L’Editoriale Ing. Francesco Marinuzzi Ph.D.
L'articolo è tratto dal Quaderno IoRoma N°2/2016
Il valore aggiunto delle banche dati aggiornate ed interoperabili e il ruolo degli ingegneri I processi di digitalizzazione permettono una razionalizzazione e maggiore efficienza nella gestione delle informazioni soprattutto quando questi superano una determinata numerosità e complessità. I vantaggi sono innegabili e sotto gli occhi di tutti noi utenti di tanti sistemi automatizzati. Ciò che invece spesso non è così noto è l’importanza e la criticità della qualità dei dati presenti ai fini dei suddetti vantaggi che non solo possono annullarsi ma acquistare anche una forte valenza negativa. Infatti l’informazione digitale presente nei sistemi è una mera rappresentazione di una realtà, cartacea o fisica, ad esempio immobiliare, che ha tutta un proprio ciclo di vita indipendente. La situazione è spesso complicata dalla presenza di più basi dati e dunque più “rappresentazioni digitali” della stessa realtà con potenziali contraddizioni, differenze e disallineamenti. Si pensi, ad esempio, ai dati catastali, a quelli relativi alle metrature degli immobili oppure ai contratti esistenti di locazione degli stessi presenti negli archivi di una pubblica amministrazione locale o di un ente nazionale. Possono esserci forti disallineamenti sia in termini di presenza dei dati sia di valore degli stessi. Se poi nessuna delle banche dati contiene una informazione attendibile l’incertezza è garantita. Nel caso immobiliare la qualità del dato è soprattutto relativa all’allineamento con quanto presente nei contratti considerando che attualmente la maggior parte degli stessi è stato stipulato su carta e quanto presente sul territorio. Quando si hanno decine e decine di immobili, ad esempio, la non presenza di alcuni di questi nella banca dati può renderli fantasma ai fini della fatturazione, riconoscimento dei diritti, gestione e manutenzione. Il rilievo sul campo o la verifica a campione oppure puntuale della correttezza del dato, fatta da un professionista terzo ed indipendente, ad esempio ingegnere, è il presupposto necessario per garantire la qualità e veridicità della base dati che rappresenta, metaforicamente, le fondamenta dell’edificio del sistema informativo. Stesso dicasi per i collaudi tecnico amministrativi che certificando la qualità e correttezza del processo sono il presupposto necessario per la presa in carico dell’opera e la sua gestione e manutenzione. La figura di un professionista è necessaria anche per verificare che siano state messe in atto tutte le misure necessarie a garantire la sicurezza e l’integrità dei dati che potrebbe essere stata inficiata da comportamenti colposi o dolosi. Lo stato di forte entropia, purtroppo di molte realtà rilevanti, rende attuale e necessario ribadire questi concetti che sono più che consolidati come Best Practice.
Francesco Marinuzzi Direttore Editoriale
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