A&B n. 03 anno 2020

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Il recupero crediti verso la P.A. si “avvicina” così

Docenti universitari e anche liberi professioniti: il punto

Quelle piste ciclabili che ci “portano” in Europa

Ingegneri al Nautico con tre eventi tecnici

ISSN 2611-2337

ESCE DAL 1946 REGISTRATO NEL 1949

Atti e Bollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria

n. 3 I luglio-settembre 2020

Elezioni: la corsa al Palazzo. Gli Ingegneri chiedono riforme, sviluppo, sicurezza Speciale: 3 agosto, il giorno del Ponte San Giorgio Verso i primi 100 giorni di ritorno alla normalità Trimestrale di informazione a cura dell’Ordine degli Ingegneri di Genova

Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento PostaleDL353/2003(Conv.InL.27/02/04)Art.1Comma 1-MP-NO/TRIMESTRALE-GENOVAANNOLXXI-N.3/2020



il rullo di Rolli

Stefano Rolli Vignettista satirico

PIOVE, GOVERNO LADRO! DENUNCIAMOLO... “Piove, governo ladro!”. Non è chiaro chi abbia ideato per primo questa espressione, ma in molti la attribuiscono alla vignetta di Casmiro Teja sulla rivista satirica “il Pasquino” (18561930). Erano raffigurati tre mazziniani che si riparavano dalla pioggia, con questa imprecazione. Uno sfogo ironico di malcontento che attribuisce al potere costituito la colpa di tutto ciò che ci dà fastidio, addirittura anche la pioggia. E se qualcuno lo prendesse sul serio? Se ogni volta che piove fosse presentato all’Autorità Giudiziaria un esposto contro il Presidente del Consiglio? Oppure contro un prete, per abuso della

credulità popolare, reo di sostenere in pubblico che Gesù è esistito? Beh, questo è successo davvero: nel 2002, ad un parroco di Viterbo, con tanto di iscrizione nel registro degli indagati e archiviazione definitiva del Gip nel 2006. Un atto dovuto, certo, che ha anche visto la condanna del querelante al pagamento di 1.500 euro, ma è preoccupante che la nostra società non riesca a sviluppare gli anticorpi per evitare che simili richieste demenziali abbiano seguito e portino via tempo alla Giustizia. E quel che è grave è che quel signore vota, anzi, magari si candida, come molti altri suoi simili che

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contestano la forma della terra, le leggi della fisica e altre conquiste scientifiche di civiltà. Tutti ingegneri quando crolla un ponte e tutti medici quando c’è una pandemia, esperti da tastiera che, però, fanno danni, perché i media tendono a dare loro spazio, favoriti da un semplicismo sempre più dilagante che premia chi “parla alla pancia” della popolazione. Ma attenzione: stimolando il cervello o il cuore si possono ottenere idee ed emozioni, ma stimolando la pancia… M.M.

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l’edito riale

Felice Lombardo Direttore Editoriale

Regione: Ascolteremo chi saprà ascoltare Il programma che gli Ingegneri propongono a tutti i candidati Presidente alle elezioni del 20 e 21 settembre. Diversi i nostri colleghi che hanno deciso di presentarsi in vari collegi e schieramenti: una preziosa occasione per portare l’ingegneria nelle Istituzioni, al di là delle idee e delle posizioni politiche diverse. Le urne rimarranno aperte domenica 20 (dalle ore 7 alle 23) e lunedì (dalle 7 alle 15). Così come nel 2015, anche in occasione di questa tornata elettorale per il rinnovo dei vertici politici regionali, la nostra rivista dedica uno “speciale” per far conoscere a tutti i dieci candidati Presidente, e ai loro sostenitori, la posizione degli Ingegneri, di qualunque partito o schieramento facciano parte. “I nostri si e i nostri no”, aveva titolato questo giornale cinque anni fa, intendendo con questo dire che non abbiamo preclusioni di sorta verso nessuno, così come non siamo tifosi di nessuno; l’unico interesse è quello di essere considerati parte attiva nell’ambito del processo decisionale che preventivamente sottende alla stesura dei provvedimenti legislativi di natura tecnica e non dopo che sono stati definiti attraverso un “veloce passaggio in commissione”, giusto per dimostrare che è stato assunto formalmente anche il parere delle categorie interessate. Come è ovvio che sia, i nostri “si”, ovvero il nostro consenso, arriverà se i provvedimenti terranno conto della competenza, del confronto, dei pareri, fermo restando che la responsabilità delle decisioni debba ricadere inevitabilmente sulla politica. I nostri “no”, cioè il “pollice verso”, la nostra opposizione, il nostro dovere di fare quanto è nelle nostre possibilità per modificare eventuali decisioni e norme ritenute tecnicamente sbagliate o di difficile applicazione pratica, continueremo a manifestarli con forza - come è successo nel passato – e nei confronti di chiunque si troverà al posto di comando, perché è la legge stessa che impone nella “mission” dell’Ordine la tutela e la sicurezza dei cittadini. Pertanto, anche in questa occasione, oltre a illustrare le nostre proposte sul piano del valore dell’ingegneria nella ricerca di soluzioni - dall’urbanistica alla semplificazione normativa, dall’applicazione del metodo prestazionale ai pareri gratuiti che come

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Ordine offriamo alla Pubblica Amministrazione su loro specifica richiesta, secondo quando previsto dal Regio Decreto fondativo dell’Ente Pubblico Professionale - facciamo il punto della situazione individuando le criticità territoriali grazieal

contributo offerto dai Presidenti degli Ordini degli Ingegneri della Liguria. La risposta all’appello della rivista sintetizza criticità e priorità d’intervento nella propria provincia, nello spirito di offrire ai futuri amministratori spunti ed elementi su cui basare il proprio impegno nei confronti degli elettori nell’interesse della collettività. Una novità, rispetto alla scorsa occasione, è la presentazione sia dei candidati presi-

denti sia dei colleghi Ingegneri che hanno deciso di presentarsi in vari schieramenti e in diversi collegi: un’occasione preziosa, come l’ha definita il nostro presidente Maurizio Michelini, per portare l’ingegneria nelle Istituzioni, al di là delle idee e delle posizioni politiche diverse. Da parte nostra, preme sottolineare il momento storico che stiamo vivendo e che costituisce il singolare scenario che fa da sfondo a queste elezioni. L’immunità al virus Covid-19 non rappresenta un tema per una propaganda di destra o di sinistra ma, come tutte le emergenze, impone scelte ed interventi di “buon senso” e regole condivise in grado di poter essere implementate con semplicità ed efficacia. L’economia nazionale, ed in particolare quella regionale, non riuscirà a reggere un altro lockdown, ed è con tale consapevolezza che il mondo del lavoro, della scuola e del commercio, dovranno subire necessariamente una metamorfosi tale per cui soltanto la credibilità della classe politica che andrà al governo dopo queste consultazioni - per le proprie competenze potrà garantire la scelta dei provvedimenti necessari a preservare l’incolumità pubblica. L’assioma di corrispondenza biunivoca della fiducia fra cittadino-elettore e candidati – principio cardine della democrazia che si ripropone ad ogni scadenza elettorale – si appalesa oggi attraverso un mandato forte dei cittadini i quali, mai come ora, rimettono nelle mani dei propri rappresentanti il loro futuro nel prossimo quinquennio, ed in particolare, la salute e quella dei propri cari. Posta tale priorità, avvertiamo poi il dovere di porre in evidenza uno dei mali endemici i cui effetti devastanti sull’intera economia regionale e nazionale sono sotto gli occhi di tutti. La tragedia del crollo del viadotto Polcevera ha acuito tali effetti, in parte mi-

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l’edito riale

Il servizio di copertina di questo numero è dedicato proprio alle elezioni regionali. Nelle pagine seguenti pubblichiamo i profili dei 10 candidati Presidente, con le coalizioni politiche che li appoggiano, e anche gli Ingegneri che si sono candidati nelle varie liste in tutta la Liguria (secondo i dati che ci sono stati forniti). Inoltre ospitiamo anche i contributi di chi, tra i presidenti de-

gli Ordini provinciali liguri, su invito di A&B, ha ritenuto di descrivere i problemi del proprio territorio. Non solo come promemoria ai futuri amministratori regionali delle problematiche da affrontare a nome dei propri iscritti nell’interesse dei cittadini, ma anche come testimonianza dell’impegno degli Ingegneri nella società.

ri dello shipping con quelli di salvaguardia della salute e sicurezza della popolazione. Il comune denominatore che caratterizzerà la futura realizzazione di queste opere è, e saranno, i tempi di realizzazione che non potranno essere biblici come nel passato e con costi ben definiti. La ricostruzione del viadotto Polcevera ha dimostrato che

è possibile coniugare “presto e bene” gli interessi pubblici e privati rappresentando la vicenda una sorta di “new deal” nel panorama economico nazionale. Questi i temi che, allegoricamente come matriosche, contengono al loro interno altrettanti sottotemi le cui problematiche non hanno trovato soluzione negli anni.

Foto Aba News

tigati dai formidabili tempi di realizzazione del novello Ponte Genova S. Giorgio, ma di fatto appalesandone le già evidenti criticità. Nel futuro quinquennio, la politica regionale dovrà concentrare i propri sforzi per l’avvio definitivo delle opere volte a decongestionare il traffico sull’intera rete autostradale regionale, ed in particolare nel nodo autostradale di Genova, crocevia dei traffici civili e marittimi lungo ogni direttiva. A ciò si affiancherà la cantierabilità delle opere stradali e ferroviarie strategiche asservite ai porti regionali, anch’essi interessati dal rinnovo dei vertici delle Autorità di Sistema Portuali, ed ai nuovi Presidenti il compito di coordinare tali interventi in sinergia con la nuova classe dirigente regionale, coniugando gli interessi degli operato-

REGIONE: ASCOLTEREMO CHI SAPRÀ ASCOLTARE

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l’edito riale Ecco i 10 aspiranti Presidente della Liguria Un breve profilo di ciascun candidato con le relative liste/coalizioni, nell’ordine in cui compariranno sulla scheda in base all’estrazione definita dalla Corte di Appello di Genova, nella corsa per le elezioni del 20 e 21 settembre. Il più giovane ha 37 anni, il più anziano 79. Due sole donne. Oltre 400 (esattamente 437) candidati consigliere e 10 candidati Presidente (non governatori: nella legislazione, nella politica e nel diritto italiano non esiste questa figura, definizione errata politico-mediatica; alla guida delle Regioni ci sono Presidenti che amministrano e non Governatori che governano): è questo lo schieramento al cui interno i cittadini liguri potranno scegliere di votare un candidato presidente e due consiglieri. Con la novità delle preferenze di genere: se si esprimono due preferenze dovranno essere una donna e un uomo, se si sceglie una sola preferenza non ci sono vincoli; e con l’opportunità del voto disgiunto, ovvero si può indicare come presidente il candidato della coalizione “ics” ed esprimere la preferenza (o le due preferenze) per altrettanti aspiranti consiglieri/e di una lista della coalizione “ipsilon”. Il più giovane è Carlo Carpi, 37 anni, il più anziano Gaetano Russo, 79 anni. Due sole le donne in lizza. La scheda elettorale sarà di colore rosa, cambiato “in corsa” dalla Regione Liguria per evitare possibili confusioni con quella per il Referendum Costituzionale, ritenuta troppo simile alla scheda “regionali”. Su quest’ultima troveremo quindi dieci nomi di candidati presidente nell’ordine del sorteggio definito dalla Corte di Appello di Genova. Eccoli di seguito, in ordine di apparizione, con foto, brevi cenni biografici e gli schieramenti politici di riferimento. 1 - CARLO CARPI, 37 anni, nato a Genova. Imprenditore genovese si candida da detenuto in quanto sta scontando una condanna a 1 anno e 10 mesi per le accuse di diffamazione, calunnia e stalking contro un magistrato genovese e calunnia contro un avvocato (la candidatura è possibile con condanne inferiori ai due anni - ndr). Ha scelto di candidarsi, ha fatto sapere, anche per denunciare i problemi della giustizia e delle connivenze malavitose in Liguria. È sostenuto da Lista Carlo Carpi-Graf (Gruppo Radicale Adele Faccio Imperia).

2 - FERRUCCIO SANSA, 52 anni, nato a Savona. Giornalista, laureato in Giurisprudenza, ha frequentato la Scuola di Giornalismo Walter Tobagi dell’Università di Milano. Attualmente in aspettativa da Il Fatto Quotidiano. Ha lavorato a il Messaggero, Repubblica, Il Secolo XIX, La Stampa collaborando con The Guardian. Inchiestista, esperto di cronaca giudiziaria, autore di libri inchiesta. Si presenta con la lista civica Ferruccio Sansa Presidente. È sostenuto da Lista Ferruccio Sansa Presidente, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Linea Condivisa, Sinistra Italiana, Articolo 1, Europa Verde, Demos, Centro Democratico, Democrazia Solidale , Possibile, È Viva, Lista Crivello.

3 - MARIKA CASSIMATIS, 58 anni, nata a Montecarlo (Monaco). Insegnante di Geografia Economica, laureata in Scienze Politiche, dottorato in Scienze Geografiche Cartografiche Ambientali, attivista di lungo corso a Genova e in Liguria sui temi dell’ambiente, della salute e della scuola. Già esponente del Movimento 5 Stelle, nel 2017 venne prescelta dagli iscritti del Movimento con un voto sul blog come candidata sindaco di Genova. L’esisto della votazione venne poi sconfessato da Beppe Grillo provocando forti contrastri interni. È sostenuta da Base Costituzionale - Marika Cassimatis

4 - GIOVANNI TOTI, 52 anni, nato a Viareggio (LU). Presidente uscente, giornalista professionista già a Mediaset. Si presenta con la lista civica “Cambiamo con Toti presidente”. È stato consigliere politico di Silvio Berlusconi, è poi uscito da Forza Italia (di cui era stato parlamentare europeo e coordinatore nazionale dal 2019) per fondare un movimento nazionale che aggregasse tutto il centro destra. Disegno poi accantonato. Punta a doppiare l’esperienza in Liguria come Presidente. È sostenuto da Lista Giorgia Meloni Per Toti Fratelli D’italia, Liguria U.D.C., Lista Forza Italia Berlusconi - Liguria Popolare, Lega Liguria Salvini, Cambiamo con Toti Presidente

5 - DAVIDE VISIGALLI, 40 anni, nato a Milano. Biologo con dottorato in Genetica, rapporti di lavoro con Università di Genova e San Martino, è già stato candidato alle comunali di Genova nel 2017. “Riconquistare l’Italia” ed è un’emanazione del Fronte sovranista italiano, Fsi, nato nel 2016, e pone al centro della sua azione la Costituzione, oltre che il recesso da tutti i trattati europei. È sostenuto da Riconquistare l’Italia.

6 - GIACOMO CHIAPPORI, 67 anni, nato a Imperia. Sindaco di Diano Marina (secondo mandato), imprenditore del settore turistico, è stato anche sindaco di Villa Faraldi (Im), consigliere comunale di Genova, segretario regionale ligure e deputato per la Lega Nord con Umberto Bossi, ricoprendo anche l’incarico di vicepresidente della Commissione difesa, movimento dal quale è poi uscito. È sostenuto da Grande Liguria Chiappori Presidente.

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ECCO I 10 ASPIRANTI PRESIDENTE DELLA LIGURIA

7 - RICCARDO BENETTI, 52 anni, nato a Carmagnola (TO). Artigiano di lavorazioni in legno e metalli. Impegnato da trent’anni sul fronte dei temi ambientali, della tutela di ogni genere di animale, esponente del movimento contrario alla caccia e per la creazione di un welfare sanitario per gli animali anche da compagnia. È sostenuto da Ora rispetto per tutti gli animali.

9 - ALICE SALVATORE, 38 anni, nata a Genova. Consigliera regionale uscente, è stata attivista del Movimento 5 Stelle dal 2012. Nel 2014 è stata la candidata pentastellata al Parlamento Europeo e nel 2015 ha concorso alla carica di presidente, sostenuta sempre dai 5 Stelle, per le elezioni regionali in Liguria. Scelta dagli iscritti del M5S quale candidata per le regionali del 2020, è stata poi esclusa dagli accordi per la coalizione Pd-5S. Nel 2020 ha fondato il movimento politico “Il Buonsenso”. È sostenuta da Lista Alice Salvatore Il Buonsenso.

8 - ARISTIDE FAUSTO MASSARDO, 66 anni, nato a Genova. Professore ordinario della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova, già Preside della Scuola Politecnica (già Facoltà di Ingegneria e di Architettura), dal 2012 al 2018. Ha partecipato e coordinato a diversi progetti di ricerca europei e nazionali nei settori industriali, sviluppo e sistemi energetici. Tra le varie esperienze: Ordinario di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente, DIME, Cattedra UNESCO “Innovative Sustainable Clean Energy Research and Education Roadmap Engaged 4 Equity”, Direttore Laboratorio Congiunto Fincantieri-Università di Genova “Genoa-HISI”, Membro Scientific Advisory Board CEA Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives-Energy Division, Parigi, 2020-2023. È sostenuto da Massardo Presidente, PSI, +Europa, Italia Viva.

10 - GAETANO RUSSO, 79 anni è nato alla Spezia. È stato già candidato alla carica di Presidente della Regione Liguria nella passata tornata elettorale del 2015: concorre anche per questa nuova legislatura per conquistare la prima carica dell’ente Regionale ligure. È sostenuto da Il Popolo della Famiglia No Gender nelle scuole.

Sei gli Ingegneri candidati, due le donne Spulciando tra le varie liste, fra i 437 che si sono schierati per conquistare un posto in Consiglio regionale, troviamo un collega alla Spezia, una a Savona e 4 a Genova. Il più giovane ha 35 anni, il più anziano 72. Oltre a Massardo, candidato Presidente, che è anche in Consiglio dell’Ordine GE. Lista Alice Salvatore Il Buonsenso La Spezia VITTORIO CARLO GASPARINI, classe 1948, laureato in Ingegneria Chimica, esponente delle lotte contro l’inquinamento acustico e per la bonifica e riqualificazione delle ex aree industriali o di discarica (Pitelli, Pagliari, ex Ip) e delle bonifiche amianto/terniti delle ex strutture militari.

Pd-Articolo 1 (sostiene Ferruccio Sansa Presidente) Genova ALBERTO PANDOLFO, classe 1985, Laurea specialistica in Ingegneria Edile-Architettura conseguita a Genova. Attualmente Segretario cittadino del Pd e consigliere comunale a Genova. È stato prima consulente poi segretario particolare dell’on. Roberta Pinotti, ex Ministro della Difesa.

Lista Movimento 5 Stelle (sostiene Ferruccio Sansa Presidente) Genova ROSARIO DI MAURO classe 1961, di Cogoleto, laureato in Ingegneria Elettronica con indirizzo Quantistica presso il Politecnico di Milano. Lavora come Business development manager presso una multinazionale tedesca ed è componente della Commissione Trasporti dell’Ordine degli Ingegneri di Genova. BARBARA TRONCHI, classe 1973, nata a Genova e residente nel Tigullio, a Leivi (Ge). Laureata a Genova, è ingegnere specializzata in tematiche energetiche ed è componente del Consiglio di disciplina dell’Ordine degli Ingegneri di Genova.

Massardo Presidente - P.S.I., +Europa, Italia Viva Genova BARBARA LORETTI, classe 1974, Laureata in Ingegneria civile-ambientale, dopo collaborazioni ed esperienze lavorative di vario tipo da oltre dieci anni si occupa di sicurezza sul lavoro e relativa formazione. Con particolare interesse per le tematiche ambientali, in particolare la tutela, il recupero e la valorizzazione del territorio. Savona GIANCARLO CARLO FRUMENTO, classe 1949. Laureato in Ingegneria Chimica all’Università di Genova. Libero professionista e docente, dal 1976 al 2011, di Impianti chimici e Chimica Industriale presso lo storico Itis “G Ferraris” di Savona. Attualmente co-titolare dello “Studio associato FR di Frumento C. e Raviola”. Pagine a cura di Marco Manara

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random 5G: PIERO ANGELA “TELETRASPORTATO” DA ROMA A MILANO «PRIMA ERA UNA COSA DA SANTI, ADESSO DA INFORMATICI» quel signore como›Guardate damente accomodato sulla

poltrona rossa con la camicia scura e i pantaloni bianchi: e chi non lo riconoscerebbe? Piero Angela, 91 anni, giornalista, divulgatore scientifico, è fra i volti più noti del panorama televisivo nazionale. E sta conversando amabilmente con i suoi interlocutori su un palco, come succede regolarmente in mille occasioni diverse a personaggi che hanno sempre qualcosa di interessante da raccontare. Ma a ben guardare, c’è qualcosa che non è omogeneo nella scenografia: gli altri siedono su seggiole bianche, lui su una poltrona. Certo, l’ospite d’onore deve distinguersi, ma è quasi come se fosse in un Piero Angela “virtuale”, da Roma a Milano sul palco de “Il tempo delle donne” ambiente domestico…E infatti 5G su rete Vodafone. Una sorpresa per è proprio questo il punto: gli altri sono sul gli spettatori, che l’hanno visto comparire palco, in una manifestazione a Milano, lui dal nulla, materializzandosi letteralmente, invece si trova fisicamente a Roma, ma il come si può constatare guardando il video suo ologramma, in 3D ad altissima risolu(https://www.youtube.com/watch?time_conzione ed interattivo, proiettato a centinaia tinue=3&v=7IlWpkxAqf4&feature=emb_ di chilometri grazie alla tecnologie 5G, lo logo) rende presente e gli permette di interfacAlla domanda: «Come ci si sente ad esciarsi con gli altri ospiti come se avesse fatsere in due posti contemporaneamente a to un salto nello spazio, di quelli che finora centinaia di chilometri di distanza?», Piero Angela ha risposto: «Questa una volta avevamo visto nei film di fantascienza. era la prerogativa dei santi. Oggi gli inforIl divulgatore scientifico, il 13 settembre matici stanno facendo questa cosa molto interviene così alla manifestazione “Il Temmeglio». E ha sottolineato che «queste po delle donne”, organizzata da Corriere nuove tecnologie stanno aprendo un futuro della Sera, “trasferito” con la tecnologia

Gianna Nannini in ologramma da Berlino a Monza, si esibisce con i concorrenti di X Factor Dome

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inimmaginabile. O forse era quello che da ragazzi si immaginava essere il 2000 e che si sta veramente realizzando». Quindi ha aggiunto: «Se io fossi un insegnante, cosa farei? Farei il regista; non farei solo la lezione frontale ma farei entrare il mondo in classe». Sabrina Baggioni, direttrice del programma 5G di Vodafone, ha detto che questa tecnologia «accorcia le distanze ed esperienze immersive per scuola, sanità, imprese, media e spettacoli. Le caratteristiche distintive del 5G, in particolare banda ultra larga e latenza al millisecondo, aprono la strada ad applicazioni finora impensabili per accorciare le distanze e per facilitare l’accesso alle competenze: esperienze nuove, più immersive, interattive e intuitive, per il mondo della scuola, della sanità, delle imprese, dei media e dello spettacolo». La prima performance olografica live in Europa, era stata quella di Gianna Nannini davanti al pubblico dell’X Factor Dome di Monza, quando, nel novembre 1919, la rockstar è andata in scena da Berlino esibendosi sullo stesso palco dei concorrenti dello show, grazie alla tecnologia 5G Vodafone. Il gestore è stato la prima azienda in Italia a lanciare una tecnologia 5G su rete commerciale nel giugno dello scorso anno. Il lancio è avvenuto in 5 città: Torino, Milano, Bologna, Napoli, Roma. Da allora, l’operatore ha avviato 41 progetti sperimentali, in settori come sanità e benessere, sicurezza e sorveglianza, smart-energy e smart-city, mobilità e trasporti, manifattura e industria 4.0, education e entertainment, digital divide.

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random RETE UNICA SULLA BANDA ULTRALARGA IN ITALIA: IL PROGETTO ACCESS.CO SOTTO L’OCCHIO DELL’UE ancora non del tutto in discesa per ›Strada la rete unica digitale a banda ultralarga

AccessCo in Italia, che vede la forte candidatura di Tim e Cdc (Cassa Depositi e Prestiti), con un progetto sostenuto dal governo per la creazione della società di gestione della rete a banda ultralarga attraverso una serie di passaggi, il cui primo è la costituzione della società FiberCop per la gestione delle infrastrutture con la fibra ultraveloce. Nel piano rientra il coinvolgimento del fondo americano Kkr, di Tiscali e Fastweb. L’operazione, che è stata confermata in un recente vertice di maggioranza, a cui hanno partecipato il presidente del consiglio Giuseppe Conte, i ministri Gualtieri, Patuanelli, Pisano, Bonafede, Franceschini e Speranza, con Andrea Orlando e Luigi Marattin. L’amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo, invitato all’incontro, ha fatto il punto della situazione. Ma dal mondo degli operatori della telefonia, e anche da quello economico, le critiche continuano a piovere. Se è duro l’attacco del Ceo di Vodafone Group, Nick Read («In Italia, il governo sta spingendo verso un’effettiva rinazionalizzazione e ri-monopolizzazione.… un approccio che non è positivo per i consumatori e per il benessere dell’economia digitale in Europa”, ha scritto fra l’altro il manager su Politico, aggiungendo che probabilmente tutto il progetto, che fa tornare al monopolio della rete, ma questa volta con una tecnologia di ultima generazione, si svolge «in violazione del diritto dell’UE”) non certo tenero è il Financial Times: per il principale giornale economico-finanziario britannico, la Tim, nonostante i miglioramenti in Borsa ha ancora molta strada da percorrere - vista la situazione finanziaria - prima di dirsi al sicuro, per questo l’operazione può essere sostanziosa e strategica. Tanto che l’ad di Telecom, Gubitosi, e le banche di investimento «sostengono che potrebbe costituire

un precedente per altre società di telecomunicazioni europee altamente indebitate, come BT nel Regno Unito, che cercano di estrarre valore dalle proprie risorse di rete senza perdere il controllo». Quindi il Financial Times cita una fonte anonima che avrebbe definito l’operazione AccessCo, come «il suicidio perfetto per la fibra: con

tolineando l’importanza che sia a controllo pubblico, aperta a tutti gli operatori e che soddisfi in pieno tutti i vincoli rigidi imposti dalla Ue. «È evidente - ha detto fra l’altro il ministro - che le regole europee dovranno essere rispettate. Chiediamo che sia il regolatore europeo sia quello italiano siano molto molto rigidi nell’individuare i limiti e

la rete unica stanno ricreando un mostro». Un giudizio in sintonia con lo stesso Ceo di Vodafone, Nick Read, secondo il quale «da tempo il governo cerca un modo per consolidare la rete fissa di Telecom Italia, ex monopolista statale, con OpenFiber, proprietaria di una rete in fibra esclusivamente wholesale-only. Ciò lascerebbe i potenziali fornitori di banda larga fissa con un solo vendor di accesso all’ingrosso alla rete, ancora una volta Telecom Italia. I clienti all’ingrosso di OpenFiber, compresa Vodafone, dovrebbero competere con le offerte di banda larga fissa al dettaglio di Telecom Italia senza altra opzione che acquistare l’accesso all’ingrosso sempre da Tim». Da qui la concorrenza sleale che secondo Read impedirebbe di «continuare a competere in condizioni di equità e correttezza». Una risposta indiretta è arrivata il 10 settembre dal ministro allo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, il quale audito in C o m mi s sione Trasporti alla Camera l Recover y Fund, per la nuova società della rete ha richiamato il modello Terna, sot-

il perimetro in cui deve muoversi la nuova società della rete e delle reti». Quindi ha voluto precisare che «stiamo parlando di società quotate e private: non si può pensare di intervenire a proprio piacimento. È ovvio che c’è un’interlocuzione che deve portare a disegnare un obiettivo. Poi la valutazione è di chi oggi ha la rete» . Sottolineando che quella primaria «è di Telecom e non è colpa mia se ce l’ha lei ed è un soggetto quotato. Non ho strumenti per invertire quel punto di partenza oggi». Dal canto suo, la commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager - che segue con particolare attenzione l’operazione banda ultralarga italiana - ha avviato una consultazione pubblica per verificare se le norme varate in proposito nel 2013-2014 sugli aiuti di Stato siano ancora adeguate considerando l’evoluzione della situazione e delle tecnologie. Il controllo riguarda in particolare la chance data ai Paesi membri di sostenere, appunto anche con aiuti statali, lo sviluppo delle reti per l’accesso a internet veloce nelle aree scoperte, quelle che non offrono una redditività tale per smuovere investimenti privati. La consultazione, in tutti gli Stati membri, si concluderà il 5 gennaio, e i risultati potrebbero incidere sulle decisioni per il via libera europeo ad AccesCo da parte dell’antitrust dell’Unione, che vigila anche sulla partecipazione alla nuova società e sui titoli di tutti i partners individuati, sul ruolo della Cassa Depositi e Prestiti, sul modello di governance e su tutti i passaggi previsti dal progetto.

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random UN SONDAGGIO SULLA SICUREZZA DEL CLOUD PUBBLICO RIVELA LIMITI E MINACCE PER LA PROTEZIONE DEI DATI l’ultimo report globale Cloud ›Secondo Security Report 2020 sulla sicurezza

del cloud, curato da “Check Point Sostware Technologies” e da “Cybersecurity Insiders”, sulle sfide affrontate dai team di sicurezza aziendali nella protezione dei dati e dei carichi di lavoro nelle loro implementazioni cloud pubbliche, il 75% degli intervistati ha dichiarato di essere “molto preoccupato” o “estremamente preoccupato”. E il 68% che le loro organizzazioni hanno utilizzato due o più fornitori di cloud pubblici diversi, a dimostrazione che i team di sicurezza spesso devono utilizzare più strumenti nativi e console di gestione nei diversi ambienti. Con cloud pubblico ricordiamo che vengono definiti i servizi di elaborazione offerti da provider di terze parti tramite la rete Internet pubblica, e sono disponibili per chiunque voglia usarli o acquistarli. Poi ci sono il cloud privato, costituito da risorse di calcolo usate esclusivamente da un’azienda o un’organizzazione e può essere situato fisicamente in un data center locale o ospitato da un provider di servizi di terze parti; in ogni caso servizi e l’infrastruttura vengono sempre gestiti in una rete privata e l’hardware e il software sono dedicati esclusivamente a una data organizzazione. Infine c’è il cloud ibrido, che combina l’infrastruttura locale, o privata, con i cloud pubblici, in modo da consentire alle organizzazioni di sfruttare i vantaggi di entrambi. Secondo “Linea EDP”, che ha riportato la ricerca, i principali risultati del “Cloud Security Report 2020” sarebbero: «• Le quattro principali minacce alla sicurezza del cloud pubblico: le principali minacce citate dagli intervistati sono state l’errata configurazione della piattaforma cloud (68%), in aumento rispetto al terzo posto del sondaggio del 2019. Seguono l’accesso non autorizzato al cloud (58%), le interfacce non sicure (52%) e il dirot-

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tamento degli account (50%). • Le principali barriere di sicurezza all’adozione del cloud: gli intervistati hanno indicato la mancanza di personale qualificato (55%) come la più grande barriera all’adozione - dal quinto posto del sondaggio dello scorso anno. Il 46% ha citato i vincoli di budget, il 37% i problemi di privacy dei dati e il 36% la mancanza di integrazione con la sicurezza in loco. • I tool di sicurezza esistenti hanno dei limiti con i cloud pubblici: l’82% ha dichiarato che le loro soluzioni di sicurezza tradizionali o non funzionano affatto o forniscono solo funzioni limitate in ambienti cloud, rispetto al 66% del 2019 - evidenziando un aumento dei problemi di sicurezza del cloud negli ultimi 12 mesi. • Il cloud pubblico è più a rischio: il 52% degli intervistati ritiene che il rischio di violazioni della sicurezza nei cloud pubblici sia maggiore rispetto ai tradizionali ambienti IT on-premise. Solo il 17% vede i rischi più bassi e il 30% ritiene che i rischi siano all’incirca gli stessi tra i due ambienti. • I budget per la sicurezza cloud aumenteranno: il 59% delle organizzazioni prevede che il proprio budget per la sicurezza cloud aumenterà nei prossimi 12 mesi. In media, le organizzazioni stanziano il 27% del loro budget per la sicurezza del cloud. «Il Report - ha dichiarato TJ Gonen, Head of Cloud Product Line di Check Point Software, secondo quanto riporta ancora Linea EDP - mostra che le migrazioni e le implementazioni del cloud delle organizzazioni, stanno superando di gran lunga le capacità dei loro team di sicurezza di difendersi da attacchi e violazioni. Le loro soluzioni di sicurezza esistenti forniscono solo una protezione limitata contro

le minacce del cloud e i team spesso non hanno le competenze necessarie per migliorare i processi di sicurezza e conformità. Per colmare queste lacune, le aziende devono ottenere una visibilità olistica in tutti i loro ambienti cloud pubblici e implementare protezioni unificate e automatizzate native del cloud, l’applicazione della conformità e l’analisi degli eventi. In questo modo, possono tenere il passo con le esigenze dell’azienda, garantendo al contempo sicurezza e conformità continue». Il Cloud Security Report 2020 si basa sui risultati di un sondaggio online di 653 professionisti della sicurezza informatica e della cybersecurity, condotto nel luglio 2020 per ottenere informazioni sulle ultime tendenze, sulle sfide chiave e sulle soluzioni per la sicurezza in-the-cloud in una sezione trasversale equilibrata di organizzazioni di varie dimensioni in diversi settori industriali. La ricerca è stata condotta da Cybersecurity Insiders, comunità di 400.000 membri della sicurezza informatica. La sicurezza nel cloud offre però anche indubbi vantaggi in quanto centralizza la protezione, aiuta a migliorare la visibilità, a implementare i controlli e a proteggersi meglio dagli attacchi. Inoltre, migliora la continuità aziendale e il disaster recovery, avendo tutto in un unico posto. Il passaggio al cloud introduce un modello di responsabilità condivisa per la sicurezza tra cliente e fornitore di servizi cloud, che deve essere molto chiaro a chi utilizza questi servizi. Nella fretta di migrare sistemi e dati nel cloud, molte aziende diventano operative molto prima che i sistemi e le strategie di sicurezza siano in atto per proteggere la loro infrastruttura, e molto spesso non sono guidati da una figura come un Ingegnere dell’Informazione che le può supportare in questa delicata fase di trasformazione.

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random REPORT DELL’AGENZIA EUROPEA PER L’AMBIENTE: INQUINAMENTO E CLIMA UCCIDONO DI PIÙ I POVERI l’inquinamento causi danni all’am›Che biente e alla salute umana è un dato

acquisito ormai da tempo, ma gli ultimi dati diffusi dall’Agenzia europea per l’ambiente riportano il fenomeno sotto una salute molto più sinistra del normale allarme: assieme ai cambiamenti climatici infatti, sarebbe la causa del 13 per cento dei decessi in Europa, e 400 mila di essi, prematuri, sarebbero dovuti al solo inquinamento atmosferico. Anche l’inquinamento acustico contribuisce per 12 mila decessi prematuri l’anno, mentre le ondate di calore e in generale gli effetti del cambiamento climatico, soprattutto le temperature più elevate, produrrebbero effetti letali soprattutto nelle le popolazioni più povere e prive di difese. Queste comunità, secondo l’Agenzia, «sono spesso esposte a livelli superiori di inquinamento e rumore e a temperature elevate, mentre le condizioni di salute preesistenti aumentano la vulnerabilità ai pericoli per la salute di origine ambientale. È necessario attuare interventi mirati per migliorare le condizioni ambientali delle persone più vulnerabili in Europa». Un rapporto vulnerabilità-mortalità, rimarcano i ricercatori, che fra i meno abbienti si nota anche in relazione alla pandemia Covid-19. Il carico di inquinamento e cambiamento climatico rivela proporzioni diverse, con chiare differenze tra i Paesi dell’Europa orientale e quella occidentale. La mag-

gior parte delle morti a livello nazionale attribuibile all’ambiente è in Bosnia-Erzegovina (27%), mentre i tassi più bassi si registrano in Islanda e in Norvegia (9%). L’Agenzia Europea per l’Ambiente, AEA (qui il report «Healthy environment, healthy lives: how the environment influences health and well-being in Europe») sottolinea che una parte significativa dei problemi di salute in Europa si può attribuire all’inquinamento ambientale derivante dalle attività umane e che la qualità dell’ambiente ha un ruolo importante per la salute e il benessere. Combattere l’inquinamento e affrontare

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il cambiamento climatico - secondo le notizie riportate da Help Consumatori - è un passo obbligato per migliorare salute e benessere dei cittadini in Europa, soprattutto delle fasce di popolazione più vulnerabili. «La COVID-19 è stata un altro campanello d’allarme – dice Stella Kyriakides, commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare – e ci ha resi profondamente consapevoli della relazione tra i nostri ecosistemi e la nostra salute, nonché della necessità di guardare in faccia la realtà: i nostri modi di vivere, di consumare e di produrre generano effetti dannosi sul clima e sulla nostra salute». «Stiamo assistendo – aggiunge Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA - a miglioramenti nello stato dell’ambiente in Europa e a una chiara attenzione verso il Green Deal per un futuro sostenibile; tuttavia la relazione rivela la necessità di adottare misure decisive per proteggere le persone più vulnerabili nella nostra società, poiché la povertà spesso si accompagna a condizioni ambientali e sanitarie precarie. La gestione di queste interconnessioni deve rientrare in un approccio integrato verso un’Europa più inclusiva e sostenibile».

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cover ELEZIONI REGIONALI - LE “PROVOCAZIONI” PRESIDENTE DELL’ORDINE DI GENOVA

Le domande di Michelini in Tv nel confronto con i candidati Nelle trasmissioni elettorali di Primocanale, gli ingegneri chiamati a stimolare i maggiori candidati alla guida della Regione sui temi tecnici maggiormente legati ai loro programmi. Il Presidente ha rivolto a ognuno degli invitati quesiti relativi al ruolo dell’Ente spingendoli a esporsi sugli argomenti su cui l’Ordine è impegnato da sempre per portare la Regione su posizioni propositivi che vedano le professioni tecniche in primo piano per le loro competenze. Facendo emergere così il programma degli Ingegneri genovesi e liguri nei confronti di chi si ritroverà, nei prossimi cinque anni, al governo regionale. Ecco domande e risposte. E per “par condicio”, i programmi di chi non ha partecipato alle trasmissioni. Una serie di trasmissioni Tv, organizzate da Primocanale, con i maggiori aspiranti al ruolo di Presidente della Regione Liguria, con ospiti in studio i rappresentanti della maggiori categorie imprenditoriali nel ruolo di intervistatori e “stimolatori” per capire i program¬mi dei più quotati candidati in corsa verso il palazzo del potere regionale. Fra questi, nel ruolo di Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Genova, di tecnico e di rappresentante delle professioni in seno alla Camera di Commercio, anche Maurizio Michelini, che ha partecipato - spesso con domande provocatorie - alle trasmissioni a cui è sta¬to invitato (praticamente tutte quelle organizzate dall’emittente Primocanale, del ciclo “Terrazza Incontra”), nell’ordine con i candidati Alice Salvatori (il 14 settembre), Aristide Massardo (il 15), Ferruccio Sansa (il 16) e Giovanni Toti (il 17 settembre). Di seguito riportiamo le domande di Michelini (da cui emerge tra le righe il programma degli Ingegneri presentati ai futuri ammini¬stratori regionali, chiunque essi siano) e le risposte dei candidati intervistati. In fondo, per par condicio del nostro giornale, visto che Michelini non è stato invitato ad eventuali altri incontri, pubblichiamo il link ai programmi elettorali degli altri sei candidati Presidente pubblicati nei rispettivi siti ufficiali.

ALICE SALVATORE Lista Alice Salvatori Il Buonsenso D. Maurizio Michelini - Parliamo di infrastrutture: che siano realizzate oggi o fra dieci anni, serve un progetto, serve un appalto. Servono tante cose che sono oggi messe in crisi da un male, spero non incurabile ma sicuramente privo di antidoti o di vaccini, che è la burocrazia eccessiva. Non ho detto solo la burocrazia: ma la burocrazia eccessiva. Io vedo che la sua lista si chiama il “buon senso”. Ora le chiedo, seriamente, la sua posizione e il suo pensiero in linea generale su una lotta senza quartiere a questo male che sta distruggendo l’Italia, attraverso una s e m p li f i c a z i o n e normativa e amministrativa senza se e senza ma, e senza i “fermo restando”, okay? O senza il “a condizione che si rispettino le norme di settore”.

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No, vorrei una posizione vera, seria, che passi dall’applicazione non del “liberi tutti” ma del diritto europeo; da norme penali nazionali presidiate da sanzioni che siano limitate a quelle preposte ad un interesse pubblico tutelato - il famoso “si è liberi di fare tutto ciò che non è vietato dalla legge se serve vietarlo”, norme ovviamente ambientali, ecc. - e il buon

senso, come dicevo prima. Cioè riuscire a poter dare spazio e responsabilità ai professionisti iscritti agli Albi, che possono sostituirsi tranquillamente nella valutazione di congruità o meno di un’opera rispetto a delle normative fisse, senza dover aspettare anni che ce lo dica qualcun altro, con il timore di firmare e di finire anche in galera per la

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cover confusione normativa. R. Alice Salvatore - Mi è piaciuto quando diceva, Ingegnere, non il “liberi tutti” ma una semplificazione normativa. È quella la strada giusta, la via maestra, quella di fare finalmente delle riforme nel Codice degli appalti, in tutte quelle che sono questa burocrazia eterna che purtroppo tante volte ha bloccato e blocca opere che servirebbero al nostro territorio. Allora, in questo senso bisogna però lavorare. Non mi piace invece quando si parla di voler applicare il cosiddetto “modello Genova”, sul quale, però, abbiamo avuto modo di confrontarci, e non si riduce certamente al saltare a piè pari le normative, Ph Lentepubblica ma piuttosto di mettere a confronto tutte le professionalità del territorio e trovare una sintesi, una capacità di lavorare insieme per arrivare al risultato che siamo anche andati a visitare insieme all’Ingegnere. Attenzione, però, a quella che potrebbe essere una sconfitta dello Stato italiano, qualora si dovesse normare, regolarizzare il fatto di dover saltare e disattendere i regolamenti. Questi vanno fatti meglio, in maniera che siano più snelli, sicuramente, ma in modo tale da garantire tutti quelli che sono i controlli necessari per la sicurezza, per tutte le certificazioni antimafia. Anche perché non dobbiamo dimenticare che in quell’ambito, purtroppo, la criminalità organizzata ci ha sempre mangiato, ha sempre creato, tra l’altro, rallentamenti, con le stesse inchieste, varianti inopportune. Quindi, sicuramente vanno fatti i controlli ma va semplificata la normativa, questo sì. ARISTIDE FAUSTO MASSARDO Lista Massardo Presidente, PSI, +Europa, Italia Viva. D. Maurizio Michelini - Il filo conduttore che lega queste domande che sto ponendo ai candidati Presidenti è sempre quello che io porto avanti da tempo, della richiesta di un forte impegno contro l’eccesso di burocrazia. Ma questa sera, di fronte a un collega Ingegnere di cotanto spessore, non posso esimermi di parlare di un argomento un po’ più specifico che è la sicurezza delle costruzioni in genere. Non solo ponti e gallerie,

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di cui adesso si parla per i noti eventi, ma, anche, delle abitazioni, delle case in cui viviamo, in cui lavoriamo. Ci sono norme che lo prevedono, luoghi di lavoro, ecc. Ma al di là della norma dovrebbe prevalere il buon senso, in questo caso. Noi abbiamo delle situazioni con edifici, se sono soggetti a manutenzione, se sono vicini alla loro vita finale, cioè, capire, avere la verità da un tecnico per dire “butti giù”, oppure “rigeneri totalmente alla radice”. Abbiamo impianti nascosti, arrugginiti, cose che tutti dovrebbero conoscere. Oggi c’è un bonus, un Superbonus, molto importante. Le persone ho notato che hanno paura, hanno bisogno di un aiuto, forse, dalla Regione, dalle Istituzioni, per capire che è vero. Non ci credono, quindi tendono ad utilizzarlo solo per lavori di superficie, un po’ di cappotto o qualcosa di più, andando a trascurare quello che è invece il vero cuore dell’edificio, che sono gli impianti che purtroppo ormai sono vecchi e deteriorati. Cosa intendi fare per questo? R. Aristide Fausto Massardo - Tu sai benissimo come la penso, però lo diciamo a tutti. Prima cosa bisogna sburocratizzare l’argomento del Superbonus. Il Superbonus è molto complicato, non tutti lo capiscono, quindi c’è bisogno di un aiuto alle persone, e a quelle che gestiscono un edificio, le quali normalmente non hanno la conoscenza tecnica. Quindi l’Ordine degli Ingegneri, l’Ordine degli Architetti e quanto altro, possono fare un’attività estremamente impor-

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tante sul territorio, in collaborazione con la Regione. Che deve creare quelle che sono le cornici all’interno delle quali si possono utilizzare i fondi. Il discorso degli impianti è fondamentale, anche perché noi dobbiamo ragionare in termini di modernizzazione, di risparmio energetico. Dobbiamo andare verso l’edilizia green, quella che si chiama “zero emission building”, ZEB, e sono operazioni sulle quali noi possiamo investire fortemente. Ma non soltanto il bonus attuale, perché questo significa investire sul futuro. Ridurre il consumo energetico rientra nel tema dell’agenza 20-30, che è il mantra del nostro programma elettorale: cioè andare verso la sostenibilità energetica degli edifici, e i primi a dover essere realizzati sono gli impianti; e quelli delle nostre strutture abitative sono vecchi, perché ormai le strutture più giovani sono degli anni ‘60-’70. Quindi intervenire, avere il coraggio di fare, per migliorare e andare verso quello che è il green, il green building, è assolutamente necessario. Ci vuole coraggio, e l’Ordine degli Ingegneri deve avere più coraggio. FERRUCCIO SANSA Lista Ferruccio Sansa Presidente, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Linea Condivisa, Sinistra Italiana, Articolo 1, Europa Verde, Demos, Centro Democratico, Democrazia Solidale , Possibile, È Viva, Lista Crivello D. Maurizio Michelini - Finanziamen-

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ti europei. Fiumi di denari, tantissimi soldi che arrivano, a disposizione per ridare una nuova vita al nostro patrimonio immobiliare, ad esempio. Sicurezza nelle costruzioni, efficienza energetica, ma, anche, demolizioni e restituzione a verde, demolizione e basta. Però c’è l’altra faccia della medaglia: la burocrazia. Io da sempre dico che combatto l’eccesso di burocrazia, perché le regole servono quando presidiano degli interessi pubblici. Il resto va tolto. Quando si rispettano le norme europee, noi, in Italia, non possiamo fare cose che invece si possono fare in Germania o in altre parti della nostra Comunità europea. Questo mi sembra sbagliato, va tolto. Non bisogna creare un ufficio che aiuti le imprese a divincolarsi dalla burocrazia, cioè creiamo una burocrazia per combattere una burocrazia. Va proprio, secondo me, tolta la burocrazia, quella inutile, e concentrarsi invece su quella utile, quella finalizzata, quella teleologicizzata, come dico io. Allora, per arrivare al dunque, abbiamo tutti questi soldi che arrivano, ma c’è un rischio serio, ma serio, la burocrazia quella vera, quella che noi professionisti dobbiamo certificare, perché la certificazione del professionista, la sostituzione della funzione pubblica, avviene quando ci chiedono di dire che siamo “a norma”, ma ci sono leggi che vietano di rispettare altre leggi, ci sono norme che ti dicono di fare una cosa e altre che te ne dicono un’altra. Io le chiedo questo: una bella collaborazione con gli Ordini e

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Collegi professionali per poter fare la vera semplificazione, cii sta? R. Ferruccio Sansa - Io direi di sì. Guardi, oggi ho parlato con molti ordini professionali, e tutti mi hanno detto di essere stati poco ascoltati in questi ultimi anni. Non faccio i nomi perché non voglio creare disagio, non voglio fare in modo che sembri che certi Ordini appoggino la mia candidatura piuttosto che no. Però tanti mi hanno detto: non abbiamo avuto un interlocutore. In questi cinque anni siamo stati soli. Sono d’accordissimo, nel limite, ovviamente, delle competenze regionali, perché bisogna essere onesti: ci sono delle leggi che sono nazionali. Io credo che vadano tenuti fermi degli aspetti: cioè, il Codice degli appalti e l’antimafia. Su quello, diciamo che noi bisogna che consideriamo che certi tipi di controlli hanno una ragione purtroppo precisa e che in Germania non c’è. Che da noi c’è più corruzione e c’è più mafia. Quello bisogna mantenerlo fermo. Sulle altre burocrazie sono d’accordissimo. Mi impegno, con voi, a combattere queste forme di ipertrofia burocratica. Vorrei parlare di un’altra cosa, però. Mi aggancio un po’ arbitrariamente a quello che diceva lei. Nell’intervallo parlavamo del “cemento buono” e del “cemento cattivo”. Io non credo che tutto il cemento sia cattivo. Ne parlavo proprio con alcuni responsabili delle imprese del settore dell’edilizia, e gli ho detto: guardate, noi siamo per il consumo del territorio “zero”. Ho detto: questi qua mi tirano un mattone in testa e finisce lì

la conversazione. Mi hanno detto: è stupendo, è esattamente quello che vogliamo noi. Non ne possiamo più di costruire e di realizzare costruzioni di scarsa qualità che perdono valore immediatamente, perché non c’è bisogno di case, rovinano l’ambiente. E poi c’è un aspetto assolutamente non secondario. Se noi continuiamo a costruire, il povero cristo che ha speso tutti i soldi della sua vita per acquistare un appartamento, gli costruiscono un condominio di fianco, vede perdere il suo appartamento di quattro quinti del suo valore. Questo è un elemento da non trascurare. Allora noi abbiamo detto: puntiamo tutto sul recupero delle periferie, dei borghi, della costa e dell’entroterra. Così daremo lavoro alle imprese, e infatti le imprese del settore edile sono d’accordissimo, anche perché le imprese in Liguria sono di dimensioni medio piccole per cui, diciamo, le grandi opere non vedono spesso coinvolte le imprese genovesi, liguri. Specializziamoci in questo recupero. In questo modo si acquisiranno delle competenze che potranno essere spese in Liguria, in altre regioni e persino all’estero, perché sono delle competenze uniche. GIOVANNI TOTI Lista Cambiamo con Toti Presidente , Lista Giorgia Meloni Per Toti Fratelli D’italia, Liguria U.D.C., Lista Forza Italia Berlusconi - Liguria Popolare, Lega Liguria Salvini D. Maurizio Michelini - Quando costruiamo grandi opere o quando, anche più semplicemente, applichiamo

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LE DOMANDE DI MICHELINI IN TV NEL CONFRONTO CON I CANDIDATI

Ph Aba News

i Superbonus edilizi, noi professionisti dell’area tecnica siamo chiamati ad “asseverare”, cioè a dichiarare la rispondenza di disposizioni normative, che spesso confliggono l’una contro l’altra: una burocrazia opprimente, allucinante, che mette fuori mercato onestà, competenza e passione. Con la costruzione del nuovo viadotto sul Polcevera abbiamo dimostrato che si può coniugare l’efficienza con la legalità. E io le chiedo: è possibile, nel rispetto della Costituzione, ovviamente, e con il supporto degli Ordini e Collegi professionali, impegnarsi per l’esercizio al limite massimo della potestà legislativa regionale per poter davvero produrre una semplificazione normativa coerente e poter sconfiggere questo eccesso di burocrazia in una sorta di autonomia del buon senso? R. Giovanni Toti - Ingegnere, non so se saremo capaci di farlo, ma se lei mi scrive tutte le leggi, anche quelle più provocatorie che riesce a scrivere, io le porto in Consiglio Regionale il giorno dopo. Ha già, come si dice, il mio mandato a scriverle. Lo diceva prima la loro collega Biancalani. Tutti i sindaci, mentre io vado nell’entroterra, mi dicono: la pulizia degli alvei dei fiumi. E io passo ore, ore, ore, ore a spiegare che gli alvei dei fiumi sono perlopiù una legislazione penale, perché abbiamo co-

struito leggi ambientali che vanno nel penale costantemente, e che se un povero signore - che sia il presidente della Regione, un Sindaco o un proprietario terriero - si mette a strappare due alberi e due arbusti - non so parlando di querce secolari o piante di rara fattura o rarità dal punto di vista del paesaggio, sto parlando di rovi - viene probabilmente processato penalmente per quello che sta facendo. La Regione non può derogare le norI programmi degli altri candidati Non tutti gli altri candidati hanno dei siti dedicati e strutturati con candidati, programmi e materiale scaricabile. Alcuni basano la propria comunicazione elettorale su profili Facebook, altri su pagine di movimenti politici o associazioni, altri ancora hanno basato la propria campagna escludendo i mezzi digitali. Per par condicio rispetto ai candidati principali che abbiamo nominato in queste pagine - pur attraverso domande rivolte dal Presidente dell’Ordine Michelini a sua volta invitato come ospite in un programma televisivo - riteniamo doveroso, anche senza averne l’obbligo, di rimandare ai programmi elettorali degli altri candidati Presidente, rifacendoci a cosa abbiamo trovato dopo una ricerca in rete o dopo aver parlato con i rispettivi addetti stampa. L’ordine è quello di apparizione nella scheda elettorale.

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me penali, sto cercando di dirlo in tutti i modi possibili. È la ragione per cui noi dobbiamo conseguire l’autonomia su alcune materie. L’abbiamo chiesta sull’ambiente, l’abbiamo chiesta su tutti i regolamenti urbanistici. L’abbiamo chiesta sulle grandi reti di infrastrutture. L’abbiamo chiesta sui nostri porti, perché io non mi rassegno all’idea che Amburgo governi il proprio porto, che Rotterdam governi il proprio porto, che Anversa governi il proprio porto. Ho scelto tre nazioni diverse a caso, tre porti più competitivi di quello di Genova non a caso, e tutti e tre sono regolati dalle Regioni e dai Comuni che li ospitano. Solo in Italia un signor Ministro si incarica di decidere cosa si può fare su un porto che grava su una comunità di residenti come Genova, che peraltro ha una certa tradizione nella gestione dei porti. Sicuramente più del Governo giallo rosso o dei Governi che seguiranno. Quindi sulla semplificazione noi ci troverai sempre. Tutto quello che potevamo fare in questa legislatura l’ho fatto, tutto quello che potremo fare nella prossima lo faremo. Tutto quello… anche quelle… ormai sono abituato, ci impugnano tutto alla Corte Costituzionale, per cui, anche se impugnano la tua legge, ce ne faremo una ragione. CARLO CARPI, lista “Carlo Carpi Graf”, sostenuto dal “Gruppo Radicale Adele Faccio Imperia”: www.grupporadicaleadelefaccio.it MARIKA CASSIMATIS, lista “Base Costituzionale - Marika Cassimatis”: https://basecostituzionale.home.blog/ DAVIDE VISIGALLI, sostenuto da “Riconquistare l’Italia - Davide Visigalli”: http://riconquistarelitalia.it/tag/davide-visigalli/ GIACOMO CHIAPPORI, sostenuto da “Grande Liguria Chiappori Presidente”, il suo programma si trova nel sito personale https://www.giacomochiappori.it/ RICCARDO BENETTI, è sostenuto da “Ora rispetto per tutti gli animali”, che lo appoggia sul profilo Facebook: https://www. facebook.com/Movimento-Politico-Ora-Rispetto-Per:Tutti-Gli-Animali-Sezione-Bologna-349984945665981/ GAETANO RUSSO, sostenuto da “Il Popolo della Famiglia No Gender nelle scuole” è appoggiato dal profilo Facebook: https:// www.facebook.com/popolodellafamiglia/

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cover LE ELEZIONI REGIONALI - NECESSARI ADEGUATI INVESTIMENTI PER SANARE SITUAZIONI CRITICHE

Imperia: infrastrutture e servizio idrico le priorità Gli ingegneri chiedono un piano straordinario per gli investimenti nel settore infrastrutturale, finalizzato alla ripresa del tessuto economico e sociale. Inoltre sottolineano la mancanza nella provincia di una vera alternativa all’attuale fonte primaria di approvvigionamento primaria, mentre sul fronte delle acque reflue guasti e rotture sono fonte di disagi continui per la popolazione.

Riccardo Restani

Presidente Ordine Ingegneri Imperia

Il 20 e 21 settembre prossimi i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per l’Election day, che vedrà l’accorpamento di varie tornate elettorali (referendaria, amministrative, regionali). La Liguria eleggerà il suo Presidente, che per i prossimi cinque anni guiderà l’amministrazione regionale in un contesto socio-economico tanto critico quanto inimmaginabile sino a pochi mesi fa, a seguito dell’emergenza pandemica da Covid-19. La stagnazione economica degli ultimi sei mesi, quale conseguenza della pandemia, ha portato l’Europa ad adottare misure straordinarie, che nei prossimi anni dirotteranno anche sull’Italia, uno dei Paesi europei più colpiti dall’emergenza, ingenti risorse economiche. Lo Stato italiano e le Regioni, ognuno per le proprie competenze, avranno il dovere istituzionale e morale di impiegare tali risorse non solo per un sostegno al credito dei soggetti più colpiti dalla crisi, ma anche e soprattutto per rilanciare l’economia del Bel Paese, realizzando una contestuale azione di riforme che siano finalmente in grado di proiettare la nazione ver-

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so un modello di sviluppo fondato sull’efficienza e sull’efficacia delle misure da adottare. È quindi necessario che la prossima Amministrazione regionale, di concerto con quelle Centrali, indirizzi il proprio operato a favore di una ripresa economica, che passi anche attraverso una spinta propulsiva agli investimenti nel settore dell’industria e delle costruzioni. La realtà ligure, in particolare, dovrà cogliere l’opportunità che si presenta, per far decollare definitivamente un modello di turismo sostenibile, incentrato sulla qualità dei servizi offerti: affinché ciò possa essere realizzato, sarà necessario prevedere significativi investimenti nel comparto delle infrastrutture, tasto dolente del nostro territorio, incluso il Ponente ligure. Chi sarà chiamato a governare la Liguria per i prossimi cinque anni, avrà quindi l’arduo compito di individuare una serie di priorità negli interventi sulle infrastrutture, che dovranno riguardare principalmente i settori della mobilità e del benessere della popolazione. In questo contesto, un focus sulla realtà del Ponente ligure e in particolare del territorio imperiese, pone l’obbligo di considerare strategici alcuni interventi di mobilità lungo le direttrici che portano in Francia e in Piemonte: il prolungamento a Ponente di Sanremo dell’Aurelia Bis, la variante dell’abitato di Imperia della stessa Aurelia bis, la realizzazione del tracciato Armo-Cantarana e la variante Pontedassio-Imperia della SS 28. Interventi, questi, fondamentali per agevolare i collegamenti con i territori confinanti con la provincia imperiese, e al contempo per decongestionare la viabilità lungo la fascia costiera, incentivando contemporaneamente, lungo quest’ultima arteria, una mobilità sostenibile mediante mezzi di trasporto pub-

blico. L’Amministrazione regionale dovrà quindi definire programmi di intervento strategico per agevolare la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali per il territorio, definendo inoltre gli indirizzi strategici prioritari attraverso un Piano regionale integrato delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti. Proprio la fascia costiera del nostro territorio presenta una grave criticità, da tempo denunciata dagli Enti Locali e dai cittadini ma che ad oggi non ha visto azioni risolutive: l’approvvigionamento idrico e il sistema di collettamento delle acque reflue, che convergono in quello che è denominato Servizio Idrico Integrato. La Provincia di Imperia per buona parte del suo territorio, e una percentuale ancor più alta se si considera il numero di abitanti, attinge la risorsa idrica dal sub-alveo del Fiume Roia a Ventimiglia, provvedendo al trasporto della stessa mediante due condotte d’adduzione che scorrono parallelamente alla linea di costa, e da qui verso una capillare rete di distribuzione. Le reti di adduzione versano da anni in un cattivo stato manutentivo, considerata anche la vetustà di una parte di esse, con frequenti episodi di rotture e guasti, che determinano conseguenti interruzioni nell’erogazione della risorsa idrica, spesso in concomitanza dei periodi a maggior afflusso turistico, oltre a continui incrementi delle perdite dell’acqua prelevata dal fiume. A questa criticità di tipo strutturale si aggiunge la mancanza di una vera alternativa all’attuale fonte di approvvigionamento primaria (i pozzi nel sub-alveo del Fiume Roia): problematiche di natura quali-quantitativa di questa risorsa non troverebbero ad oggi un sistema di interconnessione tra reti idoneo a garantire il superamento di potenziali criticità. Sul fronte delle acque reflue sono

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IMPERIA: INFRASTRUTTURE E SERVIZIO IDRICO LE PRIORITÀ

numerose le problematiche dei sistemi di collettamento cittadini, spesso oggetto di importanti rotture a causa della vetustà o di eventi meteorologici particolarmente intensi, che causano fuori servizio di tratti di fognatura, con sversamento di acque reflue sui suoli o nei corpi idrici recettori, e conseguenti problematiche igienico-sanitarie che, nella stagione estiva, sono spesso causa di ordinanze di divieto di balneazione. Quello del Servizio Idrico integrato è un problema che necessita di una attenta fase di pianificazione, a fronte della quale dovranno essere individuate le risorse economiche necessarie per rendere esecutive le progettazioni degli interventi già programmati o di prossima previsione. Auspicando, in particolare per il territorio imperiese, che l’annosa vicenda che riguarda l’individuazione di un unico soggetto gestore del servizio possa essere superata nel più breve tempo possibile, la prossima Amministrazione regionale sarà chiamata a compiere importanti scelte nel suo ruolo di coordinamento dei soggetti che gestiscono le risorse idriche e le mettono a disposizione degli utenti finali, nonché nell’elaborazione di programmi di finanziamento per interventi nel settore idrico. Quali esponenti del mondo delle professioni tecniche, gli ingegneri liguri, in particolare i liberi professionisti che sono stati duramente colpiti dalla congiuntura economica post Covid-19 e hanno subito gli effetti della flessione degli investimenti da parte dei committenti pubblici e privati, con conseguenze negative per il loro fatturato, chiedono con risolutezza alla nuova amministrazione regionale di avviare immediatamente un piano straordinario per gli investimenti nel settore delle infrastrutture, finalizzato alla ripresa del tessuto economico e sociale. Forti delle proprie competenze tecniche, che spaziano dalla pianificazione degli interventi alla direzione dei lavori, ponendo il progetto quale elemento centrale a garanzia della qualità delle opere da realizzare, gli ingegneri della Liguria tramite la propria Federazione regionale (FROIL) saranno come sempre disponibili per confronti costruttivi sulle tematiche d’interesse per uno sviluppo socio-economico del territorio. La riparazione di un collettore fognario DN 800 a Sanremo (Ph Restani)

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genova 2018-2048 IL NUOVO VIADOTTO DI GENOVA - VERSO I PRIMI CENTO GIORNI

Non oscurate quel sito web con la storia del “San Giorgio” La chiusura del cantiere, salvo intoppi e maltempo, è prevista per fine anno, ma non si sa ancora se la straordinaria documentazione raccolta per due anni sull’attività della struttura del Commissario straordinario rimarrà ancora pubblica in Rete o sarà chiusa. Deciderà il Ministero. Intanto procedono i lavori per le ultime opere in programma. Monica Zunino

Se paragoniamo la storia del viadotto San Giorgio a una partita di calcio, potremmo dire che il triplice fischio di chiusura sarà il giorno di San Silvestro, salvo recupero. Oppure che c’è un altro… santo per il ponte di Genova. Sempre San Silvestro, appunto. Perché l’orizzonte temporale

sindaco avrà da gestire “il dopo” per la zona sottostante e circostante. Il cantiere e la sua storia però - a sentire le opinioni che circolano fra giornalisti e social - nessuno gradisce che sparisca, non tanto dalla memoria delle persone, ma dalla Rete. Ovvero il sito www.commissario.ricostruzione.genova.it, che ha racconta-

“dare un’occhiata”. Una memoria in rete per tutti. La de cisione sarà comunque presa a livello ministeriale. Cosa accadrà e cosa sarà fatto nei prossimi tre mesi? Il lavori di completamento con il ponte avviato verso i suoi primi cento giorni operativi, interesseranno due fronti: il ponte vero e proprio con l’ultimazione

(salvo imprevisti o qualche rallentamento dovuto all’arrivo dell’eventuale maltempo autunnale) per la chiusura definitiva del cantiere è previsto appunto per la fine del 2020. Certo proseguiranno i lavori per la sistemazione delle aree e dei progetti (il parco “Boeri” e altro) paralleli al San Giorgio, ma il “cantiere del ponte” dovrebbe chiudere entro fine anno anche se per Marco Bucci e la sua struttura, le incombenze non finiranno. Perché da commissario straordinario per la demolizione del Morandi e la costruzione della nuova infrastruttura, dovrà chiudere tutti i conti e gli aspetti tecnico burocratici e da

to in questi due anni - con tanto di documenti e immagini a disposizione tanto della stampa di tutto il mondo, quanto degli addetti e dei normali cittadini - norme, decisioni, decreti, avanzamento lavori, costi, procedure, e così via, non deve essere chiuso assieme al cantiere. La sua continuità rappresenterebbe infatti anche uno strumento di lavoro accessibile e qualificato. Perché è indispensabile sia per la memoria sia per documentare e consentire ad esempio il lavoro di ricerca per chi sarà impegnato su una tesi universitaria, per gli operatori dell’informazione, per tutti quelli che vorranno continuare a

dell’installazione degli impianti di controllo robotizzati e collocati dentro la “pancia” della struttura con altre finiture e l’area sottostante con la risistemazione definitiva delle rogge, la dismissione e la risistemazione dell’area di cantiere. Area dove poi sorgerà un altro cantiere, quello per la realizzazione del parco. I lavori ancora in corso quindi sono sotto e ai bordi del ponte ma, salvo esigenze eccezionali, non ci saranno chiusure totali del San Giorgio. Il consorzio costruttore (PerGenova, Webuild e Fincantieri Infrastructure) ha anche in agenda infatti la definizione di quella che si potrebbe chia-

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NON OSCURATE QUEL SITO WEB CON LA STORIA DEL “SAN GIORGIO”

mare sala di regia, ovvero il monitoraggio di tutti i sistemi. Sul viadotto deve ora essere completata la parte elettrica e di controllo della rete di impianti che ne gesticono la tecnologia. Una sorta di cervellone che avrà in carico la sicurezza con i robot (per il controllo della “chiglia” progettata da Piano, che contiene la galleria del livello sottostrada, e per la pulizia dei pannelli antivento e di quelli dell’energia solare) dell’Iit e i sensori realizzati da Cetena e Seastema (gruppo Fincantieri). I robot, una volta alimentati, saranno in grado di passare in tempo reale tutte le informazioni per il controllo in remoto dalla “control room”. In sostanza si tratta di una sala in cui “vivrà” un gemello virtuale del San Gior- Il cantiere visto dal sito https://www.foto-webcam.eu/webcam/genova/ manto stradale, prevista in fase progio. Secondo il progetto, è un ponte “deumidificato” e in questi gettuale circa un mese dopo l’effettimesi sarà completato il condiziona- va apertura al traffico. Tecnicamente mento: nella pancia del viadotto ci si tratta del cosiddetto “grip road”, necessario per ottimizzare l’aderenza del tappeto di usura in alcuni tratti del ponte. Il progetto e i vari step prevedevano infatti il rispetto dei tempi di “gommatura” del primo strato di asfalto, appunto per un mese. Il calendario delle operazioni è stato stuIl parco provvisorio sotto la struttura diato in modo da impattare il sono sette maxi-condizionatori il cui meno possibile sull’uso del ponte. La compito è appunto quello di impedire presenza per la maggior parte della la formazione della condensa che col lunghezza della terza corsia di emertempo potrebbe provocare problemi genza (assente nel vecchio tracciato) alla struttura. ha consentito una migliore utilizzaLe tempistiche per la fine dei lavori zione e movimento dei mezzi utilizdella parte tecnologica di controllo zati per la posa con una riduzione indicano la stagione autunnale come dei tempi di chiusura di una carregtermine. giata di marcia in modo alternato per Tra i lavori in quota sono in corso la due sole notti (il 7 e il 9 settembre). posa dei quadri e dell’illuminazione Una scelta indispensabile per la siscenografica, la verniciatura delle curezza degli operai e dei tecnici al velette, con le verifiche necessa- lavoro, perché nel tratto senza corsia rie per l’ultimazione di questo step di emergenza (il terrapieno dal lato di interventi. Una parte importante di Coronata direzione Ventimiglia è rappresentata dalla rifinitura del e rampa di svincolo in direzione di Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2020 / n° 3

Genova) l’ingombro dei mezzi non avrebbe permesso di circoscrivere la zona necessaria per eseguire l’intervento in sicurezza, se non riservando ai lavori in corso entrambe le corsie disponibili. Definiti anche alcuni interventi per così dire estetici: le pile di calcestruzzo che reggono l’impalcato saranno dipinte di grigio coprendo appunto il calcestruzzo stesso. A ponente è partita la risistemazione idraulica del versante mentre sul piazzale è in corso la realizzazione pozzi drenanti e la sistemazione finale con lo sgombero della attrezzature. Sul lato levante dell’area della piazza d’Armi sono partiti lo sgombero e la rimozione materiali propedeutici alla riconsegna delle aree, in quella del Campasso quelli di ripristino della roggia profonda. Sulla spalla si lavora alla sistemazione idraulica del versante. (foto Commissario ricostruzione)

La “control room” del San Giorgio

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genova 2018-2048 IL NUOVO VIADOTTO DI GENOVA - UNA MONTAGNA IN “CAMMINO”

Da rifiuti a materiali per le carreggiate stradali Una parte dei detriti dovuti al crollo del Morandi, alle demolizioni e ai lavori viene riutilizzata da Aspi, un’altra nell’area sotto il ponte. Amianto: indagini settimanali per la sicurezza, dai timori alla tranquillità. Marco Manara

È una domanda che a livello di cronisti e di “sentinelle” dell’ambiente è stata posta più volte, in modo legittimo: ma i detriti, gli “scarti” che fine fanno, dove sono stati smaltiti o dove saranno portati? Quanti sono? E l’amianto? I detriti del vecchio ponte e quelli di lavorazione delle varie fasi del cantiere - nonostante le polemiche e

materiali derivanti dalla demolizione del vecchio “Morandi” e delle case di via Porro. In tutto circa 62.000 metri cubi di materiali. Ma già il 40% delle precedenti macerie era stato destinato con i vari iter autorizzativi alla riprofilatura dell’area sottostante il viadotto sul lato ponente e occupata dagli edifici delle aziende demolite per fare spazio alla nuova struttura del “San Giorgio”.

Una panoramica del cantiere con le auto che scorrono sul viadotto (Ph Mimmo Giordano)

spesso titoli allarmistici sui giornali per via di un pericolo amianto che in realtà non esisteva - hanno avuto una storia trasparente attraverso il sito del commissario alla ricostruzione. Un anno fa, tra settembre e novembre, era stato definito e completato il programma di riutilizzo dei 18

L’aspetto interessante è che i detriti avranno un riutilizzo piuttosto largo anche da parte della stessa Aspi. Materiali che sono stati e saranno destinati ai lavori di manutenzione e ripristino radicale di tratti di tracciato sottoposti a lavori non di mera asfaltatura “superficiale” (quello che

siamo abituati a definire “scarificazione”), ma di rifacimento totale, con scavo e reimmissione di materiale per la base della carreggiata. Il focus commissariale per la ricostruzione (dato del settembre 2020) ha cristallizzato i vari movimenti e volumi nelle diverse fasi di lavoro. Prima dell’inizio della movimentazione e dei trasporti, i volumi erano rappresentanti da circa 42.000 mc nell’area Levante (parco ferroviario del Campasso) di cui 30.000 provenienti dalla demolizione e crollo del vecchio ponte Morandi e 12.000 dalla demolizione degli edifici. Altri 12.000 provenienti dal veccchio viadotto erano stoccati nell’area di ponente. Dal novembre 2019 al marzo scorso c’è stato il trasferimento verso i siti di ASPI dei detriti del ponte che si trovavano nell’area di cantiere di ponente. Una parte è stata destinata al sito di Autostrade Genova Est - Campursone, una parte al sito di via Perlasca (ex Oleificio Gaslini) dove sono poi stati trasferiti entro lo scorso maggio altri 23.000 mc di detriti del ponte sui 30.000 accumulati nel cantiere di levante (area del Campasso). I rimanenti 7.000 mc saranno trasferiti entro la fine dei lavori. Interessante e importante è stato il risultato degli accertamenti sul fronte amianto, sostenuti anche dall’autorità giudiziaria e dagli altri istituti di riferimento. Un tema sul quale c’erano state nei giorni successivi al crollo polemiche e prese di posizione a livello sindacale e di vari comitati anche a fronte della drammatica realtà ligure, regione al terzo posto rispetto alla popolazione, per numero di malati e di decessi per le patologie amianto correlate. Le diverse analisi e ricerche hanno evidenziato come solo nell’1% (3 campioni) fosse presente una quota di amianto superiore alla soglia dei 120 mg/kg, con un valore massimo di 245 mg/kg. «La presenza di tracce di materiali inerti amiantiferi

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DA RIFIUTI A MATERIALI PER LE CARREGGIATE STRADALI

Una fase del collaudo prima della consegna della struttura

- specifica il Focus sui materiali e detriti - seppur al di sotto dei limiti di pericolosità in termini di cancerogenicità, ha comunque fortemente condizionato la loro gestione e riutilizzo richiedendo un notevole sforzo per la definizione di un percorso condivisibile e condiviso da tutti i soggetti interessati, nonché dagli enti competenti in materia di gestione dei rifiuti». I dati del report e delle indagini hanno fortunatamente evidenziato una situazione di non pericolosità. «A valle delle indagini sui manufatti del viadotto - spiega il Focus - svolte inizialmente quali attività prope-

deutiche all’analisi di rischio per la demolizione con esplosivo della Pila 8 (mai avvenuta) e successivamente estese all’intera opera, era emersa la presenza di fibre di amianto nel conglomerato cementizio costituente esclusivamente alcune sezioni del Viadotto Polcevera. È bene ricordare che le tracce di materiali amiantiferi nei manufatti del Viadotto Polcevera derivano dalle proprietà intrinseche/ naturali di parte del materiale utilizzato all’epoca della sua costruzione; non si tratta pertanto di amianto di origine antropica intenzionalmente aggiunto in fase realizzativa. Inoltre, i risultati delle analisi effettuate sul

manufatto hanno rilevato quantitativi di amianto molto al di sotto dei 1000 mg/kg (riferimento per stabilire la pericolosità di un rifiuto in termini di cancerogenicità - ndr) ed in particolare: il 76% dei campioni prelevati ed analizzati ha dato come esito amianto assente, il 23% ha evidenziato presenza di amianto al di sotto dei 120 mg/kg (corrispondente al limite di rilevabilità della metodologia di analisi) e solamente l’1% (3 campioni) ha evidenziato amianto al di sopra dei 120 mg/kg, ma con un valore massimo di 245 mg/kg». Da qui «la gestione dei detriti e il riutilizzo dei materiali con un percorso condivisibile e condiviso da tutti i soggetti interessati nonché dagli enti competenti in materia di gestione dei rifiuti». La tempistica della ricostruzione è stata peraltro più veloce del variamente annunciato e rilanciato progetto (ancora al palo) del “ribaltamento a mare” del cantiere (Fincantieri) di Sestri Ponente, che avrebbe potuto assorbire parte dei materiali. Ancora un anno fa, nel settembre del 2019, definito il programma di riuso e spostamento dei detriti, veniva lasciata una porta aperta: «In ogni caso - era stato scritto - continuano a essere portate avanti tutte le azioni necessarie affinchè parte del materiale possa essere impiegata anche nelle future opere di ribaltamento a mare di Fincantieri». (foto Commissario ricostruzione)

Detriti nell’area di lavoro non ancora sgomberata

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genova 2018-2048 IL NUOVO VIADOTTO DI GENOVA - ALBUM

3 Agosto, il giorno del Ponte

Il premier Giuseppe Conte taglia il nastro fra Giovanni Toti e Marco Bucci

Il cielo della Valpolcevera, dopo la pioggia, durante l’inaugurazione del viadotto

L’arcobaleno, come buon auspicio 719 giorni dopo il crollo del Morandi e il taglio del nastro con Mattarella e Conte A volte si parla di coincidenza o di “fato”. Se fino a poco prima dell’inaugurazione del 3 agosto il sindaco e commissario Marco Bucci aveva in tasca un piano B (“facciamo sempre piani B o C”, aveva detto) viste le allerte meteo, il destino questa volta ha giocato a favore e pure in modo simbolico, perché dalla pioggia è spuntato un coreografico arcobaleno. Una cerimonia senza sbavature, quella per l’inaugurazione del nuovo viadotto San Giorgio, priva di ridondanza, come avevano chiesto a suo tempo i parenti delle 43 vittime incontrate privatamente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella prima dell’evento. Nessuna festa, se non la giusta rivendicazione e l’orgoglio per il lavoro dei 1.200 del cantiere; per come Genova aveva saputo rimettersi subito in moto e, utilizzando le normative europee e severi controlli di sicurezza e antimafia, abbia reso possibile riavere il suo “ponte” in poco meno di due anni: a 719 giorni dal crollo del vecchio “Morandi” e a 402 dall’esplosione con cui era stato raso al suolo quanto restava della vecchia struttura. L’inaugurazione è avvenuta “sulla” nuova carreggiata, e il simbolico taglio del nastro (il premier Conte, il sindaco Bucci e il presidente della Regione Toti) attorno alle 18.20, con appena qualche goccia d’acqua. Poi l’applauso quasi liberatorio sotto quell’arcobaleno, che

Il Presidente della Repubblica Mattarella riceve la “mascherina di San Giorgio”

per molti è stato un “segno”. Simbolico anche il passaggio delle Frecce Tricolori a disegnare una bandiera volante proprio sopra i nuovi cartelli indicatori del “San Giorgio”, anche qui superando i rischi del maltempo. Gli invitati erano sotto una tensostruttura, con tutte le procedure previste dall’emergenza Covid. Oltre al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio, presenti anche i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati; i ministri Paola De Micheli e Luigi Di Maio, l’ex ministro Danilo Toninelli, l’ex cardinale di Genova Angelo Bagnasco e il suo fresco successore, l’Arcivescovo fra’ Marco Tasca; il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, quello della polizia, Franco Gabrielli; la prefetta Fiamma Spena. Simbolico anche il passaggio delle Frecce Tricolori a disegnare una bandiera volante proprio sopra i nuovi cartelli indicatori del ponte San Giorgio anche qui superando i rischi del maltempo. Giuseppe Conte e altri rappresentanti istituzionali erano giunti direttamente dall’aeroporto “Cristoforo Colombo” sul nuovo viadotto intorno alle 18.15. All’arrivo di Mattarella, l’inno di Mameli, la lettura dei 43 nomi delle vittime del “Morandi” seguita dalle note del Silenzio, gli interventi. Un avvio nel segno della memoria della tragedia del 14 agosto 2018. Con la colonna sonora di Crêuza de mä, di Fabrizio De André, reinterpretata da 18 artisti italiani. E l’eco, in sottofondo, dopo il taglio del nastro, del suono delle sirene delle navi in porto.

L’esibizione della pattuglia acrobatica nazionale

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3 AGOSTO, IL GIORNO DEL PONTE

I familiari delle vittime: «Ci stia vicino». Il Presidente: «Il dolore non si dimentica, la solidarietà ci sarà sempre» «Volevamo dire e dirle che per noi è importante che i cittadini non debbano compensare anni di mancanze, perché non è giusto. E soprattutto chi ha causato» la tragedia «e si è arricchito in questi anni, a nostro modo di vedere ingiustamente, non può uscire da questa società in modo da arricchirsi» ulteriormente. È quanto hanno detto i familiari del Comitato vittime del crollo di ponte Morandi al Presidente Sergio Mattarella, in un incontro privato prima dell’inaugurazione della nuova struttura. «La parte processuale - hanno aggiunto - è uno dei fini della nostra battaglia. Se riusciremo ad avere giustizia sarà fondamentale per la nostra Nazione. La sua vicinanza per noi è stata essenziale». «Ci tenevo a incontravi prima della cerimonia - ha ribattuto fra l’altro il Capo dello Stato - per sottolineare pubblicamente e in maniera evidente che la ferita non si rimargina, che il dolore non si dimentica e che la solidarietà non viene meno in alcun modo. E condivido la vostra scelta di vederci in Prefettura e non sul ponte non perché» l’inaugurazione «non sia importante. Lo è per la città naturalmente. Ma perché quest’incontro è un’occasione raccolta, non di frastuono».

Bucci: «Il ringraziamento ai 1.200 e alle imprese che hanno realizzato tutto questo» «Siamo contenti perchè questo è un bel momento per Genova e per i genovesi. Il nostro primo pensiero va sempre alle 43 vittime, e soprattutto per le loro famiglie. Sono quelle che soffrono di più. Il messaggio della nostra amministrazione è che queste cose non devono ripetersi. A loro saremo sempre vicini e Genova non dimenticherà questa tragedia». Il Sindaco e Commissario Straordinario Marco Bucci, è stato il primo a prendere la parola durante la cerimonia di inaugurazione del Ponte San Giorgio. Dopo il ricordo delle vittime, l’orgoglio per la città e per il lavoro svolto: «Un pensiero va alle 1.200 persone che hanno costruito il ponte e hanno sudato 24 ore su 24. A loro dico veramente grazie, come anche alle imprese che si sono occupate dei lavori di demolizione e ricostruzione va il grazie della città. Genova ha oggi costruito un modello di successo, e con questo cantiere lancia un messaggio di fiducia e di speranza per il futuro».

Renzo Piano: «Costruire è magia, i muri non vanno costruiti, i ponti sì e farlo è bellissimo» «È un ponte frutto di un lutto. Il lutto non si dimentica, il lutto si elabora. Qui ci siamo smarriti e qui ci ritroviamo per ringraziare chi ha costruito il ponte con rapidità. Mi

Giuseppe Conte: «Nessuna celebrazione, il dolore è ancora grande. La lezione di Genova” «Non siamo qui per tagliare un nastro, e forse non è neanche facile abbandonarsi a intenti celebrativi. È ancora troppo acuto il dolore della tragedia», le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Questo Ponte - ha aggiunto - ci restituisce un’immagine di forza e anche di leggerezza. Genova è la dimostrazione che il nostro Paese, al contrario di tanti stereotipi, sa rialzarsi, sa affrontare e superare le difficoltà, sa tornare a correre». Conte ha parlato del valore della vita: «Non esiste qualcosa che possa estinguere il dolore della perdita di una vita, tanto più quando la causa è l’incuria e la cattiva gestione di un bene, che essendo anche pubblico dovrebbe essere custodito, gestito con particolare cura e particolare attenzione».

L’arch. Renzo Piano, che ha regalato a Genova il progetto del nuovo viadotto

auguro che questo sia amato. Essere amati nella tragedia non è facile, ma credo che sarà amato perché è semplice e forte come Genova». È uno dei passaggi dell’intervento dell’arch. Renzo Piano, che ha aggiunto: «Dobbiamo riconoscenza per tutti coloro che hanno lavorato al ponte e chi lavora alla fine della fatica si aspetta una perla: la perla è la riconoscenza. Qui è successa una cosa bella per il Paese. Costruire è una magia, i muri non vanno costruiti, i ponti sì e farlo è bellissimo, è un gesto di pace. Anche questo cantiere è magia, un cantiere su cui in cui su tutto prevalgono solidarietà, passione, amore». Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2020 / n° 3

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3 AGOSTO, IL GIORNO DEL PONTE

Gli ospiti nella tensostruttura allestita sul viadotto

demolizione del Morandi e alla costruzione della nuova opera, con decine di inviati - della carta stampata, di radio e Tv - provenienti da mezzo mondo. «Una inaugurazione dolce e amara - ha scritto il “New York Times” - perché i genovesi temono che il ponte non basti a rivitalizzare la loro città». «Una nave bianca che attraversa la valle», è stata la definizione scelta dalla “Bbc” per raccontare la nuova struttura, mentre il “Guardian” ha posto l’attenzione sull’attesa di giustizia da parte delle famiglie delle 43 vittime. Secondo il “Times”, «il ponte restituisce alla città il suo orgoglio», mentre il tedesco “Die Zeit” ha ricordato come «la questione delle responsabilità sia tutt’ora aperta». Pagine a cura di Marco Manara (Foto Commissario per la Ricostruzione)

Aba Comunicazione

Il giorno dopo, il nuovo “San Giorno” sulle prime pagine dei quotidiani italiani ed esteri Dai quotidiani nazionali a quelli regionali e provinciali, il 4 agosto, tutte le testate italiane hanno riportato in prima pagina come il giorno prima i Tg avevano dato la notizia in apertura - il servizio dell’inaugurazione del viadotto San Giorgio di Genova. Per accompagnare il titolo - come si può vedere nel parzialissimo montaggio che proponiamo, molti hanno scelto la suggestiva immagine dell’arcobaleno, altri l’esibizione delle Frecce tricolore, alti ancora la struttura finita. Anche i giornali stranieri hanno dato, spesso in prima, la notizia del ponte genovese, a coronamento di due anni - a partire dal tragico crollo della vigilia di ferragosto 2018 - di attenzione verso le vicende legate alla

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professione UN EMENDAMENTO PER L’UTILIZZO DELLA LORO CERTIFICAZIONE COME COMPENSAZIONE

“Recupero crediti” verso la P.A. L’iniziativa, proposta al CNI e da questo approvata e avanzata al Ministero della Giustizia, punta a modificare l’art. 1 del Decreto Ministeriale del 15 luglio 2016, per poter recuperare - come già fanno gli avvocati - quanto dovuto per spese, diritti e onorari dallo Stato ai consulenti tecnici, scalandoli da tasse, imposte (Iva compresa) e contributi previdenziali. Ecco la storia di una battaglia raccontata dal protagonista.

Andrea Chiaiso

Consigliere e Referente Commissione Ingegneria Forense Ordine Ingegneri Genova

Vi è mai capitato di svolgere un incarico per una Pubblica Amministrazione e ricevere con un ingiustificato ritardo il relativo pagamento dovendosi (quasi) scusare per il sollecito? Beh, a me personalmente molte volte, occupandomi nello specifico di Consulenza Tecnica in ambito penale e quindi essendo, per tale attività, pagato dallo Stato. Fino al momento in cui rimango in attesa del pagamento e non devo a mia volta pagare le tasse, la cosa mi infastidisce, ma in occasione degli adempimenti fiscali/contributivi diventa inaccettabile! Mi sono documentato in merito per gestire la situazione e non so se sapete che esiste qualcosa in merito. Il meccanismo da applicare è il cosiddetto Factoring, ovvero la cessione pro-soluto dei propri crediti: il problema è che questa procedura, oltre ai costi proibitivi per piccoli crediti (<10.000 €), è per lo più applicabile alle società, e diciamo non è proprio alla portata di tutti. Esiste invece la possibilità di utilizzare un servizio offerto da Inarcassa per mezzo di Vitruvio che consente di cedere pro-soluto il proprio credito

nei confronti della PA ed ottenere l’accredito delle somme sul proprio conto. Ecco il link con la spiegazione in dettaglio di come funziona: https://vitruvio.crediticertificati.it/ Tutta la procedura da mettere in atto ha origine dalla certificazione del proprio credito sulla specifica piattaforma del Ministero di Economia e Finanza; qui il link: http://crediticommerciali.mef.gov.it/CreditiCommerciali/home.xhtml Come potrete immaginare la cessione pro-soluto ha un costo, tutto sommato contenuto, che è quello per il servizio che trattiene Vitruvio sulla fattura ceduta per procedere all’accredito sul conto. Esiste tuttavia un’altra possibilità. Dal 2018 mi sto occupando, presso il Consiglio Nazionale nel quale sono membro del Gruppo di Lavoro in Ingegneria Forense, della possibilità, per i soggetti che vantano crediti nei confronti dello Stato, di utilizzare gli stessi in compensazione per il pagamento dei modelli F24. Il meccanismo è semplice: tu Stato devi a me dei soldi, io cittadino trattengo la somma corrispondente (in compensazione) sui versamenti di tasse/tributi che effettuo. Questa possibilità già esiste, ma purtroppo ad oggi per i soli avvocati, mentre i professionisti tecnici ne sono esclusi. Per capire meglio la sottile linea semantica per la quale ci è preclusa questa opportunità, occorre addentrarsi nel substrato normativo che regola la fattispecie. Punto di partenza è la Legge 28 dicembre 2015, n. 208, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016). Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 302 del 30-12-2015 - Suppl. Ordinario n. 70, di cui riporto un estratto saliente: comma 778: «(…) A decorrere dall’anno 2016, entro il limite di spesa massimo di 10 milioni di euro annui, i soggetti che vantano crediti per spese, diritti e onorari di avvo-

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cato, sorti ai sensi degli articoli 82 e seguenti del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, e successive modificazioni, in qualsiasi data maturati e non ancora saldati, sono ammessi alla compensazione con quanto da essi dovuto per ogni imposta e tassa, compresa l’imposta sul valore aggiunto (IVA), nonché al pagamento dei contributi previdenziali per i dipendenti mediante cessione, anche parziale, dei predetti crediti entro il limite massimo pari all’ammontare dei crediti stessi, aumentato dell’IVA e del contributo previdenziale per gli avvocati (CPA). Tali cessioni sono esenti da ogni imposta di bollo e di registro. Ai fini della presente legge possono essere compensati o ceduti tutti i crediti per i quali non è stata proposta opposizione ai sensi dell’articolo 170 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, e successive modificazioni. La compensazione o la cessione dei crediti può essere effettuata anche parzialmente ed entro un limite massimo pari all’ammontare dei crediti stessi, aumentato dell’IVA e del contributo previdenziale per gli avvocati…» La legge di cui sopra è stata recepita dal D.M. 15 luglio 2016, Compensazione dei debiti fiscali con i crediti per spese, diritti e onorari spettanti agli avvocati ammessi al patrocinio a spese dello Stato (GU Serie Generale n.174 del 27-07-2016). Riporto di seguito l’estratto saliente, dove viene indicato: Art. 1: «Oggetto: Il presente decreto disciplina le modalità con le quali, ai sensi dell’art. 1, comma 778, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, gli avvocati che vantano crediti per spese, diritti e onorari di avvocato, sorti ai sensi degli articoli 82 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, in qualsiasi data maturati e

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professione non ancora saldati, per i quali non è stata proposta opposizione ai sensi dell’art. 170 del medesimo decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, possono compensare detti crediti con quanto da essi dovuto per ogni imposta e tassa, compresa l’imposta sul valore aggiunto (IVA), nonché procedere al pagamento dei contributi previdenziali per i dipendenti mediante cessione, anche parziale, dei crediti stessi…». Sia la Legge 28.12.2015 n. 208 che il successivo Decreto Ministeriale del 15.07.2016 all’art. 1 che la recepisce, fanno riferimento ai crediti derivanti e sorti ai sensi dell’art. 82 e seguenti del DPR 30.05.2002 n. 115 che riporto di seguito negli estratti salienti. DPR 30.05.2002 n. 115, Art. 82. (L) - (Onorario e spese del difensore) «1. L’onorario e le spese spettanti al difensore sono liquidati dall’autorità giudiziaria con decreto di pagamento, osservando la tariffa professionale in modo che, in ogni caso, non risultino superiori ai valori medi delle tariffe professionali vigenti relative ad onorari, diritti ed indennità, tenuto conto della natura dell’impegno professionale, in relazione all’incidenza degli atti assunti rispetto alla posizione processuale della persona difesa. (1- Le parole: «e previo parere del Consiglio dell’Ordine», sono state soppresse dalla L. 30 dicembre 2004, n. 311). 2. Nel caso in cui il difensore nominato dall’interessato sia iscritto in un elenco degli avvocati di un distretto di Corte d’Appello diverso da quello in cui ha sede il magistrato competente a conoscere del merito o il magistrato davanti al quale pende il processo, non sono dovute le spese e le indennità di trasferta previste dalla tariffa professionale. 3. Il decreto di pagamento è comunicato al difensore e alle parti, compreso il pubblico ministero. Art. 83 (L) - (Onorario e spese dell’ausiliario del magistrato e del consulente tecnico di parte) 1. L’onorario e le spese spettanti al difensore, all’ausiliario del magistrato e al consulente tecnico di parte sono liquidati dall’autorità giudiziaria con decreto di pagamento, secondo le norme del presente testo unico. (1- Le parole: «al difensore» sono state inserite dalla L. 30 dicembre 2004, n. 311). 2. La liquidazione è effettuata al termine di ciascuna fase o grado del processo e, comunque, all’atto della cessazione dell’incarico, dall’autori-

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“RECUPERO CREDITI” VERSO LA P.A.

tà giudiziaria che ha proceduto; per il giudizio di Cassazione, alla liquidazione procede il giudice di rinvio, ovvero quello che ha pronunciato la sentenza passata in giudicato. In ogni caso, il giudice competente può provvedere anche alla liquidazione dei compensi dovuti per le fasi o i gradi anteriori del processo, se il provvedimento di ammissione al patrocinio è intervenuto dopo la loro definizione. 3. Il decreto di pagamento è comunicato al beneficiario e alle parti, compreso il Pubblico Ministero. 3-bis. Il decreto di pagamento è emesso dal giudice contestualmente alla pronuncia del provvedimento che chiude la fase cui si riferisce la relativa richiesta. (2 - Comma aggiunto dall’art. 1, comma 783, L. 28 dicembre 2015, n. 208, a decorrere dal 1° gennaio 2016). Art. 84 (L) - (Opposizione al decreto di pagamento) 1. Avverso il decreto di pagamento del compenso al difensore, all’ausiliario del magistrato e al consulente tecnico di parte, è ammessa opposizione ai sensi dell’articolo 170. Art. 85 (L) - (Divieto di percepire compensi o rimborsi) 1. Il difensore, l’ausiliario del magistrato e il consulente tecnico di parte non possono chiedere e percepire dal proprio assistito compensi o rimborsi a qualunque titolo, diversi da quelli previsti dalla presente parte del testo unico. 2. Ogni patto contrario è nullo. 3. La violazione del divieto costituisce grave illecito disciplinare professionale. La Legge 28.12.2015 n. 208 indica genericamente i soggetti che vantano crediti salvo poi specificare che i crediti sono quelli da intendersi sorti ai sensi dell’art. 82 e seguenti. Il D.M. 15 luglio 2016, art. 1, a differenza della legge di ispirazione, sostituisce la parola “soggetti” con la parola “avvocati” lasciando sempre indicato che i crediti sono quelli da intendersi sorti ai sensi dell’art. 82 e seguenti. Le attività previste dall’art. 83 del DPR 30.05.2002 n. 115 così come quelle dell’art. 82 specificano che «(…) sono liquidati dall’autorità giudiziaria con decreto di pagamento, secondo le norme del presente testo unico …» Sebbene la legge faccia riferimento ai crediti sorti ai sensi dell’art. 82 e seguenti, di fatto, la procedura è abilitata solo per i soggetti Avvocati, ovvero per i crediti generati di cui

all’art.82 (Onorario e spese del difensore) e NON anche per quelli generati all’art. 83 (Onorario e spese dell’ausiliario del magistrato e del consulente tecnico di parte). Alla luce di quanto sopra, considerato che la norma va letta ed interpretata come il combinato disposto dell’art. 82 e seguenti, dovrebbe essere interpretata in senso estensivo anche ai soggetti per i quali sono stati generati crediti secondo l’art. 83 (e quindi non solo gli avvocati). Tutto quanto sopra premesso, nel mese di maggio di quest’anno, a seguito del completamento dell’iter di validazione interno presso il Gruppo di Lavoro del quale faccio parte, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, nella persona del Presidente Ing. Armando Zambrano (in veste anche di presidente della Rete delle Professioni Tecniche), ha recepito ed approvato, unitamente al presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, il seguente emendamento da me redatto da proporre all’art. 1 del Decreto Ministeriale del 15 luglio 2016, dove viene riportata in blu la parte emendata: «(…) Art. 1 - Oggetto: Il presente decreto disciplina le modalità con le quali, ai sensi dell’art. 1, comma 778, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, gli avvocati ed i consulenti tecnici che vantano crediti per spese, diritti e onorari di avvocato e di consulente tecnico, sorti ai sensi degli articoli 82 e seguenti ovvero anche ai sensi dell’articolo 83 nonché anche a quelli sorti ai sensi dell’art. 49 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, in qualsiasi data maturati e non ancora saldati, per i quali non è stata proposta opposizione ai sensi dell’art. 170 del medesimo decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, possono compensare detti crediti con quanto da essi dovuto per ogni imposta e tassa, compresa l’imposta sul valore aggiunto (IVA), nonché procedere al pagamento dei contributi previdenziali per i dipendenti mediante cessione, anche parziale, dei crediti stessi». Tale emendamento, unitamente ad altri, fa parte di un “pacchetto” che è stato consegnato nelle mani del Ministro della Giustizia che ci si auspica possa essere inserito e votato nei prossimi DPCM. La partita ora è quindi solamente politica. Incrociamo le dita!

Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2020 / n° 3


professione UNIVERSITÀ - DOPO IL BLOCCO DELL’EMENDAMENTO “LIBERI TUTTI” NEL D.L. SEMPLIFICAZIONI

Quel pasticcio da regolare del doppio lavoro dei docenti Bloccata a tempo di record, grazie alla pronta reazione della Rete delle professioni tecniche guidata dall’ing. Zambrano e dal Cup, l’apertura al mercato dei professori full-time ha mostrato la necessità di affrontare il problema in termini più chiari e definitivi per evitare scompensi sia alla Pubblica amministrazione sia al settore dei liberi professionisti. Michelini: «Ecco perché apprezzo ma non esulto» Gianfranco Sansalone

Tutto comincia nel pomeriggio del 28 agosto, nel corso della riunione delle Commissioni Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato in seduta congiunta per la conversione del D.L. Semplificazioni. Un gruppo di senatori della Lega Salvini Premier e del Partito Sardo d’Azione, propone un emendamento (il n. 19.15) che interviene sulla legge 240/2010: la cosiddetta “legge Gelmini”, che al comma 9 stabilisce che «la posizione di professore e ricercatore è incompatibile con l’esercizio del commercio e dell’industria fatta salva la possibilità di costituire società con caratteristiche di spin off o di start up universitarie» e che «l’esercizio di attività libero-professionale è incompatibile con il regime di tempo pieno» e in quello successivo definisce le attività che i docenti possono svolgere liberamente, senza nemmeno chiedere un’autorizzazione preventiva. Ma l’emendamento del drappello di senatori, che viene approvato, introduce un’interpretazione che apre una voragine. Dice infatti il testo: «Dopo il comma 1, sono inseriti i seguenti: “1bis. Il comma 10, dell’articolo 6, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, si interpreta, con specifico riferimento alle attività di consulenza, nel senso che ai professori ed ai ricercatori a tempo pieno è liberamente consentito, indipendentemente dalla retribuzione, lo svolgimento di attività extraistituzionali realizzate in favore di privati, enti pubblici ovvero per fini di giustizia, purché prestate, quand’anche in maniera continuativa, non in regime di lavoro subordinato e in mancanza di un’organizzazione di mezzi e di persone

preordinata al loro svolgimento». L’autorizzazione ufficiale, insomma, al doppio lavoro per chi, nelle aule universitarie, lavora a tempo pieno e contratto indeterminato. Per il Miur, il ministero dell’Università e la Ricerca, è tutto regolare: «Trattandosi di norma di interpretazione autentica la disposizione è di natura ordinamentale con finalità deflattiva di eventuali contenziosi, non determina nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Nemmeno l’emendamento 19.16 Id.19.0.91 («1.ter - L’articolo 7 della legge 18 marzo 1958, n. 311, recante: ‘’Norme sullo stato giuridico ed economico dei Professori universitari’’, è abrogato»), suscita particolari preoccupazioni, anche perché, sempre per il Miur, «La disposizione è di natura ordinamentale e pertanto non determina nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Ma dal mondo professionale, si scatenano le proteste, e fra le prime quelle della Rete dei liberi professionisti, e del CUP, che iniziano una battaglia che porterà in pochi giorni, allo stralcio dell’emendamento, come ha sotto-

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lineato con poche righe soddisfatte ai primi di settembre il presidente nazionale della Rete delle Professioni, l’ing. Armando Zambrano: «Dopo giorni di intensa attività e di sensibilizzazione ad ogni livello politico e ministeriale, la #RPT ha ottenuto lo stralcio dal DL Semplificazione dell’emendamento 19.15 che consentiva ai professori ed ai ricercatori universitari a tempo pieno di svolgere liberamente, indipendentemente dalla retribuzione, attività extraistituzionali realizzate in favore di privati e enti pubblici. È stato decisivo, in particolare, il parere della Ragioneria generale dello Stato, secondo la quale l’emendamento, tra l’altro, contrasta con la legge del 2011 sui limiti retributivi per i pubblici dipendenti. La Ragioneria, quindi, ha chiesto esplicitamente lo stralcio della norma. Si tratta di un’importante vittoria per i professionisti tecnici italiani che, con la loro pronta reazione, hanno evitato che passasse una norma illegittima e dannosa». In effetti, il parere della Ragioneria di Stato, del 4 settembre, non lascia dubbi: «(…) la disposizione, comportando

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professione

l’eliminazione di tutte le limitazioni allo svolgimento di attività extraistituzionali per i professori e i ricercatori, di fatto incentiva il ripristino del rapporto di lavoro a tempo pieno per tutti coloro che nel tempo avevano optato per il tempo definito proprio al fine di conciliare l’attività lavorativa con quella extraistituzionale, con conseguenti maggiori e rilevanti costi a carico degli atenei e, quindi, della finanza pubblica. Peraltro, la disposizione darebbe luogo certamente a richieste emulative da parte di altri settori del pubblico impiego con un impatto rilevante, oltre che in termini finanziari, anche sulla coerenza del sistema ordimentale in materia di lavoro pubblico determinato dal probabile rientro massivo a un regime di lavoro a tempo pieno di tutti i dipendenti a tempo parziale» Non per niente l’allarme lanciato da Zambrano, che aveva dato il via all’azione politica per bloccare il testo, disegnava uno stato di fatto che nulla aveva a che vedere con l’apparente allargamento dei semplici margini dell’attività lavorativa dei docenti. «Si tratta di una decisione sconcertante - aveva tempestivamente scritto, in un comunicato stampa firmato Rete delle Professioni e CUP - che consentirebbe ai professori e ricercatori universitari di effettuare attività extra istituzionali senza alcun controllo da parte dell’Università di appartenenza e senza alcun limite di compenso. In palese contrasto con la normativa previgente che intende interpretare. Senza contare il fatto che si consente ad alcuni lavoratori di entrare nel mercato senza rispettare le regole e sottostare alle incombenze cui invece sono sottoposti i liberi professionisti ad esclusiva tutela della collettività. Appare sorprendente, tra l’altro, che il Ministero dell’Università non abbia

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QUEL PASTICCIO DA REGOLARE DEL DOPPIO LAVORO DEI DOCENTI

nulla da dire in merito, considerando l’alto rischio che tale estensione possa andare a scapito dell’attività di docenza, senza tenere conto della discriminante che determina tra docenti universitari a tempo pieno e a tempo definito e dell’aggravio di costi per lo Stato, perché la prima conseguenza di tale emendamento sarà che molti docenti a tempo definito passeranno a tempo pieno. Diversamente da quanto asserito, quindi, non si tratta di un provvedimento ad invarianza di costi per lo Stato. Per questi motivi, i professionisti italiani intendono protestare duramente e auspicano che, in extremis, il Parlamento possa tornare sui suoi passi». E quindi, il 3 settembre, dopo il parere espresso dal Miur, sottolineando che lo stesso «è finalizzato in particolare a sanare contenziosi, in particolare con la Corte dei Conti, per attività di consulenza irregolari (411 casi all’ottobre 2019 per 41.000.000,00 di danno erariale richiesto: procedimenti in parte ancora in corso), informa fra l’altro che nel frattempo, fonti del ministero per i Rapporti con il Parlamento puntualizzano sulla questione che «l’emendamento contestato non è mai stato oggetto di discussione in Commissione». La regolamentazione delle attività extra-universitarie dei docenti, è questione lunga e controversa. Attualmente, la normativa che disciplina le incompatibilità dei pubblici dipendenti, facendo riferimento appunto a chi insegna a tempo pieno negli Atenei, oltre alla già citata legge Gelmini, fa capo a diverse norme, non abrogate ma in alcuni casi aggiornate di fatto per alcuni aspetti da testi successivi, fra i quali la Legge 662/96, il D. Lgs. n. 165/01, il Decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, che non solo

stabilisce fra l’altro le compatibilità con le cariche elettive in enti pubblici, soggetti istituzionali, con la direzione di imprese economiche o editoriali, la collaborazioni di vario tipo e l’obbligatorietà di collocazione in aspettativa, ma che soprattutto stabilisce, per chi è iscritto a un Albo professionale ed opta per la docenza a tempo pieno, l’obbligo dell’iscrizione a un Elenco speciale. Proprio per evitare il contemporaneo svolgimento di due professioni. Un complesso di norme, insomma, che non impedisce al docente di svolgere attività legate alla sua specializzazione (da consulenze a partecipazioni a convegni, dalla scrittura di articoli all’accettazione di incarichi, e che pone su due diversi piani il dipendente a tempo pieno (che ha maggiori limiti) da quello part-time o con contratto a tempo, guardando con molta attenzione alle incompatibilità e alla concorrenza fra il lavoro universitario e quello svolto per soggetti pubblici o privati per evitare che possano entrare in contrasto, e che in molti casi vincola le attività esterne alla concessione di un’autorizzazione da parte delle autorità universitarie, che ne devono valutare portata e conseguenze secondo le leggi vigenti e possono quindi anche vietarle. «Apprezzo l’intervento del presidente Zambrano - commenta il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Genova, Maurizio Michelini - che ha applicato magistralmente il terzo principio della dinamica, azione e reazione... Da libero professionista non posso che sentirmi più sereno rispetto ai paventati rischi di concorrenza sleale, aggiungendo, però, che l’emendamento (ampiamente condiviso da maggioranza e opposizione) andava ad interpretare il solo comma 10 dell’articolo 6 della legge 240/2010, con specifico riferimento alle attività di “consulenza”, che erano e restano consentite, senza toccare il successivo comma 9, che stabilisce l’incompatibilità assoluta dell’attività libero-professionale con il regime di tempo pieno, lasciando comunque irrisolto il problema. La norma è poco chiara, perché la sussistenza di reati, danni erariali e illeciti amministrativi dipende da cosa si intenda per “consulenza”, consentita, e “attività libero professionale”, vietata. Occorre tornare sull’argomento a mente fredda e cambiare la norma in modo ragionato e condiviso. Per questo esprimo apprezzamento, ma non esulto».

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attualità CON LE MODIFICHE AL CODICE DELLA STRADA NEL DECRETO RILANCIO 2020

Quelle piste e corsie ciclabili che ci “portano” in Europa Anche Genova, come le altre città Italiane, ora ha maggiori strumenti per essere più vivibile, sicura ed ecologica applicando le misure che incentivano l’uso della bici in alternativa all’automobile. Cosa cambia e cosa bisognerebbe ancora fare, a livello legislativo, per soluzioni ancora più “smart”.

Domenico Sarsano

Ingegnere e ambientalista

L’emergenza Covid-19 ha finalmente portato il Governo ad incentivare l’uso di biciclette ed assimilati, riconoscendoli come “virtuosi” mezzi di trasporto casa-scuola-lavoro. Al di là dell’emergenza sanitaria, però, ribadiamo che questo modo di spostarsi, “nuovo” per Genova ma non per mille altre città europee, serve a traghettare il capoluogo ligure verso una dimensione più “smart”, visto che la modernità attuale di una città è ben lontana dal paradigma della mobilità degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso. Una città più vivibile, a misura della persona e non dell’automobile, con più spazio urbano avente ruolo funzionale differente dal mero parcheggio di autoveicoli. Una città più ecologica, dove sia possibile, con il proprio comportamento e le proprie abitudini, contrastare le emissioni inquinanti gassose e acustiche ed il cambiamento climatico già in atto. E, soprattutto, una città più sicura: è stato dimostrato dai fatti, in altre realtà urbane sia italiane sia straniere, che un aumento cospicuo del numero di ciclisti in strada induce un comportamento più rispettoso delle leggi e del prossimo da parte dei conducenti dei mezzi a motore, riducendo la velocità ed altre operazioni pericolose alla guida, come

repentini cambi di corsia, sorpassi azzardati e altre scorrettezze. È il concetto che gli inglesi hanno definito “Safety in numbers”, sicurezza nei numeri. Sicurezza maggiore quindi per ciclisti e pedoni, ma anche per gli stessi utenti motorizzati, grazie al minor numero di incidenti ed alla minore gravità. Principale strumento legislativo per attuare questo programma è l’art. 205 del Decreto Rilancio 2020, il quale ha introdotto alcune modifiche al Codice della Strada (D. Lgs. 30 aprile 1992, n. 285): in particolare all’art. 3 punto 12-bis definisce la “corsia ciclabile” come «parte longitudinale della carreggiata, posta a destra, delimitata mediante una striscia bianca discontinua, valicabile e ad uso promiscuo, idonea a permettere la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi nello stesso senso di marcia degli altri veicoli e contraddistinta dal simbolo del velocipede». Rispetto alla definizione al punto 39 sempre dell’art. Francia, “Eccetto bici” (Ph Sarsano) 3 di “pista ciclabile” quale parte longitudinale della parcheggi al traffico motorizzato per strada completamente riservata costruire “piste ciclabili” riservate, queste nuove “corsie alla circolazione dei velocipedi, la mentre ciclabili” richiedono un minimo grande differenza è che la “corsia ciclabile” (in inglese bike lane) è ad restringimento della carreggiata e uso promiscuo di velocipedi e mezzi impongono praticamente solo una motorizzati, dove però i velocipedi riduzione dei limiti di velocità; se consideriamo poi la velocità media hanno priorità. In un Paese come l’Italia, ad oggi in condizioni di traffico, non avremo basato sull’uso dell’automobile in realtà nemmeno una riduzione privata, questa apparentemente significativa della velocità, bensì solo piccola rivoluzione è la leva con la una fluidificazione del traffico con quale il Governo intende forzare i eliminazione di continue accelerazioni Comuni a realizzare velocemente e frenate (e conseguente minor infrastrutture ciclabili e i cittadini ad inquinamento). All’articolo 3, comma 1, al numero utilizzarle al posto delle automobili. Nell’attuale situazione, infatti, risulta 7-bis, il DL ha poi aggiunto la difficile e impopolare togliere corsie e definizione di Casa avanzata quale

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attualità

QUELLE PISTE E CORSIE CICLABILI CHE CI “PORTANO” IN EUROPA

Bordeaux, passaggio ciclo pedonale protetto da paletti contro sosta vietata (Ph Sarsano)

«linea di arresto per le biciclette in ciclista, l’effetto positivo è che la posizione avanzata rispetto alla linea costante compresenza delle bici è di arresto per tutti gli altri veicoli», in meglio percepita dagli automobilisti, modo da consentire ai ciclisti (“utenti i quali tendono paradossalmente a deboli” della strada come definiti dimenticarsene quando invece la pista all’art. 3/53-bis e quindi meritevoli ciclabile è completamente separata di “tutela particolare”) di partire da loro, ma in qualche punto finisce per primi, condizione questa molto pericolosamente con l’intersecare la utile soprattutto nei casi di svolta a normale carreggiata. sinistra. Fermo restando che riteniamo molto I detrattori di questo nuovo tipo positiva questa spinta iniziale del di ciclabili le tacciano di essere «solo strisce dipinte per terra»: essi non tengono conto che corsie simili sono tracciate e utilizzate in città di tutta Europa e nemmeno rammentano quanto siano utili le normali strisce che delimitano le corsie stradali. A tutti sarà capitato di passare su strade o autostrade dove esse non erano presenti, anche per lunghi tratti, a causa del rifacimento del manto d’asfalto, riscontrando quanto fosse difficile, senza quel riferimento, mantenere la propria traiettoria alla velocità usuale: dove magari c’era lo spazio per tre corsie più quella di emergenza, a malapena si Cuscini Berlinesi nella regione di Arcachon (Ph Sarsano) sorpassavano due sole auto. Ecco perché, riducendo un po’ la larghezza delle corsie riservate Governo e dei Comuni, sarebbe bene ai veicoli a motore e abbassando la a nostro avviso che il Legislatore ed velocità di punta, possiamo aumentare il Governo prendessero in carico altre la capacità della strada e garantire modifiche al CDS, come: facilmente un po’ di spazio utile ai - Revisionare il TITOLO V - art. velocipedi, proprio grazie a quella 182, al numero 1 (circolazione dei segnaletica orizzontale, prezioso ciclisti su unica fila ed eccezioni), al numero 4 (casi in cui è obbligatoria riferimento per gli altri conducenti. Se da un lato, poi, la promiscuità la conduzione a mano del velocipede con i mezzi a motore può essere sulle strisce pedonali) e al numero 9 avvertita come più pericolosa dal (transito obbligato del ciclista sulla

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“pista” riservata, che non considera la nuova tipologia di “corsia” promiscua). - Autorizzare finalmente in modo inequivocabile del “Senso unico eccetto bici”, come si fa in Francia con il frequentissimo “sauf velo” nei centri storici e nelle vie a basso traffico. In Italia infatti il tema è controverso, poiché nel 2011 e nel 2015 il Ministero dei Trasporti ha emesso due “pareri” non proprio coincidenti sulla concessione alle biciclette di andare in controsenso rispetto ai veicoli a motore su alcuni tipi di strada (ZTL con carreggiata larga 4,25 m e limite di 30 km/h). In pratica 5 anni fa ha stabilito che al posto del segnale di senso unico (che varrebbe per tutti i veicoli compresi i velocipedi) i Comuni devono adottarne uno diverso di direzione obbligatoria abbinato al pannello integrativo “escluso biciclette”. Francamente a noi sembra un’inutile complicazione, mentre il classico cartello “eccetto bici” come in Francia, abbinato ai segnali già ben noti a tutti, sarebbe più facilmente visibile e immediatamente interpretabile. - Dedicare semafori specifici alle biciclette.

- Rendere disponibili capillari cicloposteggi pubblici e privati. Infine l’auto-regolamentazione del comportamento in strada potrebbe avvenire grazie a vincoli fisici non aggirabili, come canalizzazioni tramite cordoli, limitazioni della velocità con dossi e “cuscini berlinesi”, paletti e “panettoni” contro la sosta selvaggia.

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qui ordine LA SESSANTESIMA EDIZIONE DALL’1 AL 6 OTTOBRE, CON TUTTE LE MISURE ANTI-COVID

Ingegneri al Nautico con tre eventi tecnici In collaborazione con Atena Lombardia e col patrocinio di Confindustria Nautica, avranno luogo lunedì 5 i seminari “Non chiamateli gommoni” e “Foiling the future”, e martedì 6 “NOx addio?”, con specialisti di primo piano per argomenti di strettissima attualità rispetto all’evoluzione delle norme e del mercato. Con tutti i “se e ma”, come ormai consuetudine in ogni occasione del salone Nautico di Genova, anche per

no per la loro strada prolungando le concessioni, che vennero appunto poi revocate causando danni economici

questa edizione l’Ente Fiera di Genova offre l’ospitalità all’Ordine degli Ingegneri di Genova in collaborazione con la sezione di ATENA Lombardia, con il patrocinio di Confindustria Nautica, per tre incontri tecnici con tematiche di estrema attualità. L’appuntamento con l’evento più noto della Fiera Internazionale genovese, è ormai da tempo per gli Ingegneri - e non solo quelli specializzati - una preziosa occasione per tenersi aggiornati su uno dei mercati più importanti ma anche per dare vita a un confronto, in un contesto unico, su temi che travalicano la nautica. Come avvenne, ad esempio, nel settembre 2017, col dibattito che ebbe ampia risonanza, dedicato alla Bolkestein, la direttiva europea che fra i diversi aspetti toccava tariffe minime e concessioni balneari: occasione in cui l’Ordine si espresse fortemente contro una proroga delle licenze ai concessionari per il rischio che poi venissero revocate con la perdita degli investimenti effettuati dagli investitori, mentre la Regione e molti Comuni continuaro-

ai concessionari. Quest’anno, a causa del Covid-19, il Salone genovese - che spegne la sua sessantesima canelina - è slittato di un mese, e da settembre si terrà dall’1 al 6 ottobre, come annunciato a suo tempo da Confindustria Nautica. L’emergenza coronavirus inciderà anche nella gestione del spazi, per

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garantire la sicurezza di visitatori ed espositori. Il Consiglio di presidenza di Confindustria Nautica e del cda de I Saloni Nautici, hanno spiegato in una nota che «dopo il confronto e la condivisione con le autorità regionale e della città di Genova, hanno deliberato, in considerazione dell’attuale situazione, un piano per la gestione straordinaria dell’edizione 2020 del Salone di Genova, che prevede la progettazione di un lay-out flessibile, adattabile ai diversi scenari post emergenza. Il piano messo a punto, (…) prevede anche una serie di interventi per ottimizzare i flussi di partecipazione nell’assoluto rispetto della sicurezza». In sostanza ci saranno spazi più ampi di circolazione e ingressi multipli, per consentire il distanziamento. «Queste e altre iniziative che potranno essere adottate prosegue il comunicato - offriranno le migliori condizioni di organizzazione, gestione e di accoglienza per pubblico ed espositori». Ma veniamo agli incontri organizzati dall’Ordine con Atena Lombardia ed Enave, che prevedono crediti formativi per gli iscritti all’Ordine parteci

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qui ordine

panti. Nell’ordine sono, secondo una prima versione che al momento in cui scriviamo è ancora incompleta e potrà subire variazioni in questa pur parziale versione: “Non chiamateli gommoni”, lunedì 5 ottobre, ore 12.30-14.30, Teatro del Mare. Seminario organizzato da ATENA Lombardia con il patrocinio di Confindustria Nautica. Le innovazioni tecnologiche, di design e dei processi produttivi applicati in questo importante comparto della nautica da diporto e da lavoro italiana. Dai RIB costruiti in serie ai Maxi-RIB cabinati divenuti una nuova tendenza e una nuova leadership a livello mondiale, i relatori spiegheranno come questi tre fattori hanno trasformato il “gommone” in un’imbarcazione sofisticata e oggetto di culto. Modera l’incontro Pierpaolo Bellina, Editore e direttore della rivista “Il Gommone”. Programma: Apertura lavori: Piero Formenti (ZAR Formenti, VP Confindustria Nautica); Introduzione: William Breventani (BWA, Presidente Consiglio RIB Confindustria Nautica). Relatori: Motonautica Vesuviana; Salpa; Anvera: “I nuovi trend del design applicati ai Maxi-RIB”; Andrea Piccione (Volvo Penta): “Nuovi sistemi di propulsione applicate ai RIB”. “Foiling the future”, lunedì 5 ore 1517, Teatro del Mare. Programma: Moderatore: Prof. Andrea Ratti, Politecnico di Milano, Dipartimento di

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INGEGNERI AL NAUTICO CON TRE EVENTI TECNICI

Design; Relatori: Edoardo Bianchi (Design & Engineering Persico Marine): “Testing e affidabilità di strutture on e-design”; Gianni e Paola Cariboni (Cariboni Srl): “L’innovazione nei sistemi idraulici a supporto dell’evoluzione del foiling”; Daniele De Luca (One Sails): “Foiling e piano velico: l’esperienza del 69F”; Simone Bartesaghi (Fluid4engineering): “Road to Olympic Games Paris 2024: kite foiling design”. “NOx addio?”, martedì 6, ore 10.3012.30, Sala Forum. Programma: Paolo Bertetti (Sanlorenzo): “L’impatto delle nuove normative sulla progettazione e sulla realizzazione di uno yacht”; Andrea Piccione (Volvo Italia): “Soluzioni tecnologiche innovative per la compliance alle nuove normative sulle emissioni in atmosfera”; Francesco Cito (MAN): “SCR: Be Ready for the Future”; Daniele Bottino (ABS, American Bureau of Shippping): Il punto di vista degli Enti di Classifica. Il mix degli interventi di questo incontro rappresenta un’occasione ghiotta per tutti gli operatori e stakeholders del settore in vista delle scadenze imposte dalle normative internazionali in tema di emissioni in atmosfera di gas inquinanti. Cantieri, costruttori di motori, Enti di classifica, si confronteranno sulle ripercussioni nella progettazione degli scafi e sui limiti tecnologici che i motori di propulsione possono raggiungere al fine di rispettare le soglie di emissione degli ossidi di azoto emessi in atmosfera a

valle dei processi di combustione. Di fatto, si assiste anche nel comparto della nautica da diporto a quanto già avvenuto in campo automobilistico, laddove si è reso necessario il ricorso all’uso di marmitte catalitiche per la riduzione di tali sostanze inquinanti. Il 20 febbraio scorso, si è registrata la prima certificazione IMO TIER III per un mega yacht di 62 metri da parte di un noto cantiere italiano che, grazie all’uso di SCR ridurrà del 70% le emissioni nocive di NOX dei gas di scarico dei motori. Dall’1 gennaio 2021, entrerà in vigore la IMO TIER III anche per le imbarcazioni con stazza lorda inferiore a 500 GRT nelle sole aree ECA e successivamente si estenderà a tutte le aree geografiche compreso il Mediterraneo. Sempre sul piano della sicurezza anti-Covid, informa una nota del Salone Nautico, «a supporto della macchina organizzativa è stata istituita una Task Force composta da un pool di ingegneri e legali, coordinata dal Prof. Avv. Lorenzo Cuocolo, avvocato cassazionista, professore ordinario di Diritto pubblico comparato all’Università degli Studi di Genova e professore di Diritto pubblico all’Università Bocconi di Milano, nonché membro della Task Force sull’emergenza Covid-19 di Regione Liguria. Già programmati gli strumenti operativi per uno svolgimento nelle migliori condizioni di sicurezza senza pregiudizio per l’efficacia commerciale, con lo sviluppo di opportuni servizi in linea con i parametri dell’OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo grazie all’introduzione di strumenti innovativi, in termini di logistica, gestione telematica, controllo degli accessi, ma anche con una nuova concezione, possibile grazie all’ampiezza degli spazi all’aperto disponibili che fanno del Salone Nautico di Genova un unicum rispetto ad altre manifestazioni».

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qui federazione FEDERAZIONE REGIONALE DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERI DELLA LIGURIA Presidente Gianni Rolando (IM) Consiglieri GENOVA Maurizio Michelini, Alfonso Russo, Deborah Savio IMPERIA Riccardo Restani LA SPEZIA Pietro Franchetti Rosada, Claudia Bedini SAVONA Diego Pastorino, Marcello Macciò

Piazza della Vittoria, 11/10 16121 Genova C.F. 95045940103 www.federazioneingegneri.liguria.it PEC federazione.liguria@ingpec.eu

ORDINI DEGLI INGEGNERI DI GENOVA

Presidente Maurizio Michelini Vice Presidenti Paolo Costa, Greta Gualco Segretario Enrico Sterpi Tesoriere Deborah Savio Consiglieri Arturo Antonelli, Vittorio Bruzzo, Andrea Chiaiso, Matteo Gentile, Claudio Firpo, Michele Lanza, Felice Lombardo, Aristide Fausto Massardo, Alfonso Russo, Gianni Vernazza Consigliere Nazionale CNI Roberto Orvieto

Piazza della Vittoria, 11/10 16121 Genova Tel. 010.593840 / 010.593978 Fax 010.5536129 C.F. 80039470101 www.ordineingegneri.genova.it PEC ordine.genova@ingpec.eu ordine@ordingenova.it info@ordineingegneri.genova.it

ORDINI DEGLI INGEGNERI DI IMPERIA

Presidente Riccardo Restani Vice Presidente Simone Di Marcoberardino Segretario Fabio Sappia Tesoriere Simone Dimarcoberardino Consiglieri Fabiano Boeri, Enrico Ingenito, Maria Ramella, Giovanni Rolando, Stefàna Rossi, Marco Savini

Via della Repubblica, 11 18038 Sanremo (Imperia) Tel e Fax 0184.530799 C.F. 81001410083 www.ordineingegneriimperia.it PEC ordine.imperia@ingpec.eu info@ordineingegneriimperia.it loredana@ordineingegneriimperia.it

ORDINI DEGLI INGEGNERI DI LA SPEZIA

Presidente Pietro Franchetti Rosada Vice Presidente Nicola Brizzi Segretario Michele Codeglia Tesoriere Simone Tesconi Consiglieri Claudia Bedini, Paolo Ferrari, Stefano Fusi, Riccardo Marangoni, Pietro Muscinesi, Roberto Vallarino, Marco Vescovi

Via Vittorio Veneto, 99/2 19124 La Spezia Tel. e Fax 0187.732768 C.F. 80017220114 www.ordineingegnerilaspezia.it PEC ordine.laspezia@ingpec.eu segreteria@ordineingsp.com

ORDINI DEGLI INGEGNERI DI SAVONA

Presidente Diego Pastorino Segretario Maria Alessandra Binaghi Tesoriere Diego Bergero Consiglieri Sara Arri, Ingrid Bonino, Gabriele Calzavara, Marcello Macciò, Federico Mazzetta, Danilo Muraglia, Piero Siccardi, Luciano Vicinanza

Corso Italia, 8/11 17100 Savona Tel. 019.822678, Fax 019.822696 C.F. 80003460096 www.ordineingegnerisavona.it PEC ordine.savona@ingpec.eu ingegneri.savona@ordineingegnerisavona.it

ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE

all’1 settembre 2020

Genova

Imperia

La Spezia

Savona

Liguria

Sezione A Sezione B

4.485 113

461 23

700 31

1.017 73

6.761 240

Totale

4.598 di cui 699 donne

484 di cui 73 donne

731 di cui 111 donne

1.090 di cui 178 donne

6.901 di cui 1.060 donne

Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2020 / n° 3

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sommario A&B - Atti e Bollettino di Informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria Periodico a cura dell’Ordine degli Ingegneri di Genova Codice Fiscale 95045940103 www.ordineingegneri.genova.it - PEC: ordine.genova@ingpec.eu Presidente: Maurizio Michelini Direttore Editoriale: Felice Lombardo Reg. Tribunale Genova n. 64 del 25 marzo 1949 Anno LXXI - Trimestrale Proprietà: Ordine Ingegneri provincia di Genova Rappresentante legale: Maurizio Michelini N. 3 - Luglio-Settembre 2020 Chiuso in redazione il 18 settembre 2020 Direzione e Redazione: Piazza della Vittoria, 11/10 - 16121 Genova rivistaingegneri@ordineingegneri.genova.it Editore, impaginazione, stampa: Microart Srl - Il Geko Edizioni - Recco www.ilgekoedizioni.com - info@ilgekoedizioni.com Direttore Responsabile: Gianfranco Sansalone Segreteria Redazione: Oksana Doudko Hanno collaborato: Andrea Chiaiso, Felice Lombardo, Marco Manara, Maurizio Michelini, Riccardo Restani, Stefano Rolli, Domenico Sarsano, Monica Zunino. Foto: Aba News, Marco Manara, Mimmo Giordano, Struttura Commissario Straordinario Ricostruzione viadotto Polcevera, Domenico Sarsano. Grazie per la collaborazione alle segreterie degli Ordini degli Ingegneri di Genova, Imperia, La Spezia e Savona

1 Il Rullo... di Rolli Vignetta a cura di Stefano Rolli 2 Editoriale Regione: Ascolteremo chi saprà ascoltare - di Felice Lombardo 4 Speciale Elezioni Ecco i 10 aspiranti Presidente della Liguria Sei gli Ingegneri candidati, due le donne di Marco Manara 6 Random 10 Cover Le domande di Michelini in Tv nel confronto con i candidati di Maurizio Michielini Imperia: infrastrutture e servizio idrico le priorità di Riccardo Restani 16 Genova 2018-2048 Non oscurate quel sito web con la storia del “San Giorgio” di Monica Zunino Da rifiuti a materiali per le carreggiate stradali - di Marco Manara 3 Agosto, il giorno del Ponte- di Marco Manara 23 Professione “Recupero crediti” verso la P.A. - di Andrea Chiaiso Quel pasticcio da regolare del doppio lavoro dei docenti di Gianfranco Sansalone 27 Attualità Quelle piste e corsie ciclabili che ci “portano” in Europa di Domenico Sarsano 29 Qui Ordine Ingegneri al Nautico con tre eventi tecnici 31 Qui FROIL - Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria Nomi e dati degli Ordini provinciali della Liguria

Progetto editoriale: Agenzia Aba Comunicazione www.abacomunicazione.it - info@abacomunicazione.it Redazione giornalistica: redazione@abanews.it In copertina: La sede della giunta regionale in piazza De Ferrari (foto Luca Zennaro)

Questo numero è scaricabile in pdf dal sito dell’Ordine degli Ingegneri di Genova e viene spedito in formato pdf a tutti gli oltre 4.600 iscritti all’Albo degli Ingegneri di Genova e agli altri Ordini provinciali Liguri per l’inoltro ai propri iscritti e ai propri contatti. Viene anche mandato agli Ordini tecnici liguri e nazionali, alle pubbliche istituzioni, ai giornalisti e ai soggetti di interesse per la categoria. Inoltre una apposita tiratura stampata su carta viene diffusa a vari soggetti e attraverso le attività formative interne e gli eventi organizzati o a cui l’Ordine di Genova partecipa. La riproduzione, anche parziale, delle pagine e dei testi è consentita purché siano espressamente citati la fonte e gli autori. È vietato riprodurre, anche in modo parziale, l’impaginazione grafica senza espressa autorizzazione della proprietà. Le immagini riprodotte sono dell'Ordine, di autori regolarmente retribuiti o di archivi, oppure sono state reperite presso fonti pubbliche e libere. I marchi citati appartengono ai rispettivi proprietari. Nel caso non sia stato possibile rintracciare eventuali detentori di diritti, l’editore si dichiara disponibile ad adempiere ai propri obblighi. Il prezzo dell’abbonamento è compreso nella quota di iscrizione annuale all’albo, le copie in abbonamento a titolo oneroso sono in percentuale non inferiore al 50% del totale delle copie spedite.

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Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2020 / n° 3



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n. 1-3 - Gennaio-Marzo 2018


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