Ruta - Ruta graveolens

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Ruta graveolens L. Rutaceae Sinonimi: Ruta hortensis

RUTA

Altri nomi comuni e regionali: Ruga Dialetti savonesi: Rûa

■ IL NOME Ruta: dal latino ruta(m), di origine greca. Graveolens: dal latino gravis ed òlens, “dal forte odore”, che può anche essere ritenuto da alcuni non gradevole, come ben sa chi ha schiacciato qualche volta tra le dita le foglie della Ruta.

■ L’USO DECORATIVO Pianta erbacea vivace di facile coltura, la Ruta si adatta anche a terreni poveri e sassosi, predilige le buone esposizione, ma sopporta il freddo. Il particolare colore azzurro argento delle sue foglie fa della Ruta una piacevolissima pianta decorativa, indicata soprattutto per basse bordure e per contrastare piante fiorite dai colori vivaci, ne esiste però anche una varietà dalle foglie variegate screziate di giallo. I piccoli fiori gialli, raccolti in corimbi, che fioriscono in estate, non sono di molto interesse, conviene potarli. Nelle campagne si usava talvolta piantare la Ruta vicino alle case nella convinzione che potesse tenere lontani i topi e le vipere. Plinio consiglia di seminare la Ruta quando soffia il favonio (vento di ponente), non prima dell’equinozio d’autunno (23 settembre), in terreni soleggiati, asciutti e molto argillosi, possibilmente sotto un fico, concimandola con la cenere. Le talee di Ruta, sempre secondo Plinio, si piantano infilandole in una fava bucata per tale funzione; è però molto più semplice utilizzare le piantine disponibili nei garden o presso le aziende produttrici che effettuano la vendita diretta al pubblico, in vasi da 10 e 14 centimetri di diametro, da febbraio a giugno e da settembre a novembre, con più facilità da marzo a maggio. ■ LE PROPRIETÀ MEDICAMENTOSE Conosciuta da tempo immemorabile, la Ruta è citata in tutti i più antichi testi di medicina: Ippocrate consiglia alle donne desiderose di concepire figli di mettere foglie

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L’AREA DI DIFFUSIONE Originaria dell’Europa sud orientale, alcuni autori dicono dei Balcani, la Ruta si è naturalizzata ed è coltivata in tutto il bacino del Mediterraneo e non solo; cresce allo stato spontaneo nei suoli aridi, pietrosi e soleggiati o vicino ai muri delle case, dal mare alla zona submontana.

Ruta Arabo..........................Arudam fejan Cinese .........................Yun-xiang, Yun-hsiang-ts’ao Danese........................Vinrude Francese .....................Rue, Rue odorante, Rue des jardins Giapponese...............Henruda Inglese/Americano....Common rue, Rue, Garden rue, Herbygrass, Herb of grace Indiano .......................Sadab Olandese....................Wijnruit Persiano......................Sadeb Russo ..........................Ruta Sanscrito.....................Sadapaha Spagnolo....................Ruda Tedesco......................Edelraute, Gartenraute, Weinraute Turco ...........................Bahce sedefotu Ungherese..................Kerti ruta

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L’IMPIEGO IN CUCINA Le foglie fresche, in piccola quantità, tritate finemente, possono essere impiegate per insaporire insalate e sandwich oppure per aromatizzare, per macerazione, l’aceto e l’olio extra vergine di oliva. Si usa per marinare il pesce e per preparare alcune salse. Marziale cita una pietanza dei suoi tempi, da non sottovalutare nelle sua modestia: sgombri alla ruta con uova affettate come ornamento del piatto. Una ricetta spagnola dei tempi di Cristoforo Colombo, riportata da Giovanni Rebora, storico genovese, elenca la Ruta tritata tra gli ingredienti di un piatto a base di carne di agnello con tartufi. Nelle campagne era usuale, ed alcuni lo fanno ancora, aromatizzare la grappa (fatta in casa) con foglie di Ruta, per farne un potente digestivo; ottime grappe alla Ruta vengono anche prodotte dalle distillerie industriali. È meglio evitare gli eccessi: Dioscoride dice “il suo uso è dannato nei cibi.” Ai tempi degli antichi romani Apicio, invece, elenca la Ruta tra gli aromi necessari per condire i cardi, per preparare una salsa cruda per accompagnare i tartufi, una salsa acida di vino per il pesce ed una per le carni lesse. Sempre con la Ruta ed altri ingredienti consiglia infine un elettuario per la digestione, il gonfiore di stomaco e “perché le lattughe non facciano male”.

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di Ruta nelle orecchie e nel naso; gli antichi romani consideravano la Ruta capace di allontanare stregonerie e fatture; Dioscoride ne vanta l’efficacia come antidolorifico; Epicarmo di Coo, commediografo mediocre e medico valente, col seme della Ruta guariva febbri, disturbi gastrici e morsicature di talpe! Credenze popolari antiche, riferite da Plinio, assicurano l’efficacia del decotto di Ruta, con cumino e sterco di maiale in polvere, per guarire le patologie del colon. Per le affezione della vescica ed i calcoli, invece, Ruta con la cenere del pesce blendiorum (?). Ruta con una dracma di nitro per le coliche; uova da bere con vino e Ruta per facilitare il parto; Ruta con sego della parte inguinale del vitello per le enfiagioni dell’ano; Ruta con vino e fegato di cinghiale contro i serpenti; foglie di Ruta e cantaridi per la vitiligine. Da autori medioevali si apprende che era comune l’uso della Ruta nei monasteri e nei conventi, quando si riteneva che sue ipotetiche proprietà anafrodisiache potessero soccorrere i giovani religiosi nel mantenere fede al loro voto di castità. Dioscoride dice che la Ruta, bevuta o mangiata, consuma la virtù del generare. In tempi a noi più vicini, ma ormai comunque trascorsi, le mogli dei marinai sapevano preparare, nell’identica convinzione, un liquore a base di Ruta, spacciato per digestivo, ma destinato a mantenere in astinenza il coniuge costretto per troppo tempo lontano da casa. La medicina popolare attribuisce alla Ruta, in varie preparazioni, proprietà antispasmodiche intestinali, digestive, diuretiche, emostatiche, colagoghe, revulsive, sudorifere, vermifughe, ritenendola buon rimedio per le coliche, le vertigini, l’epilessia, le crisi isteriche, le palpitazioni, i ritardi mestruali; per regolarizzare la pressione sanguigna; per ostacolare la fermentazione intestinale; per risolvere ascessi, foruncoli, geloni; per rafforzare i capillari fragili; per eliminare i porri della pelle; per bagni oculari nella cura delle congiuntiviti e per accrescere le capacità visive, secondo le autorevoli testimonianze di Leonardo da Vinci e Michelangelo. In tempi passati, specialmente nelle campagne, la Ruta serviva come disperato rimedio per interrompere gravidanze non desiderate; l’effetto abortivo richiedeva però dosaggi tanto elevati da risultare talvolta letali. Una ricetta popolare accredita l’infuso di Ruta come ricostituente, contro l’affaticamento mentale e muscolare. Santa Ildegarda di Bingen, badessa benedettina del XII secolo, cita la Ruta come rimedio nei casi di eiaculazione CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA DI SAVONA


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difficile, ma anche per curare la podagra: fritta in padella con poco prezzemolo, in olio di oliva oppure, in mancanza di olio, con sego di capro. Un manoscritto anonimo parigino del XV secolo riporta la ricetta di un antidoto, assolutamente sicuro, contro il vaiolo, a base di Ruta, fichi e noci. Foglie di Ruta sono anche nell’antico elettuario diafenico di Meusè, medico siriano dell’undicesimo secolo, giovevole alle febbri croniche, coliche e dolori di ventre. Foglie di Ruta compaiono anche nell’antica ricetta della ”acqua di rondini composta”, che “reprime, & distrugge le Convulsioni, il Spasimo, la Paralisia, l’Apoplessia, l’Epilessia, & la Vertigine” e che elenca tra i molti ingredienti quaranta “pulli rondinini ridotti in pezzi vivi”! Il Mattioli, curiosamente, scrive che “… conoscendolo per grandissimo istinto di natura gli animali, & le fiere selvatiche, si sono anchor essi fatti rtrovatori delle virtù di nobilissime piante. Imperoche … dimostrarono … le donnole la ruta …”

■ ALTRI USI Lo storico Di Nola, in un suo libro sulle superstizioni, scrive che un’antica ricetta ecclesiastica del 1600 contro i demoni, consiglia di portare addosso la Ruta avvolta in una carta benedetta; “e si adorerà la Ruta ogni volta che si voglia allontanare un maleficio”. In molte regioni era uso confezionare piccoli sacchetti, chiamati brevi, contenenti Ruta e spigo che, cuciti negli abiti dei bambini, dovevano preservarli dalle malattie e dal malocchio. In Sardegna, in tempi trascorsi, si proteggevano con i brevi anche gli animali, e gli uomini li portavano addosso per difendersi dalle sventure, compresi i colpi di archibugio. L’uso risale ai romani che appendevano al collo dei bambini analoghi sacchetti, chiamati bullae, contenenti però, in genere, un piccolo fallo di vari materiali. Plinio dice che la Ruta, meglio se procurata furtivamente, difende dall’invidia.

■ CITAZIONI Il Vangelo di San Luca (11, 42) riporta le parole di Gesù, che cita la Ruta per esemplificare, con una piccola cosa comune conosciuta da tutti, un concetto fondamentale: “Ma, guai a voi, Farisei! che pagate la decima della menta, della ruta e di tutti i legumi, mentre trascurate la giustizia e l’amore di Dio: tutto questo bisognava praticare, senza però trascurare il resto.” CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA DI SAVONA

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Per le sue molteplici e straordinarie proprietà la Ruta è più volte citata nella raccolta di sentenze di argomento sanitario, note sotto il nome di Regimen sanitatis Salerni o di Flos medicinae, qui riportate nella briosa traduzione ottocentesca di Pietro Magenta: CAPO LXI. DELLA RUTA

“Pianta nobile è la ruta, poiché fa la vista acuta: se tu meglio or vedi, al certo opra è sua ed è suo merto. Dessa l’estro all’uom rallenta e alle femmine lo aumenta. Dessa infonde pudicizia, dà l’ingegno e la malizia. Se la cuoci e al suol la getti, delle rie pulci lo netti.” ed ancora: CAPO XIII. CONTRAVVELENI

CARATTERISTICHE ED ESIGENZE DELLA PIANTA La Ruta è facile da coltivare: è rustica e per nulla esigente. Forma di propagazione Da seme

Ambiente di coltura Piena aria

Portamento Eretto

°C

Illuminazione Preferisce le esposizioni soleggiate od a mezz’ombra Temperatura Sopporta molto bene il freddo Umidità Preferisce un basso tenore di umidità

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“Contro ai tossici funesti buoni antidoti son questi: ruta, rafano, aglio e vera teriaca e noci e pera.”

CAPO LXXIX. DEI CONFORTATIVI DELLA VISTA

“L’acque estratte da odorosa celidonia, o ruta, o rosa, da verbene o da finocchi sono buone pel mal d’occhi.” Dioscoride, tradotto e commentato nel XVI secolo dal Mattioli, afferma che “La decottione della ruta fatta nell’olio, & fattone cristeri fa parimente alle enfiagioni del budello che si chiama colon, di quello ancora del sedere, & de luoghi naturali delle donne. …Medica applicata insieme con frondi di lauro le infiammagioni de testicoli … Dicono, che spargendosi il succo della ruta sopra à i polli non gli s’accostano le gatte, le martole, & le faine”, ma avverte “La montana mangiata copiosamente amazza”. Shakespeare, chiudendo il terzo atto del Riccardo II, fa dire al personaggio del giardiniere: “Qui (la Regina) ha fatto cadere una lacrima. E qui Metterò un banco di ruta, erba Amara della guerra. In ricordo d’una Regina Piangente, presto si vedrà la ruta, Segno di pietà.” L’odore penetrante della Ruta ritorna in un delicato verso della tormentata poesia di E.A. Poe: “Un odore più sacro, di viole, / Un odore di rosmarino a viole Confuso, a ruta / E alle belle violette puritane” CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA DI SAVONA


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