Valeriana officinalis L. Valerianaceae Sinonimi: Valeriana alternifolia, Valeriana baltica, Valeriana excelsa, Valeriana sylvestris
VALERIANA
Altri nomi comuni e regionali: Amantilla, Bosone, Erba gatta, Nardo selvatico
■ IL NOME Valeriana: da Valeria, antica provincia della Pannonia da cui la pianta deriva. Altri autori fanno derivare il nome dal latino valére, “avere forza”, per le proprietà terapeutiche della pianta; altri ancora sostengono che abbia preso il nome dall’erborista Valerio, che ne seppe riconoscere le proprietà medicinali. La Valeriana viene anche comunemente chiamata erba dei gatti, perché sembra che i felini ne siano fortemente attratti, come riporta Pier Andrea Mattioli citando Dioscoride: “… di essa si dilettano maravigliosamente i gatti, di modo che vi vengono all’odore assai di lontano e se la mangiano avidamente …”
■ L’USO DECORATIVO È una pianta erbacea perenne, rustica, che raggiunge circa un metro di altezza, di facile coltura, adatta per bordure in pieno sole o mezz’ombra. Ha portamento elegante, bel fogliame e piccoli fiori riuniti in corimbi che fioriscono da aprile a luglio, rosa o lilla, che aprendosi diventano bianchi. Una delle tante piante meno usuali che meritano una maggiore considerazione nei giardini. Le piantine di Valeriana sono disponibili presso aziende produttrici, vivai, e garden ben forniti, normalmente in vasetti da 14 centimetri di diametro, durante quasi tutto l’anno, con maggiore facilità da marzo a maggio e da settembre a novembre. ■ LE PROPRIETÀ MEDICAMENTOSE Le radici ed i rizomi, nonostante l’odore, godono invece di gran fama per la loro azione farmacologica, già vantata nell’antichità da Dioscoride che le prescrive per le convulsioni. Alla Valeriana, da cogliersi
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L’AREA DI DIFFUSIONE L’Asia temperata, dall’Armenia alla Cina, dalla Turchia fino alla Siberia; l’Europa, dalla Grecia alle repubbliche baltiche, dal Portogallo alla Finlandia. Si trova nei luoghi freschi ed umidi, lungo i fossi e nei boschi ombrosi, dal mare fino ad oltre 2000 metri di altitudine.
Valeriana Danese........................Lægebaldrian Francese .....................Herbe aux chats Valériane Giapponese...............Kanakoso Indiano .......................Sugandha Inglese/Americano....Allheal, Cat’s valerian, Common valerian, Garden heliotrope, Baker’s harsthorn, Wild valerian Islandese ....................Gar∂´abru∂´a Norvegese..................Lækevendelrot Olandese....................Valeriaan Persiano......................Resha-i-wala Spagnolo....................Amantilla, Hierba de los gatos, Valeriana Suomi ..........................Rohtovirmajuuri Svedese ......................Vändelrot Tedesco......................Echter Baldrian, Germeiner Baldrian Turco ...........................Kediotu Ungherese..................Mezei macskagyöker
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Valeriana · Valeriana officinalis
L’IMPIEGO IN CUCINA L’impiego culinario della Valeriana è piuttosto limitato, taluni ritengono che possa essere lessata o stufata, altri considerano il suo odore poco gradevole, se non peggio: qualcuno lo paragona a quello dell’orina di gatto!
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“nel settimo della luna, avanti si levi il sole”, invocando la santissima Trinità, come tisana, infuso, decotto, polvere ecc., sono state nel corso dei tempi attribuite proprietà antispasmodiche; blandamente ipnotiche; antiepilettiche secondo le esperienze, peraltro non confortanti, del botanico napoletano Fabio Colonna, che tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento tenta di curarsi dall’epilessia con la Valeriana, finendo però col morire pazzo. Ed ancora proprietà sedative, efficaci nei casi di emicrania, palpitazioni cardiache, asma, isterismo, insonnia, coliche intestinali ed uterine ed altro; proprietà eccitanti del sistema nervoso utili nell’ipocondria; diuretiche, giovevoli nei casi di stranguria (difficoltà di orinare); carminative contro il meteorismo; febbrifughe e vermifughe. L’anonimo autore di un famoso erbario degli inizi del Quattrocento, noto come Codex Bellunensis, dice meraviglie della Valeriana: giovevole contro il mal della matrice, i vermi, la cancrena, i veleni, il mal caduco, i malefici, le fatture e gli spiriti maligni. Attenzione però, l’abuso ed il sovradosaggio di Valeriana possono causare mal di testa, vertigini, spasmi muscolari e palpitazioni. La Valeriana ha avuto anche fama di eccitante gli organi sessuali, per uso interno come emmenagogo e per uso esterno, portata sulla pelle nuda, come afrodisiaco. Si sa di un medico spagnolo dell’ottocento, certo Poujadas di Barcellona, che, contro le febbri da malaCAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA DI SAVONA
Valeriana · Valeriana officinalis
ria, prescriveva radice di Valeriana polverizzata da portarsi nelle calze, giorno e notte, per due settimane! ■ ALTRI USI Dalla Valeriana si estrae, in ragione dell’uno per cento del peso delle radici fresche, un’essenza impiegata in liquoreria ed in profumeria per la fabbricazione dei saponi.
■ CITAZIONI Giovanni Pascoli ricorda la Valeriana in una sua triste poesia dei Canti di Castelvecchio, intitolata “Nebbia”: “Nascondi le cose lontane, tu nebbia impalpabile e scialba, … Ch’io veda soltanto la siepe dell’orto, la mura ch’ha piene le crepe di valeriane”.
L’IMPIEGO NELLA COSMESI Con le foglie fresche di Valeriana scottate in acqua bollente si possono fare cataplasmi per ammorbidire la pelle inaridita; la tisana è ritenuta efficace per la cura della cellulite.
CARATTERISTICHE ED ESIGENZE DELLA PIANTA Anche le piantine di Valeriana, infine, si coltivano con facilità, senza problemi. Forma di propagazione Da seme
Ambiente di coltura Piena aria
Portamento Eretto
°C
Illuminazione Preferisce le esposizioni soleggiate Temperatura Sopporta bene il freddo Umidità Preferisce una moderata umidità
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