L’ANGOLO DEL
PRESIDENTE
LA QUALIFICAZIONE E COMPITI DELLA STAZIONE APPALTANTE Dott. Ing.
Carla Cappiello Presidente
L’
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma ha lanciato un ciclo di seminari dal titolo “La qualificazione e compiti della Stazione Appaltante”, per dare ai suoi iscritti degli elementi formativi utili su una tematica molto dibattuta in questo momento storico. Si stima che ad oggi la spesa per la pubblica amministrazione, gestita da più di 35 mila stazioni appaltanti, si aggiri attorno agli 87 miliardi di euro. Se, pertanto, ci si chiede se una riforma e una semplificazione delle regole degli appalti pubblici possano creare un sistema più efficiente, più corretto e meno costoso, la risposta è sicuramente si. Il dibattito dura da circa 20 anni, da quando fu emanata dopo Tangentopoli la legge Merloni, poi bloccata, stravolta, superata in un quadro di un turbinio legislativo che ha prodotto diversi fallimenti. Senza aver ridotto la corruzione, si sono aggiunti paralisi, disaffezione dei cittadini, costi e tempi esagerati, quota di opere giunte al traguardo che non superano il 10-15%. Il disegno di legge, approvato dal Senato il 18 giugno e adesso all’esame della Camera, che delega il Governo a recepire le direttive comunitarie del 2014 in tema di appalti di lavori e servizi, detta circa 50 principi chiave a cui attenersi per l’aggiornamento/riforma del Codice dei Contratti del 2006. La riforma/aggiornamento del Codice è sicuramente uno strumento che potenzialmente introdurrà, la tanto sperata, disciplina più “snella” e leggibile rispetto alla precedente, costituita, come ben sappiamo, da oltre 600 articoli spesso in contrasto tra loro. Tante sono le novità che potrebbero essere introdotte: – maggiori competenze all’ANAC, che potrà qualificare e ridurre le stazioni appaltanti; – la possibilità di ricostruire presso il Ministero l’albo nazionale dei costruttori per valorizzare la reputazione e la premialità delle imprese; – lo stop alle deroghe e alle varianti; – la qualificazione delle imprese; – lo stop al criterio del prezzo; – la restrizione al ricorso all’appalto integrato; – l’introduzione albo nazionale commissari di gara; l’introduzione di costi standard. Si dovrebbe arrivare ad avere un numero esiguo di stazioni appaltanti uniche anche con la realizzazione di stazioni di tipo settoriale: strade, acquedotti, ferrovie, impianti di depurazione, ecc. Le città metropolitane potranno costituire un proprio ufficio appaltante unico, gli altri comuni dovranno servirsi delle “stazioni appaltanti tecniche” e potranno scegliere fra stazione appaltante regionale e quella settoriale. Queste stazioni effettueranno acquisti per ministeri, regioni, enti regionali, servizio sanitario nazionale, comuni. Obiettivi dello snellimento saranno pertanto: meno gare per le stesse tipologie di acquisto con maggiore standardizzazione delle procedure; meno differenze di prezzo per l’acquisto degli stessi beni e servizi, con conseguenti possibili risparmi senza compromettere la qualità dei servizi. La PA dovrà, quindi, tornare a programmare, gli ingegneri a progettare, le imprese opportunamente qualificate a costruire, le autorità di vigilanza a vigilare, i cittadini a godere dei benefici di opere utili.
Carla Cappiello Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma
4 ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA