Progetto grafico a cura CREATIVELIFESTYLE - www.creativlifestyle.it Testi critici cura di Margaret Sgarra, Ilaria Garofano. Direttore artistico Cinzia Sauli
Copyright Associazione Culturale Ossimoro
Un grande talento interdisciplinare quello dell’artista Alessandro Passarino, operando dalla scenografia, alla scultura, alla pittura, mostra in ogni contesto come la bellezza e l’armonia siano imprescindibili canoni del suo linguaggio espressivo. I suoi fiori evocano non solo l'effigie, ma anche lo spirito dello "Still life", ogni sua opera in mostra è simile a un concerto da camera, una sinfonia, eseguita con un unico strumento perfettamente intonato, ma silenzioso: la pittura. L'artista intende l'arte come la precisa rappresentazione del dato reale percepito dai suoi occhi, una pittura minuziosa da riuscire a evocare in un quadro la nitidezza di un'immagine fotografica, non si tratta di una pittura onirica o surreale ma di una forma poetica e simbolica della raffinatezza equilibrata della natura.
lessandro assarino Alessandro Passarino nasce nel 1960 tra le colline del Monferrato. Ha
frequentato
il
Liceo
artistico
e
l’Accademia Albertina di belle arti. Alessandro ha talento ma è un foglio bianco per cui vive gli anni 70 assorbendo quell’aria post-sessantottina in una Torino ricca di stimoli culturali, viene attratto particolarmente dalla classicità, influenzato da quel realismo magico di “casoriana memoria”
che
ancora
aleggiava
in
accademia attraverso gli insegnamenti dei suoi professori. Il suo lavoro di scenografo lo porterà a confrontarsi con personaggi del mondo dello
spettacolo
e
della
cultura,
sperimentando materiali e tecniche con competenze accumulate in quaranta anni. In questo periodo studia attentamente i pittori
classici,
Tiziano,
Giorgione,
Caravaggio, Ingres senza dimenticare gli impressionisti e arriva a mettere a punto il suo stile pittorico.
La sua pittura non è iperrealista ma cerca di restituire la percezione del reale, non vuole imitare la fotografia, infatti, il tessuto pittorico è visibile all’ occhio, le pennellate di colore rendono vibranti i colpi di luce che determinano le forme e la materia. I suoi soggetti primari sono i fiori, perché le sue radici culturali sono legate alla natura, alla terra. Egli abita in campagna attorniato da un giardino disseminato da centinaia di rose che ha collezionato negli anni e che sono le sue modelle. I
suoi
quadri
come
degli
ikebana
sintetizzano l’immagine del paesaggio dove un vaso di vetro diventa uno specchio d’acqua che può riflettere il mondo circostante, dove l’immagine si frantuma o si sdoppia, i fiori diventano alberi, una scultura di giada diventa una statua evocando la struttura di un giardino fantastico. Tutto è dominato dalla luce, che sia quella diretta del sole, o quella artificiale in studio, essa è la vera protagonista.
Bellezza Tattile Passarino si contraddistingue per l’uso magistrale del colore e delle sfumature, andando a creare delle composizioni vivide e volumetriche. Riprende le modalità del Realismo Magico, tra i cui maestri si annoverano il tedesco Christian Schad e il veneto Cagnaccio di San Pietro. Il Realismo Magico ha come soggetti figure dallo sguardo assente ma magnetico, la cura al dettaglio è molto attenta, i colori sono calibrati e in armonia tra loro, la composizione mira alla perfezione e alla ricerca estetica. Per quanto riguarda la selezione, accuratissima, degli oggetti che accompagnano i suoi fiori sembra che Passarino abbia tolto la polvere e impreziosito le bottiglie e le brocche di Morandi e opera un sapiente riuso dei materiali di Chardin. Giorgio Morandi è celebre per le sue composizioni di bottiglie, vasi, ciotole che disponeva con cura maniacale, progettando una vera e propria scenografia al fine di ritrarre questi oggetti come puri volumi e forme. Per quanto riguarda la ritrattistica e la produzione figurativa valgono le medesime considerazioni fatte finora in confronto al Realismo Magico, ma meritano attenzione gli sfondi alle spalle dei soggetti, come in Amleto. Il richiamo è alla sua attività da scenografo, abbiamo infatti delle quinte che aggiungono teatralità alle composizioni. Questo uso si riaggancia alla tradizione artistica, infatti già dalla Madonna Sistina di Raffaello, e a seguire con Caravaggio, viene utilizzato il tessuto come quinta teatrale per incorniciare e conferire rilievo alla scena rappresentata in primo piano. Oltre all’aspetto puramente visivo, è interessante soffermarsi sugli elementi ricorrenti nelle opere di Passarino, in particolare andando ad analizzare la dimensione simbologica e mitologica. Tra gli elementi ricorrenti incontriamo in primis l’uovo, che compare in molte composizioni, principalmente sotto due aspetti: riccamente decorato oppure semplice. Nel primo, le uova Fabergé, create dal gioielliere Peter Carl Fabergé, a partire dal 1885, per gli zar. Le uova erano ideate ogni anno dal gioielliere e dal suo atelier e contenevano una sorpresa sempre diversa. Nel secondo caso, quando ci troviamo ad osservare un uovo classico, possiamo riscontrare molte interpretazioni. A partire dalla tradizione cristologica, l’uovo è simbolo di rinascita, purezza ed è legato al tema della resurrezione, accostare questo significato alla caducità dei fiori crea una frizione interessante. Un fiore molto presente negli still life di Passarino è la rosa, che può assumere significati eterogenei, ma è calzante ricollegarlo alla figura di Venere e quindi all’intera femminilità, mentre una dicotomia su cui vorrei soffermarmi è quella di preda e predatore, che vediamo dispiegarsi in Amleto e in Sunset. Da un lato abbiamo un gatto, che sembra quasi distratto e assente; dall’altro una lucertola e un uccellino. Il felino può quindi essere identificato come un memento mori, ma è anche complice dell’uomo, sta al suo fianco, facendoci riflettere sull’accettazione della fine a cui tutte le creature viventi sono destinate, e Amleto ce lo ricorda ancora meglio mostrandoci sullo schermo del suo tablet un teschio. La grande maestria di Passarino è ben comprensibile dalla sua produzione artistica ed è strettamente legata al suo bagaglio di esperienze, sia professionali che personali. I fiori in particolare le rose sono le sue modelle, ma sono anche tutto ciò che esse rappresentano, il passato che incarnano e il simbolismo a cui fanno l’occhiolino. Le sinfonie floreali sono dei microcosmi in cui l’artista cristallizza le tematiche più profonde e intime che da sempre attanagliano l’animo umano: in particolar modo la caducità della vita e l’eternità, ma anche l’amore e la rinascita. Notiamo che questi temi sono presenti a partire dalla mitologia classica e attraversano il tempo e la storia dell’arte, ma Passarino va oltre, attualizzandoli e celandoli dietro alle sue composizioni di bellezza tattile. Ilaria Garofano Storica dell’arte
Il fiore che celebra la vita
Una rosa, una peonia o un altro fiore eseguito dalla mano talentuosa di Alessandro Passarino, si rivela nella sua realtà poetica, e come icona di una religiosità immanente. Il recipiente in vetro è contenitore d’acqua dalla serena e naturale trasparenza, dove i gambi verdi dialogano fra loro su un sottofondo di adagio musicale. La cultura pittorica di Alessandro Passarino proviene dagli insegnamenti dell’Accademia Albertina di Torino. Da questi preziosi apprendimenti si è fatto sedurre, e quindi, con l’indispensabile architettura preparatoria del suo disegno a matita, con i suoi suadenti e delicati passaggi cromatici, oggi è lui a sedurre l’osservatore. In un gioco magistrale di contrappunti, il biancore atonale è il primo atto del formarsi luminoso e sensuale del rosso o del viola o del giallo. La sua sapienza dona ricchezza e sostanza all’interpretazione ispirata delle arcane forme di Madre Natura. Alessandro Passarino ha respirato in Accademia l’aria e la lezione di Felice Casorati, uno fra i più importanti maestri del ‘900 storico, e pittore del silenzio. Inoltre, indirettamente, parte della sua ispirazione rimanda alla poetica di Giorgio Morandi, che era maestro austero, meditativo e solitario, vivendo e lavorando poveramente in una stanza augusta, come un monaco. Morandi dipingeva solo nature morte, soprattutto bottiglie di inusitata corposità, rappresentando il silenzio metafisico tramite leggere variazioni cromatiche di diffusa malinconia. Direi quindi, che Alessandro Passarino ci restituisce oggi il controcanto del tocco delicato di Morandi, dell’eleganza di Casorati e dei loro silenzi arcani. Le stesure precise e le vaghezze cromatiche dei suoi fiori, accompagnate ed esaltate dalle trasparenze luminescenti dell’acqua e del vetro, rappresentano un procedere espressivo che è specchio rivelatore della Bellezza. E ancora, e soprattutto, un soliloquio meditativo sulle armonie che la Natura e la Vita hanno composto per nutrire le nostre emozioni. Paolo Levi Critico d’arte
Natura morta - Still life
L’impero della luce 2021 | olio su tela | 60x100 cm
Alba 2021 | olio su tela | 70x100 cm
Uovo di Murano 2021 | olio su tela | 70x80 cm
Peonie stile impero 2021 | olio su tela | 60x90 cm
Uovo Swarovski 2020 | olio su tela | 80x100 cm
Invernale 2021 | olio su tela | 90x60 cm
Peonie e Macaone 2021 | olio su tela | 80x80 cm
La Fenice di giada 2020| olio su tela | 100x100 cm
Rose e uovo Fabergè 2021 | olio su tela | 70x80 cm
Red & White 2021 | olio su tela | 60x80cm
Giardino di Giada 2020 | olio su tela | 100x100 cm
Peonie su fondo oro 2020 | olio su tela | 70x90 cm
Iris 2021 | olio su tela | 50x100 cm
Tre Peonie al tramonto 2022 | olio su tela | 60x80 cm
Orchidee in vetro 2022 | olio su tela | 80x60 cm
Yolanda d’Aragona e le sorelle 2021 | olio su tela | 60x80 cm
Chaenomeles japonica con ciotola di giada 2021 | olio su tela | 80x80 cm
Rose di Carlo 2018 | olio su tela | 80x70 cm
Ortolana 2021 | olio su tela | 80x70 cm
Natura Morta Invernale 2019 | olio su tela | 100x70 cm
Caleidoscopio 2021 | olio su tela | 100x60 cm
Yellow 2021 | olio su tela | 60x100 cm
Figurativo
Ophelia - Ionela 2019 | olio su tela | 100x100 cm
Amleto - Andrea 2019| olio su tela | 100x100 cm
Sunset 2021 | olio su tela | 100x100 cm