Cooperativa L'Ortofrutticola di Albenga - Anno XVII - n. 5 - Novembre 2002

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VITICOLTORI INGAUNI Soc. coop a r.l. Via Roma - Ortovero Tel. e Fax 0182.547127

Gruppo CoopIntesa tel./fax 0182.761178

A L B E N G A

Bimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola

L’ORTOFRUTTICOLA Reg. Trib. Sv n. 315 (1/3/1985). Distribuzione gratuita. Dir. Amministraz. e pubblicità: Via Dalmazia 169 Tel. 50374/5/6 - Direttore responsabile: Marco Strizioli Fotocomposizione: Daniele Griggio Albenga - Stampa: Tipografia Ciuni Albenga - Redazione: I&C Albenga (SV)

www.ortofrutticola.it

FOTO AEREA: FLAVIO FURLANI

CONTIENE I.P.

Anno XVII - n. 5 - Novembre 2002 - Spedizione A.P. 70%

SOMMARIO IGP

INTERVISTA

COLDIRETTI

OLIVICOLTURA

FLORICOLTURA

Le domande inviate alla CEE

La parola a Gilardino

Le regole per gli infortuni

Un convegno del LASA

Successo Flor.A.S. in Svizzera (a pagina 17)

(a pagina 5)

(a pagina 7)

(a pagina 13)

(a pagina 15)

VIOLETTO

PACKAGING

CIA

VITICOLTURA

LIBRI

Stand al Salone del gusto

Le confezioni sul mercato

I vasi biodegradabili

Le pratiche colturali

Osando il sogno

(a pagina 5)

(a pagina 9)

(a pagina 13)

(a pagina 15)

(a pagina 18)


La Cooperativa - Vita aziendale

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Iniziato uno studio di fattibilità per migliorare servizi e risultati

Si riorganizza il Magazzino Prodotti Prosegue il processo di trasformazione della cooperativa EDITORIALE e ci rivolgiamo al reSquando cente passato, da cioè a fine lu-

glio del 2000 si è insediato l’attuale consiglio di amministrazione, si evidenzia un percorso di riorganizzazione della nostra cooperativa che sta già portando confortanti risultati positivi. Facciamo questa considerazione non per avanzare meriti o cantar vittoria ma per continuare da questa rubri-

lità abbiano concreto riscontro in un bilancio che tenda stabilmente al pareggio. In questo contesto, che non consente naturalmente di far paragoni fra passato e presente, si inserisce anche la necessità di cambiare sede per ricercare e dare risposte più avanzate e moderne al mondo rurale ingauno e, specificatamente, alla commercializzazione dei prodotti.

sferimento del settore Ortaggi presso la sede di reg. Massaretti e il potenziamento del settore Fiori. Ora, lungo questa direttrice di riorganizzazione, è venuto il momento di porre mano ad una ristrutturazione funzionale dell’MPA (Magazzino Prodotti Agricoltura). Proprio in questi giorni i dirigenti della cooperativa stanno conducendo uno studio di fattibilità per migliorare

determinerà quali interventi è possibile realizzare. Interventi che saranno parte del progetto vero e proprio, teso innanzitutto a sfruttare al meglio gli spazi esistenti lasciati liberi dai trasferimenti del settore Ortaggi e CC. Sarà importante ampliare lo spazio riservato alla vendita vera e propria, quello frequentato dagli acquirenti e migliorare la gestione dello scorte. In ultima

ci proponiamo entro il prossimo anno. Prosegue quindi, passo dopo passo, l’assestamento della gestione della cooperativa, in attesa dell’impegnativo trasferimento nella nuova sede di regione Massaretti. Anche a questo proposito, sempre nella direzione della trasparenza e del contatto costante con i soci, abbiamo deciso di aprire una rubrica di «Informazio-

MAGAZZINO PRODOTTI

SETTORE ORTAGGI

Si è avviato lo studio di fattibilità per ristrutturare l’MPA

Il settore degli ortaggi è in ripresa

REGIONE MASSARETTI

SERVIZIO CARRELLI

In regione Massaretti è stato trasferito il settore ortaggi

Nell’ultimo anno è stato potenziato il servizio carrelli

ca dell’«Editoriale» un esame a voce alta, di fronte ai nostri soci, sull’andamento della cooperativa che deve affrontare il passaggio da un periodo storico di gestione assistita ad una nuova fase che potremmo definire manageriale, in cui razionalizzazione e funziona-

Sempre alla luce del sole (e dalle pagine di questo giornalino), abbiamo evidenziato le tappe della riorganizzazione, che è passata (dopo un tentativo iniziale non riuscito, quale ultima verifica di un impossibile salvataggio) attraverso la chiusura del Centro di Miglioramento Varietale, il tra-

le prestazione dell’MPA che, ultimamente, si è ufficialmente confermato come leader del settore in Liguria. Con la ristrutturazione si conta di rendere i servizi del magazzino più spediti ed aumentare la fornitura di prodotti a prezzi assolutamente concorrenziali. Lo studio di fattibilità

analisi, questo intervento di riorganizzazione della cooperativa tende ad migliorare ulteriormente il risultato economico e il servizio reso ai nostri soci e agli utenti dal Magazzino prodotti. L’impegno della riorganizzazione dell’MPA dovrà portare al raggiungimento degli obiettivi che

ni ai soci» in cui si annunceranno, di volta in volta, tutti i vantaggi che riserviamo ai nostri soci e le novità relative alla vita della cooperativa. Una rubrica che invitiamo tutti i soci a consultare per essere costantemente aggiornati. La Redazione


La Cooperativa - Salone del Gusto

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Uno studio grafico sta ultimando il simbolo identificativo per i quattro prodotti

Un marchio per l’IGP di Albenga Conto alla rovescia per l’invio alla CEE delle domande di registrazione rmai è fatta. Dopo O un ultimo incontro con i produttori,

gli operatori commerciali e i tecnici, le domande di registrazione dell’IGP (Indicazione Geografica Protetta) sono praticamente pronte per essere inoltrate alla CEE tramite la Regione Liguria. Se la Comunità riterrà le domande conformi alla normativa e la documentazione esauriente, le quattro “perle” made in Albenga, asparago violetto, carciofo spinoso, pomodoro cuore di bue, zucca trombetta otterranno la regi-

Lo stand dell’Ortofrutticola al Salone del Gusto. Nella foto a destra, il presidente Marco Ansaldi

L’ASPARAGO DI ALBENGA

Il violetto al Salone del gusto ’asparago violetto L di Albenga al Salone del Gusto di Torino

dal 24 al 28 ottobre. Una vetrina di prestigio, organizzata al Lingotto da Slow Food, che ha richiamato un pubblico vasto di esperti del settore ma soprattutto di amanti dei sapori genuini. Proprio nell’ambito di una valutazione e un rilancio delle colture albenganesi CoopIntesa, con il patrocinio della Regione Liguria, ha partecipato all’importante appuntamento con un presidio dell’asparago, una coltura che registra sempre maggiori difficoltà per la sua stessa sopravvivenza. Spiega infatti Fabrizio Di Sibio del Consiglio di Amministrazione de “L’Ortofrutticola”: “Le difficoltà per la produzione dell’asparago violetto sono molte. Infatti il numero dei produttori nella Piana è elevato, ma si tratta spesso di ambiti fami-

liari. Il quantitativo prodotto è limitato e i costi sono elevati, poiché quella dell’asparago è una coltura poliannuale e la raccolta si ha tre anni dopo la semina, nei mesi tra marzo e giugno. Le aziende che hanno una superficie ampia possono permet-

tersi di tenere una parte del terreno ferma per questo tempo, ma le piccole no”. La partecipazione al Salone del Gusto ha quindi costituito anche un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio della perdita di un prodotto così pregiato. L’asparago è stato protagonista con un ampio stand che ne ha messo in evidenza le peculiarità. “Due anni fa – conclude Di Sibio – Slow Food aveva realizzato una sorta di censimento sui prodotti a rischio di estinzione, parlando di ‘Arca dei Presidi’. Nell’elenco compariva già il nostro asparago. Ogni tipo di intervento, in testa la registrazione IGP, può essere essenziale per rilanciare questa coltura e valutare a pieno un prodotto che si differenzia dagli altri in modo evidente per qualità e sapore”. (s.c.)

strazione. Ciò determinerà un grande vantaggio economico per i produttori savonesi che finalmente potranno distinguere questi da altri prodotti similari, valorizzandone le caratteristiche peculiari. L’IGP permetterà anche un lento recupero di colture e tecniche di produzione che altrimenti, col passare del tempo, andrebbero perdute. L’iniziativa di CoopIntesa di Albenga, insieme al Comitato promotore al quale hanno aderito la Camera di Commercio e la Provincia di Savona, le Comunità Montane

Pollupice e Ingauna e le organizzazioni sindacali agricole è arrivata al punto decisivo dopo un lungo e impegnativo lavoro. Ma un ultimo passo si sta completando in questi giorni: la realizzazione del marchio per ogni prodotto. L’IGP, infatti, prevede che nel disciplinare di ogni prodotto sia riportato un contrassegno, un logo di identificazione, un marchio, appunto, che specifichi le informazioni e permetta un’identificazione anche visiva del prodotto. A tal proposito uno studio grafico è stato incaricato da CoopIntesa di realizzare i bozzetti del marchio per i prodotti albenganesi. Alcuni modelli sono già stati presentati a commercianti e tecnici durante i seminari presso l’Azienda Speciale Camerale. Sulla base delle osservazioni dei presenti è stato scelto in particolare un bozzetto su cui lo studio grafico sta ancora lavorando per apportare le ultime migliorie. Il marchio, che andrà applicato su ogni confezione dei prodotti a registrazione IGP, riporta il nome del prodotto con l’indicazione della provenienza e un logo distintivo con l’identificazione IGP. Per i prodotti di Albenga il marchio avrà una matrice di fondo identica, ma saranno quattro le versioni con peculiarità a sé. Dopo quest’ultimo passaggio le domande per l’IGP saranno inviate alla CEE e si dovrà attendere la risposta. Ma il Comitato promotore e CoopIntesa sapranno far fruttare con iniziative interessanti anche questo periodo di attesa. (s.c.)


La Cooperativa - L’intervista

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Intervista a Piero Gilardino, recentemente eletto assessore regionale all’agricoltura

Per una nuova politica agricola Un ponentino ligure esperto del settore primario ome è ormai conC solidata consuetudine, il nostro bime-

strale «L’Ortofrutticola» dedica la sua «intervista» ad amministratori pubblici che vanno a ricoprire cariche istituzionali. Questa volta parliamo con Piero Gilardino, neoassessore regionale alle Politiche per l’Agricoltura e l’entroterra, che è ha da poco assunto la responsabilità, a Palazzo Fieschi, del «settore primario». Gilardino è nato a Taggia nel 1955, dove risiede con la propria famiglia. Sposato, due figli, ha fatto dapprima l’imprenditore nel settore agricolo e poi in quello dei servizi. Gilardino inizia la sua carriera pubblica quasi vent’anni fa, diventando consigliere comunale di Taggia, ove ricoprirà la carica di assessore all’agricoltura dal 1988 al 1992 e quella di sindaco dal 1993 sino al gennaio del 2000. Tre anni è stato eletto presidente della «Sanremo Promotion», che tuttora mantiene, anche dopo essere stato eletto più di due anni fa in consiglio regionale con la carica di capogruppo di Forza Italia. Attualmente ha lasciato la funzione di capogruppo (passata all’albenganese Angelo Barbero) e di consigliere, assumendo quella di assessore. Gilardino è stato anche attivo quale presidente della Comunità Montana Argentina-Armea e quale componente della sezione economica della Confagricoltura. Si tratta quindi di un uomo dell’agricoltura, oltre che di un ligure ponentino, e come tale profondo conoscitore del settore floricolo. Iniziamo con le domande.

Il neoassessore regionale alle Politiche per l’Agricoltura Piero Gilardino parla della necessità di creare per l’agricoltura un “Sistema Regione Liguria” (foto tratta da internet: www.gilardino.com)

Quale importanza ha l’agricoltura in Liguria ed in particolare l’agricoltura albenganese? «L’agricoltura ha una grande importanza quale comparto economico, con i suoi 27 mila occupati e le oltre 6 mila aziende, ma l’agricoltura ligure assume anche una importanza direi ambientale in quanto garantisce, con vantaggio per tutta la collettività, il presidio del territorio. All’interno della floricoltura del ponente, Albenga assume un ruolo parti-

colare data la conversione che ha saputo realizzare negli ultimi anni con una forte specializzazione nella floricoltura in vaso. Per questo ad Albenga rivolgiamo una particolare attenzione.» Quale ruolo all’agricoltura nella programmazione regionale? «Malgrado l’importanza e il ‘’peso’’ di cui ho appena detto, è sinora mancata una politica agricola ligure. Le aziende sono state sinora lasciate a se stesse, costrette ad individuare propri

percorsi, senza una promozione coordinata. La frammentazione della proprietà contadina, con aziende in media su 3 mila metri quadrati, ha finora fatto mancare la ricerca e la sperimentazione. È quindi vitale che le istituzioni realizzino una programmazione del settore. Occorrerà ‘’rivisitare’’ l’assistenza tecnica, attività che il settore pubblico dovrà coordinare in sussidiarietà con il settore privato. Occorre cioè creare, in agricol-

tura, un ‘’Sistema Regione Liguria’’. A tal fine bisogna mettere a sistema le varie realtà, come il CeRSAA, che esistono sul territorio evitando le sovrapposizioni.» Si parla di una chiusura o una radicale trasformazione delle Comunità Montane. Qual è la sua posizione al riguardo? «Questo è un problema non solo ligure o italiano ma direi europeo. Sto, in questi giorni, facendo un ‘’tour’’ delle Comunità della Liguria per meglio capire ed approfondire e dare quindi corpo ad una proposta, nei prossimi mesi, che riconsideri le Comunità ritornando a dare ruolo e interventi per le zone montane a Comuni, Province, Regione potenziando gli interventi per i problemi che fanno capo ai Comuni minori. Occorre trovare un nuova formulazione operativa per supportare l’economia montana ligure.» Qual è il ruolo della cooperazione in agricoltura? «La cooperazione, come si sa, serve per raggiungere una ‘’massa critica’’ di investimenti che consentano una maggiore forza contrattuale negli acquisti e per la ricerca di nuovi canali di commercializzazione. Il tema va comunque ripreso in mano, ricordando che per cooperative non si deve intendere uno strumento per aggirare obblighi contributivi e fiscali ma si deve intendere l’unione per una reale cooperazione. In generale, verso le cooperative agricole avrò la massima attenzione possibile garantendo anche tutta l’assistenza correttamente dovuta.»


La Cooperativa - Packaging

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CoopIntesa sta pensando ad una serie di seminari sul ruolo del confezionamento

Il mercato? Nulla senza packaging Un elemento essenziale per potenziare le vendite dei prodotti albenganesi una volta i gustosi e Snosiesaporiti carciofi spidi Albenga erano

portati alla vendita in vecchie cassette in compensato o legati insieme da un fil di ferro o da uno spago, ora tutto ciò non è più possibile. E questo non solo per norme igieniche o di garanzia di provenienza del prodotto, ma per un fenomeno ben più complesso che si chiama “mercato”. Il cliente di oggi, che si trova in una situazione economica media, al supermercato cerca qualcosa che lo attragga in modo particolare. L’atto del comprare è sempre più legato ad una serie di elementi che rispondono ad un preciso richiamo psicologico. Il prodotto in vendita deve essere di qualità e l’acquirente esperto ricerca con una certa abitudine i marchi che lo distinguano o ne certifichino la provenienza. Ancora non basta: anche l’occhio vuole la sua parte e allora la differenza la fa una confezione, una presentazione particolare del prodotto che colpisca più di un’altra. “L’arte” del confezionamento, dell’imballaggio va sotto il nome di

Il “packaging” si sta dimostrando elemento incisivo sul mercato. Nella foto un campo di carciofi

packaging. Settore assai diffuso nel mondo e già praticato in alcune aree d’Italia, è ancora poco conosciuto nella piana albenganese. Si tratta, però, di un passaggio che a breve si rivelerà indispensabile. L’ottenimento dell’IGP sarà “conquista” da evidenziare nelle impacchettature di ogni prodotto attraverso una confezione che, sui banconi, balzerà immediatamente agli occhi, creando, col tempo, un’automatica associazione mentale: confezione-logo-colore / prodotto d’Albenga.

Proprio in questo senso CoopIntesa, insieme al Centro Speciale di Sperimentazione, sta pensando di organizzare un ciclo di seminari sul tema del packing proprio nel periodo di tempo che trascorrerà prima di avere la risposta da parte della CEE sulla registrazione IGP. Si tratta infatti di un argomento ormai essenziale per avere un successo commerciale. Il cliente è sempre più “addestrato” nella ricerca alla qualità ma è anche bombardato da immagini e colori attraverso i mezzi di comunica-

zione. L’occhio ricerca quindi sul mercato ciò che è abituato a vedere virtualmente o quantomeno ricerca qualcosa presentato nello stesso “linguaggio” che sente quotidianamente. Essenziale allora il ruolo di un packaging, un imballaggio moderno che dia un volto specifico al prodotto. La qualità del carciofo di Albenga, ad esempio, potrà essere identificata con un certo tipo di confezione o un colore o un disegno. Un forte impatto, quindi, sul mercato e un modo importante per valorizzare la qualità degli ortaggi pregiati della piana al-

benganese. Un seminario sull’argomento sembra ancora più urgente in un confronto con le situazioni circostanti. Esiste già da anni una rivista dal titolo “Packaging World. The Business of Packaging”, dove già nel titolo è implicito il ruolo decisivo che la confezione ha assunto sul mercato. La copertina del numero di ottobre parla di tale fenomeno come “evento globale”, da cui quindi non è possibile sottrarsi. Nella rivista inoltre sono elencati una serie di appuntamenti internazionali dove esperti provenienti da ogni parte del mondo relazioneranno sulle novità nel settore. Addirittura esiste una Università del Packaging su internet che, attraverso seminari, offre una formazione on line con esperti professionisti. Quello del packaging, quindi, è un settore in cui l’Albenganese non può restare indietro proprio nell’ottica di un rilancio, per certi settori, e un potenziamento, per altri, del mercato. L’idea di CoopIntesa appare importante e urgente in una società come la nostra dove il valore dell’immagine è inestimabile. Silvia Campese


La Cooperativa - Nuova rubrica

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AGENDA

Da questo numero de “L’Ortofrutticola” nasce un nuovo spazio per la comunicazione della Cooperativa con i propri soci. Si tratta di un’iniziativa importante, voluta dal C.D.A. stesso, per poter segnalare scadenze o fornire informazioni utili a tutti i soci. È quindi essenziale prestare grande attenzione a questo nuovo spazio che diventerà, all’interno della rivista, il punto di riferimento per le comunicazioni.

Premio fedeltà Soci magazzino prodotti per l’agricoltura Tutti i soci sono invitati a controllare il livello del proprio fatturato per ottenere il premio fedeltà e raggiungere lo sconto superiore. Mancano ormai solo due mesi alla fine dell’anno e quindi è opportuno affrettarsi. Nella tabella di seguito i dati di riferimento per individuare la fascia percentuale di appartenenza. Da 2.000 euro

A 5.000 euro

1%

Da 5.000 euro

A 10.000 euro

2%

Da 10.000 euro

A 20.000 euro

3%

Oltre 20.000

4%

N.B. Le percentuali saranno calcolate sull’intero fatturato al netto di IVA.

Cooperativa “L’Ortofrutticola” Via Dalmazia 169 - 17031 Albenga (SV)

DIREZIONE Tel. 0182 50374 • Fax 0182 50312 e-mail direzione@ortofrutticola.it

SEGRETERIA Tel. 0182 50374 • Fax 0182 50312 e-mail info@ortofrutticola.it

AMMINISTRAZIONE Tel. 0182 50374 • Fax 0182 50312 e-mail contabilita@ortofrutticola.it

SETTORE FIORI Tel. 0182 568109 • Fax 0182 21119 e-mail blumen@ortofrutticola.it Orario di apertura: Lunedì – Venerdì 8.00 – 12.00 • 14.00 – 18.00

ORTAGGI E DEPOSITO CC Tel. 0182 568109 (interno 213) - Fax 0182 21321 e-mail ortaggi@ortofrutticola.it

Nuove tariffe trasporti magazzino prodotti per l’agricoltura Quota fissa per la zona della Piana albenganese

10 euro

(altre zone in base alla distanza) quota aggiuntiva a bancale

3,5 euro

MAGAZZINO PRODOTTI PER L’AGRICOLTURA Tel. 0182 554944 • Fax 0182 555118 e-mail mpa@ortofrutticola.it Orario di apertura: Lunedì – Venerdì 8.00 – 12.30 • 14.00 – 18.30 Sabato 8.00 – 12.30

COOPERATIVA COOPINTESA Direzione e Amministrazione Tel. 0182 50374 • Fax 0182 50312 e-mail info@coopintesa.it

UFFICIO COMMERCIALE Tel. 0182 568109 • Fax 0182 21119 e-mail blumen@ortofrutticola.it

“L’ORTOFRUTTICOLA – LA COOPERATIVA” Bimestrale della cooperativa “L’Ortofrutticola” DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀ Via Dalmazia 169 – 17031 Albenga (SV) tel. 0182.50374

REDAZIONE I&C Ideazione e Comunicazione Via Genova 96 – 17031 Albenga (SV) tel. e fax 0182.555.305 / 0182.555.146 E- mail: iecdistrizioli@libero.it Direttore responsabile: Marco Strizioli Direttore editoriale: Romano Strizioli In redazione: Silvia Campese Hanno collaborato a questo numero: Giacomo Bonifazio e Aldo Ghidetti FOTOCOMPOSIZIONE Daniele Griggio - 17031 Albenga (SV) - tel. 0182.555.476


La Cooperativa - Organizzazioni professionali

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Continua la sperimentazione, iniziata un anno fa, con i vasi biodegradabili

La CIA promuove l’ecocompatibilità Un’offerta che alletterà tutti i mercati europei egli ultimi anni nelN la piana Albenganese si è diffusa la coltiva-

zione di piante aromatiche in vaso, destinata principalmente verso i mercati del nord Europa e in particolare in Germania. Essendo i mercati molto sensibili all’ecocompatibilità e al rispetto dell'ambiente si è ritenuto di verificare l'utilizzo delle tecniche di agricoltura biologica nella coltivazione delle aromatiche in vaso. La Confederazione Italiana Agricoltori di Albenga sta continuando la prova sperimentale iniziata l'anno scorso come progetto dimostrativo inerente proprio la coltivazione di piante aromatiche in vaso con tecniche di agricoltura biologica mediante l'utilizzo di vasi biodegradabili. Il vaso biodegradabile è composto principalmente di amidi e sostanze vegetali e alla fine del ciclo produttivo, attraverso un normale

processo di compostaggio, in pochi mesi si degrada completamente senza lasciare residui. Il compostaggio è un processo bio-chimico che, attraverso bio-ossidazioni termofile in ambiente aerobico (alte temperature in presenza di ossigeno) porta alla trasformazione di materiali or-

Sopra: i vasi biodegradabili prima e dopo il processo di bio-ossidazione

ganici eterogenei e complessi (ad es. scarti di potatura, sfalci d'erba, terriccio dei vasi) in composti più stabili di quelli di partenza. Tale processo si realizza

principalmente grazie ai microrganismi e ai batteri presenti nel terreno. Da ciò si evince quanto sia importante questa sperimentazione che va incontro all'esigenza di

offrire al mercato dei prodotti ecocompatibili. Essa infatti coniuga le tecniche di coltivazione biologica e l'utilizzo di contenitori totalmente biodegradabili con le esigenze di tutela e salvaguardia dell'ambiente, in quanto una volta terminato il suo ciclo vitale la pianta, insieme al vaso, può essere smaltita come rifiuto vegetale senza lasciare alcun resi-

duo di sostanze plastiche nel terreno. Presentarsi sui mercati del Nord Europa con questo tipo di produzioni dovrebbe anche fornire un maggior valore aggiunto ai prodotti floricoli di Albenga. La sperimentazione è stata avviata nell'azienda Agricola BALDARI DANIELA a CISANO SUL NEVA, fraz. Cenesi, e con il supporto tecnico di Antonio Talarico, Luigi Nario e con la collaborazione del Centro Regionale di Sperimentazione Agricola della Camera di Commercio. Un primo incontro con tutti i produttori agricoli interessati è avvenuto il 9 ottobre e ha riscontrato notevole successo. Lo scopo della sperimentazione è di verificare la coltivazione delle aromatiche con tecniche biologiche e lo stato di decomposizione dei vasi già visibile in maniera significativa.

Sarà l’infortunato e non più il medico a far pervenire la pratica all’INAIL

Infortuni: tutte le regole da seguire Sanzioni molto salate sono previste per gli inadempienti ra i primi provvediT menti assunti a suo tempo dal Governo Ber-

lusconi vi sono nuove modalità operative per le denunce degli infortuni agricoli. Un apposito decreto ministeriale aveva, di fatto, regolamentato la legge 38 del 2000. È bene ricordare che non è più il medico a presentare l’infortunio all’Inail, ma dovrà essere a cura dell’infortunato fare prevenire la pratica all’Istituto degli Infortuni. Inoltre i coltivatori diretti e i datori di lavoro agricolo, per i braccianti, dovranno presentare con il certificato medico una denuncia amministrativa. Il tutto deve an-

che essere inviato alla pubblica sicurezza. I termini per denunciare l’infortunio sono i seguenti: • Il datore di lavoro, per il proprio lavoratore, deve presentare l’infortunio entro due giorni da quando entra a conoscenza dell’avvenuto infortunio • Per i titolari di azienda coltivatori diretti e per gli appartenenti al nucleo familiare regolarmente iscritti negli elenchi CD, la denuncia deve essere presentata entro due giorni dalla data del rilascio del certificato medico. Sanzioni molto salate so-

Nuove regole: sarà l’infortunato a far pervenire la pratica all’INAIL

no previste per gli inadempienti, quindi è necessario, in caso di infortunio sul lavoro, presentarsi immediatamente presso gli uffici EPACA

per gli adempimenti di legge. CHI presenta la denuncia di infortunio: il coltivatore o datore di lavoro agricolo.

COSA presenta: la denuncia di infortunio e il certificato medico. A CHI: alla sede INAIL competente e alla Pubblica Sicurezza del Comune o, in mancanza di questa, al Sindaco. QUANDO: • All’INAIL: entro due giorni dall’infortunio per se stesso o entro due giorni da quando ne ha avuto notizia per i familiari e gli operai agricoli; in caso di morte o pericolo di morte telegraficamente entro 24 ore dall’infortunio. • Alla pubblica sicurezza: entro due giorni dalla data di acquisizione del certificato medico.


La Cooperativa - CoopIntesa

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Chiusa la vendemmia, i bilanci confermano una diminuzione del 35% sui vini DOC

Poca quantità ma buona qualità Un incontro aperto ai soci sulle pratiche colturali invernali oca la quantità ma P buona la qualità: questo il bilancio dei Vi-

ticoltori Ingauni dopo la chiusura della vendemmia nei primi giorni di ottobre. Il cattivo tempo e, in particolare, l’agosto “ballerino” hanno danneggiato gravemente la produzione, rallentando la maturazione dell’uva. Le stime dei tecnici, purtroppo, sono state rispettate con una diminuzione sui vini DOC del 35%. Non sono certo dati confortanti ma quello che consola i produttori è la qualità, davvero buona. Il prodotto, infatti, è sano, anche se la gradazione zuccherina è più bassa dell’anno scorso. Intanto alla cantina

sociale si è già al lavoro per l’organizzazione di una serie di iniziative importanti che agevoleranno e saranno di sostegno ai soci. Spiega il presidente dei Viticoltori Ingauni, Massimo Enrico: “E’ nostra intenzione seguire il socio non solo nella fase della raccolta dell’uva e della produzione del vino, ma anche nelle fasi delicate della coltivazione delle viti. In luglio e agosto era a disposizione dei nostri viticoltori un tecnico agronomo per offrire suggerimenti nella coltivazione e nella valutazione del grado di maturazione dell’uva. Per i primi di novembre stiamo preparando un

incontro che si svolgerà da noi con tecnici, agronomi e funzionari dell’ispettorato agricolo. Si tratteranno le problematiche inerenti la concimazione autunnale della vigna e le pratiche colturali da attuare nell’autunno e nell’inverno”. La volontà della cantina sociale è quella di costituire un sostegno per i soci nell’arco di tutto l’anno. A tal proposito conclude Massimo Enrico: “Questo programma costituisce una prima fase di impegno, ma se gli esiti saranno positivi e se si riterrà utile in futuro approfondiremo ulteriori aspetti sulla coltivazione in campo”.

Ospitati a cena alla Cooperativa i congressisti del LASA

Annata eccezionale per le olive Un video per documentare le fasi di recupero degli uliveti abbandonati notiziario di questo Idalnumero è così ricco richiedere solo rapi-

de note. L’annata delle olive si prospetta abbondante, sana e precoce sia nei terreni di proprietà che in quelli recuperati. I 160 soci coltivano ben 150 ettari di terreno con 45.000 piante. Entrerà quindi in attività il frantoio e i clienti di antica e nuova data potranno seguire il lavoro della nuova macchina raccoglitrice, il trasporto al frantoio, il ciclo di lavorazione e tornarsene a casa con la confezione del nuovo olio extravergine di oliva Arnasca Pignola. Verrà inoltre proiettato un video che documenta le fasi successive di recupero degli uliveti abbandonati. Venerdì 11 ottobre la Cooperativa Olivicola di Arnasco ha ospitato nella sala museale e nel sottostante frantoio il comitato organizzativo e i relatori italiani, svizzeri e

La Cooperativa Olivicola di Arnasco ha ospitato il Convegno Internazionale del LASA su “I Liguri e la Preistoria”. Nella foto un momento “conviviale” durante il pranzo

monegaschi del Convegno Internazionale del LASA su “I Liguri e la Preistoria”. Abbinata al convegno la mostra sulle caselle delle nostre fasce, allestita nel ristrutturato teatro civico di Zuccarello. Soddisfatti gli ospiti per l’accoglienza negli

ambienti suggestivi e per le prelibatezze di una volta. Citiamo solo i fichi secchi all’agrodolce con salame nostrano, i pomodori secchi sott’olio, le squisite bruschette, la formaggetta di pecora brigasca oltre allo zemino coi fagioli

gianetti, le trofie al pesto, la cima ripiena, la torta “della nonna” e una tazza di latte dolce dei bei tempi d’antan. Per le caldarroste non c’era più capienza! Domenica 20 ottobre al Borgo Medioevale di Rocca de’ Baldi (CN) si è

svolta la quinta festa del Bergé: un convegno sul formaggio e una mostra sulle vie della transumanza. Unico pastore premiato il nostro socio e amico Mario Aldo Lo Manto. A dicembre, giovedì 6 e venerdì 7, avremo due serate culturali. Nella prima Francesco Gallea presenterà due autori locali, Angelo Gastaldi, col suo volume sulle piante aromatiche, e il presidente dell’Associazione culturale “Amici dell’olivo” di Arnasco, Pier Luigi Bogliorio, con la sua “fatica” letteraria. Nella seconda serata Gian Carlo Ascoli e Ferdinanda Fantini proietteranno la loro nuova perla: “Valli d’ulivi e di pietra”. Seguirà la presentazione del giallo di Francesco Rodolfo Russo, edito da Medusa, ma su questo è d’obbligo non fare anticipazioni. Giacomo Bonifazio


La Cooperativa - Floricoltura

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Nel padiglione della Regione Liguria lo stand Flor.A.S è stato uno dei più apprezzati

La mostra di San Gallo: un successo Intanto prosegue l’impegno ad Albenga con un incontro coi commercianti n’esperienza dav“U vero positiva” commenta Gianluigi Na-

rio a proposito della partecipazione di Flor.A.S. dal 10 al 20 ottobre alla mostra di San Gallo in Svizzera. Grande affluenza di pubblico, - e non solo di “addetti ai lavori” - molti padiglioni (nove grandi contenitori con i sotto-padiglioni) dedicati all’agricoltura e all’artigianato e soprattutto la Regione Liguria ospite d’onore. Spiega Gianluigi Nario della Flor.A.S. che, insieme a Gianni Cerruti e Fabio Zambarino, ha presentato agli interessati la “realtà” Flor.A.S.: “Il nostro stand, che si trovava all’interno dello spazio della Regione Liguria, è uno di quelli che ha suscitato maggior interesse. Quella svizzera si è rivelata un’occasione davvero importante per proseguire nell’opera di promozione e di divul-

gazione delle informazioni riguardanti la Flor.A.S.. Per l’occasione abbiamo stampato del nuovo materiale da distribuire, in particolare un poster con le immagini delle nostre piante e un volantino dal titolo “Colori di Liguria”, dove si presen-

tano i prodotti dei floricoltori associati”. La mostra di San Gallo è stata importante anche dal punto di vista dello scambio di esperienze. “Numerose – prosegue Nario – sono state le occasioni di incontro e assai produttiva la fase di workshop, dove gli espositori hanno avuto un contatto diretto con i grossisti. Per noi è stata anche un’occasione per incontrare i privati che si sono dimostrati interessati a diventare clienti. La partecipazione alle fiere è un momento importante per la promozione dei nostri prodotti”.Uno degli impegni

coltori, il loro amore e la cura per il prodotto e soprattutto la passione per questo tipo di attività. L’occasione di fiere e di mostre non solo in Italia ma anche all’estero è ancora più pregiata per la diffusione e la conoscenza della nostra floricoltura, tutelata ovunque dall’Associazione. Il delicato ruolo di Flor.A.S., quindi, è quello di potenziare la competitività di un prodotto di alta qualità, non ancora conosciuto e apprezzato nel modo adeguato. Intanto l’impegno prosegue anche nella sede albenganese. In particolare è stato organizzato da

prioritari di Flor.A.S., infatti, è quello di far conoscere la produzione florovivaistica degli associati e dei produttori della provincia di Savona. In particolare sono coltivate piante fiorite in vaso, piante ornamentali in vaso, piante aromatiche in vaso, fiori recisi, fronde ornamentali recise, alberi e arbusti ornamentali e da frutto. Una gamma davvero ampia, resa possibile anche dalle più avanzate tecnologie e dai continui aggiornamenti che garantiscono un livello qualitativo alto. Questi risultati, favoriti dalla particolare situazione climatica, testimoniano l’alta professionalità dei singoli flori-

Flor.A.S. un incontro con i commercianti per rafforzare la collaborazione. Ne parla il vicepresidente, Giorgio Stella: “Al primo incontro la partecipazione dei commercianti non è stata numerosa. A inizio novembre, dopo la fase impegnativa della campagna dei crisantemi, organizzeremo un secondo incontro e ci auguriamo di avere una partecipazione più attiva. Crediamo infatti che una collaborazione tra produttori e commercianti non possa che giovare ad entrambi. Insieme è possibile comprendere meglio la forza dei nostri pro-

dotti sul mercato ma anche le debolezze. Uno dei primi discorsi da affrontare con i commercianti, ad esempio, mi sembra quello del packaging, il confezionamento delle piante. Cre-

d o sia importante studiare una ‘impacchettatura’ che permetta di distinguere il prodotto albenganese o savonese dagli altri, mettendone in evidenza la provenienza insieme ad un marchio di identificazione. In questo senso ancora più importante appare la collaborazione di tutte le forze presenti sul territorio per valorizzare pienamente le nostre produzioni”. (s.c.)


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Cultura ingauna - La Cooperativa

NOVEMBRE 2002

Un appassionato e lirico romanzo di Mara Giovine Scavuzzo

Il Centa, creatore della Piana Un gioiello di prosa poetica, sintetica, sincopata nave pronta ad essere varata sul litorale di Vadino, sicché il comune lo fece ricostruire all'interno, a Leca. Ancora agli inizi del '900, la piena cioè la "bùa" (evidente voce onomatopeica che indica significamente il boato che precede l'onda di piena), essendo la pericolosità del Centa dovuta al suo regime violentemente torrentizio e soprattutto al-

mentre alle porte della città venivano poste le famose "stracquaùe", cioè paratie che avrebbero dovuto frenare l'acqua. Tra l'altro, gli Statuti Comunali di Albenga anche quelli del 1288, e più volte riformati imponevano più volte all'anno alla popolazione, senza distinzione di sesso e di età, il lavoro obbligatorio nel letto del fiume Centa ,

"cor inquietum "con storie di capricciose deviazioni e fughe. “Oggi fiume tranquillo e sereno. Con occhi per le esplosioni bianche dei gabbiani... Mara approda, dall'antichità più remota del centro storico, alla modernità più sofisticata del villaggio telematico di Colletta di Castelbianco, con l'idea e l'immanente emozione del Centa come "fiu-

scia numinosa e Sre ulla luminosa di un amoimpossibile (il massi-

mo del romanticismo...), in un diffuso ambiente panico (omaggio di lusso della vita ai miei anni antichi...) Maria Giovine, con "Osando il sogno... dove scorre il Centa (Fabiano Editore, Canelli 2002) ci dà con generosità estrema, di chi ha tanto saputo amare, un aureo libriccino, anzi un autentico gioiello di poesia e di lirismo; prosa poetica, sintetica, sincopata; efficacissima comunque, e sempre. L'irresistibile flusso di coscienza di Mara può rivaleggiare, prevalendo, con le piene del Centa, del Dio Centa, cui tanti anni fa un sottile conoscitore dell'antichità latina dedicò classiche movenze, classici versi. E' vero, il Centa è stato un Dio benevolo, perché ha creato la piana di Albenga, ma con le sue piene repentine e rovinose spesso ha portato lutti e danni senza fine. Ma rifacendosi a periodi a noi vicini, poniamo alcuni indubitabili punti fermi; sul finire del '800

Il fiume Centa, nel suo tratto terminale, scorre parallelo alla città

ed inizio del '900, il circondario di Albenga fu colpito e danneggiato pesantemente da gravi piene ("bùe"), esondazioni si direbbe oggi, del fiume Centa; i contadini per esempio nella regione Vadino furono costretti a stare a cavalcioni, anche per tre giorni, sulle finestre del primo piano delle case, perché l'acqua copriva le "topie". Contemporaneamente, una violentissima mareggiata, forse causata dall'ostro, distrusse lo stesso cimitero, come

l'esteso bacino pluviale, (più di 440 km2) veniva preannunciata dal suono del campanone civico, una prima volta limitato nel tempo, nei casi meno gravi; invece, si suonava in continuazione a martello, allorché la situazione era effettivamente grave. Da ricordare inoltre che in Via Roma, allora la principale strada di Albenga, dove attualmente si sta restaurando il Palazzo Oddi, gli asini, per salvarli dalla piena, venivano fatti salire al primo piano delle case,

per tenerlo in ordine. Oltre a ciò, la piana di Albenga era ricca di grandi laghi, che servivano da naturali polmoni del fiume Centa, attenuando così la sua violenta furia distruggitrice. Maria Giovine, invece, nel suo entusiasmo poetico, accetta e naturalmente fa sua , in parte, la visione petrarchesca delle chiare e fresche acque e, come Liégard: "attraversiamo le acque chiare del Centa". E dopo averne accettato le inquietudini, come quelle del resto del suo

me forte". Beve da 100 torrenti e torrentelli, che ruscellano dalla schiena dei monti. E colei che chiamo "io" torna spesso al fascino di questo fiume. Torna per ascoltarlo, per capirlo, per entrargli dentro.... e il Centa parla e parla e parla....” E forse l'area sacrificale romana di S. Clemente, da poco riportata alla luce, era dedicata appunto al Dio Centa, e una sacerdotessa romana o ingauna, o di chissà dove, forse druidica, di nome Mara....... Aldo Ghidetti


La Cooperativa - Storia ingauna

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Il nostro entroterra si spinge sino nell’alta valle Pennavaire

Le Alpi del mare di Caprauna Preistoria, etnologia ed un museo fotografico comune di Caprauna, Itrilposto a quasi 1000 medi quota a capo della

Val Pennavaire, appartiene come Alto alla provincia di Cuneo, e fanno parte delle "Alpi del mare". Ha subìto, come tutti i paesi di montagna, un forte calo demografico, se pensiamo ai 900 abitanti di un tempo; ma con la tenacia e l'impegno dell'Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco Rinaldo Arnaldi, della Pro Loco, presidente Mauro Gallinari, del parroco don Francesco Levrero, degli abitanti tutti, residenti e villeggianti, da qualche anno sono state intraprese una serie di iniziative encomiabili. La Pro Loco ha allestito nelle due aule delle ex scuole elementari il museo: una sala ospita la raccolta di riproduzioni di foto d'epoca (trasporto della grande campana restaurata nel 1936, distillazione della lavanda, ultimazione della strada provinciale, processioni, parenti d'America, scolaresche, ecc.). Nell'altra sala troviamo la mostra etnografica, con esposizione di abiti civili e militari d'epoca, documenti, utensili da contadino, cestaio, falegname, boscaiolo, calzolaio. Un doveroso grazie alla signora Adelina per gli abiti e per la cessione dei locali della "Cà di nostri veggi", e ad Ulia e Giuliano per i documenti recuperati nella "casa del Cappellano". Nel 2001 si è arricchita di una sezione naturalistica dedicata a grotte, flora e fauna della zona, ma soprattutto la palestra di roccia "Rocca dell'Arma", molto frequentata dagli appassionati, ben attrezzata e raggiungibile da una strada sulla destra, circa 3 km oltre il paese. Ad essa sarà abbinata, a cura del LASA (Laboratorio di Antropologia Sociale Alpi Marittime, con se-

colate e polentate, scarpinate e corse ciclistiche, incontri culturali fra popoli della montagna povera alpina. La descritta frazione di Poggio è dotata di un'ampia area ricreativa curata dalla Polisportiva, con campi da bocce, pallacanestro e calcetto. Da questa si raggiungono le borgate Case Sottane e Chiazzuola, con la caratteristica chiesa del '700, immerse nel verde. In posizione amena e raccolta, in mezzo al castagneto, con fontana ed area picnic, sorge il pregevole Santuario dell'Assunta, venerata da una moltitudine di fedeli il giorno di ferragosto. A quota 1.400 metri l'antica cappella della Madonna di Guarnero, meta di escursioni. Altre frazioni, Case Soprane e Valle. Tutte le frazioni sono

Accanto al titolo, la fontana restaurata; sotto, si fila la lana e attrezzi per preparare i «berriui» di fieno

de a Zuccarello) una sezione costituita da pannelli e calchi in gesso che riguardano la preistoria della Val Pennavaire. Apertura, da maggio a ottobre, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 18; nei restanti mesi, rivolgersi al negozio di alimentari Anna, ore 10-12 e 16-18. Responsabile della Pro Loco per il museo è Barbara Ruaro. Coronano la vasta e suggestiva piazza S. Antonino: la parrocchiale dedicata al Santo omonimo, (soldato della legione tebana, martire cristiano dell'inizio del IV° secolo, sotto l'imperatore Diocleziano), l'oratorio di S. Bartolomeo dal quale prende nome la confraternita, l'antica residenza dei conti Ce-

pollini, il Municipio, il bar ristorante "da Anselmo", la "Bottega di Anna", una serie di abitazioni, un paio delle quali ottimamente restaurate, che formano la palazzata. Nell'estate 2002, con la partecipazione degli amici di Arnasco per la muratura a secco, sotto la guida di mastro Badoino, è stata realizzata la copertura dell'antica fontana sul lato della piazza di fronte all'Oratorio (vedi foto). L'inaugurazione è avvenuta appena in tempo per le manifestazioni, mostre, concorsi di pittura, fiac-

dotate di antichi artistici lavatoi in pietra, con una serie di vasche. Suggestiva la frazione Ruora, la più elevata e con ottima esposizione. Subito la cappella di S. Rocco, poi schiere di case lungo stradine a più livelli: i poggioli in legno come ad Upega hanno anche funzione di essiccatoi. Dall'ingresso in facciata si accede alla stalla a piano terra, da una scala esterna al primo piano, adibito ad abitazione e , da una porta sul retro, al fienile. Alcuni tetti, per la verità dall'aspetto poco rassicurante, conservano la

copertura in "ciappe". Poche, ma vivaci ed affabili persone, in prevalenza donne, abitano tutto l'anno la borgata, in compagnia di qualche mucca, conigli e galline. Gli orti sono ben coltivati a frutteto, a patate, fagioli, tenere verdure e soprattutto le famose rape di Caprauna. Queste ultime, coi fagioli gianetti di Nasino, le castagne gabbiane della vallata, l'olio extravergine della cooperativa olivicola di Arnasco, i vini DOC, Pigato, Vermentino, Rossese ed Ormeasco della cooperativa viticoltori ingauni di Ortovero, fichi secchi e formaggetta di pecora brigasca sott'olio, fanno parte dei prodotti (alcuni di nicchia) che sono stati presentati e gustati in due serate memorabili presso il ristorante Scola di Castelbianco e l'Antica Osteria alla Posta di Castelvecchio di R.B.. Con la castagnata si conclude il 2002, ma gli amici di Caprauna stanno già lavorando ad un altrettanto ricco calendario per il 2003. Complimenti, auguri ed a ben rivederci! Giacomo Bonifazio


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