Rivista 3-2024

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L’''INGEGNERE DEL FUTURO: IL NUOVO ENTERPRENAGER

UNITI PER LO SVILUPPO DELL' IDROGENO

PNRR: A CHE PUNTO S IAMO DOPO IL PROCESSO DI REVISIONE

L'' IM PIEGO DELL' INTELLIGENZA ARTI FICIALE APP LICATA ALLA GUIDA DI M EZZI A PILOTAGGIO REMOTO

FIDIC:: INTERNATIO NAL FEDERATION OF CONSULTING ENG IN EERS

LAMBDA:: PROTOTIPO IM P IANTO PER L’' ESTRAZIONE E RECUPERO DELL’' AZOTO DA LIQUIDO BIOLOGICO O LIQUAMI

INGEGNER

IN COPERTINA

immagine DI repertorio

RIVISTA

DELL’ORDINE

DEGLI INGEGNERI

DELLA PROVINCIA

DI ROMA

TRIMESTRALE

ANNO XI - N. 3/2024 roma

LETTERA DEL PRESIDENTE

“Semplificazioni e misure incentivanti per il governo del territorio”: modifiche alla Legge Regionale

Noi ingegneri con architetti, geologi, geometri, periti industriali, agronomi ci siamo riuniti intorno allo stesso tavolo, per mettere a punto una serie di proposte di modifica alla Legge Regionale 171 del 9 agosto 2024, “Semplificazioni e misure incentivanti per il governo del territorio”, che ha come obiettivi razionalizzare le procedure e promuovere la riqualificazione urbana.

Nel corso degli incontri è stato avviato un confronto tra i diversi professionisti, per rendere organica ed efficacie l’evoluzione legislativa che il Lazio sta portando avanti. Il risultato di questo lavoro è stato un documento congiunto contenente una serie di proposte di modifica alla normativa regionale. Si tratta di 21 emendamenti atti alla riorganizzazione di norme esistenti e che mirano all’incentivare interventi edilizi, passando per l’efficienza della macchina amministrativa.

Il nostro fine è quello di semplificare le procedure urbanistiche, creando vantaggi, non solo per il lavoro di noi tecnici e per le imprese, sempre affannati dalla burocrazia, ma anche per i cittadini, che potranno godere di tempistiche più accelerate per i processi di rigenerazione urbana.

Desideriamo impattare sugli elementi di trasformazione della città nell’intento di definire un quadro legislativo coerente a livello nazionale, regionale e comunale.

In uno scenario modificato si dovrebbe avere accesso a una più facile e veloce applicazione di strumenti per il governo del territorio. E, a mio avviso, la stessa gestione del territorio richiede una sinergia interdisciplinare tra professionisti e Istituzioni, al fine di garantire un servizio più efficace ed efficiente, sia per quanto riguarda il monitoraggio sia la gestione degli eventi.

Ing. Massimo Cerri Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma

LETTERA DELLA DIRETTRICE EDITORIALE

Ing. Maria Elena D’Effremo

Care colleghe e cari colleghi, in questo breve editoriale vorrei portare alla vostra attenzione uno dei servizi agli iscritti avviati dall’attuale Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma: la costituzione di un Ufficio denominato “Ufficio Servizi per il Territorio” (USpT).

Perché questo nuovo ufficio? L’ufficio, nato con delibera di Consiglio dell’11 ottobre 2023, nasce a valle dell’ascolto delle necessità degli ingegneri dislocati nel territorio della provincia di Roma, nasce quindi dalla volontà di avvicinare l’Ordine agli iscritti. Dove sono localizzate le sedi del nuovo ufficio? Le sedi attuali di riferimento sono 6, e sono: Cerveteri – Area Nord Ovest (N.W.), Fiano Romano – Area Nord (N), Tivoli – Area Nord Est (N.E.), Segni – Area Est (E), Velletri – Area Sud Castelli (S.C.), Ardea –Area Sud Litorale (S.L.).

Chi coordina l’ufficio? L’ufficio è coordinato da un Coordinatore Generale, e per ognuna delle sedi è presente un Referente d’Area. Tutti i nominativi di riferimento sono riportati alla pagina dell’Ordine degli Ingegneri di Roma “Ufficio servizi per il territorio”https://ording.roma.it/servizi-agli-iscritti/ufficio-servizi-per-il-territorio/. Cosa fa questo ufficio? La funzione principale, oltre a quella di favorire i rapporti di collaborazione dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma con i Comuni della provincia su temi generali e/o su temi specifici, è quella di decentrare alcuni

servizi, agevolando così la fruizione degli stessi da parte degli iscritti. Ad esempio, in ciascuna delle Sedi di riferimento, vengono organizzate una serie di seminari formativi in materia di Sicurezza e corsi per Coordinatori della Sicurezza e di aggiornamento Antincendio. I calendari di massima degli eventi, validi di anno in anno, sono riportati in fondo alla pagina “Ufficio servizi per il territorio” https://ording.roma.it/servizi-agli-iscritti/ ufficio-servizi-per-il-territorio/.

È noto che dalla sinergia nascono le migliori idee, e questa dell’USpT è nata proprio dalla volontà di ascolto dei bisogni di alcuni colleghi, e dalla sinergia tra tutti coloro che si sono impegnati per metterlo in campo. Quindi un grazie ai colleghi che si stanno impegnando ormai da un paio d’anni per portare avanti questa iniziativa, per dirlo con una frase di Henry Ford “Se tutti avanziamo insieme, il successo arriverà da solo”. Queste iniziative che hanno come obiettivo un miglior coinvolgimento degli iscritti, fanno senz’altro parte di quel “successo”. Non mi resta che augurarvi buona lettura, ricordandovi che nell’ottica di un approccio più agile e mirato alla condivisione, anche IO Roma si è dotata di una pagina Linkedin, “IO Roma Rivista dell’Ordine Ingegneri della provincia di Roma”, che vi invito a seguire, così come vi invito a consultare la pagina https://ioroma.info/ .

Ing. Maria Elena D’Effremo Direttrice Editoriale

IO ROMA

RIVISTA - ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA

N. 3/2024 Trimestrale N. 41 Anno XI

Direttrice Responsabile

Marialisa Nigro

Direttrice Editoriale

Maria Elena D’Effremo

Comitato di Redazione

Sezione A

Massimo Cerri

Silvia Torrani

Micaela Nozzi

Stefania Arangio

Fabrizio Averardi Ripari

Michele Colletta

Alessandro Fuschiotto

Marco Ghimenti

Giorgio Martino

Giovanni Nicolai

Paolo Reale

Mauro Villarini

Sezione B

Alfredo Simonetti

Amministrazione e redazione

Piazza della Repubblica, 59 - 00185 Roma Tel. 06 4879311 - Fax 06 487931223

Direttore Artistico e Project Manager

Tiziana Primavera

Assistenza Editoriale

Leonardo Lavalle

Emanuela Cariani

Antonio Di Sabatino

Referente FOIR

Francesco Marinuzzi

Stampa PressUp

Iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Roma Il 22/11/2013, n. 262/2013

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma

Piazza della Repubblica, 59 - 00185 Roma www.ording.roma.it segreteria@ording.roma.it editoriale@ording.roma.it

Finito di stampare: novembre 2024

La redazione rende noto che i contenuti, i pareri e le opinioni espresse negli articoli pubblicati rappresentano l’esclusivo pensiero degli autori, senza per questo aderire ad esse.

La Direzione declina qualsiasi responsabilità derivante dalle affermazioni o dai contenuti forniti dagli autori, presenti nei suddetti articoli.

L’Ingegnere del Futuro: il nuovo Enterprenager

Ing. Paolo Cacurri

Dr. Andrea Taurelli Salimbeni

Uniti per lo sviluppo dell’idrogeno

Ing. Antonino Costantino

PNRR: a che punto siamo dopo il processo di revisione

Ing. Tamara Bazzichelli

Ing. Chiara Di Majo

Ing. Gianfranco Felice Rossi

L’Impiego dell’Intelligenza Artificiale Applicata alla Guida di Mezzi a Pilotaggio Remoto

Ing. Lorenzo Travaglini

FIDIC: International Federation of Consulting Engineers

Ing. Antonio Monaco

LAMBDA: prototipo impianto per l’estrazione e recupero dell’azoto da liquido biologico o liquami

Ing. Marco Spada

Ing. Sergio Capitanio

Una nuova applicazione pratica: i Search Funds, un Modello Innovativo di Investimento

a cura di:

Ing. P. Cacurri, Dr. A. Taurelli SalimbenI

Revisonato da: Ing. A. Sales

Commissione: Management e Ingegneria nelle Imprese e negli Enti

Executive summary

I Search Funds sono un modello di investimento emerso negli anni '80 negli USA, focalizzati sull'acquisizione e gestione di una singola PMI con alto potenziale. In forte crescita in Europa, si adattano particolarmente al tessuto imprenditoriale italiano. La figura chiave è quella dei Searcher, imprenditori e manager ambiziosi che mirano a entrare in prima persona nella gestione operativa dell’azienda target, sfruttando al contempo l'esperienza e il network di un gruppo selezionato di investitori. In tale contesto, la figura dell’ingegnere può ricoprire un ruolo di assoluto rilievo in più ambiti e non solo limitati a circostanze di “advisory”, tecniche e/o finanziarie. Il Search Fund può infatti rappresentare la modalità ottimale con la quale intraprendere anche un percorso imprenditoriale, facendo leva proprio sulle competenze acquisite in qualità di ingegnere.

Search Fund: accenni sul funzionamento del modello, origini dell’asset class, crescita in Europa e opportunità in Italia

Il concetto di Search Fund nasce negli Stati Uniti negli anni '80 come una soluzione innovativa per giovani imprenditori attraverso la creazione di un veicolo di investimento con l'ausilio di un gruppo ristretto di investitori. Lo scopo del Search Fund è individuare, acquisire e successivamente gestire una PMI di successo, con alto potenziale di crescita nel medio-lungo periodo, con un orizzonte d’investimento tra i cinque e i dieci anni.

Negli ultimi decenni, l'Europa ha assistito ad una notevole espansione dell’asset class in questione, con un numero crescente di Search Fund attivi anche in Italia. Il mercato italiano, tradizionalmente trainato da imprese familiari e PMI, offre numerose opportunità per questa tipologia di investimento.

Il ciclo di vita di un Search Fund si articola in quattro fasi:

• la prima fase implica la raccolta di capitali per finanziare la ricerca della società target da acquisire. I Principal del fondo (i.e. Searcher) generalmente raccolgono il capitale da 15-20 investitori, tra manager e imprenditori sia italiani sia internazionali;

• la seconda fase riguarda l'effettiva acquisizione della maggioranza (+70% del capitale) dell’azienda target;

• la terza fase è dedicata alla gestione operativa, in cui i searcher assumono il ruolo di CEO, guidando l’azienda in un percorso di crescita e sviluppo;

• l'ultima fase prevede l'uscita dall'investimento con la relativa valorizzazione dell’investimento stesso.

Figura del Searcher e contesto di riferimento degli investitori (locali e internazionali)

I Searcher sono spesso giovani manager o imprenditori con esperienze professionali di rilievo e una forte vocazione imprenditoriale. I Searcher sono alla base del modello in quanto, oltre ad essere i promotori dell’iniziativa, sono i responsabili della ricerca, dell’acquisizione e della successiva gestione dell'azienda (assumendone il controllo in prima persona).

Allo stesso modo risulta di particolare rilievo anche il ruolo degli investitori, i quali, a differenza dei tradizionali investitori finanziari, attraverso il Search Fund mettono a disposizione le loro esperienze e competenze, oltre a una vasta rete di contatti, al fine di supportare i Searcher lungo tutte le fasi dell’investimento. Un esempio diretto del coinvolgimento degli investitori nella gestione

dell’azienda è costituito dal fatto che il CdA della società target sarà composto da 3 a 5 figure chiave tra gli investitori del veicolo di investimento. Ci sono diverse tipologie di investitori nel mondo dei Search Fund. Una prima categoria è costituita da fondi specializzati, sia italiani sia esteri, con una strategia di investimento interamente dedicata all’asset class in questione e sicuramente interessati ad esplorare le opportunità fornite da un contesto dominato da piccole e medie imprese come quello nazionale.

Gi investitori privati sono un’altra categoria di rilievo, in costante aumento nel vecchio continente, principalmente costituita da High Net Worth Individuals, con un’esposizione pregressa all’asset class: ex-imprenditori, searchers di prima generazione o top manager di multinazionali.

In generale, tra gli investitori di un Search Fund è consueto trovare svariati profili con background ingegneristico. Ad esempio, nel caso di LDue Capital

(fondo recentemente lanciato da A. Taurelli Salimbeni e N. Cavallaro), una significativa parte degli investitori (~30%) sono ingegneri (e.g. meccanici, aerospaziali) e garantiscono l’accesso a conoscenze specialistiche in settori ad alto contenuto tecnico.

Mercato delle PMI in Italia e opportunità generata dal problema della “successione” nelle aziende familiari

L'Italia, con il suo panorama economico dominato dalle PMI e dalle aziende familiari, si presenta come un terreno fertile per i Search Funds. Un problema particolarmente diffuso in queste aziende è la successione, dove gli imprenditori spesso non hanno un piano di successione chiaro e/o non sono in grado di trovare un manager adatto alla guida dell'azienda nel futuro. In tale contesto, i Search Funds si collocano come una soluzione ideale, offrendo una via per una transizione fluida e l'introduzione

di nuove competenze gestionali, garantendo così la continuità aziendale e al contempo iniettando nuove risorse e prospettive di successo.

Profilo ottimale della società target e focus su potenziali leve di creazione del valore

La Target ideale per un Search Fund è una società matura e profittevole, capace di generare flusso di cassa, con ampi margini di crescita e un modello di business collaudato. Un elemento cruciale è il posizionamento dell'azienda nel suo mercato di riferimento, caratterizzato da vantaggi competitivi tangibili. Inoltre, l’operare in un settore di medie-grandi dimensioni caratterizzato da una elevata frammentazione del contesto competitivo, offre ulteriori opportunità di consolidamento e di espansione strategica.

Dal punto di vista dell'imprenditore è essenziale la volontà di cedere il controllo della società

(generalmente più del 70% del capitale sociale), congiuntamente alla disponibilità di supportare il processo di transizione favorendo degli interessi aziendali. Inoltre, è desiderabile che l'imprenditore consideri la possibilità di una collaborazione in ottica di partnership, identificando un ruolo adeguato all'interno della nuova struttura societaria (spesso declinato in un ingaggio attivo dell’imprenditore nel management). Questa collaborazione risulta fondamentale alla creazione di valore, assicurando una transizione fluida e il successo a lungo termine dell'investimento.

Il ruolo dei Searcher sarà infine di far crescere l’azienda in modo sostenibile attraverso una gestione efficace ed una strategia di lungo periodo. Questo può includere, a titolo esemplificativo, l'ottimizzazione dei processi interni, l'espansione in nuovi mercati, lo sviluppo di nuovi prodotti o servizi. In tale contesto, le competenze manageriali dei Searcher, unitamente agli investitori, sono un

fattore imprescindibile alla realizzazione di qualsivoglia strategia. Risulta infatti fondamentale la capacità di innovazione e modernizzazione, al fine di cogliere le opportunità in un contesto dinamico e complesso come quello attuale.

Il Potenziale ruolo dell’Ingegnere nei Search Funds e il vantaggio competitivo di un tale profilo

Gli Ingegneri possono svolgere un ruolo fondamentale nei Search Funds, apportando un valore significativo sia nella fase di due diligence sia nella gestione post-acquisizione.

Nella fase di valutazione, la loro competenza permette di analizzare in modo approfondito la fattibilità tecnica dell’operazione, analizzando, ad esempio, l'efficienza dei processi produttivi, la maturità tecnologica dell’azienda e svolgendo valutazioni di impianti e dei principali asset.

Nella fase post-acquisizione, gli ingegneri possono guidare progetti di miglioramento operativo, di innovazione tecnologica e di sviluppo di nuovi prodotti. In particolare, all’interno di realtà medio-piccole le competenze tecniche sono spesso difficili da reperire sul mercato creando gap rilevanti rispetto ai player maggiori, mentre la possibilità di internalizzarle attraverso questo modello può sicuramente contribuire ad aumentare il beneficio atteso di questa asset class. Per i motivi sopracitati, i profili di stampo ingegneristico possono anche assumere in prima persona il ruolo di Searcher. Professionisti a metà del loro percorso lavorativo (i.e. intorno ai 30-40 anni), e con esperienza diretta in ruoli operativi, risultano essere particolarmente adatti nel dirigere operazioni in settori di natura tecnica.

Potenziale

e Sfide dei Search Funds in Italia

Anche se i Search Funds rappresentano un'opportunità entusiasmante per rinnovare e far crescere le PMI italiane, ci sono anche diverse sfide da considerare. La natura frammentata del mercato delle PMI in Italia e la resistenza al cambiamento in alcune aziende familiari possono rappresentare ostacoli difficili da superare. Tuttavia, con un

approccio mirato e una strategia ben definita, volta a sviluppare una relazione con l’imprenditore nel corso dell’operazione, i Search Fund hanno il potenziale per superare queste sfide, portando innovazione, competenze manageriali avanzate e una visione a lungo termine che può trasformare le aziende target in leader di mercato.

Conclusione

I Search Fund rappresentano un modello di investimento unico che sta guadagnando terreno in Italia, offrendo nuove prospettive per la crescita delle PMI e delle aziende familiari. Il ruolo dei Searcher, supportati da investitori di rilievo, è fondamentale per il successo di questa strategia. È proprio in questo contesto che la figura dell’Ingegnere, sia operando in prima persona sia come investitore, potrebbe fare la differenza, portando know-how tecnico e un approccio strutturato ed analitico.

Il mercato italiano presenta sfide specifiche, ma le opportunità di creazione di valore e di rinnovamento aziendale sono immense, rendendo i Search Funds un'opzione sempre più attraente per nuovi imprenditori che vogliono mettersi in gioco e fare la differenza nel panorama economico ed imprenditoriale italiano. Anche in questo caso quindi l’ingegnere può sviluppare, oltre al suo ruolo tecnico riconosciuto nella catena di questa tipologia di business, attività di natura imprenditoriale e manageriale beneficiando dei vantaggi indotti dalle peculiarità insite della nostra figura.

Tutto ciò sarà alla base per l’affermazione di una nuova figura professionale, di natura multidisciplinare, con skill trasversali, con capacità di intraprendere, di innovare, di gestire organizzazioni complesse, che rappresenterà una discontinuità con la figura dell’Ingegnere finora conosciuta. Per cui l’ Ingegnere del Futuro (o meglio, del presente), può essere visto quale figura mista di Manager ed Imprenditore, capace di cogliere e generare gli aspetti positivi di entrambi i ruoli, divenendo una figura nuova di difficile riproducibilità, appunto quello che mi piace chiamare l’ Enterprenager (Imprenditore/Manager).

a cura di:

Ing. A. Costantino

Commissione:

Macchine ed Impianti Package

Uniti per lo sviluppo

dell’idrogeno

Le eccellenze italiane ENEA, ANIMA Confindustria e l'Ordine degli Ingegneri insieme per promuovere l'adozione di tecnologie legate all'idrogeno.

L'idrogeno sta rapidamente emergendo come un elemento chiave nella transizione verso un'economia più pulita e sostenibile.

Con il crescente interesse per le fonti energetiche rinnovabili e la necessità di ridurre le emissioni di gas serra, l'idrogeno si presenta infatti come una soluzione versatile e promettente per affrontare sfide cruciali legate alla decarbonizzazione della produzione di energia, al trasporto e alla produzione industriale.

La sua presenza, in combinazione con altri elementi, è diffusa ed abbondante in una vasta gamma di prodotti che possono quindi esser utilizzati come materie prime: in particolare gli idrocarburi, le biomasse e l’acqua. Questa diversificazione offre un'enorme flessibilità nel processo di produzione, consentendo di adattarsi alle esigenze e alle risorse locali.

Ciò che rende però straordinario questo elemento sono due caratteristiche uniche: la sua combustione con l’ossigeno, da cui deriva la produzione di energia, produce come prodotto molecole di

acqua ed elimina quindi il problema derivante dai sottoprodotti tipici della combustione dei combustibili fossili che, essendo ricchi di carbonio, producono notevoli quantità di CO2; il prodotto stesso della combustione dell’Idrogeno, la molecola d’acqua, costituisce proprio una delle materie prime più promettenti da cui poter estrarre, mediante elettrolisi, l’idrogeno.

Queste caratteristiche rendono l’H2 il vettore di energia perfetto poiché non produce gas clima-alteranti ed è potenzialmente infinito relizzando un loop chiuso tra materia prima combustibile materia prima.

Il processo di produzione dell'idrogeno può essere inoltre reso ancora più sostenibile utilizzando fonti di energia rinnovabile contribuendo così a ridurre ulteriormente l'impatto ambientale complessivo. Come sosteneva nel 2008 l’economista americano Jeremy Rifkin, l’idrogeno potrebbe davvero realizzare la terza grande rivoluzione industriale, dopo quelle già provocate dall’introduzione del vapore e del petrolio.

Tuttavia, affinché l'idrogeno possa realizzare pienamente il suo potenziale, è necessario che si intervenga con investimenti significativi in infrastrutture e tecnologie correlate.

Le reti di distribuzione, infatti, devono essere sviluppate e ampliate per consentire il trasporto capillare, efficiente e conveniente del combustibile. Allo stesso tempo, è necessario ridurre i costi di produzione dell'idrogeno investendo in ricerca e sviluppo per migliorare le performance delle apparecchiature necessarie alla produzione e utilizzo, come elettrolizzatori e celle a combustibile. Il sostegno politico e normativo è altrettanto importante per accelerare l'adozione dell'idrogeno. Incentivi finanziari, regolamenti ambientali rigorosi e politiche di sostegno possono contribuire a creare un ambiente favorevole per lo sviluppo e l'implementazione dell'idrogeno come fonte energetica chiave.

Tavolo di Lavoro congiunto ENEA – ANIMA Confindustria – Ordine degli Ingegneri

In questo complesso scenario, con l’obiettivo

Figura 1 - Rendering di un impianto ideale di produzione Idrogeno a zero emissioni.

Figura 2 - Ufficializzazione del Tavolo di Lavoro – Novembre 2023

Da sin. Viviana Cigolotti (ENEA), Massimo Cerri (Ording), Alessandro Maggioni (ANIMA), Antonino Costantino (Ording) e Giovanni Pino (Ording).

principale di promuovere lo sviluppo tecnologico e la transizione verso un futuro più sostenibile e resiliente, ENEA, ANIMA Confindustria e l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma hanno annunciato, lo scorso 7 Novembre 2023, la creazione di un Tavolo di Lavoro congiunto che sarà dedicato allo studio, alla promozione e allo sviluppo dell'idrogeno come fonte energetica sostenibile.

L'unicità di questa collaborazione risiede nella combinazione sinergica di competenze provenienti da tre pilastri fondamentali: la ricerca e sviluppo rappresentata dall'Agenzia ENEA, la filiera industriale sostenuta da ANIMA Confindustria, e l'esperienza professionale e la competenza tecnica fornite dall'Ordine degli Ingegneri.

Ricerca & Sviluppo

L'Agenzia ENEA, con il suo ricco patrimonio di competenze scientifiche e tecnologiche, svolgerà un ruolo chiave nella definizione delle basi scientifiche per l'utilizzo dell'idrogeno come

fonte energetica. Attraverso attività di ricerca e sviluppo all'avanguardia, ENEA contribuirà a identificare soluzioni innovative ottimizzando la produzione, lo stoccaggio e l'applicazione dell'idrogeno in svariati contesti.

Filiera Industriale

ANIMA Confindustria, come rappresentante di una vastissima gamma di aziende industriali, sarà il motore di questa iniziativa. La sua expertise nella gestione delle dinamiche industriali, dal processo di produzione alla distribuzione, garantirà un'implementazione efficace delle soluzioni proposte dal Tavolo di Lavoro.

Questa collaborazione servirà a creare un solido ponte tra la ricerca avanzata e l'applicazione pratica, promuovendo l'adozione su larga scala delle tecnologie legate all'idrogeno.

Categoria Professionale degli Ingegneri

L'Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma,

come rappresentante della categoria professionale coinvolta, giocherà un ruolo fondamentale nella garanzia della sicurezza, della qualità e dell’efficienza delle soluzioni proposte.

Gli ingegneri forniranno una prospettiva pratica e normativa, assicurando che le nuove tecnologie siano integrate in modo responsabile e conforme agli standard industriali e ambientali.

Obiettivi del Tavolo di Lavoro

Il Tavolo di Lavoro si pone l’obiettivo principale di creare, tra questi tre importanti Enti, una collaborazione programmata e continuativa su tutti gli argomenti legati alla produzione, allo stoccaggio, alla distribuzione ed all’utilizzo dell’idrogeno.

In questo contesto, il Tavolo di Lavoro permetterà di approfondire, condividere e diffondere il knowhow sulle nuove tematiche tecnico-scientifiche e fornirà idee e soluzioni utili ad affrontare le future sfide energetiche concentrandosi in particolare sulle seguenti attività:

• verificare e contribuire all’aggiornamento del quadro normativo;

• instaurare ed incentivare il dialogo tra i

principali stakeholders della filiera industriale;

• realizzare approfondimenti di tematiche tecnico-scientifiche;

• promuovere ed organizzare eventi informativi e formativi, convegni ed esposizioni.

Referenti del Tavolo di Lavoro

I referenti nominati per l'attuazione dei lavori del Tavolo di Lavoro sono riportati nella Figura 3. Ad affiancare e supportare i lavori sono stati inoltre coinvolti autorevoli rappresenti di RINA S.p.A.: Paolo Paci (Energy Engineering Solutions - Plant Design & Consulting Director) e Natalia Pierozzi (Global Strategic Streams - Technical Manager).

I rappresentanti delle organizzazioni coinvolte hanno espresso ottimismo sulla sinergia di competenze e risorse: la collaborazione tra queste componenti cruciali (ricerca, industria e professione) non solo accresce la robustezza dell'iniziativa ma sottolinea l'importanza di una visione olistica nell'affrontare sfide complesse e rafforza la possibilita di scoprire ed intraprendere nuove vie verso un futuro sostenibile e pieno di opportunità.

Figura 3

PNRR: a che punto siamo dopo il processo di revisione

a cura di:

Ing T. Bazzichelli, Ing C. Di Majo, Ing G. Felice Rossi

Revisionato da:

Prof. F. Paolacci

Commissione: pnrr

1. La revisione del PNRR 2023-2024

Il processo che ha portato alla revisione del PNRR italiano si è avviato nel corso del 2023, a partire dall’analisi delle criticità emerse nell’erogazione della quarta rata, è durato diversi mesi e si è concluso il 14 maggio 2024 con l’approvazione, da parte del Consiglio UE, delle ultime modifiche relative ad alcuni passaggi tecnici di dettaglio, ben oltre le date del 24 novembre e dell’8 dicembre 2023, in cui rispettivamente la Commissione Europea e il Consiglio ECOFIN hanno approvato la prima fase di rimodulazione completa del Piano. L’obiettivo di tale rimodulazione è stato quello di ottimizzare le risorse assegnate all’Italia mantenendo per lo più inalterata la struttura generale del PNRR, con la soppressione o lo spostamento in avanti di target di progetto in ritardo per una serie di motivazioni oggettive, quali: gli imprevisti riscontrati in fase di realizzazione, l’inflazione fortemente in crescita negli ultimi due anni, le variazioni della domanda e degli andamenti di mercato. Il finanziamento totale di Piano è passato da 191,5 miliardi di euro a 194,4 miliardi (di cui 122,6 miliardi di prestiti, pari al 63,1% e 71,8 miliardi

di sovvenzioni), anche grazie all’introduzione di un’ulteriore Missione M7, denominata REPowerEU, che ha compensato l’eliminazione di alcuni target, con l’assegnazione aggiuntiva di 11,17 miliardi e l’introduzione di 5 riforme dedicate. Ulteriori due riforme, non associate a questa misura, sono state introdotte per estendere alle politiche di sviluppo e coesione l’approccio orientato ai risultati del PNRR e per semplificare il quadro normativo e autorizzativo in tema di energia rinnovabile. La revisione del PNRR è stata accompagnata anche da una riforma della sua governance, con il

Figura 1
Valore economico delle Missioni prima e dopo la revisione

rafforzamento della struttura di missione presso la presidenza del consiglio e l’attribuzione di maggiori poteri agli organi centrali dello stato. Pur costituendo un passaggio fondamentale per garantire l’efficacia del PNRR nazionale, il processo di revisione non scongiura ancora del tutto il rischio di perdere parte dei fondi assegnati, considerando che più della metà delle scadenze deve ancora essere conseguita. Lo slittamento in avanti dei principali target ha comportato come effetto che, all’ultima rata, risulti associata la quota più ingente di risorse (pari al 16,8% dell’ammontare finanziamento

del PNRR), con il conseguimento di 173 traguardi/ obiettivi (circa il 28% del totale). La Corte dei conti, a questo proposito, ha evidenziato come, con il processo di revisione, si sia determinata una traslazione della spesa prevista dal primo quinquennio all’ultimo anno di attuazione, con effetti particolarmente accentuati nel 2023 (riduzione di oltre 9,7 miliardi rispetto alle previsioni iniziali) e ulteriore riduzione nel 2024 per oltre 755 milioni. Il recupero della spesa è atteso nell’ultimo biennio: le nuove stime prevedono un incremento di oltre 7 miliardi nel 2025 e di oltre 8,2 miliardi nel 2026.

2. Il nuovo capitolo REPowerEU

Precedentemente alla revisione del PNRR, l’Europa aveva già messo a disposizione del programma

REPowerEU 20 Miliardi di fondi addizionali, di cui il 13.6% assegnati all’Italia, per un ammontare di 2.8 miliardi.

Il REPowerEU, insieme al Next Generation EU, al Green Deal, al Fit for 55, fa parte di quei termini che ormai da qualche anno rappresentano le politiche e gli strumenti per contribuire allo Sviluppo Sostenibile.

Nel 2019 la Commissione Europea aveva lanciato il Green Deal Europeo, un programma ambizioso di strategie per contrastare i cambiamenti climatici accompagnato dall’emanazione della “Legge Europea sul Clima”, che ha definito un impianto normativo finalizzato a traguardare la neutralità climatica del continente europeo entro il 2050, ponendo un obiettivo intermedio, il cosiddetto pacchetto Fit for 55 (riduzione di gas serra del 55%, rispetto ai valori del 1990, entro il 2030).

Quando nel 2021, ancora in piena pandemia, ha visto la luce il PNRR, finanziato dal Recovery and Resilience Facility (RFF), il suo impianto ha naturalmente recepito gli obiettivi del Green Deal, fra cui l’obbligo di osservanza della clausola DNSH (Do Not Significant Harm) nella presentazione e approvazione delle proposte di progettuali di finanziamento.

Nel 2022 la pandemia rallenta ma scoppia la guerra in Ucraina che, dopo 10 mesi di conflitto, rischia da un lato di mettere in crisi l’approvvigionamento energetico per i paesi europei, ampiamente dipendenti dal gas naturale russo e dall’altro di interrompere il percorso virtuoso intrapreso con il Green Deal sul piano della transizione energetica.

Proprio in questo contesto nasce REPowerEU, presentato il 18 maggio 2022 dalla Commissione europea, caratterizzato da tre obiettivi di base:

• risparmiare energia e migliorare l’efficienza energetica;

Figura 2
Confronto delle cumulate della programmazione della spesa tra PNRR originario e PNRR revisionato

• diversificare l'approvvigionamento energetico; • accelerare la transizione europea verso l'energia pulita.

A fine 2022 Consiglio e Parlamento Europeo hanno concordato una revisione del regolamento 2021/241, istitutivo del RFF per inglobarvi il REPowerEU, ratificata come Regolamento REPowerEU (2023/435).

REPowerEU mira a diminuire il ricorso al gas naturale (russo), anche diversificandone le forniture. In questo, un ruolo fondamentale lo gioca la tecnologia che guida l’innovazione sia di processo sia di prodotto anche se, stante l’attuale sviluppo tecnologico, secondo l’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia) gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 sarebbero raggiunti fino al 64%. Ne consegue che il restante 36% di obiettivi richiede tutta l’attenzione, con adeguati finanziamenti a supporto della ricerca e lo sviluppo.

Nonostante le ambiziose premesse, il REPowerEU non è stato inizialmente dotato di un’adeguata copertura finanziaria; per rendere efficace il programma, Consiglio e Parlamento europei a inizio 2023 hanno consentito agli Stati Membri di aggiungere ai loro Piani di Resilienza (PNRR per

l’Italia) specifici capitoli dedicati al REPowerEU, con questa previsione finanziaria: fino a 225 miliardi di euro con prestiti non utilizzati del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF - PNRR), con oltre 20 miliardi di EUR di nuove sovvenzioni, fino a 17,9 miliardi con il 5% dei fondi della politica di coesione, fino a 5,4 miliardi dalla riserva di adeguamento alla Brexit; come si vede la quota principale deriva dalla revisione dei fondi RFF.

L’introduzione del REPowerEU nel PNRR è stata effettuata tenendo conto dei seguenti nuovi orientamenti europei per il 2030:

• portare la produzione di energia primaria da fonti rinnovabili al 45% (dal 40% in “FIT for 55”);

• alzare del 13% l'efficienza energetica;

• raddoppiare la capacità solare fotovoltaica (più di 320 GW entro il 2025 e 600 GW entro il 2030);

• introdurre gradualmente l’obbligo di installazione di pannelli solari su nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali;

• rafforzare le catene di approvvigionamento dell'energia eolica;

• raddoppiare il tasso di diffusione delle pompe di calore, integrazione di energia geotermica e termo solare nei sistemi di riscaldamento collettivo;

• perfezionare, già entro il 2023, il quadro normativo riguardante le tecnologie solari ed eoliche;

• sostenere gli Stati membri a mettere in comune le risorse pubbliche dei progetti di interesse comune europeo (IPCEI) sulle rinnovabili.

Il Governo italiano ha deciso di finanziare ulteriormente il REPowerEU rimodulando risorse già assegnate ad altre Missioni del PNRR e introducendo, come abbiamo visto, una nuova Missione, che per l’Italia si compone di 21 investimenti e 5 riforme relative ai seguenti punti:

• la riduzione dei costi di connessione degli impianti per la produzione di biometano;

• la mitigazione del rischio finanziario associato ai contratti Power Purchasing Afreement (PPA) da fonti rinnovabili;

• l’aggiornamento del quadro regolatorio della formazione Green Skill nel settore private e pubblico;

• la Roadmap per la razionalizzazione dei sussidi inefficienti ai combustibili fossili;

• l’adozione del Testo unico per semplificare le procedure autorizzative per gli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, e per la riduzione dei Sussidi Dannosi per l’Ambiente (SAD).

3. Monitoraggio dello

stato di avanzamento del PNRR

Al termine del processo di revisione descritto nel primo paragrafo, il numero di traguardi e obiettivi è aumentato a 617, rispetto ai 527 del PNRR originario; nel corrente anno 2024 è previsto il conseguimento di 439 obiettivi (rispetto ai 349 del PNRR originario).

La Quinta relazione sullo stato di attuazione del PNRR (approvata il 22/07/24 dalla Cabina di regia PNRR) riporta i principali dati ed elementi informativi riconducibili alla progressione sia dello stato di avanzamento procedurale, sia di quello finanziario del PNRR.

Per quanto concerne l’avanzamento procedurale, al 30 giugno 2024 risultano in corso di esecuzione interventi PNRR per un valore complessivo di circa 165 miliardi di euro, pari all’85% della dotazione complessiva del Piano (194,4 miliardi di euro), mentre la spesa sostenuta si attesta a 51,4 miliardi di euro, corrispondente al 31% del valore degli interventi in corso e al 26% della dotazione di Piano. Gli interventi non ancora attivati, con un valore complessivo pari a 29,6 miliardi di euro, si riferiscono sia a misure introdotte con la revisione del PNRR, sia alle altre misure già presenti nella prima versione del Piano e, per certi aspetti, revisionate. La relazione distingue anche il sottoinsieme delle misure la cui realizzazione richiede una procedura di affidamento: a fronte di un importo totale pari a circa 133 miliardi di euro, gli interventi con iter procedurale attivato ammontano a 122 miliardi (92 per cento del totale), mentre quelli a cui risulta associato almeno un bando di gara si attestano a 111 miliardi (91 per cento delle misure attivate). Il dato della spesa sostenuta rappresenta, quindi, solo una parte dei progetti del PNRR (quelli con gara aggiudicata e/o in corso di esecuzione) e non ricomprende tutta la gestione finanziaria del Piano. Dalla consultazione della banca dati REGIS (la banca dati unica di gestione del PNRR sotto il controllo del MEF - Ragioneria Generale dello Stato) emerge che, al 1° luglio 2024, le misure per le quali è stata dichiarata la maggiore spesa, in termini assoluti, sono il Rafforzamento dell’Ecobonus per l’efficienza energetica (14 miliardi) e il Credito d’imposta per i beni strumentali 4.0 (8,8 miliardi). Riguardo all’andamento delle rate di erogazione finanziaria all’Italia, correlate al raggiungimento

Figura 3
Andamento delle rate erogate e programmate

dei target pianificati, è stata recentemente erogata la quinta rata (agosto 2024), portando l’incasso totale a 113,5 miliardi di euro (58,4% delle risorse totali), mentre sono stati riprogrammati con il processo di revisione i target correlati alle successive rate, dalla sesta alla decima.

I traguardi e gli obiettivi corrispondenti alla quinta rata riguardano 14 riforme e 22 investimenti in

settori quali la concorrenza, gli appalti pubblici, la giustizia, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, l’istruzione, le infrastrutture, la sanità, la cultura e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

Nei prossimi mesi, per scongiurare il rischio di mancato incasso delle future rate, sarà fondamentale il monitoraggio dell’avanzamento del Piano, soprattutto in termini di incremento della spesa.

a cura di:

Ing. L. Travaglinii

Revisionato da:

Ing. R. Pavoni

Commissione:

Sistemi a Pilotaggio Remoto

L'Impiego dell'Intelligenza Artificiale Applicata alla Guida di Mezzi a Pilotaggio

Remoto

Negli ultimi anni, l'Intelligenza Artificiale (IA) ha rivoluzionato numerosi settori, tra cui anche quello dei mezzi a pilotaggio remoto. Le tecnologie di guida autonoma, col supporto dell'IA, stanno trasformando radicalmente il modo in cui interagiamo con i veicoli, che siano terrestri (rover), aerei (UAS) o marittimo-fluviali: di superficie o Autonomous Surface Vehicle (ASV) e subacquei, introducendo innovazioni che promettono di migliorare la sicurezza,

l'efficienza e la sostenibilità del trasporto. Questi aspetti verranno qui di seguito esplorati in dettaglio, con l’obiettivo di mettere in evidenza come l'IA stia influenzando la guida remota e come questi cambiamenti stiano plasmando il futuro della mobilità. Attraverso l'analisi di casi di studio, dei più recenti sviluppi tecnologici e di doverose considerazioni etiche, cercheremo di gettare luce su un campo in rapida evoluzione, che

continua a suscitare interesse ed entusiasmo. Nello specifico, il focus verrà posto nel contesto dei mezzi aerei a pilotaggio remoto (APR), che per semplicità chiameremo genericamente droni.

Introduzione all'Intelligenza Artificiale nell'Operazione Remota dei Droni

Prima di illustrare più in dettaglio in cosa consiste l'applicazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) nella

conduzione di un’operazione remota con un drone è necessario offrire a livello introduttivo una panoramica dettagliata delle basi concettuali e tecnologiche su cui si fonda questa applicazione innovativa.

L'uso dei droni ha una storia che si sviluppa dai primi esperimenti con aerei pilotati da remoto, ai moderni dispositivi di oggi. Inizialmente utilizzati principalmente a scopo militare, i droni hanno

rapidamente trovato applicazioni civili: dalla fotografia aerea alla sorveglianza agricola. Negli ultimi anni, l'IA ha aperto nuove prospettive, trasformando i droni da semplici veicoli aerei a operatori autonomi e intelligenti.

L’IA, utilizzata per consentire la guida autonoma dei droni, si basa necessariamente su dei pilastri chiave che sono indispensabili per assicurare non solo un funzionamento corretto ed efficiente, ma anche la piena sicurezza delle operazioni aeree. Questi pilastri includono la percezione ambientale, l'apprendimento automatico e la capacità di prendere decisioni autonome.

La capacità di percezione ambientale si ottiene equipaggiando i droni con una gamma diversificata di sensori, come fotocamere ad alta risoluzione, sensori LiDAR e GPS, che forniscono informazioni dettagliate sull'ambiente circostante. L'IA elabora questi dati in tempo reale, permettendo ai droni di

interpretare il paesaggio aereo circostante, identificare ostacoli, e navigare in modo sicuro attraverso varie condizioni ambientali ed atmosferiche. Il passaggio successivo, cioè quello dell'apprendimento automatico, altro fattore caratterizzante dell’IA, è cruciale per il miglioramento continuo delle prestazioni dei droni. Attraverso l'analisi di enormi quantità di dati, i droni apprendono a ottimizzare le risposte a diverse situazioni di volo. Questo processo di adattamento continuo consente di affrontare scenari aerei complessi e garantire massima efficienza e sicurezza nel tempo.

A valle del processo di apprendimento si arriva come risultato finale alla possibilità per il mezzo di prendere decisioni autonome, nei suoi vari campi d’applicazione.

Nell’ambito specifico degli APR, ciò si traduce per il drone nella capacità di decidere in maniera rapida e precisa, come ad esempio regolare l'altitudine

per evitare ostacoli o modificare la rotta in risposta a cambiamenti meteorologici.

Come già sta avvenendo per svariati altri campi di applicazione, è facile intuire che l'implementazione su larga scala dell'IA anche nelle operazioni remote con i droni avrà impatti significativi sulla società e sull'economia: dal miglioramento dell'efficienza dei processi industriali, all'apertura di nuove opportunità di servizi aerei, i droni autonomi promettono di influenzare positivamente una vasta gamma di settori.

Per comprendere in maniera più approfondita, come questi cambiamenti stiano plasmando il futuro del trasporto aereo senza equipaggio, utilizzeremo l'analisi di casi di studio riguardanti sviluppi tecnologici recenti e considerazioni etiche, in modo da gettare luce su un campo in rapida evoluzione che continua a suscitare interesse e innovazione nel settore dell'aviazione e delle tecnologie intelligenti.

Sensori e Percezione Ambientale

Il successo dei mezzi aerei a pilotaggio remoto (UAS) basati sull'Intelligenza Artificiale è intrinsecamente legato alla capacità di percepire con precisione l'ambiente circostante durante il volo.

I mezzi aerei a pilotaggio remoto sono dotati a bordo di una vasta gamma di sensori avanzati,

ciascuno progettato per raccogliere informazioni cruciali durante il volo: fotocamere ad alta risoluzione, sensori LiDAR, radar e sistemi di posizionamento satellitare (GPS), sono solo alcune delle tecnologie utilizzate per fornire dati dettagliati sull'ambiente aereo. Questa combinazione di sensori offre ai mezzi aerei, che volano in maniera autonoma la capacità di "vedere" e interpretare il cielo circostante in modo simile o superiore alla percezione umana.

È in questo ambito che interviene l'IA, assumendo un ruolo cruciale nell'elaborazione dei dati provenienti dai sensori durante le operazioni aeree. Algoritmi avanzati di visione artificiale e di machine learning analizzano costantemente le informazioni, permettendo ai mezzi aerei di identificare ostacoli, pianificare la rotta e adattarsi a condizioni meteorologiche variabili.

L'interpretazione avanzata del contesto aereo richiede una comprensione approfondita delle dinamiche spaziali e temporali. Ad esempio, l'IA deve essere in grado di anticipare cambiamenti nelle condizioni meteorologiche, regolare l'altitudine per evitare traffico aereo e adattarsi a imprevisti durante il volo. In questo modo, attraverso una comprensione avanzata della realtà circostante è possibile garantire un'operazione sicura ed efficiente. Nonostante i progressi, tuttavia esistono ulteriori

sfide sensoriali da affrontare. Le condizioni meteorologiche estreme, come tempeste o nebbie dense, possono influenzare la precisione dei sensori. La gestione di ostacoli inaspettati, come uccelli o altri mezzi aerei, richiede una continua evoluzione delle tecnologie sensoriali e degli algoritmi di elaborazione. Il futuro della navigazione autonoma dei mezzi aerei dipenderà quindi molto anche dagli sviluppi nei sensori. La ricerca si concentra su sensori più avanzati, come radar ad apertura sintetica (SAR) e tecnologie di visione computazionale tridimensionale. Tali progressi promettono di migliorare ulteriormente la percezione ambientale dei mezzi aerei autonomi, rendendoli più affidabili e capaci di affrontare una gamma ancora più ampia di scenari durante il volo.

Apprendimento Automatico e Adattamento Continuo

L'apprendimento automatico nei mezzi aerei a pilotaggio remoto inizia con la raccolta sistematica di dati di volo. Durante ogni missione, numerosi sensori rilevano e registrano informazioni dettagliate sull'ambiente aereo, le condizioni meteorologiche, le prestazioni del veicolo e altri parametri critici. Questi dati costituiscono il corpus di apprendimento su cui si baserà l'IA per ottimizzare le prestazioni future.

Gli algoritmi di machine learning elaborano i dati raccolti, identificano modelli, estraendo informazioni significative per migliorare le prestazioni dell'APR. Alcuni algoritmi comuni includono reti neurali artificiali per il riconoscimento di pattern

complessi e algoritmi di regressione per predire il comportamento futuro del veicolo in risposta a diverse variabili.

L'addestramento può avvenire in modalità diverse: supervisionato e non supervisionato, rinforzato e continuo. L’addestramento supervisionato coinvolge l'utilizzo di set di dati precedentemente annotati, consentendo all'IA di apprendere relazioni tra ingressi e uscite desiderate. Al contrario, nell' addestramento non supervisionato, l'IA esplora dati senza etichette, identificando pattern e strutture autonomamente. Entrambi gli approcci sono utilizzati per migliorare la percezione, la navigazione e la sicurezza dell'APR.

L'apprendimento rinforzato è un approccio in cui l'APR apprende attraverso l'interazione con

l'ambiente. Basandosi su feedback positivi e negativi in risposta alle sue azioni, l'IA interviene per regolare le sue strategie di volo per massimizzare le ricompense e minimizzare le penalità. Questa metodologia è particolarmente utile per l'addestramento in situ, migliorando la capacità dell'APR di affrontare scenari reali.

L'adattamento continuo è un principio fondamentale per garantire che l'APR rimanga resiliente e reattivo in ambienti aerei mutevoli. L'IA analizza costantemente i nuovi dati di volo, identifica eventuali cambiamenti nell'ambiente o nelle prestazioni dell'APR e adatta, di conseguenza, i suoi modelli e algoritmi.

L'APR deve essere in grado di affrontare situazioni impreviste durante il volo, come cambiamenti improvvisi delle condizioni meteorologiche o la comparsa di ostacoli inaspettati. L'IA, mediante l'apprendimento continuo, è in grado di rilevare queste anomalie, sviluppando strategie adatte per mitigare il rischio e garantire la sicurezza dell'operazione.

L'adattamento continuo consente anche di ottimizzare le prestazioni dell'APR nel tempo. Ciò significa migliorare l'efficienza energetica, ottimizzare le rotte di volo per ridurre i tempi di viaggio e garantire una risposta pronta a situazioni di emergenza.

Sicurezza nell'Operazione dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto con Intelligenza Artificiale

La sicurezza è una priorità fondamentale nell'operazione dei mezzi aerei a pilotaggio remoto (APR). Esamineremo qui di seguito gli aspetti chiave legati alla sicurezza operativa degli APR, tra cui la gestione delle minacce cyber, i sistemi anticollisione, e le pratiche di manutenzione per garantire la sicurezza a lungo termine delle operazioni. Gli APR, essendo veicoli guidati durante il volo autonomo da sistemi avanzati di IA, sono suscettibili a minacce cyber. La sicurezza dei sistemi di controllo, delle comunicazioni e dei dati è di importanza critica. Sofisticati protocolli di crittografia e costanti valutazioni della sicurezza informatica sono fondamentali per proteggere gli APR da attacchi esterni e garantire un volo sicuro.

Per quanto riguarda la prevenzione di incidenti aerei non è possibile non prendere in considerazione i sistemi anticollisione, che quindi rivestono un ruolo cruciale in termini di sicurezza. Gli APR

devono essere dotati di sensori avanzati, come radar e telecamere a 360 gradi, che permettano di rilevare e rispondere rapidamente a potenziali collisioni con altri velivoli o ostacoli. Algoritmi di IA sofisticati analizzano questi dati in tempo reale, permettendo una navigazione sicura e prevenendo situazioni di potenziale pericolo.

La manutenzione cosiddetta predittiva è un altro componente essenziale per garantire la sicurezza a lungo termine degli APR. Anche i sistemi di monitoraggio delle prestazioni sono basati su algoritmo di IA, che analizzano costantemente dati provenienti dai sensori e dalla strumentazione del velivolo. Questi dati sono utilizzati per identificare precocemente eventuali anomalie, prevenendo guasti imprevisti e garantendo che l'APR sia sempre in condizioni ottimali per l’effettuazione del volo. Per completare il quadro della sicurezza aerea è necessario prendere in considerazione la gestione delle emergenze. Gli APR devono essere dotati di sistemi di IA che consentano una risposta rapida ed appropriata a situazioni di emergenza, come guasti del sistema, perdita di comunicazione o condizioni meteorologiche avverse. In tali scenari l’IA è addestrata per attuare procedure di recupero del mezzo aereo ben definite ed integrate, che minimizzano i rischi.

Implicazioni Etiche dell'Utilizzo di Mezzi Aerei

a Pilotaggio Remoto con Intelligenza Artificiale

Gli APR, dotati di sensori avanzati, possono raccogliere e trasmettere dati visivi e altri dati sensibili. Questo solleva preoccupazioni sulla privacy, specialmente in aree popolate. La definizione di linee guida etiche e legali riguardo alla raccolta, conservazione e utilizzo di dati da parte degli APR è essenziale per garantire il rispetto dei diritti individuali.

Determinare la responsabilità legale in caso di incidenti o danni causati da APR ”AI Driven”, solleva questioni complesse. È necessario sviluppare normative e regolamenti chiari che definiscano chi è responsabile in diverse situazioni. Inoltre, il settore assicurativo dovrà adattarsi per fornire copertura in caso di incidenti che coinvolgono APR autonomi. L'introduzione su larga scala di APR potrebbe avere un impatto significativo sul piano socioeconomico. La sostituzione di piloti umani con sistemi autonomi potrebbe ridurre posti di lavoro tradizionali nel settore dell'aviazione, richiedendo una riflessione approfondita sulle politiche occupazionali e sulla formazione professionale. Allo stesso tempo, l'adozione di APR potrebbe creare nuove opportunità economiche nei settori correlati, come la manutenzione e lo sviluppo delle tecnologie autonome.

Efficienza

Ambientale e Sostenibilità dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto con Intelligenza Artificiale

Gli APR basati sull'IA possono ottimizzare le rotte di volo, riducendo il tempo di percorrenza e minimizzando il consumo di carburante. Algoritmi intelligenti analizzano dati meteorologici in tempo reale, traffico aereo e altre variabili, determinando la rotta più efficiente. Ciò non solo riduce i costi operativi ma contribuisce anche alla riduzione complessiva delle emissioni.

La transizione verso APR alimentati da motori elettrici o ibridi può contribuire significativamente alla sostenibilità ambientale. L'IA può giocare un ruolo chiave nell'ottimizzazione del consumo energetico, nell'implementazione di tecnologie eco-friendly e nell'identificazione di soluzioni innovative per ridurre l'impatto ambientale dell'industria dell'aviazione. Gli APR possono essere impiegati per monitorare e raccogliere dati sull'ambiente, divenendo essi stessi protagonisti nella valutazione dell'impatto ecologico di determinate aree o attività umane.

Sensori avanzati possono rilevare cambiamenti nell'ecosistema, monitorare la qualità dell'aria e contribuire alla conservazione della biodiversità.

Integrazione Sociale e Accettazione Pubblica degli APR con Intelligenza Artificiale

Una comunicazione aperta e trasparente è essenziale per ottenere l'accettazione pubblica degli APR . Campagne di sensibilizzazione e programmi educativi possono aiutare a spiegare i benefici degli APR, le misure di sicurezza adottate e le garanzie di rispetto della privacy. Coinvolgere la comunità in dibattiti informati contribuirà a dissipare eventuali preoccupazioni e reticenze

Diventa quindi fondamentale il coinvolgimento

attivo delle comunità locali nelle decisioni riguardanti l'uso degli APR. Questo può includere sessioni di consultazione pubblica, incontri informativi e la creazione di forum in cui i membri delle comunità possono esprimere preoccupazioni e suggerire soluzioni. L'approccio bottom-up può contribuire a costruire la fiducia e l'accettazione sociale. Un ulteriore strada da percorrere per influenzare positivamente l'opinione pubblica è rappresentata dal dare evidenza dei benefici tangibili, che si possono ottenere con l’utilizzo degli APR. Ad esempio, illustrare come gli APR possono migliorare i servizi di emergenza, come possono ridurre i tempi di consegna o supportare operazioni di ricerca e salvataggio sicuramente suscita un'immagine positiva. Inoltre, coinvolgere la comunità nelle opportunità economiche legate agli APR, come la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo di competenze locali, può contribuire a generare sostegno.

La definizione di normative etiche e linee guida sociali è cruciale per regolare l'uso degli APR e garantire la conformità con i valori culturali e sociali della società. Coinvolgere esperti in materia di etica e sociologia, nonché rappresentanti delle comunità nella creazione di queste normative è un passo importante per garantire un equilibrio tra l'innovazione tecnologica e il rispetto delle norme di utilizzo. Dopo aver esplorato vari aspetti relativi ai mezzi aerei a pilotaggio remoto basati sull'Intelligenza Artificiale: dall'approfondimento sugli aspetti legati alla sicurezza, alle implicazioni etiche, dal focus sull'efficienza ambientale, all'integrazione sociale, è possibile concludere che l'adozione affidabile degli APR, specialmente in un contesto di volo autonomo pilotato dall’IA, richiede una visione olistica che tenga conto delle complesse interazioni tra tecnologia, società e ambiente.

FIDIC:

International Federation of Consulting Engineers

FIDIC è l’acronimo di Fédération Internationale des Ingénieurs-Conseils (International Federation of Consulting Engineers), un'organizzazione internazionale che riunisce e rappresenta le associazioni di ingegneri a livello globale.

a cura di: Ing. A. Monaco

Revisonato da: Ing. S. Minotti

Commissione: Codice Appalti

L’idea di creare la FIDIC nasce e si concretizza durante la fase di preparazione della World Fair Exhibitions del 1913; per detta preparazione fu avviata la ricerca e selezione di esperti ed indipendenti Ingegneri consulenti. Alcuni dei Consulting Engineers contattati per detto scopo, si riunirono per analizzare la possibilità di formare una Federazione globale. L’iniziativa ebbe successo ed il 22 luglio 1913 si arrivò alla formale costituzione della FIDIC. Fédération Internationale des Ingénieurs Conseils, e successivamente, International Federation of Consulting Engineers. Fondata, come detto, nel 1913 con sede centrale a Ginevra, FIDIC si è sviluppata fino a diventare un'organizzazione che comprende quasi 100 paesi membri - Member Associations - che rappresentano 4 milioni di professionisti qualificati nel campo dell'ingegneria e della consulenza, operando attraverso cinque macroregioni: Europa (EFCA), Africa, Asia e Pacifico (ASPAC), America Latina (FEPAC) e Nord America (USA e Canada).

La formazione e gli eventi

FIDIC è impegnata, attraverso la propria Academy, anche a tenere corsi di formazione in tutto il mondo. Il team di esperti FIDIC opera a stretto contatto con i clienti per comprendere le loro esigenze specifiche e per adattare i servizi alle loro necessità. A tale scopo, Academy utilizza un sistema di gestione dell’apprendimento (LMS: Learning Management System) come piattaforma dei corsi di formazione. Questo sistema permette di organizzare, gestire e implementare tutti i corsi di formazione online e di fornire le migliori esperienze a tutti i partecipanti, attuali e futuri.

FIDIC organizza, oltre all’annuale International Infrastructure Conference, numerosi eventi1: conferenze, webinar e tavole rotonde con l’obiettivo di promuovere le migliori pratiche operative, condividere le tendenze del settore e trovare conclusioni e soluzioni nel settore delle infrastrutture che è in rapida evoluzione.

I contratti FIDIC

FIDIC redige e pubblica modelli di contratto standard internazionali e documenti di pratica commerciale per committenti, consulenti, sub-consulenti, joint venture e rappresentanti, fornendo altresì servizi di nomina dei membri delle commissioni per la risoluzione delle controversie, ai fini dell’implementazione dei diversi modelli di contratto.

Oggi più che mai, il ruolo di FIDIC è diventato essenziale per gli operatori del settore: FIDIC difatti rappresenta non solo i Paesi in cui hanno sede le Member Associations, ma è diventata la voce dell'industria dell'ingegneria in un mondo globalizzato. Nell'ultimo secolo, l’ingegneria ha avuto un impatto davvero significativo sulla società in tutto il mondo.

I progressi innovativi nei settori dei trasporti, dell'approvvigionamento idrico, dell'energia, degli edifici e delle infrastrutture vitali hanno portato a un miglioramento della salute e dello sviluppo

economico e, di conseguenza, a una migliore qualità della vita. I contratti FIDIC costituiscono oggi i modelli più comunemente usati nei contratti internazionali di costruzione nel mondo.

L’elemento chiave del successo è il loro approccio bilanciato relativamente ai ruoli e responsabilità delle Parti (Engineer, Employer’s Representative, Committente, Appaltatore, Subappaltatore) di ciascun contratto, così come l’allocazione e la gestione dei rischi.

Per tale ragione, il principio fondamentale dei Contratti FIDIC è l’utilizzo di Condizioni Generali di Contratto, che forniscono un valido assetto contrattuale generale e si basano su migliaia di progetti realizzati con successo nel mondo. Tuttavia, poiché non esistono due progetti uguali, FIDIC associa alle Condizioni Generali di Contratto la redazione di “Condizioni Particolari”, offrendo una guida per la preparazione delle stesse ed esempi del loro utilizzo in base allo specifico progetto. Discostarsi significativamente dalle Condizioni

Generali di Contratto e da queste linee guida è fortemente sconsigliato in quanto aumenta il rischio di perdere l’allocazione bilanciata dei rischi contrattuali, portando a più alti prezzi di offerta, ritardi nel completamento dei lavori, maggiori tempi e costi e, nei peggiori scenari, alla devoluzione delle controversie in sede arbitrale ovvero alla risoluzione del contratto.

I più noti contratti FIDIC sono il RED BOOK (dal colore della copertina), redatto per lavori di costruzione ed ingegneria progettati dal Committente; lo YELLOW BOOK, per la progettazione e la realizzazione di impianti ad opera dell’appaltatore; il SILVER BOOK o EPC/Turnkey Contract, che comprende a carico dell’appaltatore la progettazione, la costruzione e il collaudo delle opere, consegnate “chiavi in mano” al committente. Nel 2019 è stato pubblicato anche lo EMERALD BOOK - FIDIC Conditions of Contract for Underground Works (contratto per I lavori in

sotterraneo), ristampato con modifiche nel 2023. A partire dal 2005 è stato pubblicato il PINK BOOK, una versione del RED BOOK modificata per accogliere le richieste delle principali istituzioni di finanza multilaterale, come la Banca Mondiale, la BEI (Banca Europea degli Investimenti), la AfDB (Africa Development Bank) . Altro modello molto utilizzato, relativo però ai rapporti di consulenza concernente progetti di costruzione, è il Client / Consultant Model Services Agreement (WHITE BOOK).

Come per il Red Book, lo Yellow Book, il Silver Book, anche il White Book è stato oggetto di revisione e aggiornamento, con una più recente edizione nel 2017.

Tali contratti, che non esauriscono la lista delle pubblicazioni FIDIC, sono stati sviluppati in più di 50 anni di attività; sono conosciuti e utilizzati in diversi Paesi nel mondo e per tutti i tipi di progetti.

Note

1. Maggiori dettagli sulla struttura di governance e sulle diverse attività di FIDIC sono disponibili presso il sito www.fidic.org.

a cura di:

Ing. M. Spada, Ing. S. Capitanio

Revisonato da:

Ing. M. Ioannili

Commissione:

Sostenibilità ambientale e transizione ecologica

LAMBDA: PROTOTIPO IMPIANTO PER

LA ESTRAZIONE E RECUPERO DELL’AZOTO DA

LIQUIDO BIOLOGICO O LIQUAMI

INQUADRAMENTO DI CARATTERE GENERALE

La Direttiva Nitrati (91/676/CEE) ha stabilito dei limiti alla quantità di azoto proveniente dagli allevamenti zootecnici che è possibile smaltire per ogni anno e per ogni ettaro di terreno agricolo (340 kg N/ha), con valori più stringenti per le aree classificate come vulnerabili (170 Kg N/ha).

In relazione ai limiti imposti, una grande parte degli allevamenti zootecnici non dispone di una superficie di terreno sufficiente per smaltire secondo normativa i reflui prodotti. Le aziende zootecniche devono quindi ridurre la quantità di azoto presente nei propri reflui prima dello spandimento degli stessi sui propri campi o affittare altri terreni per aumentare la superficie disponibile e delocalizzare i propri reflui.

Nel frattempo, le nuove norme per la realizzazione di nuovi impianti di digestione anaerobica di biomasse agricole, o di conversione di impianti esistenti per la produzione di biometano avanzato con accesso ai relativi incentivi (DM 02.03.2018), impongono invece di utilizzare come biomassa principale i reflui zootecnici (ricchi di azoto): dallo smaltimento del relativo digestato (residuo fangoso semiliquido ricco di sostanze organiche ed

ammoniaca) ne deriva in prospettiva un aumento (indesiderato) del carico di azoto al terreno. Per le aziende zootecniche coinvolte, l’alternativa all’affitto o all’acquisto di nuovi terreni per aumentare la superficie agricola disponibile (con relativi elevati costi sia per l’affitto che per il trasporto), oppure all’installazione di un impianto di denitrificazione con abbattimento/recupero dell’azoto, è un sistema di recupero dell’azoto a limitato costo di installazione e basso consumo energetico, e quindi compatibile con l’economia aziendale.

I sistemi attualmente presenti sul mercato sono invece ad elevato consumo energetico (nitrificazione-denitrificazione biologica) o presentano problemi di frequente intasamento (colonne di strippaggio a riempimento) di elevato costo di manutenzione.

La soluzione tecnica individuata è stata quella di utilizzare, per la estrazione ed il recupero dell’azoto, un trattamento di strippaggio che invece di utilizzare corpi di riempimento fissi utilizza un innovativo sistema a lambimento, in cui l’aria da trattare lambisce una serie di superfici rotanti che vengono periodicamente bagnate e poi esposte alla corrente d’aria, con trasferimento per evaporazione dell’ammonica dal liquido all’aria e consequenziale estrazione dell’ammonio dal refluo

Figura 1 - Impianto di laboratorio
Figura 2 - Schema impianto Lambda

liquido. In particolare, come superfici bagnate, si è scelto di utilizzare dei dischi in lenta rotazione, parzialmente immersi nel liquido.

I dischi nella rotazione vengono bagnati e lavati dal liquido della vasca e non sono quindi soggetti ad intasamento.

A completamento del processo, la corrente d’aria ricca di ammonio uscente dai dischi è immessa in una colonna di lavaggio a riempimento per la salificazione ed il recupero dell’ammonio sotto forma di sale (solfato d’ammonio).

Il processo è stato prima testato a livello di laboratorio in un piccolo impianto pilota e dalla sperimentazione sono state derivate le rese del processo, il rapporto superfici/contenuto ammoniacale, la velocità di rotazione dei dischi, la portata specifica di aria e l’influenza della temperatura (vedi Figura 1).

A seguito della sperimentazione è stato depositato il brevetto (Brevetto n. EP 21215104.7) del sistema e, grazie all’investimento di due società del settore, la Idro Group srl di Seregno (MB) e la Rota Guido S.r.l. di Corte de Frati (CR), è stato possibile realizzare un vero e proprio prototipo che è stato

installato presso un impianto biogas in funzione ridurre il contenuto ammoniacale del digestato in uscita dai digestori anaerobici.

DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO LAMBDA

Lo schema funzionamento dell’impianto è il seguente:

• pompa di alimentazione;

• reattore a lambimento (contatto aria/liquido);

• ventilatore;

• torre di assorbimento;

• ricircolo aria di processo;

• pompa dosatrice acido;

• serbatoio solfato di ammonio.

Il digestato viene raccolto in un pozzetto nel quale è collocata una pompa che lo invia ad un pre-trattamento di separazione solido liquido (grigliatura-filtrazione) per la riduzione dei solidi contenuti, che vengono trattati separatamente. L’impianto non richiede particolari raffinazioni dei liquidi, essendo in grado di trattare anche liquidi contenti solidi sospesi. Poiché spesso i solidi hanno però un più alto contenuto di azoto organico, la loro

eliminazione favorisce il rapporto di rendimento totale di denitrificazione del processo.

Dal pozzetto il refluo viene inviato ad un reattore, costituito da un serbatoio chiuso nel quale è installato un rotore a dischi rotanti, messo in movimento da un motoriduttore.

Nel reattore, tramite un ventilatore, viene immessa e distribuita una corrente di aria (riciclata dalla successiva colonna di assorbimento) che, durante il tempo di contatto con le superfici, si arricchisce di azoto ammoniacale.

In uscita dal reattore, l’aria ricca di azoto ammoniacale viene mineralizzata in una colonna di assorbimento con un reattivo acido (soluzione di H2SO4), mantenuto in circolazione tramite una pompa di ricircolo. Si ottiene quindi la formazione di un sale di solfato d’ammonio [(NH4)2SO4] che può essere riutilizzato o venduto.

L’aria in uscita dalla torre viene rinviata al reattore di processo assicurando in tal modo che non ci siano emissioni in atmosfera.

Il liquido in circolazione viene mantenuto ad un pH controllato tramite una stazione di dosaggio, mentre il prodotto mineralizzato (Solfato d’Ammonio) viene raccolto nel serbatoio di raccolta.

Per garantire una maggiore resa di trasferimento dell’NH4, il liquido contenuto nel reattore viene mantenuto ad una temperatura controllata tramite una pompa di circolazione ed uno scambiatore che può utilizzare l’acqua calda proveniente dal circuito di raffreddamento del cogeneratore a biogas.

L’impianto pilota utilizzato per la sperimentazione è stato installato presso una azienda agrizootecnica con impianto di produzione biogas alimentato con liquame di vacche da latte e biomasse agricole.

Le caratteristiche dell'impianto sono descritte nella Tabella 1.

Caratteristiche del refluo:

• digestato integrale di liquame e letame con lettiera di paglia di cereali, (autunno) vernini da vacche in stabulazione libera da latte e trinciato di mais di primo raccolto;

• contenuto in sostanza secca mediamente il 6,5 % (min 5% e max 8,6%);

• contenuto in NTK medio 3,9 g/l (min 2,8max 6,0 g/l);

• contenuto in azoto ammoniacale 2,3 g/l (min 0,51 - max 3,6 g/l).

R isultati ottenuti (vedi Tabella 2):

Figura 3 - Prototipo impianto Lambda

CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO

Portata trattata 1,2 mc/giorno

Temperatura di processo 40-70 oC

Dimensioni Modulo

• rimozione dopo 24 h;

• concentrazione di solfato ammonico raggiunta: 37 g/kg.

CONCLUSIONI

Diversamente dagli altri sistemi di strippaggio azoto proposti sul mercato, soggetti ad intasamento progressivo del riempimento della colonna di contatto e quindi con elevati costi di manutenzione,

l’impianto Lambda, per l’assenza di riempimenti fissi e grazie al continuo lavaggio per immersione dei dischi, non è soggetto a sporcarsi o ad un intasamento e ha un consumo energetico moto basso, grazie al ridotto assorbimento elettrico del reattore rotante di contatto.

La concentrazione raggiunta nel solfato d’ammonio prodotto ne permette la commercializzazione con recupero economico e riduzione dei costi di trattamento.

Tabella 1 Tabella 2

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