Aprile 2011
La foto qui a fianco mostra l’assedio degli studenti alla Regione Abruzzo, al termine della manifestazione del 17 novembre 2010. Un assedio pacifico degli studenti, per chiedere risposte al Commissario alla Ricostruzione e alla Regione Abruzzo. Un atto simbolico importante, che ad oggi attende ancora delle risposte. Un simbolo appunto, insieme alle occupazioni, ai blitz e ai blocchi stradali, della voglia degli studenti di esserci, di contare e di fare valere i propri diritti. Una forza straordinaria dimostrata da tutti noi, in quella fase, che ha dato l’idea di una situazione davvero insostenibile. Un segno di vitalità eccezionale, dopo l’enorme affluenza alle urne dello scorso maggio, che ci mostra lo spaccato di un corpo studentesco che vuole contare nelle scelte che lo riguardano direttamente. Anche la scelta dell’Udu di identificare l’Aquila come “Monumento Universitario” non è fatta a caso. Una scelta che rende simbolica la battaglia per avere una città universitaria, per riprendere il filo di quel discorso interrotto bruscamente il 6 aprile 2009. Un percorso graduale che stava portando gli studenti, seppur tra mille difficoltà, ad esser davvero cittadini dell’Aquila. Ora su molti versanti, come potete leggere negli articoli all’interno, c’è moltissimo da fare: gli enti locali sono chiamati a scelte importanti rimandate da troppo tempo su alloggi, servizi, borse di studio, mobilità, aiuti agli studenti. Non sono possibili altri ritardi. Gli studenti hanno chiesto con forza delle risposte che tardano ad arrivare. Anche l’Ateneo dovrà fare la sua parte, garantendo, nella fase di applicazione della Legge Gelmini, la rappresentanza democratica in tutti gli organi e pieno riconoscimento dei diritti degli studenti. Abbiamo di fronte una nuova stagione di lotte per i nostri diritti,
A voce alta Diritti, democrazia, servizi per gli studenti. Conflitto e rappresentanza. Sempre.
ma non daremo tregua agli enti che devono dare risposte adeguate alle rivendicazioni studentesche. Per noi l’Università è fatta soprattutto dai suoi studenti; la città deve ripartire della sua Università e, appunto, dagli studenti. L’Aquila è una città che ancora non può chiamarsi “Città Universitaria”, ma che può e deve esserlo. Questa è la sfida che abbiamo davanti. Difendere i diritti, migliorare le condizioni studentesche e ricreare una Città Universitaria degna di questo nome. Udu L’Aquila
Articolo 34 della Costituzione italiana:
IN QUESTO NUMERO La riforma, lo Statuto, la Carta dei diritti Lauree abilitanti, tutte le novità Quale città universitaria? Borse di studio - Alloggi Strutture - CAS Mobilitiamoci tutti: l’acqua è un bene comune! Graduatorie GAE, la situazione Flash dalle Facoltà
”La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.“
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La riforma, lo Statuto, la Carta dei Diritti Il DDL Gelmini è legge, ma la battaglia per i diritti continua. L’AQUILA MOVIMENTO STUDENTESCO
17 novembre - Gli studenti sfilano in corteo dalla residenza Campomizzi alla Regione Abruzzo con lo slogan “Eppur ci siamo”
30 novembre - Gli studenti dell’Università dell’Aquila occupano l’Ateneo per 2 giorni, organizzando assemblee e dibattiti.
30 novembre - Gli studenti dell’Università dell’Aquila violano la zona rossa per un’assemblea davanti a Palazzo Camponeschi
Gli studenti hanno contrastato tutti i progetti di legge che miravano a distruggere l’Università pubblica. Le lotte e le proteste contro il DDL Gelmini sono state l’esempio fortissimo di questo. Le proteste, cominciate nel 2008, sono riprese con forza nello scorso autunno, quando tutto sembrava ormai destinato a divenire legge ineluttabilmente. Straordinarie le mobilitazioni che hanno portato a storiche occupazioni, manifestazioni di piazza, sit-in ad oltranza sui tetti. Studenti in prima linea dunque contro un DDL che mirava a trasformare le università pubbliche in aziende, destrutturando il sistema pubblico di formazione, relegando gli studenti in situazione marginale, lasciando a Baroni e Rettori tutto il potere decisionale. Abbiamo tutti insieme alzato la voce, occupato i nostri luoghi di studio qui all’Aquila, dopo quasi 15 anni dall’ultima volta. Tra mille difficoltà abbiamo detto che ci siamo e vogliamo contare. In tutta Italia sono stati occupati i monumenti principali: noi abbiamo voluto che il centro storico dell’Aquila fosse il nostro Monumento Studentesco, violando la Zona Rossa, portando la protesta fino agli storici palazzi dell’Università nel centro della città e occupando tutti i Poli Universitari. Abbiamo fatto moltissimo, oltre ogni aspettativa. Blocchi stradali, iniziative spontanee, riflessioni collettive con produzione di documenti di proposta sulla legge e sulla situazione locale.
Il DDL Gelmini è diventato Legge, approvato definitivamente dal Senato della Repubblica. Le principali criticità denunciate dagli studenti, rimaste inascoltate dal Governo e dal Parlamento, sono legate alla riduzione degli spazi democratici all’interno della governance d’ateneo, alla progressiva “ministerializzazione” dell’Università, allo sradicamento del diritto allo studio. qualcosa però siamo riusciti a cambiare, garantendo una rappresentanza studentesca in tutti i consessi di almeno il 15%. Resta comunque il fatto che la Legge Gelmini, riduce di fatto tutti gli spazi democratici, relega il Senato Accademico ad un ruolo propositivo, trasformando invece il Consiglio di Amministrazione nel fulcro del governo dell’ateneo, dando un’impronta chiaramente aziendalista all’Università pubblica, che dovrebbe essere il luogo in cui si sviluppa la ricerca, in cui si dovrebbe puntare sulla qualità della didattica e sulla formazione del pensiero critico. La Gelmini conferma un’impostazione di disinvestimento sui saperi, che opera tagli lineari alle risorse annientando così gli atenei e quindi lo sviluppo dell’intero Paese. Sono anni che chiediamo fortissimi investimenti sul sapere, ma purtroppo si continuano a registrare tagli su formazione e ricerca e non vi sono spiragli di un’inversione di tendenza. Ora siamo entrati quindi nella fase di applicazione, dato che la legge prevede tempi molto stretti per la
scrittura dei nuovi Statuti di cui gli Atenei devono dotarsi. Visto che la legge ha così drasticamente ridotto il peso delle rappresentanze negli organismi, è fondamentale che in questa fase di scrittura siano preservati organi e regolamenti a tutela della rappresentanza e dei diritti degli studenti. E’ molto importante che, anche nel nuovo statuto, sia inserita la Carta dei diritti degli studenti come regolamento del nostro ateneo a tutti gli effetti, così come lo è oggi. La Carta è stata una conquista difficile, durata anni, e per cui continuiamo a lottare quotidianamente per rivendicarne l’applicazione a tutti i livelli della vita accademica. Ma per avere reali garanzie per gli studenti, vanno comunque preservati gli spazi della rappresentanza nei nuovi consessi che si vanno a formare. L’analisi della Commissione per la revisione dello Statuto del nostro Ateneo è ancora in corso e si appresta ad affrontare i primi confronti anche con il Senato Accademico. L’UdU, con i suoi rappresentanti, sta portando avanti il lavoro in tutti i consessi accademici, ma è e sarà indispensabile il coinvolgimento di tutti noi studenti per vedere garantiti anche in futuro i nostri diritti così duramente conquistati. Udu L’Aquila
Lauree abilitanti, tutte le novità Il MIUR, tramite il decreto del 10 settembre 2010 n.249, ha approvato un regolamento per la “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado”. Questo regolamento ha come scopo quello di ridefinire “che titolo di studio devo avere” per diventare, o meglio per sperare di diventare, insegnante. Per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria è previsto un corso di laurea magistrale quinquennale, a ciclo unico, comprensivo di tirocinio da 600 ore pari a 24 CFU (gli studenti già iscritti al corso di laurea in scienze della formazione primaria concludono il corso di studi e conseguono l’abilitazione all’insegnamento secondo la norma vigente al momento della loro immatricolazione). Si passa dunque da un sistema quadriennale con due diversi indirizzi possibili (infanzia, primaria), ad un unico corso quinquiennale con doppia abilitazione. Per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado è prevista l’attivazione di diverse lauree magistrali biennale per le varie classi di insegnamento ed un successivo anno di tirocinio formativo con esame finale conclusivo. Per il sostegno agli alunni con disabilità la specializzazione per ora si conseguirà esclusivamente presso le università con specifici moduli per il sostegno di 60 CFU e comprensivi
di almeno 300 ore di tirocinio. La norma di legge pare molto più restrittiva dell’attuale circa la possibilità di accesso ai corsi del sostegno, accesso che diventerà possibile solo ad abilitazione conseguita e per di più superando una ulteriore prova di accesso. In sostanza per cominciare ad insegnare con l’abilitazione nel sostegno, fino all’anno scorso vera porta di accesso all’insegnamento, mentre fino ad oggi si poteva contare sulla possibilità di conseguire il sostegno al termine dei 4 anni (cd laurea “in comune”), con il nuovo percorso si arriverà all’abilitazione al sostegno solo dopo 6 anni di corso. Per di più al numero programmato del corso di laurea quinquennale si dovrà aggiungere il numero programmato per il sostegno. Il disegno è evidente e purtroppo coerente con i tagli degli ultimi anni: tagliare sulla scuola, ridurre drasticamente sul sostegno. Una idea di scuola “minima” ed escludente vergognosa che bisogna continuare a combattere. Altro discorso per le magistrali per l’insegnamento nelle secondarie, davvero in alto mare. Al momento sono state definite le classi delle lauree magistrali per l’insegnamento nelle scuole secondarie di primo grado. Per quanto riguarda il nostro Ateneo, visto l’offerta didattica e i docenti presenti nelle facoltà, sarebbe auspicabile attivare, e noi riteniamo che sia indispensabile farlo, 5 lauree magistrali abilitanti oltre quella di scienze della formazione primaria.
Queste sono: A043 (Italiano, storia e geografia), A045 (Lingua inglese e seconda lingua straniera), A059 (Matematica e scienze), A030 (Scienze motorie e sportive), A033 (Tecnologia). Per poter accedere a questi corsi di laurea è necessario (oltre al superamento di un test iniziale visto che questi corsi sono a numero programmato) possedere un numero di crediti in settori specifici per ogni classe e definiti nel decreto, perciò gli studenti iscritti alle lauree triennali che sono interessati ad intraprendere in futuro un percorso verso l’insegnamento, devono da subito tener presente questi vincoli e cercare di adattare il loro piano di studi in modo da non avere problemi successivamente per accedervi. Quello che viene riportato nel decreto purtroppo, non è sufficiente a definire esattamente tutto quello che serve alle università per attivare le nuove lauree abilitanti. Al momento infatti non è chiaro, ad esempio, quali sono i requisiti che devono soddisfare gli atenei per aprire le lauree magistrali e quindi ancora non è certo che tali corsi siano attivati già dal prossimo anno accademico. E’ evidente che queste lauree sono particolarmente importanti proprio per il fatto che sono abilitanti e quindi danno la possibilità di avere uno sbocco occupazionale ben preciso. Per questo l’Udu ritiene che questi corsi di laurea debbano essere aperti non appena ce ne sarà la possibilità. Elisa Lozzi, Luana Del Gaone
Lauree magistrali ad hoc per l’abilitazione, Formazione Primaria da quadriennale a quinquennale
E gli attuali iscritti che fine fanno? Per un maggior dettaglio, leggete l’articolo che trovate a pagina 4, nel quale trovate una descrizione dettagliata di quella che è la situazione attuale delle Graduatorie GAE.
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Quale città universitaria? Una dettagliata panoramica su quella che è la situazione del diritto allo studio aquilano. Dalla mancanza di alloggi, al polifunzionale del Polo Coppito, ai criteri per l’Autonoma Sistemazione, alla copertura delle borse di studio.
E' desolante per noi dare un quadro generale sulla situazione dell Diritto allo Studio nella città dell’Aquila, visto che tocchiamo con mano ogni giorno lo sconcertante disinteresse degli Enti Locali su questo tema. Il Diritto allo Studio è uno strumento fondamentale, oltre per garantire a tutti noi gli studi, per avere una serie di servizi che ci permettano di vivere degnamente e dignitosamena cura di Marco Taraborrelli e Roberto Naccarella te nella città in cui studiamo.
ALLOGGI
Prova esemplare di ciò che abbiamo appena affermato è la scarsissima disponibilità di posti letto pubblici, che potrebbero far fronte all’enorme richiesta abitativa degli studenti. Ad oggi abbiamo a disposizione la sola Residenza Universitaria ex Caserma Campomizzi, con circa 250 posti letto. Da tempo, portando sempre alto il nostro slogan “Una caserma in meno, un campus in più”, chiediamo alla Regione Abruzzo che vengano ristrutturate le restanti palazzine della Caserma Campomizzi, con le quali si potrebbe in prospettiva arrivare ad un campus di circa 1700 posti letto. Con adeguate opere di risturtturazione devono essere di nuovo disponibili gli oltre 300 posti letto della “Scuola Superiore G. Reiss Romoli”. Un discorso a parte merita la Residenza San Carlo Borromeo, donata dalla Regione Lombardia e costruita con fondi FAS (Fondi Aree Sottosviluppate, quindi soldi pubblici), che è ancora gestita in maniera privata dalla Curia
dell’Aquila. Ricordiamo che nell’accordo di programma il Comune doveva trasferire la struttura alla Regione, che doveva affidarla al suo ente preposto, ovvero l’ADSU. In realtà quello che è certo è che la residenza, moderna e all’avanguardia, del valore di 7 mln di euro, è gestita dalla Curia secondo criteri privatistici invece che con quelli di un bando pubblico, discriminando così tutti gli studenti bisognosi e beneficiari di un alloggio pubblico. Sulla questione della Borromeo abbiamo diffidato il Comune, senza però ricevere nessuna risposta sulla situazione della struttura. Inoltre resta da definire la destinazione dei 16 milioni di euro stanziati dal MIUR per alloggi universitari. Vanno individuate le priorità e le opere su cui investire, riqualificando e sfruttando il patrimonio già esistente, senza ricorrere necessariamente a costruzioni ex-novo.
BORSE DI STUDIO
E' fondamentale che gli Enti comprendano il concetto di "cittadinanza studentesca". Noi studenti dobbiamo essere considerati a tutti gli effetti cittadini aquilani, ed inseriti a pieno titolo nel contesto urbano, vedendoci garantite borse di studio, insieme ad alloggi e servizi. Come Unione degli Universitari abbiamo da sempre portato avanti l'idea di L'Aquila “Città Universita-
ria" ben prima del 6 Aprile, e oggi riteniamo più che mai prioritario il rilancio dell’università e di tutta la città. Purtroppo il Comune de L'Aquila e la Regione Abruzzo non sembrano dello stesso avviso, anzi praticamente ignorano la questione. Ancora oggi, a due anni dal sisma, ci troviamo a far fronte ad una situazione con numerose e particolari criticità.
STRUTTURE
Dopo proteste, pranzi autogestiti e manifestazioni, gli studenti hanno ottenuto l’apertura di alcune opere rimaste vere e proprie scatole vuote: 2 container mensa, servizio bar, struttura polifunzionale costruita con le donazioni del Canada. Rimane ancora molto da fare. manca una mensa alla residenza Campomizzi, una seria offerta di spazi studio e di aggregazione per gli studenti. Siamo sempre stati dell’idea che a l’Aquila non ci sia bisogno di costruire nuove strutture sul territorio, e siamo ancora convinti che non si debba consumare un metro quadro in più. Abbiamo già a disposizione molti edifici e strutture per gli studenti, in modo da poter rimediare ad ogni at-
tuale carenza. Emblematica l’attesa di due anni ormai di un intervento di ristrutturazione della Regione Abruzzo della struttura polifunzionale del Polo di Coppito, che giace abbandonata a sé stessa e "cosparsa" di crepe, con tutti i disagi che questa “non curanza” ha provocato agli studenti e all’ADSU stessa. Questa struttura potrebbe tornare ad offrire spazi per lo studio e una sala ricreativa, che costituiva un importantissimo spazio di aggregazione. Riattivandola, si ripristinerebbero anche i locali della mensa, superando così l’utilizzo di strutture provvisorie, inadeguate al numero degli utenti del servizio.
Proprio la settimana scorsa abbiamo nuovamente invitato la Regione Abruzzo a modificare i requisiti presenti nel regolamento del contributo di autonoma sistemazione che, di fatto, tagliano fuori dal contributo tutta la popolazione studentesca: il contratto di 18 mesi, il criterio di “Non meno di 2 esami per non meno di 9 crediti” e l’incomprensibile incompatibilità tra borse di stu-
dio e CAS. Attendiamo ancora risposte in merito dal Presidente Chiodi, dall’Assessore Gatti e dal commissario D’Ascanio, i quali anche nella riunione convocata a seguito della manifestazione del 17 novembre hanno dichiarato che avrebbero accolto le richieste degli studenti, ma nei fatti si sono rivelati completamente inadempienti e latitanti.
CAS
TRASPORTI Abbiamo manifestato e criticato la Regione duramente perchè fino a qualche settimana fa la copertura delle borse di studio aveva raggiunto un minimo storico: appena il 22% degli idonei sarebbero stati effettivamente beneficiari. Abbiamo contestato la “tentata rapina” che il Presidente Chiodi e l'Assessore Regionale al Diritto allo Studio Gatti stavano per fare ai danni degli studenti aquilani. Infatti, stavano ripartendo il fondo emergenziale di 3 milioni di euro tra tutte e tre le ADSU abruzzesi, in barba alla disposizione ministeriale che pre-
vedeva, invece, come unica destinazione quella aquilana, proprio per far fronte alla catastrofe del sisma. Al momento stiamo aspettando una nota congiunta dell’Assessore Gatti e del VicePresidente De Matteis, che ufficializzi l’intera destinazione del fondo straordinario di 3,2 milioni di euro, fondo che può coprire totalmente le borse di studio per quest’anno. Chiaramente il nostro impegno deve continuare per ampliare lo stanziamento di fondi destinati alle borse, in modo da avere la copertura del 100% delle borse anche il prossimo anno.
Sul capitolo trasporti tutto fermo al palo: la situazione dei collegamenti all’interno della città dell’Aquila, ormai spalamata su decine di km. I disagi sono enormi e il servizio di trasporto urbano diurno è insufficiente. Inesistente quello notturno. L’Udu ha richiesto al Comune di investire i fondi Anci, destinati a servizi di prossimità per gli
studenti univeristari, per l’istituzione di navette che colleghino le sedi universitarie con le varie zone della città e l’istituzione di una circolare notturna. Proposta caduta nel vuoto che si scontra con l’intento dell’amminstrazione comunale di destinare questi fondi a progetti che nulla hanno a che vedere con le esigenze degli universitari.
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Mobilitiamoci tutti: l’acqua è un bene comune!
Graduatorie GAE, la situazione
Sta partendo in questi giorni la fase finale della campagna referendaria “L’acqua non si vende”. Visto il silenzio dei media nazionali sull’argomento, il comitato promotore in collaborazione con tutte le associazioni locali e nazionali che hanno aderito alla mobilitazione, per dare maggiore visibilità ai due referendum sull’acqua, hanno proposto di far partire la campagna “Una bandiera per ogni balcone”. Questo metodo, utile ed efficace, serve a ricordare a tutti i cittadini italiani che il 12 e 13 giugno ci saranno degli appuntamenti importanti ai quali la popolazione non può mancare. Come si sta muovendo la Regione Abruzzo su questo tema? Il governatore della regione Gianni Chiodi in un primo momento sembrava abbracciare la proposta dell’acqua pubblica, ma dietro si muoveva la macchina dell’imprenditoria che preparava la privatizzazione tramite i suoi referenti in politica, infatti nell’incontro ad Avezzano nella sede del Consorzio acquedottistico marsicano, si presentava il progetto di riforma che ridisegna il sistema-acqua in Abruzzo. La legge prevede un solo articolo, un unico Ato regionale che, attraverso la partecipazione di comuni
Il 29 marzo 2011 centinaia di docenti abilitati e abilitandi, tra cui i laureandi in Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli Studi dell’Aquila, assieme ad una rappresentanza Udu, hanno manifestato per mettere in evidenza il vuoto normativo che riguarda tutti i docenti che hanno conseguito - e che stanno per conseguire - l’abilitazione all’insegnamento e al sostegno, in seguito alla frequenza dei corsi abilitanti a numero chiuso attivati su disposizione del M.I.U.R. dal 2007 al 2010. Tutti gli studenti immatricolati dal 2008 in poi ai corsi attivati dal Ministero, sono stati esclusi dalle GAE - Graduatorie Ad Esaurimento -, in quanto il Ministero ha chiuso le graduatorie in attesa di una nuova norma sul reclutamento dei docenti abilitati, ad oggi inesistente, per cui si formano docenti sempre piu specializzati ma poi non si permette loro di lavorare. Si viene così a creare una situazione paradossale e dannosa, dove i docenti abilitati - anche al sostegno - non potranno essere reclutati mentre i bambini che necessitano del sostegno saranno seguiti da una semplice supplente, data la carenza di insegnanti in possesso dell’abilitazione specifica. Quindi, allo stato attuale, lo stato paga docenti privi di formazione specifica e lascia a casa chi può fornire un aiuto efficace a questi ragazzi. Nelle graduatorie per insegnare c’è di tutto, diplomati in musica, teologia, belle arti, motoria, gli unici esclusi sono quelli che hanno fatto i corsi attivati da Ministero per diventare insegnanti. Gli studenti chiedono quindi al Ministro Gelmini un intervento normativo finalizzato a consentire l’inserimento nelle GAE di tutti i docenti che hanno conseguito e che stanno per conseguire l’abilitazione all’insegnamento. Il Governo ha continuato ad attivare corsi abilitanti - fra cui quello nella Facoltà di “Scienze della Formazione” dell’Università degli Studi dell’Aquila -, che allo stato attuale hanno iscritti oltre 900 studenti altamente qualificati che si stanno per abilitare, ma privi di un sistema di reclutamento che consenta loro di lavorare, creando una forte disparità e discriminazione nei loro confronti, rispetto agli immatricolati negli anni precedenti. Clara Calvacchi Valentina Ciaccio
e province, gestisca il servizio idrico integrato. In pratica, però, la gestione dovrà essere affidata al privato, così è stato dichiarato dal coordinatore regionale del Pdl in Abruzzo che ha rilasciato la seguente dichiarazione: “la politica senza distinzione di colore, ha dimostrato in passato di aver fallito nella gestione del servizio idrico; occorre quindi dare spazio al privato il solo che, sul piano operativo e gestionale, ha dimostrato di essere in grado di garantire un servizio ad hoc e, di conseguenza, benefici per gli utenti”. Sarà vero? Basta spostarsi nella regione Lazio per vedere un esempio pratico di come ha fallito la gestione privata dell’acqua, infatti nel comune di Aprilia la privatizzazione dell’acqua è avvenuta nel 2002, Il socio privato è la Veolia Water, una delle più grandi multinazionali che gestisce l’acqua in ogni parte del mondo. A seguito del passaggio dalla gestione comunale alla gestione privata (Acqualatina), una famiglia di Aprilia che consuma 190 metri cubi l’anno, prima pagava al Comune (anno 2004) 122.17 €, mentre l’anno successivo (anno 2005) si è vista arrivare bollette per 205,56 € (aumento del 68,25%). Alla fine, nel comune di Aprilia Da-
vide ha vinto contro Golia, l’amministrazione comunale si riprende il controllo della gestione idrica, forte di una sentenza del Consiglio di Stato. In Abruzzo per il momento è stata proposta una moratoria in vista del referendum di giugno, il passo successivo è di coinvolgere il più possibile la popolazione per questa battaglia che oltre ad essere civile e politica è, e deve essere, Vitale. “L’acqua non può diventare fonte di profitti. È un bene comune e come tale deve essere salvaguardato con forza”. Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia. Giancarlo Pagnani
http://www.acquabenecomune.org
Flash dalle facoltà QUI ECONOMIA Grazie al lavoro dei rappresentanti UDU finalmente alla Facoltà di Economia si è ottenuta un’ora di pausa pranzo, com’è sancito nella Carta dei Diritti dello Studente. Un altro risultato importante è stato l’ampliamento dell’appello di settembre per i fuoricorso a tutti gli studenti della 509. Comunque i rappresentanti UDU di economia continueranno a lavorare per chiedere un maggior numero di appelli, che per adesso rimane insufficiente rispetto alle esigenze degli studenti. Continua a leggere la notizia su www.uduaq.org
QUI SCIENZE MM. FF. NN. In seguito alle molteplici richieste da parte degli studenti della facoltà di Scienze, i rappresentanti dei singoli corsi di studio hanno richiesto una sessione straordinaria d’esame nel periodo Aprile-Maggio. Questa finestra d’esame sarà resa accessibile solo per gli studenti fuori corso e per i laureandi che, visto il calendario didattico, per i seguenti corsi: Chimica, Fisica, Biologia e Scienze Ambientali. I CDCS di Matematica e Informatica hanno respinto la richiesta dei rappresentanti degli studenti. Continua a leggere la notizia su www.uduaq.org
QUI INGEGNERIA Vorremmo fare un po’ di chiarezza rispetto alle voci che si rincorrono sulla collocazione della Facoltà di Ingegneria, ora sistemata presso l’ex-Optimes. A seguito dell’ufficializzazione della valutazione dello stabile fatta dall’Agenzia del Territorio, che stimava un prezzo inferiore a quello adesso corrisposto, l’Università ha emanato un bando pubblico per reperire spazi all’interno della città. Siamo oggi in una fase in cui l’Ateneo è in trattativa ma certo è che il nostro obiettivo è rimanere a L’Aquila. Continua a leggere la notizia su www.uduaq.org
QUI PSICOLOGIA Stiamo portando avanti diverse battaglie all’interno della Facoltà di Psicologia. Tra le più importanti sicuramente c’è la lotta per la riattivazione di un curriculum magistrale in Psicologia Applicata all’Analisi Criminale, che va avanti ormai da anni e che anche quest’anno ha visto i nostri rappresentanti impegnati per far si che venissero inseriti, nelle nuove schede RAD, settori specifico-disciplinari che potessero in un secondo momento servire per aprire il suddetto curriculum. Continua a leggere la notizia su www.uduaq.org
QUI LETTERE Anche nella Facoltà a est di tutto il resto, Lettere e Filosofia, l’Udu conduce le sue battaglie consuete... con l’introduzione dei nuovi requisiti minimi il consiglio di Facoltà dopo una serie di discussioni e con il parere contrario dei nostri rappresentanti approva un’offerta formativa a dir poco ridicola: - Triennali: Lettere, Lingue e mediazione culturale, Filosofia e teorie dei processi comunicativi; - Magistali: Filologia classica e moderna, Filosofia e comunicazione, Beni culturali. Continua a leggere la notizia su www.uduaq.org
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