L’Editoriale Ing. Francesco Marinuzzi Ph.D.
Il valore aggiunto del digitale nella antisismica Come già detto in un precedente editoriale il digitale è disvalore se non connesso ad adeguate misure di sicurezza e soprattutto se spinto da esigenze ideologiche e di moda, ma può avere un alto valore aggiunto se rappresenta una risposta ad esigenze concrete e pressanti date dai tempi, dalle dinamiche e dalla complessità dei problemi. Ed a proposito, il sisma del 24/8 rappresenta sicuramente una grande sfida complessa, seria e, purtroppo, molto attuale. Infatti con le 4 scosse del 18/01 non solo non sembra essersi assestato, ma ha appena fatto dire al presidente della Commissione grandi rischi che tale sciame sismico “ha il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (6-7)… non possiamo essere rassicuranti… Bisogna essere prudenti e per un cittadino questo potrebbe voler dire, ad esempio, contattare un ingegnere strutturista per controllare la stabilità della propria casa.”. Ovviamente un evento del 7 ° grado, altamente distruttivo, sarebbe nella zona delle faglie attive. La sfida è sui tempi, sull’impatto, sulla effettiva disponibilità delle competenze e dei tanti ingegneri richiesti, sui costi e non ultimo sulla trasparenza degli interventi e delle spese finanziate visti i precedenti e certa cultura dell’emergenza capace di crearla anche quando non c’è con una gestione attenta dei tempi capace di generare anche incompiute presenti nel paesaggio del nostro territorio. Il digitale, mondo dei bit, può fare molto per far vincere questa sfida tutta protesa sui movimenti improvvisi degli atomi usando una nomenclatura cara a Nicolas Negroponte nel suo libro Essere digitali. Può moltiplicare ed amplificare le competenze come nel miracolo dei pani e dei pesci. Un esperto ingegnere abilitato e certificato può essere come teletrasportato alla velocità della luce in più siti del territorio per ispezionare, vedere e valutare a primo impatto la strategia, la gravità della situazione. Sono, infatti, ormai mature da anni le nuove tecnologie abilitanti delle reti mobili 3G/4G/WIFI, quelle degli occhiali intelligenti o smartwatch legati alla realtà aumentata che remotizzano interattivamente la presenza e la vista, quelle degli ambienti 3D delle scene, quelle specifiche per la memorizzazione in tempo reale di filmati anche in alta risoluzione per ore ed ore. L’esperto senior, dal punto di vista della competenza, insieme a tanti junior presenti sui luoghi da analizzare o tramite un microdrone con opportuni sensori dove la situazione è veramente rischiosa, può erogare con la massima professionalità le sue prestazioni indipendentemente da dove si trova sul territorio. Di poi nei casi più critici può decidere se andare per una visita de visu e contemporaneamente fare altre perizie mediate su altri luoghi. Molti dettagli importanti per l’effettiva fattibilità ed economicità della suddetta prestazione sono stati risolti e superati con successo solo recente-
mente dai progressi della tecnologia; si pensi alla durata delle batterie dei sistemi autoalimentati, alla possibilità di creare al volo reti locali interne che portano nell’edificio il segnale esistente solo all’esterno e così via. Nell’ottica dell’economicità, l’aumento delle economie di scala nell’uso delle varie risorse umane e materiali porta ad un secco abbattimento dei costi e la stessa trasparenza diventa massima perché la mediazione digitale della vista remotizzata può essere totalmente memorizzata su server cloud a documentazione integrale dell’intervento così come ora molti chirurghi fanno consegnando il video, utile anche ai fini assicurativi e di responsabilità. Nessuna ambiguità, nessuna incertezza, nessuna arbitrarietà. Nella visita in loco è visto e valutato solo e soltanto quanto presente nel video, per costruzione, e in base a questo è emesso il parere. Se poi l’intervento fosse finanziato da un ente terzo, pubblico, si pensi, ad esempio, non all’edificio privato ma alle scuole, agli ospedali o ad edifici di interesse pubblico, questa documentazione video potrebbe essere molto preziosa per gli organi terzi di controllo della spesa per capire se, quando e come sono stati effettuati gli interventi contabilizzati e la loro congruità tecnico ed economica il tutto senza doversi spostare in loco anche in tempi sfasati rispetto all’erogazione. Potremmo continuare, infatti sono infinite le possibilità di quella che mi piace chiamare ingegneria della contaminazione che apre nuove dimensioni, nuove soluzioni presenti nell’ingegneria dell’informazione, mantenendo e facendo tesoro dei valori fondanti e più tradizionali dell’ingegneria civile. Ad maiora
Francesco Marinuzzi Direttore Editoriale