tenendo in piedi il settore elicotteristico civile mondiale: la necessità di costruire piattaforme per l’estrazione del crude oil sempre più al largo dalle coste, ha creato la domanda di elicotteri sempre più capienti e con autonomia maggiore, nonché dotati di sistemi che consentano di compiere la missione anche nel brutto tempo. Ecco che una forma di ingegneria ne ha trainata un’altra altrettanto interessante. Chi scrive si è sempre dedicato alla micro nicchia delle prove in volo; di quelli che vengono chiamati “Flight Test Engineers”. Una specialità che sta evolvendo, sempre più spesso a terra a osservare la telemetria piuttosto che alla vecchia maniera, con carta e penna seduti dietro o accanto al pilota, a impostare dati per le manovre e riportare i risultati, le anomalie, eccetera. Ebbene: anche in questo campo, sapere come piazzare un sensorarray per la misura degli sforzi, una termocoppia o un sensore di pressione, movimento, accelerazione o di flusso, come integrare i dati, trasmetterli e quindi effettuare quelle “riduzioni di calcolo” che permettono di comprendere che cosa accade e perché, è un lavoro affascinante che spesso deve essere compiuto in zone climaticamente estreme, lontane dalla quotidianità, fredde o calde, che implica viaggi e una modalità di lavoro dinamica. In Italia non esiste una specializzazione post universitaria per diventare Test Engineers, come non esiste una scuola civile per collaudatori. Così, quando è necessario certificare il Test Engineer (Easa sta per emettere la disposizione per le aziende aeronautiche) bisogna spendere 60-70.000 euro per inviare i giovani ingegneri in Inghilterra o negli Usa. Ma a questo, volendo, si potrebbe ancora rimediare.


Qui Ordine GENOVA

LA SINTESI DELLA RELAZIONE DEL BILANCIO 2014 E 2015 GIANLUIGI CALZETTA Tesoriere Ordine Ingegneri Genova ENTRATE - Il consuntivo della gestione economico-finanziaria dell’Ordine degli Ingegneri di Genova per il 2014 presenta al capitolo Entrate di competenza proventi per un importo complessivo di € 655.082,26, che al netto delle partite di giro pari a € 10.599,18, risulta di 644.483,08 €, a fronte della stima del Bilancio di 652.000,00 euro. L’analisi delle voci del capitolo comporta le seguenti annotazioni: a) il raffronto con il consuntivo dell’esercizio 2013 registra una diminuzione di 1.795,05 euro, coerente con le previsioni di entrata (644.483,08 € effettivi contro 652.000,00 di previsione). b) per altri proventi si è contato positivamente sui servizi della Segreteria agli iscritti, che registrano alla voce “taratura parcelle” un importo di € 4.455,25, superiore a quanto previsto (2.000,00), evidenziando come la situazione economica generale negativa e i conseguenti mancati pagamenti per prestazioni svolte, impongano il passaggio in commissione taratura ai fini dell’emissione del decreto ingiuntivo di pagamento; si confermano le previsioni di entrata per i diritti di segreteria (1.626,13, di poco inferiori ai 1.800,00 previsti); c) ulteriori proventi derivano dalla gestione finanziaria, che ha determinato interessi attivi su banche per 5.489,10 euro, inferiori all’anno precedente (7.805,88) per la continua diminuzione degli interessi sui conti correnti, determinati dalla allocazione della liquidità sui c/c in essere presso Popso e S. Paolo. Riguardo i proventi finanziari su titoli, non essendovi state smobilitazioni, non sono maturati interessi liquidi. I titoli seguono il trend positivo di aumento unitario, con un plusvalore di circa 23.311 euro, (21.092,00 nel 2013) prudenzialmente non iscritto a bilancio. USCITE – A questo capitolo il consuntivo 2014 presenta l’importo complessivo di € 620.759,60, che al netto delle partite di giro pari a € 10.599,18, risulta di 610.160,42 euro, a fronte della stima del Bilancio di 652.000,00 €. I punti caratterizzanti il capitolo Uscite sono: a) attività istituzionale e di promozione dell’Ordine, € 167.010,12; b) oneri di struttura per il personale, inclusi gli accantonamenti per il TFR, € 124.211,13; c) costi di esercizio (spese postali e telefoniche), € 8.028,88; d) costi di conduzione degli uffici sede e Tigullio, € 70.584,32 comprensivi dell’importo di 3.685,58, quota residua a saldo dopo la chiusura dello Sportel-

lo di Chiavari decisa nel 2013. e) costi per beni e servizi, assicurazioni, oneri tributari, € 135.360,40; f) oneri di contribuzione al CNI, € 118.325,00. Per l’attività istituzionale dell’Ordine sono stati utilizzati accantonamenti dedicati, segnatamente il fondo Partecipazione a eventi culturali, già implementato negli anni precedenti per gli scopi prefissati. RISULTATO DI GESTIONE - Il Consuntivo della gestione economico-finanziaria dell’Ordine per l’Esercizio 2014 chiude, al netto degli accantonamenti di legge e di quelli prudenzialmente disposti per sussistenti ed emergenti impegni d’Istituto, nonché di imprevisti a futuri Esercizi, con il risultato positivo di 7.895,00 Euro. Bilancio di previsione 2015 ENTRATE - Il bilancio di esercizio 2014 ha confermato una regolarità di gestione evidenziando che l’operato dell’Ordine è coerente con gli obbiettivi definiti dal Consiglio e dal CNI: erogazione della maggior quantità di servizi possibile in funzione delle risorse disponibili. Per il 2015 le Entrate complessive stimate sono pari a 650.000 euro. I contributi associativi annuali degli Iscritti che costituiscono la risorsa economica fondamentale dell’Ordine, intervengono per 636.531,00 € (97,9% dei proventi totali attesi: importo è stimato sulla base di 4.733 Iscritti al 1° gennaio 2015 e sulla previsione di nuove iscrizioni nel corso dell’anno di 68 nuovi Colleghi a quota ridotta e 34 Colleghi a quota intera, e di 63 Colleghi al secondo anno di iscrizione con quota ridotta di 52,00 euro). Il Consiglio ha deciso di mantenere invariata la quota associativa intera di 135,00 Euro e quella ridotta di 52,00 euro a favore dei giovani ingegneri, e di mantenere tale facilitazione al secondo anno di iscrizione, viste le difficoltà lavorative e professionali già evidenziate di primo impiego per i giovani iscritti. È confermato l’esonero dal pagamento della quota per i 98 Senatori dell’Ordine non esercitanti. La cifra complessiva prevista alla voce contributi asso-

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Qui Ordine

ciativi è comunque al netto di un importo pari al 2-3%, conseguente alla propensione alla morosità di un numero non trascurabile di Colleghi che l’esperienza ormai maturata costringe a sottolineare anche in questa sede (e che purtroppo è destinata ad aumentare) in situazione di crisi generale. Proventi per un totale di 5.800,00 euro (0,9%), derivano da prestazioni di servizi agli Iscritti, diritti di Segreteria e taratura parcelle, e 5.000,00 € (0,8%) da interessi bancari attivi. Per la gestione finanziaria su titoli, caratterizzata da assoluta prudenza di approccio, essendo riferita a fondi monetari bancari correlati ad obbligazioni e titoli pubblici, ragionevolmente non a rischio, non si prevedono smobilizzazioni. USCITE - Quelle ordinarie si articolano in più paragrafi che distinguono le spese correnti e gli investimenti in conto capitale e di mantenimento patrimoniale, proiettandosi questi ultimi sui futuri Esercizi. Sono evidenziati gli oneri di struttura e di esercizio corrente, gli impegni istituzionali (tutela e valorizzazione della figura dell’Ingegnere, promozione dell’Ordine, aggiornamento professionale), le contribuzioni annuali istituzionali (CNI, FROL), le previsioni di accantonamento. Tra le Uscite correnti sono sostanzialmente determinate le voci relative a: a) attività istituzionale di promozione dell’Ordine, con un impegno di 177.000,00 Euro (27,2%), volta alla tutela, valorizzazione e sostegno della professione, promozione e presenza dell’Ordine sul territorio, convegni, corsi di aggiornamento professionale; comprende il contributo alla Federazione Regionale Ordini Ingegneri della Liguria (FROIL) e la pubblicazione del mensile A&B - Atti & Bollettino; b) costi del Personale, inclusi gli accantonamenti TFR per 121.100 Euro (18,6%); c) costi di esercizio (spese postali e telefoniche) per 9.000,00 euro (1,4 %); d) costi per beni e servizi, assicurazioni, tributari per circa 130.750,00 euro (20,1%), costituiti, relativamente a beni e servizi, a materiale per ufficio, libri, giornali, collaborazioni per l’informatizzazione, compensi a terzi per consulenze e assistenze; e) costi conduzione degli uffici della Sede di Genova per circa 73.825,00 € (11,4%); per la Sezione Tigullio, non più attiva in quanto il Consiglio ne ha deliberato la chiusura, si prevede un importo di 2.000 euro per residui di spesa; f) contributi al CNI per un importo di 118.325 euro (18,2% dei proventi da quote). Il Fondo di riserva per imprevisti è stato fissato in 5.000 euro. Uscite in conto capitale: è prevista una spesa di 10.000 euro (1,5%) per l’acquisto di beni patrimoniali, mobili e arredi per uffici, computer e software. Per le Uscite, si sottolinea la volontà del Consiglio di partecipare attivamente a Congressi e Convegni, sia dal punto di vista finanziario che operativo. Con la Scuola Politecnica dell’Università di Genova ven26/

- n. 9 - Settembre 2015

gono sistematicamente organizzate specifiche iniziative tecnico-culturali. Ingegneri dell’Ordine partecipano, quali commissari, agli Esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della Professione. I componenti del Consiglio sono presenti in specifiche Commissioni del CNI (Scuola Superiore di Formazione, Commissione Esteri, Commissione Deontologia). Le previsioni di uscita consentono di ottemperare all’obbligo dell’aggiornamento della competenza professionale, imposto dalle recenti disposizioni legislative (corsi, spese per acquisto di beni e servizi). Il Consiglio ha ribadito la volontà di erogare i corsi base in forma gratuita e quelli di specializzazione a costi contenuti. Sono considerati all’interno delle uscite correnti le spese per il funzionamento del Consiglio di disciplina. In conclusione, le Uscite 2015 ammonteranno complessivamente a 650.000 euro a fronte di un importo stimato al capitolo entrate di 650.000 euro. Il pareggio di Esercizio dell’Ordine, istituzionalmente Ente Pubblico non economico, è quindi obbiettivamente raggiunto in sede previsionale.


Qui Ordine BILANCIO

TUTTI I NUMERI DI IMPERIA ENRICO INGENITO Tesoriere Ordine Ingegneri Imperia Per quanto riguarda le Entrate, il Bilancio consuntivo 2014 si chiude ad € 135.428,20; rispetto al preventivo assestato di € 123.828,00 vi è dunque una differenza positiva di 11.600,00 euro. La differenza positiva risponde principalmente alla gestione dell’attività formativa che ha riscontrato una notevole partecipazione degli iscritti. In relazione al

capitolo delle Uscite, il consuntivo è stato chiuso ad € 109.308,07, con una sensibile riduzione delle spese correnti rispetto al preventivo assestato del 2014. Le risorse dell’avanzo di bilancio sono state destinate, nelle previsioni di competenza 2015, principalmente all’attività formativa, ciò al fine di migliorarne la qualità ed il servizio.

TABELLA BILANCIO CONSUNTIVO AL 31 DICEMBRE 2014 E PREVENTIVO 2015 Codice Denominazione Titolo Categoria

Preventivi di competenza 2014 assestate

Consuntivo 2014

Differenze

Previsioni di competenza 2015

ENTRATE Titolo I - Entrate correnti 1

1

1

5

1

7

1 1

8 10

Aliquote contributive a carico dei datori di lavoro e/o degli iscritti Quote annuali Quote partecipazione a corsi Trasferimenti da parte dei comuni e delle province Entrate derivanti dalla vendita di beni e dalla prestazione di servizi Interessi bancari Entrate non classificabili in altre voci TOTALE ENTRATE COMPLESSIVE

€ 115.550,00

€ 127.870,00

€ 12.320,00

€ 115.000,00

€ 96.300,00 € 19.250,00 € 0,00

€ 96.300,00 € 31.570,00 € 0,00

€ 12.320,00

€ 95.000,00 € 20.000,00 € 0,00

€ 278,00

€ 857,22

€ 579,22

€ 0,00

€ 0,00 € 2.000,00 € 117.828,00

€ 0,26 € 4.285,80 € 133.013,28

€ 0,26 € 2.285,80 € 15.185,28

€ 0,00 € 2.000,00 € 117.000,00

Entrate aventi natura di partite di giro

€ 6.000,00

€ 2.414,92

-€ 3.585,08

€ 6.000,00

TOTALE GENERALE

€ 123.828,00

€ 135.428,20

€ 11.600,20

€ 123.000,00

€ 12.350,00 € 36.800,00 € 20.450,00 € 31.500,00 € 2.250,00 € 3.604,00 € 2.724,00

€ 12.323,67 € 36.582,00 € 15.607,66 € 30.379,33 € 2.024,08 € 2.250,33 € 1.548,86

-€ 26,33 -€ 218,00 -€ 4.842,34 -€ 1.120,67 -€ 225,92 -€ 1.353,67 -€ 1.175,14

€ 11.500,00 € 37.000,00 € 17.800,00 € 38.500,00 € 2.150,00 € 3.650,00 € 2.200,00

€ 109.678,00

€ 100.715,93

-€ 8.962,07

€ 112.800,00

€ 4.000,00

€ 3.979,26

-€ 20,74

€ 2.000,00

€ 4.150,00

€ 2.197,96

-€ 1.952,04

€ 2.200,00

€ 8.150,00

€ 6.177,22

-€ 1.972,78

€ 4.200,00

Uscite aventi natura di partite di giro

€ 6.000,00

€ 2.414,92

-€ 3.585,08

€ 6.000,00

TOTALE GENERALE

€ 123.828,00

€ 109.308,07

-€ 14.519,93

€ 123.000,00

Titolo IV - Partite di giro 4

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USCITE Titolo I - Uscite correnti 1 1 1 1 1 1 1

1 2 4 5 7 8 10

Uscite per gli organi dell'ente Oneri per il personale in attività di servizio Uscite per l'acquisto di beni di consumo e servizi Uscite per prestazioni istituzionali Oneri finanziari Oneri tributari Uscite non classificabili in altre voci TOTALE USCITE CORRENTI

Titolo II - Uscite in conto capitale 2

11

2

15

Acquisizione di beni di uso durevole ed opere immobiliari Indennità di anzianità e similari al personale cessato dal servizio TOTALE USCITE IN CONTO CAPITALE

Titolo IV - Partite di giro 4

22

n. 9 - Settembre 2015 -

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Qui Ordine BILANCIO

LA SPEZIA CONSUNTIVO 2014 E PREVENTIVO 2015 CLAUDIA BEDINI Tesoriere Ordine Ingegneri La Spezia L’anno 2014 ha visto l’Ordine della Spezia impegnato nel raggiungimento di un nuovo obiettivo, quello di poter occupare una sede adeguata alle esigenze istituzionali e in particolare alle esigenze della formazione permanente. Da gennaio 2015 la nuova sede, sita in Via Vittorio Veneto 99, rappresenta un importante obiettivo raggiunto in quanto risponde alle esigenze dimensionali e ad esigenze di razionalità: è capace di ospitare corsi con grande frequentazione e contemporaneamente è distribuita in modo che gli spazi dedicati all’attività istituzionale siano più razionali. Così l’Ordine potrà essere in grado di soddisfare tutte le tipologie di corsi grazie anche alle attrezzature multimediali che sono state installate, capaci di trasmettere lezioni in video-conferenza e in streaming. La nuova sede – che come impegno economico avrà rappresentanza sia nel 2014 che nel 2015 - permetterà di organizzare corsi per la formazione continua relativi a tutti settori dell’ingegneria: civile, ambientale, industriale e dell’informazione. Quanto sopra non ha minimamente gravato sulla parte istituzionale, sia come supporto agli iscritti per le necessità istituzionali, sia con riferimento all’impegno economico. Il 2015 vede anche due importanti novità normative, che sono già entrate a regime, con le quali il nostro Ordine deve ovviamente convivere: la prima, riguarda gli 28/

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Ordini professionali che sono stati equiparati agli enti pubblici, per la parte relativa alla fatturazione elettronica passiva, comportando un importante aggravio organizzativo in capo all’amministrazione ed alla segreteria; la seconda è rappresentata dall’obbligo alla trasparenza che si concretizza con la pubblicazione in rete di documentazione riguardante il nostro Ordine e la compilazione di nuovi regolamenti che saranno anch’essi disponibili e consultabili nel nostro sito web. Infine per il pagamento delle quote, il Consiglio ha deliberato di affidarne la riscossione ad Equitalia Nord Spa: tale decisone è maturata in quanto le soluzioni precedenti non hanno mai garantito la necessaria affidabilità richiesta da un Ordine professionale.


Qui Ordine SAVONA

BILANCIO IN LINEA CON GLI ANNI PRECEDENTI DIEGO PASTORINO Tesoriere Ordine Ingegneri Provincia di Savona L’anno 2014 si è chiuso con un sopravanzo superiore ai 16.000 euro, ovvero in linea con quanto accaduto negli anni precedenti. Il risultato è importante alla luce dei maggiori costi sostenuti per garantire l’erogazione (e relativa gestione) dei Corsi di Formazione completamente gratuita per gli iscritti, nonché gli investimenti per la creazione delle basi della nuova piattaforma tecnologica. Gli extra costi sono stati bilanciati grazie all’oculata gestione del patrimonio che ha garantito un utile

anche in una contingenza di tassi prossimi a zero, all’esaurimento di alcuni ammortamenti relativi alla sede dell’Ordine ed al recupero di alcune delle quote in mora. Proprio su quest’ultimo punto oltre che sulla riorganizzazione di processi interni si sta puntando nel 2015 per garantire ancora maggiori fondi per le attività rivolte direttamente agli iscritti senza ulteriori oneri per gli stessi. Ultima nota, relativa al nuovo regolamento di contabilità in fase di approvazione finale.

n. 9 - Settembre 2015 -

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Qui Ordine

FEDERAZIONE REGIONALE DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERI DELLA LIGURIA Piazza della Vittoria, 11/10 – 16121 Genova - C.F. 95045940103 www.federazioneingegneri.liguria.it -PEC federazione.liguria@ingpec.eu

Presidente Maurizio Michelini (GE); Segretario Claudio Firpo (GE); Consiglieri Domenico Pino (IM), Giuseppe Anselmo (IM), Fulvio Ricci (SV), Nicola Berlen (SV), Roberto Orvieto (GE), Marco Sartini (GE), Paolo Caruana (SP), Claudia Bedini (SP). ISCRITTI COMPLESSIVI ALBI PROFESSIONALI INGEGNERI LIGURIA Sezione A 6.898 - Sezione B 236 – TOTALE 7.134 (di cui 6.179 uomini e 955 donne)

GENOVA

Piazza della Vittoria, 11/10 16121 Genova Tel. 010.593840 - 010.593978 Fax 010.5536129 - C.F. 80039470101 www.ordineingegneri.genova.it PEC ordine.genova@ingpec.eu ordine@ordingenova.it info@ordineingegneri.genova.it

IMPERIA

Via della Repubblica, 11 18038 Sanremo (Imperia) Tel e Fax 0184.530799 - C.F. 81001410083 www.ordineingegneriimperia.it PEC ordine.imperia@ingpec.eu info@ordineingegneriimperia.it loredana@ordineingegneriimperia.it

Presidente Roberto Orvieto Vice Presidenti Domenico Muccio Palma, Marco Sartini Segretario Roberto Zanardi Tesoriere Gianluigi Calzetta Consiglieri Arturo Antonelli, Laura De Biasio, Andrea Del Grosso, Claudio Firpo, Diego Fonsa, Riccardo Franchini, Maurizio Michelini, Mauro Nalin, Silvio Rossi, Aldo Signorelli.

Presidente Domenico Pino Segretario Mauro Ausonio Tesoriere Enrico Ingenito Consiglieri Giuseppe Anselmo, Fiorenzo Borro, Simone Di Marcoberardino, Lorenzo Falciola, Gianluigi Pancotti, Riccardo Restani, Fabio Sappia, Gian Paolo Trucchi.

ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE Sezione A 4.627 - Sezione B 113 TOTALE 4.740 (di cui 4.115 uomini e 625 donne) al 31 agosto 2015

ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE Sezione A 480 - Sezione B 18 TOTALE 498 (di cui 434 uomini e 64 donne) al 31 agosto 2015

LA SPEZIA

Via Vittorio Veneto, 99/2 - 19124 La Spezia Tel. e Fax 0187.732768 - C.F. 80017220114 www.ordineingegnerilaspezia.it PEC ordine.laspezia@ingpec.eu segreteria@ordineingsp.com ordine.laspezia@ingsp.eu

SAVONA

Corso Italia, 8/11 - 17100 Savona Tel. 019.822678 e Fax 019.822696 C.F. 80003460096 www.ordineingegnerisavona.it PEC ordine.savona@ingpec.eu ingegneri.savona@ordineingegnerisavona.it

Presidente Paolo Caruana Vice Presidente Daniele Guerrieri Tesoriere Claudia Bedini Segretario Marco Fanton Consiglieri Michele Codeglia, Stefano Fusi, Riccardo Marangoni, Stefano Pasquali, Simone Tesconi, Marco Vescovi, Gianfranco Zucconi.

Presidente Fulvio Ricci Vice Presidente Nicola Berlen Tesoriere Diego Pastorino Segretario Maria Alessandra Binaghi Consiglieri Diego Bergero, Franca Briano, Daniele Cabrini, Gabriele Calzavara, Claudio Gagliolo, Marcello Macciò, Danilo Muraglia.

ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE Sezione A 711 - Sezione B 29 TOTALE 740 (di cui 652 uomini e 88 donne) al 31 agosto 2015

ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE Sezione A 1.080 - Sezione B 76 TOTALE 1.156 (di cui 978 uomini e 178 donne) al 31 agosto 2015

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mail box «Attraverso la formazione è possibile colmare le lacune universitarie? Meglio un buon corso, essere autodidatta o esistono sono altri percorsi di specializzazione?»

STUDIO ED ESPERIENZA DI PARI PASSO MA SENZA CERCARE INUTILI SCORCIATOIE Ing. Simone Costa - Sono un giovane ingegnere meccanico, specializzato in termoenergetica ed impianti presso l’Università genovese ed esercito la libera professione, in particolare nei seguenti campi: temotecnica, energetica e prevenzione incendi. Occupandomi di energetica, vorrei ampliare la mia cultura di progettazione impiantistica agli impianti elettrici. Ho fatto un paio di esami di elettrotecnica durante il mio percorso di studi universitari, al secondo e terzo anno, ma come sapete non sono sufficienti per essere un buon progettista elettrotecnico. La formazione universitaria è utile per fondare in noi stessi basi solide per un adeguato approccio alle relative materie. L’attività lavorativa richiede poi ben altro, oltre a tali basi, in particolare aggiornamento normativo. Sto cercando un corso di formazione tecnica base professionale in progettazione di impianti elettrici, per colmare lacune universitarie essendo io un meccanico, dopodiché altri corsi di approfondimento. Cosa mi consigliate? Seguire appositi corsi di formazione tecnica professionale (nel caso vi chiedo di suggerirmene alcuni), fare l’autodidatta con norme, manuali, testi universitari, ecc. o seguire un percorso migliore? Ho già visto nel mio settore che tra università e lavoro c’è un abisso quindi non credo che la soluzione sia una laurea in ingegneria elettrica/elettrotecnica. Vogliate prendere questa mail anche come un invito/ stimolo ad organizzare corsi di formazione tecnica professionale di base per giovani ingegneri se riteniate sia il caso (progettazione impiantistica elettrotecnica, termotecnica, antincendio, ecc.) non solo sicurezza rspp cantieri vvf lavori pubblici certificazione energetica. (Anche qualcosa di più tecnico, dimensionamenti, scelta di componenti, materiali, ecc. Non vediamolo come un passo indietro e se anche fosse che c’è di male?). È vero che uno si può cercare fior fior di testi, manuali, norme ecc. e studiarseli, ma allora se è per questo anche sulla sicurezza (Dlgs 81/08 e smi) ed altro. Ho visto che il consiglio nazionale dei periti è molto attivo in questo ambito insieme a CEI, CIG, CTI. Non fac-

ciamo gli orgogliosi perché siamo ingegneri, un bagno di umiltà fa sempre bene, credo che ci sia sempre da imparare per tutti. Mi ripeto: l’università getta le basi poi ognuno nella vita fa le sue scelte e c’è bisogno anche di un supporto di questo tipo secondo me. Sperando di essere stato utile oltre che a me anche a tutti i colleghi, vi ringrazio infinitamente, mi complimento con Voi perché siete un Consiglio giovane e pieno di iniziative valide forti ed importanti e quindi sono certo di poter contare su di Voi.. Risponde l’ing. Claudio Firpo, segretario Froil e responsabile Formazione Ordine di Genova - Il DPR 328/2001 impone la scelta del settore di esercizio professionale ai giovani Colleghi, che spesso hanno anche un moderno orientamento consumistico (“qual è la formula per risolvere il problema?”), più vicino all’anglosassone engineer (engine = motore, rimanda a manutentore) che all’Italiano “ingegno” (dal latino ingenium). La formazione formale (università), per mia esperienza in Liguria, conserva un orientamento metodologico, che favorisce lo sviluppo del DNA dell’Ingegnere: approccio integrato, identificazione dei problemi, progettazione delle soluzioni. Agli antipodi di nozioni e formulette. Se sono Ingegnere Meccanico come posso diventare Ingegnere Elettrotecnico? Con il percorso ufficialmente previsto: chiedo il riconoscimento di esami fondamentali comuni, frequento i necessari insegnamenti addizionali e supero i relativi esami. Idem per diventare Ingegnere Civile Ambientale. Invito il Collega a pensare ad un amico che sia laureato in Ingegneria Elettrica e voglia diventare Ingegnere Meccanico: saranno sufficienti un paio di corsi di aggiornamento? L’aggiornamento della competenza professionale mantiene e fa evolvere le competenze, anche normative, non si sostituisce all’apprendimento formale. Si potrebbe iniziare a lavorare assieme a Colleghi più esperti, sviluppare esperienza e competenza, anche di project management. La prestazione energetica degli edifici abbraccia tutti i settori e sta diventando sempre più chiaro il fabbisogno di prestazioni inter-disciplinari. Ognuno potrebbe firmare il sotto-progetto di propria competenza, per fornire un progetto integrato. n. 9 - Settembre 2015 -

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Sommario

SOMMARIO 1 Il Rullo... di Rolli Vignetta a cura di S. Rolli 2 Post-Rullo Il nostro ruolo di professionisti per la cultura e la prevenzione - M. Michelini 4 Editoriale Ecco perché alcuni Ordini Provinciali rischiano di sparire - P. Caruana 7 Punti di vista L’ingegnere, risorsa vitale per il successo dell’industria - Silvio Rossi 8 Random 11 Qui Federazione 11 Autorizzazione sismica preventiva intesa tra l’Ordine e la Provincia di Imperia - D. Pino 12 Il forte richiamo dell’ordine nella vicenda bitume a savona 13 Cover 13 Resilienza, difesa contro i disastri - G. Sansalone 15 Dissesto idrogeologico: «Piccoli Comuni in prima linea» - G. Danieli 17 La “vedetta” della pioggia che misura l’acqua cadente - D. caviglia 19 Professione 19 Fra app e corsi aziendali le tappe raggiunte dai CFP - C. Firpo 20 Le soluzioni dell’ingegneria in due cantieri all’avanguardia - A. Novelli 21 dalla spezia in cina progetta fabbriche “pulite” - G. Sansalone 23 I mestieri da prendere al volo dagli ingegneri aerospaziali - S. Barlocchetti 25 Qui Ordine Bilanci 25 Genova, la sintesi della relazione del bilancio 2014 e 2015 - G. Calzetta 27 Tutti i numeri di Imperia- E. Ingenito 28 La spezia, consuntivo 2014 e preventivo 2015 C. Bedini 29 Savona, bilancio in linea con gli anni precedenti D. Pastorino 30 La Federazione e gli Ordini provinciali della Liguria 31 Mail Box

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n. 9 - Settembre 2015

A&B - Atti e Bollettino di Informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria Mensile della Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Liguria - Codice Fiscale 95045940103 PEC: federazione.liguria@ingpec.eu www.federazioneingegneri.liguria.it Presidente: Maurizio Michelini (Ge) Segretario: Claudio Firpo (Ge) Consiglieri: Giuseppe Anselmo (Im), Claudia Bedini (Sp), Nicola Berlen (Sv), Paolo Caruana (Sp), Roberto Orvieto (Ge), Domenico Pino (Im), Fulvio Ricci (Sv), Marco Sartini (Ge) Reg. Tribunale Genova n. 64 del 25 marzo 1949 Anno LXVI N. 9 – Settembre 2015 Chiuso in redazione il 26 settembre 2015 In attesa variazione periodicità Direzione e Redazione: Piazza della Vittoria, 11/10 - 16121 Genova rivista@federazioneingegneri.liguria.it Editore, impaginazione, stampa: Nuova Grafica LP Via Pastorino, 200-202 r - 16162 Genova PEC: nuovagraficalp@legalmail.it www.promogenova.it/grafica-lp/ Direttore Responsabile: Gianfranco Sansalone Hanno collaborato: Sergio Barlocchetti, Claudia Bedin, Gianluigi Calzetta, Paolo Caruana, Daniele Caviglia, Giulia Danieli, Claudio Firpo, Enrico Ingenito, Maurizio Michelini, Andrea Novelli, Roberto Orvieto, Diego Pastorino, Domenico Pino, Stefano Rolli, Silvio Rossi, Roberto Zanardi, Luca Zennaro In copertina: Un’immagine del disastro causato dall’esondazione dello Scrivia a Montoggio la notte del 14 settembre (foto Luca Zennaro) Grazie per la collaborazione alle segreterie degli Ordini degli Ingegneri di Genova, Imperia, La Spezia e Savona Progetto editoriale: Agenzia Aba News abanews@abacomunicazione.it www.abacomunicazione.it Progetto grafico: Movie & Fashion Group Srl info@moviefashiongroup.com www.moviefashiongroup.com Di questo numero, scaricabile in pdf dal sito della Federazione, vengono spedite 10.500 copie cartacee a tutti gli iscritti agli Albi degli Ingegneri della Liguria, alle pubbliche istituzioni, ai giornalisti e ai soggetti di interesse per la categoria. La riproduzione, anche parziale, del testo e delle immagini è consentita purché siano espressamente e citati la fonte e gli autori. È vietato riprodurre, anche in modo parziale, l’impaginazione grafica senza espressa autorizzazione della proprietà Le immagini riprodotte sono della Federazione, di autori o di archivi regolarmente consultati, o sono state reperite presso fonti pubbliche e libere. I marchi citati appartengono ai rispettivi proprietari. Nel caso non sia stato possibile rintracciare eventuali detentori di diritti, l’editore si dichiara disponibile ad adempiere ai propri obblighi. Il prezzo dell’Abbonamento è compreso nella quota di iscrizione annuale per gli iscritti agli albi provinciali dell’Ordine, le copie in abbonamento a titolo oneroso sono in percentuale non inferiore al 50% del totale delle copie spedite


Guido Carosini, Filippo e Francesco Parodi AGENZIA GENERALE DI GENOVA

Piazza Dante 8/4 - Genova - tel. 0105957567 e-mail: roberto.meschia.510@agenzie.realemutua.it

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