Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L.353/03 70% Roma Aut C/RM/10/2014 - ISSN 2284-4333
roma
RIVISTA DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA
4/2016
n. trimestrale n. 12 anno iii
In questo numero
IL CONSULENTE TECNICO INGEGNERE NELLE OPERAZIONI DI PROJECT FINANCING dalle Commissioni: • 6 artiColi di area • 5 Contributi speCialistiCi •
la salvaguardia del litorale marino, Come bene ambientale ed eConomiCo
roma RIVISTA DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA
In copertina:
Ingenium Real Estate Da Vinci Business Center Fiumicino - Roma architetto Marco Tamino Foto di:
Copyright © Moreno Maggi
SOMMARIO n. 4/2016 GLI EDITORIALI • L’EDITORIALE: Le scelte di IoRoma e un grazie di cuore a tutti! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 di Francesco Marinuzzi
• DAL PRESIDENTE: Grazie per questi quattro anni insieme . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 di Carla Cappiello
• DAL CONSIGLIERE: Dissesto idrogeologico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 di Lucia Coticoni
INGEGNERIA CIVILE ED AMBIENTALE • Le azioni sismiche e l’effetto sito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 di L. Tramonti, M. E. D’Effremo
• La Brexit: il lungo cammino del Real Estate in UK è appena cominciato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 di P. Pietrucci
• La gestione del rischio crea valore e qualità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 di R. Reni
INGEGNERIA INDUSTRIALE • Prestazioni, risparmio energetico e comfort abitativo degli impianti residenziali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 di L. Di Gennaro, R. Antonazzi
INGEGNERIA DELL’INFORMAZIONE • Il Data Breach o violazione dei dati e il nuovo regolamento europeo 679/2016 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 di N. D. Castelliti
INGEGNERIA INTERSETTORIALE • Arbitrato irrituale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 di F. Zavagnini, S. Rubeo
I CONTRIBUTI SUL QUADERNO N° 4/2016
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
I FOCUS • Il Consulente Tecnico Ingegnere nelle operazioni di Project Financing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 di D. Morea, L. Bongiovanni
• La salvaguardia del litorale marino, come bene ambientale ed economico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 di F. Boccalaro
AREE DEL SITO WEB DELL’ORDINE
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64
roma RIVISTA DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA n.
4/2016 trimestrale n. 12 anno iii
Direttore responsabile
Stefano Giovenali Direttore editoriale
Francesco Marinuzzi Comitato di redazione Sezione A
Carla Cappiello Filippo Cascone Alessandro Caffarelli Carlo Fascinelli Gioacchino Giomi Lorenzo Quaresima
Manuel Casalboni Lucia Coticoni Giuseppe Carluccio Francesco Fulvi Maurizio Lucchini Tullio Russo
Sezione B
Giorgio Mancurti Amministrazione e redazione
Piazza della Repubblica, 59 - 00185 Roma Tel. 06 4879311 - Fax 06 487931223 Progetto grafico e impaginazione
Roberto Santecchia Assistenza editoriale
Erika Terrasi, Francesca Tolozzi Coordinamento editoriale
Legislazione Tecnica s.r.l. Via dell’Architettura, 16 - 00144 Roma Tel. 06.5921743 - Fax 06.5921068 info@legislazionetecnica.it www.legislazionetecnica.it Stampa
Litograf Todi s.r.l. - Zona industriale via Umbria 148, 06059 Todi (PG) Iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Roma il 22/11/2013, n. 262/2013
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma Piazza della Repubblica, 59 - 00185 Roma www.ording.roma.it segreteria@ording.roma.it Finito di stampare: gennaio 2017 La Direzione rende noto che i contenuti, i pareri e le opinioni espresse negli articoli pubblicati rappresentano l'esclusivo pensiero degli autori, senza per questo aderire ad esse. La Direzione declina ogni qualsiasi responsabilità derivante dalle affermazioni o dai contenuti forniti dagli autori, presenti nei suddetti articoli.
L’EDITORIALE DEL
DIRETTORE
LE SCELTE DI IOROMA E UN GRAZIE DI CUORE A TUTTI! Care colleghe, cari colleghi, la nostra rivista e Quaderno IoRoma riscuote ogni giorno sempre più plausi e complimenti sia per la veste editoriale sia per gli interessanti contenuti. sento il dovere di ringraziare tutti voi lettori e soprattutto gli autori, i referenti, i presidenti di commissione e tutti i soggetti che con il loro tempo, con la loro passione e competenza hanno permesso tutto ciò. siete tanti e qui sarebbe impossibile citarvi, pertanto mi limito ai numeri aggregati che comunque non riescono a trasmettere l’energia, l’entusiasmo e il senso identitario che percepisco nelle varie interazioni. ad oggi abbiamo pubblicato più di 200 articoli in 24 numeri totali di IoRoma, fra riviste e Quaderni e 2 Raccolte dedicate all’antisismica Figura 1 e al dissesto idrogeologico che, alla luce della grande richiesta, stiamo stampando e presto saranno disponibili su carta presso la nostra sede. sono stati coinvolti quasi 400 nostri iscritti come autori e/o revisori. il sito online della rivista dove tutti i contenuti sono liberamente consultabili, ha avuto una crescita costante e continua nel tempo (Figura 1). i contenuti di IoRoma, alla data, hanno più di 33.000 lettori in italia e molti altri in tutti i paesi del mondo come mostrato nella Figura 2 e nella sottostante legenda le cifre nel dettaglio, nonostante sia pubblicata solo in italiano. tutto ciò non era per nulla scontato e prevedibile e se si è realizzato, è stato soprattutto grazie al coraggio e alla lucida scelta di saper dire tanti no non scontati. no a contenuti commerciali o marketing sia espliciti su intere pagine sia impliciti o velati dentro articoli ingegneristici. le uniche volte che abbiamo ammesso e permesso della promozione è stata fatta in limitati riquadri, per valorizzare e comunicare l’eccellenza del nostro iscritto nonché autore del contributo, grati delle tante ore profuse nella stesura e revisione dell’articolo, onorati della sua attenzione e della sua disponibilità a pubblicare i suoi preziosi contenuti con noi. no a derive accademiche od eccessivamente teoriche od utopistiche. siamo ingegneri. Concreti, impegnati nel mondo del fare e dell’adesso. sappiamo che spesso si apprende molto di più da un errore che da un encomio, da un progetto sul campo che da una lezione in aula e pertanto ampio spazio a tutti i contributi di reale valore aggiunto senza alcuna preclusione o pregiudizio accademico od elitario. no a contenuti propri o di cerchie ristrette se non strettamente funzionali e/o congeniali alla chiusura di un nu-
Ingegnere
Francesco Marinuzzi Direttore editoriale
Figura 2
3 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
L’EDITORIALE DEL
DIRETTORE mero. la stragrande percentuale degli articoli proviene dalla filiera delle circa 90 commissioni e nelle aree del Focus e degli Approfondimenti vengono ospitati soltanto contributi di spessore o di interesse per il periodo, l’argomento o l’articolazione del contributo. non sono stati dati spazi a politici, le interviste pubblicate si contano sulle dita di una mano e son state fatte comunque verso autorità tecniche, non abbiamo permesso invasioni di campo di altre professionalità ed ogni contributo di non ingegneri è stato ponderato e ragionato. no a tutti i contenuti ad alta volatilità e/o propri del sito web e della newsletter che permettono una interazione e una immediatezza senza precedenti rispetto ad ogni pubblicazione periodica di notizie e Notiziario possibile. ma il tutto non sarebbe stato sostenibile senza una serie decisa di sì e di scelte. sì, a soluzioni ecosostenibili e dunque alla divulgazione di IoRoma prioritariamente con il sito web rispetto alla stampa su carta che comunque, limitatamente alla rivista, può esser ricevuta gratuitamente a casa scrivendo a editoriale@ording.roma.it. sì, alla promozione dell’eccellenza dei nostri iscritti anche nei modi e nelle scelte strategiche selezionando come fornitore, per il Quaderno, una brillante startup fondata da un nostro iscritto del settore dell’informazione. sì, al medium come messaggio, nota massima di Marshall McLuhan, e dunque cura quasi maniacale della forma, dell’estetica e dei dettagli perché queste devono rispecchiare e predisporre il lettore alla qualità tecnica dei contributi e degli articoli prima ancora di esser letti e compresi. pertanto una rivista, cioè un elemento così bello ed interessante da voler non solo esser visto ma anche rivisto e magari collezionato. da qui anche la scelta per le copertine e per gli spazi fra i vari articoli di metter foto d’impatto artistiche di un fotografo professionista leader di settore. sì, ai tanti contributi pervenuti più complessi e specialistici, con molte pagine, grafici, tabelle, foto e preziose bibliografie che non entrando nelle limitate 64 pagine della rivista han portato fin da subito alla creazione del Quaderno IoRoma di 128 pagine. Tutto ciò che siamo, è il risultato concreto di quello che abbiamo pensato; ma non tutto quello che abbiamo pensato è stato ancora realizzato. la possibilità di nuove e sorprendenti sintesi fra la forma cartacea di IoRoma e specifici contenuti digitali e multimediali grazie all’utilizzo della realtà aumentata. la possibilità, grazie ad una specifica App di avere tutti gli articoli e numeri nel proprio tablet o smartphone. la possibilità di estendere le pubblicazioni ai libri creando una specifica collana ingegneristica dando una naturale continuità al percorso di crescita dei tanti nuovi autori di significativi contenuti del Quaderno. la possibilità di tradurre in varie lingue i contributi e gli articoli più rilevanti nell’ottica di una piena internazionalizzazione e visibilità delle nostre eccellenze. nel nostro piccolo abbiamo sempre cercato di non diluire troppo le energie su troppi fronti e di trasformare i vari problemi che si presentavano in opportunità di crescita e/o di ripensamento delle soluzioni. il tutto sempre tenendo presente il bene più prezioso che possiamo ricevere dato dalla vostra attenzione in un mondo sempre più distratto e pieno di sollecitazioni momentanee e spesso astrutturate. un’attenzione crescente e diffusa come testimoniato dai grafici delle statistiche che ci motiva e che ci muove a ringraziarvi tutti di cuore.
Francesco marinuzzi Direttore editoriale
4 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
L’EDITORIALE DEL
PRESIDENTE
GRAZIE PER QUESTI QUATTRO ANNI INSIEME Carissimi colleghi, mancano poche settimane alla fine del mio mandato e del Consiglio dell’ordine degli i ngegneri della provincia di roma eletto nel 2013. sento l’esigenza, a nome mio e dei Consiglieri, di porgere a ognuno di voi un sincero ringraziamento. tutti avete dimostrato nel corso del tempo una forte volontà di partecipazione alla vita ordinistica, sostenendoci sempre nel nostro percorso, che posso ritenere entusiasmante, sebbene a volte faticoso e in salita. gli obiettivi da noi perseguiti si possono riassumere in: porre al centro le necessità degli iscritti; trasformare l’ordine in una struttura moderna; difendere a livello territoriale le esigenze della categoria; dare ascolto agli iscritti, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che ha colpito la nostra professione e il mondo intero. abbiamo affrontato con consapevolezza e serietà gli obblighi della formazione continua dati dalla cosiddetta riforma Fornero. abbiamo erogato 340 eventi formativi nel 2014, 410 nel 2015 e 425 nel 2016; il 70% degli eventi erogati sono stati resi agli iscritti in forma gratuita. sebbene il numero dei corsi e dei se-minari sia aumentato notevolmente di anno in anno, arrivando anche a organizzare più di cinque incontri settimanali, si sono sempre rispettati due fondamentali parametri: gratuità ed elevati standard qualitativi. la formazione erogata ha abbracciato ogni settore dell’ingegneria, seguendo anche le novità normative e di mercato, com’è successo nel settore degli appalti pubblici, di cui il “Nuovo Codice degli Appalti” e le ntC hanno richiesto più focus approfonditi e specifici, per dare ai colleghi strumenti lavorativi chiari. abbiamo promosso efficacemente rapporti con le facoltà d’ingegneria delle università romane “La Sa-pienza”, “Roma Tre”, “Roma Tor Vergata” e “l’Università Europea”, collaborando con la partecipazione di professionalità del nostro ordine all’organizzazione di master di 1° e 2° livello. abbiamo finanziato n. 9 borse di studio in prestigiose università dell’america centrale dedicate ai giovani ingegneri. abbiamo dato una nuova dignità alla sede ordinistica. dopo una lunga ricerca, ci siamo trasferiti a piazza della repubblica 59. in questa poca differenza di metri rispetto alla sede precedente, c’è una “casa nuova”, che ci permette di dare decoro all’immagine ed alla figura professionale dell’ingegnere e di internalizzare molte attività, con conseguente risparmio per le casse dell’ordine. a livello economico abbiamo raggiunto un importante risultato: eliminare il debito con il Cni, Consiglio nazionale degli ingegneri, ereditato dalle precedenti gestioni, che gravava non solo in termini economici, trattandosi di oltre 360 mila euro, ma anche di reputazione. pur sanando la posizione debitoria, siamo riusciti a diminuire la quota di iscrizione all’ordine del 15%. la detrazione è stata di € 5,00 per il 2016 e sarà di € 10,00 per il 2017. nel 2107 con € 110,00 pro capite, comprensivi del contributo obbligatorio di € 25,00 che si versa al Cni per ogni iscritto, l’ordine di roma presenterà una tra le quote più basse d’italia. abbiamo offerto numerosi servizi agli ingegneri iscritti all’ordine di roma: dalle convenzioni per attività riguardanti la professione a quelle per il tempo libero, passando per l’apertura presso la nostra sede di numerosi sportelli per fornire assistenza e ascolto gratuiti su varie tematiche: sportello assistenza legale (amministrativo, Civile e penale); sportello assistenza Fiscale; sportello assistenza legale (penale e lavoro); sportello assistenza estimo immobiliare; sportello Coaching; sportello tecnico/amministrativo e del Codice dei Contratti; sportello assistenza esercizio alla professione di ingegnere. grazie all’incessante lavoro, non solo del Consiglio, ma anche delle Commissioni tematiche, cui va un altro personale e caloroso ringraziamento, siamo riusciti ad attivare partnership, espresse tramite eventi formativi di rilievo, protese alla tutela e alla valorizzazione della professione, con enti ed istituzioni di grande importanza. per citarne alcune: agenzia del territorio, roma Capitale, vv.F, regione lazio, ministero della difesa, ministero dell’interno, ministero dell’economia, enaC, aCi, inail, protezione Civile, tribunale Civile di roma.
Dott. Ing.
Carla Cappiello Presidente
5 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
L’EDITORIALE DEL
PRESIDENTE abbiamo realizzato unitamente al Cnim la pubblicazione “Linee guida per la manutenzione degli edifici”, presentato alla stampa al senato della repubblica e distribuito gratuitamente agli iscritti. il testo è risultato di grande interesse pubblico dopo gli eventi sismici che hanno colpito il centro italia tra fine agosto e ottobre. sempre riguardo al sisma, abbiamo istituito la sezione operativa per le emergenze, che opera seguendo le indicazioni della protezione Civile. e sempre di concerto con la protezione Civile abbiamo organizzato a gennaio scorso il corso per agibilitatori ai sensi del d.p.C.m./2012. siamo entrati nel coordinamento Free Coordinamento Fonti rinnovabili ed efficienza energetica per colloquiare con le istituzioni del settore dell’energia. abbiamo aderito alla convenzione uni per la consultazione delle norme da parte degli iscritti. abbiamo partecipato come soggetto attuatore al bando inail, finalizzato al finanziamento di una campagna nazionale di potenziamento della formazione prevista dalla legislazione vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro, attingendo a risorse economiche del ministero del lavoro e delle politiche sociali. abbiamo lavorato molto sulla comunicazione, perché una struttura moderna deve aprirsi all’esterno, promuovendo le istanze della categoria e divulgando le qualità e l’importanza della professione. È stato istituito un ufficio stampa, che ha prodotto numerosi risultati molto positivi, facendo divenire l’ordine di roma un punto di riferimento nazionale per i giornalisti su tutte le tematiche collegate alla nostra professione. siamo presenti su tutti i social network. abbiamo realizzato su Facebook una community con più di 4 mila iscritti attivi. da poco è anche online il nuovo sito dell’ordine www.ording.roma.it, molto più facilmente fruibile per l’utente. abbiamo sempre sostenuto il lavoro, non solo con accordi con enti e istituzioni, ma a fine dicembre abbiamo lanciato una piattaforma social, Exedra, per l’incontro tra domanda e offerta lavorativa. non abbiamo sottovalutato il valore della socializzazione, costituendo l’associazione sportiva con cui si è riusciti a creare una forte rete di relazione tra gli iscritti. abbiamo gestito tutte le incombenze e oneri che, negli anni, le normative hanno posto a carico dell’ordine, rendendolo un organismo efficiente e creando nello stesso tempo un ambiente sereno partecipativo e partecipato. per tutto questo e molto altro: graZie.
Carla Cappiello Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma
6 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
L’EDITORIALE DEL
CONSIGLIERE
DISSESTO IDROGEOLOGICO
L
’ordine degli ingegneri della provincia di roma ha posto nel corso degli anni, tramite l’organizzazione di numerosi convegni sull’argomento e in ultimo una raccolta di articoli pubblicati nel corso di questi ultimi anni dalle Commissioni tematiche che sarà pubblicata nel corso del mese di gennaio, l’attenzione sugli eventi meteorologici estremi, che si sono abbattuti nel corso del tempo, ed in particolare negli ultimi decenni, in diverse aree del territorio nazionale e in tutta europa. Questi sono sempre più frequenti e tali da non potersi considerare più occasionali. stiamo, infatti, parlando di piogge capaci di generare danni ingenti sul territorio, con rischi elevati per la popolazione per la forte intensità. in italia vi sono 30 mila km di territorio a rischio idrogeologico, circa il 10% del territorio nazionale. Questo significa che, quasi 7 mila comuni, dove vivono 6 milioni di persone, sono potenzialmente in pericolo. È necessario a questo punto riflettere molto seriamente su come prevenire e limitare i disastri. le cause di tali problematiche sono più o meno sempre le stesse: riduzioni e modifiche dei percorsi fluviali, cementificazioni in alveo e soprattutto la mancanza della manutenzione ordinaria dei letti dei fiumi. l’acqua piovana va ad incidere non solo su questa situazione, ma anche sul terreno, “vittima” di un’edificazione selvaggia, di un impoverimento dei suoi elementi naturali, della mancanza dei necessari e corretti lavori di contenimento e di sistemazione idraulica. si deve ragionare, quindi, in maniera programmatica e in termini di prevenzione, l’unico fattore che può mitigare il rischio idrogeologico. bisognerebbe “mettere in sicurezza” l’esistente, perché, come più volte dimostrato, le risorse che vengono impiegate per “salvaguardare” non vengono rispese per i danni. potremmo dire che si tratterebbe di un investimento sicuro. si auspica di riuscire ad implementare il dibattito tecnico sui cambiamenti climatici e sui loro effetti, fornendo il punto di vista dell’ingegnere, in particolare dell’ingegnere idraulico e dell’ingegnere ambientale. l’impatto delle piogge intense che possono originare allagamenti, esondazioni e nei casi più gravi alluvioni, ci ricorda la necessità di far divenire priorità assoluta la protezione e manutenzione del territorio, al fine di garantire le necessarie condizioni di sicurezza alla popolazione che ivi risiede ed opera. È fondamentale, quindi, individuare obiettivi, progetti e risorse per intervenire nelle aree vulnerabili per la mitigazione del rischio idrogeologico.
Ingegnere
Lucia Coticoni
Consigliere Tesoriere
lucia Coticoni Consigliere Tesoriere
7 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
INGEGNERIA
CIVILE E AMBIENTALE a cura di Ing. L. Tramonti
Ing. M. E. D’Effremo
commissione
Geotecnica
visto da Ing. A. Bozzetti
Il monte Vettore dopo il sisma del settembre 2016.
LE AZIONI SISMICHE E L’EFFETTO SITO Le condizioni che possono modificare le caratteristiche del sottosuolo ed amplificare i movimenti sismici. 8 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
CIVILE E AMBIENTALE
NEL PROGETTARE UN MANUFATTO IN ZONA SISMICA È DI FONDAMENTALE IMPORTANZA NON SOTTOVALUTARE COME L’AZIONE SISMICA SI POSSA MODIFICARE IN FUNZIONE DEL SITO SU CUI SORGE L’OPERA.
INTRODUZIONE i fattori che possono contribuire a modificare l’azione sismica in funzione del sito in esame non sono solamente connessi a caratteristiche di scala più vasta quali possono essere la topografia, le irregolarità geometriche superificiali, ma anche a caratteristiche che possono essere circoscritte al volume significativo del manufatto (quella parte del sottosuolo che risente delle modifiche di stato tensionale indotte dalla realizzazione dell’opera), quali eterogeneità dei terreni all’interno del volume significativo e la non linearità del comportamento
del terreno. dall’insieme di questi fattori dipende l’accelerazione di picco in superficie. l’amplificazione dell’azione sismica che può verificarsi in funzione del sito in esame, non è però una proprietà univoca del sito, ma è connessa anche alle caratteristiche del moto sismico di riferimento. può succedere, infatti, che ci sia una coincidenza tra le frequenze dominanti del segnale sismico e quelle naturali del sottosuolo generando così una risonanza. tale risonanza potrebbe essere doppia se accadesse la corrispondenza tra le frequenze fondamentali del segnale sismico in superficie e quelle dei manufatti (cfr. Lanzo G. & Silvestri F.) Caratteristiche del moto sismico, caratteristiche dei terreni, caratteristiche del territorio, tipologia strutturale, sono dunque fattori tra loro connessi da cui dipende l’effetto del sisma. un esempio che mostra l’importanza di un’analisi locale è evidente analizzando i picchi di accelerazione registrati durante il sisma del 26 settembre 1997 in umbria e marche di magnitudo 6.1, (vedere Figura 1 nella pagina seguente). si osserva che al variare della distanza epicentrale, accelerazioni di picco PGA (Peak Ground Acceleration), variano in modo irregolare, questo si può spiegare con il fatto che, a causa della forte dipendenza da dettagli di piccola scala nella propagazione ondosa, si possono presentare quindi valori elevati di pga. infatti, la magnitudo è una grandezza che misura la forza di un terremoto, la PGA invece è sempre riferita al suolo e non al bedrock perché l’effetto sito sono preponderanti su di essa.
RISPOSTA SISMICA LOCALE la caratterizzazione sismica di un sito è una procedura piramidale che dalla pericolosità sismica
9 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
CIVILE E AMBIENTALE
STAZIONE
Figura1. Picchi di accelerazione delle componenti del moto registrati durante la scossa delle 11.40 del 26 Settembre 1997 (Decanini et al. 1997).
Colfiorito Nocera Um bra Umbra Matelica Catelnuovo (Assisi) Monte Fiegni Bevagna Gubbio (Piana) Gubbio Cascia Forca Canapine Pietralunga Cagli Leonessa Rieti Senigallia Peglio Pennabilli
DIST. FAGLIA [km]
PGA – NS [g]
PGA VT [g]
PGA EW [g]
2.4 4.7 20.8 23.1 23.7 25.5 30.3 33.4 34.2 38.0 47.3 50.1 50.5 65.0 71.1 73.0 91.1
0.278 0.556 0.111 0.222 0.028 0.083 0.100 0.056 0.028 0.056 0.039 0.020 0.028 0.018 0.039 0.067 0.020
0.167 0.417 0.056 0.039 0.017 0.039 0.070 0.033 0.014 0.017 0.028 0.020 0.028 0.008 0.017 0.028 0.020
0.306 0.500 0.111 0.167 0.028 0.067 0.100 0.083 0.014 0.056 0.056 0.020 0.028 0.018 0.028 0.067 0.020
nazionale passa per gli studi di microzonazione locale di livello 1 e 2 e termina con la risposta sismica locale del sito di progetto. da questo studio devono emergere tutte le problematiche del sito quando sottoposto ad azioni dinamiche, da confrontare successivamente con l’idoneità alla costruzione (stabilità, liquefazione, ecc..). per tale ragione nelle ntC 2008, ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, lo studio di risposta sismica locale è definito come un elemento necessario (cfr. §3.2.2 - Categorie di sottosuolo e condizioni topografiche e §7.11.3 - Risposta sismica e stabilità del sito) da eseguirsi con specifiche analisi anche se, in alternativa, le stesse ntC, suggeriscono un approccio semplificato per l’individuazione delle categorie di sottosuolo di riferimento (cfr. tabelle 3.2.ii e 3.2.iii delle ntC.) la risposta sismica locale però non deve essere solo uno strumento per ottenere tale categoria, poichè in una reale progettazione ai fini della sicurezza sismica è sempre preferibile il ricorso ad una risposta sismica locale per la valutazione delle frequenze di risonanza e delle amplificazioni, in quanto gli effetti sito possono essere sono preponderanti. l’affinamento della caratterizzazione sismica si ottiene superando il concetto pseudostatico e studiando il terreno per mezzo di prove dinamiche di laboratorio. a causa dell’alto costo di queste e della scarsa conoscenza che c’è nella loro interpretazione, sono per lo più escluse dalle fasi di caratterizzazione dei terreni, in alcune casi sono utilizzate per opere di estrema importanza come le dighe o centrali elettriche di grosse dimensione,
10 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
quasi mai sono usate ad esempio per le scuole. sembra quindi che l’importanza dell’opera sia proporzionale al costo, ma ci potrebbero essere scenari alternativi in cui le prove dinamiche sono di vitale importanza. ne sono un esempio tutti quei pendii che insistono sui centri abitati o su strutture strategiche la cui attivazione risulta un pericolo per vite e strutture. l’importanza di queste prove risiede nel fatto che possono identificare il deterioramento delle caratteristiche di resistenza e deformazione dei terreni sottoposti a sforzi ciclici sismici. per una buona caratterizzazione sismica si dovrebbe inoltre far riferimento ad accelerogrammi ottenuti direttamente in sito e non sito equivalente, in quanto gli effetti locali inducono un grado di incertezza difficilmente quantificabile. oltre a tutto è sempre bene individuare i meccanismi focali delle faglie più vicine al sito in esame per ottenere sismogrammi veritieri dell’area (che può avere estensione anche di km2). l’analisi di risposta sismica locale può essere affrontata con l’utilizzo di codici di calcolo che permettono di tenere in conto il comportamento non lineare del terreno, attraverso una modellazione numerica monodimensionale o bidimensionale.
COMPORTAMENTO DEI TERRENI le prove più comunemente utilizzate per analizzare il comportamento dinamico del terreno sono: - prove di laboratorio: colonna risonante, taglio torsionale ciclico, triassiale ciclica, taglio semplice ciclico;
CIVILE E AMBIENTALE
Tabella 3.2.II. Categorie di sottosuolo (NTC2008).
Tabella 3.2.III. Categorie aggiuntive di sottosuolo (NTC2008).
- prove in sito: Down-Hole (DH), Cross-Hole (CH), cono sismico, sasW (Spectral Analysis of Surface Waves). gli effetti sismici hanno un impatto diretto sul comportamento dell’elemento di volume di terreno. per tale motivo le indagini sismiche non possono essere separate dalle indagini geotecniche: sia le prove dinamiche sia tutte le altre prove geotecniche in sito e in laboratorio sono essenziali per la carat-
LA CARATTERIZZAZIONE SISMICA DI UN SITO È UNA PROCEDURA PIRAMIDALE CHE DALLA PERICOLOSITÀ SISMICA NAZIONALE PASSA PER GLI STUDI DI MICROZONAZIONE LOCALE DI LIVELLO 1 E 2 E TERMINA CON LA RISPOSTA SISMICA LOCALE DEL SITO DI PROGETTO.
terizzazione del sottosuolo. accade, infatti, che l’elemento di volume in presenza di carichi dinamici e ciclici modifica la sua struttura interna dello scheletro solido determinando, soprattutto in condizioni sature, il decadimento irreversibile delle caratteristiche di resistenza e rigidezza che modificano a loro volta il moto sismico. ma il legame sforzi-deformazioni è legato anche alla natura coesiva o incoerente del terreno, alla storia tensionale precedente il sisma, allo stato di consistenza o addensamento e alla velocità di applicazione dei carichi ciclici. Queste caratteristiche determinano l’ampiezza della deformazione di taglio indotta dai carichi e che determina, con il modulo di deformazione lineare e volumetrico, le tre comportamenti fondamentali dei terreni: elastico lineare, isteretico stabile, isteretico instabile. grazie alle indagini geotecniche è possibile individuare alcune importanti condizioni che influiscono non poco sui possibili effetti di amplificazione sismica: - Comportamento non lineare del terreno a causa del comportamento non lineare del terreno, il fattore di amplificazione sismica
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CIVILE E AMBIENTALE
È PERTANTO FONDAMENTALE, PER PERMETTERE UNA CORRETTA PROGETTAZIONE DI MANUFATTI IN ZONA SISMICA E UNA CORRETTA ANALISI DELLA VULNERABILITÀ DEI TERRITORI, CONSIDERARE L’EFFETTO SITO. CONCLUSIONI
aumenta per bassi livelli di accelerazione su roccia e si riduce per alti livelli di accelerazione su roccia, in altre parole per accelerazioni di picco più basse tutti i terreni amplificano il moto sismico (cfr. Lanzo G. & Silvestri F.); - Eterogeneità l’eterogeneità del terreno ha un altro effetto sul fattore di amplificazione, trascurare, infatti, l’incremento di rigidezza con la profondità può sottostimare in maniera evidente gli effetti dell’amplificazione del moto sismico.
BIBLIOGRAFIA - Crespellani T.:Effetti sito e fenomeni di instabilità indotti dai terremoti nei depositi e nei pendii, 1998. - Decanini L., Sabetta F.: Analisi dei dati strumentali relativi al terremoto Umbro-Marchigiano del 26 settembre 1997, Ingegneria sismica, N. 3, 1997. - Lanzo G., Silvestri F.: Risposta sismica locale, Hevelius, 1999
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solo alcuni aspetti fondamentali sono stati qui brevemente illustrati con l’obiettivo di ribadire l’importanza di valutare i complessi processi dinamici d’interazione che possono innescarsi in un dato sito fra onde sismiche, terreni e strutture, per poter tener adeguatamente conto degli effetti di sito. trascurare l’incremento di rigidezza con la profondità, il comportamento non lineare del terreno, la disomogeneità del terreno, le irregolarità geometriche superficiali e sepolte, può condurre a sottostimare gli effetti dell’amplificazione del moto sismico. È pertanto fondamentale, per permettere una corretta progettazione di manufatti in zona sismica e una corretta analisi della vulnerabilità dei territori, considerare l’effetto sito. per fare questo è fondamentale la collaborazione tra le varie figure professionali che intervengono nel processo di definizione dell’azione sismica: dal sismologo al geofisico nell’analisi dei meccanismi di sorgente e di propagazione delle onde, al geologo nell’analisi della geologia del luogo, all’ingegnere geotecnico e strutturista nell’analisi della risposta sismica locale e del comportamento dei manufatti. in ultimo, non solo, infatti, i manufatti risentono del sisma ma, lo stesso territorio risente degli effetti indotti dal sisma. ne sono un esempio, le numerose frane che spesso si attivano o riattivano a seguito di un evento sismico e che a catena producono numerose conseguenze sul territorio, sulle strutture e sulla popolazione. nessuno di questi aspetti deve essere mai trascurato sia prima dell’evento sismico, sia durante sia dopo. in particolare infatti per i versanti, l’effetto indotto dal sisma è ancora più complesso e merita un’accurata analisi e monitoraggio, poiché l’instabilità può verificarsi sia immediatamente a causa dell’incremento delle forze di taglio che può determinare il superamento della resistenza allo scorrimento su una data superficie interna al pendio e/o sia in una fase post sismica, a causa del decadimento della resistenza del terreno che potrebbe compromettere la stabilità del pendio. ■
INGEGNERIA
CIVILE E AMBIENTALE a cura di Ing. P. Pietrucci commissione
Finanza Immobiliare
visto da Ing. C. Pancheri Ing. M. Cima
LA BREXIT: IL LUNGO CAMMINO DEL REAL ESTATE IN UK È APPENA COMINCIATO Con il referendum popolare che si è svolto lo scorso 23 Giugno 2016, il 51,9% dei cittadini del Regno Unito ha votato a favore dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. 14 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
CIVILE E AMBIENTALE
IL RISULTATO DEL REFERENDUM HA CAUSATO UNA IMPONENTE ONDA D’URTO SUI MERCATI FINANZIARI E SULL’ECONOMIA MONDIALE I CUI PRIMI EFFETTI SI SONO MANIFESTATI NELLA MATTINA DEL 24 GIUGNO, DOPO L’ANNUNCIO DEI RISULTATI, E A FARNE LE SPESE SONO STATE LE BORSE DI TUTTO IL MONDO.
L
e conseguenze di quella che viene definita come Brexit, che rappresenta uno shock senza precedenti nel processo di integrazione europea, possono essere analizzate secondo vari ambiti (economico, politico, sociale, finanziario, tecnologico, regolatorio, ecc.) e rappresentate secondo la loro successione cronologica. il risultato del referendum ha causato una imponente onda d’urto sui mercati finanziari e sull’economia mondiale i cui primi effetti si sono manifestati nella mattina del 24 giugno, dopo l’annuncio dei risultati, e a farne le spese sono state le borse di tutto il mondo. in due sole ore di contrattazione la sterlina inglese si è svalutata del 7% contro l’euro e del 10% rispetto al dollaro statunitense, raggiungendo il livello più basso dal 1985. le principali borse europee hanno registrato perdite
che vanno dal 6,8% di Francoforte al 13,4% di atene. piazza affari ha chiuso la peggior seduta di sempre con una flessione del 12,5%, addirittura superiore a quelle post 11 settembre e al crack di Lehman Brothers. londra, dopo un avvio molto negativo, ha paradossalmente limitato le perdite arrivando a chiudere in calo del 3,1%. in una sola seduta di borsa, le borse mondiali hanno bruciato 2.000 miliardi di dollari e la capitalizzazione delle aziende quotate in europa è crollata di 637 miliardi di dollari: in pratica, nel venerdì nero seguito al referendum che ha sancito la Brexit, solo le borse europee hanno perso più di 1,3 miliardi di dollari per ogni minuto di contrattazione. le vendite più consistenti su tutti i listini azionari europei si sono verificate nel settore bancario e assicurativo: banche greche a parte, le performance peggiori sono state quelle degli istituti britannici (le quotazioni azionarie delle cinque maggiori banche britanniche sono calate in media del 21%). dal punto di vista politico, le prime conseguenze della Brexit sono state l’avvicendamento del primo ministro David Cameron, promotore del referendum, che si era schierato per il “remain” e aveva invitato la popolazione a votare per la permanenza nell’unione europea, con la conservatrice Theresa May. per quanto riguarda il mercato immobiliare, a luglio scorso sei grandi fondi di real estate (Aviva, M&G, Standard Life Investments, Henderson Global Investors, Columbia Threadneedle e Canada Life) hanno sospeso le contrattazioni dei rispettivi fondi britannici dopo che, sulla scia dei timori innescati dall’esito del referendum, è cresciuto il numero de-
15 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
CIVILE E AMBIENTALE gli investitori che hanno chiesto di ritirare i propri capitali. lo stop ai rimborsi dei fondi immobiliari britannici, che si era diffuso con un effetto domino in rapida successione, aveva portato il totale dei fondi congelati a 15 miliardi di sterline (circa 17,5 miliardi di euro). nel settore bancario era circolata la voce che alcuni grossi istituti, compagnie di assicurazione e studi legali sarebbero stati pronti a lasciare londra, la principale piazza finanziaria d’europa, per trasferirsi verso altre città come parigi, Francoforte, amsterdam o dublino con prevedibili conseguenze negative a cascata in altri settori, tra cui naturalmente anche quello immobiliare. alcune società di consulenza d’oltremanica hanno stimato che le restrizioni dell’attività finanziaria potrebbero comportare perdite per le società britanniche fino a 45 miliardi di euro mettendo a rischio 70.000 posti di lavoro. ma dopo questi primi dirompenti effetti, la situazione si è successivamente stabilizzata, sebbene l’incertezza sui tempi e le modalità della separazione dall’ue abbia continuato a produrre segnali contrastanti sull’economia del regno unito. le catastrofiche profezie che erano state formulate prima del referendum, a distanza di qualche mese non si sono avverate e l’economia britannica è addirittura cresciuta: nel terzo trimestre del 2016 il pil del regno unito è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. nello stesso lasso temporale il tasso di disoccupazione è rimasto contenuto nelle dimensioni e stabile nel tempo, con un valore che nel periodo da giugno ad agosto si è attestato intorno al 4,9%. anche il mercato immobiliare britannico, dopo la contrazione iniziale causata dal risultato del referendum, ha poi recuperato un certo vigore, i prezzi e gli affitti hanno resistito e il calo della sterlina ha contribuito ad attirare acquirenti in cerca di affari. anche il settore uffici ha tenuto, la domanda è rimasta sostenuta e a fine settembre scorso gli uffici
16 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
sfitti a londra erano ai minimi storici (2,5% o 3% secondo le zone). la tenuta del mercato immobiliare inglese sembra riconducibile a due fattori che in questa fase hanno pesato più della Brexit: la costante carenza di immobili in vendita e i tassi di interesse bassi per mutui e prestiti, grazie all’intervento della banca centrale inglese che a inizio agosto ha portato i tassi inglesi al minimo storico dello 0,25%. il fondo immobiliare Standard Life Investments ha fatto ripartire le contrattazioni lo scorso 17 ottobre, dopo aver effettuato una serie di operazioni tra cui la vendita di alcuni asset per poter ripristinare una congrua base di liquidità. di contro la sterlina, a parte qualche inversione di tendenza, ha continuato a svalutarsi: in quattro mesi ha perso il 15% del suo valore nei confronti dell’euro e il 17% rispetto al dollaro americano, il che porta evidenti benefici alle esportazioni britanniche però con il rischio che ciò produca un drastico aumento dei prezzi. da questo punto di vista qualche segnale si è già avuto, poiché nel mese di settembre l’inflazione del regno unito è cresciuta all’1% e la banca d’inghilterra stima per il 2017 un rialzo al 2,7%. dal punto di vista politico, Theresa May ha iniziato le trattative per attuare il “leave” e nel corso del Congresso del partito Conservatore svoltosi a Birmingham il 2 ottobre scorso ha dichiarato che la gran bretagna inizierà il processo di uscita dall’unione europea entro la fine di marzo 2017, invocando autonomamente l’articolo 50 del trattato di lisbona per via della cosiddetta Royal prerogative, l’insieme di poteri un tempo esercitati dal monarca del regno unito e che ora competono all’esecutivo. in effetti, normalmente i trattati internazionali rientrano nelle competenze della Royal prerogative, ma il 3 novembre scorso, su istanza di un gruppo di privati cittadini, l’alta Corte di giustizia ha stabilito che l’uscita dall’unione europea avrebbe come conseguenza anche il cambiamento di leggi interne al regno unito e di conseguenza non può essere una decisione di competenza esclusiva del governo ma, al contrario, deve essere approvata dal parlamento britannico. in altri termini, secondo l’alta Corte britannica il voto espresso dai cittadini con il referendum ha un valore meramente consultivo che dovrà essere confermato da Westminster. la risposta del primo ministro britannico non si è fatta attendere e, con una lettera aperta pubblicata il 6 novembre scorso sull’edizione domenicale del Telegraph, ha spiegato che il governo intende fare appello contro la sentenza dell’alta Corte rivolgendosi alla Corte suprema britannica.
CIVILE E AMBIENTALE
SECONDO L’ALTA CORTE BRITANNICA IL VOTO ESPRESSO DAI CITTADINI CON IL REFERENDUM HA UN VALORE MERAMENTE CONSULTIVO CHE DOVRÀ ESSERE CONFERMATO DA WESTMINSTER.
di fatto, dal punto di vista operativo le strade che il regno unito potrà intraprendere nel cammino di separazione dall’ue sono essenzialmente due. la prima, denominata “hard Brexit”, è la soluzione più netta e chiara. in tale ipotesi il regno unito abbandonerebbe l’unione europea nonché tutti i trattati e le istituzioni di cui fa parte e ciò comporterebbe la rinuncia a un posto nel Consiglio dell’unione europea, ai parlamentari europei e alla giurisdizione della Corte europea. Questa strada implicherebbe anche l’uscita dal mercato unico, cioè quell’insieme di accordi e trattati che consente il commercio senza barriere tariffarie o doganali all’interno di un’area che comprende tutti gli stati membri dell’unione europea più svizzera, norvegia, islanda e liechtenstein. scegliendo l’altra strada, la “soft Brexit”, il regno unito uscirebbe dalle istituzioni europee ma in qualche misura resterebbe all’interno del mercato unico, in una situazione analoga a quella in cui si trovano svizzera, norvegia, islanda e liechtenstein. ma questa soluzione sembra non piacere ai sostenitori del “leave” per due motivi. in primo luogo perché ciò implicherebbe l’accettazione di gran parte delle regole europee che riguardano la libera circolazione delle persone, mentre fermare l’immigrazione, era stato un caposaldo della propaganda dei comitati per il “leave”. secondariamente perché il regno unito dovrebbe continuare ad applicare tutti i regolamenti europei, mentre per i sostenitori del “leave” la vittoria al referendum era un modo per liberarsi delle pastoie burocratiche di bruxelles. inoltre, il regno unito avrebbe un ulteriore svantaggio, quello di doversi adeguare ai regolamenti senza più avere voce in capitolo, visto che a quel punto non sarebbe più un membro dell’unione. in altri termini, se londra vorrà continuare ad avere libero accesso al mercato comune ed evitare di veder applicare dazi o tariffe ai suoi commerci, dovrà rispettare le regole senza concessioni e, quindi, permettere la circolazione di merci e capitali, così come quella delle persone.
È senz’altro possibile immaginare scenari diversi, ad esempio che il regno unito riesca a negoziare un’uscita con una serie di eccezioni che permettano di limitare l’immigrazione e l’applicazione dei regolamenti. ma al momento pochi leader europei sembrano favorevoli a rendere semplice il processo di uscita in modo da non incentivare ulteriori tentativi di abbandono dell’unione europea da parte di altri paesi. È difficile prevedere oggi come procederanno le trattative. nel momento in cui inizieranno le procedure di uscita scatterà una sorta di conto alla rovescia: il governo del regno unito avrà due anni di tempo per negoziare una “soft Brexit”, prorogabili solo con un voto all’unanimità di tutti gli altri 27 stati membri. se non sarà raggiunto un accordo entro i due anni successivi (o entro la proroga), per il regno unito scatterà invece una “hard Brexit” cioè l’uscita dall’unione europea senza alcun particolare vantaggio. ma chi ci perderà di più con la Brexit? uno studio della banca d’inghilterra sostiene che, sul piano commerciale, a rimetterci sarebbe soprattutto il regno unito. le esportazioni britanniche sono per il 44 per cento destinate ai paesi dell’unione europea e tale commercio vale il 60 per cento del pil della gran bretagna. d’altra parte il regno unito è un mercato molto ricco per le economie europee: ad esempio la germania esporta in gran bretagna merci per 87 miliardi di euro, cifra che è quasi doppia rispetto alle importazioni. anche il peso degli investimenti è rilevante. rispetto al totale degli investimenti effettuati in gran bretagna, quelli europei valgono quasi la metà; a sua volta londra dedica al continente europeo la quota più alta dei suoi capitali destinati all’estero. pertanto, per comprendere chi possa avere più potere negoziale per dettare le condizioni della Brexit occorre tener conto anche di tali aspetti. le ripercussioni di breve-medio termine dipenderanno dalla chiarezza e dalla rapidità di risposta delle autorità politiche europee e dal processo di negoziazione dell’uscita del regno unito dall’ue, che come abbiamo visto presenta esiti a dir poco incerti. le conseguenze a lungo termine, non prevedibili a priori e quindi difficilmente anticipabili, dipenderanno in larga misura dai modi in cui le nuove regole influenzeranno le quattro libertà Fondamentali dell’unione europea, cioè la libera circolazione di persone, di beni, di servizi e di capitali. la sensazione, comunque, è che tutto quello che è stato detto o scritto sulla Brexit sia da considerarsi provvisorio e rivedibile. d’altra parte, come ha scritto il Financial Times il 3 novembre scorso, “No one knows what Brexit means”. ■
17 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
INGEGNERIA
CIVILE E AMBIENTALE a cura di Ing. R. Reni commissione
Sicurezza nei luoghi di lavoro
visto da Ing. M. Mongiu Ing. M. Cerri
LA GESTIONE DEL RISCHIO CREA VALORE E QUALITĂ€ Il pensiero basato sul rischio rappresenta la componente fondamentale per il progetto di ogni processo affidabile, pertanto la sicurezza appare imprescindibilmente legata alla qualitĂ . 18 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
CIVILE E AMBIENTALE
“UNA NAVE IN PORTO È AL SICURO MA NON È PER QUESTO CHE LE NAVI SONO STATE COSTRUITE” (BENAZIR BHUTTO)
i
l ciclo di Deming o Deming Cycle è il principio che garantisce il raggiungimento dei requisiti di qualità all’interno di un processo. Deming prescrive che il fare debba convivere con tre passi complementari, deputati ad iniettare miglioramento e pertanto qualità. tale metodo basato sulle quattro fasi Plan-Do-Check-Act (PDCA) è stato fatto proprio dalle norme in ogni campo di applicazione, dalla realizzazione di un prodotto alla fornitura di un servizio (Figura 1). Come un mantra organizzativo la struttura circolare basata sulle quattro fasi della progettazione/attuazione/verifica/correzione si ripete sempre uguale a sé stessa qualsiasi sia il prodotto da realizzare, il lavoro da eseguire, il servizio da erogare, il collo
da consegnare. in particolare uni en ISO 9001:2015 “Sistemi di gestione per la qualità”, promuove il ciclo PDCA a rango di metodologia, designandolo come la pietra d’angolo sulla quale costruire un sistema di gestione. altre norme, pur con finalità diverse, ricalcano le norme della serie iso 9001, tra queste la OHSAS 18001 “Occupational Health and Safety Assessment Specification” (sistemi di gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori SGSSL) e la ISO 14001 (Sistemi di Gestione Ambientale - SGA). dalla loro lettura comparata risulta palese l’intento di convergere verso una struttura unica, in quanto è ormai definito uno schema comune, uguale per tutte le norme che attengono i sistemi di gestione, ovvero la Struttura di Alto Livello che prevede un indice comune (tabella 1). il focus di tale struttura non si concentra sul rispetto delle regole bensì sul raggiungimento dei risultati. l’organizzazione inoltre non viene vista come una scatola chiusa ma come un sistema aperto il cui valore si costruisce con il contributo di tutti i soggetti interessati. in tale contesto allargato entra in gioco la complessità gestionale che, inutile dirlo, porta con sé dei rischi. ora la norma iso 9001 aggiornata nel 2015 ci manda a dire che il rischio è l’effetto dell’incertezza sul risultato atteso e che l’approccio basato sul rischio è sempre stato implicito nelle norme riferite ai sistemi di gestione. si punta l’accento sul fatto che la propensione alla qualità non debba rappresentare un obiettivo circoscritto, autoreferenziale e sostanzialmente avulso dal concetto di rischio.
Figura 1. Le Quattro fasi del Ciclo di Deming. Fonte: https://goo.gl/UVdsfc.
19 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
LE PRINCIPALI NOVITÀ DELLA NORMA ISO 9001:2015
CIVILE E AMBIENTALE d’altronde non si parla di rischio d’impresa? Forse però la valutazione e la gestione del rischio non erano un prerequisito così implicito, dato che solo ora lo standard si preoccupa di sottolinearlo in modo esplicito e di ricordare come debba essere incorporato nei requisiti di ciascuna fase del ciclo di PDCA. se in precedenza poteva sembrare che lo standard iso 31000 (sistemi di gestione del rischio) fosse funzionale prevalentemente a quei sistemi che avevano fatto della valutazione del rischio la loro ragion d’essere, come i sistemi per la salute e sicurezza oppure sistemi per la gestione di fondi d’investimento, la nuova iso 9001 tende a ribadire che tra rischio e qualità non vi è estraneità e che l’obiettivo di consistenza, non può essere perseguito separatamente dall’esame di ogni possibile inconveniente che possa interferire con il suo raggiungimento. la 9001:2015 prevede quindi il Risk Assessment (Analisi del Rischio) è come requisito cogente all’inizio del percorso verso la qualità e pone l’accento su di un concetto tradizionalmente associato ad aspetti sconvenienti come incidenti e infortuni, estendendolo a tutto quanto possa in qualche modo limitare o comunque modificare la capacità dell’organizzazione di raggiungere i propri obiettivi. Con la nuova norma il concetto di valutazione del rischio richiede che l’organizzazione prenda in considerazione tutto quello che impatta sul buon funzionamento dei processi aziendali, intendendo per rischio qualsiasi effetto indesiderato. un aspetto generalmente sottovalutato perché anche sé nel ciclo di Deming la possibilità di migliorare riducendo gli errori comporta l’adozione di con-
Tabella 1. Le componenti essenziali dei Sistemi di Gestione (MS - Management System) secondo la Struttura Generale di Alto Livello (HLS - High Level Structure).
20 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
- l’adozione del Risk Based Thinking per supportare e migliorare la comprensione e l’applicazione dell’approccio per processi; - l’adozione della struttura di alto livello.
tromisure, non sempre vi era adeguata analisi delle cause in termini di sicurezza. per convenirne è sufficiente soffermarsi a considerare come le griglie di controllo della qualità assomiglino molto a griglie di valutazione del rischio. esse rappresentano uno strumento nel quale si verificano i requisiti essenziali per determinare la qualità di un processo/prodotto. se presenti, saranno fattori di successo atti a garantire l’eccellenza di un prodotto, ma qualora fossero mancanti costituiscono dei fattori critici e/o di rischio che possono compromettere non solo la qualità dei risultati ma anche la sicurezza della lavorazione e dei lavoratori. la gestione del rischio è pertanto un’attività imprescindibilmente legata alla qualità e in questo la iso 9001:2015 è in perfetta sintonia con i principi della UNI ISO 31000:2010 “Gestione del rischio”, secondo cui la gestione del rischio crea valore. l’equazione <più qualità = meno rischio> di solito è data per scontata ma è altrettanto vero il contrario, ossia che una qualunque riduzione del rischio genera qualità. tuttavia poiché i fattori di rischio sono molteplici una loro valutazione e trattamento non è cosa da poco. riferendosi alla linea di produzione, ci possono essere rischi che compromettono il processo produttivo stesso, ad esempio allungano i tempi della progettazione o intervengono a decremento della produzione o compromettono l’efficacia del collaudo. in questo caso è l’azienda che ne sopporta le ricadute anche in termini di salute e sicurezza dei lavoratori, mentre altri
CIVILE E AMBIENTALE rischi possono interessare l’utente: una macchina o un apparato di scarsa qualità si guasta più spesso e il guasto può danneggiare o ferire l’utilizzatore. ecco che la valutazione del rischio si configura come un processo trasversale che permea l’attività aziendale, si affianca ad essa operando e intervenendo in tutti i processi di business. non solo, data l’importanza della tempestività di eventuali interventi correttivi, i tempi scanditi da un ciclo PDCA non sempre risultano adeguati. lo schema di Figura 2, tratto dalla norma iso 31000, rende bene l’idea di come poter migliorare la reazione ciclica, propria dei sistemi di gestione canonici, con l‘adozione di un monitoraggio in continua e l’adozione immediata di azioni correttive.
CONCLUSIONI il metodo necessario per operare in qualità, partendo dai requisiti per ottenere i risultati attesi, avviene attraverso quattro fasi specialistiche (cfr. Figura 1) con la continua introduzione di misure di miglioramento nel processo produttivo: questa è l’impostazione ideata da W. Edwards Deming. Questa vocazione adattiva e la propensione a correggere e migliorare è stata inglobata e fatta propria da tutte quelle organizzazioni che implementano al loro interno la logica del ciclo PDCA. Comunque, ogni organizzazione minimamente strutturata realizza una molteplicità di processi, alcuni verticali altri orizzontali, che in diversi modi comunicano tra loro. in più, l’organizzazione necessariamente si rapporta con diversi interlocutori e con varie parti che sono interessate e coinvolte con propria attività. Con la complessità, scaturisce l’esigenza di impostare i processi in forma di servizi interagenti facendo in modo che ciascun output sia pienamente utile in forma di input per un altro processo. Contemporaneamente si evidenzia l’esigenza di prevenire ogni possibile inconveniente, sia di natura esogena che endogena e di predisporre opportune misure di mitigazione dei danni, in caso di eventi indesiderati. ossia, si tratta di effettuare
STANDARD 31000 - PRINCIPI LA GESTIONE DEL RISCHIO CREA E PROTEGGE IL VALORE.
La gestione del rischio contribuisce in maniera dimostrabile al raggiungimento degli obiettivi e al miglioramento della prestazione, per esempio in termini di salute e sicurezza delle persone, security, rispetto dei requisiti cogenti, consenso presso l’opinione pubblica, protezione dell’ambiente, qualità del prodotto, gestione dei progetti, efficienza nelle operazioni, governance e reputazione.
quella valutazione del rischio preliminare i cui metodi e i cui risultati sono ormai pratica consolidata dei sistemi di gestione della salute e sicurezza dei lavoratori. dalla consapevolezza che la complessità è vulnerabile e che i rischi sono molteplici, deve scaturire un nuovo modo di operare, che preveda la continua individuazione di misure correttive da adottare di volta in volta come una sorta di efficaci anticorpi. si pone allora il problema di organizzare tra loro gli interventi che scaturiscono asincroni ma che nell’insieme danno vita a quello che può realmente definirsi un miglioramento continuo1. in definitiva appare importante non tanto sviluppare sistemi di gestione per obiettivo ma un sistema di gestione integrato che rispecchi il sentire e l’agire dell’organizzazione e con il quale l’organizzazione stessa si identifichi, avendo da subito presente che gli aspetti di sicurezza dovranno essere coniugati con quelli di efficienza. anche sotto tale profilo i sistemi di gestione della salute e sicurezza hanno molto da insegnare e possono essere considerati gli antesignani di un nuovo corso. un’ultima considerazione riguarda le risorse. se un tempo erano sufficienti un limitato numero di specialisti ed esperti di prodotto per tenere sotto controllo i livelli di qualità, in un contesto allargato il numero delle specializzazioni si amplia notevolmente e richiede di operare in ambiti multidisciplinari per i quali sono necessarie capacità particolari ed esperienze mirate. appare indispensabile mettere a fattor comune le conoscenze e le diversificate competenze professionali, anche distanti tra loro, per cogliere tutte le opportunità di un contesto complesso e complicato, avendo ben presente la necessità prioritaria di un abbattimento dei rischi per produrre sempre meglio e in modo sempre più sicuro. ■
Figura 2. Il processo di gestione del rischio.
1 Il miglioramento continuo, apportato non appena e ogni volta risulti necessario, appare un deciso passo in avanti rispetto all'originario miglioramento ciclico prospettato da Deming.
21 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
INGEGNERIA
INDUSTRIALE a cura di Ing. L. Di Gennaro Ing. R. Antonazzi commissione
Impianti elettrici negli edifici visto da
Ing. G. Caruccio Ing. M. Domenicucci
Legenda A Cucina B Soggiorno (12-20 m2) C Bagno
E
D Corridoio (<5 m2) E Camera (12-20 m2) F Cameretta (8-12 m2)
D
B
Pianta appartamento tipo (Fonte BiTicino S.p.A.).
PRESTAZIONI, RISPARMIO ENERGETICO E COMFORT ABITATIVO DEGLI IMPIANTI RESIDENZIALI Indicazioni del capitolo 37 della Norma CEI 64-8/3 per realizzare impianti elettrici con tre livelli di complessità standardizzati. 22 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
INDUSTRIALE
IL CAPITOLO 37 DELLA NORMA CEI 64-8 “AMBIENTI RESIDENZIALI - PRESTAZIONI DELL’IMPIANTO” INDICA QUALI CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEVONO ESSERE INTRODOTTE IN FATTO DI PRESTAZIONI, RISPARMIO ENERGETICO E COMFORT ABITATIVO, GARANTENDO UNA MAGGIORE DOTAZIONE DI COMPONENTI IN FUNZIONE DEL LIVELLO DI COMPLESSITÀ PRESCELTO.
INTRODUZIONE il capitolo 37 della norma Cei 64-8/31, dal titolo “Ambienti residenziali - Prestazioni dell’impianto” (da ora: “capitolo 37”, n.d.r.), prescrive quali caratteristiche specifiche devono essere introdotte in fatto di prestazioni, risparmio energetico e comfort abitativo, esclusivamente per impianti residenziali. Ciò garantendo determinate dotazioni di componenti dell’impianto e tenendo conto del livello di qualità e ricchezza di dotazioni e funzioni prescelto per l’unita immobiliare. a tal fine, il capitolo 37 fornisce indicazioni per realizzare impianti elettrici con tre livelli di complessità standardizzati e ben definiti.
L’impianto elettrico a servizio di un’abitazione, oltre ad alimentare in sicurezza le utenze, può essere uno strumento a misura del suo utilizzatore e può contribuire al raggiungimento del suo benessere. il capitolo ha un valore normativo, quindi obbligatorio. resta di sicuro interesse per molti operatori in ambito immobiliare e residenziale, con particolare focalizzazione per progettisti, costruttori, installatori e committenti. il capitolo 37, che si distingue per brevità, semplicità e concretezza, è composto da 5 paragrafi e da una tabella con le relative note, sviluppati su 5 pagine: - 37.1 Campo di applicazione; - 37.2 dimensionamento dell’impianto; - 37.3 generalità; - 37.4 Quadro unità abitativa; - 37.5 dotazioni fondamentali nei locali ad uso abitativo.
UN BREVE QUADRO STORICO Settembre 2011: l’Allegato A il 1° settembre del 2011 entrò in vigore, quindi diveniva obbligatorio, l’Allegato A Cei en 64-8/3 della Norma CEI 64-8 Parte 3 “Ambienti residenziali – Prestazioni dell’impianto”. per la prima volta si fornivano, in merito agli impianti elettrici residenziali, indicazioni sugli standard e sulle caratteristiche specifiche da introdursi in fatto di prestazioni, risparmio energetico, comfort abitativo, dotazioni di componenti. tutto ciò in base a due principali informazioni ine-
Norma CEI 64-8/3: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua - Parte 3: caratteristiche generali”.
1
23 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
INDUSTRIALE
2 Impianti soggetti al Decreto Legislativo 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della Legge 6 luglio 2002, n. 37”.
renti l’unità immobiliare: il livello qualitativo desiderato per l’abitazione e la superficie della medesima. prima dell’allegato a, fino al mese di agosto del 2011, nessun obbligo era mai stata fornito dalle norme in tal senso ed in ambito residenziale (salvo talune indicazioni); la norma 64-8, con le norme e le leggi correlate, forniva le indispensabili indicazioni legate alla sicurezza di un impianto elettrico in più ambiti, compreso l’ambito residenziale. le novità introdotte con l’entrata in vigore dell’allegato a, già nel corso dell’anno 2011 in attesa del mese di settembre, produssero curiosità, perplessità e dubbi tra non pochi operatori del settore elettrotecnico. Ciò innescò una serie di dibattiti, analisi, richieste di chiarimenti e pareri da parte della maggior parte degli attori della filiera elettrotecnica italiana: dagli albi professionali agli installatori, ivi compresi produttori di materiale elettrico, enti ed associazioni. Novembre 2012: capitolo 37 (7a edizione della norma CEI 64-8) il 1° novembre del 2012 diventava obbligatoria la 7a edizione della norma Cei 64-8: con questa edizione si introduceva il capitolo 37. il capitolo 37 “Ambienti residenziali - Prestazioni dell’impianto” recepiva quasi integralmente il precedente allegato a e venivano apportate alcune ulteriori modifiche sempre riguardanti gli impianti in ambito residenziale.
CAMPO DI APPLICAZIONE (PARAGRAFO 1 DEL CAPITOLO 37) gli ambiti applicativi del capitolo 37 vengono definiti nella parte 1 e sono semplicemente: - i nuovi impianti; - i rifacimenti completi di impianti esistenti
Figura 1. I 3 livelli previsti dalla Norma CEI 64-8/3.
24 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
NEL CAPITOLO 37 DELLA NORMA, È STATA INTRODOTTA UNA CLASSIFICAZIONE PER LIVELLI” DEGLI IMPIANTI ELETTRICI NELLE ABITAZIONI, IN RELAZIONE ALLE PRESTAZIONI DELL’IMPIANTO E AL NUMERO DI CIRCUITI TERMINALI.
in fase di ristrutturazione (situate all’interno dei condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari). restano esplicitamente esclusi: - gli impianti nelle unità abitative in edifici pregevoli per arte e storia2; - le parti comuni degli edifici residenziali. nella parte 1 si esplicita un concetto basilare: il capitolo 37 aggiunge nuove prescrizioni relative alle prestazioni dell’impianto elettrico, ad integrazione di quelle già riportate nella norma a garanzia della sicurezza di persone e beni. per completezza viene sottolineato che il capitolo 37 si riferisce anche agli “impianti elettronici” e che l’installatore elettrico deve predisporre tubi, cassette e scatole necessari per questa tipologia. Con “impianti elettronici” si intende: impianto TV, impianto telefonico/dati ed impianto di antintrusione.
GENERALITA’ E DIMENSIONAMENTO DELL’IMPIANTO (PARAGRAFI 2, 3 E 4 DEL CAPITOLO 37) il paragrafo 2, si apre ponendo una premessa, affatto banale, circa il dimensionamento dell’impianto elettrico: “....il dimensionamento dell’impianto elettrico è oggetto di accordo fra il progettista, l’installatore dell’impianto ed il committente, in funzione delle esigenze impiantistiche di quest’ultimo e del livello qualitativo dell’unità immobiliare...”. su questa premessa si invita il lettore a prestare un minimo di attenzione e qualche riflessione sulle dinamiche che regolano “de facto” il mondo delle ristrutturazioni e delle costruzioni in italia, oltre che ai possibili rapporti tra “progettista”, “installatore dell’impianto”, “committente” e, ove presente, il “costruttore edile”.
INDUSTRIALE
Figura 2. L’entra - esci sui morsetti delle prese è ammesso soltanto all’interno della stessa scatola oppure tra due scatole successive. (Fonte BTicino S.p.A.).
La nuova classificazione degli impianti: i tre livelli in base alle esigenze nel Capitolo 37 della predetta norma, è stata introdotta una classificazione per livelli” degli impianti elettrici nelle abitazioni, in relazione alle prestazioni dell’impianto e al numero di circuiti terminali. nell’ambito di applicazione del Capitolo 37, i livelli secondo cui devono essere classificati gli impianti sono 3 (Figura 1); ciascun livello e contraddistinto da una dotazione funzionale minima e da una suddivisione minima dei circuiti terminali, entrambe in funzione della metratura dell’appartamento. la scelta del livello prestazionale e oggetto di accordo fra committente e impiantista/progettista ed e consigliabile che sia riportata nella documentazione allegata alla “Dichiarazione di Conformità alla Regola dell’Arte” rilasciata dall’impresa installatrice (ai sensi del d.m. 37/2008). Ciò premesso, nel paragrafo 2 vengono forniti i criteri minimi e le dotazioni minime con riferimento a tre diversi livelli prestazionali e di fruibilità. i tre livelli, che non sono collegati alle categorie catastali e alle classi di prestazioni energetiche degli immobili, sono definiti come: - livello 1: livello minimo previsto; - livello 2: per unità immobiliari con un maggiore fruibilità degli impianti; - livello 3: per unità immobiliari con dota-
UNA DELLE NOVITÀ PIÙ SIGNIFICATIVE DEL CAPITOLO 37 CONSISTE NELL’INTRODUZIONE DI TRE DIVERSI LIVELLI PRESTAZIONALI E DI FRUIBILITÀ A CUI DEVE FARE RIFERIMENTO LA REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO DOMESTICO.
zioni impiantistiche ampie ed innovative (domotica). in pratica: alla qualità di una unità immobiliare concorre anche il livello degli impianti elettrico ed elettronico, oltre che altri elementi di natura non impiantistica, verso i quali c’è istintivamente maggiore attenzione, quali per esempio materiali edili e finiture. le dotazioni minime previste per i tre livelli sono elencate nella tabella a allegata. infine, nel paragrafo 2 del capitolo 37 vengono poste altre indicazioni più tecniche inerenti, ad esempio, la sfilabilità dei cavi, le unità immobiliari facenti parte di un condominio ed il corretto dimensionamento dell’impianto (l’impianto deve essere dimensionato in modo che l’utente possa stipulare un contratto con il distributore di energia elettrica con adeguato livello di potenza impegnata: fino a 3 kW in unità abitative di superficie fino a 75 m2, 6 kW per superfici superiori). il paragrafo 3 obbliga a predisporre una sezione del montante non inferiore a 6 mm2 (con “montante” si intende il cavo che collega il contatore di energia all’unità abitativa). l’eventuale interruttore differenziale alla base del montante deve garantire la selettività totale nei confronti delle protezioni differenziali a valle; in caso di anomalia la corretta “selettività” di protezione garantisce l’intervento del solo dispositivo più vicino al punto di guasto mantenendo il regolare funzionamento del resto dell’impianto. viene anche raccomandato l’uso di interruttori differenziali caratterizzati da una aumentata resistenza contro gli scatti intempestivi e/o l’uso di interruttori differenziali con riarmo automatico, cioè dotati di dispositivo di richiusura automatica. un importante aspetto circa la sicurezza dell’impianto elettrico è normato nel paragrafo 3: l’entraesci (Figura 2) sui morsetti delle prese è ammesso soltanto all’interno della stessa scatola oppure tra due scatole successive (con esclusione dei circuiti ausiliari o di segnale, dove in genere la pratica dell’entra-esci è funzionale e non coinvolge aspetti di sicurezza elettrica).
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Figura 3. Quadro dell’unità abitativa, centralino chiuso. (Fonte BTicino S.p.A.).
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vengono poste alcune prescrizioni per la realizzazione del quadro elettrico (Figura 3, 4) a servizio dell’unità abitativa atte a garantirne sicurezza e qualità (in particolare: accessibilità al quadro, selettività e continuità di servizio, disponibilità spazio di scorta per eventuali futuri ampliamenti, arrivo diretto del conduttore di protezione dall’impianto di terra dell’edificio). infine, è da prevedersi sempre uno o più dispositivi per l’illuminazione di sicurezza, atti a garantire la mobilità delle persone in caso di mancanza dell’illuminazione ordinaria.
DOTAZIONI FONDAMENTALI NEI LOCALI AD USO ABITATIVO (PARAGRAFO 5 DEL CAPITOLO 37) Questo paragrafo è tra quelli che più ha coinvolto nella pratica alcuni attori della filiera elettrotecnica. per la prima volta una norma va a dettare indicazioni abbondanti e particolareggiate in merito a punti di prelievo di energia e punti di comando da prevedersi negli ambienti dell’unità abitativa: posizionamento prese tv e prese energia, dotazioni minime, spie di segnalazione, tipologia di prese
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Figura 4. Quadro dell’unità abitativa, centralino aperto. (Fonte BTicino S.p.A.).
elettriche, predisposizioni per future applicazioni, numero minimo di circuiti, prese dati e/o telefoniche, illuminazione di sicurezza, impianti ausiliari ed elettronici per risparmio energetico, ecc. come da tabella a allegata. le indicazioni riportate nella tabella a sono organizzate in funzione di tre parametri: 1) destinazione d’uso dell’ambiente; 2) superficie dell’intera abitazione e del singolo ambiente; 3) livello di fruibilità scelto per l’unità abitativa standardizzato per livelli (livello 1, livello 2 o livello 3).
CIRCUITI AUSILIARI E LIVELLI una delle novità più significative del capitolo 37 consiste nell’introduzione di tre diversi livelli prestazionali e di fruibilità a cui deve fare riferimento la realizzazione dell’impianto elettrico domestico. per ciascun livello vengono fornite le dotazioni minime (l’elenco completo delle dotazioni minime previste per i tre livelli è riportato nella tabella a). scegliendo il livello 2 standard e il livello 3 domotico l’utente rende la sua casa più comoda ed efficiente. e fa anche un investimento per il futuro: un livello più elevato contribuisce infatti ad aumentare il valore dell’immobile.
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tra le dotazioni fondamentali da prevedersi per ambiente ed in funzione di superficie e livello dell’unità abitativa, sono indicati anche i “circuiti ausiliari”. Livello 1 È il livello definibile come “base” per chi sceglie l’essenziale, i circuiti ausiliari devono essere due: il “campanello” ed il “citofono” (o “videocitofono”). Livello 2 È il livello “Standard” per chi sceglie un livello di fruibilità e comfort adeguati con le esigenze dei moderni impianti residenziali. otre a un maggior numero di punti prese e luce per vivere in tutta comodità, si devono avere quattro circuiti ausiliari: - campanello; - citofono (o videocitofono); - sistema antintrusioni; - sistema controllo carichi. viene garantita una gestione ottimale dei consumi elettrici: il sistema di “controllo carichi” consente di fruire della fornitura elettrica riducendo sprechi ed limitando il rischio di black-out.
3
“Quando e perché conviene progettare e realizzare un impianto con funzioni domotiche” - Articolo rivista “Io Roma” - Quaderno N.1/2014.
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Livello 3 È definibile come livello “Domotico” ed è destinato all’utente che sceglie una casa ai massimi standard di efficienza e comfort, dato che ai circuiti ausiliari del livello 2 si aggiunge l’interazione domotica. il livello 3 per essere considerato “domotico” deve gestire come minimo quattro delle seguenti funzioni: antintrusione, controllo carichi, gestione dei comandi luce, gestione della temperature (se non è prevista una gestione separata), gestione di scenari, controllo remoto, diffusione sonora, rilevazione incendio (secondo uni 9705 e se non è prevista una gestione separata), sistema antiallagamento e/o rilevazione gas, altre ed ulteriori tipologie funzionali di impianti. Con il livello 3 e con le relative applicazioni domotiche, se previste con la dovuta attenzione alle esigenze quotidiane dell’utente, si consente il miglioramento della qualità della vita, disponendo di piena tecnologia a servizio di comfort, risparmio energetico e sicurezza. soprattutto un impianto con funzioni domotiche può rappresentare anche un concreto aiuto per gli utenti con difficoltà motorie, contribuendo, assieme alle prescrizioni delle vigenti disposizioni legislative e normative, all’abbattimento delle barriere architettoniche e degli ostacoli. in pratica, a titolo di esempio, si può fornire la possibilità di creare l’atmosfera desiderata in termini di luce artificiale e naturale, temperatura ambientale, sottofondi musicali, di controllare talune do-
CON LE APPLICAZIONI DOMOTICHE, SE PREVISTE CON LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE ESIGENZE QUOTIDIANE DELL’UTENTE, SI CONSENTE IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA, DISPONENDO DI PIENA TECNOLOGIA A SERVIZIO DI COMFORT, RISPARMIO ENERGETICO E SICUREZZA.
tazioni impiantistiche da remoto quando non si è a casa (attraverso un cellulare od un pC), di ottenere un risparmio energetico e l’ottimizzazione dei consumi di luce e gas, di incrementare la sicurezza con adatti sensori. un impianto domotico è definibile essenzialmente come un insieme di dispositivi con le loro connessioni atti a realizzare una determinata funzione utilizzando uno o più supporti di comunicazione comune a tutti i dispositivi stessi e permettendo ed attuando quindi la comunicazione dei dati tra tutti gli stessi dispositivi e funzioni (ciò secondo un protocollo di comunicazione prestabilito). evidentemente l’utilizzo di singole funzioni domotiche può esser integrato anche nei livelli di impianto 1 o 2; ad esempio si può inserire la rilevazione del gas in cucina in un impianto standardizzato come livello 1. resta il fatto che nel salire da un appartamento standardizzato come livello 1 ad uno di livello 3 si passa da soluzioni impiantistiche “tradizionali” a soluzioni maggiormente “innovative”: per ulteriori confronti e valutazioni a riguardo si può far riferimento anche ad un precedente articolo pubblicato in questa sede 3.
CONCLUSIONI molto è stato detto sul capitolo 37 della nuova norma Cei 64-8/3, in molte sedi e da molti operatori del settore elettrotecnico. una delle novità più significative del capitolo 37 consiste, come precedentemente enunciato, nell’introduzione di tre diversi livelli prestazionali e di fruibilità a cui deve fare riferimento la realizzazione dell’impianto elettrico domestico. per ciascun livello vengono fornite le dotazioni minime e nello scegliere il livello 2 standard o il livello
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3 domotico l’utente rende la sua casa più comoda ed efficiente. potenzialmente l’utente fa anche un investimento per il futuro poiché un livello più elevato contribuisce ad aumentare il valore dell’immobile. l’introduzione dei tre livelli di qualità dell’impianto elettrico apporta una serie di potenziali vantaggi per i costruttori edili, per gli installatori di impianti elettrici e per gli utenti finali. il costruttore e l’installatore possono “certificare” il livello di prestazione della propria soluzione impiantistica. l’utente finale può avere dei parametri qualitativi standardizzati del proprio impianto, in fase di acquisto, vendita o di ristrutturazione dell’immobile. evidentemente è rilevante il ruolo della divulgazione e conoscenza affinché venga percepita e riconosciuta questa sorta di “piattaforma di intesa” introdotta della standardizzazione per livelli delle dotazioni e prestazioni e quindi della qualità e fruibilità degli impianti a servizio della casa. nel realizzare nuove costruzioni il committente o l’impresa hanno necessità di avvalersi di professionisti per la progettazione delle opere strutturali ed impiantistiche: determinate scelte vengono effettuare in sede di progettazione circa il livello dell’impianto elettrico e la sua futura realizzazione. nel caso di ristrutturazioni residenziali può accadere, viceversa, che il contratto venga stipulato direttamente tra privato e ditta: pur ottenendo un impianto conforme alla regola dell’arte, non sempre viene proposto adeguatamente un impianto elettrico che esca dalla mera fornitura di energia elettrica per esser proiettato verso standard qualitativi superiori. ove mancano proposte strutturate per dotazioni
L’INTRODUZIONE DEI TRE LIVELLI DI QUALITÀ DELL’IMPIANTO ELETTRICO APPORTA UNA SERIE DI POTENZIALI VANTAGGI PER I COSTRUTTORI EDILI, PER GLI INSTALLATORI DI IMPIANTI ELETTRICI E PER GLI UTENTI FINALI. IL COSTRUTTORE E L’INSTALLATORE POSSONO “CERTIFICARE” IL LIVELLO DI PRESTAZIONE DELLA PROPRIA SOLUZIONE IMPIANTISTICA.
impiantistiche mirate al benessere dell’utilizzatore, all’efficienza funzionale dell’impianto, al risparmio energetico ed alla vera integrazione tra gli impianti a servizio dell’immobile si creano i presupposti di scelte non ottimali; esprimendo questo concetto in termini di “livelli” del capitolo 37: un livello 3 non adeguatamente proposto ed argomentato, sia tecnicamente che commercialmente, può “degradarsi” a livello 1 per scelta dettate solo da ragionamenti di natura economica. un’adeguata conoscenza delle opzioni tecniche e commerciali offerte dal mercato permette di raggiungere i livelli 2 e 3 senza dover necessariamente investire un capitale economico. nel contempo la norma non obbliga a dover impegnare risorse economiche massive per arricchire un impianto elettrico ove non necessario: chi desidera l’essenziale con il minimo livello prestazionale è libero di scegliere il livello 1, nel rispetto delle prescrizioni inerenti sicurezza elettrica e regola dell’arte. ingegneri progettisti e consulenti ed anche architetti, System Integrator ed altri soggetti del comparto edile ed impiantistico4 possono evidentemente fornire un ruolo chiave affinché la scelta del livello di prestazione e fruibilità dell’impianto elettrico sia una scelta maturata con consapevolezza anche e soprattutto da parte di chi quell’impianto lo userà e lo vivrà quotidianamente per interi anni della propria vita.
4 Si veda, a titolo di esempio, il “Libretto Impianto Elettrico”: https://goo.gl/hTAe1O.
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Tabella A. Le dotazioni minime per i tre livelli, prescrizioni allegato A della Norma CEI 64-8/3. (Fonte BTicino S.p.A.).
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â&#x2013;
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INGEGNERIA
DELLA INFORMAZIONE a cura di Ing. N. D. Castelliti commissione Sicurezza informatica visto da Ing. P. Rocco
Ing. G. Dâ&#x20AC;&#x2122;Agnese
IL DATA BREACH O VIOLAZIONE DEI DATI E IL NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO 679/2016 Nuovi adempimenti in materia di sicurezza dei sistemi e dei dati a carico delle P.A. e delle imprese. 32 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
DELLA INFORMAZIONE
IL REGOLAMENTO INTRODUCE REGOLE PIÙ CHIARE IN MATERIA D’INFORMATIVA E CONSENSO, DEFINISCE I LIMITI AL TRATTAMENTO AUTOMATIZZATO DEI DATI PERSONALI, PONE LE BASI PER L’ESERCIZIO DI NUOVI DIRITTI, STABILISCE CRITERI RIGOROSI PER IL TRASFERIMENTO DEI DATI AL DI FUORI DELL’UE E PER I CASI DI VIOLAZIONE DEI DATI PERSONALI (DATA BREACH).
gnato, se non affrontato in maniera adeguata e tempestiva, da una situazione di pericolo, danno fisico materiale o immateriale, per le persone fisiche. a puro scopo di esempio, la violazione dei dati personali può provocare limitazione dei diritti della persona, discriminazione, furto d’identità, perdite finanziarie, pregiudizio alla reputazione, perdita di riservatezza dei dati personali protetti da segreto professionale o qualsiasi altro danno economico o sociale significativo per la persona fisica.
DATA BREACH E REGOLAMENTO EUROPEO
I
l data Breach è un termine che indica una violazione sui dati che può avvenire a seguito di attacchi informatici, accessi abusivi, incidenti o eventi avversi. la definizione di “Data Breach” è riportata dallo standard iso/ieC 27040 che lo definisce una “violazione di sicurezza che comporta accidentalmente o in modo illecito la distruzione, la perdita, la modifica, la rivelazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali trasmessi, memorizzati o comunque elaborati nel contesto della fornitura di un servizio di comunicazione accessibile al pubblico nella Comunità”. se la violazione riguarda dati personali, il deterioramento delle funzionalità può essere accompa-
a maggio del 2016 è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale dell’unione europea il Nuovo Regolamento, n. 679 del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali che abroga la direttiva 95/46/Ce. tutte le imprese pubbliche e private dell’unione avranno due anni per adeguarsi al regolamento che, per sua natura, non richiede ulteriori atti legislativi di recepimento a livello di paese. sostituirà inoltre le leggi locali sulla privacy; per l’italia il d. leg.vo 196/2003. il regolamento europeo nell’articolo 33 impone che “…in caso di violazione dei dati personali, il titolare del trattamento notifica la violazione all’autorità di controllo competente senza ingiustificato ritardo e, ove possibile, entro 72 ore dal momento in cui ne è venuto a conoscenza.” il successivo articolo richiede inoltre che “Quando la violazione dei dati personali è suscettibile di presentare un ri-
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DELLA INFORMAZIONE
Figura 1.
34 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
schio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche, il titolare del trattamento comunica la violazione all’interessato senza ingiustificato ritardo.” ma quali sono le cause principali che possono causare la perdita dei dati? lo studio “2016 Data Breach Investigations Report” (DBIR) pubblicato da Verizon Enterprise Solutions, riporta che una delle cause del Data Breach è l’errore umano. infatti, uno dei fattori più critici per la Cyber Security in ambienti pubblici o privati, è la formazione dei dipendenti. la mancanza di consapevolezza in
questo campo è un problema di qualsiasi organizzazione in quanto ogni forma di eventuale negligenza da parte delle persone può tradursi in esposizione del sistema a possibili violazioni. un esempio di negligenza è rappresentato dalla gestione delle password. l’attacco di tipo “forza bruta” consiste nell’eseguire delle procedure che mettono in atto in tempi brevissimi migliaia di tentativi di accesso al server dove risiedono le applicazioni da violare. il tempo impiegato è funzione di: tempo di accesso (linee e dispositivi), la lunghezza della password e la quantità di caratteri usati. il grafico (Figura 1) riporta in scala logaritmica il tempo massimo necessario per trovare la password, per una velocità di accesso pari a 105/sec. i calcoli sono stati compiuti ipotizzando l’uso di caratteri alfabetici o solamente maiuscoli o solamente minuscoli (26); i caratteri alfabetici sia maiuscoli sia minuscoli (52); tutti i caratteri alfanumerici (62); aggiunta di alcuni caratteri speciali (80). le diverse curve si riferiscono a diverse lunghezze della password (8, 9, 10, 15 caratteri). analizzando i dati si evince che il tempo necessario per trovare una password può spaziare dai pochi secondi alle ore e fino a diversi giorni, secondo la complessità della password e del set di caratteri usati, oltre che dalla velocità di contatto. È questo il motivo per cui il disciplinare tecnico, allegato B del d. leg.vo 30 giugno 2003, n. 196, “Codice in materia
DELLA INFORMAZIONE
L’ATTACCO DI TIPO “FORZA BRUTA” CONSISTE NELL’ESEGUIRE DELLE PROCEDURE CHE METTONO IN ATTO IN TEMPI BREVISSIMI MIGLIAIA DI TENTATIVI DI ACCESSO AL SERVER DOVE RISIEDONO LE APPLICAZIONI DA VIOLARE. IL TEMPO IMPIEGATO È FUNZIONE DI: TEMPO DI ACCESSO (LINEE E DISPOSITIVI), LA LUNGHEZZA DELLA PASSWORD E LA QUANTITÀ DI CARATTERI USATI.
di protezione dei dati personali”, impone che la lunghezza della parola “chiave”, quando è prevista dal sistema di autenticazione, sia composta da almeno otto caratteri oppure, nel caso in cui lo strumento elettronico non lo permetta, dal numero di caratteri pari al massimo consentito. tornando al test dell’indagine inglese, esso ha rilevato, nel giro di pochi giorni, che le password più usate erano quelle presentate nella tabella qui sotto, da cui si conclude che, almeno per questo social network, l’attenzione alle password è alquanto bassa (tabella 1).
CHE FARE IN CASO DI DATA BREACH? il legislatore ha voluto dare una grande importanza ad ogni forma di violazione, sia per l’evento in sé, sia per le conseguenze critiche che possono coinvolgere l’interessato. emerge inoltre la necessità, da parte del titolare del trattamento, di reagire in tempi rapidi, salvo dare spiegazioni di un eventuale ritardo. appare evidente la necessità di affrontare il problema della gestione del rischio di violazione con approccio olistico su due piani diversi ma integrati: da una parte un’infrastruttura tecnica di protezione proattiva, basata su proposte ampie e dettagliate di un mercato; dall’altra una cultura aziendale finalizzata a proteggere l’anello debole della catena di difesa: il personale. i processi di ingegneria sociale, descritti magistralmente da Kevin David Mitnick nel 2002, sono ancora validi, in quanto l’evoluzione degli strumenti è di gran lunga più veloce dell’atavica inerzia che caratterizza gli esseri umani. bisogna acquisire la mentalità per la quale lavorare su
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Tabella 1.
dati o, ancor più, su dati personali, richiede la stessa attenzione della guida di un’automobile, consapevoli che ogni errore può fare incorrere in incidenti d’impredicibile gravità. lo stesso Rapporto Clusit 2016 sulla Sicurezza ICT in Italia conferma che nel 2015 si è assistito alla diffusione ormai endemica di attività cybercriminali “spicciole” (…) per esempio le quotidiane campagne di estorsione realizzate tramite phishing (truffa on-line) e ransomware (virus informatici), che hanno colpito moltissime organizzazioni e cittadini italiani, a dimostrazione che tanto si deve ancora fare sul fronte della cultura aziendale per arginare Data Breach a diversi livelli.
CONCLUSIONI poiché la gestione del data Breach ricade pienamente in un evento di Risk e Crisis Management, la sua gravità deve essere valutata con tutta la dovuta competenza. i consigli utili alle aziende per mitigare i rischi di una “Data Breach” possono essere sintetizzati come segue: - trasformare l’utente da anello debole a prima linea di difesa; - applicare il principio del minimo privilegio per quanto riguarda l’accesso ai dati; - adottare puntuali politiche per aggiornare i sistemi; - proteggere adeguatamente i dati (ad esempio crittografare i dati sensibile; - utilizzando meccanismi di autenticazione a due fattori; - rivolgere grande attenzione anche alla sicurezza fisica. ■
35 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
INGEGNERIA
INTERSETTORIALE a cura di Ing. F. Zavagnini Avv. S. Rubeo commissione
Mediazione e arbitrato visto da Ing. F. Sciarra Ing. R. Villa
ARBITRATO IRRITUALE La normativa italiana vede la nascita dellâ&#x20AC;&#x2122;arbitrato irrituale in una decisione della Corte di Cassazione di Torino del 27 dicembre del 1904, nella quale si definivano le fondamenta dellâ&#x20AC;&#x2122;Istituto. 36 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
INTERSETTORIALE
LA PRINCIPALE DIFFERENZA TRA L’ARBITRATO IRRITUALE E QUELLO RITUALE È DATA DAGLI EFFETTI O EFFICACIA DEL RELATIVO LODO. NEL CASO DELL’ARBITRATO IRRITUALE IL LODO AVRÀ EFFICACIA DI NATURA CONTRATTUALE MENTRE NEL CASO DELL’ARBITRATO RITUALE IL LODO AVRÀ UNA EFFICACIA CORRISPONDENTE A QUELLA DI UNA SENTENZA.
L
’ultimo intervento sull’argomento si è avuto con il d. leg.vo 2 febbraio 2006, n. 40 che ha interessato sia l’arbitrato rituale che l’arbitrato irrituale, ridefinendone il quadro normativo laddove precedentemente ampio spazio era lasciato all’interpretazione della prassi giuridica prima di addentrarci su alcuni aspetti dell’arbitrato irrituale, è necessario sottolineare le caratteristiche peculiari di tale istituto, caratteristiche
che lo differenziano profondamente dall’arbitrato rituale. Come per l’arbitrato in genere, il risultato della procedura è il “lodo arbitrale”, una decisione scritta espressa da arbitri incaricati dalle parti per dirimere la questione. la principale differenza tra l’arbitrato irrituale e quello rituale è data dagli effetti o efficacia del relativo lodo. nel caso dell’arbitrato irrituale il lodo avrà efficacia di natura contrattuale mentre nel caso dell’arbitrato rituale il lodo avrà una efficacia corrispondente a quella di una sentenza. potrà cioè avere efficacia esecutiva e potrà quindi essere posto in esecuzione forzata in caso di mancato adempimento volontario. il vantaggio dell’arbitrato, anche di quello irrituale, è certamente quello di massima autonomia dalle lungaggini processuali con brevità dei tempi di risoluzione delle controversie. i tempi sono ridotti rispetto all’iter di una controversia affrontata in sede giudiziaria. infatti, l’art. 820 c.p.c. stabilisce che in assenza di un termine fissato dalle parti per la pronuncia del lodo, quest’ultimo debba essere pronunciato dagli arbitri nel termine di duecentoquaranta giorni dall’accettazione della nomina. un successivo punto a favore dell’arbitrato è costituito dalla possibilità, in sede di scelta dell’arbitro, di nominare una persona con un’approfondita preparazione tecnica nel settore d’interesse, fatto che garantisce la profonda e corretta comprensione delle origini della controversia ai fini della pronuncia
37 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
INTERSETTORIALE
libro Quarto: dei proCedimenti speCiali titolo viii: dell’arbitrato Capo i: della ConvenZione d’arbitrato 808-ter.1 Arbitrato irrituale I. Le parti possono, con disposizione espressa per iscritto, stabilire che, in deroga a quanto disposto dall’articolo 824-bis, la controversia sia definita dagli arbitri mediante determinazione contrattuale. Altrimenti si applicano le disposizioni del presente titolo. II. Il lodo contrattuale è annullabile dal giudice competente secondo le disposizioni del libro I: 1. se la convenzione dell’arbitrato è invalida, o gli arbitri hanno pronunciato su conclusioni che esorbitano dai suoi limiti e la relativa eccezione è stata sollevata nel procedimento arbitrale; 2. se gli arbitri non sono stati nominati con le forme e nei modi stabiliti dalla convenzione arbitrale; 3. se il lodo è stato pronunciato da chi non poteva essere nominato arbitro a norma dell’articolo 812; 4. se gli arbitri non si sono attenuti alle regole imposte dalle parti come condizione di validità del lodo; 5. se non è stato osservato nel procedimento arbitrale il principio del contraddittorio. Al lodo contrattuale non si applica l’articolo 825. 1
Articolo aggiunto dal D. Leg.vo n. 40/2006.
del lodo arbitrale. il codice di procedura civile dedica oggi all’arbitrato irrituale un articolo specifico, l’art. 808 ter riportare per esteso nel riquadro della pagina seguente. essendo l’arbitrato sostanzialmente un accordo contrattuale, possono essere risolte con tale strumento solamente le controversie su diritti disponi-
38 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
bili, fatti salvi espressi divieti di legge per particolari settori o argomenti. la forma scritta del compromesso e la determinazione dell’oggetto della controversia sono necessari, a pena di nullità, come prescritto dall’articolo 807 c.p.c.. l’articolo 808 c.p.c. dispone che: “Le parti, nel
INTERSETTORIALE
ALLA PRESENZA DI UNA CONTROVERSIA, GIÀ INIZIATA O CHE POSSA INSORGERE, DUE O PIÙ PARTI POSSONO DECIDERE DI RISOLVERLA PER MEZZO DELL’ARBITRATO IRRITUALE ANZICHÉ RIVOLGERSI ALLA MAGISTRATURA INIZIANDO UN GIUDIZIO ORDINARIO.
contratto che stipulano o in un atto separato, possono stabilire che le controversie nascenti dal contratto medesimo siano decise da arbitri [...]”. ovviamente tali controversie devono poter formare oggetto di convenzione di arbitrato e la clausola deve rispettare i requisiti di forma scritta prescritti dall’articolo 807 c.p.c.. il caso di convenzione di arbitrato anche in materia non contrattuale è previsto dall’articolo 808-bis c.p.c. il quale prescrive che in questo caso, con apposita convenzione, si debba stabilire che siano decise da arbitri eventuali controversie future relative a determinati rapporti non contrattuali. anche in questa fattispecie la convenzione deve rispettare i requisiti di forma scritta previsti dall’articolo 807 c.p.c.. deve quindi essere evidente la chiara volontà delle parti, da esprimersi ad esempio nel rapporto contrattuale, di risolvere eventuali controversie ricorrendo ad arbitri mediante determinazione ancora contrattuale. Fino alla pubblicazione del succitato decreto del 2006 la scelta tra arbitrato rituale ed irrituale era lasciata all’interpretazione della volontà delle parti da ricercarsi nella clausola compromissoria e nel rapporto contrattuale in generale. parole come “giudizio” e “giudicare”, nelle varie coniugazioni, all’interno della clausola contrattuale potevano fino al 2006 far propendere per un arbitrato rituale. oggi invece alla luce dell’articolo 808ter sopra riportato, nel caso tale disposizione non richiami esplicitamente la determinazione contrattuale, la soluzione ad eventuali controversie sarà ottenuta esclusivamente attraverso l’effettuazione dell’arbitrato rituale includendo principalmente gli articoli 824-bis e 825. occorre peraltro fare attenzione a definire chiaramente la clausola compromissoria, infatti, l’articolo
808-quater prescrive che, nel dubbio, la convenzione d’arbitrato si interpreta nel senso che la competenza arbitrale si estende a tutte le controversie che derivano dal contratto. per i lettori interessati, è opportuno analizzare per esteso anche il capo iii “del procedimento” e il capo IV del lodo” al titolo viii, libro iv del codice di procedura civile per approfondire due degli argomenti di principale interesse per chi si avvicina alla materia. in definitiva, alla presenza di una controversia, già iniziata o che possa insorgere, due o più parti possono decidere di risolverla per mezzo dell’arbitrato irrituale anziché rivolgersi alla magistratura iniziando un giudizio ordinario. Ciò determinato, le parti stabiliscono con un atto scritto, con efficacia ad substantiam, che in relazione ad un particolare rapporto giuridico tra loro intercorrente, la lite venga risolta da un arbitro. l’arbitro, che può essere un’unica persona o più d’una ma sempre in numero dispari, nel caso di collegio arbitrale, giudicherà senza la necessità di osservare le procedure previste nel codice di rito. il lodo, cioè la decisione arbitrale, avrà efficacia contrattuale tra le parti. Con la conseguenza che la possibilità di attuare il disposto dell’arbitrato irrituale è di fatto rimessa al corretto comportamento delle parti. determinandosi diversamente la necessità, una nuova controversia sull’esecuzione della determinazione arbitrale rimasta inadempiuta. per concludere possiamo riassumere dicendo che l’arbitrato irrituale è la soluzione perfetta per “galantuomini” che hanno fretta di risolvere una loro divergenza, velocizzando i tempi della decisione. ■
39 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
I CONTRIBUTI SUL QUADERNO
GLI ARTICOLI SUL QUADERNO N. 4/2016 Area civile ambientale
I NOLI IN EDILIZIA E LA SICUREZZA
Autore: Ing. V. Giannini, Ing, M. Di Pasquale Visto da: Ing. M. Cerri Commissione: Sicurezza nei cantieri temporanei l nolo di attrezzature di lavoro nei cantieri, sia “a freddo” che “a caldo”, ha acquisito una notevole importanza nell’attività edile, in conseguenza di una sempre maggiore diffusione di lavorazioni che richiedono macchinari particolarmente sofisticati, della facilità per l’impresa esecutrice di reperire macchinari adeguati alla attività da svolgere e finanche di avvalersi di tale contratto dal punto di vista amministrativo. La materia si presenta a tutt’oggi non ben definita, tanto da dover far sovente ricorso alle massime giurisprudenziali per conoscere gli indirizzi operativi oppure per precisare compiti e responsabilità delle figure che agiscono nel cantiere. Per la definizione di nolo si può far riferimento a quanto
I
specificato dalla Direzione generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: “la fattispecie del “nolo” è una figura contrattuale atipica diffusa nella prassi commerciale, avente ad oggetto il noleggio ovvero la concessione in uso di un macchinario e l’eventuale prestazione lavorativa di un operatore. In mancanza di una esplicita definizione legislativa, l’istituto in esame viene inquadrato, dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, nell’ambito della disciplina civilistica del contratto di locazione (artt. 1571 c.c. e ss.), e distinto nelle due tipologie del “nolo a freddo” e del “nolo a caldo”. La prima fattispecie contempla quale oggetto del contratto esclusivamente la locazione del macchinario; la seconda figura risulta, invece, caratterizzata dallo svolgimento dell’attività lavorativa da parte di un dipendente del locatore, addetto all’utilizzo del macchinario, attività che si presenta comunque accessoria rispetto alla prestazione principale costituita dalla messa a disposizione del bene (cfr. sentenze Cass. Penale Sez. IV nn. 23604 - 34327- 41791/2009). La giurisprudenza ha, inoltre, evidenziato quali siano gli elementi utili ai fini della qualificazione della fattispecie concreta in termini di nolo a caldo, nonché la differenza esistente, a prescindere dal nomen iuris attribuito dalle parti al rapporto negoziale, tra quest’ultima e gli schemi contrattuali dell’appalto e del subappalto (artt. 1655 c.c. e ss.). Nello specifico, l’appaltatore e l’eventuale subappalta-
COME LEGGERE GLI ARTICOLI Gli articoli qui riportati solo nell’incipit sono fruibili per intero nel Quaderno e nelle rispettive aree tematiche del portale della rivista agli indirizzi Internet: rivista.ording.roma.it/civile rivista.ording.roma.it/industriale rivista.ording.roma.it/informazione rivista.ording.roma.it/intersettoriale a cui è possibile accedere anche attraverso i QR code di area.
40 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
I CONTRIBUTI SUL QUADERNO tore si obbligano nei confronti del committente al compimento di un’opera ovvero alla prestazione di un servizio, organizzando i mezzi di produzione e l’attività lavorativa per il raggiungimento di un risultato produttivo autonomo. Diversamente, nel nolo il locatore mette a disposizione solo il macchinario ed, eventualmente, l’addetto al suo utilizzo, senza alcuna ingerenza nella attività produttiva e nell’organizzazione aziendale del noleggiatore”...
L’OTTIMIZZAZIONE DELLE PERFORMANCE OSPEDALIERE ATTRAVERSO LA GESTIONE E IL CONTROLLO
Autore: Ing. F. Mete Visto da: Ing. E. Amodeo, Ing. M. Cerri Commissione: L’ingegneria nei sistemi di gestione integrati PREMESSA Questo articolo avrà un taglio qualitativo. Si sarebbero potuti descrivere indicatori, formule matematiche e calcoli statistici alla base dei risultati progettuali, ma in tale maniera ci si sarebbe allontanati da quello che è il vero obiettivo del presente articolo: comprendere come semplici tecniche strutturate, ivi compresa l’applicazione di corrette tecniche gestionali, siano in grado di migliorare, anche in maniera considerevole, le performance delle organizzazioni e in particolar modo delle strutture ospedaliere pubbliche. I risultati progettuali potranno essere mostrati in una seconda faseresi pubblici a livello nazionale. Per focalizzare l’attenzione sul miglioramento delle prestazioni delle aziende ospedaliere pubbliche si è scelto di descrivere gli step di un progetto, denominato “Monitoraggio della spesa Per la manutenzione degli immobili del SSN”, realizzato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (di seguito Agenas) e da alcune Regioni italiane, che hanno aderito al progetto su base volontaria. Tale progetto ha cercato e sta cercando di individuare delle “good practices” per quanto concerne la manutenzione ordinaria degli immobili e i costi energetici, al fine di migliorare l’efficienza e l’efficacia negli ospedali e ridurre gli sprechi organizzativo-gestionali. Si è scelto di mostrare, con questo articolo, le sole scelte progettuali adottate e le motivazioni a monte, evidenziando gli aspetti innovativi e le sfide che il suddetto progetto si porta dietro, piuttosto che i risultati avuti dalle singole strutture ospedaliere facenti parte del gruppo di lavoro. Il focus di questo articolo sarà quindi quello di confutare e di comprendere che talune tecniche, sistemi di gestione su tutte, possono e devono essere implementate attivamente dalle aziende pubbliche perché potranno fornire un valido supporto ai responsabili delle unità operative e all’alta direzione, per monitorare meglio una serie di indicatori di performance della propria azienda. IL PROGETTO NEL DETTAGLIO: IL RAZIONALE Il progetto “Monitoraggio della spesa per la manutenzione degli immobili del SSN” è un progetto di ricerca autofinanziato, proposto da Agenas, coordinato con alcune Regioni
italiane e sviluppato con l’intento di monitorare il costo di manutenzione ordinaria e di consumo energetico degli ospedali italiani, aspetti ancora poco studiati a livello sistemico in Italia. Il progetto prevede di arrivare alla condivisione e alla stesura di linee guida per gestione della manutenzione e dei relativi costi standard e alla predisposizione di KPI condivisi. In sede di sviluppo progettuale, gli obiettivi ipotizzati sono stati: – aggiornare la ricognizione sistematica di tutti gli immobili utilizzati dai rispettivi sistemi sanitari regionali con le informazioni tecniche necessarie per eseguire le valutazioni previste dal progetto, organizzandole su un database, quale primo tassello del data warehouse che sarà rilasciato a ciascuna Regione partecipante al termine del progetto; – elaborare una proposta di linee guida per avviare una rilevazione sistematica dei dati del flusso del conto economico riguardanti la manutenzione, al fine di consentire l’avvio a regime dell’aggiornamento del monitoraggio delle voci di spesa oggetto dell’indagine e aggiornare i range di costi standard di riferimento per la manutenzione, organizzando le informazioni su dei database; – consegnare alle aziende che hanno partecipato al progetto un sistema informatizzato di gestione delle informazioni sulle caratteristiche del patrimonio immobiliare e il monitoraggio delle relative spese di manutenzione; – formulare dei range di costi standard di riferimento per la manutenzione delle diverse tipologie di strutture sanitarie;...
41 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
I CONTRIBUTI SUL QUADERNO zione che costituiscono grandi superfici complanari e potenzialmente riflettenti ha posto la problematica di verificare il potenziale abbagliante degli stessi al fine di escludere problematiche relative alla sicurezza nei pressi delle infrastrutture di trasporto in generale ed in particolare alla sicurezza del volo nei pressi dei sedimi aeroportuali. In medicina l’abbagliamento è considerato un disturbo transitorio della vista, percepibile come una sensazione eccessiva di luce, causato da un’alterazione delle vie oculari o nervose ovvero un turbamento o una soppressione momentanea della vista per l’azione di un corpo luminoso sugli occhi. La radiazione luminosa ha la potenzialità di consumare il pigmento presente nei bastoncelli della retina, e se l’organismo non fa in tempo a risintetizzarlo l’occhio perde la capacità di vedere nitidamente. Il danno può essere temporaneo o nei casi estremi permanente. Conseguenza dell’abbagliamento sono evidentemente la riduzione delle prestazioni visive, a carattere debilitante (un peggioramento istantaneo, temporaneo, ma reversibile delle funzioni visive) o molesto, (senso di disagio che non determina inabilità visiva, ma disturbi astenopeici, difficoltà di concentrazione, riduzione della capacità di attenzione, aumento delle probabilità di errore e riduzione del rendimento)...
METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE DEI POTENZIALI RISCHI DA SCINTILLIO E DA ABBAGLIAMENTO DA PARTE DI IMPIANTI DI PRODUZIONE DI ENERGIA A CONCENTRAZIONE SOLARE
Autore: Clifford K. Ho; Cheryl M. Ghanbari; Richard B. Diver Tradotto da: G. Mazza; P. Mazzaracchio; J. Paronitti Commissione: Aviazione civile ato il crescente numero di impianti di produzione di energia a concentrazione solare in fase di disegno e sviluppo, il potenziale impatto di scintillio e d’abbagliamento da parte di collettori e ricevitori a concentrazione solare sta attirando una sempre maggiore attenzione come un potenziale pericolo o come un fattore di distrazione per autisti, piloti e pedoni. Questo articolo fornisce dei metodi analitici per valutare l’irraggiamento speculare e diffuso originato da sorgenti riflettenti in funzione della distanza e delle caratteristiche della sorgente. Saranno forniti degli esempi di problematiche per entrambi i casi di fonti diffuse e speculari e la validazione di tali modelli viene effettuata tramite delle prove. Inoltre, un sommario delle metriche di sicurezza preso dalla bibliografia per valutare i pericoli potenziali di irraggiamento calcolati del scintillio e dell’abbagliamento per delle esposizioni di breve termine. In precedenza, le metriche di sicurezza si concentravano sulla prevenzione del danno oculare permanente (es. ustione della retina). Le nuove metriche usate in questo articolo prendono in considerazione il danno temporaneo di immagine residua che può avvenire per valori di irraggiamento di vari ordini di grandezza inferiori a quelli necessari per un danno oculare irreversibile [DOI: 10.1115/1.4004349]...
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Area industriale
IL PROBLEMA DELL’ABBAGLIAMENTO IN AMBITO AEROPORTUALE
Autore: Ing. P. Mazzaracchio, Ing. G. Mazza Visto da: Ing. S. Sciuto Commissione: Aviazione civile a politica energetica nazionale ha portato ad un grande sviluppo sul territorio di impianti di produzione energetica rinnovabile. Impianti fotovoltaici o solari a concentra-
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I CONTRIBUTI SUL QUADERNO
Area intersettoriale
ARBITRATO - ALTERNATIVA AL GIUDIZIO ORDINARIO
Autore: Ing. G. Vitali Visto da: Ing. F. Sciarra, Ing. R. Villa Commissione: Mediazione e arbitrato aramente, durante lo svolgimento di un contratto, le parti arrivano al termine della Commessa senza che una delle due (in genere l’Impresa esecutrice o fornitrice di beni e servizi) apra una procedura di contenzioso, per vedersi riconoscere somme superiori all’importo contrat-
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tuale cui ritiene di avere diritto, in seguito alle asserite variate condizioni di esecuzione del contratto, rispetto a quanto previsto in sede di offerta. Tale procedura si svolge normalmente presso la magistratura ordinaria, quando nei contratti si fa esplicito riferimento al Foro competente. Tuttavia, non è un segreto per nessuno che i tempi della magistratura ordinaria sono molto dilatati anche perché – stante la parziale o nulla conoscenza del giudice in ordine ad aspetti squisitamente tecnici – il tribunale nomina uno o più Consulenti Tecnici di Ufficio (CTU) assegnando tempi anche lunghi a seconda della complessità del contendere. In tali condizioni spesso accade che le Imprese che hanno intentato un’azione giudiziaria vedano riconoscersi i loro diritti solo dopo diversi gradi di giudizio e dopo molti anni, quando è, ahimè, talvolta troppo tardi. Esiste, però, nell’ordinamento italiano la possibilità di fare ricorso ad una misura alternativa, poco conosciuta e poco applicata, specie nel campo dei rapporti tra privati, che si chiama Arbitrato ed è regolato dal Titolo VIII del Codice di Procedura Civile, come modificato dal Decreto Legislativo n. 40 del 02.02.2006... ■
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FOCUS
a cura di Ing. D. Morea Ing. L. Bongiovanni
IL CONSULENTE TECNICO INGEGNERE NELLE OPERAZIONI DI PROJECT FINANCING Le opportunità concesse dal D. Lgs. 18 aprile 2016, n. 50. 44 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
FOCUS
L’OBIETTIVO DEL FOCUS ALLA LUCE DEL RECENTE D. LEG.VO 18 APRILE 2016, N. 50 (NUOVO CODICE DEGLI APPALTI PUBBLICI E DEI CONTRATTI DI CONCESSIONE – NCAPCC), È DI INDIVIDUARE CON CHIAREZZA E PRECISIONE, LE POSSIBILITÀ E MODALITÀ DI DEFINIZIONE DELLA PROCEDURA D’ATTUAZIONE DELLA COSTRUZIONE D’INFRASTRUTTURE D’INTERESSE PUBBLICO CON RICORSO ALLA TECNICA DEL PROJECT FINANCING E SU COME LA STESSA POSSA COSTITUIRE UN’OPPORTUNITÀ PER IL CONSULENTE TECNICO INGEGNERE.
1. INTRODUZIONE in base al recente d. leg.vo 18 aprile 2016, n. 50 (Nuovo Codice degli Appalti Pubblici e dei Contratti di Concessione – NCAPCC), il Focus individua con chiarezza e precisione, le possibilità e modalità di definizione della procedura d’attuazione della costruzione d’infrastrutture d’interesse pubblico con ricorso alla tecnica del Project Financing e su come la stessa possa costituire un’opportunità per il Consulente tecnico ingegnere. Questo, in continuità con un precedente articolo degli stessi autori, i quali hanno dimostrato come
la figura del Consulente tecnico ingegnere assume un ruolo essenziale nella formulazione e valutazione di un investimento nel settore pubblico realizzato con l’utilizzo di capitali privati mediante la tecnica del Project Financing [15]. nel presente Focus sono analizzate le funzioni che possono essere affidate, con riferimento al nCapCC, al Consulente tecnico ingegnere, nell’ambito dei progetti di partenariato pubblicoprivato (ppp), e viene effettuato un confronto con quanto previsto dalle procedure adottate dalla banca mondiale (“A guide for hiring and managing advisors for private participation in infrastructure How to select and manage PPI advisors”) [19]. la banca mondiale svolge una funzione di guida degli enti di Finanziamento internazionali, i quali sono i principali finanziatori d’infrastrutture a sostegno di un gran numero di paesi, e costituisce, pertanto, una fonte altamente qualificata nel settore del Project Financing1. inoltre, si farà riferimento a quanto stabilito dall’unione europea (ue) in tema di ppp e a quanto contenuto nella pubblicazione della Commissione europea “Guidelines for successful public-private partnerships” [7].
Public-Private-Partnership in Infrastructure Resource Center for Contracts, Laws and Regulations (PPPIRC), https://goo.gl/jBpzTS è un’istituzione della Banca Mondiale che offre strumenti pratici per sviluppare iniziative di partecipazione pubblicoprivate. 1
45 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
FOCUS
2. IL D. LGS. 18 APRILE 2016, N. 50: PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO (PPP) E PROJECT FINANCING il nCapCC definisce “Contratto di Partenariato Pubblico-Privato (PPP)”, un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto con il quale una o più stazioni appaltanti conferiscono a uno o più operatori economici per un periodo determinato in funzione della durata dell’ammortamento dell’investimento o delle modalità di finanziamento fissate, un complesso di attività consistenti nella realizzazione, trasformazione, manutenzione e gestione operativa di un’opera in cambio della sua disponibilità, o del suo sfruttamento economico, o della fornitura di un servizio connesso all’utilizzo dell’opera stessa, con assunzione di rischio secondo modalità individuate nel contratto, da parte dell’operatore [6]. nel predetto ambito, si applica la tecnica del Project Financing.
il nCapCC fa riferimento, unicamente, alle figure tecniche che sono abilitate alla stesura dei progetti e delle analisi economico-finanziarie (art. 46), senza indicare, in dettaglio, i compiti affidati alle stesse [6]. la banca mondiale prescrive, invece, dettagliatamente le funzioni del Consulente tecnico [7,19]. gli autori, intendono mostrare, attraverso un confronto con le procedure previste dalla banca mondiale, le attività che debbono essere svolte per perseguire gli obiettivi di cui al nCapCC e mettere in evidenza i punti ove la professionalità dell’ingegnere è richiesta e non può essere sostituita. nell’ordinaria procedura degli appalti di costruzione, la figura dell’ingegnere partecipa come estensore del progetto, come direttore tecnico della costruzione e come controllore dell’esecuzione dei lavori (direttore del lavori). la proprietà dell’infrastruttura è pubblica ed, anche, l’operatore dell’infrastruttura è pubblico. il nCapCC regola l’attività di ppp in cui la proprietà dell’infrastruttura è sempre pubblica e vengono affidate ai privati, oltre alle attività di progettazione e costruzione (come previsto negli appalti tradizionali), anche il finanziamento della costruzione, la gestione operativa dell’infrastruttura e la concessione di servizi realizzati attraverso l’infrastruttura medesima. il nCapCC medesimo norma le attività svolte dalla pubblica amministrazione (pa), ma, nell’art. 183 (Finanza di progetto), introduce la figura dell’operatore privato che formula la proposta di concessione, sottoponendo la documentazione tecnica e finanziaria [6]. Quindi, vi è, anche, un’altra fonte d’attività dell’ingegnere, che ricade nella consulenza ai soggetti privati per l’analisi della convenienza dell’operatore privato ad investire nel ppp. Queste attività di consulenza sono analoghe a quelle fornite per la pa, ma possono garantire un notevole ampliamento del mercato per il Consulente tecnico ingegnere che possiede una comprovata esperienza nel settore del ppp.
3. LA PARTECIPAZIONE DEL CONSULENTE TECNICO INGEGNERE NELLE OPERAZIONI DI PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO (PPP) E PROJECT FINANCING: D. LGS. 18 APRILE 2016, N. 50, E PRATICA INTERNAZIONALE nella tabella 1, sono state riportate le attività ove si articola la partecipazione del Consulente tecnico ingegnere nelle operazioni di ppp e di Project Financing, sia secondo quanto normato dal nCapCC sia secondo quanto svolto nella pratica internazionale.
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FOCUS
Tabella 1. Le attività ove si articola la partecipazione del Consulente Tecnico Ingegnere nelle operazioni di PPP e di Project Financing, sia secondo quanto normato dal NCAPCC sia secondo quanto svolto nella pratica internazionale.
Numero Riferimento Ri ferimento ddel Nu m e ro el progressivo eg.vo 18 progressivo D. LLeg.vo Aprile, Aprile, 2016, n. n. 50 ((NCAPCC) NCAPCC)
Procedura Pr ocedura ddii Partenariato Partenariato Pubblico-Privato Pu bblico-Privato ((PPP) PPP) nnel el D. LLeg.vo eg.vo 18 Aprile, Aprile, 2016, n. 5500 ((NCAPCC) NCAPCC)
Riferimenti Partecipazione Ri ferimenti ddella ella Ba Banca nca Partecipazione Mondiale Del Consulente Mo n d ia le nsulente Tecnico T e c n ic o Del Co [Public-Private-Partnership [Public-Private-Partnership iinn Ingegnere Ingegnere Infrastructure In frastructure Resource R e s o u rc e Center Lawss Center for for Contracts, Contracts, Law and Regulations Regulations ((PPPIRC)] P P P IR C )]
1
Contratto Co ntratto di PPP Conferimento, Co nferimento, rrealizzazione, e a liz z a z io n e , trasformazione, tr asformazione, manutenzione manutenzione e gestione gestione di di un’opera un’opera iinn cambio cambio della della sua sua disponibilità disponibilità (costruzione), (costruzione), o fornitura fornitura di di un servizio servizio cconnesso onnesso all’utilizzo. all’utilizzo.
Mo Modelli delli di di par partecipazione tecipazione privata pr ivata corrispondentI corrispondentI Co Concessioni, ncessioni, ll’operatore ’operatore ha ha responsabilità la responsabilità dell’operazione e la la dell’operazione manutenzione ddegli egli aattivi ttivi eedd manutenzione finanziamento degli degli anche iill finanziamento investimenti. investimenti. BO T, ccostruzione ostruzione ddii una una BOT, singola singola infrastruttura, infrastruttura, operazione operazione per un periodo periodo a fronte fronte di di un un canone canone e restituzione restituzione all’Ente all’Ente PPubblico ubblico alla alla ffine ine del periodo. periodo. l’ente pubblico pubblico finanzia f in a n z ia DBO, l’ente costruzione che che vviene iene la costruzione pr ogettata, costruita costruita e ges t it a progettata, gestita dal privato. privato.
2
Art.t. 3, Ar 3, comma comma 1
Ar Art.t. 180, 180, com comma ma 1
Il contratto contratto ppuò uò avere avere ad ad oggetto oggetto anche la la progettazione progettazione di fattibilità fattibilità tecnico tecnico ed ed economica economica e la la progettazione progettazione definitiva definitiva delle operee o dei servizi delle oper servizi connessi. connessi.
L’Amministrazione, L’Amministrazione, attraverso attraverso un Consulente Consulente Tecnico, Consulente Tecnico, un Co n s u le n t e economico-finanziario economico-finanziario eedd uno legale, prepara legale, pr epara un documento preliminare documento pr eliminare Information Information Memorandum, M e m o ra n d u m , nel quale viene quale vi ene definito definito che che cosa la spera la PA sp era ddii oottenere, tte n e re , gli gli scopi scopi che che iill progetto progetto si si pone, i par parametri ametri iindicativi ndicativi delle prestazioni delle pr estazioni finanziare finanziare ed operative, operative, una descrizione descrizione della mercato della sstruttura truttura del m ercato e le disposizioni disposizioni cche he regolamenteranno regolamenteranno iill contratto. con tratto.
Al Consulente Consulente Tecnico T e c n ic o Ingegnere Ingegnere la PA PA richiederà richiederà di di informazioni sulle s u lle fornire fo rnire informazioni infrastrutture esistenti esistenti e ssulla ulla infrastrutture necessità d’investire d’investire sul sul medio medio necessità lungo termine lungo termine e come come qquesti u e s ti investimenti ppossano investimenti ossano aavere v e re impatto sugli impatto sugli oobiettivi biettivi del del PPPP. PP. Consulente TTecnico Il Consulente ecnico Ingegnere pr Ingegnere produrrà odurrà un rapporto rapporto che delineerà che delle delineerà la la fattibilità fattibilità del le differenti forme differenti forme di PPPP PP che che potranno essere potranno essere iinn grado grado di garantire garantire iill raggiungimento raggiungimento degli della degli obiettivi obiettivi del la PA. PA.
Il Consulente Tecnico Consulente Tecnico Ingegnere partecipa alla tecipa al la Ingegnere par redazione dello sstudio tudio di di redazione dello fattibilità he ddovrà ovrà ccontenere ontenere fattibilità cche una sufficiente descrizione dei sufficiente descrizione dettagli tecnici, per consentire consentire dettagli tecnici, agli agli iinvestitori nvestitori la vvalutazione alutazione ddii un loro eventuale loro ev entuale interessamento progetto. interessamento al pr ogetto. Inoltre, coordinerà Inoltre, si co ordinerà con con ilil Consulente Consulente finanziario finanziario per fornire costiti fornire i parametri parametri dei cos d’investimento operativi d’investimento eedd oper ativi per la gestione gestione ddell’infrastruttura. ell’infrastruttura. Inoltre, Inoltre, dovrà dovrà pianificare pianificare la la realizzazione realizzazione degli degli investimenti, i n v e s t i m e n t i, preparando preparando un diagramma diagramma d’esecuzione, d’esecuzione, attraverso attraverso iill qualee sa sarà determinato qual rà det erminato ilil piano piano dei ccosti. osti. Consulente Il C onsulente Tecnico Tecnico Ingegnere In gegnere preparerà preparerà il pprogetto ro g e tto definitivo def initivo per l’Appalto l’Appalto (secondo (s econdo llaa regolamentazione regolamentazione ririportata portata nnel el Titolo Titolo III ddel el NCAPCC). NCAPCC). Segue Tabella 1 >>
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FOCUS
Numero Riferimento Ri ferimento ddel Numero el eg.vo 18 progressivo D. LLeg.vo progressivo Aprile, 2016, n. Aprile, n. 50 ((NCAPCC) NCAPCC)
Procedura Procedura ddii Partenariato Partenariato Pubblico-Privato Pubblico-Privato (PPP) (PPP) nel nel D. LLeg.vo Aprile, eg.vo 18 Ap rile, 2016, n. 50 50 (NCAPCC) (N C A P C C )
4
Art. Art. 180, comma comma 4 e 5
Valutazione L’Information Memorandum Valutazione della della L’Information M e m o ra n d u m contropartita economica er svolge contropartita econ omica pper svolge ll’analisi ’analisi ddella ella ggestione estione l’operatore. del PPP accompagnato l’operatore. PPP ed è accom pagnato da un modello economicomodello ec onomicofifinanziario nanziario cche he ddefinirà efinirà ilil flflusso usso di di ccassa assa ooperativo, perativo, in cui sono sono iinseriti nseriti i cost cui costii d’investimento ed oper ativi. IIll d’investimento operativi. modello Ecofin Ecofin è lloo modello st rumento di di va lu t a z io n e strumento valutazione della ccontropartita ontropartita della economica equa per economica l’operatore pprivato rivato del del PPPP. PP. l’operatore
chiede la la NCAPCC Il N CAPCC ririchiede valutazione, parte della della PA, PA, va lutazione, da parte contropartita economica economica della del la contropartita ’operatore. IIll C onsulente Consulente per ll’operatore. ecnico In gegnere, con il Tecnico Ingegnere, Tecni inanziario, dovrà d o vrà Consulente Consulente ffinanziario, modello ((previsto previsto realizzare realizzare iill modello emorandum nell’Information Memorandum nell’Information M procedura internazionale) internazionale) della della procedura alla PA PA uno sstrumento trumento e ffornire ornire alla definizione di valutazione valutazione per llaa definizione contropartita economica. economica. della della contropartita sottolineare che che la Occorre Occorre sottolineare dell’operatore privato privato decisione decisione dell’operatore PPP dipende dipende di partecipare partecipare al PPP dal l’attrattività dall’attrattività del l’investimento e, e, qui ndi, dell’investimento quindi, contropartita economica. economica. dal la contropartita dalla
5
Art. Art. 180, comma comma 6
Ga Garanzia ranzia del dell’equilibrio l’equilibrio economico-finanziario. economico-finanziario. IInn sede sede di di gara, g a ra, l’Amministrazione l’Amministrazione ppuò uò contribuire contribuire ccon on la la ccessione e s s io n e di beni immobili. immobili.
La possibilità, parte della della possibilità, da parte PA, di cconcedere oncedere beni immobiliari all’operatore immobiliari all’operatore economico la necessità necessità di economico pone la valutare questi beni beni e llaa loro loro valutare questi utilizzabilità. Consulente utilizzabilità. IlIl Consulente Tecnico dovrà Ingegnere dov rà Tecnico Ingegnere svolgere documento umento di Due svolgere un doc investigazione e Diligence D iligence ((investigazione d e lle valutazione va lutazione delle el pprogetto) rogetto) immobilizzazioni im mobilizzazioni ddel hé una stima stima del loro loro nonché nonc valore. va lo r e .
Riferimenti Partecipazione Riferimenti ddella ella Ba Banca nca Partecipazione Mondiale nsulente TTecnico e c n ic o Mondiale Del Co Consulente [Public-Private-Partnership [Public-Private-Partnership in in Ingegnere Ingegnere Infrastructure Infrastructure Resource R e s o u rc e Center Lawss Center for for Contracts, Contracts, Law and Regulations Regulations ((PPPIRC)] P P P IR C )]
La pratica pratica iinternazionale nternazionale affida contratto, af fida al cont ratto, e, quindi, quindi, all’esperienza Consulente al l’esperienza del C onsulente legale legale cche he lo redige, redige, la sscelta celta di m misure mitigazione isure di m itigazione attraverso meccanismi attraverso m eccanismi contrattuali contrattuali ((garanzie, garanzie, impegni impegni ttra ra le pparti, arti, ccompensazioni ompensazioni m onetarie e monetarie nel le per formances). IIll nelle performances). C onsulente llegale egale è Consulente af fiancato dal Consulente Consulente affiancato TTecnico ecnico IIngegnere, ngegnere, il qquale uale st abilisce ilil valore valore dei dei ddanni anni stabilisce ch otrebbero vverificarsi erificarsi a chee ppotrebbero se guito dell’attuarsi dell’attuarsi ddii rischi. rischi. seguito
Segue Tabella 1 >>
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FOCUS
Nu Numero m e ro Ri Riferimento ferimento del del progressivo progressivo D. LLeg.vo eg.vo 18 Aprile, Aprile, 2016, n. n. 50 ((NCAPCC) NCAPCC)
Procedura Pr ocedura ddii Partenariato Partenariato Pubblico-Privato Pu bblico-Privato ((PPP) PPP) nel nel Aprile, D. LLeg.vo eg.vo 18 Ap rile, 2016, n. 5500 ((NCAPCC) NCAPCC)
Ri Riferimenti ferimenti ddella ella Banca Banca Partecipazione Partecipazione Mondiale Del Co Consulente Mo n d ia le nsulente TTecnico e c n ic o [Public-Private-Partnership [Public-Private-Partnership in in Ingegnere Ingegnere Infrastructure In frastructure Resource R e s o u rc e Center Lawss Center for for Contracts, Contracts, Law and Regulations Regulations (PPPIRC)] (P P P IR C )]
6
Art. Art. 180, comma comma 7
La documentata documentata disponibilità di sponibilità di un fifinanziamento nanziamento è ccondizione ondizione alutazione d’ ammissione di vvalutazione d’ammissione ratto di PPP. ad un cont contratto
necessità di un La necessità richiede uuna na finanziamento finanziamento richiede Cons onsulenza Tec nica Consulenza Tecnica del l’Ingegnere alle alle BBanche anche cche he dell’Ingegnere debbono er ogarlo. Tale Tale erogarlo. onsulenza ssii svolge svolge attraverso attraverso Cons Consulenza analisi ttecnica ecnica del PPPP PP un’ un’analisi n’investigazione me diante uun’investigazione mediante mmobilizzazioni es istenti, delle esistenti, delle iimmobilizzazioni alutarne ll’efficienza ’efficienza e per vvalutarne atte alla alla realizzazione realizzazione l’efficacia l’efficacia atte ettivi, ed una verifica verifica deglii obi obiettivi, degl ogetti per llee oper progetti operee da dei pr realizzare. re alizzare.
7
Ar Art.t. 181, 181 ccomma omma 2
Le AAmministrazioni mministrazioni aggiudicatrici pr ovvedono aggiudicatrici provvedono all’affidamento dei cont ratti all’affidamento contratti gara ilil ponendo a bas basee di gara progetto definitivo definitivo ed ed uno progetto schema di di contratto contratto e di di schema piano economicoeconomicopiano finanziario, cche he disciplinino disciplinino finanziario, l’allocazione dei rrischi ischi tra tr a l’allocazione Amministrazione Amministrazione aggiudicatrice eedd oper atore aggiudicatrice operatore economico. economico.
Il comma comma rribadisce ibadisce la nnecessità ecessità della Consulenza di disporre disporre del la C onsulenza Ingegneristica Ingegner ngegneristica per redigere redigere ilil progetto pr ogetto e lloo studio studio di ffattibilità attibilità nonché nonc hé per la ddefinizione efinizione ddei ei ririschi. s c h i.
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Ar Art.t. 181, ccomma omma 3
La scelta preceduta scelta è pr eceduta da un’adeguata un’adeguata iistruttoria, struttoria, con riferimento riferimento aall’analisi ll’analisi della della domanda alla domanda e dell’offerta, dell’offerta, al la sostenibilità sostenibilità economicoeconomicofinanziaria eedd econom icofinanziaria economicosociale dell’operazione, dell’operazione, al la sociale alla natura ed ed all’intensità all’intensità ddei ei natura diversi rischi rischi presenti presenti diversi nell’operazione nell’operazione di PPP, anche ut utilizzando ilizzando tecniche tecniche di valutazione valutazione mediante mediante strumenti strumenti di di comparazione comparazione per verificare verificare la la convenienza del del ricorso ricorso a convenienza forme di di PPP medesimo medesimo in forme alternativa alla alla realizzazione realizzazione alternativa diretta tramite tramite normali n o r m a li diretta procedure d’appalto. d’appalto. procedure
comma rimarca Il comma rimarca le le attività attività da svo lgere pper svolgere er llaa fformulazione o r m u la z io n e del PPP, PPP, che che comportano comportano delle aattività ttività già già l’l’espletamento espletamento delle descritte puntii 1, 1, 22,, 3 e 4 des critte ai punt della presente tabella. tabella. del la presente
Segue Tabella 1 >>
49 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
FOCUS
Numero Numero Ri Riferimento ferimento del del progressivo progressivo D. LLeg.vo eg.vo 18 Aprile, Aprile, 2016, n. n. 50 ((NCAPCC) NCAPCC)
Procedura Procedura ddii Partenariato Partenariato Pubblico-Privato Pubblico-Privato (PPP) (PPP) nel nel D. LLeg.vo Aprile, eg.vo 18 Ap rile, 2016, n. 50 50 (NCAPCC) (N C A P C C )
Riferimenti Riferimenti ddella ella Banca Banca Partecipazione Partecipazione Mondiale Del Co Consulente Mondiale nsulente TTecnico e c n ic o [Public-Private-Partnership [Public-Private-Partnership in in Ingegnere Ingegnere Infrastructure Infrastructure Resource R e s o u rc e Center Lawss Center for for Contracts, Contracts, Law and Regulations Regulations (PPPIRC)] (P P P IR C )]
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Art. Art. 181, comma comma 4
L’Amministrazione L’Amministrazione aggiudicatrice aggiudicatrice esercita esercita ilil controllo. controllo. SSull’attività ull’attività del l’operatore dell’operatore econom ico, at traverso llaa economico, attraverso pr edisposizione ed predisposizione appl icazione di ssistemi istemi di applicazione mo n it o r a g g io . monitoraggio.
La pratica pratica iinternazionale nternazionale predispone predispone un attento attento monitoraggio monitoraggio ddel el PPP PPP in in fase fa s e dd’esecuzione edispone predispone d’esecuzione e pr due ttipi ipi di Co n s u le n z e Consulenze Tec niche in qquesta uesta ffase: ase: Tecniche quel la per ilil monitoraggio, monitoraggio, quella l’l’approvazione approvazione dei pagamenti pagamenti in termedi e la valutazione valutazione intermedi d’ investimenti aaddizionali, ddizionali, d’investimenti ch ovessero rrendere endere chee si ddovessero nec essari; necessari; quel la per ilil monitoraggio monitoraggio del del quella ra ggiungimento ddelle e lle raggiungimento per formance ccontrattuali ontrattuali iinn performance termini d’avanzamento d’avanzamento ddelle elle termini costruzioni e degli degli costruzioni investimenti nonché nonché di investimenti qualità dei servizi servizi ssvolti. volti. qualità
NCAPCC prevede evede iill Il N CAPCC pr monitoraggio, mandando le le mo nitoraggio, ririmandando modalità quanto stabilirà s t a b ilir à mo dalità a quanto ll’ANAC. ANAC. Si rritiene itiene che che ilil potrà essere essere monitoraggio mo nitoraggio potrà secondo quel lo adot tato svolto quello adottato svo lto secondo ratica in ternazionale internazionale nella ppratica descritta. des critta.
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Art. Art. 182, 182 comma comma 1
finanziamento può, può, anche Il finanziamento anche,, riguardare iill conferimento conferimento riguardare di as sets patrimoniali patrimoniali assets pubbl ici e pr ivati. La pubblici privati. remunerazione del del capitale c a p ita le remunerazione in vestito è ddefinita efinita nel nel investito con tratto. contratto.
I Consulenti Consulenti Tecnici Tecnici Ingegneri Ingegneri devono devono vverificare erificare le condizioni condizioni degli degli assets assets esistenti, esistenti, vvalutare alutare le le necessità necessità di riabilitazione riabilitazione e valutare valutare la la nnecessità ecessità di di nuovi nuovi investimenti investimenti in infrastrutture. infrastrutture.
Il N NCAPCC, stabilendo che che iill CAPCC, stabilendo finanziamento può riguardare, riguardare, finanziamento può anche, onferimento ddii anche il cconferimento assets, stabilisce la la neces necessità sità assets, stabilisce di predisporre verifica e predisporre una verifica valutazione PPP. Questa Questa valutazione nel PPP. valutazione tecnica ((nota nota come com e valutazione tecnica rapporto Duee Di Diligence) rapporto di di Du lig e n c e ) è propria delle propria del le competenze competenze dell’Ingegnere. dell’Ingegnere.
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Art. Art. 182, comma comma 2
Il contratto contratto def definisce inisce i rrischi ischi tr trasferiti asferiti e le m modalità odalità di di mo nitoraggio del la lloro oro monitoraggio della per manenza ent ro iill ciclo ciclo di permanenza entro vi ta ddel el rrapporto a p p o r to vita con trattuale. contrattuale.
altre La Banca Banca Mondiale Mondiale ed al tr e Istituzioni Internazionali Is tituzioni In ternazionali adottano adot tano specifici specifici contratti contratti rredatti edatti dall’International dall’International Federation Feder ation of Consulting Consulting Engineers chee Engi neers (FIDIC), (FIDIC), ch stabiliscono compiti st abiliscono i co mpiti ddei ei Consulenti nella C onsulenti Tecnici Tecnici nel la valutazione dei dei rrischi ischi e del del valutazione monitoraggio nnel el corso corso ddella e lla monitoraggio vita ddel el progetto. p r o g e tto . vita
Cfr. onsiderazioni ddii cui cui aall Cf r. llee cconsiderazioni puntoo 9. 9. punt
Segue Tabella 1 >>
50 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
FOCUS
Nu Numero m e ro Ri Riferimento ferimento del del progressivo progressivo D. LLeg.vo eg.vo 18 Aprile, Aprile, 2016, n. n. 50 ((NCAPCC) NCAPCC)
Procedura Pr ocedura ddii Partenariato Partenariato Pubblico-Privato Pu bblico-Privato ((PPP) PPP) nel nel Aprile, D. LLeg.vo eg.vo 18 Ap rile, 2016, n. 5500 ((NCAPCC) NCAPCC)
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Glii ooperatori Gl peratori eeconomici c o n o m ic i possono presentare pos sono pr esentare aalle lle amministrazioni am ministrazioni aggiudicatrici proposte aggi udicatrici pr oposte relative alla alla realizzazione, realizzazione, in relative concessione, di lavori lavori concessione, pubblici o di lavori lavori di pubblici pubblica utilità, utilità, incluse incluse le pubblica strutture dedicate dedicate aalla lla strutture nautica da diporto, diporto, non nautica presenti negl strumenti di presenti neglii strumenti programmazione approvati approvati programmazione dall’Amministrazione dall’Amministrazione aggiudicatrice sulla sulla bas aggiudicatrice basee della normativa normativa vigente. vigente. La della proposta contiene contiene un proposta progetto di ffattibilità, attibilità, una progetto bozza di convenzione, convenzione, ilil bozza piano economico-finanziario economico-finanziario piano asseverato da uno dei asseverato soggetti ddii cu mma 99,, soggetti cuii aall co comma primo per iodo, e llaa primo periodo, specificazione ddelle e lle specificazione caratteristiche del del ser v iz io e caratteristiche servizio della gestione. gestione. della
Art. Art. 183, 183 comma comma 1155
Ri Riferimenti ferimenti ddella ella Banca Banca Partecipazione Partecipazione Mondiale Del Co Consulente Mo n d ia le nsulente TTecnico e c n ic o [Public-Private-Partnership [Public-Private-Partnership in in Ingegnere Ingegnere Infrastructure In frastructure Resource R e s o u rc e Center Lawss Center for for Contracts, Contracts, Law and Regulations Regulations (PPPIRC)] (P P P IR C )] L’art. 183 “Finanza “Finanza di L’art. 183 Progetto” tratta atta delle d e ll e Progetto” tr procedure ’affidamento di procedure dd’affidamento con concessioni soggetti cessioni a sog getti privati privati ch resentino of ferte ch chee ppresentino offerte chee con templino ll’utilizzo ’utilizzo di risorse risorse contemplino arzialmente a to talmente o pparzialmente totalmente ei sog getti pproponenti. roponenti. car ico ddei carico soggetti ai pprogetti rogetti pproposti roposti ddalla a lla Oltre ai Oltre he prepara prepara ilil progetto progetto di PA, cche ’articolo contempla contempla fattibilità, ll’articolo fattibilità, he siano siano gglili possibilità cche la possibilità ivati a formulare formulare llaa operatori pr operatori privati oncessione, proposta di cconcessione, proposta so ttoponendo llaa sottoponendo doc umentazione ttecnica ecnica e documentazione onsulente finanziaria. IIll C finanziaria. Consulente ngegnere ha quindi, Tecnico IIngegnere Tecnico ha,, quindi, svolgere la possibilità ddii svolgere la possibilità ogetti e gl preparazione dei pr preparazione progetti glii non soltanto soltanto per llaa PA PA studi, non studi, ivati. anche per i pr ma, anche, privati.
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51 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
FOCUS
4. RISULTATI, DISCUSSIONE E CONCLUSIONI i progetti di ppp, normati dal nCapCC nella parte iv, titolo i [6], aprono prospettive di Consulenza per gli ingegneri nei confronti dei principali soggetti interessati: pa, operatori privati, banche finanziatrici. i progetti di partecipazione pubblico-privata abbracciano, per la loro formulazione e gestione, competenze diverse: legale, economica, finanziaria, assicurativa ed ingegneristica. Quest’ultima risulta essenziale, in quanto stabilisce cosa fare per raggiungere gli obiettivi di servizio pubblico ed i benefici che la PA ricerca, e ne definisce l’importo finanziario. la pratica delle realizzazioni internazionali mostra come il Consulente finanziario sia il soggetto che svolge la funzione di coordinamento per il montaggio delle operazioni di partecipazione privata [7,19]. Ciò, è dovuto alla necessità di reperire il finanziamento da parte dei promotori dell’iniziativa. Conseguentemente, gli stessi sono propensi ad affidare la gestione dell’operazione al soggetto che meglio dialoga con le banche finanziatrici. il nCapCC enfatizza il ruolo della pa nella formulazione e gestione dei progetti di ppp e potrebbe essere un’occasione affinché, in italia, possa affermarsi, in questo tipo di operazioni, un ruolo leader della Consulenza tecnica ingegneristica. Quest’affermazione potrà trovare attuazione qualora la figura dell’ingegnere si arricchirà di una più approfondita formazione sulle tematiche economico-finanziarie legate al Project Financing. solo in tal modo, l’ingegnere potrà dialogare con tutti i
52 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
L’AFFERMAZIONE DEI PPP NELLA PRATICA CORRENTE PER LA REALIZZAZIONE DI OPERE D’INTERESSE PUBBLICO POTRÀ CONSENTIRE LO SVILUPPO DI UN NUOVO TIPO DI “STUDIO D’INGEGNERIA”.
partecipanti all’operazione, facendo valere la propria professionalità ingegneristica, indispensabile per il successo dell’iniziativa. l’affermazione dei ppp nella pratica corrente per la realizzazione di opere d’interesse pubblico potrà consentire lo sviluppo di un nuovo tipo di “Studio d’Ingegneria”, il quale potrà arricchirsi, al suo interno, delle professionalità richieste dalla complessa consulenza afferente agli stessi ppp. Ciò, potrà costituire uno stimolo al miglioramento, per rispondere, al meglio, alle nuove esigenze. i risultati del presente lavoro invitano, ancora una volta, al richiamo di tutti gli strumenti che, nella corrente difficile situazione economica nazionale ed internazionale, possono incentivare la sostenibilità degli investimenti effettuati ricorrendo alla tecnica del Project Financing. per una rassegna dei lavori in materia, si rimanda il lettore ai relativi riferimenti bibliografici. ■
FOCUS
BIBLIOGRAFIA [1] Campisi D., Gitto S. and Morea D. (2016), “Effectiveness of incentives for wind energy: models and empirical evidences from an Italian case study”, Journal of Sustainability Science and Management, vol. 11(2), pp. 1-10. [2] Campisi D., Morea D. and Farinelli E. (2015), “Economic sustainability of ground mounted photovoltaic systems: an Italian case study”, International Journal of Energy Sector Management, vol. 9 (2), pp. 156-175. [3] Campisi D., Costa R., Mancuso P. e Morea D. (2014), Principi di Economia Applicata all’Ingegneria Metodi, Complementi ed Esercizi, Hoepli, Milano. [4] Campisi D. e Costa R. (2008), Economia Applicata all’Ingegneria - Analisi degli Investimenti e Project Financing, Carocci, Roma. [5] Farinelli E., Marini F., Morea D., Morea M. C., Pento C., Pirone A. e Salerni M. (2014), “Un modello di project financing a sostegno degli investimenti nel settore delle energie”, I.O. Roma - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, n. 1, accessibile da: https://goo.gl/GJwdsS [6] D. Leg.vo. 18 aprile 2016, n. 50. [7] European Commission (2003), Guidelines for successful public-private partnerships, Bruxelles. [8] Morea D. e Tranquilli,V. (2016), “Il Project Financing nel D. Leg.vo 18 aprile 2016, n. 50: novità e profili di criticità”, Quaderno I.O. Roma (Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma), n. 3, in stampa. [9] Morea D. and Poggi L. A. (2016), “Islamic finance and renewable energy: an innovative model for the sustainability of investments”, in proceedings of International Annual IEEE Conference of AEIT (Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni). Capri, Italy, October 5-7. [10] Morea D., Belloni Mellini G. e Tranquilli V. (2016), “L’evoluzione normativa del Project Financing versus l’innovazione dei processi di gestione e degli strumenti finanziari”, I.O. Roma (Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma), n. 1, pp. 50-61. [11] Morea D., Pirone A. e Silleni F. (2016), “Possibile sviluppo del Project Financing: la formula del Project Bond”, I.O. Roma (Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma), n. 1, pp. 14-19. [12] Morea D. (2015), “Engineering Economy: una competenza necessaria per la professione dell’ingegnere”, I.O. Roma - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, n. 4, pp. 38-47. [13] Morea D. (2015), “Dai conti energia al decreto -Spalma incentivi - Analisi degli effetti della rimodulazione degli incentivi su un caso di studio italiano”, L’Ufficio Tecnico, n. 4, pp. 49-53. [14] Morea D., Campisi D., Gitto S., Farinelli E. and D’Alessandris M. (2015), “Smart and traditional technologies in comparison: a multi-criteria model for evaluation of energetic and economic efficiency of buildings”, Quaderno I.O. Roma - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, n. 3, pp. 80-93. [15] Morea D. e Bongiovanni L. (2015), “Il ruolo determinante del consulente tecnico ingegnere per il successo delle operazioni in Project Financing”, Quaderno I.O. Roma - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, n. 2, pp. 18-23. [16] Morea D., Cartapati E., Artito C. F., Nanni A., Rinelli M. e Salerni M. (2014), “Il modello IFC a sostegno degli investimenti nelle opere di manutenzione straordinaria in Project Financing”, Quaderno I.O. Roma Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, n. 4, pp. 60-69. [17] Morea D., Pirone A., Farinelli E. e Salerni M. (2014), “Indagine sull’utilizzo degli strumenti finanziari nell’area nordica del continente africano”, Quaderno I.O. Roma - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, n. 2, pp. 94-98. [18] Morea D. (2005), “Le imposte societarie e le scelte di finanziamento delle imprese”, Economia Società e Istituzioni, vol. 17 (3), pp. 433-476. [19] The World Bank (2016), Toolkit: a guide for hiring and managing advisors for private participation in infrastructure (Vol. 5): How to select and manage PPI advisors (English), available at: https://goo.gl/jlTXUC
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FOCUS
a cura di Ing. F. Boccalaro
LA SALVAGUARDIA DEL LITORALE MARINO, COME BENE AMBIENTALE ED ECONOMICO Diffusione e applicazione di tecniche di Ingegneria Naturalistica per la difesa dell’ambiente costiero e marino: Progetto “Capo Rizzuto”. 54 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
FOCUS
IL PROGETTO SUL SITO SIC IT9320102 “DUNE DI SOVERETO”, NELL’AMBITO DELL’AREA MARINA PROTETTA DI CAPO RIZZUTO, SI PREFIGGE LO SCOPO DI RIPORTARE GLI HABITAT PRIORITARI PRESENTI, CHE OSPITANO SPECIE DI INTERESSE COMUNITARIO E NAZIONALE, IN UN BUONO STATO DI CONSERVAZIONE PER LE SPECIE VEGETALI E ANIMALI TIPICHE DELLE DUNE. INDIRETTAMENTE, RIGUARDERANNO ANCHE AREE DI RILEVANZA ARCHEOLOGICA.
per uno sviluppo costiero complessivo di circa 736 km, attribuisce alla Calabria il primato assoluto di sviluppo costiero tra le regioni peninsulari italiane, ma al tempo stesso impone diversi problemi connessi con la sua preservazione e/o l’eventuale recupero di alcuni tratti di costa. il litorale della Calabria è suddiviso in due settori: tirrenico e ionico. nel settore ionico (450 km di cui 15 km di coste alte e 435 di spiagge) la crisi erosiva è meno diffusa e risale a tempi più recenti [AA.VV. Lincei, 2004].
CRITERI DI PROTEZIONE DELL’AMBIENTE COSTIERO
PREMESSA la salvaguardia del litorale marino, come bene ambientale ed economico, è di grande importanza ed assume in questi ultimi anni particolare interesse a causa dello stato attuale di grave degrado. la particolare posizione del territorio calabrese, bagnato da due mari, il mar tirreno ed il mar ionio,
una costa sabbiosa è continuamente sottoposta all’azione del moto ondoso e degli agenti meteorici: la sua morfologia è dinamica. la sua relativa stabilità dipende dalla vegetazione consolidante. Ciò implica diversi fattori convergenti. il primo è l’acqua freatica. se l’uso di pozzi poco profondi fa abbassare la falda freatica al di sotto di un livello critico, le piante che stabilizzano le dunemuoiono. d’altro canto, se si arresta il trasporto solido litorale mediante la costruzione di frangiflutti o di altre difese longitudinali o trasversali impermeabili, si intercetta la fonte di sabbia che alimenta la duna. il fattore finale è la vegetazione dunale, che è estre-
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FOCUS
mamente vulnerabile al calpestio [Ian L. McHarg, 2007]. la difesa delle dune contempla, oltre ai tradizionali strumenti urbanistici come l’interdizione all’accesso, anche la realizzazione di opere volte a ridurne l’erosione, a riforestarle e a ripristinarne la morfologia. la riforestazione delle dune non è però cosa semplice, poiché il substrato è in continua evoluzione e le radici delle nuove piantine sono continuamente scoperte dal vento; essa è spesso accompagnata da interventi, eventualmente provvisori, idonei a ridurre la mobilità dei sedimenti, oltre che a limitare l’accesso. la specie più frequentemente utilizzata per favorire la formazione di nuove dune o la stabilizzazione di quelle soggette a deflazione accelerata è l’Ammophila littoralis. di solito l’imbrigliamento delle sabbie si effettua mediante reticolo di cannicciate, viminate e barriere frangivento in materiali naturali, e nei riquadri viene eseguita la semina, o la piantagione, di specie erbacee (Ammophila arenaria, Agropyrum junceum, Arundo donax, Saccharum ravennae) o arbustive (Tamarix sp., Juniperus macrocarpa), aiutate da biostuoie di contenimento [AA.VV. ISPRA, 2009].
CRITERI DI PROTEZIONE DELL’AMBIENTE MARINO il trapianto di Fanerogame marine può essere considerato come una versione marina degli interventi di rivegetazione su versanti e sponde fluviali, e lavora sul principio di dissipazione di energia da moto ondoso per attrito. la piantumazione di Posidonia oceanica su fondali relativamente protetti è ormai ben compresa e può essere abbinabile alla gestione delle dune [Boccalaro F., 2012]. la realizzazione di Posidonieti protetti da barriere artificiali ha il duplice vantaggio di impedire la pratica illegale della pesca a strascico nella fascia costiera, e di costruire degli habitat ideali per la riproduzione di specie ittiche ad affinità con i substrati duri [Bovina G., 2004]. in sostanza, il ruolo svolto dalle barriere è il recupero dei fondali degradati, il blocco meccanico della pesca a strascico e il rilancio delle attività di piccola pesca artigianale.
IL RUOLO DELL’INGEGNERIA NATURALISTICA la difesa o la riformazione delle dune litoranee sono tra gli interventi più rappresentativi dell’ingegneria naturalistica nell’ambito della protezione costiera.
56 ordine degli ingegneri della provinCia di roma
GLI OBIETTIVI PRINCIPALI DEL PROGETTO SUL SITO SIC DUNE DI SOVERETO RIGUARDANO EFFETTI DI ARRESTO ED INVERSIONE DELLE COMPROMISSIONI IN ATTO DELLE RISORSE NATURALI DELL’AREA, DI DIFFUSIONE DELLE TECNICHE DI INGEGNERIA NATURALISTICA APPLICATE ALL’AMBIENTE MARINO-COSTIERO, E DI PROTEZIONE E RECUPERO AMBIENTALE DEGLI HABITAT PRIORITARI COSTIERI E MARINI.
l’ingegneria naturalistica è una disciplina tecnica che utilizza materiale vegetale vivo negli interventi antierosivi e di consolidamento, anche in abbinamento con materiali inerti naturali o artificiali. tale approccio permette di raggiungere obiettivi tecnico-funzionali, con indubbi vantaggi sotto il profilo ambientale e paesaggistico e con costi spesso concorrenziali ad analoghe opere in grigio [H. M., Schiechtl 1991]. i fattori che condizionano la scelta dell’intervento sistematorio più idoneo sono elencati di seguito. - Scopo della sistemazione: innanzitutto il consolidamento delle aree in duna, seguito da un aumento delle specie vegetali, un costo di manutenzione più contenuto possibile e la creazione di superfici utili; - Effetto tecnico: le dune minacciate da erosione vengono protette mediante interventi di copertura, le dune minacciate da franamenti possono essere consolidate e rese stabili con interventi stabilizzanti o di sostegno; - Ecologia delle stazioni: i fattori stazionali influenzano la scelta delle piante che, dal canto loro, contribuiscono a determinare il metodo costruttivo; - Disponibilità di appropriati materiali da costruzione: occorre stabilire a priori se le piante adatte alle caratteristiche stazionali sono disponibili nelle vicinanze del cantiere o devono essere portate sul posto;
FOCUS
Figura 1. Sito SIC Dune di Sovereto.
- Stagione: i metodi costruttivi che abbisognano di materiale con capacità di propagazione vegetativa sono legati al riposo vegetativo (tardo autunno, inverno); gli interventi: - di ricostituzione della copertura vegetale verranno eseguiti mediante “opere di rivestimento” (pendio stabile: η > 1,1); - le opere di consolidamento e regimazione delle acque verranno eseguite mediante “opere stabilizzanti” (pendio labile: 0,9 < η < 1,1) e/o “opere combinate” (pendio instabile: η < 0,9). l’uso abbinato di geotessili di contenimento a griglia tridimensionale con pali in legno impregnato e fascine di salice, accanto al trapianto di specie consolidanti garantisce la possibilità di collocare i materiali provenienti da dragaggio o da cave di prestito e di ricostruire barene e dune senza elementi di disturbo paesaggistico quali scogliere, calcestruzzo, ecc. [AA.VV. Regione Lazio, 2003] le tecniche d’intervento utilizzate nel mondo per stabilizzare o ricostituire le dune sono estremamente diversificate, anche se si stanno evolvendo tutte nella direzione dell’ingegneria naturalistica, come avviene ad esempio con la creazione di barriere frangivento in materiali naturali che simulano l’effetto della vegetazione. si trovano comunque anche difese costruite con staccionate di legno,
barriere di plastica e reti in geotessuto. l’accesso alla spiaggia viene spesso realizzato con percorsi sinuosi, così che il vento non possa incanalarsi, e senza operare tagli artificiali; inoltre, si copre il suolo con passerelle in legno o con detriti vegetali di varia natura, in modo da impedire la deflazione laddove il calpestio non consente lo sviluppo della vegetazione. in molti casi, per impedire ogni interferenza fra le strutture e la morfologia delle dune, si realizzano passerelle sopraelevate fino a costituire veri e propri ponti che collegano la viabilità interna ed i parcheggi direttamente con la spiaggia. opere di ingegneria naturalistica vengono realizzate da oltre quaranta anni nei paesi anglofoni e centro-europei [H. M. Schiechtl, 1991], mentre in italia le esperienze principali sono state fatte negli ultimi venti anni. nel settore costiero importanti interventi sono stati realizzati in australia (Queensland), in nuova Zelanda, in usa (Florida), in sudafrica (Cape province), e in europa, sia lungo la costa atlantica, come in irlanda, inghilterra, scozia, danimarca (Jutland), germania (Sylt), olanda, Francia (Aquitaine), spagna, portogallo, sia lungo la costa mediterranea, come Coto doñana, valencia, baleari, Camargue, Costa azzurra, Creta, delta del nilo. in italia, gli interventi più importanti di ripristino degli ecosistemi dunali sono stati realizzati in laguna di
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FOCUS
venezia e grado, penisola del Cavallino, litorale veneto, delta del po, torre del Cerrano, duna e lago di lesina, torre guaceto, porto Cesareo, selinunte, vendicari, stagno e ginepreto di platamona, pula, piscinas, Foce del volturno, spiaggia Cala del Cefalo, dune del Circeo, Castel porziano, macchia grande, macchiatonda, palude della trappola, torre del lago, san rossore.
OBIETTIVI DEL PROGETTO gli interventi previsti nel progetto sono rivolti direttamente ad habitat prioritari che ospitano specie di interesse comunitario e nazionale, presenti nel sito SIC IT9320102 Dune di Sovereto (194,25 ha) del comune di isola Capo rizzuto (Kr) all’interno dell’area marina protetta di Capo rizzuto (Figura 1). indirettamente, riguarderanno anche aree di rilevanza archeologica. infatti, nelle località sovereto, torre bugiafro e pietranastase, sono state ritrovate alcune tombe scavate nell’arenaria e manufatti databili fino al iii-ii secolo a.C.. sempre a sovereto, è stata riportata alla luce una cava di pietra arenaria di età greca, utilizzata per l’edilizia. in particolare gli obiettivi principali riguardano azioni di arresto e inversione delle compromissioni in atto delle risorse naturali dell’area, diffusione delle tecniche di ingegneria naturalistica applicate all’ambiente marino-costiero, e di protezione e recupero ambientale dell’insieme degli habitat prioritari: - 22. Dune marittime delle coste mediterranee, in particolare: 2250. Dune costiere con Juniperus spp.; 2210. Dune fisse del litorale del Crucianellion maritima; 2270. Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster) ed azioni di recupero della funzionalità ecologica ed aumento della biodiversità nei confronti dell’insieme di habitat prioritari. - 11. acque marine e ambienti a marea in particolare: 1130. Estuari; 1120. Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae); - 32. acque correnti, in particolare: 3290. Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion). per quanto riguarda la diffusione della disciplina denominata “Ingegneria Naturalistica” gli obiettivi specifici sono [Boccalaro F., 2006]: - sensibilizzare gli operatori locali sul valore dell’ambiente costiero e sull’utilità delle tecniche di intervento a basso impatto ambientale necessarie per proteggerlo e ripristinarlo;
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- sensibilizzare le scuole locali; - Formare il personale dell’ente gestore, i professionisti e le maestranze locali; - indirizzare i gestori delle difesa costiera, pubblici e privati. per quanto riguarda l’habitat Dune marittime delle coste mediterranee, gli obiettivi specifici sono: - limitare al massimo i danni provocati dal calpestio prodotto dai visitatori e bagnanti e l’accesso indiscriminato sul sistema delle dune regolando l’accesso alla battigia solo nelle zone dedicate a questa attività ricreativa; - limitare i processi erosivi realizzando infrastrutture leggere per (passerelle di legno) e recinzioni; - migliorare l’informazione e accrescere la sensibilità ambientale del visitatore e della popolazione locale. informare sulle modalità di accesso all’arenile. sensibilizzare il pubblico sulle problematiche legate alla presenza dell’uomo negli habitat dunali. informare il pubblico e gli enti locali riguardo gli interventi di gestione dei siti; - Favorire il recupero morfologico di alcuni tratti del sistema dunale interessati da erosione per mareggiate per un’estensione di circa 3 ha; - arrestare il processo di degrado e migliorare le condizioni ambientali di circa 3 Km lineari di costa; - attivare una sezione dell’area marina protetta “Capo Rizzuto” per la conservazione e propagazione di ecotipi locali di alcune specie mediterranee dell’ambiente dunale e retrodunale. tali specie potranno essere utilizzate negli interventi di ingegneria naturalistica e, più in generale, nella riqualificazione ambientale in ambito costiero; - monitorare i risultati degli interventi eseguiti per un anno, a partire dalla fine dei lavori. per quanto riguarda l’habitat Acque marine e ambienti a marea, gli obiettivi specifici sono: - smorzare l’energia da moto ondoso e, indirettamente, preservare l’integrità del litorale e favorire il ripascimento della spiaggia; - salvaguardare l’integrità del posidonieto lungo i margini superiori e nelle lacune; - impedire la pratica illegale della pesca a strascico nella fascia costiera; - Costruire degli habitat ideali per la riproduzione di specie ittiche ad affinità con i substrati duri; - monitorare i risultati degli interventi eseguiti per un anno, a partire dalla fine dei lavori. per quanto riguarda l’habitat Acque correnti, gli
FOCUS
GLI INTERVENTI PREVISTI NEL PROGETTO RIGUARDERANNO ANCHE AREE DI RILEVANZA ARCHEOLOGICA. INFATTI, NELLE LOCALITÀ SOVERETO, TORRE BUGIAFRO E PIETRANASTASE, SONO STATE RITROVATE ALCUNE TOMBE SCAVATE NELL’ARENARIA E MANUFATTI DATABILI FINO AL III-II SECOLO A.C.
obiettivi specifici sono: - recupero funzionale ed ambientale delle sponde del torrente vorga (bacino vallone vorga di circa 64 km2) in prossimità della foce per aumentare la biodiversità e favorire l’insediamento di nuove specie di uccelli, utilizzando tecniche di ingegneria naturalistica; - diffusione delle tipologie forestali dell’arbusteto ripariale a salici, associazioni adatte alla colonizzazione dei greti stabili del fiume; - Formazione di nuclei di diffusione ampi e selezionati per incrementare i processi evolutivi della vegetazione riparia nell’intero bacino di valle; - ampliamento e riqualificazione di aree umide retrodunali dulciacquicole, o debolmente salmastre, per un totale di circa 0,5 ha. l’intervento vuole contrastare gli attuali fenomeni di interrimento ed evoluzione della vegetazione che stanno provocando la riduzione degli ambienti umidi dulciacquicoli; - monitoraggio dei risultati degli interventi eseguiti per un anno dalla fine dei lavori.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO il progetto in questione prevede le seguenti attività: A. Organizzazione di un corso teorico di Ingegneria Naturalistica applicata all’ambiente costiero e marino. È un seminario di aggiornamento tecnico. una full immersion di due giorni durante i quali verranno esposte le più recenti metodologie di attuazione dell’ingegneria naturalistica applicata alla difesa delle coste e dei fondali marini. il terzo giorno è prevista una escursione didattica al sito SIC Dune di Sovereto. il corso si colloca come un percorso guidato, dall’analisi geomorfologica ed ecologica
delle coste e dei fondali marini antistanti, alla progettazione esecutiva di interventi di recupero, ripristino e miglioramento ambientale dei litorali con tecniche prevalentemente di ingegneria naturalistica. verrà fornito un Cd con il contenuto del Corso. B. Esecuzione di un cantiere didattico di Ingegneria Naturalistica applicata all’ambiente costiero. il corso si colloca come un percorso guidato dall’analisi geologica e botanico-vegetazionale dei versanti in frana, alla progettazione, fino all’esecuzione pratica di un cantiere didattico finalizzato al pieno recupero funzionale di un’area dunale dissestata all’interno del sito SIC Dune di Sovereto. lezioni frontali, lezioni pratiche ed un continuo confronto ed approfondimento con professionisti del settore a livello nazionale, rappresentano lo svolgimento didattico del corso. verranno realizzate attività di formazione in collaborazione con l’AIPIN (Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica), punto di riferimento da circa venti anni nella formazione e nella divulgazione dei principi e delle tecniche di ingegneria naturalistica. professionisti e soci dell’AIPIN cureranno le docenze e coordineranno la realizzazione di interventi nell’area marina protetta, che verranno progettati e realizzati direttamente dagli allievi [AA.VV. Regione Lazio, 2003]. C. Redazione e pubblicazione di un manuale di Buone pratiche di Ingegneria Naturalistica applicata all’ambiente marino-costiero. manuale rivolto agli amministratori, ai professionisti ed ai privati. il manuale prevederà una raccolta di raccomandazioni per la progettazione e l’esecuzione d’interventi di ingegneria naturalistica e di difesa del suolo applicati al settore marino e costiero per aree di particolare pregio ambientale e che comunque richiedono un approccio eco-sostenibile a lavori di ripristino-ricostruzione. il manuale tratterà tutti gli aspetti (progettuali, costruttivi, manutentivi) relativi agli interventi di difesa del suolo applicati alle coste, nella duplice funzione di protezione, dal dissesto idrogeologico e di salvaguardia dell’ambiente, con la consapevolezza di dover spesso rinunciare ai necessari approfondimenti di singole tematiche (rimandati alla bibliografia), a favore però di una visione d’insieme sintetica e logica [AA.VV. BTCV, 2005]. D. Realizzazione di un vivaio per la conservazione delle specie vegetali autoctone tipiche dell’habitat dunale. l’intento è di attivare, nell’ambito di una struttura
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(ad esempio nelle fasi più critiche, come al momento di seminare). dopo un anno, si potranno produrre circa 2.000 piante da riutilizzare per interventi ambientali [AA.VV. Regione Veneto, 2007]. sarà avviata la produzione di piantine forestali di specie arbustive proprie degli habitat litoranei partendo da materiali di propagazione raccolti nei biotopi dunali del marchesato di Crotone o coltivati in vivai regionali o nel vivaio del parco regionale dei monti aurunci. E. Realizzazione di recinzioni e percorsi escursionistici e didattici supportati da specifica cartellonistica, pieghevoli e schede illustrative di divulgazione. realizzazioni appositamente studiate per permettere ai visitatori l’osservazione di quest’ambiente senza interferire con il suo ecosistema, nella fascia fluviale, boscata e dunale del sito SIC Dune di Sovereto [AA.VV. BTCV, 2005]. le opere consisteranno in: - Chiusura dei varchi di attraversamento delle dune; - installazione di passerelle in legname; - posizionamento di cartellonistica in legname; - informazione sulle modalità di accesso all’arenile; - installazione di garitte in legname per la sorveglianza.
Figura 2 (in alto). Dune di Sovereto in erosione per blow out. Figura 3. Intervento tipo di rivegetazione e schermatura dunale.
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esistente, una sezione per la conservazione e propagazione di ecotipi locali di alcune specie mediterranee dell’ambiente dunale. per un terreno di 4.000 metri quadri (la superficie minima necessaria), l’investimento iniziale servirà per l’acquisto o la raccolta di 7.000 piantine o semi, e per l’attrezzatura necessaria a irrigare e concimare. si aggiungeranno le spese per l’affitto della terra e l’eventuale assistenza di personale
F. Recupero e difesa delle dune e della spiaggia del sito SIC Dune di Sovereto con opere di Ingegneria Naturalistica e costiera. la zona costiera oggetto di intervento, compresa tra le Castella e Capo rizzuto, a ridosso del sito SIC Dune di Sovereto, per una lunghezza approssimativa di 3 km e una profondità di 50 m, si presenta fortemente degradata a causa dell’azione antropica e dell’azione marina. la continuità del cordone dunale è interrotta in più punti; varchi aperti artificialmente dal continuo passaggio dei bagnanti hanno determinato punti d’innesco di processi erosivi, con conseguente formazione di grosse soluzioni di continuità nel sistema dunale per l’azione del vento. il piede del cordone dunale appare gravemente eroso dall’azione del moto ondoso, pregiudicando la stabilità dei rilievi sabbiosi. la linea di riva della spiaggia è significativamente arretrata. l’area retrodunale si presenta in parte dissestata e per larghi tratti a suolo eccessivamente compattata per il passaggio di uomini e mezzi (Figura 2). il risanamento delle dune e delle spiagge riguarderà le seguenti azioni: 1. Contenimento del sentieramento e del calpestio.
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eventuale inserimento di specie arbustive tipiche di duna fissa. eliminazione progressiva della vegetazione infestante e inserimento di specie erbacee di duna mobile (1 ha) [Figura 3]. 2. Interventi di protezione e recupero ambientale delle dune (2.000 m). prima di procedere al modellamento del cordone dunale, sull’intera area di intervento sarà recuperato tutto il materiale vegetale presente, fino ad una profondità di 70-80 cm, rimuovendo e setacciando la sabbia, che sarà temporaneamente stoccata. successivamente, sarà modellato il corpo della duna con materiale recuperato in sito e, infine, ricoperto con la sabbia precedentemente stoccata, per formare uno strato adatto allo sviluppo della vegetazione. il versante a mare e il piede del corpo delle dune saranno poi fissati, per garantire la stabilità della sabbia fino al completo sviluppo della vegetazione, mediante l’impiego di biostuoie in cocco e paletti di castagno scortecciato, viminate romboidali con verghe di tamerice e paletti di castagno scortecciato, palizzate e/o palificate in legname di castagno scortecciato, sacchi di geotessile riempiti di sabbia e pietrame e sepolti nella sabbia, rivestimenti in blocchi di pietra locale (calcarenite), a guisa di placcatura del piede dunale, sepolti nella sabbia [AA.VV. APAT, 2007] (Figura 3). 3. Recupero morfologico-ambientale di ex cava di sabbia (1 ha). riguardo al recupero morfologico della duna nel tratto interessato dalla cava, la scelta tecnica sarà quella di inserire delle barriere frangivento per favorire i processi di accumulo dei sedimenti sabbiosi, lasciando alla natura il compito di ricostruire il tratto di duna mancante. verghe di tamerice intrecciate su paletti di castagno, saranno utilizzate per realizzare una struttura alveolare a nido d’ape, opportunamente orientata per intercettare ortogonalmente i venti dominanti e favorire la sedimentazione delle particelle sabbiose all’interno delle celle [Blott S., Pye K., Saye S., 2007]. 4. Interventi di protezione e recupero ambientale delle spiagge (1000 m). riguardo al recupero morfologico delle spiagge nel tratto interessato dal sito SIC Dune di Sovereto, la scelta tecnica sarà quella di usare metodi di difesa morbidi, considerata l’alta valenza ambientale della zona in questione, e comunque adatti a conser-
vare le naturali interazioni tra duna e spiaggia. gli interventi saranno prevalentemente articolati in ripascimento protetto, promontori artificiali in blocchi di pietra locale (calcarenite), pennelli artificiali permeabili in pali di legname di castagno impregnato, scogliere artificiali in blocchi di pietra locale, frangiflutti prossimi alla riva in blocchi di pietra locale [Beech N. W., Brampton A. H., Simm J. D., et al., 1996].
Figura 4. Torrente Vorga.
G. Recupero della biodiversità della vegetazione ripariale alla foce del torrente Vorga e nelle aree umide circostanti presso il sito SIC Dune di Sovereto. gli interventi saranno così articolati: 1. Recupero funzionale ed ambientale delle sponde del torrente Vorga (bacino vallone vorga di circa 64 km2) in prossimità della foce (500 m di asta fluviale) con diffusione delle tipologie forestali dell’Arbusteto ripariale a salici, associazione adatta alla colonizzazione dei greti stabili del fiume, protette con palificate e fascinate vive spondali. Formazione di nuclei di diffusione selezionati per incrementare i processi evolutivi della vegetazione riparia [Cornelini P., Federico C., Pirrera G., 2008] (Figura 4). 2. Ampliamento e riqualificazione di aree umide retrodunali dulciacquicole, o debolmente salmastre (circa 0,25 ha) con trapianto di rizomi e cespi dal selvatico di specie palustri e rulli spondali con zolle di canne.
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LA BARRIERA ARTIFICIALE SARÀ UNA COSTRUZIONE EFFETTUATA CON L’IMPIANTO DI CORPI SOLIDI SUI FONDALI CHE SI VOGLIONO PROTEGGERE ENTRO I 50 M DI PROFONDITÀ O LE 3 MIGLIA, LIMITI ENTRO I QUALI L’ESERCIZIO DELLA PESCA MECCANICA È ILLEGALE.
Figura 5. Danni da ancoraggio al Posidonieto.
Figura 6. Dune di Sovereto.
H. Formazione di barriere artificiali sommerse per il frangimento delle onde, il ripopolamento dei fondali e la dissuasione della pesca a strascico. la barriera artificiale sarà una costruzione effettuata con l’impianto di corpi solidi sui fondali che si vogliono proteggere entro i 50 m di profondità o le 3 miglia, limiti entro i quali l’esercizio della pesca meccanica è illegale. si tratta anche di un intervento di ingegneria naturalistica volto alla costru-
zione di habitat artificiali per pesci e altri organismi marini. gli elementi di base (circa 240) saranno costituiti da manufatti in calcestruzzo armato sea-friendly, assemblati e uniti fra loro per costituire delle strutture troncoconiche (circa 20), che costituiranno il reef artificiale sul fondale marino individuato. l’estensione dell’intervento sarà pari a circa 50 m x 200 m (1 ha). se opportunamente dimensionata e localizzata (una grande larghezza di cresta ed una piccola sommergenza) la barriera artificiale potrà svolgere anche funzione di barriera frangiflutto sommersa, tale da ridurre l’energia del moto ondoso entrante entro i limiti necessari alla stabilità degli arenili nella zona protetta, assicurando il ricambio d’acqua fra l’area esterna ed interna e quindi la salubrità delle acque di balneazione anche nei mesi estivi, non interrompendo la naturale dinamica di trasporto dei sedimenti lungo riva, evitando i problemi delle pericolose rip currents (flusso di ritorno o risacca) attraverso i varchi nel corso delle mareggiate, non impattando visivamente [AA.VV.-Beachmed, 2007]. I. Ripristino vegetazionale e stabilizzazione dei limiti superiori e inferiori delle praterie di Posidonia oceanica. intervento di rivegetazione dei limiti superiori e inferiori di praterie di posidonia su fondali prospicienti il sito SIC Dune di Sovereto mediante il trapianto, a talee e a zolle, di Posidonia oceanica e di Cymodocea nodosa, prelevate da idonee zone di rifornimento. tale intervento prevede la posa di idonei rivestimenti antierosivi e stabilizzanti come stuoie, griglie, celle e reti in materiali naturali o sintetici, e/o materassi in rete metallica abbinati a geotessuti, geostuoie e sabbia, per proteggere l’erbario, in fase di
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accrescimento, dal moto ondoso e dalle correnti, assicurando così l’evoluzione positiva del sistema. l’estensione dell’intervento sarà pari a circa 2 m x 100 m (0,02 ha) [Boccalaro F., 2012] (Figura 5). J. Monitoraggio del risultato degli interventi effettuati. per ognuno degli habitat individuati ed indagati in corrispondenza delle aree oggetto degli interventi di progetto saranno realizzate, in fase ante esecuzione dei lavori di progetto, le seguenti attività: - rilievo fitosociologico secondo il metodo Braun-Blanquet; - transetti in numero di 2-3 in corrispondenza dell’area di rilievo con estensione, se necessaria, atta ad evidenziare la seriazione esistente tra la porzione centrale dell’area e la porzione periferica; - censimento, mappatura e descrizione qualiquantitativa delle colonie più significative o raggruppamenti di specie guida e specie prioritarie di ciascun tipo di habitat/cenosi; la collocazione del rilievo all’interno di ciascuna area di azione sarà effettuata considerando la rappresentatività della vegetazione e la tipologia degli interventi di progetto, che in tale contesto saranno eseguiti nei mesi successivi [AA.VV. Regione Veneto, 2007] (Figura 6).
CONCLUSIONI la realizzazione del progetto porterà alla rinaturalizzazione e protezione antierosiva di un sito naturale facente parte della rete di siti di importanza Comunitaria nell’ambito dell’area marina protetta Capo rizzuto, mantenendo o aumentando le specie floristiche e faunistiche lungo la costa. i risultati da raggiungere sono: - rivegetazione delle dune del sito; - ripopolamento faunistico del sito; - limitazione alla erosione costiera locale; - dimostrazione della fattibilità e utilità di simili interventi di ingegneria naturalistica in analoghi areali; - divulgazione dei vantaggi degli ambienti dunali integri; - divulgazione delle tecniche di ingegneria naturalistica. l’affidabilità del progetto risiede principalmente nel fatto che l’ingegneria naturalistica ha ormai superato in italia la fase pioniera e si sta accreditando presso le pubbliche amministrazioni ed i professionisti del settore come uno strumento fondamentale per la salvaguardia del territorio e la riqualificazione dell’ambiente. ■
BIBLIOGRAFIA [1] AA.VV. Sand Dunes – a practical handbook, BTCV, Doncaster, 2005. [2] AA.VV. Manuale di Ingegneria Naturalistica vol. 2° (cap. 19), Regione Lazio, Roma, 2003. [3] AA.VV. Il ripristino degli ecosistemi marinocostieri e la difesa delle coste sabbiose nelle Aree Protette, ISPRA, Roma, 2009. [4] AA.VV. Progetto LIFE Natura - Azioni concertate per la salvaguardia del litorale veneto – Gestione di habitat dunali nei siti Natura 2000, Veneto Agricoltura – Servizio Forestale Regionale per le Province di Treviso e Venezia Padova e Rovigo, Padova, 2007. [5] AA.VV. Aree Costiere atti n° 205, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma, 2004. [6] AA.VV. Atlante delle opere di sistemazione costiera, APAT, Roma, 2007. [7] AA.VV. La gestione strategica della difesa dei litorali per uno sviluppo sostenibile delle zone costiere del Mediterraneo, Beachmed, Roma, 2007. [8] Beech N. W., Brampton A. H., Simm J. D., et al., Beach management manual, Ciria, Londra, 1996. [9] Blott S., Pye K., Saye S., Sand dune processes and management for flood and coastal defence, Defra, Londra, 2007. [10] Boccalaro F., Difesa delle Coste e Ingegneria Naturalistica, Dario Flaccovio, Palermo, 2012. [11] Boccalaro F., Difesa del Territorio e Ingegneria Naturalistica, Dario Flaccovio, Palermo, 2006. [12] Bovina G., Restauro e conservazione delle dune costiere, Professione geologo - Rivista dell’Ordine dei Geologi del Lazio, Roma, 2004. [13] Cornelini P., Federico C., Pirrera G., Arbusti autoctoni mediterranei per l’Ingegneria Naturalistica, Azienda Regionale Foreste Demaniali – Collana Sicilia Foreste n° 40, Palermo, 2008. [14] McHarg Ian L., Progettare con la Natura, Franco Muzzio, Padova, 2007. [15] Schiechtl Hugo Meinhard, Bioingegneria forestale, Castaldi, Feltre, 1991. [16] Wallingford H.R., A guide to managing coastal erosion in beach/dune systems, Scottish Natural Heritage, Inverness, 2004.
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