CHIESA IN USCITA: CONSIDERAZIONI
Sonogià dieci anni circa che ci stiamo interrogando sulla Chiesa in uscita, da quando cioè, Papa Francesco ne ha parlato nell’Evangeli Gaudium e non ci saltiamo fuori. Onestamente, sarebbe difficile pensare diversamente. Siamo troppo abituati alla pastorale fatta nelle pareti di casa, dove andiamo ad aprire la porta a chi bussa, lo facciamo sedere negli spazi preparati da noi, impostando il discorso nella modalità da noi scelta. Tutt’altra cosa quando dobbiamo pensare allo stile da mettere in atto quando proviamo ad aprire la porta per uscire ed abitare la strada. Ci accorgiamo subito che la gente non veste un colore – il nero – ma tanti colori, che sono quelli della vita quotidiana. Chi tenta di elaborare percorsi di evangelizzazione fuori dalla porta della Chiesa, dev’essere disposto a lasciarsi svestire, ad accettare il doloroso cammino dello smantellamento dei propri rivestimenti, che costituiscono la nostra identità religiosa. Se in casa siamo noi a dettare le regole, fuori dobbiamo imparare a gio-
care con le regole del contesto culturale in cui stiamo entrando. Non possiamo pensare di utilizzare lo stesso stile, lo stesso metodo di quando siamo a casa nostra. C’è un prezzo da pagare. La pastorale in uscita è mossa dall’intuizione che lo Spirito Santo non è imprigionato tra le nostre pareti ecclesiali: è libero e si muove dove vuole. Mentre noi ci
scervelliamo per capire come fare, Lui è già all’opera e ci sta aspettando. Non lo troveremo rivestito di cappucci o di medaglioni, ma rivestito delle forme della vita quotidiana. Non le troveremo nelle processioni da noi organizzate, ma tra i tavoli di un bar che ci invita a sederci per prendere un caffè, scambiando due chiacchiere con la gente.
Don PaoloFesta del Battesimo a Bevilacqua
La celebrazione Eucaristica di domenica 8 gennaio a Bevilacqua è stata veramente molto bella: vediamo perché.
In occasione della festa del Battesimo di Gesù, una famiglia proveniente dal Ghana e residente in zona ha chiesto di battezzare il figlio e inoltre si è pensato di invitare tutte le famiglie che hanno battezzato un figlio negli ultimi quattro anni. C’è stata una grande partecipazione con più di venti familiari del battezzando e 14 famiglie con i bambini, amici e conoscenti assieme alle persone della comunità solite nella frequentazione domenicale. Oltre al numero dei presenti si è vista una intensa partecipazione ai canti, alle letture, alle preghiere e alla comunione. A fine Messa al centro della chiesa sono stati messi alcuni tavoli con tanti buoni bocconcini per calmare il vuoto di stomaco generato dall’orario (ore12.30). Forse qualcuno dirà che si poteva andare a mangiare in un altro locale, più idoneo di una chiesa ma invece si
è scelto proprio di stare in chiesa per dare completezza alla festa; la mensa del Corpo del Signore si completa con la condivisione del pane in piena fraternità.
Sicuramente è stata un’occasione particolare ben riuscita che ci aiuta però a capire come dovrebbero essere sempre le nostre celebrazioni cioè momento di preghiera, gioia,
fraternità, condivisione; quando si sperimentano vie nuove è più facile trovare nuovi stimoli piuttosto che rimanere legati ai soliti schemi col rischio di cadere nell’abitudine che spegne ogni entusiasmo.
Eugenio C.Festa dei battesimi a XII Morelli
Sabato 7 gennaio durante la messa prefestiva, animata magistralmente dal coro giovanile Trinity Angels, si è fatta memoria del battesimo dei bambini battezzati negli ultimi due anni nella nostra parrocchia. Questo sacramento ha permesso loro di entrare a far parte della comunità di Dio.
Ringraziamo vivamente i genitori che hanno partecipato alla cerimonia.
Paolo TestoniFESTA DEL BATTESIMO
Sopra: i cresimandi di Palata
Pepoli Giulia e Nico.
A fianco: incontro genitori quinta elementare-presenta -
zione del progetto Madeleine
Delbrel
Ritiro spirituale prime medie
In questo percorso insieme a Don Paolo stiamo parlando di tutte le abitudini di Gesù come, per esempio, pregare con i salmi (Lorenzo Govoni).
CHIESA DI BOLOGNA
Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile
Ufficio Catechistico Diocesano
Bologna, 20 gennaio 2023
Ai Parroci
Ai Vicari parrocchiali
Ai Referenti per la catechesi
Oggetto: incontro dei cresimandi e loro genitori con l’Arcivescovo 2023
Il percorso dell’Iniziazione cristiana nella Chiesa di Bologna prevede per i ragazzi che si stanno preparando alla Cresima o che già vi si sono accostati in questo anno pastorale, l’incontro con l’Arcivescovo.
Con la presente desideriamo ricordarvi l’appuntamento previsto per le domeniche 5 e 12 marzo 2023, dalle
15:00 alle 17:00. Come avviene da anni, il doppio appuntamento è pensato per un migliore coinvolgimento e partecipazione sia dei ragazzi che dei genitori. Vi invitiamo pertanto a partecipare nelle domeniche indicate seguendo il vostro vicariato di appartenenza:
domenica 5 marzo 2023
Vicariati di:
Bologna Centro
Bologna Nord
Bologna Ovest
Bologna Sud-Est
S.Lazzaro-Castenaso
Budrio-Castel S. Pietro
Il pomeriggio si svolgerà con il seguente programma:
domenica 12 marzo 2023
Vicariati di: Galliera Cento
Persiceto-Castelfranco
Valli del Reno, Lavino, Samoggia
Valli del Setta, Savena, Sambro
Alta Valle del Reno
15:00 ritrovo dei ragazzi e catechisti in Cattedrale e ritrovo dei genitori in San Petronio
15:15 inizio animazione e gioco dei ragazzi in Cattedrale e inizio incontro dell’Arcivescovo con i genitori in San Petronio
16:15 arrivo dell’Arcivescovo e dei genitori in Cattedrale per l’incontro con i ragazzi
16:20 preghiera dei ragazzi e genitori insieme all’Arcivescovo
16:45 saluti e conclusioni
All’arrivo in Cattedrale un catechista dovrà recarsi al punto segreteria per confermare i dati dei partecipanti e ritirare i cartoncini per il gioco.
Vi chiediamo una preadesione attraverso il hiips://forms.gle/fspvinpokYDhWWjQ7 per tentare di velocizzare questo momento. Il numero dei partecipanti può essere aggiornato direttamente il giorno in cui venite in Cattedrale.
Un caro saluto.
don Cristian BagnaraIl cammino dei cresimandi – sono 18 nelle 4 parrocchie – ha vissuto momenti importanti nelle ultime settimane che desideriamo condividere con voi. Quello riportato qui sotto sono le riflessioni scritte nel lavoro di gruppo svolto durante l’incontro di sabato 21 gennaio.
Oggi, nella presentazione durante la messa i catechisti ci hanno chiamati per nome sull’altare, prima quelli di Bevilacqua, poi quelli di Palata Pepoli e infine quelli di Dodici Morelli. Don Paolo ci ha fatto delle domande per prepararci alla cresima e abbiamo capito che quando faremo la cresima apparteremo alla comunità cristiana.
RITIRO SPIRITUALE DOMENICA 15/01/23
Durante questo ritiro spirituale abbiamo parlato di diversi argomenti: il meteo di preghiera di Gesù e poi abbiamo provato a replicarlo. Poi siamo andati nella cappella delle suore e il Don ci ha letto un brano degli Atti degli Apostoli; ognuna ha scelto la frase che lo colpiva di più ,è stato proprio un bel pomeriggio.
ULTIME DAL BRASILE
Il giorno 8 di gennaio se per i cristiani cattolici del Brasile ha rappresentato la Manifestazione di Gesù al mondo, con l’arrivo dei Re Magi e la consegna gloriosa o solenne dei doni al vero Re, purtroppo per il popolo brasiliano (cristiani e non) è diventato un simbolo della manifestazione di molte persone legate ad una classe politica abituata ad usare comportamenti antidemocratici, anticostituzionali antirepubblicani. Dagli avvenimenti successi sono scaturite azioni concrete come la sospensione/allontanamento ed apertura di un’inchiesta contro il governatore di Brasilia Ibanes Rocha e l’arresto ed apertura di un’inchiesta contro l’ex ministro della giustizia e sicurezza pubblica e attuale segretario di sicurezza pubblica del Distretto di Brasilia, Anderson Torres.
Bolsonaro, che attualmente si trova ad Orlando nella Florida, è stato visto recentemente passeggiare in un supermercato, ha ricevuto i sostenitori brasiliani, è nella mira di vari deputati nordamericani che vogliono l’annullamento del visto diplomatico e l’espulsione dal territorio americano. Jair Messias Bolsonaro sarà investigato per gli attacchi golpisti! Il Procuratore Generale della Repubblica, Antonio Augusto
Brandão de Aras, su richiesta di 80 Pubblici Ministeri, ha emesso la richiesta di investigazione che è stata accettata dalla Corte Costituzionale (STF- Supremo Tribunal Federal). Questo significa che è stato aperto un fascicolo contro Bolsonaro di cui responsabile è il ministro Alessandro de Moraes del STF, notoriamente un acerrimo rivale del bolsonarismo e del proprio Bolsonaro che lo ha attaccato più volte duramente e fortemente nel corso del suo mandato presidenziale.
Quali crimini sono imputabili a Bolsonaro e quali conseguenze? Cerco di farne una sintesi anche se le situazioni si muovono molto rapidamente e possono entrare in scena nuovi elementi e nuove informazioni. Cito i più gravi:
1. Incitazione pubblica alla pratica criminale.
2. Possibile incentivo o coinvolgimento nelle proteste dell’8 gennaio.
3. Minacce al sistema giudiziario ed elettorale brasilano.
4. Abolizione violenta dello Stato democratico di diritto e colpo di Stato.
Per terminare questa prima parte è importante aggiungere che Bolsonaro già risponde alla Corte Costituzionale per quattro inchieste per crimini commessi nel corso delle sua presidenza ed esistono due azioni penali nelle quali Bolsonaro è accusato di incitazione allo stupro e ingiuria.
INCHIESTE
1. Diffusione di notizie false sul vaccino contro il Covid-19 (inchiesta nº. 4888)
2. Fake news e milizie digitali (inchiesta 4781)
3. Interferenza nella Polizia Federale (inchiesta 4831)
4. Fuga di dati riservati sull’attacco al TSE (inchiesta 4878)
AZIONI PENALI
Si tratta di crimini commessi prima che Bolsonaro fosse eletto presidente Incitamento allo stupro e all’abuso. Bolsonaro è accusato in due azioni penali per istigazione allo stupro e insulto contro la deputata federale Maria do Rosário (PT). Tali azioni sono sospese dal 2019 perché un articolo della Costituzione impedisce al Presidente della Repubblica, mentre è in carica, di essere ritenuto responsabile per atti estranei all’esercizio.
Quali le conseguenze per la Politica brasiliana e per la gente comune?
Gli avvenimenti accaduti domenica 8 gennaio sono gravissimi! Ha consenso comune tra i politici di professione che occupano le due Camere parlamentari ed il Governo Federale e tra gli organi massimi della Magistratura brasiliana (STF, TSE, PRG). Un simile attacco alle Istituzioni democratiche non ha precedenti nella vita repubblicana del Brasile. Senza voler ripercorrere tutta la storia politica di questo “continente” (il Brasile è grande 28 volte l’Italia) dalla proclamazione della Costituzione Federale del 1988 ad oggi mai si erano viste scene di questo tipo. Il ritrovamento pochi giorni fa di una bomba artigianale vicino ad un camion pieno di benzina messa lí da tre bolsonaristi radicali (già arrestati dalla Polizia Federale) conferma quanto detto sopra. La bomba era stata attivata ma un difetto ne ha impedito la detonazione. Le indagini continueranno, la Camera dei Deputati ha chiesto l’apertura di una Commissione di Inchiesta, le denunce alla Magistratura faranno il loro corso.
E la politica brasiliana? Provo a dire qualcosa. Innanzitutto si è registrato un riavvicinamento tra Lula-Presidente e le Forze Armate brasiliane. Sappiamo che l’Esercito è sempre stato filo bolsonarista dando segnali anche preoccupanti di questo legame con l’ex presidente (tra l’altro Bolsonaro è un militare - capitano - riformato). Nel momento in cui l’Esercito ha prontamente obbedito al volere del presidente Lula, l’Esercito stesso ha dimostrato fedeltà alla legalità democratica e per questo penso si possa parlare di una nuova fase di questa relazione Governo Lula – Esercito Militare, più positiva del passato recente. La grande sfida, però, non si giocherà sul versante della politica sociale. È vero che Lula dovrà fare molto di più per riconquistarsi e mantenersi al fianco le masse della popolazione (soprattutto quelle a basso reddito) di quanto abbia promesso in campagna elettorale.
Già è stata chiesta l’estradizione di Bolsonaro dalla Florida. Se le punizioni saranno rigide, forti, significative ne potrà derivare un beneficio per la politica partidaria e un deterrente perché quello che è accaduto non si ripeta mai più. Un altro aspetto che penso sia importante in questa analisi è dato dalla agenda politico-economica anteriore ai fatti dell’8 di gennaio. Sul tavolo della politica c’erano punti che dovranno essere ripresi ed affrontati nel breve periodo come la LDO – Legge di bilancio, la riforma tributaria, le privatizzazioni, ma soprattutto avranno un peso determinante le decisioni prese dal governo Lula in relazione ai mercati: finanziario, del lavoro, del commercio, etc... Oltre a questo il presidente Lula dovrà fare i conti con le future nomine dei suoi Ministri di Stato. E per la gente? Oggi in Brasile esiste una società profondamente divisa che non è stata aiutata dalle elezioni politiche. Lo potrà essere, ma adesso non lo è. Ci sono divisioni geografiche, sociali e religiose molto forti. Se le politiche del governo Lula non sapranno affrontare con i giusti mezzi e le corrette interpretazioni queste divisioni, questo divario potrà solo aumentare creando un’ instabilità ancora maggiore di quella attuale. La speranza nostra come quella, credo, di tantissimi brasiliani è che una volta messo in funzione, il nuovo governo sappia ridurre queste divisioni (la polarizzazione politica sempre rimarrà, ed è bene, per dare alla democrazia un respiro profondo e salutare) e mostrare risultati concreti alla gente, risultati che dimostrino che il Brasile ha finalmente iniziato non il solito programma politico di turno ma un vero Progetto di Nazione.
Gianluca Guidetti – missionario laico Fidei Donum e Scientista Politico
Don Davide, prete missionario in Congo
Di Davide ricordo una massa di capelli ricci e rossi e una spalmata di lentiggini sul volto. Lui, mio compagno di classe, in prima elementare, mi colpiva sempre per la sua intelligenza, vivida, brillante. Gli occhi guizzavano sempre interesse. L’ultima volta che l’ho visto, in una serata dedicata alla sua esperienza di prete missionario in Congo, gli ho ricordato la mia sorpresa di allora e lui, con la stessa disinvoltura impertinente dei 6 anni, mi ha detto che è sempre stato animato dalla curiosità e dalla ricerca delle risposte ai tanti perché che gli affollavano la mente. Davide ha vissuto parte della sua infanzia a Palata Pepoli con il papà Giuliano, responsabile del locale Consorzio Agrario, la mamma Silvana, maestra elementare, e i fratelli Maurizio e Luca. Sono passati più di 40 anni da quando si sono trasferiti a San Pietro in Casale ma il legame con noi è un filo sottile e resistente. Quando tornano è per tutti motivo di festa.
Davide è diventato sacerdote e poi missionario prima ad Usokami e, adesso, in Congo. Da circa 2 anni si trova nella parrocchia di Kitutu, situata nella provincia del Sud Kivu, a est della Repubblica Democratica del Congo, zona detta “dei grandi laghi”, una delle più insanguinate dell’Africa, non solo per il genocidio ruandese del 1994. Un’esperienza a 360°, sì religiosa ma anche di impegno sociale a fianco della Commissione Giustizia e Pace della parrocchia, che collabora con altri organismi per sostenere la popolazione locale minacciata da compagnie straniere, per lo più a capitale cinese, che scavano per cercare l’oro nei fiumi locali. La situazione che si sta vivendo in Africa si configura come un vero e proprio neocolonialismo: da tempo la Cina sta aggredendo l’Africa. Ma non è l’unica. Molte nazioni possono dirsi responsabili. “In Congo basta grattare e trovi qualcosa”: frase efficacissima nel rendere l’idea delle grandi risorse minerarie del Congo: cobalto, coltan, petrolio. Il mondo ricco continua a sfruttare il mondo “impoverito”
per mantenere degli alti livelli di vita e di consumi. Il coltan, ad esempio, è largamente utilizzato nei dispositivi digitali che utilizziamo e noi possiamo agire facendo attenzione a quello che compriamo e dobbiamo essere attori di un consumo consapevole.
La Commissione garantisce un sostegno e un affiancamento alla popolazione locale in una lotta non violenta contro l’espropriazione, la devastazione e la distruzione dei terreni, delle foreste, delle coltivazioni, degli stagni per l’itticoltura, pregiudicando così il sostentamento degli abitanti della regione. I terreni, così intensamente sfruttati, vengono restituiti desertificati, sterili, improduttivi, rendendo più povere le popolazioni locali e arrecando un grave danno ambientale. La Commissione appoggia la domanda di indennizzo e la richiesta di legalità e di rispetto dei diritti umani. Molte le azioni intraprese: marce, sit in, manifestazioni, richieste a diversi livelli politici. Al momento nessun riscontro, se non momentanee interruzioni dei lavori delle multinazionali. Si è creata un’associazione delle vittime con lo scopo di intentare azioni legali e portare in tribunale queste compagnie straniere e chi è colluso con esse, a livello governativo, rendendosi complice dello scempio in atto. Verrà attivata una piattaforma per il crowdfunding (raccolta fondi) con lo scopo di sostenere le attività previste.
Cosa si può fare dall’Occidente, dall’Italia, dall’Europa? Intanto dare voce a coloro che vivono questa situazione, cercare di informarsi, essere oculati e attenti nelle spese, sostenere la raccolta fondi, restare uniti nella preghiera.
L’intervento video di Don Davide Marcheselli, da cui ho tratto le informazioni per l’articolo, è stato trasmesso durante la Marcia della Pace a Bologna, il 1° gennaio scorso. Qui il link https://youtu.be/G-I89DJyf0s
Mariarosa NannettiMercatino di Natale “Non lasciarti cadere le braccia”
Ascoltiamo le parole del profeta Sofonia: “Non lasciarti cadere le braccia”
Nei giorni di Avvento, a Dodici Morelli, alcune donne “ragazze”, capaci di realizzare piccoli
lavori, hanno fatto loro questa esortazione e organizzato un mercatino di Natale sullo stile dei più celebri mercatini tanto famosi in questo periodo natalizio.
Una buona occasione per scegliere un dono da fare ai nostri amici, e dare la possibilità di aiutare coloro che hanno bisogno. L’iniziativa è nata con lo scopo di raccogliere qualche soldo ne-
cessario a finanziare la Caritas locale, perché possa andare oltre all’ascolto di chi chiede un aiuto.
Guardando i volti di chi ha visitato il nostro mercatino abbiamo colto un’espressione di sincero compiacimento, sia per la bella iniziativa, ma anche per l’apprezzamento di trovare cose belle che ricordavano i vecchi lavori fatti a mano dalle nostre nonne e anche addobbi moderni fatti con eleganza e professionalità (cosa che non si sarebbe mai pensato di trovare in un piccolo mercatino di campagna). Il tutto ci ha riempite di GIOIA dandoci la forza di continuare ancora su questo cammino, anzi chiedere anche ad altri di unirsi a noi per migliorarci, per lavorare insieme. “Nel camminare insieme si possono trovare difficoltà. C’è chi ha il passo più lento, c’è chi ha meno cultura, c’è chi viene considerato meno capace. C’è chi sbaglia. Una strada meravigliosa è la gioia. La gioia di stare insieme, senza privilegiare nessuno, senza sentirsi più bravi degli altri, senza comandare e aspettare obbedienza. La gioia è servire gli uni gli altri. In una comunità non ci sono primi e ultimi. Ci sono persone.”
Il gruppo del mercatino
Disuguaglianze. In Italia il 20% detiene quasi il 70% della ricchezza nazionale
Ci sono notizie di cui non bisogna smettere di parlare. Perché ci sono persone che non hanno voce per gridare la profonda ingiustizia che vivono. Nei giorni scorsi Oxfam, un ente No profit internazionale, ha pubblicato il rapporto “La disuguaglianza non conosce crisi”. C’è un capitolo che riguarda l’Italia. Negli ultimi due anni, è cresciuta la ricchezza del 10% più ricco degli italiani, mentre non è diminuita la povertà del 20% più povero. Ma il dato di per sè sconcertante, è che il 5% degli italiani più ricco ha beni superiori all’80% più povero. Occorre fermarsi un istante perché i numeri si fissino bene nella mente. La povertà assoluta, stabile nel 2021 dopo un balzo nel 2020, interessa il 7,5% delle famiglie (1 milione 960 mila persone) e il 9,4% di individui (5,6 milioni). In 16 anni sono raddoppiate le famiglie con un livello di spesa insufficiente a uno standard di vita accettabile. Numeri da paura! Ed è per questo che Mikhail Maslennikov, consulente politico di Oxfam Italia, dice che “le misure di sostegno devono proseguire ed essere indirizzate meglio verso le famiglie in condizioni di maggior bisogno. È indispensabile abbandonare il regime transitorio del Reddito di Cittadinanza per il 2023, riformando l’unica misura strutturale di contrasto alla povertà di cui disponiamo”. Piaccia o non piaccia, è l’unica misura che ha attenuato la crescita della povertà. Assieme ad esso, il reddito d’emergenza, i ristori e il reddito d’inclusione del governo Gentiloni, hanno evitato che i poveri in questi due anni fossero un milione in più. A tutto ciò va aggiunta l’inflazione, che nel 2022 ha eroso il potere di acquisto degli stipendi, diminuiti negli ultimi due anni di
un 3%. Possibili misure di contrasto? Qui si aprono mille strade. La prima, di cui sul nostro giornale si è scritto nel mese scorso, resta la lotta all’evasione. Anche se il solo parlarne sembra tabù. Altra strada può essere quella di tassare gli extraprofitti e le rendite. Ma qui ci si scontra con le lobby industriali ben più forti dei milioni di poveri che ne potrebbero trarre beneficio. Una terza strada, che qui abbozziamo è l’introduzione di un salario minimo. Non si capisce perché in Italia non se ne voglia parlare, quando altri Paesi europei, vedi la Germania, l’hanno introdotto. Insomma, qualcosa occorre fare. Di certo non si può continuare a voltarsi dall’altra parte. Potremmo “svegliarci” e accorgerci che siamo finiti anche noi dalla parte che volevamo evitare di guardare.
Chiara, Grazia e Mirna
di XII Morelli
Da alcune settimane collaboro come educatrice al doposcuola nella parrocchia di Dodici Morelli. Questo mi ha permesso di rendermi conto che si tratta di un’esperienza che va aldilà della formazione prettamente culturale su specifiche materie. Chi decide di intraprendere questo percorso, è colui che opera anche nel campo intellettuale ed emotivo del bambino. Saper trasferire nozioni ai piccoli, presuppone quindi il sapersi rapportare ad essi, tenendo in grande considerazione le peculiarità di ciascuno, la sua predisposizione e la sua personalità. Se è complicato insegnare ai bambini all’interno della scuola, altrettanto lo è al di fuori: non è un compito per
nulla semplice! La regola numero uno è senza dubbio la pazienza!
I bambini si applicano maggiormente quando ad essere stimolata è la loro creatività e la loro fantasia. Assieme alle mie colleghe, dopo aver svolto i compiti assegnati dalle maestre a scuola, tendiamo spesso ad intrattenerli tramite poesie, temi di gradimento, cruciverba simpatici, e questo ci fa guadagnare l’attenzione del piccolo studente che, a sua volta, sarà ben disposto a memorizzare e a comprendere con maggior autonomia e dimestichezza quanto gli si prospetta nel quotidiano, al di là di un sapere nozionistico a cui la scuola deve necessariamente provvedere. Per spiegare un concetto o un ragionamento, non sempre occorrono i libri, molto spesso basta giocare! I bambini di prima elementare, ad esempio, cerchiamo di coinvolgerli con un gioco, rendendoli protagonisti dell’insegnamento così da eliminare ogni distanza, spesso e volentieri ostacolo all’interazione. A mio parere vengono ancor più impreziositi l’importanza e il riconoscimento dello sforzo compiuto da ogni alunno! Quando il bambino raggiunge un obiettivo e glielo fai notare positivamente e senza ansia, quell’“elogio” gli servirà sicuramente nel suo prossimo futuro!
Marwa Ben IsmailLa mia esperienza al doposcuola parrocchiale
OMOSESSUALITA’: CHE COSA DICE LA BIBBIA?
L’associazione Palata e dintorni che, da anni, attua nel territorio della bassa bolognese progetti culturali di grande impatto formativo e sociale, ha accolto favorevolmente la proposta elaborata dall’associazione La Tenda di Gionata sul delicato tema dell’omosessualità. Il percorso è articolato in tre momenti, che cercano di rispondere a tre domande: che cosa dice la Bibbia, la Chiesa e che cosa dicono i diretti interessati. Abbiamo affidato la risposta alla prima domanda al biblista di Torino don Gianluca Carrega. Prima di tutto, Gianluca ci ha fatto notare che i brani nella Bibbia sul tema specifico sull’omosessualità sono pochi. Se ne incontrano alcuni nell’Antico Testamento e pochissimi nel Nuovo. Il dato significativo è che non si trovano versetti nei Vangeli sul tema dell’omosessualità. Questo è un primo dato su cui vale la pena riflettere. Per quanto riguarda i testi dell’AT occorre ricordare che sono brani molto antichi, di circa tremila anni fa. Il Concilio Vaticano II (1965) ci ha ricordato che non si può leggere alla lettera la Bibbia, ma i testi vanno sempre calati nel contesto in cui sono stati prodotti e cioè nel contesto storico,
culturale e sociale. Il rischio è far dire alla Bibbia ciò che non vuole dire. Ciò accade spesso quando si tratta di temi delicati come l’omosessualità, in cui diventa facile prendere dei versetti e “usarli” per sostenere i propri pregiudizi. Don Carrega commentando i versetti è giunto alle stesse conclusioni del recente studio della Pontificia Commissione Biblica (Che cosa è l’uomo? 2019), che afferma: “Non troviamo nelle tradizioni narrative della Bibbia indicazioni concernenti pratiche omosessuali, né come comportamenti da biasimare né come atteggiamenti tollerati o accolti con favore (n. 188). Lo stesso vale per i pochi brani presenti nel NT. Certe formulazioni degli autori biblici, come anche le direttive disciplinari del Levitico, richiedono un’intelligente interpretazione che salvaguardi i valori che il testo sacro intende promuovere, evitando di ripetere alla lettera ciò che porta con sé anche tratti culturali di quel tempo (195)”. Smettere di forzare la Bibbia per far passare parola di Dio ciò che, invece, non è nient’altro che nostri meri preconcetti, è un passo importante nel cammino di fede. don Paolo
LA CHIESA E L’OMOSESSUALITA’
Nel secondo incontro sul tema fede e omosessualità ci siamo chiesti quale sia la posizione della Chiesa in proposito. Un primo dato da chiarire è che il materiale che offre il Magistero della Chiesa sul tema in questione lascia aperta la riflessione critica. Non ci troviamo, infatti, dinanzi a documenti di tipo dogmatico, come le affermazioni sulla Trinità o sull’identità di Cristo, sui quali il discorso è già stato chiuso da secoli. Sul tema dell’omosessualità, la Chiesa ha sinora prodotto degli orientamenti pastorali (1986), delle affermazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) e delle indicazioni contenute in alcuni documenti della Congregazione per la dottrina della fede (1975, 2021). Ciò permette ai fedeli un ascolto attento e ai teologi la possibilità di continuare la ricerca per aiutare la Chiesa a comprendere sempre meglio il fenomeno alla luce della rivelazione. La lettura che abbiamo fatto dei testi la sera del 20 gennaio ci ha mostrato il pensiero tutto sommato negativo sull’omosessualità e, ancora di più, sugli atti omosessuali considerati “intrinsecamente disordinati”. Il testo del 1986 non vede con favore il lavoro che l’esegesi biblica stava svolgendo in quel periodo, vale a dire quello che avrebbe poi sostenuto il documento della Pontificia Commissione Biblica che, come abbiamo visto, nel 2019 sosteneva che “non troviamo nelle tradizioni narrative della Bibbia indicazioni concernenti pratiche omosessuali”. Il giudizio negativo sulle persone
omosessuali deriva dalla tradizione elaborata dalla teologia di San Tommaso (XIV secolo) che parlava di un atteggiamento contro natura. Alcune prospettive teologiche attuali sostengono che, facendo riferimento alla rivelazione, più che una fondazione che fa riferimento alla legge di natura, che è un concetto teologico, occorrerebbe fare riferimento alla relazione. “Adottare il modello relazionale, più in linea con il pensiero ebraico-cristiano che il modello naturalistico di matrice filosofico-aristotelica, significa apprendere a valutare i comportamenti interpersonali osservando prima di tutto il livello di relazionalità conseguito” (G. Piana). Su questa linea, alcuni autori (Forcades, Migliorini e Piana) fanno notare che il Concilio Vaticano II ha indicato che fine del matrimonio non è solo procreativo, ma anche unitivo. Per questo motivo il filosofo Migliorini sostiene che: “riconoscere il valore dell’unione di persone omosessuali significa prendere sul serio il valore unitivo del matrimonio, vale a dire il valore della responsabilità di prendersi cura dell’altro, in una relazione di fedeltà” (2014). Per riuscire ad impostare il problema in modo nuovo occorrerebbe partire dalla realtà. L’indicazione del nuovo cammino l’ha offerta papa Francesco quando nell’Evangeli Gaudium ha affermato che la realtà è più importante dell’idea e una riflessione teologica deve partire non applicando schemi precostituiti, ma ascoltando la realtà per poi elaborare una riflessione teologica. Ogni ri-
flessione deve poi tener conto dell’insegnamento di Gesù, che si è sempre messo dalla parte degli esclusi, delle minoranze, dei poveri. Se una teologia considera non naturale una minoranza di persone, è a partire da questa minoranza che occorre rielaborare una riflessione teologica che abbia il sapore del Vangelo. È quello che sostiene la suora e teologa spagnola Teresa Forcades. “Non vogliamo vedere la complessità della realtà che ci circonda, ma è importante prenderne visione affinché la nostra teoria ne tenga conto”. Infine, il teologo italiano Andrea Grillo ci aiuta a comprendere che quando parliamo di omosessualità stiamo parlando di persone e il linguaggio eccessivamente duro utilizzato dalla Chiesa nei suoi documenti, sembra dimenticarlo. Se un comportamento viene giudicato come un male in sé, è ovvio che ogni concreta esperienza, ogni assunzione della coscienza, ogni strutturazione storica di quel comportamento cadrà sempre e comunque al di fuori di ogni possibile valutazione positiva. “Pregiudicare l’esperienza con un linguaggio irrigidito - sostiene A. Grillo - è un’operazione votata al fallimento, proprio perché pregiudica il rapporto con la realtà”. C’è tanto da riflettere e, per questo, ringraziamo i nostri fratelli omosessuali e le nostre sorelle lesbiche e le persone della comunità LGBTQ+ di aiutarci in questo cammino.
Paolo CuginiPROGETTO EDUCATIVO-FORMATIVO-ESPERIENZIALE SUL NAZISMO E GLI ALTRI TOTALITARISMI
Rivolto ai ragazzi del post cresima (terza media, superiori, universitari), ai loro genitori ed ai catechisti-educatori delle 4 parrocchie.
La banalità del male, l’assopimento delle coscienze, l’omologazione, la disaffezione al bene comune, l’assenza di ideali solidi e di una vera fede, sono tarli silenziosi che possono corrodere l’umanità e creare in ogni epoca le basi per la nascita di un totalitarismo.
Come difendersi dal sopravvento di un tale brutale mostro? Quali anticorpi per giovani e adulti per evitare l’insorgenza di tale orribile cancro sociale?
Lo scopriremo insieme ad Alessandra che ci condurrà per mano, con tutto il suo entusiasmo e la sua capacità empatica, in questo avvincente ed emozionante percorso “per non dimenticare” per renderci Testimoni del passato e arruolarci a Sentinelle attente e coraggiose pronte a sorvegliare il presente e garantire il futuro.
Nella mia lunga carriera di eterno studente, ho ascoltato molti illustri professori, ma devo ammettere che il transfert emotivo-empatico-passionale di Alessandra è veramente unico.
Mentre preparavamo questo progetto, mi ha colpito una frase di Alessandra che mi ha detto con la voce spezzata dalla commozione: “Chi entra nel profondo della storia umana della Shoah, non può non diventarne un Testimone-Missionario, anche se quella tragedia non l’ha vissuta direttamente-personalmente”.
I Testimoni sono come candele che devono rimanere sempre accese, per l’eternità per impedire che il buio assoluto di un totalitarismo possa insinuarsi nella nostra società. La missione di Alessandra è far sì che ogni individuo, giovane o adulto, diventi un Testimone degli orrori della Shoah e Luce che scaccia le tenebre.
Il progetto è strutturato in percorsi formativi (brevi seminari alla portata di tutti) ed esperienze concrete (gite a tema) per toccare con mano gli effetti devastanti di tali totalitarismi.
E’ in programma un primo incontro dal titolo:
Dopo questo incontro introduttivo, ne seguiranno altri su tematiche molto vicine ai giovani e, su indicazione dei partecipanti, si potranno creare anche eventi su argomenti di particolare interesse. Spero di cuore in un’alta affluenza, non per vantarci del numero elevato di partecipanti, ma nella speranza che ogni presente possa diventare Testimone-Missionario e Luce per il buon futuro di tutti. L’incontro di presentazione del progetto, a cura di Andrea Passerini, si terrà DOMENICA 12 FEBBRAIO 2023 presso la sala dell’Oratorio di XII Morelli.
Al termine, per chi vuole, pizzata tutti insieme in allegria.
Andrea PasseriniRELATRICE: ALESSANDRA AMAROLI Nata il 22/08/1955.
Laureata presso l’Università di Bologna in Scienze delle Comunicazioni.Master in Didattica della Shoah presso l’Università Roma Tre. Responsabile didattica, per quindici anni, all’Università di Bologna di seminari relativi alle tecniche di narrazione, alla comunicazione radio-televisiva ed alla trasmissione della memoria attraverso i media.
Diplomata in counseling con tesi dal titolo: “Il Counseling e la Shoah: il counseling e il trauma della Shoah nei sopravvissuti e nelle generazioni successive”
L’organizzazione liturgica a Palata Pepoli
È da poco iniziato un nuovo anno liturgico e, come lo scorso anno, i servizi della messa festiva sono organizzati e curati dai fedeli. Ogni settimana, a turno, un gruppo di persone si impegna a preparare l’introduzione, le preghiere dei fedeli, a cercare persone tra i presenti per l’offertorio, la raccolta delle offerte, ecc. Lo scopo di questa organizzazione è quello di rendere più viva e più coinvolgente la partecipazione dei fedeli alla messa, i quali diventano parte attiva insieme al sacerdote nella celebrazione eucaristica. Tutto questo inoltre favorisce e consolida il senso di appartenenza alla comunità che si frequenta. Chiunque può partecipare all’organizzazione dei servizi e può dare suggerimenti per arricchire la liturgia, per cui chi se la sente di collaborare è sempre ben accetto.
AngelaAbiti dalla finestra e rose alla porta
Madeleine fu una delle prime assistenti sociali francesi. Aveva scelto di diventarlo in età già adulta, dopo aver condotto studi letterari e filosofici alla Sorbona.
La situazione di violenza e povertà che incontra nella periferia proletaria di Parigi la provoca e diventa centrale nelle sue riflessioni e nel suo lavoro.
“Noi cerchiamo l’uomo che grida.
Le idee non gridano...
Vorrei trapassare le idee generali e trovare i petti e le bocche da cui viene il grido…
Grida di cui sono responsabili i nostri atti e le nostre passività…
Si grida nella notte, possiamo dormire?”
Uno sguardo disincantato e coraggioso le permette di vedere l’ingiustizia sociale e di sentirsene corresponsabile. Ma, soprattutto, l’uomo concreto che Madeleine incontra è un uomo colto nella sua totalità: abitato dal mistero. Incontra l’uomo che non può essere annientato nella sua dignità umana e nel suo intimo desiderio di Dio.
Madeleine è colei che sa lasciarsi provocare e cambiare dagli incontri.
Un giorno che, dopo avere recapitato un sacco di abiti usati (forse usurati o sporchi, preparati da altri) se li vede lanciare dalla finestra, ritorna in quella casa portando un mazzo di rose. Si inchina così alla bellezza di
un essere umano che ha tutto il diritto di non essere umiliato da un gesto senza cura. Ne nascerà un’amicizia e un insegnamento irriducibile nella vita di Madeleine.
Maura MorettiI VENERDI TEOLOGICI: SECONDO ANNO
GLI ARTICOLI DEL CREDO APPROFONDITI DA BIBLISTE E TEOLOGHE VENERDI 10 E 17 FEBBRAIO: CREDO IN DIO CREATORE
Ne parliamo con la biblista Lidia Maggi Gli incontri saranno in meet: https://meet. google.com/rhv-smys-kbe
Lidia Maggi è una pastora battista, sposata con quattro figli. A lei è stato affidato un ministero biblico che la porta in giro per l’Italia per far conoscere le scritture. Si occupa di formazione e di dialogo ecumenico. In particolare, ora vive a Dumen-
za, in una casa grande dove, come coppia pastorale suo marito e lei si occupano di piccole ospitalità per persone in crisi o in ricerca o semplicemente desiderose di un confronto. Una casa, non un monastero o una chiesa, solo una casa, un luogo laico dove poter sentire il respiro di Dio. Collabora con diverse riviste cattoliche e protestanti. Tra le sue opere ricordiamo: Qoelet, il dolore del mondo, San Paolo, Cinisello Balsamo 2017; Vi affido alla Parola, il lettore, la chiesa e la Bibbia (con Angelo Reginato) Claudiana, 2016; Fare strada con le Scritture, Paoline, 2017.
IL DONO DELLA PAROLA
Don Marco Settembrini incontra i preti del vicariato di Cento
In occasione della Domenica della Parola, istituita da Papa Francesco quattro anni fa, il biblista Marco Settembrini ha incontrato i preti del vicariato di Cento per proporre una riflessione e alcuni consigli pratici da attuare nelle celebrazioni. Come valorizzare la Parola nella vita della comunità? Alcune proposte. Si possono mettere delle bibbie nei banchi in chiesa, per stimolare la gente a prenderle in mano e a leggere e, così, ringraziare Dio per il dono delle Sacre Scritture. Si potrebbe leggere insieme il Vangelo di Matteo in piccoli gruppi nelle famiglie, visto che è il Vangelo che ascolteremo durante quest’anno liturgico.
La Parola dà vita e costruisce. Gerusalemme sopravvive all’impero assiro perché lì c’era un profeta: Isaia. Com’è possibile che un popolo disperso si sia preservato? Perché il Signore ha continuato a parlare. Il popolo s’identifica con la Parola. La Parola è capace di ricostruire un popolo. Le Scritture incoraggiano, danno sapienza. Nella trasfigurazione di Gesù (Mc 9) appaiono Mosè ed Elia. Entrambi vivono nel deserto. Entrambi sono salvati per salvare. Entrambi camminano nel deserto 40 giorni. Elia è a servizio del monoteismo. Sulla bocca dei profeti, Dio pone le sue parole. Il profeta con la sua parola mette in discussione il modo di vita tradizionale. La Parola salva colui che la riceve e apre al futuro, ci libera dai condizionamenti
culturali, ci fa scoprire fratelli e sorelle. Quando Dio parla, rinnova: lasciamoci rinnovare dalla Parola del Signore. (Sintesi ad opera della redazione)
CIRCOLI BIBLICI… parte seconda
Durante il periodo d’Avvento, nelle nostre quattro Parrocchie, su proposta del parroco Don Paolo, si sono formati i “Circoli Biblici” ossia gruppi di persone che si sono riuniti presso le famiglie, che hanno aperto le porte della propria casa, per condividere la Parola di Dio, leggendo e meditando le letture della domenica successiva.
Staccarsi dalla quotidianità, ritrovare un cuore libero dagli affanni e dalla banale concentrazione su di sé e lasciare che la Bibbia parli a ciascuno e, attraverso ciascuno, faccia crescere nella dimensione spirituale e relazionale. L’accoglienza e l’ascolto reciproco sono fondamentali: tutti hanno da imparare e condividere.
Qualche volta pensiamo che ascoltare sia perdere tempo e facciamo molta fatica a fare silenzio. Cerchiamo invece, anche se per brevi momenti, di fare spazio a Gesù, a confrontarci con i suoi sentimenti e con la sua Parola.
Chi ha partecipato a questo progetto, ha condiviso domenica 07 gennaio 2023, nella sala parrocchiale di Dodici Morelli, le proprie riflessioni ed idee su ciò che tale esperienza ha suscitato.
E’ stato talmente apprezzato da tutti i partecipanti che si è deciso di riproporlo nel tempo di Quaresima in preparazione alla Santa Pasqua.
E’ un progetto aperto a tutti e chi desidera partecipare è il benvenuto!
Barbara TaddeiIncontro di verifica sui circoli biblici delle quattro parrocchie
formazione
Papa Francesco e la Giornata mondiale della Pace
La riflessione di Papa Francesco per la 56ª giornata mondiale per la pace, vuole augurare un buon anno a tutti gli uomini e donne di buona volontà, in particolare ai capi di Stato, di governo e leaders delle diverse religioni.
L’augurio però è anche un invito, per tutti e tutti i giorni, ad agire come artigiani di pace. Quindi ogni donna, uomo o bambino, deve contribuire a costruire pace nel suo ambiente: quello familiare prima, poi con gli amici, in società, nelle istituzioni, fino alle persone che operano a livello mondiale. Il Papa analizza anche la situazione creata dal Covid 19, che ha portato tanti lutti nel mondo e che continua a colpire i fragili nella salute ed i precari nel lavoro. E come se non bastasse, si è aggiunta la guerra in Ucraina, “voluta da scelte umane colpevoli. Mentre per il Covid-19 si è trovato un vaccino, per la guerra ancora non si sono trovate soluzioni adeguate. Certamente il virus della guerra è più difficile da sconfiggere di quelli che colpiscono l’or-
Marcia della Pace a Bologna
Bologna 1 gennaio 2023 Marcia per la pace. Nel suo intervento di saluto, il Card. Zuppi invita a stare insieme, perché voi tutti mi state a cuore, e ripete, I care - I care. Saluta poi i circa 3000 partecipanti che in modo ordinato, danno avvio alla marcia lungo via Indipendenza per arrivare in piazza Lucio Dalla.
INSIEME
è un periodico mensile delle Quattro Parrocchie.
Direttore Responsabile
don Paolo Cugini
Capo Redattore
Massimiliano Borghi
Segretaria di Redazione
Mariarosa Nannetti
per info e contributi
mail: quattroparr@gmail.com
ganismo umano, perché esso non proviene dall’esterno, ma dall’interno del cuore umano (Vangelo di Marco 7,17-23). La guerra in Ucraina miete vittime innocenti e diffonde incertezza, non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma in modo diffuso e indiscriminato per tutti, anche per quanti, a migliaia di chilometri di distanza, ne soffrono gli effetti collaterali – basti solo pensare ai problemi del grano e ai prezzi del carburante”. Quest’ultimo aspetto, dovrebbe farci comprendere che… ”è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e pacifico”. Per farlo un progetto possibile potrebbe essere il Vangelo. “Abbiamo bisogno di sviluppare… politiche adeguate… ispirato all’amore infinito e misericordioso di Dio, potremo costruire un mondo nuovo e contribuire a edificare il Regno di Dio, che è Regno di amore, di giustizia e di pace”. E lo possiamo fare da adesso… “con i piedi e il cuore ben piantati sulla terra, capace di uno sguardo attento sulla realtà e sulle vicende della storia”.
RD 01/23
Incontro di presentazione dei progetti per le superiori Domenica 15 gennaio
CAMPO INVERNALE FANANO
Da lunedì 02/01 a Giovedì 05/01 si è svolto il campo invernale per i ragazzi delle superiori della 4 Parrocchie.
Siamo partiti verso le 14:30 di Lunedì 02/01 con destinazione Fanano, un piccolo paesino di montagna in provincia di Modena con tutto ciò di cui si può avere bisogno e, a pochi chilometri, delle ottime mete turistiche immerse nella natura.
Arrivati a Fanano siamo stati accolti da una suora che ci ha mostrato le nostre camere e i vari spazi della casa e, a differenza dello scorso campo, quest’anno, in alloggi separati, erano presenti altri 2 gruppi di ragazzi/ bambini.
Abbiamo subito preso confidenza con il posto iniziando a visitarlo sin da subito, ma prima è stata messa in chiaro una cosa.
Il campo è un modo per stare tutti insieme e, per far sì che questo accadesse, Don Paolo ha deciso di ritirare i telefoni restituendoli solo in qualche momento.
Nel campo ci sono stati dei
momenti spirituali mattutini non obbligatori, e dei momenti di spiegazione fatta dal nostro caro Don Paolo sulla vita interiore, a seguire nei pomeriggi abbiamo visitato le Cascate della Rovinaccia e il Ponte dell’oratorio, due bei posti immersi nella natura, e un piccolo mercatino di Natale organizzato da una comunità che si occupa di aiutare dei ragazzi con difficoltà familiari.
Le serate le abbiamo passate pattinando sul ghiaccio al Palaghiaccio di Fanano, bellissima attività e grande struttura.
In questi giorni abbiamo avuto i nostri ottimi cuochi, Leda e Roberto, che ci hanno deliziato con ottimi piatti e di questo li ringraziamo con tutto il cuore, ma un ringraziamento particolare va a Don Paolo perchè senza lui molto probabilmente tutto ciò non ci sarebbe stato.
Grazie.
Manuel PiconeLABORATORI ORATORIO DODICI MORELLI
Inglese per bambini: lunedì ore 16,45-17.45 (Diana)
Percussioni: martedì ore 19-20 (Marco)
Chitarra: mercoledì ore 18,30-19,30 (Andrea C.)
Internet per adulti: mercoledì ore 14,30-15,45 (Salvatore)
Robotica bambini 6-10 anni: giovedì 17-18 (Salvatore)
Francese per elementari e medie: venerdì ore 18 (Marwa)
Coro per bambini e ragazzi/e: sabato ore 15,3016,30 (Cristina e Diana)
Ping-pong: sabato ore 18,30-19,30 (Andrea)
Presepio Natale e Pasqua: dopocena (Alex e Matteo)
Cucina: momentaneamente sospeso
Le iscrizioni a questi laboratori si fanno nella segreteria parrocchiale di Dodici Morelli, che è aperta nei seguenti orari:
Lunedì: 9-12 • Mercoledì: 9-12 • Sabato: 9-12; 15-18
I LABORATORI MUSICALI DELL’ORATORIO DI DODICI MORELLI
Il laboratorio inizia la prossima settimana e offrirà i seguenti servizi:
Martedì dalle 19 alle 20: lezione di percussioni
Mercoledì dalle 18,30 alle 19,30: lezione di chitarra
Durante le lezioni verranno date le indicazioni del materiale necessario per seguire il percorso.
Martedì 10 gennaio, presso gli spazi dell’oratorio di Dodici Morelli, c’è stato l’incontro di presentazione del progetto Laboratori musicali, coordinato da John Strada. Erano presenti una ventina di genitori che hanno ascoltato le indicazioni di Marco, che darà lezioni di percussioni.
Abbiamo stabilito un costo di 20 euro al mese: serve per coprire le spese di gestione della struttura.
Le iscrizioni si fanno presso la segreteria parrocchiale di Dodici Morelli nei seguenti orari:
Mercoledì: 9-12
Sabato: 9-12; 15-18
UN SABATO IN COMPAGNIA DEGLI AMICI E AMICHE
Sabato ci siamo riuniti con i 2010 e 2009 della 4 Parrocchie, sono momenti per riunirsi e stare in compagnia, magari facendo amicizia con qualcuno. Appena arrivati i ragazzi hanno avuto del tempo libero per giocare, poi ci siamo seduti e abbiamo distribuito: tovaglioli, bicchieri, posate ecc... E intanto che arrivava la pizza abbiamo fatto il giro delle presentazioni dove ognuno di noi doveva dire: il proprio nome, la scuola che frequentava, e dove abitava.
Una volta arrivata la pizza abbiamo mangiato e, poco dopo, ci siamo messi a sparecchiare insieme, facendo un lavoro di squadra. Don Paolo ci ha fatto poi mettere davanti alla tv per guardare e riflettere insieme sugli incontri che potremmo fare, ad esempio andare in una casa di riposo, o anche a casa di anziani che sono sempre soli. Dopo aver espresso ognuno il proprio parere, c’è stato il momento di gioco libero, dove si poteva usare anche il ping pong e il biliardino, i ragazzi hanno fatto amicizia ed è stato un momento molto bello che sicuramente riproporremo.
Sara FallavenaStavo percorrendo la statale che da Modena conduce all’Appennino, quando alla radio interrompono le canzoni per una breaking news: è stato eletto il nuovo Papa. E’ un cardinale tedesco. E’ Joseph Ratzinger. “Dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore” le sue prime parole. Il Cardinal Ratzinger mi era sempre piaciuto per la lucidità dei suoi ragionamenti. E’ raro trovare persone che parlano in modo chiaro. E’ la prima cosa che mi colpisce in una persona. Puoi condividere o meno quanto uno dica. Ma se non ti è chiaro cosa abbia detto, il suo ragionamento perde di significato. Del cardinal Ratzinger potevi dire tutto, ma non che non fosse chiaro nelle sue esposizioni. E così, mentre percorrevo quella bella strada che si inerpica fra le verdi colline modenesi, ripensavo ad alcuni passaggi dell’omelia che il giorno prima, in quanto decano del collegio cardinalizio, il cardinal Ratzinger aveva pronunciato nella Messa pro eligendo pontefice. Parlava dei venti di dottrina, delle ideologie che da decenni imperversavano nella società. Paradossalmente (aggiungo io), chi prova ad avere una fede chiara secondo il Credo della
Chiesa, viene accusato di fondamentalismo. Era un’accusa al relativismo, che non riconosce niente come definitivo e che attribuisce ai nostri desideri l’ultima parola. I cristiani invece, hanno un’altra misura: Gesù Cristo. Essere adulti nella fede, ci ricordava il neo Papa, è avere un’amicizia radicata in Gesù. Parole di una rotondità spaventosa. Una levigatura dei pensieri che non lascia spazio a spigolature. Un’amicizia che diventa criterio del nostro agire, della capacità di distinguere il falso dal vero. Una verità che è tale solo quando si radica nella carità. L’amore viene ad essere la cartina al tornasole del nostro agire. La misericordia è lo stigma impresso dentro il cuore di chiunque agisca con rettitudine. Alla luce di tutto ciò, ho sempre trovato stucchevole la contrapposizione che si è creata o meglio, che alcuni hanno voluto creare, fra Papa Francesco e il Papa emerito Ratzinger. Quasi che l’impegno a conservare in modo autentico la fede che ci è stata trasmessa debba contrastare con la creatività di un tempo storico che continuamente si rinnova. Lo trovo concettualmente debole, logicamente falso, ideologicamente perverso. Il chiacchiericcio, come dice Papa Francesco, è deleterio per chi lo subisce ma impoverisce prima di tutti chi lo pratica. Come sarebbe migliore un mondo in cui si parla dell’altro solo per il suo bene. In cui i miei due occhi si uniscono ai suoi per guardare insieme, meglio e più lontano, quel comune destino che ci attende per la gioia di entrambi. E così, ripensando a quel viaggio in auto, mentre il nuovo Papa era stato appena eletto, ripenso ora a quanto di più bello ci ha insegnato. Che fede e ragione devono sempre dialogare. Una fede senza ragione diventa superstizione. Una ragione senza fede ci fa diventare preda del caso. Solamente unite, ci permettono di costruire un mondo più vero, più bello, più buono.
Massimiliano BorghiL’intelligenza artificiale è già entrata nelle nostre case
Se avete aperto internet nel periodo natalizio, oltre alla miriade di messaggi che vi invitavano ad acquistare il regalo più originale e sorprendente per le imminenti feste, vi siete sicuramente imbattuti in un termine che magari vi è rimasto sconosciuto: ChatGpt. Chi è costui? O costei? Beh, diciamo che è diventata la principale protagonista della saga familiare delle chatbot. So che invece di chiarirvi le idee sembra che ve le stia complicando. Vedo di spiegarmi. Un chatbot è un programma informatico progettato per simulare una conversazione umana interagendo tramite un testo o con la voce. Utilizzando l’intelligenza artificiale, ChatGpt comprende le vostre intenzioni e risponde secondo le linee guida impartite dall’azienda che l’ha creata, in base ai dati di cui dispone. Imparando dal dialogo con voi che la state utilizzando. L’intelligenza artificiale potrebbe rivoluzionare la navigazione in rete degli utenti ma addirittura la didattica. Per capirci ancor meglio, questo software è in grado in pochi istanti di creare dei piccoli saggi, tanto che in alcuni scuole statunitensi di New York
e Los Angeles ne è stato proibito l’utilizzo in quanto i ragazzi se ne servivano per fargli fare i compiti al posto loro e scrivere i loro temi. La sua peculiarità è che l’algoritmo riesce ad elaborare testi fornendogli semplici parole. Ovvio che questo software può avere criticità sulla capacità di sviluppo critico degli studenti. La scrittura di testi è molto importante per la formazione intellettuale dei ragazzi. Al momento l’attendibilità delle risposte non è ancora ottimale. Provate per credere. Ma nei prossimi anni si perfezionerà ancor più e potrebbe sostituire i motori di ricerca. Confrontiamo velocemente ChatGpt con Google. Quest’ultimo è un motore di ricerca. Il più utilizzato dai miliardi di fruitori di internet. Analizza miliardi di pagine web, ne indicizza i contenuti e li classifica. Cercando, ovviamente, di fornirvi nella prima pagina che vi appare dopo un istante una serie di link che vi rimandano alle pagine più appropriate per rispondere alla domanda che gli avete posto. ChatGpt invece, fa qualcosa in più: vi dà un’unica risposta in base alle elaborazioni e alle analisi di quei miliardi di dati che ha analizzato
per voi. In poche parole, fa il lavoro sporco e vi dà un prodotto chiavi in mano. Con i limiti di cui vi dicevamo sopra. La macchina soppianterà l’uomo? No. Innanzitutto perché mentre ognuno di noi è in grado di spiegare perché ha prodotto un determinato risultato, questo software non sa giustificare i risultati prodotti. Al momento, è impensabile affidargli aspetti decisionali in un qualsiasi processo produttivo. Oltretutto, pregiudizi ed eventuali scelte “morali” sono legate al programmatore o al modo in cui il software ha rielaborato le informazioni trasmesse. In un futuro non troppo lontano, si perfezioneranno, sgravando ognuno di noi da quelle attività ripetitive che logorano il cervello, lasciandoci più tempo e lucidità per l’analisi critica dei processi che stiamo svolgendo.
Ciao … zia… DIANA
perché succedeva che finissero per essere divorati da noi “giovinastri” che restavamo in canonica fino a tarda ora. Non ti sei mai arrabbiata e ci hai sempre rivolto il tuo sorriso cordiale. Mai una parola fuori posto, ma sempre la tua grande disponibilità a fare tutto quello che c’era da fare anche se ti veniva chiesto all’ultimo secondo… Ricordi le pergamene che scrivevi con pennino e inchiostro che ti portavo a casa la sera prima delle Cresime? E tu che mi dicevi: ”Ma non potevi arrivare prima?”
Grazie Diana per la tua disponibilità a metterti in gioco nei campeggi a Casigno dove mettevi a disposizione anche la tua auto, seppur non fossi molto avvezza alla guida. Eri diventata per noi giovani la zia e l’affetto che avevi per noi era ricambiato.
Carissima Diana, ci hai lasciato e te ne sei andata in silenzio e senza clamore, come era nel tuo stile e nel tuo essere.
Sono rammaricato per non essere riuscito a salutarti prima che tu ci lasciassi, ma Ti ricordo con tanto affetto e riconoscenza. Sono grato per avere potuto trascorrere parte della mia giovinezza godendo della tua presenza silenziosa, amorosa e intelligente.
Come non ricordare le nostre serate passate in canonica con il caro Don Giorgio, le accese discussioni che si facevano e le tue argute riflessioni. I tuoi manicaretti che preparavi per il Don, ma che spesso non arrivavano al giorno dopo,
Quanti altri ricordi ci sarebbero ma mi fermo e chiudo con una poesia che a Te piaceva tanto e sulla quale ci siamo dilungati in discussione sulla panchina davanti a casa della mia cara mamma. Grazie Morire, in realtà, è come addormentarsi dopo laboriosa giornata, allo spegnersi della luce, terminato l’ultimo salmo della sera con il cuore fattosi pace: quando del giorno trascorso resta solo una sommessa eco, sempre più fievole, e la luna ti accoglie nel suo profumo leggero.
fra Davide M. Montagna OSMFESTA DELLA BEFANA A BEVILACQUA
Il ricco pomeriggio di venerdì 6 Gennaio a Bevilacqua è stato pieno di avvenimenti che hanno portato tanta gente nel campo sportivo e nella piazza del paese. Alle ore 18 l’appuntamento è stato nel campo sportivo parrocchiale dove c’è stato il rogo della befana organizzato dal gruppo For Fun.
La sagoma di una befana alta 7 metri e vestita con abiti rattoppati (come dice la filastrocca) e riempita con fasci e paglia, è stata bruciata per la gioia di grandi e piccini.
Il falò revoca un antico rito popolare, un momento propiziatorio per suggellare il passaggio dall’anno vecchio all’anno nuovo con speranza e ottimismo. Non sono mancati i fuochi d’artificio che hanno creato una bella coreografia piena di festa e di colori.
Agli adulti è stato distribuito il panettone con il vin brulé che ha aiutato a riscaldare il corpo e lo spirito dei presenti.
Ai bambini, a cura del gruppo oratorio, sono state distribuite le calze piene di paste, caramelle e cioccolatini.
In un battibaleno una fila interminabile e ordinata di bambini è passata davanti alla befana, che era arrivata da lontano per l’occasione, per ritirare la calza perché tutti i bambini sono buoni e bravi.
Di bimbi cattivi non ce ne sono e per quest’anno il carbone non ne è stato distribuito.
La festa dell’Epifania è l’ultima delle feste natalizie e ha il compito di lasciare uno spirito allegro per affrontare con speranza la ripresa delle attività quotidiane.
La festa è poi proseguita nella piazza, dove un gruppo di volontari ha organizzato una salcicciata per tutti. Sono stati distribuiti panini e salciccia cotta alla brace accompagnati da un buon bicchiere di vino o birra. Non è mancata la musica con effetti multicolori che ha portato un’atmosfera di gioia e allegria.
Le persone hanno trascorso un altro bel momento di vita comunitaria.
Gli organizzatori dei tre eventi della serata sono stati contenti e hanno dato appuntamento a tutti per il prossimo anno.
W LA BEFANA!
GianniVigilia di Natale a Dodici Morelli
Festa dell’ultimo dell’anno a Bavilaqua
Pizzata con il coro a Dodici Morelli
Vigilia di Natale a Dodici Morelli
Ultimo dell’anno in oratorio a Palata Pepoli
ESSERE PELLEGRINI VERSO ASSISI
Siamo ormai prossimi al pellegrinaggio con le 4P che ci vedrà pellegrini ad Assisi nei giorni 3-5 febbraio 2023 e la domanda che ci viene alla mente nasce da una provocazione che una persona qualche giorno fa ci ha fatto: “Andate in gita o in pellegrinaggio?” Effettivamente, anche se la meta resta la stessa, cambia proprio il modo in cui approcciarsi, a seconda che sia gita o pellegrinaggio. Allora la domanda viene da sé: Cosa significa essere pellegrini? Interessante l’etimologia: «Da oltre i campi fuori dalle mura della città arriva qualcuno: un pellegrino. Uno straniero, presumibilmente un viaggiatore umile. Forse viaggia per giungere a qualche meta santa, forse viaggia fuori per arrivare a qualcosa dentro.»
Il pellegrinaggio è il cammino del povero che confida nel Signore. Nel Testamento Francesco specifica: «Si guardino bene i frati di non accettare assolutamente chiese, povere abitazioni e quanto altro viene costruito per loro, se non fossero come si addice alla santa povertà, che abbiamo promesso nella Regola, sempre ospitandovi come forestieri e pellegrini.»
Per un credente il pellegrinaggio rappresenta un momento di pausa e stacco dalla quotidianità. Si interrompono i ritmi spesso frenetici delle nostre giornate per mettersi in viaggio verso una mèta che è prima di tutto interiore. Per un incontro rav-
vicinato con Dio. Attraverso un cammino fisico e spirituale. Per un dialogo più intenso dell’anima con il Signore. Pellegrini INSIEME: è un momento “sacro” di ricerca comunitaria e fraterna, di conoscenza di figure di Santi che hanno camminato non in modo isolato dagli altri ma insieme a dei fratelli e a delle sorelle. Noi camminiamo insieme come parrocchiani di 4 parrocchie, ognuno è unico e irripetibile, ognuno è diverso dall’altro, ma c’è una particolarità: diversi ma fratelli e parte di una Comunità e in quanto tale cerchiamo di camminare uniti. Questo pellegrinaggio avrà come filo conduttore la conversione, che è un processo di cambiamento di mentalità, di punti di vista, di sguardi che dura tutta una vita. Questo vale per San Francesco, per Chiara, ma vale anche per noi. Altra caratteristica di questo pellegrinaggio sarà
la smitizzazione dell’immagine che le biografie hanno dato di Francesco e di Chiara per sfatare appunto i miti che altri hanno attribuito a queste due persone. Siamo contente di poter camminare insieme a voi. Sarà una bellissima occasione per conoscerci meglio e per approfondire l’amicizia e la fede.
CI È DI PESO PERFINO ESSERE UOMINI - UOMINI
CON UN CORPO E SANGUE VERO, NOSTRO…
“Ma guardate più attentamente! Se non sappiamo neppure dove abiti, adesso, questa vita, e cosa sia, come si chiami! Lasciateci soli, senza i libri, e subito ci confonderemo, ci smarriremo: non sapremo che partito pigliare, a cosa attenerci; che cosa amare e che cosa odiare, che cosa rispettare e che cosa disprezzare! Ci è di peso perfino essere uomini - uomini con un corpo e sangue vero, nostro; ce ne vergogniamo, lo consideriamo un disonore e ci sforziamo di essere non so che ipotetici uomini universali. Siamo nati morti, e da tempo non nasciamo più da padri vivi, e la cosa ci piace sempre di più. Ci prendiamo gusto. Presto escogiteremo il modo di nascere da un’idea”.
Si tratta di una citazione un po’ lunga, ma è degna di nota, è presa dal finale del libro “Memorie dal sottosuolo” di Dostoevskij. È un invito a chiederci dove sta la vita che noi cerchiamo, quella che ci fa battere il cuore, che ci mette sangue nelle vene, che fa cadere, che ci porta a scegliere, a lottare e amare. Tutti, credo, siamo convinti della bontà dei libri per conoscere e aprire gli orizzonti del sapere; ma è pur vero che abbiamo il rischio di baypassare la vita attraverso i libri (social, televisione, luoghi comuni) e lasciarci dire da loro quali pensieri sia giusto avere e quali scelte sia meglio
compiere. La provocazione di questo grande autore è quella di re-imparare a fare i conti con la nostra umanità, di scoprire cosa ci piace, cosa scegliamo di fare e di realizzare a partire da noi stessi, da quel terreno umano che ci troviamo sotto i nostri piedi e che non di rado ci confonde per la sua complessità. Invece di cercare il cammino faticoso ma affascinante di essere e diventare noi stessi, facilmente ci adattiamo a diventare “uomini universali”, cioè uomini comuni ma non persone. Questo ci chiede la pazienza di scoprire chi siamo, di partorirci a partire da quel grembo che non ci scegliamo ma è la vita che abbiamo a disposizione, gli incontri che facciamo e l’umanità che viviamo. Essere come ci chiede il ruolo, la professione, gli altri e la cultura circostante significa nascere morti perchè prevedibili, preventivabili. Abbiamo bisogno di un sussulto di umanità non di sforzo, quello che ci permette di riappropriarci di noi stessi, delle nostre bellezze come delle nostre rabbie senza cercare di assomigliare a, ma di maturare per e con. Nasciamo da un’idea quando partiamo dalle proiezioni o dalle idealizzazioni che ci facciamo sulla realtà, mentre nasciamo da padri vivi quando accettiamo di stare davanti alla realtà per quello che è, cercando di fare i conti con quello che siamo, che sentiamo e proviamo nel paziente cammino di inverare il nostro cuore. In questo secondo parto c’è spazio per l’imprevisto, per la caduta, per la ripresa, per il rischio e la speranza. Provare a rimetterci in contatto con noi stessi per trovare un centro dentro di noi, non per bastare a noi stessi ma per metterci in relazione agli altri a partire dal nostro volto, dalle nostre caratteristiche e possibilità, imparando a riconoscere il nostro sentire, quali sono i bisogni e quali i desideri.
Pietro RabittiAppuntamenti diocesani
Progetto «Emergenza Caldo Ucraina» della Caritas Diocesana per rispondere alla richiesta di supporto espressa dalle associazioni locali fornendo generatori ed accumulatori che potranno sopperire adeguatamente al fabbisogno locale in caso di emergenza. Il bisogno al quale si cercherà di far fronte riguarderà sia le realtà associative sia le istituzioni pubbliche: n° 3 centrali elettriche (accumulatori) per i Centri di distribuzione di Caritas-Spes > min 2kW; n° 1 generatore per l’ospedale di Snihurivka ; min 20 kW; n° 6 generatori per i pozzi di Mykolaiv > min 8 kW.
Prosegue l’attività di inizio mandato del Consiglio presbiterale per impostare il lavoro del prossimo triennio. Nella riunione del novembre scorso
A notte inoltrata la solenne e partecipatissima celebrazione nella Cattedrale Metropolitana, aperta con un omaggio all’immagine del Bambino Gesù.
Al termine della Messa della Notte di Natale in Cattedrale l’Arcivescovo si è recato nel cortile dell’Arcivescovado ed è salito sulle pattuglie volanti dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza per augurare buon Natale e felice anno nuovo alle forze dell’ordine del territorio, alle centrali operative e quanti in ascolto via radio prestavano il loro servizio nella notte di Natale, ringraziandoli per il loro lavoro.
31 Dicembre - Te Deum di fine anno col Cardinale: il salmo ci invita a lodare. Lo canteremo: «Te Deum laudamus»; con tanta commozione lodiamo Dio per il dono della vita del Papa Emerito Benedetto XVI, della sua testimonianza di cristiano e di credente fino alla fine, della sua fede e della ragione, del servizio alla Chiesa universale fin dal Concilio Vaticano II, del ministero episcopale e della grazia con cui ha presieduto alla comunione come Vescovo di Roma.
Il primo gennaio 2023 si è svolta a Bologna la marcia della pace e dell’accoglienza dal titolo “Europe for Peace – Bologna for Peace”. Hanno aderito alla manifestazione, giunta alla 7^ edizione, oltre 60 realtà tra Associazioni, Comunità, Gruppi di stampo civico, religioso, sindacale e politico.
si è avuto un ampio confronto su metodi e obiettivi da perseguire. Emerge il desiderio di uno spazio di riflessione con prospettive di medio e lungo periodo, per offrire al discernimento dell’Arcivescovo un parere chiaro e il più possibile condiviso. Tra i temi più indicati sono emersi, la necessità di una verifica costante sull’articolazione delle Zone pastorali nel territorio diocesano e di un’ampia riflessione sui ministeri laicali, alla luce dei recenti sviluppi promossi dal Papa, tra i quali l’istituzione delle donne e la nuova figura istituita del «catechista».
La notte di Natale è iniziata con una celebrazione eucaristica nella stazione ferroviaria dell’Alta velocità nella quale l’Arcivescovo ha voluto celebrare per essere vicino a chi spesso vive come un’ombra in questi luoghi di passaggio ma anche di solitudine. E’ un luogo simbolico, periferico, nel cuore della città. «Un luogo scomodo - lo ha definito l’Arcivescovo - come lo è stato per il Signore che nasce per strada ricordandoci che lo incontriamo per strada nei tanti fratelli più poveri che cercano incontro, riparo e la loro destinazione. È qui, aggiunge, che troviamo quel Bambino deposto in una mangiatoia. Ed ecco anche chi siamo noi: una Comunità di fratelli e di sorelle che cammina, che ogni tanto si perde nella confusione del mondo ma che ha trovato il Signore Gesù, non in astratto o nel chiuso ma nella fragilità dei più deboli.”
Il 15 gennaio messa in cattedrale del Cardinale con la candidatura di 6 nuovi diaconi. Eugenio
al vicario
E’ LA DIVERSITÀ DELLO SPIRITO CHE DÀ VITA
Se esiste un elemento distintivo della Chiesa è la diversità. Certo: l’uniformità è ciò che ci tiene uniti almeno finchè è essa a ruotare attorno alla Parola di Dio e alla Tradizione dei Padri ma la diversità è la caratteristica e a volte la garanzia dell’azione dello Spirito nella Chiesa.
Ora: è evidente che queste parole possono prendere la forma che gli si vuole dare ma è altrettanto evidente che la Forza dello Spirito ha bisogno di diversità, nella Chiesa e nel Mondo, per esprimere la Fantasia di Dio che, per ovvie ragioni, è più grande della logica umana. Anzi: è possibile che, a volte, la logica umana sia il limite concreto alla Fantasia dello Spirito.
Utile, per non confondersi, almeno chiarire i termini: la diversità è l’espressione perfetta della Bellezza Divina, l’unica che possiede il potere di far convivere gli opposti creando una profonda Armonia. La diversità è seme divino, dunque, e non artificio umano. Quando gli uomini provano a creare la diversità scivolano nella divisione o nella tolleranza: nel primo caso la diversità è l’occasione di scontro, nel secondo di indifferenza. Non è cattiveria ma solo limite. Limite che Dio non possiede e che noi invece dobbiamo smontare. Il modo certo per farlo è guardare le cose dallo stesso punto di vista di Dio in cui la diversità non è giudizio ma fantasia. La vita della Chiesa si sostiene sulla diversità: carismi diversi, ruoli diversi, doni diversi, approcci diversi, esperienza diverse, realtà, contesti e persone
diversi. Ma la sua diversità diventa potenza quando è fondata sulla Comunione dell’essere un solo Corpo ed un solo Spirito, al di là degli attori. Anzi, nonostante gli attori. Sì perché quando gli attori confondono la parte con il tutto, l’approccio personale con l’approccio unico, il proprio sguardo con l’unico punto di vista possibile allora la diversità diventa separazione che esclude lo Spirito (non abita per sua natura nella divisione oppositiva) e rompe la Comunione e quindi la Chiesa. Per usare le parole di Paolo Apostolo si finisce per essere di Apollo, di Cefa o di Paolo, insomma, un po’ di tutti ma nessuno di Cristo.
Accettiamo di crescere nella forza dello Spirito che rompe gli schemi e le abitudini, che muove le acque, le mescola e le agita, perché tutto sia nuovo. E’ la diversità dello Spirito che dà vita. E questa diversità a volte si respira anche attraverso una storia diversa, una cultura diversa, un contesto diverso. E’ con questo Spirito che accogliamo padre Thomas e padre Mathew, sacerdoti della Congregazione Missionaria dell’Eucarestia che dal Kerala, in India, il Vescovo ci ha donato. Vivranno a Renazzo e spenderanno il loro Ministero tra noi, nella nostra Zona Pastorale, con la loro diversità, con la loro fantasia con la fiducia che in essa vive la Fantasia dello Spirito.
Don MarcoSTORIA DELL’ OSPEDALE DI CENTO
attività fino agli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale (vedi foto dei “ cameroni” per uomini e donne).
L’attuale ospedale, che venne inaugurato nell’ottobre del 1927, aggiungeva all’antico Monastero (tutto raccolto attorno al chiostro quadrato) due nuove ali protese verso levante e che permisero di raddoppiarne la capienza.
Nell’anno 1944 i locali dell’ospedale vennero occupati dalle truppe tedesche e, conseguentemente, venne trasferito nella Scuola professionale F.lli Taddia per poi, nel maggio del 1945, rientrare nella propria sede. (fonti Erri, Atti, Chiappini)
Nell’anno 1226 fu eretta, in via Borgo Nuovo (attuale via Baruffaldi n.1, in angolo con via Matteotti) dove c’è attualmente questo palazzo (foto) ed in passato un magazzino di legnami e la dispensa dei Sali e Tabacchi (foto) a spese di vari e pii uomini riuniti in una Confraternita che fu detta dei Battuti, la Chiesa di S. Maria Annunciata.
La Chiesa fu eretta per comodità dei devoti non essendoci in tutta Cento che quella di S. Biagio e, alquanto scomoda, quella di S. Maria Maggiore a Pieve.
Nell’anno 1336 la Chiesa fu accresciuta di un capace ed utile Ospedale per i poveri infermi di Cento.
Nel 1340 la Confraternita acquistò, sostenuta dai Vescovi di Bologna ed in particolare dal Vescovo Accarisi nativo di Cento, alcune case attorno alla Chiesa e ciò permise di aumentare gli spazi per l’ospedale e dove, per oltre 5 secoli, rimasero.
Nel 1799, con la venuta in Italia di Napoleone Bonaparte, tutte le Congregazioni e Confraternite religiose furono chiuse e depauperate dei propri beni e, per tale motivo, l’ospedale viene a mancare ed i malati vengono trasferiti nella nuova sede presso l’ex Monastero di S. Caterina che era stato fabbricato nel 1515 a fianco di una piccola Chiesa chiamata appunto di S. Caterina. Nell’anno 1863 aveva una capienza di 30 posti e rimase in
Ciao Merope !
E’ salita al cielo “ la Merope”, per molti anni signora indiscussa della canonica di Renazzo con Don Ivo. Nella foto esce dal cantiere della Chiesa in ristrutturazione sostenendosi al braccio del Vescovo Zuppi durante il funerale di Don Ivo.
la nostra storia
ASSOCIAZIONE CACCIATORI DI PALATA
Palata Pepoli, grazie alla conformità del territorio, fin dai tempi antichi, è sempre stata un luogo di caccia. Anticamente per necessità di sopravvivenza, nei tempi moderni per caccia sportiva collegata anche al piacere di degustare un buon piatto di selvaggina nostrana. Il nostro territorio, in passato, era quasi tutta valle e risaie e di conseguenza la caccia e la pesca abbondavano. Con la venuta dei Torlonia la caccia fu permessa solo a personalità di loro conoscenza, mentre la pesca veniva praticata come coltura dall’azienda stessa. Negli anni Cinquanta, alla vendita della tenuta, anche Palata ridivenne territorio di caccia, naturalmente regolamentata dalle norme statali. Grazie all’abbondanza della selvaggina stanziale, alla morfologia del territorio e alle leggi che lo permettevano, negli anni Sessanta fummo invasi da cacciatori esterni che arrivavano soprattutto dalla zona di Firenze. Poi, cambiando le leggi e aumentando i cacciatori locali, non si ebbe più il fenomeno dei cacciatori fuori provincia. Dalla fine degli anni Sessanta fino all’inizio degli anni Novanta vi fu un grande aumento dei cacciatori di Palata. Alla fine degli anni Sessanta del ‘900... un gruppo di cacciatori nostri paesani presero in affitto la casa denominata “Stella” che fu per molti anni la base di ritrovo per riunioni e per mangiate tra cacciatori e simpatizzanti.
Alcuni nomi dei cacciatori del periodo d’oro di Palata: Luigi Borsari, Arrigo Borsari, Gaetano Borsari, Florindo Vecchi, Franco Cremonini, Libero Bernagozzi, Franco Vecchi, Mario Capelli, Gaetano Ghelli, Ezio Lodi, Alberto Gallerani, Remo Guicciardi, Sergio Lodi, Emidio Vecchi, Renato Farina, Tiziano Farina, Giuliano Farina, Dante Farina, Bruno Malaguti, Camillo Malaguti, Giuseppe Breveglieri (al Bimbo), Mario Balboni, Renzo Guerzoni, Franco Parenti, Enrico Villani, Gilberto Zanella, Luigi Grandi, Gianluigi Vecchi, Augusto Pellegatti, Lamberti Alberto, Cremonini Franco (Laico) ecc. ecc.
Dopo gli anni duemila, con le nuove politiche nazionali, anche a Palata la caccia sportiva ha avuto un tracollo non indifferente, a rincarare la dose è subentrata anche la federazione, aumentando di molto i costi della licenza di caccia, delimitandone le zone, indicando le giornate e la quantità della selvaggina da cacciare. Nel giro di una decina di anni a Palata sono rimasti solo un paio di cacciatori. I pochi cacciatori della zona vengono utilizzati anche, con permessi speciali dalla federazione, per la caccia alle nutrie, alla ghiandaia (un volatile che danneggia la frutticoltura) e ai cinghiali in montagna
Fu talmente grande l’incremento dei cacciatori nel nostro territorio che l’ente predisposto per la caccia prese in affitto del terreno in località Colombaia, attrezzandolo con voliere e capanni per la riproduzione della selvaggina. Nel territorio, a rotazione, venivano definite delle zone di Bandita di Caccia e dei periodi annuali di caccia. Normalmente la caccia veniva aperta dall’inizio di settembre alla fine di gennaio, rispettando i giorni della settimana stabiliti e il tipo di cacciagione. La presidenza della sezione Cacciatori di Palata era affidata a Remo Guicciardi, grande appassionato di caccia e bravo tiratore al piattello.
A sinistra, Remo Guicciardi, presidente della sezione cacciatori di Palata, premiato dal presidente del Luccio Giuseppe Breveglieri.
l’angolo della poesia
S27H001A2023H
Questo fumo acre di carne umana
straziata e bruciata
Morti viventi
vagano silenti in gelidi campi ardenti Anime intrappolate nel filo spinato anime esplose sul campo minato anime volate dalle ceneri bruciate
Corpi svuotati umiliati ammassati accatastati
vagano silenti come scheletri viventi in cerca di bucce da mettere tra i denti. Non cercate viventi nella terra dei morti viventi Baracche e camini a ricordo di immani tormenti
Che MAI
perdano Memoria le nostre stupidi menti
Andrea Passerini
LA SPIRALE DELLA CURIOSITA’
I COLLEGAMENTI CICLOTURISTICI FRA CENTO E :
1) LA CICLOVIA DEL SOLE
2) LA VEN-TO (VENEZIA-TORINO)
3) LA PISTA CICLABILE DEL BURANA
4) LA CICLOVIA DEL RENO
5) LA BICIPOLITANA
6) LA CICLOVIA DEL NAVILE
7) LA CICLOVIA DELLE PALUDI
8) CICLOVIA CENTO-FINALE EMILIA-MODENA
Cento è una bella città di quasi 40.000 abitanti compresa nel triangolo fra Bologna, Ferrara e Modena.
Proprio per questa stupenda posizione, sulla sponda sinistra orografica del Reno, ha tutte le carte in regola per fare da collegamento fra le tre province e rappresenta un punto di raccordo fra le varie vie ciclabili che si snodano attorno in varie direzioni.
E’ proprio un momento molto importante per Cento-Ciclabile, poiché fra pochi mesi (maggio-giugno 2023) saremo attraversati da una arteria ciclabile molto importante: LA CICLOVIA DEL RENO.
Questa strada ciclabile che partirà dalla periferia di Bologna (Trebbo di Reno), sviluppandosi sull’argine del fiume Reno, lambirà la città di Cento e di Pieve di Cento per poi raggiungere Galliera (primo stralcio) ed in seguito proseguirà fino al mare, a Casal Borsetti, dove si trova la foce del Reno stesso (secondo stralcio).
Come ho già avuto modo di dire altre decine di volte, l’altra via ciclabile importante che attraversa Cento è il collegamento, da me ideato e realizzato con il contributo di FIAB Castelmaggiore, fra la Ciclovia del Sole in località Bolognina, e la Bicipolitana (ora anche la citata Ciclovia del Reno).
Quindi i ciclo-viaggiatori che volessero, partendo da Bologna, e utilizzando la Ciclovia del Reno, portarsi sulla Ciclovia del Sole, una volta arrivati al ponte ciclopedonale fra Cento e Pieve di Cento, non hanno che da seguire i cartelli segnaletici fino a Bevilacqua, poi proseguire per la via
Riga Bassa e, dopo aver superato Sammartini, raggiungere la Ciclovia del Sole a Bolognina e poi proseguire verso Mirandola e Mantova.
Un’altra ciclovia di importanza nazionale che passerà vicina a noi è la VEN.TO. Questa stupenda ciclovia collegherà Venezia con Torino (sono in corso in questi giorni importanti lavori su tutto il tratto di oltre 600 km) e avrà uno sviluppo eccezionale. Saranno decine di migliaia i cicloturisti che vorranno percorrerla. E Cento che cosa sta facendo per promuovere il collegamento con questa “AUTOSTRADA DELLE BICICLETTE”??
Forse si sta muovendo qualche cosa, ma già la strada è tracciata: utilizzando la Ciclovia del Reno fino a Sant’Agostino, e prendendo da qui la ciclabile che porta a San Carlo, immediatamente dopo possiamo inserirci sulla via che, costeggiando il Cavo Napoleonico, ci porta fino a Bondeno e qui passerà la Ven.To.
In definitiva per il Comune di Cento, senza ulteriori investimenti in studi che potrebbero perdersi e non portare ad alcun risultato pratico, basta valorizzare con Articoli, Comunicazioni sulle principali piattaforme dedicate, iniziative per la popolazione ciò che già esiste.
Seguiranno le altre ciclovie sui prossimi numeri di Camminiamo….
Antonio GalleraniPROGRAMMA PALATA…E DINTORNI ANNO 2023
Concluso l’anno 2022, ricco di eventi, l’Associazione Palata… e dintorni riparte con slancio per affrontare il nuovo anno. Al momento non c’è ancora un programma definitivo, in quanto l’attività si concentrerà soprattutto nei mesi fra primavera, estate e autunno.
Intanto si sono svolte due tombole: il 5 e il 21 gennaio e i tre incontri, in collaborazione con la Tenda di Gionata, su fede e omosessualità: il primo è stato il 13 gennaio dal titolo:
CHE COSA
DICE LA BIBBIA? Con don Gianluca Carrega (biblista di Torino), il secondo,il 20 gennaio, CHE
COSA DICE
LA CHIESA? (magistero e teologia) con don Paolo Cugini (direttivo Tenda di Gionata), mentre nel terzo e ultimo incontro del 27 gennaio il titolo era:
CHE COSA DICONO LORO, LESBICHE E OMOSESSUALI E I LORO GENITORI? (con Luca, Beatrice e Giampiero). (Chi volesse approfondire, può trovare le registrazioni delle tre serate sul sito: https://palataedintorni.it nella sezione news).
Dopo questi primi eventi si sta definendo la programmazione futura, anticipando che nel periodo estivo ci saranno le serate culturali, con presentazione di libri e non mancheranno appuntamenti musicali e di intrattenimento.
Sempre in estate si svolgerà “Estate Ragazzi” mentre, tra la fine dell’estate e l’autunno l’appuntamento sarà con eventi ormai collaudati: “Magna e bév” e “Moc du Maròn”; stesso discorso per ciò che riguarda il periodo natalizio, con eventi per bambini. Potete seguire la programmazione di Palata… e dintorni attraverso i canali ufficiali: il sito https://palataedintorni.it e le pagine social facebook, instagram, tiktok e youtube. Vi aspettiamo ai nostri eventi!
Il Direttivo di Palata…e dintorni
CONSIGLI PASTORALI DI FEBBRAIO 2023
MERCOLEDI 1° FEBBRAIO: Bevilacqua
MARTEDI 7: Dodici Morelli
GIOVEDI 9: Palata Pepoli
I Consigli pastorali si terranno alle 20,45 nei rispettivi oratori.
Nei CP di febbraio valuteremo la situazione della manutenzione delle strutture e condivideremo alcune indicazioni della quaresima.
COORDINAMENTO ORATORIO FEBBRAIO 2023
MARTEDI 31 GENNAIO: Dodici
Morelli
GIOVEDI 2 FEBBRAIO: Palata
Pepoli
Bevilacqua l’ha già fatto in gennaio
Gli incontri si svolgeranno alle ore 20,45
CIRCOLI BIBLICI DI QUARESIMA
Visto il successo dell’esperienza del tempo di avvento, certificato anche nell’incontro di verifica, abbiamo pensato di proporre anche per il tempo di quaresima i circoli biblici nelle famiglie. Vengono confermati quelli che si sono costituiti nel tempo di avvento e c’è spazio affinché se ne formino altri. A partire da lunedì 20 febbraio sino a lunedì sino a venerdì 20 marzo le quattro parrocchie vivranno la quaresima meditando settimanalmente la Parola di Dio nelle famiglie.