Camminiamo Insieme aprile 2023

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Dodici Morelli, Bevilacqua, Galeazza e Palata Pepoli

Aprile n. 21 2023

CATECHESI da pagina 3 EVENTI a pagina 21 FORMAZIONE a pagina 7 ORATORIO a pagina 11
Camminiamo Insieme
UNITI È BELLO

CAMMINARE CON LE PROPRIE GAMBE

Èquesto, a mio avviso, il senso di una comunità cristiana e il suo motivo di esistere: trasmettere la fede in Gesù. Trasmettiamo la fede quando crediamo in Gesù, nella sua proposta di vita nuova, di misericordia e giustizia infinita. Non c’è bisogno dell’autorizzazione di un prete: questo è un dato importante da capire. Volente o nolente ci stiamo arrivando anche dalle nostre parti. Stiamo capendo che una comunità esiste quando un gruppo di persone si riconoscono nel Vangelo, si ritrovano per ascoltarlo, per celebrarlo e per annunciarlo: questo è il dato essenziale. Le altre cose le possiamo lasciar fare alle associazioni locali. Lo specifico di una comunità cristiana è la trasmissione della fede alle nuove generazioni e il consolidamento della vita comunitaria ispirata dal Vangelo. Chiaramente, con una guida a nostro servizio le cose funzionano meglio,

anche se, onestamente, non sempre è così, nel senso che non sempre il pastore si pone a servizio della comunità per aiutarla a crescere nella conoscenza del Signore Gesù. Dice spesso papa Francesco che i cristiani, animati dallo Spirito Santo, non devono aver paura a prendere l’iniziativa, ad essere creativi nel pensare percorsi di fede, cammini di evangelizzazione. Infatti, chi nella propria vita incontra il Signore non può che sentire il desiderio di annunciarlo, di coinvolgere altre persone nel cammino di una vita nuova e più autentica.

Quindi, coraggio: “attingiamo forza nel Signore e nel vigore della sua potenza” (Ef 6,10).

2 Camminiamo Insieme
editoriale

… E GRUPPO SIA!!!

La vita è un grande viaggio e spesso i compagni di viaggio non li scegliamo noi. Siamo chiamati a lasciare a casa per un po’ mamma e papà, i nostri giochi e le nostre abitudini per iniziare il nostro percorso in parrocchia… al catechismo!!!! Qui siamo chiamati a fare gruppo che, come dice il verbo, è un’azione concreta. Si tratta di sperimentare e di imparare “cose grosse”, prima fra tutte, la CONDIVISIONE, che è la vocazione più profonda, più bella e più difficile. Il gruppo è dove si fa festa ed è anche dove ci si PERDONA, dove ci si sente

ACCOLTI per come siamo, gli uni diversi dagli altri, in quanto unici e speciali. Creare un clima relazionale sereno e stimolante capace di introdurre in un’esperienza di amicizia e di condivisione del cammino. Nel gruppo possiamo scoprire il legame con Gesù, il nostro essere Chiesa. Tra le varie attività svolte con i bambini di seconda elementare, che hanno iniziato da poco il percorso catechistico, al fine di migliorare il “clima del gruppo”, abbiamo deciso, in un soleggiato sabato pomeriggio di Marzo, di trasferire “l’ora di catechismo”

nel bellissimo parco adiacente la Chiesa di Galeazza. Suor Ianti e Suor Norberta ci hanno accolte con gioia. La giornata soleggiata ci ha permesso di giocare e di conoscerci meglio, di ridere ed anche di “arrabbiarci un po’” per non essere arrivati primi alla fine della corsa… tutto sommato però una merenda in compagnia ha spento anche gli animi più infuocati!!!!”

LE NUOVE COORDINATRICI DELLA CATECHESI A DODICI MORELLI

Da alcuni mesi Barbara e Cristina sono le nuove coordinatrici della catechesi a Dodici Morelli. Mentre ringraziamo Isabella, che per tanti anni ha svolto egregiamente questo servizio, facciamo gli auguri alle nostre amiche per l’impegno che hanno assunto.

3 Camminiamo Insieme
catechesi

Catechismo divertente!!!

Con l’ingresso nella Settimana Santa, le classi 2ᵅ e 3ᵅ della catechesi di Dodici Morelli, hanno condiviso un pomeriggio di catechismo del tutto alternativo. I bambini, con grande gioia ed entusiasmo, si sono avventurati in un gioco quiz davvero divertente. In ogni step veniva affrontata la spiegazione del Triduo pasquale con le relative immagini. Questo momento ha suscitato molto interesse, partecipazione, e tanto divertimento. Attraverso il gioco i bambini non solo hanno imparato il significato dei vari giorni santi che precedono la Pasqua, ma anche a relazionarsi e a confrontarsi con gli altri. Regalando anche a noi adulte un pomeriggio sereno e spensierato.

4 Camminiamo
Insieme catechesi
Le Catechiste Barbara e Cristina
Condivisione con i genitori della prima comunione dopo il ritiro
Ritiro spirituale prima comunione

TI RACCONTO… CON UN DISEGNO

Il disegno rappresenta un linguaggio attraverso il quale il bambino ha modo di esprimere in pieno la sua creatività e le sue emozioni. Per questo motivo ho chiesto ai bambini del catechismo di seconda elementare di dare “libero sfogo” alle idee e disegnare “un momento di catechismo” vissuto in questi mesi. Ognuno di loro ha risposto positivamente e vuole condividerlo con Voi .

Ringrazio di cuore: Annaluce, Elia, Giorgio, Marta, Matteo, Mia, Sara e la piccola Giulia.

Barbara.

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catechesi

CARITAS: rileggere insieme la realtà dalla prospettiva delle periferie

Le Caritas diocesane si sono date appuntamento, a metà aprile a Salerno, per discutere di un tema che ci sta particolarmente a cuore: le periferie. Ancor prima di leggere e studiare i vari documenti che ne scaturiranno, ci è parso naturale fare alcune considerazioni partendo dalla situazione reale in cui viviamo. Una delle grandi verità che ci ha fatto toccare con mano don Paolo è che le nostre parrocchie sono zone di periferia. “Sì, lo sappiamo”, gli abbiamo detto, ma la velocità con cui lo abbiamo affermato è direttamente proporzionale alla nostra convinzione che ciò non sia vero. Non facciamo finta di non capire. Ognuno di noi pensa di vivere nel paese più bello del mondo! Quando qualcuno arriva da fuori e ci dice che il Re è nudo, beh, non è che ci faccia proprio piacere. Al tempo stesso, chi sa coscientemente di vivere ma soprattutto di essere periferia, può con maggior vigore impegnarsi per cercare di cambiare le cose. Que-

ste voci oneste perché amiche, alla don Paolo, ci devono aiutare a far emergere l’impulso che proprio le periferie, le vulnerabilità, possono dare a un cammino di speranza, di rinascita, di rivitalizzazione delle nostre comunità. Già prima di lui ce lo aveva indicato Papa Francesco il modo con cui cambiare il paradigma di chi vive nelle periferie e corre il rischio di creare artificiosamente slogan, piuttosto che aiutare l’azione caritatevole delle comunità parrocchiali ad ascoltare e accompagnare le esigenze dei tanti che si avvicinano, ad esempio, ai nostri centri di ascolto. L’obiettivo a cui tendere, l’unico che ci permetterà di vivere da protagonisti il nostro tempo e di far sì che arriviamo a vivere “le periferie come centro”. Per certi aspetti, la partenza di don Paolo, dopo averci per tre anni accompagnato, educato e spronato a diventare cristiani adulti nella fede, consiste proprio in questo cambio di mentalità che ci permetta di diventare protagonisti della

nostra vita. Solo allora le nostre parrocchie, chiamate “del forese”, quasi a farci capire che siamo “diversi” dalle altre della città, smetteranno di essere grovigli di abitazioni “deserte” perché abitate da persone che non comunicano fra di loro ma torneranno a riempirsi di relazioni, di incontri e, come ci indica Gesù nel suo Vangelo, di amore. Questo grande Papa e con lui il nostro arcivescovo don Matteo, insistono molto sul cammino sinodale quale grimaldello per cambiare certi nostri antiquati e inattuali convincimenti (vedi il “si è sempre fatto così”) per aprirci ad una mentalità nuova del vivere le nostre periferie in modo evangelico. Non ci ha forse richiamato e accompagnato anche in questa Quaresima il nostro don Paolo a vivere come vivevano le prime comunità, abbandonando la logica del possesso, del precetto fine a sé stesso, per aprirci a quella dell’ascolto del Vangelo?! Tutto questo, in una logica di crescita comunitaria e identitaria, deve spronarci contestualmente a strutturare progetti in cui sia trasparente agli occhi di tutti, anche di chi ci amministra, che abbiamo il desiderio di far valere i nostri diritti fondati sulla roccia dell’amore. Il tempo è maturo, non possiamo rimandare ulteriormente. Hasta la victoria, siempre!

Chiara, Grazia e Mirna

Mercatino caritas di Pasqua: un grande successo!

E così tra il serio e il faceto, un altro mercatino pro Caritas è stato portato a termine nell’imminenza delle feste pasquali. Il tempo non è stato particolarmente clemente nelle due giornate che abbiamo destinato alla vendita degli oggetti che abbiamo preparato nei mesi precedenti. Ad ogni modo, siamo state molto molto contente dalla risposta, in termini di vendite, che abbiamo ricevuto. Il ricavato totale, 610 euro, è stato donato al Centro di ascolto delle 4 parrocchie. Siamo molto felici che, anche con il nostro piccolo contributo, ma grande in termini di amore si possa cercare di aiutare chi per un motivo o per l’altro, si trova in difficoltà. Ci vediamo al prossimo mercatino che pensiamo di fare il … Leggete nei prossimi mesi “Camminiamo Insieme” e lo saprete.

Lauretta, Mirna, Silvia

6 Camminiamo Insieme caritas e missioni

Come seconda tappa del percorso educativo-esperienziale sul tema “SHOAH e TOTALITARISMI”, pensato da Andrea Passerini e condotto dall’esperta Alessandra Amaroli, si è voluto proporre a tutti i ragazzi delle medie e superiori, la visione del film “L’ Onda e la Potenza del Gruppo”. Un film duro che spinge a riflettere puntando l’attenzione sull’individualismo e, in particolare, su quanto possa essere pericolosa e dove possa portare una “cattiva amicizia”. Basta poco infatti, perché un concetto importante trasmesso a dei ragazzi possa essere frainteso e generare mostri. Alla base di tutto c’è un esperimento sociologico, ideato e messo in pratica dal protagonista, un insegnante. Convinto che la società di oggi possa ancora subire il fascino del

L’ONDA

totalitarismo, lo ha portato a sperimentare, con i suoi alunni, un gioco: fingersi per una settimana leader assoluto della classe, educare i ragazzi al rispetto dell’autorità e alla totale disciplina. Per arrivare a tutto ciò, è imprescindibile l’uso di una divisa comune e un saluto di riconoscimento e d’identificazione istantanea. Inutile dire come le previsioni del professore si siano rivelate azzeccate! In pochissimo tem-

po nei ragazzi si sono innescati meccanismi comportamentali come discriminazione, propaganda violenta, affermazione del potere. Allucinante. Tutto ciò ci fa capire come la mente dei giovani possa essere soggiogata contro la propria volontà, e quanto basti poco, anche solo il carisma di una persona, perché una semplice teoria si trasformi nel coinvolgimento pratico di un numero imponente di persone. Uno spaccato sulla condizione giovanile di ragazzi abbandonati a loro stessi, senza famiglie forti alle spalle e privi di valori importanti. Pensare che la società di oggi abbia imparato una lezione dalle dittature e dai totalitarismi è pericolosamente sbagliato. Ancor più cupo, riflettere su come l’individuo umano sia disponibile a privarsi della propria libertà, in cambio di un ideale di totale superiorità nei confronti di tutti gli altri...

Sabato 15 Aprile a Dodici Morelli, durante l’ora di catechismo, i bambini di quinta elementare, con le loro voci gioiose e pieni di entusiasmo, rileggevano la loro frase su ciò che li aveva più colpiti riguardo Madeleine Delbrel. Era attesa, nel pomeriggio, la professoressa Edi Natali, laureata in filosofia e studiosa di Madeleine, invitata da Don Paolo per la presentazione della vita e delle opere della Delbrel. L’incontro formativo era rivolto alla comunità, ed in particolare ai genitori dei bambini con cui stiamo facendo un percorso su di lei incentrato. Al suo arrivo la Prof, giunta da Pistoia con la sua famiglia, è stata accolta dai bambini che le hanno consegnato le loro frasi in una busta e che, come me, sono rimasti colpiti dai suoi modi gentili. Abbiamo poi partecipato alla messa prefestiva, dove Edi ha condiviso la Parola nell’omelia. Dopo la celebrazione siamo andati insieme in teatro per la conferenza, alla quale i genitori dei bambini ed i parrocchiani hanno aderito numerosi. Nel suo intervento Edi è stata toccante e profonda, ed è riuscita a far emergere con parole semplici la spiritualità del quotidiano e la grande umanità che ha caratterizzato Madeleine Delbrel.

7 Camminiamo Insieme formazione
Manuela
Incontro con Edi Natali

La vocazione di essere liberi per Dio

e tutto innestato nel mondo: «Quando teniamo il Vangelo tra le mani, dobbiamo pensare che lì abiti il Verbo che vuole farsi carne in noi, impadronirsi di noi, perché con il Suo cuore innestato nel nostro cuore e con il Suo Spirito comunicante col nostro spirito, noi diamo nuovo inizio alla Sua vita in un altro luogo, in un altro tempo, in un’altra società».

La vocazione di Madeleine Delbrel non è dunque altro che la vocazione cristiana? Fondamentalmente sì. Come ogni cristiano, Madeleine si riconosce nella chiamata a rispondere a Cristo con generosità.

Quanti cristiani vivono come se non sentissero la vocazione cristiana come una vocazione? Cristiani dalla nascita, cristiani per tradizione, cristiani per pratica non si accorgono di essere stati scelti dall’amore di predilezione del Signore. Madeleine aveva con il Vangelo una relazione vivente che la coinvolgeva in una dinamica totalizzante. “Gesù conosciuto, contemplato, imitato nel Vangelo, diventa una rivelazione lenta e progressiva di quello che deve essere la nostra vita.” Riconosce sua la chiamata del cristiano di appartenere tutto a Gesù

Fu vivendo in questa immersione nel Vangelo che Madeleine manifestò qualità contrastanti e paradossali: da un lato una profonda serietà e dall’altro uno humour sorridente; da un lato un infantile «sapersi di Dio» e dall’altro un forte realismo nelle analisi sociali e psicologiche; da un lato l’appartenenza ecclesiale vissuta fin nel midollo delle ossa e dall’altro un’assoluta libertà dai consueti clichés ecclesiastici. Quando qualcuno domandava un colloquio a Madeleine, l’incontro cominciava sempre con qualche minuto di silenzio, il tempo che le occorreva per accendersi accuratamente una sigaretta. Solo i più intimi sapevano che quello era il tempo che ella si concedeva per pregare per la persona che aveva di fronte, prima di cominciare il dialogo. E il fatto di poter trovare Dio sempre, anche fumando una sigaretta, dipendeva dalla certezza che se credi davvero che il Signore vive con te, dovunque hai un posto per vivere, hai un posto per pregare e Madeleine non voleva essere altrove nemmeno quando fumava una sigaretta.

RITIRO A GALEAZZA

Domenica 4 Dicembre a Galeazza si è tenuto il ritiro spirituale per le quattro parrocchie.

Cosa mi spinge ad andare ad un ritiro spirituale proprio di domenica, l’unico giorno libero per me, perché rinunciare a qualche svago o a trascorrere la giornata con i miei familiari?

La decisione di partecipare al ritiro, oltre che ad essere un suggerimento di Don Paolo, deriva dal fatto che riconosco quanto sia importante trovare spazio per Dio; le nostre giornate scorrono in modo frenetico e spesso ci lasciamo travolgere dalle cose, dalle persone, dagli eventi, che ci sottraggono tante energie e quotidianamente mettono alla prova la tenuta della nostra fede. La nostra esistenza è un passaggio

su questa terra, noi siamo creature di Dio e a lui ritorneremo, per cui il nostro cammino spirituale deve seguire la strada tracciata da Gesù, per ricondurci al Padre. Ma come facciamo a seguire Gesù se non lo conosciamo? La sua parola è fonte di vita, è l’alimento della nostra spiritualità, dei valori che illuminano e indirizzano le nostre scelte, le no-

stre azioni. La partecipazione alla messa e la nostra preghiera sono certamente fondamentali per conoscere la parola di Dio, ma partecipare ad un ritiro è qualcosa che ti arricchisce ancora di più, perché dedicando un’intera giornata all’ascolto e alla meditazione della parola di Dio, staccandoci da tutto ciò che è materiale e concentrandoci sulla nostra interiorità, possiamo ampliare le nostre conoscenze e soprattutto verificare noi stessi, se stiamo camminando nella giusta direzione, quella che ci porta verso l’alto o se invece percorriamo il labirinto delle strade che ci tengono invischiati nella materialità.

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Angela

BEVILACQUA CIRCOLI BIBLICI DI QUARESIMA … IN CAMMINO VERSO LA PASQUA

I circoli biblici di Quaresima sono sicuramente un momento importante per prepararci alla Pasqua, così come sono stati quelli in preparazione al Natale. Sono state cinque settimane di incontri tra amici e conoscenti della zona, che hanno condiviso, “ognuno con le sue esperienze”, i diversi nostri stati d’animo e le nostre reazioni a quanto ci veniva proposto dal Vangelo. Sicuramente abbiamo appreso tutti che non è facile seguire gli insegnamenti che ci vengono dati da Gesù, però siamo comunque “pronti” a provarci e consapevoli che, camminando insieme nella fede, si possono fare grandi passi. L’amicizia che ci lega anche al di fuori della vita parrocchiale, sicuramente ci aiuta a condividere molte più cose ed esperienze che abbiamo vissuto assieme. L’aiuto del nostro facilitatore è stato importante. Ha saputo cogliere in ognuno di noi anche le difficoltà di esprimersi ed è riuscito a fare avvicinare anche chi non frequenta in maniera costante la vita parrocchiale.

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Morena
Camminiamo Insieme formazione

ESTATE RAGAZZI 2023

TUTTE LE INFORMAZIONI 4 PARROCCHIE

Estate Ragazzi: che cos’è?

È una proposta pastorale e, di conseguenza, è una proposta della comunità cristiana. Ogni anno l’Arcidiocesi di Bologna prepara un testo con il tema e l’inno specifico. Quest’anno il tema è: Cavalieri Erranti. Un’estate insieme a don Chisciotte.

ER 2023 si svolgerà in contemporanea, come gli altri anni, nelle parrocchie di Bevilacqua e Dodici Morelli e, come gli altri anni, saranno due settimane, più una solo con gli animatori.

Come sempre per le iscrizioni la priorità saranno i bambini delle nostre parrocchie e, se rimarrà dello spazio, apriremo anche a bambini delle altre parrocchie.

Date:

Prima settimana 5-9: solo gli animatori

Seconda settimana 12-16: con i bambini

Terza settimana 19-23: con i bambini

Settimana tipo:

Ogni settimana è prevista una gita e una giornata in uno spazio verde (Galeazza, Madonnina della Valle, ecc.).

Gite:

Prima settimana: Verona (parco delle cascate)

Seconda settimana: Albering Cervarezza (Reggio Emilia)

P.s. Il giorno della gita Estate Ragazzi rimane chiuso.

INSIEME

è un periodico mensile delle Quattro Parrocchie.

Direttore Responsabile don Paolo Cugini

Capo Redattore

Massimiliano Borghi

Segretaria di Redazione

Mariarosa Nannetti

per info e contributi

mail:quattroparrocc@gmail.com

COSTO: settimanale: 40 + 25 del pasto (quattro giorni escluso gita). Pranzo e due merende. Nei 40 sono inclusi i costi dell’assicurazione. I fratelli pagano così: il secondo 30+25; il terzo 20+25. Dal quarto figlio paga la parrocchia. Le gite non sono incluse, ma vengono pagate a parte. Il pasto viene 6,25 euro.

P.s.: gli animatori e le animatrici al momento dell’iscrizione pagano solo il pasto.

Iscrizioni Presentarsi con i moduli compilati (i moduli si trovano nelle rispettive parrocchie oppure verrà inviato in pdf su WhatsApp).

Bevilacqua:

mercoledì 10 maggio dalle 18 alle 20 in oratorio (riservato ai bambini delle 4 parrocchie).

Dodici Morelli:

mercoledì 10 maggio dalle 18 alle 20 nella sala dell’ex bar (riservato ai bambini delle 4 parrocchie).

Sabato 20 maggio dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 per tutti gli altri in segreteria

PRIMO INCONTRO DI PREPARAZIONE PER GLI ANIMATORI BEVILACQUA:

Venerdì 28 aprile ore 17 in oratorio

DODICI MORELLI:

Domenica 23 aprile ore 17 in oratorio

INCONTRO DI PRESENTAZIONE AI GENITORI DI ER 2023

BEVILACQUA: Martedì 2 maggio ore 20,45 in oratorio

DODICI MORELLI: Mercoledì 3 maggio ore 20,45 in oratorio

11 Camminiamo Insieme oratorio

ORATORIO BEVILACQUA… CHE BELLO!!!!!!!

In occasione delle feste Pasquali e delle vacanze scolastiche, don Paolo ha chiesto ai ragazzi delle medie e delle superiori delle quattro parrocchie, di ritrovarsi insieme nei propri oratori per fare delle attività di miglioramento ai locali e attività sociali rivolte al paese e agli anziani.

I ragazzi si sono ritrovati 10 giorni prima per organizzare e individuare una serie di attività da fare nelle giornate del 7 e 8 Aprile dalle ore 10 alle ore 16 con pranzo incluso.

Al mattino sono state pianificate tutte le attività individuate precedentemente e tutti i compiti sono stati suddivisi in 3 gruppi.

Il primo gruppo ha deciso di pulire, da carte e plastica, le aree verdi del paese come il campo sportivo parrocchiale, parchi e posti di ritrovo. Indossati guanti di protezione e muniti di bastoni e sacchetti, hanno reso un servizio sociale al paese perché questi luoghi siano più dignitosi.

Sono stati attaccati ai muri diversi sticker di nature e paesaggi.

A Bevilacqua si sono ritrovati in 18 tra ragazzi delle superiori (assistenti) e ragazzi della 1ª e 2ª media.

Il secondo gruppo ha fatto visita a degli anziani del paese che, per età e salute, spesso non si allontanano dalla propria abitazione. Hanno regalato a loro una colomba pasquale ma soprattutto hanno condiviso alcuni momenti di conoscenza reciproca e un sorriso per la loro felicità.

L’iniziativa è stata molto gradita ricevendo dalle famiglie complimenti e ringraziamenti e la richiesta di ritornare altre volte.

Il terzo gruppo si è occupato dell’oratorio per rendere questo spazio più a loro misura e gradimento.

Sono state tinteggiate le pareti del vano scala e della ringhiera utilizzando colori scelti da loro e sono stati eseguiti anche piccoli lavori di riparazione alle attrezzature.

Altri bei momenti sono stati i pranzi comunitari dove i ragazzi grandi e piccoli hanno mangiato insieme divertendosi e ascoltando musica.

Per noi adulti, che abbiamo accompagnato i ragazzi in questi due giorni di “lavoro“, è stato bello vedere l’impegno profuso per sistemare uno spazio tutto loro dove divertirsi e stare insieme. W l’oratorio, W Bevilacqua!

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Gianni e Chiara
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Camminiamo formazione

Nelle giornate di venerdì 7 aprile ci siamo immedesimati come architetti, interior designer e fattorini di colombe, sfruttando le vacanze di Pasqua e il bel tempo per stare tutti insieme. Fabio, Massimo ed Andrea, insieme ad Elena, raccontano: “Noi siamo andati dalle signore anziane e ci hanno dato i soldi”, insomma, questa attività è piaciuta sia ai “fattorini” sia agli anziani che hanno ricevuto un dono (una colomba). I componenti del secondo gruppo, Nicholas, Tommaso, Giona, Adam, Safi, Niccolò e Claudio hanno adoperato i loro “muscoli possenti” per ripulire la soffitta, spostare i tavoli, piazzare nuove tovaglie e portare le sedie in teatro. Il terzo gruppo, formato da Emma, Lisa, Giada G., Giada N., Gianluca, Gabriele, Giorgia, Martina, Gioele e Ivona hanno pensato alle decorazioni in oratorio. In principio non sapevano da cosa partire: tanti erano i materiali e tante le idee, ma unendo le proposte sono riusciti ad organizzarsi. Hanno attuato diverse prove e, grazie ad una giuria formata dai ragazzi, hanno deciso cosa incollare e in che modo. La parte più difficile è stata incollare i pezzi adesivi dell’albero sulla parete, però, collaborando tutti insieme, si è trasformata in un’attività piacevole e meno dura del previsto. Per recuperare le forze, hanno mangiato un piatto di pasta al ragù e la pizza rigorosamente cucinati da Leda e Roberto (che ringraziano infinitamente). E, per addolcire gli animi, hanno condiviso una buonissima colomba, anche se i canditi non piacciono a tutti.

Lisa, Emma e Giada.

Il presepe pasquale a XII Morelli

Dopo che, per il secondo anno consecutivo, assieme ai ragazzi di XII Morelli abbiamo realizzato il Presepe in chiesa, abbiamo altresì constatato che il periodo per poterlo ammirare è molto limitato e che smontare tutto, dopo così breve tempo, sarebbe stato un peccato. Ispirati da un’omelia di don Paolo e dall’imminente arrivo della Pasqua, ci siam detti: perché non trasformare il presepe natalizio in presepe pasquale? Ci siamo messi al lavoro ai primi di febbraio, soprattutto alla sera e, in poco più di un mese, abbiamo dato vita al Presepe pasquale! La novità ha suscitato da subito entusiasmo nei nostri ragazzi, spronandoli a pensare a nuove idee scenografiche per portare in scena il mistero pasquale. Senza falsa modestia, possiamo dire che il risultato è stato di grande impatto scenografico, testimoniato al momento dell’apertura e nelle giornate successive, dai tanti apprezzamenti ricevuti da grandi e piccini. Il grande merito va alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi che si sono letteralmente buttati in questa avventura e anche a Don Paolo che ha accettato, caldeggiandola apertamente, la nostra proposta. Invitiamo i fedeli delle parrocchie “sorelle” di Palata, Bevilacqua e Galeazza a visitare il nostro presepe e ringraziamo in anticipo tutti coloro che desidereranno aiutarci con un’offerta, così che il prossimo anno potremo pensare e realizzare una scenografia ancora più bella!

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“Architetti, designer e fattorini”: quando il triduo diventa “servizio”

TRIDUO PASQUALE CON I RAGAZZI: DUE GIORNI DI SERVIZIO

Al venerdì e al sabato i giovani presenti si sono suddivisi i servizi che abbiamo proposto: sistemazione degli oratori (Bevilacqua e Dodici Morelli); manutenzione delle strutture (Bevilacqua e Dodici Morelli); pulizia dei fossi e dei campi dalla plastica (Bevilacqua); visita e dono di una colomba di Pasqua agli anziani (Bevilacqua, Dodici Morelli e Palata Pepoli). Sono proposte come queste che ci permettono di scoprire la bontà della proposta del Vangelo e la bellezza dello stare insieme nel servizio.

Per vivere in modo più autentico il periodo del Triduo pasquale abbiamo rivolto ai/alle ragazzi/e delle medie e delle superiori una proposta di servizio. Il primo momento è stata la partecipazione alla messa della lavanda dei piedi che abbiamo celebrato assieme nelle quattro parrocchie. In questa celebrazione abbiamo trovato le motivazioni alla proposta fatta. Come, infatti, Gesù ha lavato i piedi ai discepoli e tutta la sua vita è stata caratterizzata dal servizio e dal dono gratuito di sé, così anche noi siamo chiamati a fare lo stesso.

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alcuni spazi degli oratori sistemati durante il triduo dai ragazzi

ASD GALEAZZA: NON SOLO CALCIO… ANCHE “SOLIDARIETA’”

Domenica 16 aprile 2023, alle ore 15,20 circa presso il campo sportivo di Galeazza, 10 minuti prima della partita di campionato di 1a categoria girone F tra Galeazza vs. Pontelagoscuro, si è svolto un evento “storico” lodevole e ammirevole. In mezzo al campo, per l’esattezza a centro campo come si fa per le grandi occasioni, due dottoresse che lavorano nella associazione “GIULIA” ODV che si occupa dei bambini affetti da patologie oncologiche, hanno presentato questa associazione, le attività e i progetti che portano avanti e quelli futuri e ci hanno illustrato come sostenere, anche in termini economici, questa associazione. Sono stati 10 minuti di ascolto e meditazione. Sentire parlare di malattie è triste ma è una realtà; quando poi si parla di bambini con patologie oncologiche è ancora più triste e ti fa pensare e meditare. Questo bellissimo e importante evento è nato da una carambola di situazioni che in breve si prova a descrivere. Il titolare di una ditta che fa da sponsor alla ASD Galeazza, conoscendo il direttore sportivo ha chiesto se la società era disponibile ad utilizzare una divisa da gara con il logo della associazione “GIULIA”, in quanto questa ditta da tempo collabora e sostiene questa associazione. La società ha accettato ben volentieri e questa ditta ha fatto realizzare le maglie di colore arancione (colore sociale del Galeazza) con il logo “ASSOCIAZIONE GIULIA” e appunto domenica 16 aprile 2023 la squadra ha utilizzato questa divisa. Alla fine del discorso di presentazione dell’associazione, il presidente della ASD Galeazza Gianluca Pirani, a nome della società, ha donato una maglia come ricordo alle due dottoresse dell’associazione. La società ASD Galeazza, come gesto di solidarietà e riconoscenza per quello che fanno, ha devoluto l’intero incasso degli spettatori che sono venuti a vedere la partita (circa € 900,00).

Una PICCOLA SOCIETA’/REALTA’ con un GRANDE CUORE verso chi ha più bisogno. Per la cronaca, la partita è terminata con la vittoria degli ospiti per 1 a 0. E’ un dettaglio.

SEMPRE FORZA ASD GALEAZZA e GRAZIE per questa INIZIATIVA.

Di seguito la storia Di questa associazione STORIA DI GIULIA Ci sono vite, come quella di Giulia, destinate ad essere vissute in salita, ma ci sono piccoli angeli, come Giulia che stupiscono giorno dopo giorno per la forza d’animo, il sorriso sereno e lo sguardo profondo. Giulia, nella sua vita, ha affrontato un grave problema di sviluppo psico-motorio che le ha reso difficile camminare, impossibile esprimersi verbalmente ed essere autonoma in molti gesti quotidiani. Giulia nella sua vita ha affrontato anche l’epilessia, le cui crisi forse sono state l’unica cosa in grado, a tratti, di spegnere la luce nei suoi occhi. Perché lo sguardo di Giulia

zo 1996 dal desiderio dei volontari che prestavano il loro sostegno ai genitori della piccola Giulia di offrire il proprio aiuto e la propria disponibilità anche ad altri, in particolare ai diversamente abili, ai bambini ed agli anziani. La malattia e la perdita di Giulia determinano come naturale conseguenza la decisione di operare una svolta che si attua agli inizi del 2006, quando l’Associazione decide di concentrare la propria attività su un progetto mirato ai bambini oncologici del territorio ferrarese. La raccolta fondi è infatti finalizzata a potenziare le risorse con figure professionali, quali uno Psico-Oncologo ed un Pediatra Oncologo che, in collaborazione con la Struttura Dipartimentale di Oncoematologia Pediatrica e Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Arcispedale

è valso sempre più di mille parole. Così come il suo unico e personale modo di essere presente affettivamente con i gesti, con un sorriso e con i suoi occhioni azzurri. Giulia ha sempre trovato il modo di far sentire forte la sua presenza e di segnare indelebilmente il cuore di chi ha incrociato, seppur solo per un attimo, la sua vita. Ci sono vite, come quella di Giulia, destinate ad essere vissute in salita: nel 2004 una patologia oncologica aggredisce il suo fisico. E Giulia insegna a chi le sta vicino come si affronta il dolore fisico che la chemioterapia provoca, Giulia insegna a chi le sta vicino come si possa dare, pur nel silenzio, un senso forte alla propria vita. Il 7 settembre 2005 Giulia è diventata un angelo.

NASCITA E PERCORSO. L’Associazione di Volontariato “GIULIA”

Onlus (oggi ODV) nasce il 21 mar-

S.Anna di Cona, siano in grado di accogliere e sostenere il piccolo paziente e la sua famiglia nel difficile cammino della malattia in senso globale. Tale attività è già operativa presso: Struttura Dipartimentale di Oncoematologia Pediatrica e Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Arcispedale S.Anna di Cona a sostegno dei bambini affetti da patologie oncologiche nel percorso della malattia e dei trattamenti medici ed inoltre a sostegno dei familiari dei piccoli malati.

Le sedi ospedaliere dell’Azienda AUSL di Ferrara a Cento, Lagosanto e Argenta a sostegno dei bambini sani costretti ad affrontare la malattia o la perdita di un genitore, o familiare, malato di tumore.

Nel 2009 è nata l’Associazione Giulia Ricerca che, in stretta collaborazione con le strutture sanitarie ed universitarie, ha lo scopo di sostenere progetti di ricerca e formazione diretti a medici, infermieri e psicologi in oncologia e psico-oncologia pediatrica.

17 Camminiamo Insieme sociopolitica

FUORI LO STRANIERO. E SE INVECE FOSSE DENTRO DI NOI?

Dopo il terremoto di dieci anni fa, la pandemia del 2020. E ora la guerra. Non ci facciamo mancare niente. Molto spesso, forse troppe volte, ci dimentichiamo di tutto questo. Ed invece, se ci fermiamo un attimo a ragionare, scopriamo che è proprio in momenti di particolare difficoltà come questi, di crisi accentuata, che sentiamo una necessità recondita a rafforzare il nostro confine interiore per sentirci più sicuri. E dal rafforzare il confine interiore a voler rafforzare quello esteriore, il passo è breve. Naturale. Sempre più spesso in questi ultimi tempi si sente parlare di protezionismo. Che sia economico o militare, poco importa. Anche chi, sposando a volte finti ideali di libertà, si sente pronto a contrastare questi avventurieri della parola urlata, si scopre disarmato. O quantomeno più accondiscendente. La concorrenza e la paura di essere invasi si fa sempre più forte. Dagli allo straniero! Questo non vuol dire far finta di non vedere i reali problemi di integrazione che l’arrivo indiscriminato di stranieri porta con sé. Al riguardo mi ha fatto riflettere quanto ha detto poco tempo fa il nostro cardinale Matteo, in riferimento alla sintonia che su questo argomento accomuna gli ultimi due Papi. “Benedetto XVI - sono le parole dell’arcivescovo Matteo - si interrogava sulla desertificazione spirituale e ricordava che nel deserto c’è ancora di più il desiderio dell’acqua. Era il suo invito a rimettersi in cammino, senza condannare o prendere le distanze per proteggere la nostra identità chiudendoci in luoghi protetti. Ratzinger ci sfidava a scendere in strada e Francesco ha iniziato a farci vivere questo invito, talora costringendoci. Perché a volte preferiamo le belle dichiarazioni, senza tradurle in fatti concreti”. E continuava l’arcivescovo dicendo che: “non servono tante scarpe per mettersi in cammino, occorre iniziare a farlo e basta. Papa Francesco, con senso evangelico, ci aiuta a metterci in viaggio. Alcuni pos-

sono essere disorientati da questo approccio, ma è un disorientamento sano che ci spinge a mettere al centro Cristo”. In questi momenti la nostra fede viene messa alla prova. Magari vacilla. Ma ciò non deve scoraggiarci, quanto farci mettere in cammino con più audacia. Anche perché, come ci insegnano svariati decenni di psicoanalisi, quand’è che la vita si ammala? Quando resta attaccata a sé stessa, quando si cementifica, quando ognuno di noi pensa di poter bastare a se stesso. Sorprendente come il ragionamento psicologico e quello cristiano siano così in sintonia. Ecco perciò che il nostro confine che in molti vorrebbero invalicabile, diviene strumento di salvezza solamente quando diventa valico di frontiera per l’altro. A fasi alterne la politica si interroga sul problema. Non ho ancora capito se per cercare di affrontare seriamente l’argomento o per distoglierci da problemi ritenuti ancora più gravosi. E’ di questi giorni di metà aprile la polemica sollevata a causa di una frase pronunciata da un ministro del Governo italiano, sulla “sostituzione etnica”, che per molti studiosi è un mito hitleriano e mussoliniano. La difesa della purezza identitaria è sempre sostenuta da una fobia che non lascia posto allo straniero. Che volto ha questo straniero? Quale carta di identità possiede? La cosa sorprendente, se si parla e si ascolta introspettivamente chi parla in questi termini, si scopre che lo straniero che più li preoccupa è quello che vive dentro di loro. Lo straniero che più ci inquieta è quello che vive dentro di noi. Siamo stranieri a noi stessi. Se lo si riconosce, se ne prendiamo atto, allora sì che si può cominciare a ragionarci su. Nessuno vuole esaltare un meticciato senza radici che cancelli le differenze ma cercare di capire come integrare lo straniero, a cominciare da quello che è in noi.

TRANSIZIONE ECOLOGICA: DISQUISIZIONI

A parole la transizione energetica sembrerebbe essere un mero processo da attuarsi nella rigorosa ottica ecologica: ciò è senz’altro auspicabile. Se ci si accosta però ai fatti si comprende come la realtà evidenzi molte complicanze. In ambito europeo ogni Stato tende ad adattarsi agli standard di legge in modo più o meno accomodante, creando spesso frizioni fra gli Stati della stessa UE. È proprio di qualche settimana fa la diatriba, fra Italia e Germania, a riguardo dei carburanti sintetici e-fuel dei tedeschi e i biocarburanti degli italiani, per produrre quei propellenti che dovranno far funzionare i motori termici di cui noi e loro spesso siamo fabbricanti complementari. Quasi sempre i cittadini ritengono che fatti come questi siano il frutto di mera politica, mentre invece le risultanze di queste diatribe hanno ricadute notevoli su varie migliaia di posti di lavoro e ciò, in tempi brevi, poiché la scadenza di circolazione per i motori endotermici è stata fissata per il 2035. I contrasti e le disquisizioni sono tanti e di vario genere, tuttavia bisogna ricordare che i metodi per realizzare le forme di transizione energetica non sono mai del tutto ecologiche. Per meglio capire vediamo di confrontare le due idee sopra citate. Quella tedesca predilige i carburanti ecologici e-fuel che sono prodotti non derivanti dal petrolio ma si realizzano con processo sin-

tetico con il quale l’idrogeno h e l’anidride carbonica CO2 si combinano chimicamente. È un’idea costosa attualmente, in quanto l’idrogeno si ottiene solo per elettrolisi dell’acqua, quindi con un alto consumo di acqua dolce oltre a quello ingente di energia elettrica che dovrà a sua volta essere fornita da fonti di energia rinnovabili come quella solare, eolica, geotermica, idrica o quella delle maree. L’idea italiana propone, in alternativa, il biocarburante. Esso consegue dalle biomasse ovvero dagli scarti della materia organica generati dalle piante (frutteti, vigneti, giardini) e dagli animali (stallatico).

Pertanto le due tipicità del biocarburante sono legate all’industria agroalimentare e agli scarti di tutta la filiera. Ad essi vanno aggiunti la grande quantità di rifiuti organici urbani, gli sfalci agricoli, i residui vegetali degli argini di fiumi e canali. I biocarburanti sono detti anche carbon-neutral poiché l’anidride carbonica che sviluppano non è altro che quella della biomassa di partenza che era stata sottratta all’atmosfera e fissata nella materia organica dalle piante tramite la fotosintesi clorofilliana. Sicuramente l’opzione italiana è più naturale, più ecologica e meno costosa… ma è stata accantonata. Ciò nonostante i biocarburanti sono importanti in campo marittimo e in aviazione e la riprova sono gli ingenti investimenti che stanno sostenendo l’Eni e varie holding multiservizi.

Le politiche comunitarie non sempre soddisfano i desideri dei singoli Stati, in particolar modo ora con una guerra in atto alle porte dell’Europa. È tuttavia

auspicabile che la transizione energetica, nel compiere i suoi primi passi, non vada a destabilizzare quei labili equilibri che coinvolgono i rapporti fra Stati. In questi anni di inizio secolo, a livello mondiale, è in atto una corsa all’accaparramento delle materie prime come mai nei secoli passati. Ciò comporta notevoli disagi ai Paesi in via di sviluppo che ne sono detentori ma che mancano di tecnologie sofisticate per trasformarle. Tali disagi spesso si traducono in guerre locali e conseguenti migrazioni di varie popolazioni. Di tutto ciò sembra essersene consapevole Papa Francesco, non tanto perché ci ricorda che la terza guerra mondiale è in atto e si concretizza a puntate, ma soprattutto perché sembra essere l’unico “leader” a livello planetario a comprendere appieno le criticità e l’iniquità di questa attuale fase della storia. I cattolici, grazie all’intransigente azione del loro Pastore, mostrano ancora una volta il carattere universale della fede.

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MATERNITÀ SURROGATA: UN TEMA CHE CI INTERROGA

Ma i temi etici interrogano solo i cattolici? Potrebbe sembrare una domanda mal posta, ma è evidente a tutti come questi argomenti definiti “sensibili” scatenino una sorta di gioco delle parti in cui si affrontano due schieramenti: una parte che si crede più progressista, più proiettata verso il futuro, più aperta al nuovo e una parte considerata retrograda, reazionaria, arroccata su posizioni ostili ai tempi cambiati, in sintesi, la Chiesa. E come tutto questo diventi un teatrino stucchevole di dibattiti televisivi, articoli di giornali, interventi di illustri personaggi a smontare, per professione, competenze, esperienza vissuta o semplicemente perchè hanno una platea di ammiratori adoranti, le tesi proposte. E, per chi vi assiste, è uno spettacolo desolante, per la ricercata incomunicabilità delle diverse posizioni e

nagrafe, in base a una sentenza della Corte di Cassazione che prevede invece di registrare come genitore di una coppia omosessuale solo il padre biologico e non il partner (salvo che questo non decida di intraprendere il complicato iter dell’adozione, la stepchild adoption).

La complessità della situazione coinvolge non solo sensibilità e convincimenti personali ma interroga il legislatore su aspetti normativi e giuridici tanto più impellenti quanto più si è in presenza di un’evidenza da regolarizzare come quella sopra descritta. Non bisogna nascondere nè minimizzare il dolore delle coppie che non possono avere figli. Ma neppure che si sostenga che, in nome di una “presunta” libertà ed autodeterminazione, esista un “diritto” comunque ad avere un figlio; il grande equivoco risiede nell’aver confuso il “desiderio”, seppur legittimo e umano, con il “diritto” ad avere un figlio. E che tutto sia ammesso pur di perseguirlo.

l’aggressività dei toni. E’ quello che sta succedendo, da qualche mese a questa parte, con la maternità surrogata, volgarmente detta utero in affitto, altrimenti detta gestazione per altri (GPA). L’espressione “maternità surrogata” indica il ricorso da parte di una coppia (eterosessuale o omosessuale) a un “terzo”, in pratica al corpo di una donna che viene pagata per portare a termine una gravidanza di un nascituro generato in laboratorio con i gameti forniti da una coppia esterna alla coppia committente oppure con il seme o l’ovulo di uno dei due partner della coppia committente.

Il tema è “caldo” perché è in corso un aspro dibattito sul riconoscimento dei figli di coppie omosessuali nati da questa pratica, illegale in Italia ma lecita in altre parti d’Europa e del mondo. L’intervento del prefetto di Milano (dunque del Governo italiano) ha bloccato la trascrizione di figli di coppie omogenitoriali all’a-

La posizione della Chiesa è chiara: Papa Francesco l’ha definita una pratica «inumana» in cui «le donne, quasi sempre povere, sono sfruttate, e i bambini sono trattati come merce» (Discorso ai Membri della Federazione delle Associazioni Familiari Cattoliche in Europa, 10 giugno 2022).

Don Stefano Ottani, della Chiesa di Bologna: giuridicamente è un abuso e uno sfruttamento intollerabile della donna e ne viola la dignità umana. [... ]. Ogni Stato fondato sui diritti umani dovrebbe bandirla. Non dobbiamo nascondere che in gioco c’è molto di più: la società che si vuole costruire, il valore dell’esperienza umana, quale significato dare all’amore, il rapporto tra diritti e doveri.

E noi cristiani abbiamo tanto da dire e testimoniare: un contributo di vita ed esperienza che è per tutti, credenti e non.

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IL PARADOSSO DELLA RIFORMA DELLA POLITICA

AGRICOLA COMUNITARIA 2023/2027

Il primo gennaio 2023 è entrata in vigore la nuova Pac, che regolerà la distribuzione dei fondi comunitari all’agricoltura fino al 2027. La nuova Politica Agricola Comune, frutto di un lunghissimo negoziato tra Bruxelles, Regioni e Stati membri, introduce importanti novità nella distribuzione dei fondi. Novità che hanno diversi obiettivi, tra cui quello di promuovere un’agricoltura più sostenibile (Obiettivo generale 2: Ambiente e clima) ed equa (Obiettivo generale 1: reddito e competitività Green Deal (programma verde) e strategia for farm to fork (dal produttore al consumatore) sono alla base delle proposte politiche adottate. Obiettivi: garantire una produzione alimentare sostenibile attraverso la riduzione della CO2 nell’atmosfera, sviluppo energie rinnovabili, riduzione del 50% dell’uso di agrofarmaci, riduzione del 20% dell’uso dei fertilizzanti entro il 2030, sviluppo dell’agricoltura biologica con almeno il 25% della superficie agricola, riduzione del 50% degli antibiotici negli allevamenti, riduzione delle emissioni dovute ai letami ed ai liquami negli allevamenti. L’ambizione della Comunità Europea è quella di estendere queste misure anche al resto del mondo, garantendo prezzi accessibili e sicurezza degli approvvigionamenti alimentari, RIDUCENDO LA DEFORESTAZIONE in particolare. Purtroppo, con questa logica, i conti non tornano, ovvero è un dato di fatto che l’uso degli agrofarmaci (impropriamente chiamati pesticidi) è già stato notevolmente ridotto con notevoli problemi sulla protezione dai parassiti di molti raccolti e contestualmente l’uso dei fertilizzanti è già ridotto ed allineato con i migliori standard nell’ottica della distribuzione in base al fabbisogno delle coltivazioni e della fertilità residua del terreno. L’agricoltura biologica produce di meno, per molte colture tanto meno, a parità di superficie coltivata. Inoltre, tra le nuove normative (condizionalità) che saranno obbligatorie per accedere agli aiuti comunitari ci sarà una nuova misura che prevede, per le medio-grandi aziende non biologiche con seminativi, il ritiro del 4% delle superfici coltivate (set aside). Conseguenza inevitabile quindi di questa politica: la produzione agricola diminuirà, si calcola, tra il 7 ed il 12%. Le ovvie conseguenze di ciò saranno un aumento delle importazioni di cibo e la sicurezza dei nostri approvvigionamenti dipenderà sempre più dall’estero, con tutte le ripercussioni in termini di sicurezza alimentare… Di fatto l’Europa migliorerà la propria sostenibilità interna, ma esporterà altrove l’impatto ambientale risparmiato in casa! La conseguenza più evidente, che si è già manifestata negli ultimi 30 anni, è che a fronte di un aumento di foreste ed altri elementi naturali in Europa, oltre 11 milioni di ettari di foreste, per i tre quarti tropicali, sono state distrutte per produrre il nostro cibo! Se l’efficienza produttiva e gli

standard ambientali europei risultano più elevati che nei paesi emergenti dai quali poi importiamo, risulta evidente IL DANNO NETTO PER L’AMBIENTE GLOBALE. Ma non solo, i prezzi del cibo saliranno non solo per noi europei, ma per tutti, con conseguenze gravi soprattutto per i Paesi più poveri. Si stima che il numero delle persone che nel mondo non avranno abbastanza da mangiare aumenterà rispetto ad oggi di 22 milioni se le misure sopra citate saranno adottate solo dall’Europa e ben di 185 milioni nell’improbabile ipotesi di un’adozione globale! Quali considerazioni possiamo trarne? Gli agricoltori europei con questa politica così impostata perderanno competitività e quote di mercato e il dubbio legittimo che diventa attuale ed ineludibile è quello di capire se vogliamo sentirci bravi e virtuosi sulla carta, oppure se si vogliono risolvere i problemi veri ovvero le strategie proposte potrebbero funzionare solo se si darà maggiore credito alla scienza, al progresso tecnologico e meno alla politica. Come ci hanno insegnato l’emergenza climatica e la pandemia, se davvero si vogliono risolvere i problemi è necessario dare maggiore credito alla scienza. Nuove tecniche di miglioramento genetico come l’EDITING DEL GENOMA (tecniche per l’evoluzione assistita – TEA) possono rendere le piante più resistenti a parassiti e malattie, meno bisognose di fertilizzanti e più capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici, mantenendo ottime caratteristiche nutrizionali. Con queste nuove tecniche della genetica (già riconosciute NO OGM negli Stati Uniti ed in Cina) sarà possibile ottenere maggiore produzione, avere una grande sostenibilità ambientale, avere maggiore reddito per gli agricoltori e, obiettivo ancor più importante, CONTRASTARE MAGGIORMENTE LA FAME NEL MONDO. Papa Francesco, con l’Enciclica “Laudato Sì” del 2015, ha ampiamente scritto sull’importanza da parte di tutti di salvaguardare l’ambiente e tutte le risorse della Terra per contrastare gli effetti negativi dell’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali che sono alla base soprattutto dei cambiamenti climatici attuali. La transizione green della Politica Agricola Comunitaria ha sicuramente contribuito e continuerà a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità attraverso un elenco di pratiche agricole che porteranno benefici all’ambiente (condizionalità ed eco schemi), ma se davvero ricerca, innovazione e realizzazione di investimenti compreso l’uso di tecnologie digitali sono alla base della strategia della Riforma Comunitaria –PAC- non si potrà fare a meno di introdurre anche in Europa queste nuove tecniche di miglioramento genetico.

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TRIDUO PASQUALE: I GIOVANI AL SERVIZIO DELLA COMUNITÀ

Durante il triduo pasquale abbiamo proposto ai nostri ragazzi, delle medie e delle superiori, di fare dei servizi per responsabilizzarli sul fatto che, come loro ricevono sempre da parte degli adulti tanti servizi, anche loro potevano restituire quanto ricevuto a favore della comunità. A loro la scelta tra, la possibilità di decorare l’oratorio e renderlo ancora più bello di come già lo era, oppure aiutare per sgomberare da materiale inutile alcune sale della parrocchia oppure andare a trovare degli anziani e portare loro gli auguri pasquali da parte della nostra comunità parrocchiale; questi servizi erano poi coordinati dai ragazzi più grandi o da adulti. Un bel gruppo di ragazzi ha aderito alla nostra proposta e ci siamo ritrovati il Venerdì ed il Sabato Santo a dividerci in questi servizi. Personalmente ho

avuto la fortuna di accompagnare alcuni ragazzi della prima media a trovare gli anziani ed è stato piacevole ed emozionante vederli come interagivano con loro, rispondendo alle domande che ponevano loro, ascoltando pazientemente i loro consigli, partecipando in maniera composta al momento di preghiera durante la distribuzione dell’eucarestia all’anziano. I servizi che i ragazzi hanno fatto sono stati intervallati dal pranzo che abbiamo fatto tutti assieme e da momenti di gioco e di chiacchiere. Credo sia stata una grande esperienza di arricchimento assolutamente da riproporre. Elena

LITURGIA DEL GIOVEDÌ SANTO

La messa del Giovedì Santo è molto importante, non solo perché dà inizio al Triduo pasquale, ma soprattutto perché con essa si ricordano l’istituzione del sacramento dell’Eucarestia e del Sacerdozio; proprio per questo alla celebrazione sono stati invitati in particolar modo i bambini delle quattro parrocchie che, a maggio, riceveranno la prima comunione e i catechisti delle quattro parrocchie, ai quali come ai sacerdoti è affidato il compito di annunciare il Vangelo e di esserne testimoni nella vita.

La celebrazione ha raggiunto il culmine della sua espressività con la “Lavanda dei piedi”; a tutti i catechisti seduti sull’altare Don Paolo, ripetendo il gesto che Gesù fece ai suoi discepoli, ha lavato i piedi e questi a loro volta li hanno lavati ai bambini presenti. Questi gesti, che appa-

rentemente sembrano insignificanti e abitudinari, racchiudono invece un immenso valore, infatti ci ricordano che essere cristiani significa principalmente donarsi al prossimo, mettersi al servizio dell’altro, ma non solo di chi ci è simpatico, significa farsi carico di tutti coloro che incontriamo nel nostro cammino di vita, nel lavoro, in famiglia, nella parrocchia, ecc. condividendo pregi e difetti, come ha fatto Gesù, che ha sacrificato se stesso per far prevalere l’amore, il perdono sul male. Questa celebrazione liturgica inoltre è stata molto importante,

perché è stata organizzata da rappresentanti delle quattro parrocchie ed è stato molto bello vedere la partecipazione ai vari servizi (lettura della parola, offertorio, canto, ecc.) di genitori e persone di Palata, Bevilacqua, XII Morelli e Galeazza. Queste iniziative contribuiscono a farci comprendere che facciamo parte di una comunità più grande e soprattutto che la collaborazione parrocchiale e interparrocchiale è una grande risorsa, che permette di fare grandi cose, sentendo meno gravosi gli impegni e soprattutto favorendo e consolidando conoscenze, amicizie e collaborazioni.

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Angela

Camminiamo Insieme eventi

benedizione delle uova a Palata Pepoli domenica delle Palme a Bevilacqua

domenica delle Palme a Dodici Morelli

domenica delle Palme a Palata Pepoli

le quarant’ore delle nostre parrocchie

Via Crucis a Palata Pepoli

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LA CELEBRAZIONE DEL VENERDI’ SANTO DELLE 4P A XII MORELLI.

“Padre nelle tue mani affido il mio spirito”. Queste parole pronunciate da Gesù sulla croce testimoniano la riconciliazione di Dio con l’uomo e il suo immenso amore, manifestato dalla solidarietà per noi peccatori e dalla sofferenza “umana” che è arrivata sino alla morte perché noi possiamo credere alla vita! La celebrazione del venerdì santo costituisce un momento fondamentale della nostra vita cristiana: non si tratta di un segno di tristezza o di lutto ma della percezione della dignità di essere figli di Dio. Con questo spirito, le quattro comunità di Bevilacqua, Dodici Morelli, Galeazza e Palata Pepoli si sono unite nella celebrazione liturgica nella chiesa di Dodici Morelli che è iniziata con la preghiera silenziosa in cui il Sacerdote e i Ministranti avanzano e si prostrano davanti all’altare spoglio, a somiglianza di Gesù che accetta di “svuotare” se stesso per donarsi fino in fondo, invitandoci a fissare l’attenzione ed il cuore sulla croce. Successivamente è iniziata la liturgia della parola con la prima lettura dal profeta Isaia che profetizza la passione e morte e si rivela di estrema attualità ovvero, il giudicare e sentenziare sembra anche oggi l’attività preferita, poco importa se si ferisce a morte il cuore del fratello. La seconda lettura, dalla lettera agli Ebrei, ci ha messo in evidenza come Cristo, attraverso l’obbedienza al Padre, divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli

obbediscono ricevendo misericordia e grazia. La successiva lettura della Passione di Gesù dal Vangelo secondo Giovanni è stata effettuata con la partecipazione di 6 lettori, rappresentanti delle quattro comunità parrocchiali che hanno reso molto intensa ed emozionante la narrazione degli eventi che hanno portato alla crocifissione e morte di Gesù. La Preghiera Universale effettuata da lettori delle quattro parrocchie ha rappresentato l’assunzione delle intenzioni del mondo intero esprimendo la nostra appartenenza alla chiesa universale. Si tratta di una preghiera per tutti gli uomini, come Gesù ci ha insegnato attraverso la passione e morte per tutti, perché si compia il Regno di Dio, PER LA SALVEZZA DI TUTTI, anche di quelli che non lo riconoscono. La successiva Adorazione della Croce ha costituito il momento centrale di tutta la celebrazione, molto sentita e partecipata con il rito finale del bacio del Cristo. La croce coperta interamente dal velo è stata portata processionalmente dal fondo della chiesa all’altare, con la sosta in due tappe intermedie in cui la stessa croce è stata “svelata” parzialmente con la proclamazione della frase “Ecco il legno della croce, al quale fu appeso Cristo, salvatore del mondo, venite, adoriamo”. Terminata l’adorazione si è proceduto alla preparazione dell’altare per portare poi l’EUCARESTIA proveniente dall’altare della riposizione; con la comunione al Pane Eucaristico consacrato il giovedì santo è terminata la celebrazione. L’altare è stato nuovamente spogliato e su tutta la chiesa e sugli altari nudi, senza la presenza eucaristica, è sceso un profondo silenzio; senza il Signore la terra è muta e nessuno può restituirle la voce. IL SILENZIO che ha immerso la chiesa alla fine della celebrazione non ha costituito un segno di tristezza o di lutto, ma il segno della dignità di essere figli di Dio, che ci ama in modo ineguagliabile e noi tutti siamo usciti dalla chiesa con la percezione e la consapevolezza che al centro della nostra vita c’è il Cristo, ieri, oggi e sempre. Un grazie a tutti i presenti e un ringraziamento particolare a tutti coloro delle quattro comunità che hanno collaborato nella liturgia, accoliti, lettori, coro, ecc. Anna, Barbara, Roberta, Brunino, Giovanni e Maurizio

VEGLIA PASQUALE 4PARROCCHIE

La notte dell’8 Aprile a Bevilacqua abbiamo celebrato la Veglia Pasquale insieme alle altre tre parrocchie di Palata Pepoli, Galeazza e XII Morelli. È un rito che segna un momento di passaggio dal dolore alla gioia, dalla morte alla vita, dal buio alla luce. Durante l’omelia Don Paolo ha pronunciato una breve frase, quasi un inciso, che mi ha colpito molto, in cui sosteneva che ogni cristiano, anche se si è allontanato dalla Chiesa, è destinato prima o poi a ritornar-

vi, come attirato da un invisibile richiamo. Quindi, il tempo che trascorriamo lontani dalla parola di Dio è per noi come una lunga veglia, un periodo di sospensione che terminerà quando, per motivi a volte imperscrutabili, avremo ancora voglia di aprirci a Cristo. Tutto questo mi ha riportato alla memoria un passo di un’opera di Verga in cui l’autore paragona gli abitanti di un povero villaggio siciliano di fine ‘800, fortemente e visceralmente attaccati al loro paese, alle formiche: provate a

calpestare il loro formicaio, ad allontanarle dal loro cumulo di terra. Alla fine, anche se frastornate e dopo un primo momento di confusione e disperazione, le formiche ritorneranno al loro formicaio. Questo, credo e spero fortemente, è il senso della frase di Don Paolo: ci saranno avvenimenti e situazioni che ci allontaneranno per un periodo più o meno lungo dalla Chiesa, che prolungheranno la nostra “veglia”, ma, come le formiche, un giorno faremo ritorno al nostro formicaio.

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FESTIVAL PREMIO LETTERATURA RAGAZZI DI CENTO 3 – 6 MAGGIO

Stupenda la frase che Raffaella Cavicchi, presidente della Fondazione CR Cento, Elena Melloni coordinatrice del Premio e gli altri membri del comitato scientifico del Premio Letteratura Ragazzi hanno scelto da affiancare al Festival che, dal 3 al 6 maggio 2023, porterà Cento e i libri all’attenzione di tutta Italia e di una parte d’Europa. Nato nel 1978, compie quest’anno 44 anni e si conferma il primo, il più longevo e ininterrotto premio di letteratura dedicato ai ragazzi nel panorama italiano. Ebbe la grande fortuna di avere Gianni Rodari quale primo ed unico Presidente della Giuria Tecnica - dopo di lui non vi fu più nessun Presidente – e ha visto passare in Giuria grandi nomi del giornalismo, della pedagogia e della letteratura. Tra i vincitori ci sono state grandi firme della cultura come Roberto Piumini, Michelangelo Antonioni, Giuseppe Pedriali fino ad una sconosciuta J. K. Rowling, mamma di Harry Potter che vinse 25 anni fa con il romanzo fantasy più conosciuto e letto al mondo. La formula è democratica per definizione. A decretare il vincitore concorre infatti una Giuria Popolare formata da oltre 13.000 ragazzi, che premia il miglior libro della terna selezionata da una Giuria tecnica. Altra peculiarità è che le migliaia di libri consegnati alle scuole, sono acquistati e regalati. Grazie alla comparteci-

pazione degli insegnanti, vero motore del premio, si crea un volano del sapere unico nel suo genere. “Un’opportunità - come è stata definita dalla Presidente della Fondazione Raffaella Cavicchi - per quattro giorni la nostra città sarà capitale della letteratura per ragazzi. Arriveranno a Cento importanti ospiti del panorama nazionale della letteratura e non solo. Un’iniziativa culturale che abbraccia tutti, dai più piccoli alle persone adulte, perché i libri non hanno età.”. Passiamo a vedere l’elenco dei libri finalisti della 44ªedizione. Finalisti sezione scuola primaria: Bambini si diventa, di Angelo Petrosino, illustrazioni di Sara Not, Edizioni EL; L’incredibile notte di Billy Bologna di Nicola Cinquetti traduzione di Francesco Fagnani, Lapis edizioni; Le bambine di solito non salgono così in alto di Alice Butaud, traduzione di Silvia Turato, illustrazioni di Francois Ravard, La Nuova Frontiera. Finalisti sezione scuola secondaria di primo grado: La casa del contrabbandiere di Annet Huizing, traduzione di Anna Patrucco Becchi, La Nuova Frontiera junior; La rivincita dei matti di Pierdomenico Baccalario, Mondadori editore; Il vento del nord di Gary Paulsen, traduzione di Maurizio Bartocci Battello a vapore ed. Ad inaugurare il Festival due appuntamenti per piccoli e adulti: il primo, mercoledì 3 maggio ore 10 al Teatro Pandurera, lo spettacolo teatrale Il Teatro disegnato di GEK TESSARO “Il Circo delle Nuvole” per le classi della Scuola Primaria, nel pomeriggio alle ore 16.30, nel Salone di Rappresentanza di CREDEM incontro con UMBERTO GALIMBERTI “La lettura educa la mente e il sentimento” per genitori, insegnanti, educatori e a tutti coloro che sono interessati al tema (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Il resto del programma può essere consultato sul sito www.premioletteraturaragazzi. it Infine, Sabato 6 Maggio alle ore 11.00 nel Salone di Rappresentanza CREDEM, si svolgerà la Cerimonia di Premiazione della 44 ª edizione del Premio Letteratura Ragazzi di Cento. E che vinca il migliore!

BILIARDO – SPECIALITÀ BOCCETTE… AL CIRCOLO ARCI DI XII MORELLI

E così un altro anno si è concluso. Mi riferisco alla stagione biliardistica 2022-23 che, a dire il vero, è stata avara di soddisfazioni per il nostro circolo. Delle due squadre che abbiamo, quella che milita nel campionato di serie A2 è stata eliminata durante gli spareggi playoff per partecipare alla fase finale ad 8 squadre per contendersi il titolo di campione provinciale. L’altra compagine, la 5 giocatori, classificandosi all’ultimo posto del campionato, non ha disputato gli spareggi. Ovviamente dispiace. A parziale giustificazione, le tante assenze che nel corso della stagione hanno impedito ad entrambe le formazioni di schierare la squadra migliore. Il biliardo, come tutti gli sport di squadra, oltre all’abilità dei singoli

giocatori, si fonda sull’alchimia che si crea all’interno del gruppo. Evidentemente è mancato qualcosa. Sono certo i nostri giocatori si rifaranno il prossimo anno. Anzi, mi piacerebbe, e sono certo di interpretare anche il desiderio di chi frequenta il nostro circolo, che altre persone si avvicinassero al panno verde del biliardo. Sono gradite anche le donne!! Soprattutto loro. Purtroppo partecipano pochissimo e temo sia uno dei motivi per cui questo bellissimo sport, che richiede particolari abilità di precisione, viene un po’ snobbato dai giovani. Quello che però anche in questa stagione sportiva non è mai mancato, è stato il momento conviviale post partita. Che fossero le dieci di sera, le undici o mezzanotte, uno “spuntino” annaffiato da ottimo vino o birra, i nostri giocatori non se

lo sono mai negati. Come disse una trentina di anni fa un tifoso ferrarese al termine di una partita che la nostra squadra aveva giocato in trasferta: “Ragazit, an sì brisa di gran zugadur, ma mi di bavdur c’me ualtar, a no vist puc!!”. Avrà sicuramente esagerato, però ha reso l’idea. Vittorio

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“e nei tuoi piedi ancora non lo sai/ci sono tutti i passi che farai”

LA MESSA CRISMALE DA CUI SCATURISCE IL PROGRAMMA DI OGNI COMUNITÀ PARROCCHIALE

“E po i disan che an ghè brisa prit!!”. La considerazione sorge spontanea, vedendo il gran numero di preti e diaconi presenti alla Messa Crismale in Cattedrale a Bologna mercoledì 5 aprile. Poi ci ragioni, pensi che le parrocchie nella Diocesi sono 410 e capisci come mai si vada sempre più ad avere un paio di parroci e magari un paio di celebranti per ogni zona pastorale, che nel nostro caso raggruppa 14 parrocchie, formate da circa trentamila persone. E così dopo aver “risposto” alla prima domanda, un’altra subentra alla precedente. Perché messa crismale? In questa messa che è quasi epifania della Chiesa, il vescovo Matteo ha benedetto il sacro crisma e gli altri oli. L’olio, come l’aria, l’acqua, la luce, appartiene a quelle realtà elementari del cosmo che meglio esprimono i doni di Dio creatore, redentore e santificatore; è sostanza terapeutica, aromatica e conviviale: medica le ferite, profuma le membra, allieta la mensa. L’olio crismale si utilizza nel sacramento della confermazione e nella consacrazione dei vescovi e dei sacerdoti, delle chiese e degli altari. L’olio dei catecumeni è utilizzato nel sacramento del battesimo e l’olio degli infermi per l’unzione sacramentale di coloro che si trovano nella malattia. Vorrei infine soffermarmi su tre momenti dell’omelia del vescovo Matteo particolarmente belli e significativi. “Questa celebrazione –ha detto il cardinale - icona della comunione, ci fa contemplare la nostra Chiesa di Bologna, raccolta intorno al suo Signore e alla cattedra che presiede nella comunione, chiamandoci e legandoci gli uni agli altri. Non siamo soli”. Il secondo momento quando ha citato quanto diceva il patriarca Athenagoras, che era passato attraverso tante guerre. “Bisogna fare la guerra più dura che è la guerra contro noi stessi. È necessario giungere a disarmarci. Io ho combat-

tuto questa guerra per molti anni. È stato terribile. Molto terribile. Ma posso affermare che adesso sono disarmato. Non ho paura di niente e di nessuno; l’amore allontana la paura. Sono disarmato dal voler avere ragione, dal giustificarmi screditando gli altri. Non mi aggrappo assolutamente alle mie idee e ai miei progetti. Se mi si presentano proposte migliori o almeno buone le accetto senza alcun impedimento. Ho rinunciato a fare confronti. Ciò che è buono, vero, reale, per me è sempre il meglio. Quando non si possiede nulla non si ha paura di nulla”. Stupendo!! Credo che qui ci sia l’essenza della sequela a Cristo. Come ha detto il cardinale: “Essere cristiani pieni di simpatia immensa verso il prossimo ma non compiacenti verso il male”. Infine ha concluso dicendo che: “Noi siamo una famiglia, la famiglia di Dio, non un’associazione. Dobbiamo costruire comunità, architetture di comunione e di ministeri, non bricolage di esperienze o specchi a nostra immagine e somiglianza, ma legami affettivi e umani su cui “tutti” possano contare”. Ogni comunità sia capace di rendere “Fratelli tutti” un mondo diviso e individualista.

LEDA, ROBERTO E UN TEAM DI VOLONTARI PER LA RICERCA SUL CANCRO

Come ormai da tradizione più che ventennale, anche quest’anno il 25 Aprile a Dodici Morelli si è festeggiata la ricerca: quasi 300 persone hanno partecipato al pranzo di beneficenza per raccogliere fondi a favore di AIRC. “Un grazie particolare, come sempre, oltre ai tantissimi che hanno partecipato al pranzo per finanziare la ricerca, va al team di volontari che

in questi giorni ha cominciato a preparare e ad allestire la sala parrocchiale per il pranzo. Questa mattina hanno iniziato a cuocere addirittura alle 4. E, non domi, non si sono fermati fino a sera per sistemare il tutto, in quanto in parrocchia il giorno dopo ci sono altre attività non meno importanti. Grazie di cuore a tutti”. Anche Roberto, il marito che la accompagna e dirige il settore cucina, è quasi commosso per le numerose presenze. “Alzarmi alle 4 - ha detto - per chi come me ama stare a letto anche fino alle 9 non è semplice. Per la ricerca però, questo e altro”. Il contributo che tutti insieme siamo riusciti a dare alla ricerca è stato sorprendente, come hanno sottolineato anche Elisabetta Palazzo e Marica Quadri, le due ricercatrici AIRC presenti al pranzo e il Sindaco Accorsi, accompagnato da alcuni componenti del Consiglio comunale.

25 Camminiamo Insieme
eventi
Silvia Tassinari

Camminiamo Insieme eventi

25 Aprile a Palata Pepoli con l’assessora

Emma Monfredini

Nuovo servizio di pastorale alle donne

dedica nuovo libro di Paolo Cugini

26

25 APRILE: W LA LIBERTA’

“Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza”. Con queste belle parole del profeta Isaia, l’accolito Brunino ha cominciato il momento di preghiera seguito dalla benedizione, che come comunità cattolica, abbiamo riservato ai nostri caduti della IIª Guerra Mondiale. Fra le tante persone presenti, Matteo Malaguti, Presidente della Consulta, assieme ad altri consultori e al Consigliere comunale Vittorio Prendin. Prima dell’accolito, ha preso la parola l’assessore Pedaci, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale. Ha letto il testo che il Sindaco Edoardo Accorsi ha pensato per l’occasione. Un testo particolarmente toccante. “Perché è attraverso le differenze che diventiamo migliori e ci arricchiamo culturalmente e socialmente” ha scritto il nostro Sindaco. Precedentemente aveva sottolineato infatti come non “esiste un modo di pensare o di vivere unico e chi è al potere può solo cercare di imporlo con la forza e attraverso leggi che criminalizzano chi non si sia allineato”. E ha poi citato al riguardo i tanti Paesi, Iran, Russia, Cina dove governano tirannie

e dittature. Ha però concluso con un messaggio di speranza dicendo che: “è proprio dalle storie della Resistenza… che ha portato l’Italia a liberarsi dal nazismo e dal fasciamo che traiamo ragioni di speranza per il presente e il futuro”. Parole che non possono che essere condivise, da chi sa che per superare il disagio che emerge fra “progetto e realtà”, siamo invitati a guardare Cristo che sulla croce ha stabilito un patto universale di riconciliazione e di pace. In Lui si aprono nuovi orizzonti di solidarietà nella giustizia e nell’amore.

LE VIE RACCONTANO VITE

Via Calanca, a Palata Pepoli, per molti è semplicemente la via che accosta la chiesa così come Stenio Guerzoni quella che conduce al castello. Se, per la seconda, può sorgere il dubbio che sia intitolata a un personaggio, anche se il nome desueto qualche dubbio lo fa sorgere, per la prima si possono azzardare varie ipotesi, tra le quali, per assonanza, una “storpiatura” o volgarizzazione del termine calanco. E invece quelle vie raccontano vite che sono particolari ma che diventano generali perché è la storia del nostro Paese, di quanti anche da realtà, piccole come le nostre, hanno combattuto per rendere liberi tutti, quelli di allora come quelli di oggi. Erano giovani, non istruiti, coloni che hanno scelto da che parte stare, appunto partigiani.

Giuseppe Calanca, da Ermelindo e Maria Luigia Cesari; nato il 19 marzo 1922 a Crevalcore; ivi residente nel 1943. Colono.

Militò nella brigata Omero a Ferrara. Cadde in combattimento il 9 luglio 1944 a Renazzo di Cento (FE). Riconosciuto partigiano. E’ ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno

Stenio Guerzoni, da Angelo ed Evelina Fiorini; nato il 20 settembre 1925 a Crevalcore; ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Colono.

Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Bolero Garibaldi e operò a San Giovanni in Persiceto. Venne fucilato il 3 novembre 1944 a Tizzano (PR).

Riconosciuto partigiano dal 15 settembre 1944 al 3 novembre 1944. E’ ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno. Schede da Storia e Memoria di Bologna

27 Camminiamo Insieme
Massimiliano Borghi
eventi

SANTA MARIA, MADRE DI DIO E MADRE NOSTRA, PREGA PER NOI FIGLI TUOI, OGGI E TUTTI I GIORNI DELLA NOSTRA VITA. AMEN.

Maria ti devo raccontare che cosa è successo in questi secoli, non voglio che sia tu a dirmelo, magari cercherò di leggere sul tuo volto se anche tu hai avuto questa impressione oppure no, magari mi sto facendo dei viaggi ma qualcosa non mi torna e adesso sono stanco di pensare che hanno ragione gli altri. E poi questi altri chi sono? I preti, i vescovi, quel veggente, quell’altro; dicessero tutti la stessa cosa potrei anche mettermi tranquillo ma il pensiero e l’immagine su di te nei secoli è cambiata e dopo tutti questi cambiamenti non sappiamo bene se ti abbiamo fatto un buon servizio oppure se con queste continue plastiche facciali ti abbiamo abbruttita. Tornerai ad essere bella e attraente come dice il Cantico “Chi è costei che sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole”? Come faremo senza la garanzia di una ennesima plastica facciale che copra le storture che di statua in statua abbiamo prodotto? Certo, tanti tentativi erano saggi, le intenzioni quasi tutte buone ma poi non sono bastate e il mercato del religioso è una macchina che tira sempre; e su di te, questo business, non conosce rivali. Perchè dobbiamo rivolgerci a te? Perché sei la madre di Dio? Ma se io non ti sento tale cosa me ne faccio? Dovrei crederlo perché mi hanno detto che tu sei madre anche mia? Ma se io non ho mai sentito un tuo abbraccio su di me come posso riconoscerlo?

Qualcuno mi risponde che dovrei crederci; ma questa fede dove credere significa immaginarmi e convincermi che una cosa sia vera quando non è passata anche dai sensi e dal cuore ma solo dalla ragione mi sa tanto dell’amico immaginario, utile per i bambini che fanno

fatica a dormire, ma con te vorrei qualcosa di diverso. Qualcuno mi suggerisce di recitare il rosario perché nel tempo qualcosa si sente, e ci fa sentire più vicini a te; ma quando io parlo con una persona ho bisogno di sapere con chi sto parlando, chi è, cosa fa, devo poter fare domande e cercare di capire e sentire, vedere e toccare la vita in un qualche modo.

Questi che dicono tante preghiere, alla fine della loro recitazione ho l’impressione che siano contenti perchè hanno fatto la loro pratica, perché possono mettere una crocetta sull’impegno che si erano presi, o perchè hanno fatto qualcosa, ma di te fatico a riconoscere le tracce; non riesco a vederti dietro le loro parole, a volte ho l’impressione che si sforzino per stare attenti a quello che dicono, lo vedo dalla faccia che si contrae come a cercare di cacciare quei pensieri che inevitabilmente arrivano quando si ripetono parole a memoria. Sottovoce ti dico che secondo me tu preferiresti ascoltare quei pensieri che loro cacciano via come fossero distrazioni mentre invece è la loro vita e, se tu sei una madre, penso che questa ti interessi di più delle loro parole, che dicono cose, quelle che tu sai già e meglio di loro. Ti guardo e ho l’impressione che tu non sei irritata dal mio modo di sentire, o forse, è una mia segreta speranza. Il seguito mio l’ho provato a scrivere, ma è più interessante che ciascuno provi il suo: così facendo, ascoltando i nostri desideri su di te potremo ritrovarti più bella, sorella e madre.

28 Camminiamo Insieme parole che nutrono

CHE SIANO “UNO”

Dopo la Domenica di Risurrezione ci ritroviamo con voi per condividere un’esperienza vissuta insieme ai ragazzi pre-adolescenti qualche settimana fa. L’incontro mensile prevedeva una testimonianza di un nostro amico che avrebbe raccontato loro la sua esperienza di fede. Premettiamo che i ragazzini non avevano mai visto questa persona. Interessante l’incipit di Gianpaolo nel presentarsi ai ragazzi: “In questa ora io vi presenterò il modo in cui ho conosciuto il Signore; dirò cose molto personali che, sono sicuro, mi faranno commuovere. Io vi chiedo solo di ascoltarle ed accoglierle in silenzio, come segno di rispetto nei miei confronti.” Ci è piaciuta moltissimo questa premessa; sì, perché non è assolutamente scontato che una confidenza fatta a ragazzini che nemmeno conosci, sia accolta con rispetto e trattata come tale. In più, aggiungiamo noi, non è nemmeno scontato che dei ragazzini di 12 anni siano rispettosi verso un adulto che sta raccontando “cose sue”. Eppure, ancora una volta, questi sette giovani ci hanno stupite. Gianpaolo ha parlato per ben quaranta minuti, interrotto solo da qualche loro domanda molto pertinente e da qualche espressione di stupore. Mai una parola che desse un segno di maleducazione, ma solamente silenzio rispettoso e attento. Successivamente abbiamo provato a “smuovere le acque” chiedendo a loro di scrivere

su post-it alcune considerazioni o domande da rivolgere al nostro ospite. Ci piacerebbe riportarvene alcune, senza riferire i loro nomi: “A me ha colpito quando hai detto che le frasi del Vangelo, se vissute, non sono storielle, ma cose vere che ti cambiano dentro”, “Mi ha colpito molto il tuo modo di raccontare a persone come noi che non conoscono la tua storia, a parer mio molto emozionante e coinvolgente e che può spingere ragazzi come noi a fare altrettanto”. “A me ha colpito quando hai detto: «Lo faccio per Dio» e hai fatto l’esempio dello sparecchiare la tavola: anche azioni piccole possono diventare belle per Dio”. Anche questa volta è stato sconfitto lo stereotipo del ragazzino indifferente, che non ascolta l’adulto e che non sa interiorizzare gli insegnamenti di vita. Forse, se non fossero i ragazzi che conosciamo personalmente, saremmo sicuramente cadute nella trappola dello stesso preconcetto. Questa attività ci fa pensare che è stato seminato un seme in un terreno fertile ed accogliente e di certo vedremo frutti abbondanti ed eloquenti nella loro vita e di conseguenza anche nella nostra.

29 Camminiamo Insieme oltre
l’ascolto
Cecilia e Giorgia – Oltre l’Ascolto

APPUNTAMENTI DIOCESANI

Sabato 11 marzo, in occasione della partita di calcio Bologna-Lazio di Serie A allo stadio Renato Dall’Ara del capoluogo emiliano, l’arcivescovo ha accompagnato alcuni disabili nell’area a loro dedicata nel settore distinti e si è soffermato poi a salutare i loro accompagnatori.

Il cardinale Zuppi è stato così «Volontario Per Un Giorno» nell’ambito dell’iniziativa ideata da «Io sto con… Onlus» di «Bologna For Community».

RAMADAN: prima parte del messaggio che il cardinale Zuppi ha scritto in occasione dell’inizio del mese di Ramadan per i credenti dell’Islam.

“Fratelli e sorelle credenti dell’Islam, al-salam alaykum! Come ogni anno desidero raggiungervi con il mio saluto e i miei auguri all’inizio del mese di Ramadan, mese di digiuno, di penitenza e di ritorno all’unico Dio, clemente e misericordioso. Noi cristiani abbiamo già percorso un buon tratto della Quaresima, tempo sacro dell’anno che ha molte somiglianze con il vostro, e attendiamo di celebrare la Pasqua…”

Domenica 19 marzo l’arcivescovo Zuppi si è collegato in diretta tramite il canale YouTube 12 porte con tutte le parrocchie della diocesi per incontrare i bambini che si preparano alla Prima Comunione e i loro genitori, che hanno partecipato a gruppi di riflessione mentre i bambini svolgevano attività a tema.

L’arcivescovo ha detto durante l’evento: “Credo che la Prima Comunione ci aiuti a capire anche il nostro essere comunione, il pensarci insieme; la casa non dipende soltanto dal don, o da coloro che la animano, ma dipende da tutti quanti noi.”

Lunedì 27 scorso il cardinale Matteo Zuppi ha incontrato le studentesse e gli studenti fuorisede che vivono nella Residenza universitaria di San Sigismondo per trascorrere con loro una serata all’insegna del dialogo e rispondere ai loro dubbi e alle loro domande.

Sabato Santo 8 aprile alle 10,30 in Cattedrale celebrazione “Ora della Madre”, organizzata dalla comunità dell’Ordine dei Servi di Maria. I canti sono eseguiti dal Coro della Cappella musicale arcivescovile di Santa Maria dei Servi. Presiede l’arcivescovo Matteo Zuppi.

In occasione della Pasqua ebraica, il cardinale Zuppi ha inviato un messaggio di auguri alla comunità ebraica di Bologna. “È arrivata la Festa di Pesach e voglio farvi i migliori auguri per questo tempo di gioia nella quale si fa memoria della liberazione dalla schiavitù. Pesach ci ricorda l’uscita dall’Egitto, il dono delle Dieci Parole e il viaggio verso la Terra Promessa.”

Nel Venerdì santo, giorno in cui la Chiesa ricorda e celebra la morte del Signore, due le celebrazioni presiedute dal cardinale Zuppi. La prima nel pomeriggio in Cattedrale con il Rito della Passione e la seconda la Via Crucis cittadina lungo via dell’Osservanza. Eugenio

30 Camminiamo Insieme notizie dalla diocesi

al vicario

IL BENE GENERATIVO

La sfiducia globale in cui molti vivono, o amano farlo, porta a rendere incapaci di vedere il Bene anche quando palesemente bussa alla nostra porta. Il tarlo della sfiducia, infatti, si mangia lentamente la possibilità di vedere il Bene e riempie quei vuoti con il dubbio. Se qualcuno compie un gesto di gentilezza o una buona azione, è possibile che la prima reazione sia chiedersi “come mai” piuttosto che ringraziare e godere di quel Bene inaspettato. E’ forse per questo che è più facile, intrufolandosi nelle chiacchiere spicce di tutti, accorgerci che è più facile sentire, commentare o giudicare l’altro piuttosto che ammirarlo e lodarlo. Del resto la sfiducia globale si tiene in piedi con il pregiudizio ed il giudizio semplice. Il che, per altro, produce una pletora di sapienti dell’ultima ora, di esperti del tutto, di conoscitori integerrimi del Bene e di un popolo che sa sempre qual è la cosa giusta per gli altri ma è incapace di scorgerla per sé stesso. Il popolo dei sapienti o degli sfiduciati, se si regge in piedi il ragionamento, è lo stesso popolo che si erge in più di una circostanza a parlare e a difendere una questione che, almeno per loro, c’entra in maniera addirittura inderogabile con il Bene. Quante volte tra le nostre strade, di piccoli paesi, è facile sentire affiancare ad ogni idea o ad ogni iniziativa, che questo è per il Bene del paese o per il Bene di tutti! Il che potrebbe avere anche un principio non distante dal vero ma che tende a svanire quando si incarna nella realtà. Se il Bene del paese è ristretto a pochi, se il vantaggio ricade su pochi, se il frutto è lasciare le cose così come sono, fuori dalla parentesi dell’evento, se alla fine tutto ruota attorno ai soliti, se in virtù di quel fine tutto è lecito e tutto si deve piegare, sottomettere, essere usato da quel fine, è lecito porre il dubbio sul principio del Bene.

Il Bene per sua natura è costante, è efficace fino al punto di generare sempre un cambiamento, è capace, seppur lentamente di essere di tutti: non usa nessuno, non esclude nessuno, rende protagonisti molti.

Anche le Parrocchie si trovano spesso a ragionare

sul Bene, anche nei piccoli paesi come i nostri. E in questa ricerca del Bene devono essere protagonisti. Ma l’esperienza del Bene che la Parrocchia ha e che si chiama Gesù e che nella Pasqua si manifesta come gratuito, universale e per tutti, impone sempre di dare il giusto peso a quello che invece viene posto come il Bene necessario. In altri termini: essere Parrocchia significa senza dubbio avere a che fare con il Bene ma anche avere l’umiltà di capire, vivere e dire che non tutto ciò che si fa è il Bene. Per questo anche il “no” detto a qualche proposta è orientato al Bene vero e non allo scontro. Ma lo “scontro” è inevitabile finchè la sfiducia globale ci illude di essere così sapienti di aver capito solo noi il Senso del Bene.

31 Camminiamo Insieme la parola

PALATA PEPOLI: “IL MONUMENTO AI CADUTI”

Dopo poco tempo che il canonico Cavazzuti era parroco a Palata si mise mano a quel lembo di terra all’incrocio tra via Provanone e via Calanca di proprietà della parrocchia. Nel 1963/1964 in quell’appezzamento di terra, da molti anni abbandonato e pieno di sterpaglie, si iniziarono i lavori per la realizzazione di un giardinetto con al centro il monumento ai nostri paesani caduti in tutte le guerre. Il monumento fu costruito dalla Cooperativa Muratori di Palata, una costruzione semplice ma molto significativa. Alla realizzazione contribuì anche il Comune di Crevalcore. Dalla sua costruzione, tutti gli anni il 4 Novembre, ricorrenza dei Caduti di tutte le guerre, l’Amministrazione comunale per mezzo dei suoi funzionari e alla presenza del parroco e dei paesani, depone una corona ai piedi del monumento, tenendo un discorso commemorativo. Terminata la commemorazione civile, il parroco dopo le preghiere di rito, impone la santa benedizione al monumento e a tutti i presenti, poi in processione si entra in chiesa per la Santa Messa.

Il monumento ai Caduti fu inaugurato da mons. Enelio Franzoni reduce della guerra in Russia, decorato con la medaglia d’oro per meriti di guerra.

La realizzazione del monumento ai Caduti fu un grande evento per Palata: ci ha dato la possibilità di riflettere sulla brutalità delle guerre e di ricordare i nostri fratelli che diedero la vita per la nostra libertà e per il nostro benessere (purtroppo dimenticato da molte persone).

32 Camminiamo Insieme
Palata 1961. Come era il terreno prima del monumento Palata 1964. Inaugurazione del monumento ai caduti, da sx: Alberto Nannetti, Alberto Lodi, Agostino Borsari, mons. Enelio Franzoni (medaglia d’oro al valor militare), il nostro parroco Palata 1964. Inaugurazione del monumento. Da sx: Agostino Borsari, Mons. Franzoni, il can. Cavazzuti e Woldo Nannetti. Dietro da sx: il rag. Mario Malaguti, il dott. Tonino Tibaldi, Giuseppe Breveglieri. A dx: ni, Federica Gelmetti, il dott. Pietro Gelmetti, Silvio Sitta (sotto alla bandiera). Palata 1964. Benedizione del monumento da parte della medaglia d’oro mons. Franzoni e il can. Giuseppe Cavazzuti Palata 1964. Il giardinetto e il monumento poco tempo prima di essere inaugurato
la nostra storia
Tratto dal libro “Palata nella Storia II” DI Daniele Gallerani (finito di stampare Dicembre 2021)

PILLOLE DI STORIA DI XII MORELLI

Continuando l’analisi dell’archivio dei Bollettini parrocchiali ho trovato un interessante articolo nel numero di dicembre 1968: Don Giacinto Benea traccia le date e gli episodi salienti relativi alla nostra Parrocchia; di seguito un estratto dell’articolo. All’inizio del 1800 i morellesi edificarono una chiesetta ai limiti del territorio della Partecipanza di Pieve di Cento ed una canonica ai limiti della Partecipanza di Cento (ndr per definire l’area di costruzione della chiesa i morellesi delle due Partecipanze litigarono non poco: la contesa diede origine al soprannome del paese “Tiramolla”). Con le loro offerte i cittadini si impegnarono a provvedere alla manutenzione della chiesa ed al mantenimento di un cappellano di nomina del parroco di Renazzo (il nostro territorio faceva parte della parrocchia di Renazzo).

Ad inizio ‘900 iniziarono le richieste e le azioni per la costituzione di una Parrocchia di XII Morelli distinta da Renazzo.

Nel 1933 XII Morelli fu staccata da Renazzo ed aggregata alla parrocchia di Galeazza.

Nel 1941, dopo che don Giuseppe Contri (in quel momento cappellano per la nostra chiesa) ed i morellesi avevano messo a disposizione la somma di lire 30.000 come dote, il cardinale Nasalli Rocca eresse la Parrocchia di XII Morelli nominando don Contri primo parroco.

Nel 1950 il nuovo parroco don Marino Capra ini-

ziò la costruzione di un Asilo infantile grazie soprattutto alla donazione di Leonida Benea; il terreno, inizialmente della Partecipanza di Pieve, fu acquistato nel 1953. Il 12 febbraio 1953 l’Asilo fu inaugurato dal Cardinale Lercaro.

Nello stesso 1953 fu inaugurato il campo sportivo parrocchiale; dapprima il terreno era della Partecipanza poi fu acquistato nel 1958.

Il 12 settembre 1954 vi fu la solenne posa della prima pietra del Ricreatorio Parrocchiale cioè della struttura nella quale, nel corso degli anni successivi, trovarono posto il cinema, il bar, l’oratorio e successivamente la canonica.

Nel 1955 si iniziarono le pratiche per Cimitero di XII Morelli; il primo finanziamento fu concesso nel settembre del 1956 e si arrivò alla sua inaugurazione il 30 settembre del 1957.

Alla fine del 1962 si iniziò a parlare della Chiesa nuova: ma a questo argomento riservo un articolo a sè stante nel prossimo numero di Camminiamo Insieme

33 Camminiamo Insieme la nostra storia
Claudio Malaguti
settembre del 1956 e si arrivò alla sua inaugurazione il 30 settembre del 1957. Alla fine
u
del 1962 si iniziò a parlare della Chiesa nuova: ma a questo argomento riservo

ANELLO DELLE TRE EX FERROVIE

Inserito nel territorio compreso fra i Comuni di Cento, Finale Emilia, San Felice sul Panaro e Crevalcore

E’ risaputo da tutti che il nostro territorio era attraversato da varie linee ferroviarie che collegavano paesi e città con i Capoluoghi di Provincia (Ferrara, Bologna e Modena) ed oltre. Parliamo della fine dell’800 ed i primi 50 anni del ‘900. E Cento era molto ben collegata con Ferrara e Modena (era presente anche una deviazione verso San Giovanni in Persiceto). Poi tutto è finito intorno agli anni 1950-1955 quando la ferrovia è stata considerata obsoleta e si è pensato di sostituire le ferrovie secondarie con Linee per Autobus, considerate più remunerative e capillari. Per questo i tracciati delle linee ferroviarie, evidentemente ancora presenti in molti tratti con il loro sedime caratterizzato da un fondo molto resistente e sicuro sul quale in passato erano adagiati i binari, erano e sono tuttora presenti ed utilizzabili. Per quanto riguarda il territorio centese il sedime ferroviario è presente per un tratto della lunghezza di circa 2 km e mezzo fino alla rotonda di via Alberelli, mentre da quel punto in poi è stato del tutto eliminato per diventare un Canale (DERIVATORE C.E.R.), canale che si porta fino al Cavo Napoleonico nei pressi di Sant’Agostino, per poi riprendere il suo corso circa un km più avanti a livello del confine fra Sant’Agostino e San Carlo. Praticamente anche tutto il resto è scomparso, ricoperto da asfalto o inghiottito da case ed insediamenti industriali. Per cui il primo tratto del nostro itinerario parte dalla attuale Vecchia Stazione Ferroviaria in viale Jolanda (attualmente sede dei Vigili Urbani) e seguendo su via IV Novembre e via Augusto Fava, si trasforma in pista ciclabile che continua ben evidente fino alla Rotonda di via Ferrarese e poi costeggia via Nuova fino alla successiva Rotonda. Prendendo da qui via Alberelli e poi via Statale (è presente una pista ciclabile dentro Corporeno, che porta fino ad un semaforo), qui svoltiamo a dx su via Ramedello per poi raggiungere via Banche e poi l’abitato di Dosso (Terre del Reno). Da qui su via Prampolini raggiungiamo Molino Albergati e poi, attraverso via Maestra e via Lamborghini, perveniamo a Buonacompra. Da qui svoltiamo a sx su via Orologi e, superata via Finalese, prendiamo via Dogana ed a seguire Via Colombarina Imperiale. Giunti sulla via per Ferrara svoltiamo a sinistra e ci portiamo verso il ponte sul Panaro seguendo sempre la via per Ferrara, che superiamo. Scendiamo poi a sx su via dei Cappuccini ed in seguito, raggiunta via Cimitero, svoltiamo a sx e raggiungiamo via Fratelli Bonecatti e ci inseriamo verso

dx. Dopo circa 300 metri incontriamo in una curva verso dx la Ciclabile della Vecchia Ferrovia “MODENA-FINALE EMILIA” che noi seguiremo fino a San Felice sul Panaro. Una volta giunti alla fine della pista ciclabile alle porte di San Felice sul Panaro, prendiamo via della Repubblica ed all’incrocio con via Giro Frati, svoltiamo a sx fino a raggiungere via Mario Celso Ascari ed alla fine di questa via svoltiamo a dx per via Borgo, e da qui entriamo nella Ciclovia del Sole in direzione Camposanto. Seguiamo questa stupenda Ciclovia, superando il paese di Camposanto (VELOSTAZIONE) ed in seguito raggiungiamo la Vecchia Stazione di Bolognina, (area di sosta con fontana e possibile ricarica per e-bike). Per completare il nostro itinerario e tornare al punto di partenza, usciamo qui a Bolognina su via del Bottazzo e raggiungiamo Via Argini Nord che prenderemo verso sx. Svoltiamo poi dopo poco su Via Moriglia Prima fino a Sammartini. Qui svoltiamo a sx e, subito dopo, a dx su via Spalletti. Raggiunta via Signata svoltiamo a sx e, dopo poco, a dx su via Rangona, che ci porta in circa 2 km al Ponte di Guazzaloca. Da qui svoltiamo a sx su via Riga Bassa ed al suo termine incontriamo la via Riga che percorreremo verso Bevilacqua (possibilità di ristoro al Bar e negozi) per 80 metri e poi svoltiamo a dx su via Lunga. Alla sua fine svoltiamo a dx su via di Renazzo (Renazzo è una frazione di Cento molto ben servita) e poi, dopo poco, a sx su via Europa ed a seguire su via Italia. All’incrocio seguente su via Modena svoltiamo a sx per poi, dopo 300 metri, svoltare a sx su via Penzale fino a Via Giovannina. Giunti qui svoltiamo a sx in direzione Cento fino a giungere al luogo di partenza alla Stazione di Cento (l’ultimo tratto che collega Bevilacqua a Cento e Pieve di Cento è segnalato dopo un intervento del Comune di Cento su mia segnalazione: l’idea che ho avuto è che Cento e la Ciclovia del Sole dovessero essere ben collegati, per permettere ai ciclisti che scendono da nord di avere un aiuto nel dirigersi verso Cento. E direi che la cosa è ben riuscita!!)

Distanza circa 55 km.

Tempo di percorrenza 3 ore

Difficoltà: media

34 Camminiamo Insieme
cicloturismo culturale
Camminiamo Insieme avvisi

MESE DI MAGGIO 2023

Il mese di maggio nella cultura cristiana è il mese dedicato alla Madonna e viene sollecitata la recita del rosario.

PALATA PEPOLI

Martedì 2, 9, 16, 23 alle 18,30 in chiesa

Il venerdì alle 20,30 per il paese

5 maggio: via Mattei

12 maggio: via Melloni

19 maggio: chiesolino

26 maggio: villaggio

Mercoledì 31 maggio alle 20,30 Rosario al cimitero.

BEVILACQUA

Rosario nelle famiglie 1 o 2 volte a settimana. Alla domenica viene detto durante gli avvisi in quella settimana chi si rende disponibile ad ospitare persone per il Rosario.

Lunedì e sabato in chiesa alle 18,30.

DODICI MORELLI

Un rosario alla settimana itinerante nelle famiglie e un sabato pomeriggio da trascorrere con i ragazzi del catechismo, i genitori e le catechiste presso il convento delle suore a Galeazza.

GALEAZZA

Tutte le domeniche di maggio in chiesa alle 16 adorazione con vespri e rosario.

DOMENICA 28 MAGGIO ORE 16

CHIUSURA DEL MESE DI MAGGIO

DELLE 4 PARROCCHIE

ALLA MADONNINA DELLA VALLE

36 Camminiamo Insieme avvisi

EVENTI PROLOCO TIRAMOLA MAGGIO-GIUGNO

Dopo una breve pausa di pianificazione di nuovi eventi, la PROLOCO TIRAMOLA ritorna con la biciclettata del 1°MAGGIO.

Il ritrovo è previsto presso il BAR SOGNO alle ore 8,30 e partenza alle ore 9. Al rientro pranzo insieme nella piazza “LUIGI GOVONI” (tempo permettendo).

Il secondo appuntamento invece sarà domenica 14 MAGGIO con la “PORCHETTATA” che si terrà presso la sala polivalente G.ALBERGHINI. Si proseguirà poi il 9- 10-11 GIUGNO con tre serate in compagnia, nella piazza di Xll Morelli, durante le quali si esibiranno 3 gruppi che ci intratterranno con la loro musica. Come sempre, faremo del nostro meglio per offrirvi una bella esperienza. La PROLOCO TIRAMOLA vi aspetta.

37 Camminiamo Insieme avvisi

CONSIGLI PASTORALI DI MAGGIO 2023

I Consigli pastorali di maggio saranno gli ultimi della mia gestione pastorale. Per questo motivo, in vista anche dell’attesa del futuro amministratore, ho preparato dei consigli pastorali di transizione che dovranno gestire questo periodo di attesa. Ciò significa che i consigli pastorali di maggio saranno chiusi, cioè vi potranno partecipare solamente quelli che ho personalmente indicato. I Consigli Pastorali si svolgeranno alle ore 21 nei rispettivi oratori.

Ecco le date:

MERCOLEDÌ 17: Bevilacqua

MARTEDÌ 23: Palata Pepoli

MERCOLEDÌ 24: Dodici Morelli

38 Camminiamo Insieme
avvisi

GITA A VENEZIA

GIOVANI DELLE SUPERIORI DELLE 4 PARROCCHIE

DOMENICA 30 APRILE 2023

Obiettivo: trascorrere una giornata insieme con i giovani che saranno animatori di ER 2023

Partenza: 8,29 da san Pietro in Casale (arrivo alle 10,20)

Ritorno: 17,40 da Venezia arrivo 19,29 a San Pietro in Casale

Costo: 25 euro (solo il viaggio di andata e ritorno)

NB: La gita sarà realizzata se ci saranno almeno 15 giovani iscritti

39 Camminiamo Insieme avvisi

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