PRESTAZIONI, RISPARMIO ENERGETICO E COMFORT ABITATIVO DEGLI IMPIANTI RESIDENZIALI

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INGEGNERIA

INDUSTRIALE a cura di Ing. L. Di Gennaro Ing. R. Antonazzi commissione

Impianti elettrici negli edifici visto da

Ing. G. Caruccio Ing. M. Domenicucci

Legenda A Cucina B Soggiorno (12-20 m2) C Bagno

E

D Corridoio (<5 m2) E Camera (12-20 m2) F Cameretta (8-12 m2)

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L'articolo è tratto dalla Rivista IoRoma N°4/2016

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Pianta appartamento tipo (Fonte BiTicino S.p.A.).

PRESTAZIONI, RISPARMIO ENERGETICO E COMFORT ABITATIVO DEGLI IMPIANTI RESIDENZIALI Indicazioni del capitolo 37 della Norma CEI 64-8/3 per realizzare impianti elettrici con tre livelli di complessità standardizzati. 22 ordine degli ingegneri della provinCia di roma


INGEGNERIA

INDUSTRIALE a cura di Ing. L. Di Gennaro Ing. R. Antonazzi commissione

Impianti elettrici negli edifici visto da

Ing. G. Caruccio Ing. M. Domenicucci

Legenda A Cucina B Soggiorno (12-20 m2) C Bagno

E

D Corridoio (<5 m2) E Camera (12-20 m2) F Cameretta (8-12 m2)

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Pianta appartamento tipo (Fonte BiTicino S.p.A.).

PRESTAZIONI, RISPARMIO ENERGETICO E COMFORT ABITATIVO DEGLI IMPIANTI RESIDENZIALI Indicazioni del capitolo 37 della Norma CEI 64-8/3 per realizzare impianti elettrici con tre livelli di complessità standardizzati. 22 ordine degli ingegneri della provinCia di roma


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IL CAPITOLO 37 DELLA NORMA CEI 64-8 “AMBIENTI RESIDENZIALI - PRESTAZIONI DELL’IMPIANTO” INDICA QUALI CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEVONO ESSERE INTRODOTTE IN FATTO DI PRESTAZIONI, RISPARMIO ENERGETICO E COMFORT ABITATIVO, GARANTENDO UNA MAGGIORE DOTAZIONE DI COMPONENTI IN FUNZIONE DEL LIVELLO DI COMPLESSITÀ PRESCELTO.

INTRODUZIONE il capitolo 37 della norma Cei 64-8/31, dal titolo “Ambienti residenziali - Prestazioni dell’impianto” (da ora: “capitolo 37”, n.d.r.), prescrive quali caratteristiche specifiche devono essere introdotte in fatto di prestazioni, risparmio energetico e comfort abitativo, esclusivamente per impianti residenziali. Ciò garantendo determinate dotazioni di componenti dell’impianto e tenendo conto del livello di qualità e ricchezza di dotazioni e funzioni prescelto per l’unita immobiliare. a tal fine, il capitolo 37 fornisce indicazioni per realizzare impianti elettrici con tre livelli di complessità standardizzati e ben definiti.

L’impianto elettrico a servizio di un’abitazione, oltre ad alimentare in sicurezza le utenze, può essere uno strumento a misura del suo utilizzatore e può contribuire al raggiungimento del suo benessere. il capitolo ha un valore normativo, quindi obbligatorio. resta di sicuro interesse per molti operatori in ambito immobiliare e residenziale, con particolare focalizzazione per progettisti, costruttori, installatori e committenti. il capitolo 37, che si distingue per brevità, semplicità e concretezza, è composto da 5 paragrafi e da una tabella con le relative note, sviluppati su 5 pagine: - 37.1 Campo di applicazione; - 37.2 dimensionamento dell’impianto; - 37.3 generalità; - 37.4 Quadro unità abitativa; - 37.5 dotazioni fondamentali nei locali ad uso abitativo.

UN BREVE QUADRO STORICO Settembre 2011: l’Allegato A il 1° settembre del 2011 entrò in vigore, quindi diveniva obbligatorio, l’Allegato A Cei en 64-8/3 della Norma CEI 64-8 Parte 3 “Ambienti residenziali – Prestazioni dell’impianto”. per la prima volta si fornivano, in merito agli impianti elettrici residenziali, indicazioni sugli standard e sulle caratteristiche specifiche da introdursi in fatto di prestazioni, risparmio energetico, comfort abitativo, dotazioni di componenti. tutto ciò in base a due principali informazioni ine-

Norma CEI 64-8/3: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua - Parte 3: caratteristiche generali”.

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2 Impianti soggetti al Decreto Legislativo 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della Legge 6 luglio 2002, n. 37”.

renti l’unità immobiliare: il livello qualitativo desiderato per l’abitazione e la superficie della medesima. prima dell’allegato a, fino al mese di agosto del 2011, nessun obbligo era mai stata fornito dalle norme in tal senso ed in ambito residenziale (salvo talune indicazioni); la norma 64-8, con le norme e le leggi correlate, forniva le indispensabili indicazioni legate alla sicurezza di un impianto elettrico in più ambiti, compreso l’ambito residenziale. le novità introdotte con l’entrata in vigore dell’allegato a, già nel corso dell’anno 2011 in attesa del mese di settembre, produssero curiosità, perplessità e dubbi tra non pochi operatori del settore elettrotecnico. Ciò innescò una serie di dibattiti, analisi, richieste di chiarimenti e pareri da parte della maggior parte degli attori della filiera elettrotecnica italiana: dagli albi professionali agli installatori, ivi compresi produttori di materiale elettrico, enti ed associazioni. Novembre 2012: capitolo 37 (7a edizione della norma CEI 64-8) il 1° novembre del 2012 diventava obbligatoria la 7a edizione della norma Cei 64-8: con questa edizione si introduceva il capitolo 37. il capitolo 37 “Ambienti residenziali - Prestazioni dell’impianto” recepiva quasi integralmente il precedente allegato a e venivano apportate alcune ulteriori modifiche sempre riguardanti gli impianti in ambito residenziale.

CAMPO DI APPLICAZIONE (PARAGRAFO 1 DEL CAPITOLO 37) gli ambiti applicativi del capitolo 37 vengono definiti nella parte 1 e sono semplicemente: - i nuovi impianti; - i rifacimenti completi di impianti esistenti

Figura 1. I 3 livelli previsti dalla Norma CEI 64-8/3.

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NEL CAPITOLO 37 DELLA NORMA, È STATA INTRODOTTA UNA CLASSIFICAZIONE PER LIVELLI” DEGLI IMPIANTI ELETTRICI NELLE ABITAZIONI, IN RELAZIONE ALLE PRESTAZIONI DELL’IMPIANTO E AL NUMERO DI CIRCUITI TERMINALI.

in fase di ristrutturazione (situate all’interno dei condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari). restano esplicitamente esclusi: - gli impianti nelle unità abitative in edifici pregevoli per arte e storia2; - le parti comuni degli edifici residenziali. nella parte 1 si esplicita un concetto basilare: il capitolo 37 aggiunge nuove prescrizioni relative alle prestazioni dell’impianto elettrico, ad integrazione di quelle già riportate nella norma a garanzia della sicurezza di persone e beni. per completezza viene sottolineato che il capitolo 37 si riferisce anche agli “impianti elettronici” e che l’installatore elettrico deve predisporre tubi, cassette e scatole necessari per questa tipologia. Con “impianti elettronici” si intende: impianto TV, impianto telefonico/dati ed impianto di antintrusione.

GENERALITA’ E DIMENSIONAMENTO DELL’IMPIANTO (PARAGRAFI 2, 3 E 4 DEL CAPITOLO 37) il paragrafo 2, si apre ponendo una premessa, affatto banale, circa il dimensionamento dell’impianto elettrico: “....il dimensionamento dell’impianto elettrico è oggetto di accordo fra il progettista, l’installatore dell’impianto ed il committente, in funzione delle esigenze impiantistiche di quest’ultimo e del livello qualitativo dell’unità immobiliare...”. su questa premessa si invita il lettore a prestare un minimo di attenzione e qualche riflessione sulle dinamiche che regolano “de facto” il mondo delle ristrutturazioni e delle costruzioni in italia, oltre che ai possibili rapporti tra “progettista”, “installatore dell’impianto”, “committente” e, ove presente, il “costruttore edile”.


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Figura 2. L’entra - esci sui morsetti delle prese è ammesso soltanto all’interno della stessa scatola oppure tra due scatole successive. (Fonte BTicino S.p.A.).

La nuova classificazione degli impianti: i tre livelli in base alle esigenze nel Capitolo 37 della predetta norma, è stata introdotta una classificazione per livelli” degli impianti elettrici nelle abitazioni, in relazione alle prestazioni dell’impianto e al numero di circuiti terminali. nell’ambito di applicazione del Capitolo 37, i livelli secondo cui devono essere classificati gli impianti sono 3 (Figura 1); ciascun livello e contraddistinto da una dotazione funzionale minima e da una suddivisione minima dei circuiti terminali, entrambe in funzione della metratura dell’appartamento. la scelta del livello prestazionale e oggetto di accordo fra committente e impiantista/progettista ed e consigliabile che sia riportata nella documentazione allegata alla “Dichiarazione di Conformità alla Regola dell’Arte” rilasciata dall’impresa installatrice (ai sensi del d.m. 37/2008). Ciò premesso, nel paragrafo 2 vengono forniti i criteri minimi e le dotazioni minime con riferimento a tre diversi livelli prestazionali e di fruibilità. i tre livelli, che non sono collegati alle categorie catastali e alle classi di prestazioni energetiche degli immobili, sono definiti come: - livello 1: livello minimo previsto; - livello 2: per unità immobiliari con un maggiore fruibilità degli impianti; - livello 3: per unità immobiliari con dota-

UNA DELLE NOVITÀ PIÙ SIGNIFICATIVE DEL CAPITOLO 37 CONSISTE NELL’INTRODUZIONE DI TRE DIVERSI LIVELLI PRESTAZIONALI E DI FRUIBILITÀ A CUI DEVE FARE RIFERIMENTO LA REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO DOMESTICO.

zioni impiantistiche ampie ed innovative (domotica). in pratica: alla qualità di una unità immobiliare concorre anche il livello degli impianti elettrico ed elettronico, oltre che altri elementi di natura non impiantistica, verso i quali c’è istintivamente maggiore attenzione, quali per esempio materiali edili e finiture. le dotazioni minime previste per i tre livelli sono elencate nella tabella a allegata. infine, nel paragrafo 2 del capitolo 37 vengono poste altre indicazioni più tecniche inerenti, ad esempio, la sfilabilità dei cavi, le unità immobiliari facenti parte di un condominio ed il corretto dimensionamento dell’impianto (l’impianto deve essere dimensionato in modo che l’utente possa stipulare un contratto con il distributore di energia elettrica con adeguato livello di potenza impegnata: fino a 3 kW in unità abitative di superficie fino a 75 m2, 6 kW per superfici superiori). il paragrafo 3 obbliga a predisporre una sezione del montante non inferiore a 6 mm2 (con “montante” si intende il cavo che collega il contatore di energia all’unità abitativa). l’eventuale interruttore differenziale alla base del montante deve garantire la selettività totale nei confronti delle protezioni differenziali a valle; in caso di anomalia la corretta “selettività” di protezione garantisce l’intervento del solo dispositivo più vicino al punto di guasto mantenendo il regolare funzionamento del resto dell’impianto. viene anche raccomandato l’uso di interruttori differenziali caratterizzati da una aumentata resistenza contro gli scatti intempestivi e/o l’uso di interruttori differenziali con riarmo automatico, cioè dotati di dispositivo di richiusura automatica. un importante aspetto circa la sicurezza dell’impianto elettrico è normato nel paragrafo 3: l’entraesci (Figura 2) sui morsetti delle prese è ammesso soltanto all’interno della stessa scatola oppure tra due scatole successive (con esclusione dei circuiti ausiliari o di segnale, dove in genere la pratica dell’entra-esci è funzionale e non coinvolge aspetti di sicurezza elettrica).

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Figura 3. Quadro dell’unità abitativa, centralino chiuso. (Fonte BTicino S.p.A.).

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vengono poste alcune prescrizioni per la realizzazione del quadro elettrico (Figura 3, 4) a servizio dell’unità abitativa atte a garantirne sicurezza e qualità (in particolare: accessibilità al quadro, selettività e continuità di servizio, disponibilità spazio di scorta per eventuali futuri ampliamenti, arrivo diretto del conduttore di protezione dall’impianto di terra dell’edificio). infine, è da prevedersi sempre uno o più dispositivi per l’illuminazione di sicurezza, atti a garantire la mobilità delle persone in caso di mancanza dell’illuminazione ordinaria.

DOTAZIONI FONDAMENTALI NEI LOCALI AD USO ABITATIVO (PARAGRAFO 5 DEL CAPITOLO 37) Questo paragrafo è tra quelli che più ha coinvolto nella pratica alcuni attori della filiera elettrotecnica. per la prima volta una norma va a dettare indicazioni abbondanti e particolareggiate in merito a punti di prelievo di energia e punti di comando da prevedersi negli ambienti dell’unità abitativa: posizionamento prese tv e prese energia, dotazioni minime, spie di segnalazione, tipologia di prese


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Figura 4. Quadro dell’unità abitativa, centralino aperto. (Fonte BTicino S.p.A.).

elettriche, predisposizioni per future applicazioni, numero minimo di circuiti, prese dati e/o telefoniche, illuminazione di sicurezza, impianti ausiliari ed elettronici per risparmio energetico, ecc. come da tabella a allegata. le indicazioni riportate nella tabella a sono organizzate in funzione di tre parametri: 1) destinazione d’uso dell’ambiente; 2) superficie dell’intera abitazione e del singolo ambiente; 3) livello di fruibilità scelto per l’unità abitativa standardizzato per livelli (livello 1, livello 2 o livello 3).

CIRCUITI AUSILIARI E LIVELLI una delle novità più significative del capitolo 37 consiste nell’introduzione di tre diversi livelli prestazionali e di fruibilità a cui deve fare riferimento la realizzazione dell’impianto elettrico domestico. per ciascun livello vengono fornite le dotazioni minime (l’elenco completo delle dotazioni minime previste per i tre livelli è riportato nella tabella a). scegliendo il livello 2 standard e il livello 3 domotico l’utente rende la sua casa più comoda ed efficiente. e fa anche un investimento per il futuro: un livello più elevato contribuisce infatti ad aumentare il valore dell’immobile.

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tra le dotazioni fondamentali da prevedersi per ambiente ed in funzione di superficie e livello dell’unità abitativa, sono indicati anche i “circuiti ausiliari”. Livello 1 È il livello definibile come “base” per chi sceglie l’essenziale, i circuiti ausiliari devono essere due: il “campanello” ed il “citofono” (o “videocitofono”). Livello 2 È il livello “Standard” per chi sceglie un livello di fruibilità e comfort adeguati con le esigenze dei moderni impianti residenziali. otre a un maggior numero di punti prese e luce per vivere in tutta comodità, si devono avere quattro circuiti ausiliari: - campanello; - citofono (o videocitofono); - sistema antintrusioni; - sistema controllo carichi. viene garantita una gestione ottimale dei consumi elettrici: il sistema di “controllo carichi” consente di fruire della fornitura elettrica riducendo sprechi ed limitando il rischio di black-out.

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“Quando e perché conviene progettare e realizzare un impianto con funzioni domotiche” - Articolo rivista “Io Roma” - Quaderno N.1/2014.

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Livello 3 È definibile come livello “Domotico” ed è destinato all’utente che sceglie una casa ai massimi standard di efficienza e comfort, dato che ai circuiti ausiliari del livello 2 si aggiunge l’interazione domotica. il livello 3 per essere considerato “domotico” deve gestire come minimo quattro delle seguenti funzioni: antintrusione, controllo carichi, gestione dei comandi luce, gestione della temperature (se non è prevista una gestione separata), gestione di scenari, controllo remoto, diffusione sonora, rilevazione incendio (secondo uni 9705 e se non è prevista una gestione separata), sistema antiallagamento e/o rilevazione gas, altre ed ulteriori tipologie funzionali di impianti. Con il livello 3 e con le relative applicazioni domotiche, se previste con la dovuta attenzione alle esigenze quotidiane dell’utente, si consente il miglioramento della qualità della vita, disponendo di piena tecnologia a servizio di comfort, risparmio energetico e sicurezza. soprattutto un impianto con funzioni domotiche può rappresentare anche un concreto aiuto per gli utenti con difficoltà motorie, contribuendo, assieme alle prescrizioni delle vigenti disposizioni legislative e normative, all’abbattimento delle barriere architettoniche e degli ostacoli. in pratica, a titolo di esempio, si può fornire la possibilità di creare l’atmosfera desiderata in termini di luce artificiale e naturale, temperatura ambientale, sottofondi musicali, di controllare talune do-

CON LE APPLICAZIONI DOMOTICHE, SE PREVISTE CON LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE ESIGENZE QUOTIDIANE DELL’UTENTE, SI CONSENTE IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA, DISPONENDO DI PIENA TECNOLOGIA A SERVIZIO DI COMFORT, RISPARMIO ENERGETICO E SICUREZZA.

tazioni impiantistiche da remoto quando non si è a casa (attraverso un cellulare od un pC), di ottenere un risparmio energetico e l’ottimizzazione dei consumi di luce e gas, di incrementare la sicurezza con adatti sensori. un impianto domotico è definibile essenzialmente come un insieme di dispositivi con le loro connessioni atti a realizzare una determinata funzione utilizzando uno o più supporti di comunicazione comune a tutti i dispositivi stessi e permettendo ed attuando quindi la comunicazione dei dati tra tutti gli stessi dispositivi e funzioni (ciò secondo un protocollo di comunicazione prestabilito). evidentemente l’utilizzo di singole funzioni domotiche può esser integrato anche nei livelli di impianto 1 o 2; ad esempio si può inserire la rilevazione del gas in cucina in un impianto standardizzato come livello 1. resta il fatto che nel salire da un appartamento standardizzato come livello 1 ad uno di livello 3 si passa da soluzioni impiantistiche “tradizionali” a soluzioni maggiormente “innovative”: per ulteriori confronti e valutazioni a riguardo si può far riferimento anche ad un precedente articolo pubblicato in questa sede 3.

CONCLUSIONI molto è stato detto sul capitolo 37 della nuova norma Cei 64-8/3, in molte sedi e da molti operatori del settore elettrotecnico. una delle novità più significative del capitolo 37 consiste, come precedentemente enunciato, nell’introduzione di tre diversi livelli prestazionali e di fruibilità a cui deve fare riferimento la realizzazione dell’impianto elettrico domestico. per ciascun livello vengono fornite le dotazioni minime e nello scegliere il livello 2 standard o il livello


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3 domotico l’utente rende la sua casa più comoda ed efficiente. potenzialmente l’utente fa anche un investimento per il futuro poiché un livello più elevato contribuisce ad aumentare il valore dell’immobile. l’introduzione dei tre livelli di qualità dell’impianto elettrico apporta una serie di potenziali vantaggi per i costruttori edili, per gli installatori di impianti elettrici e per gli utenti finali. il costruttore e l’installatore possono “certificare” il livello di prestazione della propria soluzione impiantistica. l’utente finale può avere dei parametri qualitativi standardizzati del proprio impianto, in fase di acquisto, vendita o di ristrutturazione dell’immobile. evidentemente è rilevante il ruolo della divulgazione e conoscenza affinché venga percepita e riconosciuta questa sorta di “piattaforma di intesa” introdotta della standardizzazione per livelli delle dotazioni e prestazioni e quindi della qualità e fruibilità degli impianti a servizio della casa. nel realizzare nuove costruzioni il committente o l’impresa hanno necessità di avvalersi di professionisti per la progettazione delle opere strutturali ed impiantistiche: determinate scelte vengono effettuare in sede di progettazione circa il livello dell’impianto elettrico e la sua futura realizzazione. nel caso di ristrutturazioni residenziali può accadere, viceversa, che il contratto venga stipulato direttamente tra privato e ditta: pur ottenendo un impianto conforme alla regola dell’arte, non sempre viene proposto adeguatamente un impianto elettrico che esca dalla mera fornitura di energia elettrica per esser proiettato verso standard qualitativi superiori. ove mancano proposte strutturate per dotazioni

L’INTRODUZIONE DEI TRE LIVELLI DI QUALITÀ DELL’IMPIANTO ELETTRICO APPORTA UNA SERIE DI POTENZIALI VANTAGGI PER I COSTRUTTORI EDILI, PER GLI INSTALLATORI DI IMPIANTI ELETTRICI E PER GLI UTENTI FINALI. IL COSTRUTTORE E L’INSTALLATORE POSSONO “CERTIFICARE” IL LIVELLO DI PRESTAZIONE DELLA PROPRIA SOLUZIONE IMPIANTISTICA.

impiantistiche mirate al benessere dell’utilizzatore, all’efficienza funzionale dell’impianto, al risparmio energetico ed alla vera integrazione tra gli impianti a servizio dell’immobile si creano i presupposti di scelte non ottimali; esprimendo questo concetto in termini di “livelli” del capitolo 37: un livello 3 non adeguatamente proposto ed argomentato, sia tecnicamente che commercialmente, può “degradarsi” a livello 1 per scelta dettate solo da ragionamenti di natura economica. un’adeguata conoscenza delle opzioni tecniche e commerciali offerte dal mercato permette di raggiungere i livelli 2 e 3 senza dover necessariamente investire un capitale economico. nel contempo la norma non obbliga a dover impegnare risorse economiche massive per arricchire un impianto elettrico ove non necessario: chi desidera l’essenziale con il minimo livello prestazionale è libero di scegliere il livello 1, nel rispetto delle prescrizioni inerenti sicurezza elettrica e regola dell’arte. ingegneri progettisti e consulenti ed anche architetti, System Integrator ed altri soggetti del comparto edile ed impiantistico4 possono evidentemente fornire un ruolo chiave affinché la scelta del livello di prestazione e fruibilità dell’impianto elettrico sia una scelta maturata con consapevolezza anche e soprattutto da parte di chi quell’impianto lo userà e lo vivrà quotidianamente per interi anni della propria vita.

4 Si veda, a titolo di esempio, il “Libretto Impianto Elettrico”: https://goo.gl/hTAe1O.

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Tabella A. Le dotazioni minime per i tre livelli, prescrizioni allegato A della Norma CEI 64-8/3. (Fonte BTicino S.p.A.).

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