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Dodici Morelli, Bevilacqua, Galeazza e Palata Pepoli GIUGNO n. 3• 2021
RE LA ZIO NI
di Don Paolo Cugini Lo sappiamo molto bene, anche perché ci è stato detto parecchie volte, che le relazioni interpersonali sono fondamentali nella vita di una persona. Soprattutto, ci aiutano a scoprire aspetti e dettagli di noi stessi, che da soli non riusciremmo mai a vedere, a scoprire. Un’amica, un amico permette di avere uno sguardo diverso su noi stessi e ci aiuta a decentrarci, a guardarci da prospettive che non siano il nostro punto di vista. Le relazioni, dunque, ci umanizzano, perché ci aiutano ad uscire dal nostro piccolo mondo che rischiamo di costruirci intorno tutte le volte che ci isoliamo.
TEMA DEL MESE
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In questa prospettiva è significativo che Gesù abbia annunciato il Vangelo con un gruppo di amici e amiche. È questa una profonda indicazione spirituale, perché ci allerta che il cammino che il Signore propone non è la conquista di un premio che otteniamo grazie ai nostri meriti, ma un dono che riceviamo insieme con i fratelli e le sorelle della comunità. Importante, allora, diviene, creare spazi in cui abbiamo la possibilità d’incontrarci, di conoscerci, di stimolarci a vicenda sulla realizzazione del mondo che Gesù ha iniziato a costruire.
TERZA PAGINA
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CATECHESI
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Ci sono dei periodi dell’anno in cui questo cammino di condivisione è maggiormente realizzabile, per tanti motivi. L’estate è, senza dubbio, uno di questi periodi. E’, infatti, durante l’estate che, chi lavora, può disporre di un periodo di vacanza da trascorrere con la famiglia o con amici e parenti. È proprio durante l’estate che gli studenti possono usufruire di un lungo periodo di vacanze. È durante il tempo estivo che un ragazzo, un giovane può approfittare per fare esperienze, nuove, curare le vecchie amicizie e farne delle nuove. Approfittiamo, allora, del tempo che ci viene dato per crescere in umanità.
GIOVANI
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FORMAZIONE
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tema del mese
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ESTATE: TEMPO DI RELAZIONI
Siamo in tempo di Covid, ma pare possibile con intelligenza guardare la realtà per ricominciare, ad avere più relazioni. Estate periodo più caldo dell’anno ma che richiama a giorni di riposo, di vacanze, di nuovi incontri. Fin dall’infanzia la parola relazioni non esisteva nel mio vocabolario perché nella mia famiglia non regnavano le relazioni dopo la morte della mamma quando io avevo dodici anni. Ma lei fu la mia più grande catechista. Mi fece capire quanto sublimi fossero le relazioni nella Santissima Trinità: l’amore misericordioso del PADRE, GESU’ che ci salva con il suo amore, lo SPIRITO SANTO che con i suoi doni ci insegna a relazionarci con ogni persona che incontriamo e soprattutto iniziando in famiglia. Infine TRE relazioni da immagazzinare nella mente e nel cuore: 1° L’EUCARESTIA 2° la purezza della VERGINE MARIA 3° la catechesi del SANTO PADRE Le TRE figure bianche come la mia mamma le descriveva. Questi insegnamenti che ritengo ultraottantenne, ancora molto preziosi, mi servono nelle relazioni soprattutto per ascoltare, per gioire, per piangere con le persone che mi incontrano o che mi telefonano. La vita nasce dalle relazioni. Maria Luisa Garuti
SOCIALITÀ’ E INCLUSIONE
loro domani? Le disabilità che affliggono questi bambini possono essere di vario genere, pertanto le modalità per mitigarne gli effetti dovranno essere adeguate alla gravità di ogni singolo caso. E’ evidente che la loro vita sarà costellata di impedimenti e di intralci di ogni sorta e soltanto l’aiuto e la cooperazione di molte persone (extrafamiliare) potranno alleviare la frizione delle famiglie interessate. L’intervento di una solidarietà molto ampia può soccorrere costoro: si tratta di una solidarietà che non deve conoscere confini di collaborazione “religiosa” o “laica”, ma che deve mirare a costruire qualsiasi beneficio alla famiglia e soprattutto allo sfortunato. Spesso oltre alle cure dedicate hanno bisogno di avere attorno a sé un’equipe di persone specializzate (maestri e psicologi) che sia in grado di accrescere la loro “personalità”. Le attività ludiche e fisiche, in tanti casi, sono tali da accrescere la consapevolezza delle loro capacità e da mettere in evidenza le loro attitudini. Questi casi richiedono perseveranza, sensibilità ed esperienza: tuttavia, se ben attuate, possono portare a risultati notevoli. Nei casi più fortunati sono riusciti ad introdursi nel mondo del lavoro e ciò costituisce il massimo dell’inclusione. Lucio Garutti
La vita sociale delle persone è un fatto importante per qualsiasi comunità, poiché ognuno di noi, per vivere e per evolversi, ha bisogno di ricorrere agli altri. L’asilo nido, la scuola di base e altri studi di ogni ordine e grado ci proiettano nella socialità: lo stesso avviene se ci accostiamo a qualche disciplina sportiva o del tempo libero. Sta di fatto che gli approcci con qualsiasi realtà diversa dalla nostra famiglia costituiscono sempre un qualche cosa di significativo. Ciò vale, a maggior ragione, per i bambini o per i ragazzini che spesso sono al primo approdo con un ambiente diverso da quello della loro famiglia. In ogni caso, il carattere o l’indole di ognuno di noi gioca un ruolo preminente nel contatto con un nuovo gruppo di persone (sconosciute): ma, a poco a poco, ci si “ambienta” e ci si crea un proprio spazio che finirà per costruire quella che sarà la nostra sfera sociale. Tutto ciò è verosimile per la stragrande maggioranza degli individui così detti “più fortunati”: purtroppo accanto a questi ci possono essere anche i “meno fortunati “. In genere si tratta di casi scolastici: tuttavia, quando sopraggiungono, comportano afflizione e disagio ai genitori e ai parenti stretti. Subito ci si rende conto di avere a che fare con “creature” che abbisognano di premure non comuni e di cure dedicate: inoltre appare evidente che le circostanze non saranno passeggere ma purtroppo permanenti. Quali prerogative per il
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terza pagina
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LA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO
Il fine di questa Visita pastorale sarà crescere nella comunione e vivere la conversione missionaria. La Visita pastorale all’Arcidiocesi di Bologna si svolgerà nell’arco dei prossimi cinque anni e sarà alle cinquanta Zone pastorali in cui è suddivisa la diocesi, che raccolgono le singole Parrocchie e le varie realtà ecclesiali, raggruppate negli attuali quindici Vicariati, a partire da quelli non visitati dal mio predecessore, il Cardinale Carlo Caffarra. La visita è un momento di profonda comunione, che ci aiuta a gioire del tanto che ci unisce, a mettere da parte quello che divide e cercare il tanto che manca! Il rinnovamento non avviene solo per decreto amministrativo (sì, certo, lo sarà se necessario, per adeguare situazioni altrimenti obsolete e ormai del tutto incomprensibili), ma soprattutto coinvolgendo e valorizzando le risorse esistenti in una prospettiva missionaria. E questa ci aiuterà a riscoprire tanti doni che abbiamo e diamo per scontati e a trovarne dei nuovi. La visita pastorale ci fa sentire tutti parte di un corpo, tutti importanti e pieni dello stesso Spirito di amore e depositari di un dono unico, che ci ha resi suoi e che possiamo donare al nostro prossimo. Le zone pastorali crescono nella comunione tra i diversi soggetti, valorizzando le varie esperienze, non omologandole. Visitando le singole Zone desideriamo dare impulso alla collaborazione tra le parrocchie e tutti i soggetti ecclesiali, con specifica attenzione alle risorse e ai bisogni del territorio, concentrandoci sui quattro ambiti indicati per le Assemblee zonali: catechesi, giovani, carità e liturgia. i e i Santi protettori delle varie comunità ci accompagnino. La Vergine di San Luca sostenga e illumini con il suo sguardo di Madre tutto il nostro cammino. Mons. Matteo Zuppi
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PRIME COMUNIONI A XII MORELLI
“Pace” “Amore” “Misericordia” “Parola” queste sono le scritte che i bimbi di IV elementare hanno sventolato con tanta emozione il 16 Maggio davanti a tutta la comunità di XII Morelli durante la celebrazione della loro prima Eucarestia sulle note di una canzone brasiliana che dice “Fate risuonare la parola di Dio in tutti i luoghi”. Ed è dall’ascolto della Parola di Dio che parte una celebrazione dal marchio latino-americano, fortemente
sentita, in cui abbiamo avuto il piacere di vedere la partecipazione serena di tutti i bimbi e di gran parte dei loro genitori. Ai nostri cari bimbi avevamo chiesto, qualche settimana prima, come potevano imitare Cristo nel servizio verso gli altri ed entrare in comunione con Lui a partire proprio dalla loro prima Eucarestia. Le più svariate risposte: c’è chi vuole pulire il mondo raccogliendo i rifiuti, chi vuole aiutare i poveri in difficoltà, chi vuole aiutare i genitori nelle faccende di casa, chi vuole comprare bomboniere aiutando i più bisognosi, chi vuole rispettare le leggi, chi vuole aiutare gli animali abbandonati, chi vuole aiutare le persone disabili e chi vuole donare quello che ha a chi è in difficoltà. Siamo consapevoli che non sempre le più belle intenzioni si realizzano ma siamo certi che ogni qualvolta ascolterete la sua Parola e vi sazierete di quel Pane voi avrete la forza per trasmettere la pace, l’amore, la misericordia e il servizio verso gli altri. Elena, Paolo, Giuseppina
Prima Comunione Parrocchia S. Maria di Galeazza Domenica 23 maggio, nella solennità di Pentecoste, nella piccola parrocchia di Galeazza, a fianco del convento delle Suore Serve di Maria, si sono celebrate le Prime Comunioni di Giorgia, Massimo e Fabio. I bambini hanno iniziato il loro cammino di catechesi nell’Ottobre del 2018 accompagnati da Suor Pellegrina, la quale fin da subito ha saputo attrarre la loro attenzione attraverso momenti di gioco, disegni da colorare e soprattutto facendo comprendere loro la Bibbia e la Parola di Gesù. Dall’inizio di quest’anno Suor Norberta e Suor Lidia hanno completato il percorso eucaristico dei bambini preparandoli a ricevere la loro Prima Comunione. Domenica si respirava aria di festa e gioia quando alle 11.30 è iniziata la cerimonia celebrata da Don Paolo, parroco delle nostre quattro parrocchie, ed allietata dal coro dei piccoli “Trinity Angels” di Dodici Morelli con canti brasiliani e balli. Dall’ingresso in processione dei bambini con il parroco in testa, alla consegna di Giorgia del Vangelo a Don Paolo fino alle letture delle preghiere e all’offertorio di Massimo e Fabio, tutto è stato vissuto in modo sereno e gioioso. La cerimonia, nella sua semplicità, è stata un esempio di collaborazione fra persone di varie parrocchie, dimostrando che quando tutti perseguono lo stesso obiettivo il risultato non può che essere sorprendente. In conclusione, la bellissima esperienza dei nostri figli in questa giornata ci deve aiutare a crescere insieme a loro in un cammino di maturazione, amore e fede. Ambra e Giampaolo
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Cresime a Bevilacqua “Un giorno indimenticabile”
I gruppi cresima preparati sono tre di diverse età: 6 ragazzi di seconda media, più 2 ragazzi preparati da Suor Norberta nel centro di spiritualità di Galeazza, 6 ragazzi di terza media e 5 ragazzi di 17 anni. Tre età diverse che ha dato a noi catechiste un’esperienza unica perché non potendoli incontrare, doversi adeguare alle esigenze scolastiche, familiari, saper lavorare senza stancarsi perché in questi periodi di pandemia non si poteva chiedere tanto ma il necessario, ci ha fatto capire che dove non arriviamo noi ci pensa il Signore… Infatti, alla fine, senza aspettarsi nulla in cambio, i nostri incontri col nostro parroco Don Paolo, un po’ in presenza poi in meet hanno fatto sì che genitori, padrini e madrine potessero partecipare comodi da casa, era bello questo appuntamento che veniva fatto ogni 15 giorni … tutti pronti e puntuali per ascoltare la parola di Dio. È vero, la pandemia ha tolto tanto ma a noi ha dato la gioia di concentrarci solo sulle parole di insegnamento che ci venivano date su Gesù, sul perché lo spirito Santo scese sugli apostoli, perché è importante Gesù nella nostra vita. La data del 25 Aprile, quando ci è stata comunicata, è stata una gioia, un’emozione non per concludere un percorso ma perché con i genitori e i nostri ragazzi abbiamo camminato insieme, bene e sereni. I ragazzi, il giorno della ,sono stati divisi in due turni: mattina gruppi terza media e superiori, messa presieduta dal Vescovo Ernesto Vecchi; il pomeriggio gruppi di seconda media, messa presieduta dal Vescovo Antonio Sozzo. Concludiamo con una frase di una cresimata: “Ora che ho “passato” la cresima mi sento diversa.... più completa, più grande!” Auguri ragazzi! Un ringraziamento ai genitori che ci hanno dimostrato stima e rispetto e un grazie di cuore a Don Paolo. Le catechiste Claudia, Francesca e Suor Norberta
Prime eucarestie a Dodici Morelli “Lasciate che i bambini vengono a me“ è un versetto che troviamo nel Vangelo di Marco e il nostro Don Paolo lo sta facendo nel modo giusto. In un periodo così problematico, lui assieme ai catechisti Elena e Paolo T., ha saputo creare un clima sereno, gioioso e spensierato nella preparazione della prima Eucarestia dei nostri bimbi. È stata una cerimonia senza precedenti, alla quale tutti i bambini e i genitori hanno partecipato con gioia. L’ingresso dei bambini in processione con il Don, visibilmente molto emozionati, l’ingresso della Bibbia accompagnato da un canto brasiliano e ballato dalle bambine che ondeggiavano i loro teli con armonia, l’offertorio durante il quale i genitori han-
no apparecchiato la tavola per i loro bambini e poi il momento più atteso la Prima Eucarestia! È stato toccante, ed estremamente emozionante. Vederli accogliere Gesù per la prima volta ha scaldato il cuore. Una cerimonia davvero speciale e, a rendere il momento ancora più intenso, ci ha pensato il coro “Trinity Angels” che, con i suoi canti, ha deliziato e reso unica la liturgia. Grazie a Don Paolo e ai nostri amati Catechisti, per aver reso indimenticabile questo giorno e lasciato un segno indelebile nel cuore di tutti noi. Cristina Cirillo XII Morelli
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oratoriando
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Oratoriando Bevilacqua
Considerando il periodo che abbiamo passato, lontano dai rapporti sociali, oriatoriando è un progetto che permette di ritrovarsi, unendo i ragazzi di tutte le età. È un’opportunità per far divertire tutti insieme e serve a far diventare più autonomi, avendo anche la responsabilità dei bambini. Ci si diverte, si ride, si sta insieme, passando un pomeriggio di spensieratezza all’aria aperta, ci insegna a collaborare con gli altri (adulti e bambini) e a interagire tra grandi e bambini, inoltre insegna a rispettare le regole. Infine si condivide una merenda come momento di dialogo, conoscenza ed è un’esperienza comunitaria che ci educa al rispetto di tutti e al bene verso il prossimo. Alessio
ORATORIANDO A PALATA PEPOLI Sabato 8 maggio si è inaugurata la nuova iniziativa gratuita per tutti bambini della fascia d’età 6-11 anni: Oratoriando, un progetto che sprona i più piccoli a socializzare e a giocare insieme nonostante le diverse etnie, questa proposta infatti accoglie non solo i bambini di religione cristiana ma anche tutti gli altri. Oratoriando, svolto ogni sabato pomeriggio, è gestito e sviluppato da noi, ragazzi delle superiori di Palata Pepoli che ogni settimana ci impegniamo per organizzare giochi nuovi e divertenti sempre nel rispetto delle normative COVID. All’inizio di ogni incontro viene svolto un momento di accoglienza, mettendoci in cerchio, dopo esserci presentati, noi e i bambini ci scambiamo interessanti episodi della settimana in modo da avere un momento tranquillo e di raccoglimento prima di giocare insieme. Per coinvolgere anche le famiglie è stato chiesto loro di portare la merenda liberamente a rotazione, da consumare tutti insieme. 6
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pastorale giovanile
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PREMIO Di LETTERATURA PER L’ADOLESCENZA
Si tratta di un concorso a cui partecipano alcuni “libri”. Beh, sì, sarebbe facile dire che partecipano gli autori. Ma i veri protagonisti sono i libri. Che tocchiamo con mano e leggiamo. Quest’anno sono stati scelti 3 libri tutti con storie, stili di scrittura e tematiche differenti. I libri sono: Hai la mia parola, scritto da Patrizia Rinaldi, Invisibile, scritto da Paul Auster e L’esploratore, scritto da Katherine Rundell. Nella nostra classe quasi tutti hanno letto uno tra questi libri e abbiamo avuto la brillante idea di preparare una recensione di gruppo per far capire a tutti di cosa parla questo o quell’altro libro, riuscendo poi a votare
quale dei tre ci è piaciuto di più. I gruppi erano formati da 3-4 persone. Io ho fatto parte della recensione del libro L’esploratore, che parla dell’avventura di quattro bambini nella grande e misteriosa Foresta Amazzonica, dove sono finiti a causa di un incidente aereo. L’esploratore è stato presentato Venerdì 21 maggio da: Niccolò Forastiero, Emma Gozzi, Eduardo Govoni e Adam Bregoli. Invisibile è stato presentato Mercoledì 19 maggio da: Vita Dalla Serra, Alessio Sammartino e Iacopo Tassinari. Hai la mia parola è stato presentato Lunedì 17 maggio da: Lorenzo Pannone, Lisa Tilotta e Giada Govoni. Le presentazioni sono state tutte interessanti, e da queste siamo tutti riusciti a comprendere la storia dei libri, e riuscire così a votare in modo più sensato. Niccolò Forastiero
IN GITA CON IL PRETE
Nei mesi di giugno e luglio, al sabato, organizzeremo delle gite in alcune città limitrofe (Reggio Emilia, Parma, Modena, Bologna, Ferrara, ecc.), con l’obiettivo di trascorrere una giornata insieme, conoscendo posti nuovi e, soprattutto conoscendoci tra di noi. Inizieremo sabato 12 giugno con il coro dei bambini e ragazzi/e a Reggio Emilia. L’idea che propongo è la seguente: ● Partenza alla mattina in treno a Crevalcore (per arrivare qui i genitori dovrebbero portare in
macchina i bambini, organizzandosi tra di loro. Il costo del biglietto Crevalcore-Reggio Emilia è di 8 euro). ● Arrivo a Reggio e visita ai punti più importanti della città ● Pranzo al sacco nel parco della città e momenti di svago ● Il ritorno è previsto nel tardo pomeriggio a Crevalcore sempre in treno 7
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ESTATE RAGAZZI 2021
Tre approfondimenti: 1. Sogno. Solo chi sogna può volare. È la paura di fallire che rende impossibile il sogno. Sognare ad occhi aperti aiuta. Fare dei sogni è una scelta e non un desiderio. Desiderio di dare ascolto a quello che si accende in noi e ci fa guardare il mondo che vorremmo costruire con la nostra vita. Il sogno è prendere sul serio le nostre potenzialità. Cammino di preghiera: si è scelto di valorizzare l’AT, i profeti, che sono coloro che hanno tenuto vivo il sogno di Dio per l’umanità. Dio sogna un mondo d’amore. Nel libro si dice: non esiste solo ciò che vediamo. Dio ha un sogno e i profeti hanno avuto nella storia la capacità di annunciare l’invisibile a coloro che erano solo attaccati al visibile. Esempio: Isaia 40: Consolate, consolate il popolo mio. Come Gerusalemme anche noi abbiamo qualche crepa e abbiamo bisogno di parole di consolazione, di un sogno di guarigione. Dio arrivando spiana la strada, abbassa le montagne così il popolo può tornare. Dio continua ad aprire strade per noi. ER è un’occasione per ricostruire l’umano, partendo dalla ricostruzione di uno spazio in cui sia possibile vivere. La tenerezza del pastore che conduce le sue pecore; la premura di Dio. Gesù è la realizzazione dei sogni dei profeti. L’annuncio della fede è l’amore di Dio che si è manifestato in Gesù. Dio in Gesù ci cammina accanto, vicino. La preghiera è progettata sul tema della caverna, come luogo dell’intimità che i profeti vivono.
Tema di ER 2021: Sogni giganti. Grande Gigante Gentile. La storia: Sofia orfana, una notte dopo aver letto un libro, vede una figura che cammina per le vie di Londra e che soffia di notte nelle orecchie delle persone. I Giganti mangiano persone che non passano alla cronaca: orfani, poveri. Dall’amicizia tra il Gigante e la bambina ha origine il progetto per far smettere ai Giganti di mangiare gli uomini. Dentro alla storia è quello che il Gigante è: un soffiatore di sogni. Il Gigante attraverso i sogni stimola l’esistenza. Ci sono tre personaggi: 1. Il grande gigante (amicizia, uomo semplice); la posto in gioco è superare la paura della diversità per crescere insieme. Il gigante ha delle grandi orecchie come segno di capacità di ascoltare. Un sogno può trasformare la vita delle persone. Il suo difetto è la paura. 2. Sofia: orfana. Una bimba che si affaccia alla vita, piena di ferite. Una bimba tenace, sola, scopre nell’amicizia con il Gigante un futuro. 3. Giganti: cattivi, brutali, avidità, egoismo, desiderio di potere: incarnano i mali dell’umanità. Barattolo, nella storia, è il luogo dove il Gigante mette i sogni. ER 2021 vuole essere questo: il bisogno di un contenitore che unisca. Bisogno di raccogliere. Bi-sogno. C’è bisogno di ricominciare a sognare. Segno della custodia: serve per conservare. È un tempo in cui abbiamo bisogno di custodire i sogni. Uno dei consigli è che ogni bambino abbia un barattolo, che dev’essere riempito di sogni. Curare i sogni. Essere noi il barattolo che custodisce i sogni.
2. Gigante. Chi sono i nostri grandi? È una domanda da fare ai bambini. Essere grandi dentro questa storia non si accompagna con la violenza dei giganti. “Se qualcuno ama un fiore basta farlo felice quando lo si guarda” (Piccolo principe). La vita è fatta per essere donata e persa. Diventare grandi è quando capisco che trovo me stesso quando doniamo la vita. Essere grandi coincide con la gentilezza, con il prendersi a cuore il proprio destino. Siamo come nani sulle spalle dei giganti (San Bernardo). Responsabilità rispetto al passato. Il nostro compito è andare più in là, guardare più lontano, lasciare il mondo più bello di quello che abbiamo trovato. 3. Gentile. È un’attitudine fondamentale e siamo invitati a viverla. Avere gentilezza verso se stessi. Gentilezza significa spiritualità di comunione, capacità di sentire il fratello come uno che mi appartiene, vedere ciò che di positivo c’è nell’altro. Saper fare spazio al fratello, portando i pesi gli uni degli altri. Coltivare lo spessore umano, la cura dell’altro, una quotidiana purificazione dei sentimenti interiori.
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AGOSTO RAGAZZI 2021 UNA SETTIMANA INSIEME IN GIRO PER LE NOSTRE PARROCCHIE Si tratta di un progetto estivo elaborato da don Marco e sostenuto anche da don Paolo per permettere ai ragazzi delle nostre parrocchie di conoscersi, trascorrendo una settimana insieme, camminando, giocando, pregando e altro. Partiremo a piedi da Casumaro per arrivare a Palata Pepoli, attraversando le parrocchie di: Reno Centese, Dodici Morelli, Galeazza, Bevilacqua, Alberone. Un cammino in cui ci mettiamo in ascolto, riscoprire la speranza, la voglia di vivere, di conoscersi e di crescere insieme. A chi è rivolto: ragazze/i delle medie e delle superiori delle nostre parrocchie. Periodo: 2-6 agosto: medie 9-13 agosto: superiori Costi: 10 euro a giornata (totale 50 euro) Chiediamo alle comunità di prepararsi e preparare i locali per l’accoglienza dei nostri giovani. ●
ed entreremo in contatto con le comunità per preparare al meglio il progetto. ● Don Marco e don Paolo saranno entrambi presenti alle due settimane. I blu sono dove si dorme. Giro unico: da Casumaro a Palata. Ma è solo uno schema. Ho messo i blu dove ci sono più bagni e più spazio per dormire sia al chiuso che all’aperto.
durante il mese di luglio definiremo i contenuti
MEDIOGREST
TERZEMEDIE4P A chi è rivolto: ai ragazzi/e che hanno finito l’esame di terza media delle quattro parrocchie (Galeazza, Palata Pepoli, Dodici Morelli e Galeazza) e che, per questo, non sono riusciti ad accompagnare dall’inizio il progetto Estate Ragazzi 2021. Periodo: 5-9 luglio Orario: dalle 18,30 alle 22 Luogo: oratorio Dodici Morelli Iscrizioni: segreteria parrocchiale Dodici Morelli (aperta dalle 15,30 alle 18,30 tutti i giorni eccetto il martedì e al sabato anche alla mattina). Costo: al momento dell’iscrizione occorre contribuire con 5 euro per l’assicurazione. Ogni sera verrà chiesto di contribuire con le spese della cena. Programma: 18,30: arrivo e momento di spiritualità
19: cena insieme 20: giochi e tornei 21,45: preghiera della notte
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LE BICICLETTATE ESTIVE BIBLICO-SPIRITUALI Nei mesi di giugno e luglio verranno organizzate delle giornate in cui gireremo in bicicletta nel nostro territorio. Tra una meta e l’altra ci fermeremo per leggere un passo di Vangelo e sperimentare il silenzio a contatto con la natura. Estate è tempo per riposare, per visitare posti nuovi, ma anche per stare in compagnia con gli amici e per dedicare un po’ di tempo a curare l’anima. La prima di queste biciclettate biblico spirituali è in programma LUNEDI 7 GIUGNO con il gruppo delle superiori di Bevilacqua con il seguente programma (che potrà essere modificato): • partenza ore 9 davanti alla Chiesa di Bevilacqua • Renazzo • Corporeno • Cento • Pieve di Cento • Castel D’Argile • Decima • Arginone • Bevilacqua
DUE GIORNI A BOLOGNA CON I VENTENNI delle 4P 30-31 luglio 2021 Da Pieve di Cento partiremo a piedi per andare al santuario di San Luca. Pernotteremo a Bologna e, il giorno successivo, visiteremo alcune chiese di Bologna, la cui arte ci sarà presentata da Giulia. Obiettivo di questi due giorni consiste nell’aver un po’ di tempo per stare insieme, conoscerci e conoscere un po’ meglio la città di Bologna. La proposta è aperta ai giovani delle parrocchie di Palata Pepoli, Galeazza, Bevilacqua e Dodici Morelli che hanno più di vent’anni. L’idea è anche quella di dare continuità ai percorsi fatti con i ventenni di Dodici Morelli e Palata Pepoli e, mentre camminiamo, capire come procedere nel futuro. I dettagli della due giorni saranno forniti più avanti. 10
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C’è speranza?
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Trentamila persone hanno partecipato online, dal 16 al 18 aprile, agli annuali esercizi della fraternità di Comunione e Liberazione dal tema “C’è ancora speranza?” tenuti da don Julian Carron responsabile di Comunione e Liberazione. A questa domanda io rispondo sì, c’è ancora speranza, perché durante quest’anno di pandemia mi sono accorto di non avere mai avuto paura di ammalarmi. Ogni giorno mi sono abbandonato e mi abbandono, fin dal mattino, alla Sua volontà, perché senza di Lui non siamo nulla e non siamo noi a decidere quando morire. Io, disabile dalla nascita, sto facendo esperienza di questo Suo abbraccio da quando ho scoperto il movimento all’università e questa “speranza” è cresciuta come certezza, percorrendo la strada della verginità (Fraternità San Giuseppe). All’inizio di giugno uscirà il libretto con il testo degli esercizi tenuti da J. Carron “C’È SPERANZA? Il fascino della scoperta” Editrice Nuovo Mondo al costo di circa 4 euro. Paolo Testoni
CHE COSA SONO GLI ESERCIZI SPIRITUALI? ESERCIZI SPIRITUALI PARROCCHIALI 2021 GALEAZZA 23-26 SETTEMBRE 2021 Sono un tentativo d’imitare lo stile di Gesù, che spesso e volentieri ricercava momenti prolungati di silenzio per stare solo con il Padre. Momenti di silenzio che Gesù proponeva anche per i suoi discepoli e discepole: “Venite con me in disparte a riposare un po’” (Mc 6). Una parrocchia propone quest’esperienza spirituale per permettere ai fedeli di fermarsi un po’ a prendere fiato, a fare un po’ d’ordine dentro di sé, ad approfondire il senso della propria vocazione e del proprio cammino. Per questo, la Chiesa è solita dire che gli esercizi spirituali sono un tempo propizio per il proprio cammino di fede, per rafforzare le proprie convinzioni e le proprie scelte. Gli esercizi spirituali non sono un campeggio o una scampagnata, ma un’esperienza che vuole essere esclusivamente spirituale. Per questo motivo, per funzionare, gli esercizi spirituali hanno bisogno di alcuni ingredienti fondamentali: Il primo è il desiderio di conoscere Dio. Non è una scelta di gruppo partecipare agli esercizi spirituali, ma personale, anche perché sono un’esperienza impegnativa e, in alcuni casi difficile. Non è facile, infatti, uscire da una spiritualità tutta incentrata su sé stessi per porre al centro Dio, la sua Parola. Conoscere Dio è allora il desiderio che deve muovere una persona verso un’esperienza come gli Esercizi Spirituali, perché è in un simile contesto che è possibile maturare una relazione nuova con Dio, più profonda e più vera. Il secondo è la Parola. Durante gli Esercizi Spirituali il testo privilegiato di riferimento è la Parola di Dio. Dedicare tempo alla Parola significa uno sforzo di comprensione verso una proposta che spesso e volentieri conosciamo appena per sentito dire. Confrontarsi con la Parola di Dio, con le sue proposte esigenti significa essere disposti ad essere messi in discussione
e a lasciarsi destabilizzare. Il terzo è il silenzio. È impossibile vivere una profonda esperienza con Dio senza la disponibilità al silenzio. Lo stesso Gesù si ritirava in luoghi deserti per pregare. Il clima degli Esercizi Spirituali è immerso nel silenzio per permettere alle persone che vi partecipano di entrare in se stesse e di meglio percepire la voce del Signore. Coloro, quindi, che stanno cercando il Signore, che stanno amando la sua Parola e, per questo, cercano il silenzio sono i benvenuti a questi corsi di Esercizi Spirituali 2021. Buon cammino! PROGRAMMA GIOVEDI 23 ORE 21 preghiera e introduzione agli esercizi spirituali VENERDI 24 – SABATO 25 ORE 8,30: Lodi e prima meditazione Ore 9: esposizione del santissimo Sacramento-silenzio Ore 12: reposizione Ore 15: ora media e seconda meditazione Ore 16: esposizione del Santissimo Sacramento-silenzio Ore 18,15: vespri e Messa Ore 21: meditazione DOMENICA 26 Ore 8 lodi e meditazione Ore 9: esposizione Santissimo Sacramento 11,30 Messa di conclusione degli esercizi spirituali Se ci sarà la possibilità potremo terminare il corso di Esercizi Spirituali pranzando insieme.
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Veglia di Pentecoste comunitaria. IO SONO TESTIMONE
Sabato 22 maggio vigilia di Pentecoste presso la chiesa parrocchiale dedicata alla Santissima Trinità un gruppo di persone, appartenenti alle comunità di Bevilacqua, Galeazza, Dodici Morelli, Palata, Renazzo, Alberone, Casumaro e Reno Centese, si è riunito in una veglia di preghiera per invocare lo Spirito Santo, mistero di Pentecoste. La veglia, oltre allo scopo di pregare, manifestava un evento nuovo: quattro comunità distinte, quattro parrocchie diverse si riunivano insieme per invocare lo Spirito Santo. Non è stata una veglia farcita di ritualità sfarzosi, si è svolta in modo semplice tramite canti, preghiere, momenti di meditazione silenziosa e di ascolto. Ascolto della Parola di Gesù, dei suoi Apostoli, e ascolto della testimonianza di persone che vivono il nostro tempo come la biblista Maria Soave Buscemi, missionaria da oltre 30 anni in Brasile che ha voluto condividere alcune riflessioni, per aiutarci ad affrontare questo nuovo cammino di unità fraterna fra le nostre parrocchie. Particolarmente interessante è stato il richiamo preso dal libro Biblico di RUT nel quale si narra la scelta di due donne coraggiose e innovative, Rut e Nomeni, che nonostante le avversità della vita, la loro differenza culturale, religiosa e di appartenenza a popoli diversi decidono di condividere e convivere insieme il resto della loro vita. La mia formazione tecnica non mi consente di fare particolari riflessioni teologiche ma una cosa posso testimoniare. Durante la veglia abbiamo vissuto un momento di serenità e di comunione spirituale vera. In quel momento mi sono venute in mente le parole dette da Gesù
nel Vangelo di Matteo 18, 15-20 : “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”. Ora, io non posso dire di avere visto “Gesù seduto in mezzo a noi” ma posso testimoniare che lo “Spirito di Comunione”, che ci univa nella preghiera per invocare lo Spirito Santo, era vero. Brunino Balboni
IL RESPIRO DI DIO ABBRACCIA TUTTO IL MONDO
Venerdì 21 maggio Maria Soave Buscemi ci ha parlato del respiro di Dio, come di un abbraccio che avvolge tutto il mondo e di un soffio d’amore che passa su di noi e ci riempie, a prescindere dai nostri colori, gusti, meriti o limiti. Lei biblista, laica consacrata, dedita allo studio e alla formazione sulla Parola di Dio, ci esorta a mettere in discussione le logiche spinte di un capitalismo sterile ed egoista che lascia il domino del mondo in mano a pochi a scapito di tanti, creando disuguaglianze sociali ed economiche; quelle disuguaglianze che dividono e rendono il mondo tristemente grigio, e che spesso si fa di tutto per non superare; mentre si combattono le differenze che invece andrebbero difese e sostenute nel reciproco rispetto e nella reciproca integrazione in quanto doni di Dio. Soave ha accennato alle varie diversità, tra cui quelle affettive, per aiutarci a superare il giudizio e ad operare sempre nella giustizia e nella misericordia così come Dio stesso fa con noi; lo stesso Dio che l’Impero di Roma e i sacerdoti hanno ucciso affinché tacesse. Il suo grido dalla Croce è stato in realtà più eloquente di mille parole. Respirare con Dio vuol dire aprire il proprio cuore al mondo intero, consapevoli che non siamo salvi per i nostri meriti ma solo perché un Amore più grande di noi è andato oltre ai nostri limiti, tutti. Lucia Garuti
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ESSERE UNA COPPIA CRISTIANA OGGI
Non è stato “solo” un corso per fidanzati in preparazione al matrimonio quello che si è appena concluso nella nostra parrocchia, ma un percorso di crescita interiore che, come coppia, ci ha aperto ad una visione diversa della vita matrimoniale, diversa soprattutto da quella che oggi propone il mondo.
ranza. L’amore non tramonta mai... “ È con queste parole che ci siamo confrontati, prima guidati da Don Paolo, poi con noi stessi, all’interno della coppia, cercando, nel discernimento, il significato dei termini pazienza, perdono, rispetto, verità, comprensione, fiducia: tutti necessari per vivere la vita di coppia nella gioia liberante che ci vuole donare Gesù.
Strutturato in 6 incontri, tutti svolti online, il percorso ha cercato di dare una lettura cristiana della vita di coppia, partendo dalla lettura della costituzione conciliare “Gaudium et spes” per arrivare alla visione della famiglia, dipinta nel documento “Amoris Laetitia” da Papa Francesco che inizia così: “La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa”. Vivere l’amore nella famiglia significa quindi portare gioia innanzitutto a coloro che sono vicini, alla comunità, e alla Chiesa intera.
Ha fatto seguito un incontro sulla “bellezza della vita sessuale nel matrimonio” nel corso del quale la sessuologa e pediatra dr. Elena Ferrari ci ha fatto scoprire come la sessualità può contribuire alla felicità della coppia. Prima di tutto amare il nostro corpo e poi amare il corpo dell’altro, solo così due anime possono essere veramente unite. Lo spazio per raccontare com’è andato il corso purtroppo è finito… ma forse è meglio così, perché rimanga nei lettori un po’ di curiosità e, al prossimo corso (che senz’altro Don Paolo organizzerà), potrebbero partecipare anche coppie già sposate che porterebbero a casa grandi benefici per la loro vita. Grazie quindi a Don Paolo e ad Elena e grazie alle altre coppie che con noi hanno iniziato questo cammino. Sì perché il giorno del matrimonio non è la fine di un percorso ma l’inizio di una vita nuova che deve rigenerarsi ogni giorno.
Il percorso formativo si è poi soffermato ad analizzare la radice biblica del sacramento del matrimonio che nell’Inno all’amore di San Paolo trova la sua massima espressione: “Chi ama è paziente e generoso. Chi ama non è invidioso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio. Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti. Chi ama non gode dell’ingiustizia, la verità è la sua gioia. Chi ama è sempre comprensivo, sempre fiducioso, sempre paziente, sempre aperto alla spe-
Paola e Andrea
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Il silenzio che fa rumore
altri a capire la bellezza del silenzio che si fa ascolto e poi dialogo.Nel silenzio si ha la possibilità di sentire le sensazioni del cuore, di andare più in profondità nei propri sentimenti, di ascoltare la voce della natura che ci trasmette la sua energia, e per chi è credente di entrare in un dialogo profondo con Dio che parla in tanti modi e soprattutto ascolta paziente (il dialogo si fa preghiera).È difficile sentire il rumore delle proprie sensazioni e Dio che ci parla, se non riusciamo a fare silenzio intorno a noi. Senza necessariamente isolarci in un Eremo, ognuno di noi può trovare quei momenti, quelle occasioni, i luoghi speciali in cui possa fare silenzio anche solo per un attimo per ascoltare le voci profonde che sono dentro di noi e che ci possono dare quella serenità e sicurezza di cui sentiamo tanto il bisogno.Forse basta spegnere ogni tanto la Tv, la musica in auto, silenziare per un po’ di tempo il cellulare, ascoltare i piccoli rumori che non abbiamo mai notato (il respiro di un bambino che dorme, il vento, i rumori di un bosco, i battiti del cuore, il ticchettio di un orologio…) per sentirli non con le orecchie ma con il cuore. Il silenzio, a volte, fa paura ma poi si trasforma in una serenità grande che ci accompagnerà anche nei momenti più difficili e riempirà con il suo rumore la nostra vita. Eugenio Curati
Quando si va a visitare un Eremo, la prima sensazione che si ha è quella del silenzio. Alcuni anni fa ho scelto di trascorrere dei giorni presso il sacro eremo di Camaldoli per fare una vacanza diversa dai soliti ritmi. Programma giornaliero: sveglia con le campane alle ore 5.25; ore 6 recita del mattutino con salmi e letture assieme ai monaci (45 minuti); ore 7.30 canto delle lodi; ore 8 colazione e poi tempo libero; ore 11.30 celebrazione eucaristica; ore 12.30 pranzo e pomeriggio libero; ore 19 canto dei vespri; ore 19.30 cena e alle 21.30 silenzio assoluto e questo per tutti i giorni della settimana. Segnale quasi nullo per il cellulare, nessun paese nel raggio di 10 km, immersi in una stupenda foresta di abeti e faggi a 1000 metri di altitudine nel Casentino. Dopo il primo giorno cominci a pensare che questa non è vita per te ma poi, col passare del tempo, si trova la giusta misura e il ritmo ti conquista. Desideroso di ritornare in futuro do la mia disponibilità per fare servizio di volontario da loro come portinaio. Da allora, ogni anno, passo due o tre periodi di 10-15 giorni condividendo con i monaci la preghiera e il lavoro a contatto con loro per il servizio di portineria e con gli 8-10 ospiti che pernottano in foresteria. Ogni monaco (una decina in tutto) vive eremita da solo in una piccola casetta nella zona di clausura e condivide con gli altri la preghiera e i pasti oltre a svolgere le attività necessarie per la gestione ordinaria, organizzare ritiri spirituali, incontri di yoga e meditazione e ad ascoltare gli ospiti che chiedono un dialogo, una parola di conforto o spesso una benedizione.Tutto ciò avviene rispettando, per quanto possibile, il silenzio e anche ai visitatori e ai turisti si richiede il rispetto del silenzio. Ma allora perché ho scritto nel titolo che il silenzio fa rumore?I monaci non vivono da eremiti perché vogliono stare fuori dal mondo, ma piuttosto vivere nel mondo in una maniera più distaccata dalle preoccupazioni, per aiutare tutti gli
LA DROGA COME “SCELTA DI VITA”
UN PASSO OLTRE I PREGIUDIZI E GLI STEREOTIPI Colpa solo sua, se l’è cercata, non vuole vivere, non vuole farsi aiutare… Quanti giudizi sommari si sentono a proposito di chi vive una grave dipendenza patologica? La questione invece è complessa. Alcol, sostanze, oggi anche il gioco e il sesso, sono solo sintomi che celano un mondo sofferente articolato e labirintico: esattamente come un colpo di tosse può nascondere una seria infezione ai polmoni. È da ignorantoni giudicare con approssimazione senza sapere nulla; da presuntuosi applicare il semplice schema per cui la droga altro non sia che il comportamento consapevole di chi decide di non vivere. Perché in realtà la dipendenza è una scelta di vita, non di morte. Lo spiega bene il filosofo Fabio Cantelli Anibaldi: ci si affida alla droga con l’illusione, almeno iniziale, di riprovare la leggerezza d’animo del bambino, la vitalità sorridente e leggera dei calzoncini corti e il naso che cola Distorta e autolesiva e illusoria fin che si vuole, quindi, ma la sostanza è una scelta di vita e non di morte, come banalmente si tende a liquidarla. In un corso per smettere di fumare che conducevo, un partecipante ha spiegato in modo illuminato che l’oggetto della dipendenza (droga, alcol, fumo, ecc.) ti frega perché diventa il vero riferimento di vita, una specie di stella polare, di guida, di amico irrinunciabile. Vero, proprio così, la dipendenza è sempre una “compagnia” irrinunciabile, che si insinua in grandi buchi vuoti, lasciati aperti e incontrollati. Quindi diventa fondamentale la possibilità di sperimentare solide alternative fin da piccoli. Per contrastare la formazione di voragini oscure, serrarle ai primi smottamenti. L’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza sono le fasi della vita in cui è necessario affidarsi a pilastri di riferimento funzionali e supportivi, ovvero famiglia, scuola, contesti sociali validanti e sensati. E se questi pilastri non ci sono, allora iniziano i guai. Bisogna applicare il paradigma aristotelico potenza-atto, per comprendere la dipendenza, non la legge del Bar Sport. Ogni bambino è un essere in potenza,
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che crescendo si fa atto. E l’atto (l’esito) può assumere varie facce: padre di famiglia, professionista, vescovo, odontoiatra, operatore ecologico, virtuoso e meno virtuoso… I percorsi e gli esiti possono essere infiniti e la droga, purtroppo, rientra tra questi. Ogni esito dipende da un particolare sviluppo di vita, sul quale incide una miriade di fattori, accadimenti belli e brutti (Aristotele li chiamava “accidenti”, dal latino “accide”, “accadere”) insieme ai contesti che si incontrano nel tragitto dalla culla alla tomba: famiglia, amicizie, supporti, studi e possibilità varie. Giorgio (nome di fantasia, ho garantito la privacy in maniera assoluta) è un ragazzo non più ragazzino, cresciuto nella nostra zona. La sua esperienza con le droghe e l’alcool ne racchiude mille altre. Tutte hanno molti aspetti in comune: famiglie assenti o ad alta emotività espressa, solitudine, zero punti di riferimento. Giorgio, al termine di una chiacchierata libera e franca, chiosa con un sorriso dicendo che sì, che forse oggi bisogna impegnarsi per costruire nei territori dei punti di aggregazione, che diventino riferimento e supporto per i ragazzi con meno appoggi in ambito familiare; quelli più soli e più fragili. “Servono alleanze e ponti, mani tese e calci in culo alla discriminazione, a tutte le discriminazioni!” Ecco, invece del giudizio sommario occorre partire dalla riflessione di Giorgio: dove regna il nulla, dice, come tra queste campagne di sole e nebbia, granoturco e insetti, proviamo a dare noi qualche solido appiglio ai ragazzi: uno spazio in cui respirare, un momento strutturato per il confronto e la riflessione, per lo studio, una mano tesa a quello più sfortunato e un sorriso al posto di un grugno. Si comincia da lì, dalle piccole cose, a contrastare le voragini e a costruire un orizzonte in cui cercare – anche e soprattutto da adulti - il sorriso candido del bambino, senza la necessità di finti paradisi, distorsioni percettive e trucchi mortali. Nico Landi Resp. DIT - DAISMDP Ausl Ferrara
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L’ASSOCIAZIONE CULTURALE MORINGA DAL BRASILE RINGRAZIA
Gianluca Guidetti, missionario laico dal 2000 in Bra- rendicontando spese per il pagamento di materiale di pulisile zia e di costruzione, per la ristrutturazione dei locali della Biblioteca, bollette di acqua e luce, acquisto di libri per L’Associazione Culturale Moringa ed il Progetto del Ka- l’archivio della Biblioteca, riparazione della bicicletta usarate hanno ricevuto nelle settimane passate le offerte delle ta per il progetto della Biblioteca itinerante nei quartieri vostre Comunità parrocchiali. Un dono prezioso che ab- della città. La Biblioteca rimane ancora chiusa al pubblico. biamo subito messo a frutto. In un tempo come quello che Il Progetto di Karate di Miguel Calmon nei primi mesi stiamo vivendo, dove le risorse sono sempre più scarse e le di quest’anno ha dovuto riorganizzarsi per l’aumento di spese per la manutenzione delle attività continuano ad au- interesse e nuove acquisizioni. Inizia adesso a usare le vomentare, queste donazioni rappresentano una benedizione stre offerte per comprare kimoni per gli alunni della Scuola su quello che stiamo portando avanti per difendere la vita, Permanete di Karate pe Paolo Cugini, per i nuovi ingressi migliorare le condizioni (non solo economiche e sociali) cintura bianca. Bambini di 7 a 12 anni di età. Contiamo delle persone, investire nella cultura, nella conoscenza, anche di comprare materiale per le aule di karate (tappeti nell’informazione e nel sapere. Tutto questo sempre con per allenamenti e competizioni, guantoni, caschi protettivi, lo scopo di aiutare questa gente (dai bambini agli adul- protettori addominali, parastinchi). Vista la buona parteti) a rafforzare la propria autonomia, ad emanciparsi da cipazione alle aule presenziali (sempre nel rispetto delle un sistema corrotto che è alimentato da forze politiche ed normative di vigilanza sanitaria e delle ordinanze del Sineconomiche che agiscono in funzione di interessi propri. daco in materia) e l’aumento di iscritti abbiamo pensato I soldi che ci sono arrivati; un totale di 1.600 euro di creare nuovi gruppi di alunni sempre nel quartiere del(10.280,00 reais) per il progetto di Karate di Miguel Cal- le Populares ma anche aprire il progetto ad altri quartieri mon, 2.000 euro (12.808,00 reais) per ACMOR di Miguel della città. Alcune mamme dei bambini che frequentano Calmon e 2.600 euro (16.708,00 reais) per ACMOR di il progetto di Karate ci hanno chiesto di poter creare un Tapiramutá. gruppo per loro. Stiamo studiando questa possibilità. Infine Non tutti sono già stati spesi, ma una buona parte sì. Vi pensiamo di aiutare i due professori negli esami di cintura raccontiamo come sono stati usati e quali le prospettive che dovranno sostenere per passare di grado. Sono esami per il futuro. costosi che loro non sono in grado di pagare in tempi brevi ACMOR di Tapiramutá ha usato le prime offerte rice- (dicembre 2021), ma che sono importanti perché qualificavute per alcuni lavori di ristrutturazione dei locali della no e migliorano il loro insegnamento. Biblioteca, acquisto di libri per l’archivio della Biblioteca, Per chi volesse vedere in dettaglio tutte le rendicontazioni pagamento di bollette scadute di acqua e luce e dei pro- dei soldi già spesi e le molte foto inviate può contattare don getti sociali in funzione. Ha ricevuto una seconda rimessa Paolo. poco tempo fa, dopo aver rendicontato la prima. Miguel Calmon, 25 maggio 2021 ACMOR di Miguel Calmon ha già utilizzato due rimesse fatte e ricevuto la terza ed ultima (dei soldi arrivati), Gianluca Guidetti – missionario Fidei Donum Bahia
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CARITAS: identità
Il 12 e il 19 maggio si sono svolti, in Meet, due incontri di formazione fortemente voluti e organizzati da Don Paolo per introdurre le nostre comunità alla realtà della Caritas. A coordinarli, due operatrici della Caritas Diocesana della Chiesa di Bologna, Cristina Campana e Ilaria Galletti, che hanno introdotto il tema delle serate, “Identità della Caritas”, con la proiezione di un paio di brevi video che ripercorrevano le principali tappe della storia di questo organismo pastorale che quest’anno compie 50 anni. La Caritas Italiana nasce infatti il 2 luglio 1971 per volere di Mons. Giovanni Nervo che ne fu fondatore nonché primo presidente e ad oggi rappresenta una realtà diffusa su tutto il territorio nazionale, articolandosi tra Caritas Parrocchiali e Diocesane. Cristina e Ilaria hanno posto l’accento sul fatto che la Caritas non è un’organizzazione di volontariato assistenzia-
lista ma un organismo pastorale con un compito principalmente pedagogico. La mission della Caritas Parrocchiale consiste nel mettere la carità al centro della testimonianza cristiana, aiutando la comunità ad aprirsi alla carità evangelica in termini di prossimità e condivisione, creando occasioni di incontro che permettano di conoscere le condizioni di difficoltà e di bisogno esistenti all’interno della vita della comunità, al fine di costruire relazioni tra le persone per incentivare un cambio culturale, riscoprendoci fratelli. L’obiettivo è certamente ambizioso ma non irraggiungibile se la nostra neonata Caritas Parrocchiale potrà contare sulla collaborazione dei vari ambiti pastorali e sulla partecipazione attiva delle nostre quattro comunità. Chiara e Grazia
CARITÀ E CARITAS
Se cerchiamo nel dizionario il significato della parola Caritas troviamo che è una parola del latino e vuol dire carità; nella Chiesa invece la parola Caritas è stata scelta nel 1971 da Papa Paolo VI per identificare una struttura di servizio ecclesiale che testimoni e promuova, in tutti i modi possibili, la carità verso le persone che soffrono, che sono in difficoltà, deboli, emarginate o semplicemente dimenticate dalla società. “Fare la carità” è un gesto che conosciamo bene, probabilmente lo facciamo ogni tanto; ci dà gioia momentanea, ci fa sentire a posto e non ci impegna per molto tempo. Il Vangelo invece ci chiede di amare sempre il prossimo, di farci prossimo per le
persone che incontriamo e ricercare prima il loro bene perché questo sarà fonte di gioia per noi. Nello schema sotto sono riportati i vari compiti della Caritas che dovrebbe essere presente in ogni parrocchia o comunità ecclesiale, con servizi ed iniziative che possono variare in base alla realtà in cui opera perché cambiano le esigenze, le disponibilità di mezzi e di persone; diventa quanto mai importante creare una rete fra le varie comunità perché si possono raggiungere più obiettivi con gli stessi sforzi. Attualmente nelle nostre realtà locali, ma anche più in generale, si tende a creare gruppi che si muovono in autonomia stravolgendo il significato profondo della
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comunità che è vita di comunione, di dialogo, di confronto, di condivisione delle gioie e delle fatiche; c’è il rischio di autoreferenzialità (io sono bravo perché faccio questo e posso differenziarmi da chi non lo fa) che isola le persone creando discordie e spesso disimpegno. Teniamo sempre presente nelle nostre attività di carità cosa ci dice Gesù nel Vangelo: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.” (Gv 13, 34-35) Eugenio Curati
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Una proposta di aiuto a Pieve di Cento: la comunità “Padre Marella”. Durante il mio lavoro di educatrice ho avuto la fortuna di prestare servizio in un’importante organizzazione assistenziale ramificata nella provincia di Bologna e Ravenna: la “Fraternità Cristiana Opera di Padre Marella – Città dei Ragazzi”. L’Opera di Padre Marella trae origine dal suo fondatore, don Olinto Marella, poliedrico e innovatore uomo di fede, molto conosciuto e apprezzato in tutto il territorio regionale. La vocazione dell’organizzazione rimane tuttora ancorata allo spirito del Fondatore per portare aiuto a chiunque sia in stato di abbandono, senza limiti di età, credo religioso o cittadinanza e promuove l’impegno nel sociale con una azione non violenta, ponendosi come denuncia contro ogni situazione di ingiustizia. La dedizione dell’Opera è diversificata su più fronti, tramite la conduzione di centri di accoglienza, case-famiglia e Comunità Terapeutiche. Dal 2004 a Pieve di Cento si trasferisce una Comunità residenziale già precedentemente operativa nelle campagne di Boschi di Baricella: la Comunità “Padre Marella” la quale, sin da subito, si occupa di offrire aiuto ad una sempre più diffusa problematica sociale: l’abuso di alcol. La struttura lavora in sinergia coi servizi territoriali e accoglie un’utenza esclusivamente adulta e di sesso maschile. La Comunità propone un luogo fisico in cui sia possibile riprendere adeguate abitudini di vita, riattivare le risorse personali mediante una serie di attività programmate, riabilitare le competenze relazionali ed aiutare la persona nel reinserimento a tutti i livelli auspicabili (famigliare, lavorativo, sociale) cercando al contempo di evitare dannosi rischi di emarginazione e istituzionalizzazione. Le caratteristiche specifiche della comunità di Pieve di Cento si sono definite nel tempo grazie all’incontro con le diverse umanità ospitate, viene
infatti proposto un percorso altamente individualizzato ed una costante attenzione sociologica al clima del gruppo. Ma l’aspetto a mio avviso più importante risiede nell’idea che la Comunità non debba essere vissuta come un luogo alienato dalla realtà dove trascorrere un periodo di cura in attesa di “altro”, essa invece viene proposta come reale nuova possibilità di vita, in cui l’agire ed il confrontarsi sono vissuti nel “qui ed ora”. A questo scopo risulta fondamentale l’ubicazione della struttura proprio all’interno del paese, dove trova una fortunata combinazione di accoglienza e contatto con il mondo reale, altrimenti impossibili in luoghi più sperduti ed isolati. Con queste poche righe il pensiero va inevitabilmente al ricordo di Padre Gabriele Digani, per tanti anni amato Direttore della “Fraternità Cristiana Opera di Padre Marella” a San Lazzaro di Savena. Eleonora Salsini
PRO LOCO “TIRAMOLA”. STIAMO LAVORANDO PER VOI La neonata Pro Loco, in questo periodo di pandemia si è trovata nell’impossibilità di realizzare alcuni eventi, come ad esempio la biciclettata del 1 maggio, che si sarebbe svolta sul nostro territorio. Tra gli eventi che non siamo riusciti a realizzare c’è anche la festa patronale di Dodici Morelli, ovvero la Ss.Trinità. Anche se c’è stato un allentamento delle restrizioni, le nuove “aperture” sono arrivate in ritardo, non consentendoci di poter svolgere le pratiche burocratiche necessarie. Tuttavia, se i vari dpcm lo permetteranno, per il periodo estivo e autunnale qualcosa bolle in pentola!! Una piccola anticipazione la possiamo già
dare. Si voleva organizzare alcuni momenti conviviali riguardanti la visione di partite di calcio, per poter seguire insieme la nostra Nazionale impegnata negli Europei che si svolgeranno in giugno e luglio
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e, a seguire, la proiezione di una piccola rassegna cinematografica. Nei mesi successivi, se sarà possibile, è nostra intenzione organizzare il famoso carnevale di Dodici Morelli (Tiramola), pur dovendo ancor decidere se farlo diurno oppure notturno. A settembre, nel primo weekend, vorremmo organizzare un piccolo stand gastronomico in piazza e fare suonare alcune band. Nel Weekend successivo fare l’ormai consueta raccolta del ferro. A novembre ci piacerebbe ripristinare la Sagra della polenta. Ed infine, organizzare una giornata dedicata alla famosa “fiorentinata”. Speriamo di cuore si possa tornare presto alla normalità. Il direttivo della Pro Loco
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L’orto del doposcuola di XII Morelli È nato l’orto dei bambini del doposcuola di XII Morelli. In una piccola area verde dietro alla chiesa. La data, il 28 aprile 2021, non ce la scorderemo mai. Grazie alla collaborazione, all’unione di nonni volontari, di educatrici entusiaste e di tanti bambini curiosi. È un inizio. È un piccolo tentativo di un progetto dinamico, in evoluzione, per valorizzare, per migliorare il nostro legame con la Terra, grazie alla Cura di ognuno di noi. In pratica, questo tentativo si è realizzato in orario pomeridiano, con l’impegno di circa venti bambini del doposcuola, nel tempo libero post-compiti. Ogni bambino ha scelto una piantina, l’ha osservata, l’ha disegnata creando un colorato segnapiante con nome. Grazie alla guida e premura di nonni volontari, Silvio e Roberto, ecco giunta l’esperienza di mettere le mani nella terra, sentendosi ognuno responsabile della piantina scelta. I bambini si sono accostati alla Natura con curiosità e stupore, si sono accostati alla Cura della Terra. Ogni giorno, finiti i compiti, corrono nell’orto per controllare che tutto sia a posto. Insieme abbiamo scritto: Alle nostre piantine servono Terra, Acqua e Luce. Per coltivare un buon orto...metti in circolo il tuo Amore, ogni giorno fai la tua parte, rispetta e prenditi cura di tutto l’orto, ascolta e lasciati guidare da mani esperte. L’orto curato dai bambini con l’aiuto di nonni volontari è un educare a buoni stili di vita ecosostenibili, è farsi vicini alla cura del Creato, è la trasmissione di semplici valori preziosi, promossa
da relazioni tra bambini, ragazzi e nonni, di generazione in generazione. È una meravigliosa connessione. Grazie di cuore per questa opportunità con la speranza che in futuro il piccolo orto possa migliorare e continuare ad essere curato dai bambini, dai ragazzi e dai nonni che quest’estate frequenteranno l’area verde dell’Oratorio. Beatrice, Elena, Elena e Simona
MAGGIO MESE DELLE VEGLIE PER LE VITTIME DELL’OMOTRANSFOBIA
Anche quest’anno nel mese di maggio in Italia ed in Europa, come accade dal 2007, i cristiani LGBT e i loro genitori, insieme alle loro comunità di fede organizzano in occasione del 17 maggio, giornata internazionale per il superamento dell’omotransfobia, tante veglie di preghiera ecumeniche e culti domenicali uniti dal versetto biblico «Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati» (Giovanni 15:12), per contribuire a superare la violenza
dell’omotransfobia che, come ci ricordano i ragazzi dell’ Azione Cattolica di Tusa (Messina), è un dolore “causato dall’odio pregiudizievole verso persone colpevoli soltanto di esprimere loro stesse”. Come già auspicavano nel 2017 l’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia, la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, l’Unione delle Chiese evangeliche battiste e la Chiesa evangelica luterana in Italia, perché “le gioie e le speranze, le tri-
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stezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo” (Gaudium et spes, 7 dicembre 1965). Perché c’è ancora bisogno di vegliare nelle nostre comunità cristiane contro l’omotransfobia? Scrive Carmine, un giovane cristiano LGBT: “Innanzitutto, per mostrare a chi è solo che esiste un’ampia comunità di persone che abbraccia l’Italia tutta intera, che esiste e che ha fede che le cose cambieranno. Secondariamente per alzare una voce all’unisono al di là dell’indifferenza politica e sociale in cui siamo immersi, indifferenza personificata in chi sente di poter parlare in generale, perdendo di vista un dato molto importante: dietro la sigla LGBTQ+ ci sono sempre persone uniche, con un proprio bagaglio di sofferenze e rifiuti, amore e amicizie. Allora vi chiedo, … vegliamo insieme?”. Chi desidera maggiori informazioni può entrare nel sito del progetto Gionata: https://www.gionata.org/ Articolo a cura di don Paolo
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L’Adelante di XII Morelli ha riaperto Finalmente dopo 6 lunghi mesi di spasmodica attesa, il 1° maggio il circolo Arci Adelante di XII Morelli ha riaperto! Per l’occasione abbiamo spedito un po’ di inviti ed imbastito una piccola e discreta festa, rigorosamente all’aperto come le regole dettano. È stato un momento davvero bello ed importante, ci ha fatto capire con piacere che sono davvero tante le persone affezionate al nostro circolo. A dire la verità sarebbe più corretto dire che ha riaperto il bar dell’Arci perché, in realtà, tutte le altre attività del circolo ad oggi sono ancora ferme. In questi ultimi giorni però, sulla base dei numeri costantemente in calo dei contagi, il governo centrale sta programmando un calendario di riapertura delle attività, sia sportive che ricreative, proprie dei circoli. A partire da giugno e per tutta l’estate, gradualmente tutte le attività ripartiranno per arrivare finalmente a quella tanta attesa normalità. Nei mesi di chiusura non siamo stati con le mani in mano, quando era possibile farlo abbiamo portato modifiche e migliorie al circolo, come potrete voi stessi verificare ed eventualmente apprezzare. Guardando con fiducia ai prossimi mesi, stiamo preparando gli eventi estivi alla Summer Arci Arena. Il calendario è davvero ricco e allettante, grazie anche al prezioso contributo del nostro caro amico John Strada che cura la parte musicale del programma. Gli eventi saranno davvero
vari, oltre alla musica e agli altri spettacoli di intrattenimento, proporremo anche quest’anno la rassegna di cinema all’aperto. Il programma completo sarà presentato nella giornata del 2 giugno, festa della Repubblica ed anche secondo anniversario della nostra gestione del Circolo Adelante. Grazie a tutti, Vittorio.
DOPOSCUOLA PARROCCHIALE. 8 ANNI DI LEZIONI E RELAZIONI.
Difficile dire cosa sia un doposcuola parrocchiale. Lo stesso sostantivo “doposcuola” non ne definisce in modo esauriente l’esperienza multiforme e articolata. Meglio allora raccontare come nasce il doposcuola di XII Morelli. Dopo il terremoto del maggio 2012, la scuola primaria o elementare che dir si voglia, è inagibile. L’amministrazione comunale decide di costruire una scuola nuova e nel frattempo utilizza dei moduli prefabbricati come aule scolastiche. Viene a mancare il servizio mensa e la possibilità di fare il tempo prolungato. La percezione di un bisogno si materializza in una richiesta di aiuto. E così alcuni genitori ci chiedono: “perché in parrocchia non fate un doposcuola?”. La domanda, di per sé innocente, come tutte le cose nuove che ti vengono proposte, racchiude molti rischi e non poche difficoltà. Lo stile delle parrocchie, pur con tutti i propri limiti, è però quello dell’ascolto e della mano tesa. E così un manipolo di insegnanti, forse neanche tanto specializzati ma di certo animati da generosità, si butta in questa avventura. Adulti che “rispolverano” le
loro conoscenze e le mettono a disposizione. E dopo 8 anni.. siam ancora qua. Ad accompagnare i bambini che frequentano le elementari. Entrano timidi a sei anni e se ne vanno quasi indipendenti ad undici anni. E’ il ciclo della vita. E’ la bellezza di instaurare una relazione che non si sa se arricchisca più loro o noi educatori. Introdurli nella realtà è infatti la finalità e lo scopo dell’educazione. Le nozioni vanno e vengono. Pronte ad esser confutate da nuove scoperte. E’ la regola del metodo scientifico. Ciò che resta è il percorso di
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crescita compiuto assieme. In questi ultimi due anni abbiamo superato anche il Covid. Non ci era bastato il terremoto. Ora che l’anno sta per terminare possiamo ringraziare il buon Dio che tutto è andato bene. Ma a settembre, quando siam partiti, non nascondo che il timore di imbarcarsi in un’avventura più grande di noi era palpabile. Ci è però bastato veder la gioia e l’entusiasmo che questi bambini avevano il primo giorno di scuola, per capire che la vita è una sfida che va accolta. Sempre. Che è un sogno che deve diventare realtà. Massimiliano Borghi
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Dimissioni sì. Dimissioni no. Toselli è ancora Sindaco. rale. Tredici consiglieri si sono infatti presentati dal notaio per firmare le loro dimissioni e di conseguenza la caduta della giunta Toselli, salvo poi che al momento di protocollarle, uno di loro, Diego Contri, ha cambiato idea. Ancora una volta un Sindaco è stato salvato dal voto favorevole del suo sfidante al ballottaggio. “Responsabili” si sono definiti sia i consiglieri che, fuoriuscendo dalla maggioranza, decretavano di fatto la fine del mandato di Toselli a cinque mesi dal voto, sia i consiglieri di minoranza che entrando in maggioranza gli hanno permesso di continuare a governare. Sliding doors. Vite parallele. E’ persino difficile tentare un commento. Ascoltando chi nei bar o in piazza ha provato a farlo, par di capire che ancor una volta la classe politica non ne esca un granché bene. I consiglieri eletti in partiti o in liste civiche, han sconfessato i loro stessi referenti politici. Scordandosi che la loro elezione non è scaturita semplicemente dal numero delle preferenze personali ma dai voti presi dalla lista di appartenenza. E’ triste veder come se ne siano dimenticati in fretta. In queste ore ci ha lasciato un grande cantautore. Franco Battiato. Un poeta. Quarant’anni fa scrisse una splendida canzone in cui cantava di “Com’è misera la vita negli abusi di potere”. Ipse dixit. Massimiliano Borghi
Scusate abbiamo scherzato. A inizio maggio un fulmine a ciel sereno (o forse un po’ nuvoloso), ha sconquassato la vita politica centese. Siam passati da un tentato golpe ai danni del Sindaco ad un salvataggio in extremis grazie ad un escamotage procedu-
SOCIALIZZIAMO E RIPULIAMO LE NOSTRE FRAZIONI
Tra gli obiettivi della consulta del comune di Crevalcore, vi è quello di portare a conoscenza dell’Amministrazione le problematiche delle frazioni Bevilacqua, Galeazza e Palata Pepoli che fanno parte di una di queste consulte. Quante volte ci siamo meravigliati nel vedere rifiuti su strade, fossi e campagne chiedendoci: che fare? Ecco che nasce l’iniziativa “Puliamo le Frazioni”. Prima tappa Palata Pepoli, poi Galeazza e infine Bevilacqua. Sono stati tre pomeriggi intensi: quanta maleducazione e inciviltà nel gettare i rifiuti! Ma il sorriso e l’entusiasmo nei volti dei volontari non è mai venuto meno. Oltre a persone provenienti da comuni limitrofi come Finale Emilia e Cento, c’erano adulti, ragazzi e giovanissimi. Ammirevole la partecipazione di quest’ultimi che sono il nostro futuro. Le tre frazioni da gennaio, tra l’altro, fanno parte, insieme a XII Morelli, delle quattro parrocchie che sono state affidate a Don Paolo.
Sarà nostra premura informarvi delle prossime iniziative e dei progetti che, ci
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auguriamo, possano prendere corpo nelle nostre frazioni. Giulio Bedendi
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politica e società
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UNO SGUARDO DELLA GENERAZIONE Z SUL DDL ZAN
Oggi si parla molto di omo-bi-transfobia e di ddl Zan, ma sappiamo davvero cosa significano? Il problema delle discriminazioni a sfondo di orientamento sessuale e di identità di genere non è nuovo, ma è stato solamente in tempi recenti che si è sentita l’esigenza di intervenire più incisivamente su questi temi. Molto spesso, infatti, sentiamo notizie riguardanti episodi di aggressioni e violenze nei confronti di persone omosessuali, transessuali o genderfluid. Probabilmente questi avvenimenti sono causati dalla non comprensione e dalle istanze culturali che caratterizzano le nostre tradizioni e il nostro modo di vivere, che ci hanno sempre insegnato a vedere l’identità di genere in modo binario e l’orientamento affettivo e sessuale come etero-inclinato. In questi giorni, dopo essere sta-
ta votata alla Camera, la proposta di legge Zan è arrivata in Senato, dove sembra non avere vita facile. Questo perché il presidente della Commissione Giustizia è Ostallari, esponente della Lega, da sempre contrario, insieme al suo partito, all’approvazione di questo atto legislativo, forse perché non è ancora pronto per considerare sullo stesso piano persone etero - e omosessuali. Il ddl Zan promosso dal deputato Alessandro Zan, membro del Partito Democratico, ha come obiettivo quello di aggravare le sanzioni per chi discrimina e per chi istiga alla violenza nei confronti di membri della comunità LGBT+ (lesbian-gay-bisexual-transexual,..). Questa aggravante è già presente per i reati basati sull’odio razziale, etnico e religioso. La maggior parte delle persone contrarie all’entrata 21
in vigore del ddl Zan porta come argomentazione quella che limiti la libertà d’espressione. In realtà, però, è presente all’interno una clausola chiamata ‘salva idee’ che distingue i casi di discriminazione da quelli di libera espressione. Una parte della nuova generazione, di cui noi due facciamo parte, non riesce bene a comprendere il motivo per cui alcune persone non riescano a vedere con gli stessi occhi persone che amano gente del sesso opposto, dello stesso sesso e di entrambi, dalla via che siamo tutti mossi dallo stesso sentimento che è l’amore. Sfidiamo chiunque di voi a dirci che l’amore sia un’emozione razionale e che quindi è nelle nostre facoltà controllarlo. Sofia Fabbri e Giulia Galeotti
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Relazioni umane e arte: l’Estetica relazionale
Per introdurre la pratica dell’Estetica relazionale è forse necessario porre alcune premesse. Lo scorso secolo, il XX, ha portato profondi mutamenti nei paradigmi delle arti visive, in prima battuta i classici medium della pittura e della scultura, che hanno caratterizzato le arti visive per secoli, vengono affiancati da altre pratiche. Gli ambiti di espressione artistica, dalla musica al teatro, tenuti rigidamente divisi fino a fine Ottocento, vengono a mescolarsi con le pratiche artistiche visive dando vita a movimenti che contengono dentro di sé diverse istanze. Un esempio esplicativo è l’avanguardia Dada, che nasce a Zurigo nel 1916. Gli artisti dadaisti che basavano le loro pratiche su una poetica che rifiutava la razionalità, a cui era imputato di aver causato gli orrori della Prima Guerra Mondiale, e rispondevano ad essa con il non-senso, il caso e l’irrazionale effettuavano delle vere e proprie performance al loro quartiere generale, il Cabaret Voltaire. All’interno di questo cabaret gli spettatori si trovavano davanti quadri, sculture ma anche gli stessi artisti che cantavano, recitavano e declamavano poesie. Sempre nel secondo decennio del Novecento, collage - che consisteva nel tagliare e incollare frammenti di carta e fotografie - e assemblage - un collage ma con elementi tridimensionali anziché bidimensionali implementano la pratica pittorica. Il mutamento delle arti visive non si ferma qui. Proseguendo nei decenni del ‘900 nascono movimenti e pratiche che arrivano persino ad abbandonare pittura e scultura: l’arte concettuale pone tutta l’attenzione sulle idee e sui processi rispetto al risultato materiale, la land art usa l’ambiente e i suoi materiali, la performance art vede il corpo della artista simultaneamente oggetto e soggetto dell’opera. Arrivati a questo punto forse non scandalizzerà molto considerare l’Estetica relazionale una pratica artistica vera e propria e riconosciuta. L’Estetica relazionale è una pratica internazionale, condivisa da diversi artisti tra gli anni ‘90 del XX secolo e gli anni Duemila. Il termine è stato coniato dal critico Nicolas
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Bourriaud, che nel 1998 pubblica il libro Esthétique relationnelle. Il saggio comprende tutti gli artisti la cui pratica si basa sul coinvolgimento diretto dello spettatore, incoraggiato a interagire con gli altri componenti del pubblico e con lo stesso artista. Le opere non sono dipinti o sculture ma installazioni interattive: devono costruire modi e modelli di azioni. Alla Paula Allen Gallery di New York nel 1990, l’artista tailandese Rirkrit Tiravanija prepara dei piatti tipici del suo Paese e li offre ai visitatori invitando loro a conversare con lui. Figura 1. Nel 2008 Liam Gillick allestisce alla Kunstverein, una galleria d’arte di Monaco, Mirrored Image: A Volvo Bar, un’installazione che prevede bacheche monocrome, senza nessun tipo di messaggio ma su cui sono posizionati dei canovacci stampati che suggeriscono agli spettatori di dialogare su diversi argomenti. Figura 2. Bourriaud afferma: “Per noi, al di là del suo carattere commerciale o del suo valore semantico, l’opera d’arte rappresenta un interstizio sociale. Il termine interstizio fu utilizzato da Karl Marx per qualificare quelle comunità di scambio che sfuggono al quadro dell’economia capitalista, poiché sot-
tratte alla legge del profitto: baratti, vendite in perdita, produzioni autarchiche... L’interstizio è uno spazio di relazioni umane che, pur inserendosi più o meno armoniosamente e apertamente nel sistema globale, suggerisce altre possibilità di scambio rispetto a quelle in vigore nel sistema stesso. [...] Questa è precisamente la natura dell’esposizione d’arte contemporanea nel campo del commercio delle rappresentazioni: crea spazi liberi e durate il cui ritmo si oppone a quelle che ordinano la vita quotidiana; favorisce un commercio interpersonale differente dalle ‘zone di comunicazione’ che ci sono imposte”. L’opera d’arte si pone quindi l’obbiettivo di ridisegnare e favorire forme di comunicazione sociale, oggigiorno ma già dagli anni ‘90, minate dall’avvento delle tecnologie digitali che spesso e volentieri pongono un velo tra le relazioni reali e fisiche.
Giulia Galeotti
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Insieme musica e fede LA MUSICA. COMUNICAZIONE E POESIA L’uomo ha molti modi per comunicare. Il più comune, assolutamente sopravvalutato, è la parola. A seguire abbiamo le espressioni del viso, i movimenti del corpo, delle mani (in particolare noi italiani), la scrittura, la poesia, il ballo e, direttamente dalla preistoria, anche il suono ritmico del tamburo. La musica li comprende tutti! Da sempre la musica è uno strumento di comunicazione straordinario. Ogni era lo ha interpretato in modo diverso. La prima volta che la Bibbia parla di musica è in epoca antidiluviana, riferendosi a “Iubal, che fu il padre di tutti quelli che suonano la cetra e il flauto” (Gn 4:21). Ai tempi patriarcali, Labano, parlando a Giacobbe, fa riferimento al suo possibile congedo “con gioia e canti, al suono di timpano e di cetra” (Gn 31:27). La musica e il canto accompagnavano immancabilmente la celebrazione dei matrimoni e dei riti funebri, tanto che quando Gesù si recò dalla figlia morta di un capo sinagogale, “vide i suonatori di flauto già pronti.” (Mt 9:23). E Gesù cantò con gli apostoli prima di essere catturato dai soldati: “dopo che ebbero cantato l’inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi” (Mr 14:26). Intorno all’anno 1000 si afferma il Canto Gregoriano devoto alla recita dei testi sacri: serviva quindi per comunicare la parola di Dio secondo l’interpretazione della Chiesa d’occidente. Intorno al 1100 in Francia cominciavano a muoversi i troubadours con i loro componimenti lirici musicati che sono alla base della ballata moderna. Verso il 1300 pare che proprio in Italia sia cominciata la tradizione del “Testamento dell’avvelenato” una ballata ritrovata nelle terre del centro Italia dove un figlio morente torna a casa dalla madre e afferma di stare morendo perché avvelenato dalla donna che amava. Si trovano canzoni come questa nella tradizione medioevale di tutta Europa, compresa la Gran Bretagna con la famosa ballata scozzese Lord Randall, rivisitata e modificata da Bob Dylan per la sua celeberrima A
Hard rain is gonna fall. La ballata, da Lord Randall a Bob Dylan e Ed Sheeran, non ha fatto altro che raccontare storie per intrattenere il pubblico ma anche per istruirlo, per dargli una visione, per emozionarlo. Nel mondo moderno la musica viene utilizzata per vari scopi e purtroppo è spesso sfruttata a fini commerciali e in molte occasioni rovinata. Tante canzoni oggi vengono fatte da professionisti delle emozioni facili con melodie accattivanti ma spesso scontate e molto simili fra loro. Sanremo per esempio potrebbe essere una grande occasione di innovazione della musica italiana, invece è una manifestazione molto conservatrice con canzoni che assomigliano l’una all’altra senza nessun ritegno. La musica può essere molto di più di questo. La musica offre tanti modi di comunicazione: ci serve per ballare, per divertirci, per consolarci nei momenti di tristezza, per esaltarci nei momenti di felicità, per emozionarci, per farci vibrare, per ridere, per piangere, per dichiarare il nostro amore. La musica è un concentrato di emozioni che scoppia nel cuore di chi sa ascoltarla. Le canzoni non sono di chi le scrive ma di chi le usa. Ci sono canzoni che ti riconoscono e che ti arrivano nel momento del bisogno. Ci sono canzoni che non passano attraverso le orecchie ma sono assorbite direttamente dalla pelle e ti accarezzano l’anima. Non esiste musica bella o musica brutta, la musica non è importante quando è colta o insignificante quando è leggera. La musica è alta quando riesce a fare vibrare le corde della tua sensibilità, quando riesce a stupirti, ad ispirarti e, perché no, a comunicarti un messaggio. Questa è la musica che non smetterà di emozionarti alla fine di un’estate ma ti sarà complice in ogni momento della vita. Gianni Govoni “John Strada” Burtlon
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Quando la musica vince la diversità e la paura che per abilità e le percussioni, secondo Alberghini, sono un ottimo strumento per creare gruppo. Ad oggi i membri che compongono la Rulli Frulli sono circa una settantina e, grazie all’aiuto ed al sostegno del servizio di Neuropsichiatria infantile dell’azienda USL di Mirandola, è stato possibile inserire nella banda ragazzi diversamente abili. Questo messaggio di inclusione ed il desiderio di questa comunità “ambulante” di volersi riunire a tutti i costi, deve essere giunto ben chiaro anche agli occhi (ma soprattutto alle orecchie) del Santo Padre che, quando venne a Mirandola per benedire l’apertura del duomo dopo il terremoto, lasciò da parte ogni formalità ed abbracciò Federico Alberghini presente, nonostante i disagi causati dal terribile evento, con i componenti della Rulli Frulli. Fu grazie all’Associazione ONG Mani Tese ed al Comune di Finale Emilia che la Banda trovò una nuova sede e diversi aiuti, sviluppandosi così a tal punto da diventare metodo di studio all’Università Cattolica di Milano, partecipare a diverse manifestazioni culturali e televisive ed incidere 5 album. Inoltre, una delle particolarità della Rulli Frulli è l’utilizzo di strumenti ottenuti tramite materiali di riuso, ciò unisce il messaggio dell’integrazione a quello della sostenibilità. Tutti i progetti della Rulli Frulli Band sono consultabili sul sito www.bandarullifrulli.com Elisa Ardizzoni
A pochi chilometri dalla nostra comunità, esattamente a Finale Emilia, nel 2010 ha preso vita questo meraviglioso progetto: la Rulli Frulli Marching Band. Nato grazie ad un’idea di Federico Alberghini all’interno della Fondazione Scuola di Musica Carlo & Guglielmo Andreoli si è poi sviluppato in uno dei periodi più duri per l’Emilia, durante cioè il sisma del 2012. L’intento di Federico era quello di formare una banda di integrazione, composta cioè da persone diverse tra loro sia per età
LE CORALI PARROCCHIALI DI XII MORELLI E BEVILACQUA, UNITE, VANNO “IN TOURNÉE” I Cantori delle nostre parrocchie diretti da Anna Cristofori e Angela Fava, sono stati invitati a partecipare al concerto finale della XII edizione del Masterclass Internazionale di Tromba barocca “Terre del Reno”, che si terrà domenica 6 giugno alle ore 18:00, presso la Chiesa Parrocchiale di Sant’Agostino. Il concerto rappresenta l’evento conclusivo del seminario internazionale dedicato alla musica barocca, che si terrà a Terre del Reno dal 4 al 6 giugno e a cui parteciperanno musicisti professionisti e studenti provenienti da tutta Europa. Docente nell’edizione della ripartenza sarà Jean-Francois Madeuf, trombettista di fama internazionale e successore, alla Schola Cantorum Basiliensis a Basilea (CH), di Edward H. Tarr, musicologo statunitense tra i più stimati del XX secolo, recentemente scomparso ed anch’esso docente all’edizione 2012 del master. I nostri coristi andranno ad affiancarsi ad un ensemble composto da una quindicina di trombettisti barocchi accompagnati all’organo dai Professori Riccardo Galli
e Davide Casari, al Coro Parrocchiale di Sant’Agostino ed al Prof. Ermes Pecchinini, docente di Corno barocco al Conservatorio di Palermo, unitamente agli allievi dell’analogo corso sul suo strumento. L’attore Marco Muzzati, nell’ambito delle celebrazioni del 700° anniversario della morte di Dante, declamerà versi tratti dal Paradiso della Divina Commedia.
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Il simposio, patrocinato dal Direttore del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, è curato dal direttore artistico Prof. Michele Santi, bevilacquese. Sarà una bella occasione per partecipare al concerto sostenendo calorosamente le nostre compagini nella presentazione dei loro repertori di musica sacra in uno spirito di vicinanza, condivisione e gioia. Per saperne di più: http://www.baroquetrumpetmaster.com
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LA CICLOVIA DEL SOLE: UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER TANTI
Eravamo nel 2010 e già si sentivano le prime indiscrezioni: la Vecchia Ferrovia Bologna - Verona, quella dismessa dopo il grave incidente di Bolognina il 7 gennaio 2005 nel quale persero la vita 17 persone, sarebbe stata trasformata in una “pista ciclabile”. Subito si è acceso l’entusiasmo fra i cicloturisti: ci sarebbe la possibilità, in un prossimo futuro, di raggiungere con un percorso protetto le città del Nord da Mantova a Verona così come verso sud a Bologna e Firenze. Quasi 10 anni sono stati tanti per attendere l’apertura del cantiere ma, finalmente, la data di inizio lavori era stata annunciata: la Città Metropolitana di Bologna annunciò che l’inaugurazione dei lavori sarebbe stata il 30 MARZO 2019. Io, insieme con alcuni amici, siamo andati alla cerimonia e, presente il Sindaco di Bologna e di Crevalcore ed alcuni rappresentanti della Regione Emilia- Romagna, abbiamo assistito alla presentazione del Progetto. Stanziamento di 3.900.000 (poi alla fine il costo è stato di circa 5.000.000) per il tratto “OSTERIA NUOVA-MIRANDOLA” di circa 40 km. e l’apertura era prevista a Dicembre 2019; abbiamo dovuto attendere invece il 13 aprile 2021.
Mentre leggete già migliaia di cicloturisti si sono cimentati con questi 46 km veramente splendidi. Ed è evidente che ci sono Cittadine come Mirandola, San Felice sul Panaro, Camposanto, Crevalcore, San Giovanni in Persiceto ed Anzola Emilia che beneficeranno in modo precipuo di questa AUTOSTRADA DELLE BICICLETTE. Dal mio punto di vista di cicloturista appassionato e Centese fino al midollo, mi sono subito adoperato (appuntamento in Comune il 10/04/2019) per far capire la grande importanza di questa “AUTOSTRADA DELLE BICI” ed ho dato il suggerimento di mettere dei cartelli lungo un itinerario semplice e su strade in buone condizioni e poco trafficate per meglio collegare Cento con Bolognina, la piccola stazioncina fra Crevalcore e Camposanto, che avevo considerato la più vicina e la più “SMART”. Quindi a più riprese e con l’intervento anche di vari amici della bici, ho coinvolto vari rappresentanti della Giunta Comunale di Cento ed ho ottenuto in questi ultimi mesi che venisse cartellonato il percorso (vedi figura)
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con il proposito di collegare EUROVELO 7, oltre che con CENTO, anche con PIEVE DI CENTO, con la BICIPOLITANA (percorso ciclabile di 36 km che collega vari paesi della Pianura Bolognese) e con SAN PIETRO IN CASALE, dove la presenza di una linea Ferroviaria ben servita permette l’INTERMODALITÀ. I cartelli sono quelli regolamentari, usati anche per la stessa EUROVELO. Questo intervento è di grande respiro non solo per il fatto che permetterà a noi del Cento-Pievese di muoverci in bicicletta su strade sicure, ma potrebbe portare un buon numero di cicloturisti a soggiornare nella nostra Città di Cento, e di conseguenza a muovere l’economia a tutto tondo visto che se arrivano turisti tutti ne beneficiano. Grazie quindi a tutti coloro che hanno contribuito a migliorare il collegamento fra l’EUROVELO 7 ed il CENTO - PIEVESE. Ora si tratta per tutti di approfittare di questa opportunità, investendo in strutture e servizi adatti al cicloturista per attrarre in tutti i paesi e città “bagnate” dalla Ciclovia il “turista lento”. PERCORSO BOLOGNINA-CENTO: uscita Bolognina su via del Bottazzo - a sx su via Argini Nord - dx via Moriglia 1°- sx SP9- dx via Spalletti - sx via Signata - dx via Rangona e via Riga Bassa - sx via Riga - dx via Lunga - dx via Renazzo - sx via Europa e via Italia - sx SP 66 - dx via Penzale - Cento. Antonio Gallerani
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LA SPIRALE DELLA CURIOSITA’ In giro per la Bassa Alla scoperta di… Sammartini e Castello dei Ronchi Partendo idealmente dalla Madonnina dell’ACLI di Palata, (in realtà per comodità partiamo dalla Chiesa di Palata, e raggiungiamo la Madonnina nello stesso modo dell’itinerario precedente svoltando a sx in via Leonardo da Vinci) prendiamo a sx la carrareccia che ci conduce su via Rangona e da qui a dx ad incrociare via Signata. Svoltando a sx e poi a dx su via Spalletti, alla fine di questa si giunge Sammartini, dove è presente la Chiesa Parrocchiale dei Santi Francesco e Carlo. Qui si trova da molti anni una Comunità che pone l’accoglienza dei bisognosi come propria attività peculiare (ad es. affidi per bambini in difficoltà). Dopo aver visitato la Chiesa di Sammartini, ci dirigiamo verso Bolognina e, dopo aver superato l’abitato (a dx in via del Bottazzo è presente l’imbocco della Ciclabile appena inaugurata: la Ciclovia del Sole), svoltiamo a sx per superare il ponte che sovrasta la ferrovia e subito dopo sulla dx raggiungiamo il Castello dei Ronchi. Questo elegante complesso è composto da un Palazzo padronale (nucleo più antico) e da due massicce Torri a pianta quadrata e da altri edifici, tra i quali, a sinistra, la chiesetta di San Matteo. Il Castello dei Ronchi deve la sua struttura attuale alla nobile famiglia bolognese dei Caprara (inizi ‘500 fino al 1821). I Caprara erano Enfiteuti della Abbazia di Nonantola.
Una generale risistemazione dei Ronchi avvenne nella seconda metà del XVIII° secolo ad opera della Contessa Maria Vittoria, figlia di Nicolò, la quale fece poi costruire un Oratorio a forma circolare (la Rotonda) come ringraziamento per la salvezza del marito Francesco Raimondo Montecuccoli scampato ad un grave pericolo. Questa struttura, ora danneggiata dal terremoto del 2012, si raggiunge continuando verso Crevalcore per circa 1 km e svoltando poi a sx su stradello non asfaltato per poi raggiungere via Calanco ed in seguito il sottopasso su via del Papa. Seguendo perciò via del Papa in direzione Caselle, poco prima di Sammartini si raggiunge la Rotonda. Distanza di questo percorso 17,5 km. Tempo impiegato circa 2 ore. Antonio Gallerani
PELLEGRINAGGIO MARIANO ALLA MADONNINA DELLA VALLE Chiusura del mese di maggio 2021 È stato un bel momento nel segno della semplicità come, del resto, non poteva che essere, visto che si è trattato di un pellegrinaggio mariano. È stato bello vedere arrivare la gente dalle quattro parrocchie di Bevilacqua, Palata Pepoli, Galeazza e Dodici Morelli, per lo più a piedi o in bicicletta, con il sorriso. Dopo la veglia di pentecoste che ci ha visti insieme sabato 22 maggio ad invocare lo Spirito Santo per aiutarci a collaborare al progetto d’amore e di giustizia di Gesù, oggi siamo venuti in questo piccolo Santuario mariano. Piccolo nella struttura, ma grande per la fede che suscita. Anche noi, come tanti in
questi anni, siamo venuti in questo luogo per chiedere uno sguardo d’amore, una carezza di tenerezza, un sorriso materno che riscalda il cuore e ci dà la forza di continuare il cammino della vita con forza e speranza. Soprattutto, però, è il tuo amore materno che ci fa sentire tutti figli tuoi, discepoli e discepole dell’univo Maestro, il tuo figlio Gesù. Grazie Maria perché c’insegni la strada della semplicità, ci fai riscoprire la bellezza della vita in comunione. Grazie Maria perché ci fai capire che bastano piccoli gesti per far sorridere la vita. Grazie perché ci chiami: aiutaci a rispondere.
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Aggiornamento sui lavori dell’ex teatro Il Consiglio Pastorale ha confermato la necessità di procedere con i lavori di recupero dell’immobile ex-cineteatro di Dodici Morelli. Nelle ultime settimane sono ripresi i contatti con lo studio di ingegneria che sta elaborando i progetti strutturali ed edilizi, il termotecnico e lo studio di progettazione della sicurezza/antincendio. Sono molti gli interventi necessari per la completa messa a norma dell’edificio: occorrono interventi strutturali post-sisma, interventi edilizi generici alle murature, interventi edilizi sulla zona
sottopalco, sostituzione dell’impianto di climatizzazione e gestione del ricambio dell’aria, impianti elettrici ed illuminazione, interventi per la sicurezza ed antincendio, sistemi meccanici a servizio del palco. Tutti questi interventi saranno poi oggetto di valutazione definitiva del Consiglio Pastorale per l’approvazione definitiva, anche a fronte di una quantificazione più precisa dei costi e delle forme di finanziamento. Matteo Malaguti
25 ANNI DI VITA DA PRETE Martedì 8 giugno ti aspetto per festeggiare con me questa tappa non scontata della mia vita a servizio della Chiesa e di tante comunità. Invito, quindi, le comunità di Palata Pepoli, Dodici Morelli, Galeazza e Bevilacqua a Dodici Morelli per un momento di fraternità con questo programma: ore 19,30: vespri (in chiesa a Dodici Morelli) apericena 21: incontro sul tema: Dall’esilio il sogno di un mondo migliore. La verità che si manifesta nella realtà. Restituzione esistenziale spirituale di 25 anni di ministero a servizio delle comunità cristiane.
Dalla prima domenica di settembre 2021 cambiano gli orari delle messe DOMENICA Ore 10 BEVILACQUA Ore 11,30 PALATA PEPOLI Ore 18,30 DODICI MORELLI LUNEDI Ore 7,30 lodi a DODICI MORELLI Ore 18,15 vespri e messa DODICI MORELLI MERCOLEDI Ore 18,15 vespri e messa GALEAZZA
GIOVEDI Ore 8 lodi e messa GALEAZZA Ore 18,15 vespri e messa PALATA PEPOLI VENERDI Ore 7 lodi a PALATA PEPOLI Ore 18,15 vespri e messa BEVILACQUA SABATO Ore 8 lodi a BEVILACQUA Ore 18 prefestiva a DODICI MORELLI
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Rubriche 1. Arte-Fede: Giulia 2. Cicloturismo culturale: Antonio 3. Situazione socio-politica zona e dintorni: Massimiliano 4. Catechesi 5. Formazione: Paolo 6. Mondo giovani: Federica e Alice 7. Intervista del mese: Mariarosa 8. Caritas e Missioni: Chiara, Grazia, Paolo 9. Avvisi: Paolo 10. Musica-fede: Elisa 11. Recensione libri e Film
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TORNEREMO ALLA NORMALITA’!
Dopo questo “tempo sospeso”, dovuto alla pandemia, l’auspicio di tutti è di tornare alle relazioni quotidiane, fatte di saluti, incontri, abbracci e……serate in compagnia. Per questo, come “Associazione Palata…e dintorni”, ci stiamo preparando, in vista dell’estate, partendo dalle attività che hanno caratterizzato gli inizi della nostra avventura come, ad esempio, la presentazione dei libri. Quante serate ad ascoltare autori, e sono stati davvero tanti! Fra questi ci preme ricordare, tra gli altri, Edmondo Berselli e Giuseppe Pederiali, che abbiamo avuto l’onore di ospitare nella nostra comunità. Mentre stiamo definendo il programma, un appuntamento è già fissato: 9 luglio, ore 21, nel cortile della Chiesa, con ingresso da via Calanca, quando incontreremo un autore, che già conosciamo, e un Cardinale. Organizzato da “Palata…e dintorni” in collaborazione con le “Quattro Parrocchie”, ci confronteremo con gli autori del libro “Le parole del nostro tempo”: Mons. Matteo Zuppi e Andrea Segrè, i quali, da punti diversi, si interrogano su cosa rimarrà di questa esperienza drammatica legata alla pandemia e come coglierne i lati positivi guardando a nuovi stili di vita e di partecipazione. Due prospettive, una spirituale-religiosa, l’altra laica-scientifica, che si integrano fornendo al lettore spunti di riflessione. Il 9 luglio alle ore 21: da non perdere! Il Direttivo dell’Associazione Palata…e dintorni
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Dodici Morelli, Bevilacqua, Galeazza e Palata Pepoli
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