Camminiamo Insieme novembre 2021

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Camminiamo

Insieme

Dodici Morelli, Bevilacqua, Galeazza e Palata Pepoli NOVEMBRE n. 6• 2021

VERSO L’AVVENTO

Don Paolo

Il tempo di avvento, che sta per iniziare domenica 29 novembre, offre molti spunti di riflessione. In primo luogo, ascolteremo nelle prime letture alcune delle profezie dette messianiche, di alcuni profeti d’Israele, soprattutto il profeta Isaia, che ci allertano sul futuro. Iniziamo l’anno liturgico facendoci aiutare dai profeti a smettere di guardare solamente al nostro ombelico, producendo visioni distorte ed egoistiche della realtà, ma a camminare nel presente della nostra vita con i piedi ben piantati per terra e con lo sguardo verso il Signore della storia, Gesù Cristo, che ci invita ogni giorno a seguirlo nel cammino della giustizia e della pace.

CON IL VESCOVO

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Entrare nel tempo di avvento significa accettare di entrare nei tempi di Dio, che sono lenti, che esigono pazienza, silenzio, ascolto. Tempo di avvento per imparare la calma del Signore, apprendere a distaccarci dalla mentalità del volere tutto e subito, per affiancarci alle persone che fanno parte del nostro cammino, con delicatezza, atteggiamento di ascolto, tenerezza. Allenare l’orecchio all’ascolto paziente, a strappare con i denti spazi di silenzio e di ascolto della Parola, per crescere come uomini e donne, maturare nella capacità di prendere decisioni non affrettate, ma maturate nel tempo e nella preghiera, proprio come faceva Gesù. Tempo di avvento per entrare in sintonia con il progetto di amore del Padre manife-

CARITAS E MISSIONI

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stato da Gesù, progetto che chiama in causa non solo l’uomo e la donna, ma anche la creazione. Come persone appartenenti a comunità cristiane non possiamo rimanere con le mani in mano nei confronti dell’appello di salvaguardia del creato, di cura dell’ambiente. Papa Francesco nella Laudato sii ci ha ricordato che il rispetto dell’ambiente è legato all’attenzione ai più poveri le cui terre e ambienti sono devastati dalle multinazionali e da Stati Nazionali che per cercare i propri interessi non rispettano nessuno, soprattutto i più deboli. Per questo sarà importante coinvolgere i consigli pastorali per pensare a scelte in queste direzioni, per giungere ad un Natale più coerente con Gesù, nato povero tra i poveri.

CATECHESI

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FORMAZIONE

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catechesi

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CRESIMA A XII MORELLI

Lo scorso 10 Ottobre si sono celebrate le Cresime dei ragazzi di seconda media a Dodici Morelli. Questa giornata è stata preparata da un lungo percorso di catechismo. Nell’ultimo anno abbiamo approfondito i brani del Vangelo. L’ultima parte, invece, è stata seguita da don Paolo che ha guidato i ragazzi nella lettura della Bibbia. Per noi catechiste è stato un bel cammino, è vero che i ragazzi di oggi hanno mille impegni ma

sono comunque stati presenti in modo assiduo e attenti nell’ascolto della Parola. La speranza di poter proseguire questo cammino si fonda anche sulla diretta testimonianza dei nostri ragazzi. Cito Isacco Luppi cresimando:” Ricevere il dono dello Spirito Santo è stato molto emozionante. Mi impegnerò a proseguire questo cammino di Fede”. La catechista Rosalia dedica le seguenti parole ai neo-cresimati: ”Cari Ragazzi e Ragazze, questi cinque anni insieme ci hanno portato a questo giorno di festa. Siamo cresciuti insieme ed è stato bello farvi conoscere attraverso la preghiera, l’ascolto, il gioco quanto è meraviglioso, quanto è prezioso e meraviglioso Gesù. La Cresima non è un punto di approdo ma un trampolino di lancio verso l’Annuncio, la solidarietà e la testimonianza. Questo è l’augurio che vi facciamo: volate alto insieme a Gesù per vedere realizzati i vostri sogni e nella strada della vita restate ben saldi a colui che non delude mai e che fortezza, sapienza, scienza, intelletto e consiglio siano al vostro fianco e non vi manchino mai la pietà verso il prossimo e il timore di Dio”. Un ringraziamento a Don Paolo e un ringraziamento anche a Don Victor, che ha seguito i ragazzi fino allo scorso anno. Manuela e Rosalia

La messa del sabato pomeriggio a Dodici Morelli Ogni sabato alle ore 17.30 in chiesa a Dodici Morelli c’è “la Messa dei bambini”. Forse non è il termine più appropriato ma io la chiamo così. La Messa è di tutti, certo, ma viene da nominarla in quel modo perché partecipano i bimbi che frequentano il catechismo animata dal coro Trinity Angels. Voglio riportarvi ciò che ha detto Papa Francesco in una sua omelia: “La Messa è la preghiera per eccellenza, la più sublime, la più alta e nello stesso tempo la più concreta. È l’incontro d’amore con Dio mediante la sua parola e il Corpo e il Sangue di Gesù.” Alle sue parole aggiungo anche il mio pensiero:... vederla così animata dai bambini sia nel canto sia nelle preghiere riscalda il cuore, porta tanta gioia. Voglio ringraziare tutti coloro che si adoperano per renderla ogni sabato così “preziosa”. Barbara T.

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catechesi

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COMUNIONI A BEVILACQUA

Domenica 3 ottobre la comunità di Bevilacqua si è riunita per celebrare l’Eucarestia di sei bambini. La prima comunione era stata programmata per il 19 Maggio scorso ed è stata rimandata per le restrizioni Covid 19. La data è stata così riprogrammata per il 3 ottobre e, dopo alcune settimane di catechismo e prove, è arrivato il grande giorno. Alle ore 10 del mattino, Andrea G, Federico, Lorenzo, Michael, Andrea C e Simone, sono arrivati in chiesa vestiti con le tuniche bianche e splendenti, la medaglietta della prima comunione e al collo il crocifisso. Bellissimi ed emozionatissimi, in processione accompagnati dai ministranti e da don Paolo, sono entrati in chiesa sulle note di un canto festoso e gioioso. Nei banchi erano presenti genitori, nonni, parenti ed amici, tutti cercavano di scattare foto ricordo e si è notato che alcuni non riuscivano a trattenere l’emozione. I bambini si sono disposti in due file al fianco dell’altare e hanno partecipato attivamente alla cerimonia con le letture, il canto e l’offertorio. Il momento dell’Eucarestia è stato vissuto con molto raccoglimento e gioia perché finalmente ricevevano Gesù. La celebrazione è stata molto bella grazie alla bravura di don Paolo che ha gestito con gioia e amore ogni momento della messa. Alla fine foto di rito del parroco e catechisti con i bambini e poi tante foto ricordo con genitori e parenti. I genitori, contenti, hanno ringraziato in più occasioni il parroco, i catechisti, il coro e quanti hanno partecipato all’organizzazione di questa giornata indimenticabile. Oramai il giorno volge al termine e adesso tutti uniti, inizieremo il percorso di catechesi che ci porterà fra un paio di anni alla Cresima, forti della presenza di Gesù dentro di noi, del suo grande aiuto e della sua preziosa amicizia. Gianni

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oratorio

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CHE COS’E’ L’ORATORIO?

Dire cos’è un oratorio è allo stesso tempo semplice e difficile. Non possiamo dire che all’oratorio si può far tutto, che all’oratorio non ci sono pretese, che l’oratorio sia uno spazio come un parco nel quale vado e mi diverto con gli amici ma con la “certezza” che, a differenza di un parco, sia un luogo più sicuro, vigilato, controllato. Se questo fosse l’oratorio, cambierei mestiere: ci sarebbe poca differenza dal “Paese dei Balocchi” di Mangiafuoco, no? Ma noi desideriamo crescere degli asini o educare dei ragazzi a vivere in pienezza la loro vita? Ecco perché mi sembra utile prendere un po’ di tempo e cominciare a condividere con voi alcune riflessioni sull’oratorio. Riflessioni perché siamo proprio come allo specchio: quale riflesso mostra il nostro oratorio? Questa è la domanda che continuamente dobbiamo andare a scavare al fine di trovare la fonte a cui anela la nostra sete, sete di educazione. Forse sarà come un seme caduto sulla strada, forse come un seme caduto fra le pietre o fra i rovi… forse sarà come un seme caduto sul terreno fertile, accogliente e che porta frutto. Di quale frutto stiamo parlando? Del discernimento comunitario: una comunità che si lascia interpellare e si apre all’ascolto dello Spirito per prendere in mano la storia, in questo caso la vita del suo oratorio, e farla fiorire come il Signore desidera. Non possiamo permetterci di lasciar le decisioni a

pochi addetti ai lavori e tanto meno di evitare di prenderne affatto: l’oratorio è espressione di una comunità di discepoli di Gesù, una comunità che punta gli occhi sulle giovani generazioni con uno sguardo di benevolenza e di speranza, sapendo che da questo sguardo esse potranno trarne vita, una vita che vale la pena di essere vissuta e donata per il meglio. Dunque a cosa potremmo paragonare l’oratorio? Francesco Santarello (Ciri),

PRIMO INCONTRO ORATORIO PALATA PEPOLI Ci siamo trovati giovedì 4 novembre alle ore 20,30 per confrontarci sugli spazi messi a disposizione dalla parrocchia per i ragazzi. Dopo una prima riflessione in cui don Paolo, citando il documento della Conferenza Episcopale Italiana, ricordava la finalità educativa dell’oratorio e della necessità di uno stile accogliente e relazionale, siamo passati alle cose concrete. In primo luogo, abbiamo segnato i momenti in cui l’oratorio può già essere utilizzato, vale a dire per vedere le partite e per il sabato sera dei ragazzi delle superiori. Oltre a questi momenti, don Paolo al giovedì pomeriggio sarà in oratorio per accogliere i bambini che vorranno trascorrere qualche momento in compagnia o giocando, o facendo i compiti. L’importante è andare con calma e, quindi, fare in modo che con il tempo, questo spazio che la parrocchia mette a disposizione, venga percepito come possibilità per realizzare attività per i bambini e per i giovani. Federico e Samuele N. sono i due responsabili delle chiavi acontro con i genitori dei bambini delle elementari per parlare con loro dell’oratorio e delle sue possibilità.

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Preparazione Sala Oratorio Palata Pepoli

E’ da sempre stato desiderio di Don Paolo vedere tornare alla vita i tanti spazi parrocchiali quasi inutilizzati e vuoti e soprattutto rivedere in questi spazi i giovani. Uno di questi luoghi è proprio l’oratorio parrocchiale, una bella e grande sala che è stata per noi anche Chiesa, nel post terremoto, già utilizzata per tante belle iniziative in passato e che ha tutte le caratteristiche per poter diventare anche un perfetto luogo di aggregazione di giovani e, perché no, anche di meno giovani. Ma che bello sarebbe vedere di nuovo ragazzi che entrano ed escono dagli spazi parrocchiali e magari con il tempo imparare a prendersene cura! Da qualche tempo alcuni parrocchiani si stanno prodigando per rendere la sala ‘a portata di giovani’, ascoltando le loro richieste e cercando di soddisfarle per quanto possibile: è stata installata una televisione, attivata una connessione internet, al momento sono stati presi alcuni divanetti, gli spazi sono stati puliti, inclusi i bagni, e sanificati. Sono stati acquistati alcuni materiali di pulizia tra cui anche un aspirapolvere ad uso di chi utilizzerà la sala per lasciarla sempre pulita per chi verrà dopo. Ci sono ancora tante cose da fare, tanti progetti: l’acquisto di altre comode sedute, dotare la sala di un frigorifero, sistemare in modo più utile la posizione della televisione e predisporre l’ambiente anche con un sobrio sistema audio per fare e ascoltare musica, sicuramente si dovrà pensare ad un abbonamento per vedere sport in streaming. Tutto questo vuole essere un modo per ridare ai giovani un luogo di aggregazione, per far vivere ai giovani di Palata Pepoli il loro paese, i loro spazi, imparando a condividerli e a viverli nel rispetto di chiunque li frequenta e di chi li mette a disposizione, e magari anche contribuendo a mantenerli puliti e in ordine. Ad oggi qualcuno, che si accontenta anche solo di stare in compagnia, usufruisce già della sala: i più giovani per

farci i compiti qualche pomeriggio, i più grandi per andare a vedere qualche partita, ci auguriamo che sia sempre più sfruttata! E sono sempre ben accette nuove idee, proposte, iniziative. Verranno anche stabilite delle semplici regole di buona convivenza, sicuramente ci saranno limiti di capienza, si dovrà vivere questo spazio con rispetto e in modo responsabile e con un comportamento corretto e consono agli spazi. Cercheremo di mantenervi aggiornati sulla situazione della sala, sui prossimi lavori e sistemazioni e su tutto quello che riguarderà il suo utilizzo tramite il giornalino, al momento se qualcuno volesse usufruirne: per trovarsi per fare i compiti, per guardarsi un film la domenica pomeriggio (.. potrebbe essere carino per i piccoli, se accompagnati da un adulto, visto che si va verso l’inverno) o magari anche per una pizza e partita può farne richiesta a Don Paolo che verificherà la disponibilità della sala e darà le indicazioni necessarie al suo utilizzo. Cristina Farioli

PING- PONGANDO

Conosci il PING PONG o meglio il TENNIS TAVOLO? Ti piacerebbe imparare a giocare a questo bellissimo e divertentissimo sport da praticare con i tuoi amici in allegria? Se sei interessato, ti aspettiamo il sabato pomeriggio dopo la Messa dalle 18,30 alle 19,30 nel salone dell’oratorio di Dodici Morelli. Gianfranco Diaco (istruttore di tennis tavolo a Reno Centese) e Andrea Passerini ti aspettano per iniziare questa bellissima avventura insieme. Se ci sarà un sufficiente interessamento, si organizzeranno anche incontri periodici infrasettimanali nell’ambito del progetto ORATORIANDO (date e orari da definirsi).

Mi raccomando, non perdere questa bellissima occasione per imparare questo sport in allegria ed amicizia. per info: manda un messaggio whatsapp ad ANDREA PASSERINI cell. 3402722530

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oratorio il Progetto Oratorio di Dodici Morelli è pronto a partire! Insieme

È strutturato in vari laboratori: - Laboratorio di informatica con i robottini per bambini dai 6 ai 10 anni. Si terrà di giovedì dalle 17 alle 18 e partirà giovedì 24 Novembre. Necessita dell’iscrizione e il costo é di 5€ al mese; - Laboratorio di informatica per ragazzi delle medie e superiori. Si terrà il venerdì dalle 17 alle 19 e partirà il 25 Novembre; - Laboratorio di inglese per bambini dalla seconda elementare alla quinta elementare. Il corso si terrà di lunedì dalle 17 alle 18 e partirà lunedì 22 Novembre. Necessita l’iscrizione e il costo é di 5€ al mese; - Corso di ping pong per tutte le età. Si terrà il sabato pomeriggio dalle 18,30 alle 19,30. Partirà sabato 20 Novembre e necessita dell’iscrizione; - Laboratorio di bricolage per i ragazzi delle medie e superiori. Il corso si terrà il sabato pomeriggio dalle 15 alle 16 e partirà sabato 27 Novembre. Necessita dell’iscrizione e il costo è di 5€ al mese; - Progetto di canto nel coro Trinity Angels. I bambini possono fare le prove il mercoledì dalle 17,30 alle 18,30 per poi poter cantare nel coro durante la messa del sabato pomeriggio. Non serve l’iscrizione basta accompagnare i bambini alle prove. Le iscrizioni ai laboratori si potranno fare sabato 13 Novembre in segreteria parrocchiale dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Gloria (per il coordinamento oratorio)

L’ORATORIO DI DODICI MORELLI Nella giornata di Lunedì 25 ottobre si è aperto l’oratorio di Dodici Morelli. Secondo i ragazzi che l’hanno visitato, questo posto, dove è possibile instaurare amicizie e stare in compagnia, risulta molto accogliente. Sotto certi aspetti, è stata una vera e propria rivoluzione l’arrivo di Don Paolo perché, da parte nostra ci si aspettava la solita Chiesa con le solite regole (serietà, precisione …) ma, a differenza di alcuni preti precedenti, Don Paolo rende la Chiesa un posto gradito anche dai giovani. Passando all’arredamento, le tre stanze si presentano molto accoglienti e sempre in modo diverso per gli oggetti che vengono aggiunti per rendere tutto più confortevole e agli occhi di tutti più bello. Riguardo alle attività da fare in oratorio ci sono già molte proposte e infatti io come altri speriamo che anche grazie a questo la Chiesa (in particolare l’oratorio) diventi un punto di incontro per noi giovani. Picone Manuel

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L’oratorio. Una Comunità che educa. “L’oratorio è casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita, cortile per incontrarsi in allegria...”. Così lo definiva don Bosco. Una frase un programma, che per essere attuato richiede una vita. Ed in effetti nell’oratorio si entra bambini e se ne esce vecchi. D’altronde, se l’educazione è l’introduzione nella realtà, occorre quantomeno sian presenti due soggetti. Uno che accetta di essere educato e l’altro che educa. Da qui si capisce come ciò richieda uno scambio intergenerazionale unico e irripetibile. Leggevo l’altro giorno che la Comunità Europea, attraverso un bando, finanzia progetti che favoriscano questo scambio fra generazioni. Evidentemente, l’aver tralasciato di menzionare le radici cristiane nel preambolo della sua Carta Costituzionale, non è stato un semplice errore o un lifting indolore. Se non sai da dove vieni, difficilmente saprai dove andare. Ed è così che ora, anche questi nostri illustri governanti, si accorgono di un qualcosa che un povero prete di campagna aveva già capito 200 anni fa. Che il valore di una comunità è dato dalle persone che la frequentano e dallo stile di vita che si instaura nelle relazioni reciproche. In questo sta la bellezza e la responsabilità educativa di chi frequenta l’oratorio. E’ qui che si impara a servire: è questa la direzione in cui i giovani devono incamminarsi. Per tutti questi motivi, l’Oratorio di XII Morelli è lo strumento educativo che la parrocchia si è data, il luogo della missione della parrocchia stessa per i ragazzi, gli adolescenti e i giovani. Sarebbe bello diventasse occasione di incontro e condivisione per le famiglie della comunità. La parrocchia non si sta risparmiando neanche dal punto di vista economico. Sono state sostituite le porte per una spesa iniziale di 1500€ (a breve saranno sostituite anche quelle delle sale del sottotetto), è stato acquistato un tv da 75 pollici, un tavolo da ping pong, un divano e poltrone, un tavolo e sedie per allestire un’aula studio multimediale, il tutto per una spesa ulteriore di 3500€. Qui c’è spazio per tutti. Anche per te, che sei ancora indeciso se metterti in gioco. Massimiliano Borghi

Cosa penso dell’oratorio di Dodici Morelli Non mi sarei mai aspettato una rivoluzione così ampia in così poco! L’oratorio è un bel posto per stare in compagnia, giocare, instaurare amicizie tutti insieme. A me piace tantissimo, e lo frequento quasi sempre. Spero sempre in un miglioramento costante e determinato perché possa diventare un luogo sempre più bello. Secondo me i difetti sono 2: 1) gli orari di apertura, due giorni sono troppi pochi, lo terrei aperto più tempo ed eleggerei un responsabile al quale dare le chiavi 2) Magari nei giorni festivi/liberi organizzare, con un po’ di preavviso ovviamente, tornei dentro l’oratorio. Dato che siamo in autunno tornei di videogiochi, carte o tennis tavolo. Sarebbe divertentissimo! Luca T.

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pastorale giovanile

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IL DOPOSCUOLA... MANO NELLA MANO Come ogni anno, da dieci a questa parte, il servizio parrocchiale del doposcuola (dall’uscita scolastica alle ore 17.00) accompagna e aiuta una ventina di bambini nel fare i compiti e soprattutto nel socializzare a prescindere da qualsiasi religione e nazionalità. I nostri bimbi provengono da più scuole e da classi diverse. In questa epidemia ci sono state anche per noi difficoltà, soprattutto nel mantenere il distanziamento e le mascherine alzate. Sono stati bravi, anzi bravissimi e lo sono tuttora. Questo servizio non serve solo alle famiglie ma anche a noi che li assistiamo. Ci rendiamo conto, giorno per giorno, di quanto cambino e crescano in fretta i nostri bimbi. Ci spiazzano di continuo sulla conoscenza degli utilizzi di computer e telefonini e ci insegnano addirittura come usarli al meglio, poi paradossalmente tanti di loro non sanno allacciarsi le scarpe… una delle prime cose che ci insegnavano i nostri genitori. Ci si prova a rivestirsi di mansuetudine e di pazienza come educatori nel nostro servizio al doposcuola, dove l’aiuto nei compiti non è il solo obiettivo. Insieme ai bambini viviamo anche il momento di gioco prima e dopo i compiti, tempo in cui ci si relaziona, si cerca sempre di perdonarsi a vicenda, come quando si litiga per il pallone. Inoltre, anche quest’anno, è rinato l’orto dei bambini del doposcuola. Ecco che ritroviamo la viva partecipazione e corrispondenza tra varie generazioni. Sempre grazie alla collaborazione dei nostri nonni Roberto e Silvio. In questo tempo autunnale, i bambini stanno curando cipolle, finocchi, verze e radicchi rossi, sentendosi ognuno responsabile della piantina scelta. Ancora oggi, si accostano alla Natura con curiosità e stupore. Ogni giorno, finiti i compiti,

corrono nell’orto per controllare che tutto sia a posto. Ad esempio, si sono accorti che alcune piantine non crescono bene, allo stesso modo delle altre, poiché attaccate da lumache. Siamo intervenuti subito su queste più deboli con metodi naturali e biologici per salvarle. Il messaggio che speriamo di trasmettere ai bambini nel curare questo piccolo orto è di mettere in circolo il loro Amore, ascoltare, rispettare e fare ogni giorno la propria parte, crescendo con il valore di aiutare tutti, partendo dai più deboli. Elena Simona Pina Lucio Max

Pizzata e incontro con i 2009 di Bevilacqua Il 23 ottobre noi di 2a media, di Bevilacqua, abbiamo mangiato pizza e chiacchierato su argomenti interessanti. Ci siamo confrontati sulla giornata mondiale delle missioni e abbiamo letto una lettera di padre Gabriel, missionario in

Amazzonia e amico di don Paolo. Abbiamo capito che essere missionari è un ruolo molto importante, non si arrendono mai, hanno sogni e cercano in qualche modo di realizzarli. Giada

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pastorale giovanile

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CAMPO INVERNALE A MINOZZO PER RAGAZZI/E DELLE 4 PARROCCHIE organizzare l’andata e il ritorno. Altrimenti dobbiamo prenotare un pullman e il prezzo complessivo sale. 2. Importante: la casa vacanze richiede il green pass o il tampone. 3. Materiale personale da portare al campo. Servono le lenzuola (o il sacco a pelo), la federa e gli asciugamani. Oltre a ciò, siccome il campo sarà in montagna e in inverno, è necessario portare maglioni, guanti, ecc. 4. Ogni campo avrà la presenza di due cuochi 5. Responsabile o animatore dei due campi invernali: don Paolo

Dal 27 al 30 dicembre e dal 2 al 5 gennaio, si terranno presso la casa vacanze di Minozzo due campi invernali: il primo per i ragazzi delle superiori e il secondo per i ragazzi di seconda e terza media delle quattro parrocchie. Obiettivo dei campi è offrire un momento di vita comune e di conoscenza reciproca ai ragazzi delle quattro parrocchie. Nelle giornate del campo ci saranno momenti formativi, di servizio comune, di preghiera, assieme a passeggiate e gioco. Minozzo è un paesino del comune di Villa Minozzo, a 800 metri sul livello del mare, situato nell’appennino reggiano. Dista circa 100 km da Dodici Morelli. È attorniato da una ricchissima vegetazione e da boschi. La casa vacanza, di recente ristrutturazione, è una casa contadina appartenente alla parrocchia di Minozzo. Attualmente, nel rispetto delle norme anti Covid, accoglie un massimo di trenta persone. Al primo piano c’è una camera per 8 persone e un’altra da 3. Al secondo piano, oltre alla camera per il prete, c’è una camera da cinque e un’altra da tre. È poi fornita di un ampio refettorio e di una cucina attrezzata di tutto. La casa è fornita di panni da letto e di cuscini, con molti servizi igienici. Da Minozzo, nei mesi invernali, è possibile fare alcune passeggiate nei dintorni. Il comune di Villa Minozzo dista circa 3 km da Minozzo.

PROGRAMMA PRIMO TURNO: 27-30 DICEMBRE (superiori 4 parrocchie) Lunedì 27 - ore 8: partenza da Dodici Morelli Giovedì 30 ore 11: viaggio di ritorno SECONDO TURNO: 2-5 GENNAIO (seconda e terza media 4 parrocchie) Domenica 2 gennaio ore 14,30: partenza da Dodici Morelli Mercoledì 5 ore 11: viaggio di ritorno MOMENTI DI PRESENTAZIONE DEI CAMPI INVERNALI Per aiutare genitori e ragazzi a comprendere meglio il progetto dei campi invernali, sono previsti i seguenti momenti di presentazione: Ragazzi seconda-terza media: Domenica 21 novembre ore 15 in oratorio Dodici Morelli Ragazzi superiori: Domenica 28 novembre ore 18,30 con pizzata in oratorio a Dodici Morelli Genitori seconda-terza media: mercoledì 17 novembre ore 20,30 (Dodici Morelli) Genitori superiori: giovedì 25 novembre ore 20,30 (Dodici Morelli)

Costo dei campi: Alloggio: 13 euro al giorno Vitto (colazione, pranzo e cena, con un po’ di merenda) 20 euro al giorno Totale: 110 euro (arrotondato) Nota bene: 1. Dalla spesa rimane fuori il costo del viaggio. Se i genitori si mettono d’accordo, con 5 macchine si può

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STELLA EGUI LA

IL 19 DICEMBRE GIORNATA ZONALE MEDIE DALLE 15.30 PROSSIMAMENTE TUTTI I DETTAGLI

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oltre l’ascolto

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UNA PIETRA DOPO L’ALTRA… buoni, i gesti premurosi attenzioni, occhi che non che non allontanano, ma gono, possano essere un

di piccole giudicano, che accolriflesso di

quel Dio che passa in mezzo a noi, se glielo permettiamo. Ecco allora, quei piccoli mattoncini che ancora non sanno cosa andranno a costruire, ma Cita così un versetto di una canzone attribuita a San Francesco D’Assisi, nel suo ri-costruire la chiesa di San Damiano, che fu il suo punto di partenza. Ogni volta che ci affacciamo alla porta della canonica, sott’argine, dove viviamo da poco più di un anno e mezzo, l’immagine che ci si presenta agli occhi è una chiesa distrutta, sorretta all’esterno da pesanti ponteggi e tiranti, ma all’interno disfatta in ogni suo mattone. Sappiamo di essere forse un po’ drastiche e negative, ma l’immagine di questa chiesa di mattoni ci rimanda alla Chiesa che all’oggi stiamo vivendo. Scriviamo da una terra di campagna e di confine, lontana un po’ da tutto. Scriviamo da una piccola parrocchia in cui il nostro vescovo ci ha trovato un luogo in cui vivere per poter aprire la nostra porta ai giovani in discernimento, che hanno voglia di passare un momento fraterno, e parlare un po’ della loro vita e delle loro scelte. Questa canonica è un piccolo porto in cui ormeggiare la propria nave, condividendo pensie-

ri, domande, dubbi, timori, scelte e soddisfazioni, magari davanti ad un caffè, in compagnia della Bibbia. La nostra esperienza è partita un anno e mezzo fa con questo intento. La pandemia e le situazioni concrete della vita hanno poi spinto le nostre vele a modificare la rotta, e così ci siamo ritrovate a dare il nostro contributo, per quanto semplice e piccolo, alla nostra parrocchia di riferimento. Ciò che più ci piace fare è, là dove ne abbiamo la possibilità, conoscere le persone, le vite, le storie. Provare, per quanto possibile, ad incontrare, a condividere, per quel poco che il tempo e le circostanze consentono. Un altro nostro desiderio è quello di riuscire a trasmettere il messaggio di un Dio che ama, che non giudica, che cammina insieme a noi, insieme alle nostre gioie, ai nostri dolori, ai nostri dubbi e alle nostre fatiche. Sì, perché pensiamo che sia più che legittimo avere dubbi su come e quando Dio ci accompagna, nei momenti più cupi, quando non lo riusciamo a vedere. E crediamo che le mani, gli sguardi

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che ci provano, piano piano, uno alla volta, anche un po’ storti. Una pietra dopo l’altra, sperando di cominciare, insieme, a costruire qualcosa di nuovo. Cecilia e Giorgia – associazione “Oltre l’Ascolto”


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carita e missioni

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IL CAMMINO DELLA CHIESA CATTOLICA IN INDONESIA E TOLLERANZA INTERRELIGIOSA L’Indonesia è un nazione composta da 17.508 isole delle quali più di 15.000 sono disabitate e con una popolazione pari a 273,5 milioni di abitanti. L’Indonesia è un grande paese composto da vari gruppi etnici e diverse religioni. L’ideologia che ci lega è la “PANCASILA” (AQUILA). E’ quello che afferma la fede in un solo unico Dio. “PANCASILA” ha questi cinque pilastri: – FEDE NELL’UNICO E SOLO DIO – UMANITA’ GIUSTA E CIVILE – L’UNITÀ DELL’INDONESIA – DEMOCRAZIA GUIDATA DALLA SAGGEZZA NELLA DELIBERAZIONE RAPPRESENTATIVA – GIUSTIZIA SOCIALE PER TUTTO IL POPOLO INDONESIANO. In Indonesia ci sono sei religioni ufficiali tra cui il maggioranza musulmana (Islam), il protestantesimo, l’induismo, il buddismo, il confucianesimo e invece i cattolici in Indonesia costituiscono una minoranza. Invece nel mio paese cioè l’isola di Timor (Nusa Tenggara Orientale: NTT) il 53,61% della popolazione è cattolica (2,94 milioni). Le differenze fra religioni non hanno lo scopo di dividerci, ma diventano una forza per noi per rimanere uniti e sovrani, per mantenere Pancasila e l’integrità della Repubblica Unitaria dell’Indonesia. L’unità e la tolleranza che ci fanno raggiungere la via della felicità per credere e avere una fede forte. Ecco, questo è il mio cammino di fede verso la felicità in mezzo alle altre religioni e alle persone non credenti.

felice perché il Signore Gesù sta ancora dando respiro di vita a questo giorno. La fede cattolica viene infatti avvicinata attraverso due cose: la conoscenza e l’esperienza. Non si ferma solo alla teoria o alla conoscenza ma deve essere sentita attraverso esperienze reali nella vita sociale, sia con la famiglia che con altre persone intorno a noi, e non deve essere speciale ma solo cose semplici. L’esperienza di fede deve essere alimentata attraverso vari sforzi che vanno dalla preghiera personale, al sostegno della famiglia anche se nella vita familiare ci sono molte sfide che devono essere affrontate ma non usa-

LA STRADA VERSO LA FELICITÀ Esperienza di fede Tutti vogliono che la loro vita sia piena di felicità. Ma qual è la misura/ standard della felicità? Naturalmente, la misura della felicità è spesso diversa. Alcuni misurano la felicità in base alle cose materiali, altri misurano la felicità in base alla posizione e alcuni misurano la felicità in base a tutto il successo che ottengono. Sento che la felicità che viene realmente da Gesù non mi demoralizza per il resto della mia vita anche se è una cosa molto semplice. La felicità che provo non deriva dal successo e nemmeno da cose materiali o di altro tipo. Insomma, mi sento felice perché posso rincontrare la mia famiglia a diversi anni di distanza, lontana a causa del lavoro, mi sento felice perché tutti i membri della famiglia sono sopravvissuti al disastro e hanno sperimentato finora molte fedi, in fondo sono

tele come scusa. Mi sento felice perché sperimento la convivenza con le persone nelle comunità, e l’essere coinvolta in varie forme di culto che vanno dalla liturgia ufficiale della chiesa che include vari sacramenti e culto quotidiano, a vari tipi di devozione.Questa esperienza di fede è una cosa importante e ho incontrato molte persone in questo periodo. Solo in questo momento il mondo è sempre più moderno e sofisticato che a volte ci fa dimenticare il “saluto personale” del Signore Gesù come Salvatore dove tutto si ferma al ritualismo. La chiesa aiuta anche la sua gente a comprendere la fede cattolica in termini di

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conoscenza, attraverso varie forme di assistenza, che vanno dall’assistenza catecumenale, alla prima comunione, al bagno, all’approfondimento della fede a maggio e ottobre come mese del Rosario e così via. Naturalmente, questo è anche integrato da lezioni religiose a vari livelli di istruzione, e in vari luoghi sono stati forniti semplici corsi teologici per sostenere la conoscenza della fede della gente. Esamina la comprensione della fede e si offre per completare l’esperienza di fede. Dietro questi due tipi di sviluppo della fede, c’è un’innegabile ansia che le persone non siano interessate a imparare a capire la fede. Quindi le persone sono abituate alla devozione ma prive di comprensione profonda della fede. Qui può sorgere per due ragioni, vale a dire c’è difficoltà nell’insegnare la fede sia da parte del maestro e d’altra parte c’è una riluttanza delle persone ad approfondire la comprensione della loro fede. Nel bel mezzo di una situazione come questa, ciò che deve essere garantito sui social media è fornire i modi più semplici che possano essere compresi dalle persone in modo che siano le persone stesse a sentirlo e sperimentarlo. Perché quando le persone sono nervose, sono riluttanti a comprendere la fede, il che porta all’incapacità di spiegare la fede di fronte ai media, che spesso sono grossolani in termini di abbandono delle norme di altre religioni. Questo è un nuovo campo di predicazione su cui bisogna lavorare. Considerando che i nostri media per la predicazione sono stati finora poco compresi e sembrano antiquati, è necessario collaborare con i “ragazzi di oggi” per completare la nostra esperienza di fede con la conoscenza della stessa. In modo che ogni persona si senta a proprio agio e possa interpretare da sé che la felicità è abbastanza semplice. Queste sono alcune delle esperienze di fede che ho avuto finora.


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caritas e missioni

LA CARITAS E IL POLLO DI TRILUSSA

Ad ascoltare i vari Tg, in cui imperversano economisti che quotidianamente ci ricordano come il PIL sia aumentato in modo strabiliante (tutto vero), pare che l’economia vada a gonfie e vele e che si sia tornati ai livelli pre-Covid. Purtroppo però, chi come noi presta servizio in un “centro d’ascolto” Caritas, vede che non sono tutte rose e viole. In questi mesi, si sono presentate nuove persone a chiedere aiuto. La crisi infatti ha acuito il divario fra ricchi e poveri. Pare un dato incontrovertibile che chi già “aveva” abbia ancora di più e che chi prima rasentava la soglia di povertà, ora ci sia “cascato” dentro. E’ un po’ come il pollo di Trilussa. Se consideri due commensali, risulta che ne hanno una metà ciascuno. Ma può essere che a mangiarlo sia uno solo. La povertà economica di cui è rimasto vittima chi ha perso il lavoro, spesso lavoro precario o “in nero”, senza ammortizzatori sociali ha fatto precipitare questi poveretti in una situazione di grave crisi. In molti casi senza riuscire nemmeno a pagare l’affitto o il mutuo. Un profondo senso di smarrimento o di paura si è impossessato di queste persone. I recenti

casi di violenza che hanno contraddistinto alcuni paesi della nostra amata Italia, si possono forse ricondurre a queste situazioni di buio in cui alcuni si sono loro malgrado ritrovati? Prima di unirci al coro di chi in queste ora chiede “più militari”, non sarebbe il caso di ascoltare queste persone per portare un po’ di Luce nella loro vita? Chiara e Grazia

LAUTARI LETTERA RAGAZZI DELLA COMUNITA’ LAUTARI Con questa lettera, vogliamo ringraziare Don Paolo e tutte le Comunità Parrocchiali di XII Morelli, Bevilacqua, Galeazza e Palata Pepoli per la possibilità di partecipare alle messe e di portare le nostre testimonianze e per l’accoglienza che abbiamo ricevuto da parte dei fedeli.

Inoltre volevamo esprimere tutta la nostra gratitudine per averci accolti a braccia aperte.

È stato bello al termine delle varie messe che le persone si siano fermate a parlare con noi, chiedendoci delle nostre storie e della nostra realtà in Comunità, dandoci tanto incoraggiamento e speranza per continuare la nostra piccola ma grande “missione” per noi stessi e per tutte quelle persone che avranno bisogno.

Dopo questa bella esperienza ci piacerebbe continuare a mantenere vivo il rapporto tra la nostra e la vostra realtà.

Un abbraccio e un ringraziamento sentito da parte di Ivan, Valentina , Daniel, Vincenzo e Edy per aver avuto il piacere di vivere direttamente questa esperienza.

Ancora Grazie da parte di tutti i ragazzi della Comunità Lautari.

Incontro Caritas 4 parrocchie Sammartini 13


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intervista del mese

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Intervista a Irma Marivanna Maddalena

Qual era la situazione della Chiesa al tuo arrivo? La Chiesa in Acre, al mio arrivo, era guidata dal vescovo Moacyr Grechi, originario del Sud del Brasile. Il clero era quasi interamente straniero: dei dodici sacerdoti presenti solo uno era acreano. La Chiesa di Rio Branco era gemellata con quella di Lucca: erano presenti quattro parroci che operavano in due parrocchie: una nella città e una all’interno. Le parrocchie delle città avevano un raggio di 200 chilometri e comprendevano le città - bairro (periferia) e colonie sparse nella foresta. La presenza del sacerdote era rara per la vastità del territorio di cui si doveva occupare e per l’esiguo numero degli stessi.

Marivana Maddalena, Irma del Brasile Non tragga in inganno il titolo: Marivana è uno degli errori dell’anagrafe (una strana fusione di Maria e Ivana), indelebile a quei tempi, Maddalena è il suo cognome, Irma sta per sorella in Brasile. Incontro Marivana alla casa madre delle Serve di Maria di Galeazza. Don Paolo mi aveva invitato ad incontrarla, perchè aveva tante cose da raccontarmi della sua esperienza missionaria in Brasile. Mi accoglie con grande calore, mi dispiega una grande cartina del Brasile e mi indica la sua zona di evangelizzazione. Marivana dove sei stata in missione? Sono stata un mese in Africa e 33 anni in Brasile. Per motivi di salute mi avevano sconsigliato di partire, il clima caldo-umido non mi avrebbe aiutato. Ho fatto una visita medica prima di partire e il medico era stato ottimista, quindi sono partita, nel lontano 1986 da Milano. In quale parte del Brasile hai operato?

Di cosa vi occupavate tu e le tue consorelle? Le prime comunità di base sono opera delle Serve di Maria di Galeazza. Svolgevamo attività pastorale e sociale, aiutavamo le famiglie emarginate con particolare attenzione verso le donne e i bambini. Le prime si accoppiavano in giovane età, facevano molti figli, venivano spesso abbandonate. Non rimanevano mai sole: l’uomo è sentito come Ero a Rio Branco, nello stato dell’Acre, una sicurezza per la propria esistenza. uno dei più piccoli del Brasile: è grande come il nord Italia. È a nord-ovest, Un ricordo particolare? confina con la foresta amazzonica, con Ho conosciuto Chico Mendes e ricordo il Perù e con la Bolivia. Ero arrivata quando il vescovo, in occasione della dopo la fine della dittatura militare, ho Novena del Natale, ci annunciò la sua trovato una situazione di grande dise- morte violenta. guaglianza: famiglie molto povere che neppure chiedevano aiuto, famiglie che Com’è cambiato il Brasile in questi se ne approfittavano, famiglie ricche. Il anni? vescovo Moacyr Grechi non voleva che Sicuramente ci sono stati miglioramenfacessimo assistenzialismo, chiedeva a ti; ricordo che quando arrivai a Rio tutti di operare affinché la gente fosse Branco non mi capacitavo del fatto che messa, gradualmente, nella condizione la città principale di quello Stato si predi provvedere a sé e ai propri bisogni. sentasse così. Il presidente Lula ha fatto interventi importanti e significativi: ha portato l’elettricità nella foresta, ha Come viveva la gente? Era una realtà multietnica che vive con costruito scuole e ospedali. Non si può poco e di poco. La maggior parte delle dire lo stesso di Bolsonaro: lascia che le case erano di legno, a un piano, su pa- multinazionali sfruttino il Paese in prilafitte per difendersi dai rettili e dagli mis la foresta amazzonica, il polmone allagamenti frequenti nel periodo delle del pianeta. piogge. Dormivano su amache protette da zanzariere per evitare le punture Soffri di saudade? degli insetti. Peggiore è la situazione Il Brasile mi manca, sono pentita di esdi chi viveva nella foresta: povera gen- sere tornata, provo nostalgia per la vita te, a volte venuta dal sud credendo di semplice di là. fare fortuna e che, invece, si è trovata Intervista raccolta senza niente, con difficoltà di trasporto, da Mariarosa Nannetti distanze enormi, senza scuole e servizi sanitari, con lavori saltuari, malnutrita.

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formazione

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Liturgia della Parola e laici In preparazione alla festa della Madonnina della Valle, Don Paolo ha proposto dei momenti di liturgia della Parola guidati da laici, cosa non abituale che richiede qualche chiarimento. Se consideriamo la liturgia eucaristica nella sua completezza, possiamo vedere che c’è la prima parte chiamata liturgia della parola nella quale i laici hanno già modo di partecipare con il canto, le preghiere, la lettura, e la seconda, la liturgia eucaristica, con la consacrazione centro del sacramento che richiede l’intervento del sacerdote come persona ordinata, poi la comunione e il rito della benedizione specifici pure del sacerdote. Affidare a laici, uomini e donne istituiti, con esperienze specifiche di preghiera, formati come i catechisti, preghiere e lettura della parola è una modalità importante al fine di creare più occasioni per condividere la Parola di Dio. Ricordo la lettera pastorale di alcuni anni fa del Vescovo che invitava tutte le comunità a spezzare il pane della Parola perché diventi per tutti nutrimento spirituale. Il laico non è sostituto del parroco ma si prende carico di quelle attività che servono per rendere più viva e partecipe la comunità, animando le celebrazioni liturgiche, stimolando ogni persona a sentirsi parte viva della condivisione della Parola e non solo ascoltatore; obiettivo delle liturgie della Parola è che ognuno possa contribuire esprimendo cosa il Signore gli ha detto in quel momento condividendolo come si fa normalmente fra persone che si incontrano. La liturgia come definizione è una cosa ripetuta con uno schema rituale che deve essere continuamente ravvivata perché ci sia il

piacere di partecipare, perché offra ad ognuno quelle sensazioni positive che portano gioia da donare agli altri, perché alimenti il desiderio di partecipare sostituendo quella cappa dell’obbligo che ci sentiamo spesso addosso come retaggio di tempi passati. Sicuramente ci saranno nel corso dell’anno altre occasioni per proporre la liturgia della Parola, penso ai tempi forti di Avvento e Quaresima, alla preparazione del Natale, Pasqua, Patrono; i consigli pastorali sono chiamati a farsi promotori di queste iniziative. Eugenio Curati

CAMMINO SINODALE DELLE CHIESE CHE SONO IN ITALIA

Lettera alle donne e agli uomini di buona volontà Carissima, carissimo, tu che desideri una vita autentica, tu che sei assetato di bellezza e di giustizia, tu che non ti accontenti di facili risposte, tu che accompagni con stupore e trepidazione la crescita dei figli e dei nipoti, tu che conosci il buio della solitudine e del dolore, l’inquietudine del dubbio e la fragilità della debolezza, tu che ringrazi per il dono dell’amicizia, tu che sei giovane e cerchi fiducia e amore, tu che custodisci storie e tradizioni antiche,

tu che non hai smesso di sperare e anche tu a cui il presente sembra aver rubato la speranza, tu che hai incontrato il Signore della vita o che ancora sei in ricerca o nel dubbio… desideriamo incontrarti! Desideriamo camminare insieme a te nel mattino delle attese, nella luce del giorno e anche quando le ombre si allungano e i contorni si fanno più incerti. Davanti a ciascuno stanno soglie che si possono varcare solo insieme perché le nostre vite sono legate e la promessa di Dio è per tutti, nessuno escluso. Ci incamminiamo seguendo il passo di Gesù, il Pellegrino che confessiamo davanti al mondo come il figlio di Dio e il nostro Signore; Egli si fa compagno di viaggio, presenza discreta ma fedele e sincera, capace di quel silenzio accogliente che sostiene senza giudicare, e soprattutto che nasce dall’ascolto. “Ascolta!” è l’imperativo biblico da imparare: ascolto della Parola di Dio e ascolto dei segni dei tempi, ascolto del grido della terra e di quello dei poveri, ascolto del cuore di ogni donna e di ogni uomo a qualsiasi generazione appartengano. C’è un tesoro nascosto in ogni persona, che va contemplato nella sua bellezza e custodito nella sua fragilità. Il Cammino sinodale è un processo che si distenderà fino al Giubileo del 2025 per riscoprire il senso dell’es-

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sere comunità, il calore di una casa accogliente e l’arte della cura. Sogniamo una Chiesa aperta, in dialogo. Non più “di tutti” ma sempre “per tutti”. La crisi sanitaria ha rivelato che le vicende di ciascuno si intrecciano con quelle degli altri e si sviluppano insieme ad esse. Anzi, ha drammaticamente svelato che senza l’ascolto reciproco e un cammino comune si finisce in una nuova torre di Babele. Quando, per contro, la fraternità prende il sopravvento sull’egoismo individuale dimostra che non si tratta più di un’utopia. Ma di un modo di stare al mondo che diventa criterio politico per affrontare le grandi sfide del momento presente. Il futuro va innanzitutto sognato, desiderato, atteso. Ascoltiamoci per intessere relazioni e generare fiducia. Ascoltiamoci per riscoprire le nostre possibilità; ascoltiamoci a partire dalle nostre storie, imparando a stimare talenti e carismi diversi. Certi che lo scambio di doni genera vita. Donare è generare. Grazie del tuo contributo. Buon cammino! Roma, 29 settembre 2021 Festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli IL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA


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formazione

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RITIRO SPIRITUALE DI AVVENTO

Tema Confidate nel Signore sempre (Is 26,4) Spunti di riflessione dalle profezie di Isaia ascoltaste nel tempo di avvento PROGRAMMA 8,30 lodi e prima meditazione 9,30 adorazione eucaristica 11,30 messa 15 ora media e seconda meditazione 17,30 preghiera a Maria

CAPIRE FRANCESCO

L’Associazione Palata…e dintorni, continua una serie di incontri iniziati questa estate e che proseguiranno nei prossimi mesi invernali. Stiamo preparando un programma che ci accompagnerà fino alla prossima estate partendo da domenica 14 novembre p.v. dalle ore 15.30 dove, nel bel salone parrocchiale di Palata Pepoli, parleremo di Papa Francesco cercando di capire “il Papa e la crisi attuale della Chiesa Cattolica”. Mai come in questa fase storica, c’è la necessità di approfondire il messaggio di Francesco, le finalità, la missione, le attese e le speranze di una Chiesa in difficoltà, lontana dalla gente, dalle famiglie, dai giovani e dagli adolescenti. Cercheremo insieme a Don Paolo Cugini, di approfondire il messaggio di Francesco e scoprirne la forza e la grandezza, forza e grandezza capaci di accompagnarci verso nuovi orizzonti dove la Chiesa possa ritornare a essere punto di riferimento per i Cristiani. Il Direttivo di Palata…e dintorni

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Un saluto dal nuovo Sindaco di Cento

Care concittadine e cari concittadini, accolgo con piacere l’invito a scrivere qualche riga di saluto. Invio un ringraziamento sentito a chi ha deciso - da pochi mesi a questa parte - di dar vita a questa pubblicazione dal titolo molto bello: “Camminiamo insieme”. Grazie quindi alla parrocchia di XII Morelli, nella persona di Don Paolo, e a tutti coloro che contribuiscono alla redazione del giornalino. “Camminiamo insieme” è una bella sintesi di quello che penso debba essere la politica: non un’avventura solitaria, una carriera da fare come individui, ma una strada da percorrere mettendo in comune il proprio tempo, le proprie idee, le proprie differenze. Se lo si fa assieme, quel cammino sarà meno gravoso: lo abbiamo visto con la crisi del Covid, quando eravamo costretti all’isolamento, spesso a restare chiusi in casa e abbiamo potuto contare sul sostegno del volontariato, degli amici, della famiglia, delle istituzioni pubbliche, dei servizi sociali e sanitari. Da soli non ce l’avremmo fatta. Vogliamo camminare insieme non solo perché costretti dalle necessità, ma anche per il piacere di farlo, di incontrare nuove amiche e nuovi amici e, nel confronto, matu-

rare nuove idee e nuovi progetti per le nostre comunità. Grazie ancora a chi anima questa testata: queste iniziative, spontanee, dal basso, che si offrono gratuitamente alle cittadine e ai cittadini sono segnali forti di fiducia, semi che vengono gettati nella certezza che germoglieranno nuove piante e nuova vita. Saranno proprio questi elementi, uniti al lavoro quotidiano e allo spirito di servizio, che dovranno guidarci durante il mandato amministrativo. Facciamolo insieme, non perdiamoci di vista: la mia porta sarà sempre aperta. Edoardo Accorsi

ADELANTE IN AUTUNNO

Terminata la ricca stagione estiva e dopo un breve periodo di pausa e di meritato riposo all’Adelante ora stiamo programmando gli eventi per l’autunno-inverno. Innanzitutto nei primi giorni di ottobre sono ripartiti i campionati di biliardo e freccette, cosa questa veramente importante e per niente scontata viste le difficoltà dei mesi scorsi quando si decise di guardare cosa e chi erano rimasti dell’attività sportiva prima dell’emergenza covid. In prima battuta la situazione pareva davvero disastrosa ma poi, con pazienza certosina, ci siamo messi tutti quanti al lavoro per ricostruire le squadre, ricucire contatti, crearne di nuovi e devo dire che i nostri sforzi alla fine sono stati premiati. Ad oggi abbiamo ripreso appieno le attività sportive che avevamo. Sono anche già arrivate le prime soddisfazioni, infatti per quanto riguarda le freccette, la nostra squadra di serie A, gli Adelante si sono aggiudicati la coppa Italia in un avvincente torneo a Salsomaggiore dove si fronteggiavano le migliori squadre provenienti da ogni parte d’Italia; ebbene, i nostri Adelante si sono imposti su tutti vincendo il torneo. Notevole anche il terzo posto della nostra Barbara Osti. Ma all’Adelante non facciamo solo sport, come scrivevo prima, in questi giorni stiamo program-

mando gli eventi per l’autunno-inverno. Innanzitutto come associazione Aps abbiamo aderito ad un bando regionale dal titolo “Insieme per un mondo migliore” che ha come scopo l’interazione sotto vari aspetti di anziani e giovani nei luoghi di aggregazione. Per quanto ci riguarda stiamo programmando una serie di attività proprie del circolo che vanno dalle letture dialettali per la parte culturale ma anche tornei di briscola, freccette e di biliardo, che prevedono appunto la partecipazione e la collaborazione di giovani e anziani insieme. Al circolo troverete i programmi, i regolamenti ed i dettagli delle attività legate al bando. La programmazione autunno-inverno prevede però diverse altre cose, faremo tanta musica, ini-

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ziative e spettacoli legati a ricorrenze ecc.. Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane al circolo troverete la programmazione completa di ogni attività. Un caro saluto a tutti quanti. Vittorio Prendin


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DUE PAROLE AL SINDACO DA UN OVER

Il Comune di 100 sarà guidato per i prossimi 5 anni da Edoardo Accorsi un giovane sindaco sul quale i centesi ripongono molte aspettative. Numerose sono le associazioni e le rappresentanze dei vari ceti sociali che ambiscono alla realizzazione delle proprie prerogative. Nei due quinquenni appena trascorsi, vuoi a causa del sisma vuoi per il sorgere del covid, non sono stati realizzati taluni obiettivi propalati negli impegni pre-elettorali. E’ ovvio che ci sarà bagarre per accaparrarsi condizioni vantaggiose per i prossimi anni, e ciò, a maggior ragione, in questa fase politico-sociale di rilancio economico post-pandemia, nella quale si è alle prese con un cospicuo rincaro, sui mercati internazionali, degli approvvigionamenti energetici e delle materie prime. Accanto al vortice di questo parapiglia globalizzato ci sono però, soprattutto, le problematiche quotidiane dei cittadini di tutte le fasce sociali, impegnate nella quadratura dei propri bilanci familiari ma anche imprenditoriali. L’attenzione principale dovrebbe essere rivolta alle Famiglie che sono e rimangono il fulcro di tutte le dinamiche sociali. La famiglia interagisce con tutte le istituzioni del nostro territorio comunale e, in questo ambito, ogni fascia di età manifesta tutte quelle esigenze che dovrebbero essere recepite dai vari uffici di competenza della nuova giunta municipale. Anche se spesso sfugge ai più, nella famiglia un ruolo molto

importante è relegato agli ultrasessantenni: si tratta di una fascia di persone che apportano sia un contributo affettivo che economico. Costoro infatti non sono altro che nonni che si prodigano per i nipoti, ma molto spesso sono anche figli che hanno a carico gli anziani genitori ormai prossimi ai novant’anni. Questi over 60 spesso percepiscono il meritato assegno pensionistico di fine rapporto lavorativo. Tuttavia, non di rado, si trovano a dover fare i conti con gli acciacchi che tale età, purtroppo, riserva loro. E’ proprio in queste circostanze che i cittadini hanno più bisogno di essere favoriti negli approcci ai servizi sociali e sanitari. Un nonno, una nonna di 60 anni che in famiglia spende le sue energie sia come baby-sitter per i nipoti, sia come badante per i propri anziani genitori, non può vedersi assegnata una visita medica a distanza di alcuni mesi!! L’autorevolezza di un sindaco e della sua giunta dovrebbe manifestarsi nei confronti dell’autorità regionale competente, per far sì che i servizi medico- sanitari siano tempestivi nei confronti di tutti i cittadini ed in particolar modo dei meno abbienti. Anche per parlare di tutto questo, auspico che il neo Sindaco di Cento gradisca incontrare la cittadinanza delle frazioni comunali; fra queste la comunità di Dodici Morelli ne sarebbe alquanto onorata. Lucio Garutti

Caro Edoardo, ci aiuti? Dodici Morelli è una piccolissima realtà e probabilmente nessuno dei suoi abitanti ha mai preteso di trovare gli stessi comfort che si trovano in città, ma questo non deve essere una scusa per non impegnarsi a migliorare i servizi per i suoi cittadini. Soprattutto tra i giovani, ma probabilmente nei pensieri di chiunque, si sta sognando il giorno in cui tutte le case dismesse che si trovano in piazza, ma anche l’ex macello lascino il posto a strutture nuove, esteticamente più piacevoli e soprattutto più funzionali. Oppure basterebbe abbatterle e lasciare posto a par-

chi e giardini pubblici, dato che l’unico che abbiamo, nelle vicinanze del centro, è stato giustamente riservato alle scuole dopo il terremoto del 2012. Lo sappiamo tutti, sono anni che questo problema viene sottolineato e siamo anche coscienti della difficoltà che stanno dietro a queste operazioni ma noi non vogliamo perdere la speranza. Il Covid-19 ha stravolto le nostre vite e ci ha tolto molto, sicuramente non rientrano tra le priorità di un paese ma sarebbe comunque bello riprendere le vecchie abitudini, come ad esempio il mitico carnevale, e perché

no aggiungerne di nuove. Alcuni cittadini volenterosi vorrebbero creare luoghi ricreativi o adibiti all’insegnamento, di musica per esempio, nelle ex scuole elementari che chiaramente necessitano di una ristrutturazione. Oggi più che mai abbiamo bisogno di luoghi d’aggregazione, di interstizi sociali. La Parrocchia di Dodici Morelli offre già il suo contributo in questi ambiti ma noi desideriamo l’intera comunità di Tiramolla attiva e chiediamo al Comune il supporto necessario. Giulia Galeotti

Caro Sindaco ti scrivo...

Pensavo potessi vincere, ma non stravincere, come in realtà è stato. Sì, certo, sarebbe facile dire che hai avuto il 27% dei voti validi e che il vero vincitore è stata l’astensione. Ma queste sono quisquiglie. Ciò che importa è che ora il Sindaco di Cento sia tu. Hai saputo creare entusiasmo in tanti ragazzi che ti hanno seguito e votato. Hai saputo riportare consapevolezza in tanti ragazzi d’una volta che avevano perso il gusto dell’impegno civile. Chapeau. Ora inizia il compito più arduo ma al tempo stesso più stimolante. Governare un Comune che ha tanti problemi ma anche tante energie. Negli ultimi vent’anni Cento si è imbruttita. Basta far due passi nei Comuni vicini e poi tornare qui, per veder la differenza. Là si vedono tanti salotti animati, qui tante cassapanche vuote. Il centro di Pieve è un piccolo gioiello. San Giovanni pullula di gente che entra ed esce dai tanti ristoranti. Qui invece abbiamo ancora il Comune chiuso. Il Teatro chiuso. La Pinacoteca chiusa. Non so di chi sia la colpa ma di certo qualcosa non è andata come doveva andare. Siam vittime di un degrado che vien da lontano. Direi da almeno vent’anni, in cui si son alternati sindaci di centro, di destra e di sinistra. Certamente siam consapevoli di aver avuto un terremoto. Come potremmo scordarcene!! Però... oltre a questo c’è di più. Se l’industria e nello specifico

penso al sei cilindri VM che non “canta” più come un tempo, non se la ride di certo il Guercino. Sì, c’è stata una bella mostra che ha dovuto convivere con la pandemia. Ma come dice Papa Francesco della Chiesa “che sembra come quei musei belli ma muti”, il nostro Guercino se ne sta lì in silenzio. Che tristezza. Non lo conoscono le giovani generazioni e men che meno ne sono attratte le persone che vivono lontano da qui. Non si vedono infatti turisti richiamati dal nostro illustre conterraneo. E quei pochi che si avventurano nel venirlo a vedere, si scontrano con una viabilità non degna di un paese civilizzato. Cispadana SI’, Cispadana NO è il leitmotiv che da almeno vent’anni scandisce l’inizio e la fine delle varie stagioni. Se mai verrà costruita, rischia di nascere vecchia. E non basta aggrapparsi al Carnevale, quello sì conosciuto in tutta Italia per dire che Cento è un comune ricco di vitalità. Sarebbe però facile scaricare la colpa sulle varie amministrazioni, esimendosi tutti noi dall’aver contribuito con la nostra indifferenza allo stato attuale in cui si trova Cento. Sento spesso parlare di bene comune, ma dietro questa parola “abusata” ci sta un mondo sconfinato che per essere esplorato richiede impegno, serietà e intraprendenza. Mi auguro saprai aiutarci a metterci in cammino. Massimiliano Borghi

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Lettera dei Padri della Camminata e Padri contro il Fascismo Sulla cittadinanza onoraria di un comune italiano per Jair Bolsonaro

Siamo sacerdoti, religiosi e vescovi impegnati nelle più diverse regioni del Brasile, al servizio del popolo di Dio, della vita e del creato. Nel nostro impegno pastorale portiamo la sofferenza delle persone, le loro ansie e speranze, in un momento sempre più buio della storia del Brasile. Le profonde crisi che stiamo attraversando, in gran parte, sono state provocate o amplificate dal modello di morte, razzismo, esclusione, negazione, violenza e corruzione dell’attuale governo e del presidente Bolsonaro. Nelle parole della CNBB, “la società democratica brasiliana sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia”. Dom Walmor Oliveira, presidente della Conferenza episcopale del Brasile, denuncia “malgoverni e politicizzazione abominevoli”, situazione davanti alla quale è necessario il “coro dei lucidi”. I vescovi del Brasile chiedono “procedure favorevoli all’indagine, libera e imparziale, di tutte le denunce, con conseguenze per chiunque, in vista dell’immediata correzione politica e sociale delle incongruenze”. Esattamente in questi giorni, la Commissione Parlamentare d’Inchiesta (CPI) della Pandemia ha presentato il suo rapporto finale, nominando il presidente Bolsonaro come il principale responsabile dell’aggravarsi del Covid-19 in Brasile e chiedendo che sia ritenuto responsabile di nove reati, compreso quello contro l’umanità. Negli stessi giorni, incredibilmente, è giunta in Brasile la notizia che il comune italiano di Anguillara Veneta, nella

diocesi di Padova, ha deciso di concedere la cittadinanza onoraria a Jair Bolsonaro, la cui famiglia è originaria di quella località. La Chiesa locale deve prendere le distanze da questa decisione che è un affronto alle oltre 600.000 vittime del Covid, ai popoli indigeni e alle comunità tradizionali mancati di rispetto e perseguitati, ai 20 milioni di persone che muoiono di fame in Brasile a causa dell’incuria e la politica di un governo che sacrifica i poveri. Non accada che, ancora una volta, la Chiesa venga manipolata dagli interessi e dalla falsità religiosa, opportunista, del presidente Bolsonaro. Ciò che è di Cesare a Cesare e ciò che è di Dio a Dio. 27 ottobre 2021 Padri della Camminata Padri contro il Fascismo Nota: I Padri della Camminata e Padri contro il Fascismo sono due gruppi di 445 persone, tra sacerdoti, religiosi e anche 17 vescovi, autorganizzati, alla ricerca di un servizio pastorale ed evangelizzatore che promuova anche la democrazia e la dignità dei diritti umani, giustizia sociale e rispetto del Creato.

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eventi BEVILACQUA E LA SUA MADONNINA: ricordi di Valeria Foceri

E poi arriva come ogni anno, anche la festa della Madonnina della Valle. Arriva quando l’estate è già lontana, quando la scuola è già un impegno serio, il tempo delle verifiche, delle interrogazioni. Lei arriva. Una volta mia cugina, camminando su Via Riga al rientro dal lunedì della Madonnina, assaporando ancora l’odore dei gnocchini fritti e quello dei fuochi d’artificio mescolati in un unico inconfondibile aroma, con freschi addosso i lividi dei “giri” sugli autoscontri di Banzi e nelle orecchie il suo squillante ritornello: “Giù il gettone, siii paarte!! “ E la musica dance ripartiva a tutto volume facendo vibrare le casse e gettandoci tutti nell’ebbrezza di nuovi 60 secondi di guida sfrenata alla ricerca dell’obiettivo designato! Quella sera prima di salutarci, mia cugina mi disse: “La Festa della Madonnina è bella perché cade in un periodo in cui non ci sarebbero altre feste, perchè unisce la fine dell’estate con l’inverno, ma è anche triste perchè passata la Madonnina, cioè da domani, devi pensare che la prossima festa sarà il Natale e dovremmo aspettare più di due mesi!”. Ogni volta che rientro dalla piazza, la sera del lunedì della Madonnina, ripenso alle sue parole che mi strappano ancora un sorriso. Il ricordo della Festa resta comunque sempre, indissolubilmente legato, al ricordo delle mie nonne: la bisnonna Norina e la nonna Franca, che nel mese di ottobre in preparazione alla festa, si affaccendavano piene di entusiasmo ai “grandi lavori”. Vi assicuro, nulla al confronto le pulizie di Pasqua o il cenone di Natale! Arriva la Madonnina e nell’ordine è tempo di: sfalciare il giardino, togliere le erbacce davanti al recinto di casa, perché “passerà la processione”, andare dalla parrucchiera, compare il vestito nuovo, preparare interminabili chilogrammi di tortellini perchè la domenica della Madonnina si invitano i parenti, quelli importanti ed è meglio averne due in più! Prepararsi alla festa era un fervore di attività ed era sempre eccitante prenderne parte! Ma la cosa più singolare di questa tradizionale ricorrenza nel mese di ottobre è sempre stato il meteo. Ricordo anni in cui il piazzale delle giostre, quello dove attualmente sorge la nuova palestra, era un acquitrino di acqua stagnante e al contempo, unico passaggio obbligatorio per accedere agli autoscontri e danno irreparabile per le scarpe nuove “spianate” proprio quella mattina! Anni di piogge torrenziali, in cui tu, che fiducioso avevi comprato un vestito leggero, morivi assiderato nel weekend delle funzioni! E subito dopo, anni di sole e siccità, in cui tu, pago dell’esperienza precedente, avevi comprato l’abitino

invernale e ti scioglievi come la cera delle candele dei chierichetti, durante la processione della domenica pomeriggio! Al termine delle liturgie sempre molto curate e partecipate, arrivava la sera e con lei i memorabili eventi mondani. Sabato sera: la piazza gremita di spettatori, riuniti sotto il palco ad ammirare le varie edizioni di sfilate di moda, di abiti da sposa, kermesse di trucco, acconciature e bellezze locali! Indimenticabili anche i sabati del Karaoke, ricordo ancora l’edizione che presentai al fianco dell’insuperabile Gilberto G.: talenti locali, sorprendenti rivelazioni, applausi, cori improvvisati, emozioni e tantissimo divertimento, stretti nell’abbraccio del paese, tutto riunito all’incrocio delle due vie principali. A seguire, domenica dedicata al ballo liscio, imperdibile appuntamento per i non più giovanissimi danzatori di Bevilacqua e limitrofi. E poi il lunedì, che metteva d’accordo proprio tutti: cantanti, ballerini, modelli e spettatori: tutti riuniti a sbocconcellare un gnocchino fritto, addentato ancora bollente, tra l’ilarità degli amici, mostrando i premi vinti allo “sbanco” della pesca e sorseggiando un lambrusco annacquato, servito nel bicchierino di carta, perché quella sera lì, tutto era semplice ma perfetto. Soprattutto a Bevilacqua la festa non finiva la domenica ma il lunedì: rubiamo un giorno agli impegni, noi, perché se qualcuno la domenica non era riuscito, lunedì non poteva proprio mancare! Lì, nel piazzale del ricreatorio, ci siamo tutti, con il naso all’insù, cercando di indovinare le scie colorate di quei fuochi d’artificio, tanto amati da Don Silvio, rituali botti di commiato, che già la prima timida nebbia, tenta di offuscare. A conclusione di questo viaggio nei ricordi, come non citare il martedì mattina, quello del “la festa è finita” e del “si ritorna alla vita quotidiana”; quando tutti noi giovani studenti, con qualche ora di sonno arretrata, ci ritrovavamo in piazza, in attesa del bus per la scuola. Ancora sonnacchiosi, spettatori silenziosi del corteo di tir e roulotte di Banzi che sobbalzando pigramente, abbandonavano il nostro piazzale, lasciandosi alle spalle, tra solchi di fango e pozzanghere, il solito tacito “arrivederci al prossimo anno”! La malinconia del martedì mattina è parte della festa: la rugiada della notte ha ricoperto la pista da ballo e la fa brillare nel primo sole del mattino mentre le ultime cartacce, appiccicate all’asfalto del piazzale, lo puntellano di macchie colorate a prova del fatto che tutto questo è realmente accaduto e può entrare di diritto tra i nostri ricordi, quelli belli! Sembra ieri e più ci penso, più mi vengono in mente immagini vivide di quei momenti che ci apparivano così scontati e banali, ed ora sento preziosi ed irripetibili, piccoli tesori da tramandare! Raccontare ricordi mi piace, per non perdere ciò che eravamo e ciò che vogliamo lasciare alle nuove generazioni. Raccontate anche voi la vostra Festa della Madonnina alle persone care, scoprirete come non c’è nulla di scontato e soprattutto, negli occhi dei più giovani, troverete la curiosità di conoscere ogni dettaglio ed ogni particolare della vostra storia! Perché ognuno di noi È, la propria storia, unica, irripetibile e meravigliosa.

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APPUNTI DI VITA • 23 OTT 2021

La breve ma grande amicizia che ho avuto con Alberto, ha lasciato dentro di me tre appunti di vita molto importanti, i quali, come spesso accade, vengono letti, metabolizzati, valorizzati ed apprezzati solamente in seguito. Vorrei condividerli con voi. Appunto 1 “Ho imparato che la gente si dimentica quello che hai detto, la gente si dimentica quello che hai fatto, ma la gente non potrà mai dimenticare come le hai fatte sentire.” Alberto ha sempre avuta la capacità di farmi “stare bene” indipendentemente dalla situazione o dallo stato d’animo in cui mi trovavo. Percepivo stima e fiducia, che mi esprimeva sempre alla sua sorridente maniera; rimanendo elegantemente e silenziosamente al bordo dei miei confini.

Appunto 2 “Chi ha tempo non aspetti tempo.” Estate 2018, si discute sulla possibilità di andare alla ParigiRoubaix dell’aprile successivo. Io come al solito pongo diverse questioni, tentenno con mille “se” e mille “ma”, bla, bla, bla….. Lui invece è perentorio: “Ci iscriviamo subito!” mi dice. “Si fa e basta! Prendi il pc che facciamo l’iscrizione ora”. Detto fatto. Se non fossimo partiti nel 2019, non saremmo mai più andati; due anni di Covid e poi l’aggravarsi della malattia. Tergiversare a volte può essere fatale. Se si vuole e si può fare qualcosa va fatta subito! Subito! Appunto 3, il più importante. “Si mette via il dolore, si stringono i denti, si controlla la paura, e si riparte ogni mattina da quello che resta.” Chi ha amato Alberto non può che confermarlo; giorno dopo giorno, mattina dopo mattina, pomeriggio dopo pomeriggio, sera dopo sera, notte dopo notte! Si mette via il dolore, si stringono i denti, si controlla la paura, e si riparte ogni mattina da quello che resta. Io ho avuto il grande privilegio di andare spesso con lui in bici, ed anche di essere stato presente durante la sua ultima uscita. Ciò che ci siamo detti quel giorno rimane un ricordo indelebile e privato che custodisco gelosamente.

All’inizio era impossibile tenergli la ruota, poi più avanti giusto qualche sporadico momento di gloria. Poi solo a ruota…. poi ancora solo a ruota…. poi a ruota la maggior parte del tempo. Finalmente si riesce a collaborare, tiro un po’ anch’io, poco ma tiro. Poi tiriamo insieme. Poi pedaliamo insieme. Poi si pedala con una gamba sola. Poi lo aiuto ad attaccare la tacchetta al pedale e si pedala ancora. Poi si pedala con una gamba sola ed un braccio solo. Poi……………. basta, abbiamo veramente pedalato abbastanza. Lui ha fatto la sua parte, ora tocca a noi, soprattutto alla sua famiglia e ad Elga. Si mette via il dolore, si stringono i denti, si controlla la paura, e domani mattina si riparte da quello che resta, un fantastico ricordo e decine di momenti indelebili che albergheranno per sempre nella nostra memoria. Ciao Tolo, grazie di tutto, sei stato un ottimo compagno di viaggio, ci si vede all’ultimo ristoro. Emilio Balboni

Cena associazione Palata e dintorni

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Incontro preti del vicariato


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arte e fede LA MORTE NELLE ARTI VISIVE Un caso studio

Il tema della morte in arte è stato affrontato da un’infinità di artisti che non basterebbero volumi per descrivere le molteplici risposte date a questo grande tema dell’essere umano da parte del mondo dell’arte. È forse però interessante concentrarsi su un singolo caso studio. Claude Monet (1840-1926), conosciuto principalmente per i suoi papaveri e per le sue ninfee, è stato talmente segnato dalla morte di un suo affetto da mutare temi e anche stile delle sue opere. Il pittore francese è stato un indiscusso protagonista di quella che viene definita la rivoluzione impressionista, anticipata da Edouard Manet (1832-1883) e portata avanti da un gruppo di pittori che non si riconoscevano più nella tradizionale pittura storica e allegorica e neanche nel recente realismo. Cardine della poetica impressionista è la ricerca della capacità di cogliere una percezione, una sensazione istantanea del mondo visibile. Da qui deriva la scelta della cosiddetta pittura en plein air (all’aria aperta) contrapposta alla pittura in studio. Gli artisti impressionisti abbozzavano le loro opere all’esterno, direttamente davanti ai paesaggi che desideravano riportare sulle loro tele, le quali venivano comunque finite in studio ma non avevano più le vecchie preoccupazioni, tipiche della pittura accademica, quali la prospettiva centrale, l’armonia compositiva ecc... Nelle prime opere di Monet, della fine degli anni ‘50 dell’Ottocento, il soggetto prediletto sono delle vedute marine di Le Havre, città francese nell’estuario della Senna, dove il Nostro pittore passa la maggior parte della sua gioventù. Nel 1862 a Parigi entra nello studio di Charles Gleyre, dove conosce giovani pittori a lui contemporanei (come Renoir, Sisley e Bazille) che, insieme ad altri artisti, esporranno alla prima mostra impressionista nel 1874. I temi e i soggetti prediletti degli impressioni derivano dalla celebrazione e dall’esaltazione della vita di campagna, ma soprattutto di città - come ballerine a teatro, cittadini durante giornate ludiche e di ristoro nelle rive della Senna e città affollate nei giorni di festa - e dalla celebrazione della modernità come ponti, ferrovie e nuove costruzioni. Per questa dimensione quotidiana dei soggetti, Monet raffigura spesso il primogenito Jean e la moglie Camille Doncieux. Conosciuta nel 1865 diventa subito la sua modella preferita (fig.1) nonché la sua compagna di vita, con lei condivide momenti difficili dati dalla situazione economica precaria. Non deve ingannare la fama che oggi ricopre Monet, fu per lui molto difficile vendere le sue tele e fu riconosciuto come grande pittore dai sui contemporanei solo nei suoi ultimi anni di vita. Poco dopo aver dato alla luce il loro secondogenito Michel, Camille si ammala di carcinoma all’utero e muore nel settembre del 1879. Il pittore francese esternò con le seguenti parole il dolore per la perdita: “Un giorno, all’alba mi sono trovato al capezzale del letto di una persona che mi era molto cara e che tale rimarrà sempre. I miei occhi erano rigidamente fissi sulle tragiche tempie e mi sorpresi a seguire la morte nelle ombre del colorito che essa depone sul volto con sfumature graduali. Toni blu, gialli, grigi, che so. A tal punto ero arrivato. Naturalmente si era fatta strada in me il desiderio di fissare l’immagine di colei che ci ha lasciati per sempre. Tuttavia prima che mi balenasse il pensiero di dipingere i lineamenti a me così cari e familiari, il corpo reagì automaticamente allo choc dei colori”. Monet con queste parole fa intendere che non poteva evitare di dipingere la sua amata e nonostante la terribile circostanza doveva fissare il suo ricordo sulla tela, la sola che può durare in eterno (fig.3). Forse ancora di più che con le parole sopracitate, Monet testimonia il suo dolore con le scelte che farà da quel momento in poi. Dal 1879, infatti, Monet non dipingerà più la figura umana e si dedicherà interamente a serie di grandi nature morte (fig 4 e 5). I Covoni, dipinti dalla fine degli anni ‘80 all’inizio degli anni ‘90 dell’Ottocento, la cattedrale di Rouen del 1894 e le ninfee dal 1890 alla sua morte nel 1926. Ogni volta che nelle arti visive si ripete diverse volte lo stesso soggetto vuol significare che quest’ultimo perde d’importanza,

non è il primo interesse per l’artista bensì è funzionale, è solo un pretesto per, nel caso di Monet, studiare i rapporti tra i diversi colori accostati e avvicinandosi a quello che diventerà il post-impressionismo.

Fig 1: Claude Monet, Japonoise, 1875. Olio su tela cm 231,5 x 142. Boston Museum of Fine Arts.

Fig. 2: Claude Monet, Camille Monet sul letto di morte, 1879. Olio su tela, 90×68 cm, Museo d’Orsay, Parigi.

Fig.3: Claude Monet, Covoni, 1891. Olio su tela 60 x 100 cm, Musée d’Orsay, Parigi.

Fig. 4: Claude Monet, cattedrale di Rouen, 1894. Olio su tela 91 x 63 cm, Musée d’Orsay, Paris

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poesia BENVENUTO AUTUNNO

Ci sono giorni in cui i colori dell’autunno rendono bello ogni angolo del mondo, anche quello piú semplice e anonimo. Lo fanno diventare romantico e forse un po’ malinconico, quindi pieno di poesia. Perfino un angolo di Bevilacqua che una mia amica ha immortalato in un tiepido pomeriggio autunnale sa della bellezza di questa stagione. L’autunno si porta via l’eccitazione dell’estate, le sue emozioni intense, le relazioni più libere, la sensazione del caldo sulla pelle, le vacanze, le grida dei ragazzi dai campetti; arriva delicato per non colpirci troppo intensamente e ci chiude in un dolcissimo tepore domestico, graziati dal suo buonissimo cibo. Per questo i poeti adorano l’autunno e io vi propongo una poesia e la foto che vi dicevo, per apprezzare questa bellissima stagione. Lucia

IL RUMORE DEL SILENZIO, IL VALORE DEL SILENZIO Io, che non riesco mai a fare silenzio nella mia vita perchè la riempio sempre di mille rumori, di parole, di musica, di telefonate, di tv accese che a volte parlano da sole, e di tanto altro, io… un giorno mi sono fermata. Mi sono messa davanti al Crocifisso e per due lunghissime ore ho ascoltato solo il silenzio parlarmi al cuore. Il respiro degli altri fedeli in chiesa con me era un piccolo e leggero soffio di vita, il resto era solo silenzio. Don Paolo aveva lanciato una sfida e volevo provare a raccoglierla. Vi posso assicurare che è stata una bellissima esperienza! Ho letto la Bibbia e il silenzio ha fatto sì che potessi concentrarmi e fondermi con queste parole di vita, come fossero dentro di me da sempre, senza tempo. Ho pregato con un ritmo insolito, più lento, ma più raccolto e più autentico, lasciando che i pensieri fluttuassero con calma, senza incalzare, senza sovrapporsi, chiarendosi e non confondendosi. Ho sentito il battito del mio cuore che non sento mai e ho capito che sono viva adesso e che non sarà così per sempre. Ho guardato Gesù e sorriso delle mie solite inclinazioni da correggere, che tornano inesorabili a farmi cadere. Nel silenzio ho compreso come siamo piccoli: quando ho sentito il rumore delle foglie che non ascolto mai, uscendo dalla chiesa, mi sono accorta che gli alberi stessi ci sovrastano e tutta la natura con loro, e noi spesso la feriamo con il nostro rumore assordante e vuoto. Infine nel silenzio ho accolto una strana serenità che non può entrare quando siamo circondati dal caos. Lucia

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musica e fede

LA SPERANZA DOPO LA MORTE Il Dio morto di Francesco Guccini

Dopo averci spiegato cosa ha di sbagliato la nostra società, quella di allora come quella odierna, Guccini finisce la sua canzone con un’infusione di speranza ricordandoci che Dio è risorto, infondendo così speranza negli uomini sostenendo che la società è pronta per risorgere, attraverso una rivolta pacifica e creare un mondo nuovo. … Ma penso Che questa mia generazione è preparata A un mondo nuovo e a una speranza appena nata, Ad un futuro che ha già in mano, A una rivolta senza armi, Perché noi tutti ormai sappiamo Che se Dio muore è per tre giorni E poi risorge, In ciò che noi crediamo Dio è risorto, In ciò che noi vogliamo Dio è risorto, Nel mondo che faremo Dio è risorto. “A volte mi chiedo come Auschwitz o Dio è morto, canzoni scritte nel 1964-66, piacciano ancora così tanto e appaiano sempre attuali... Il merito però, devo dire, non è del tutto mio, ma degli sponsor di queste canzoni, i razzisti e gli imbecilli che, a quanto pare, tornano periodicamente alla ribalta”. (F. Guccini)

Ogni epoca porta con sé i propri miti e le proprie mode più o meno ricchi di significati (nell’epoca attuale i significati sono, a mio parere, terribilmente superficiali o, peggio ancora, violenti e pericolosi), ma se esiste una canzone che, nonostante la sua composizione risalga al 1965, quindi in pieno periodo anarchico e rivoluzionario, sappia essere così attuale trasmettendo sentimenti di disillusione e speranza è proprio “Dio è morto”. Quando Guccini compose il brano, ispirandosi all’Urlo di Allen Ginsberg, venne considerato blasfemo a causa del titolo e quindi censurato dalla RAI mentre Radio Vaticana, che lesse in maniera più approfondita il testo, la trasmise, venendo apprezzata anche da Paolo VI. In questa bellissima canzone l’autore elenca i motivi per cui la società consumistica sta portando le persone a perdere Dio, seguendo strade che non vanno da nessuna parte e inseguendo sogni e cose che non possiedono, divenendo così infelici. … È un Dio che è morto Ai bordi delle strade, Dio è morto Nelle auto prese a rate, Dio è morto Nei miti dell’estate, Dio è morto … È un Dio che è morto Nei campi di sterminio, Dio è morto Coi miti della razza, Dio è morto Con gli odi di partito, Dio è morto ...

MATRIMONIO DI SARA E ALEX 04 SETTEMBRE 2021 GIGLIO ALEX E COTTI SARA 24


cicloturismo culturale

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“LA SPIRALE DELLA CURIOSITÀ” In giro per la bassa alla scoperta di CENTO! Una volta giunti all’inizio del Corso del Guercino, incontriamo sulla sinistra il Santuario della Beata Vergine della Rocca (riaperto al culto nel 2020 dopo il sisma) con annesso il Convento dei Frati Francescani che possiede uno stupendo giardino, utilizzato per cerimonie religiose e per feste anche popolari finalizzate spesso alla raccolta di fondi per il restauro e per il mantenimento della struttura monastica. Svoltando a sinistra su via Bulgarelli e poi su via Cremonino, incontriamo l’asilo infantile ed il piccolo Teatro Borselli. Proseguendo su via Cremonino, all’incrocio con via Donati, raggiungiamo la Chiesa di San Sebastiano e San Rocco, sede del Movimento Scout. Proseguendo ancora incontriamo sulla dx, poco prima della Chiesa di San Pietro (restaurata dopo il sisma del 2012 e riaperta al culto nel 2021 ) la casa del Guercino (TARGA). Ritornando verso la Piazza incontriamo sulla dx, in via Provenzali, il Ghetto Ebraico storicamente importantissimo (qui visse Benjamin Disraeli, che divenne Primo Ministro Inglese ed affermato scrittore) e poco dopo sulla sx l’antica casa Benazzi (che contiene importanti dipinti del Guercino e della sua Scuola). Giunti ancora nella Piazza del Guercino, ed osservato il Palazzo Comunale, svoltando a dx, dopo circa 150 metri incontriamo la Chiesa di San Lorenzo con la sua suggestiva piazzetta, e poco più avanti sulla sx l’antica Casa Pannini. Antonio Gallerani

LA CITTA’ DI CENTO: DALLA PIAZZA A CASA PANNINI. Prendiamo le mosse dalla bella Piazza del Guercino, con l’imponente presenza del Palazzo del Governatore e la stupenda Statua che rappresenta il pittore Gianfrancesco Barbieri (detto il Guercino per un difetto ad un occhio) . Ci portiamo quindi nella direzione del Castello della Rocca e ci imbattiamo dopo poco nella Chiesa di San Filippo (restauri ad oggi quasi finiti) e subito dopo nella sagoma del Teatro Borgatti dedicato al grande tenore Giuseppe Borgatti, nato a Cento nel 1871 e morto a Reno di Leggiuno (Varese) nel 1950. Famosissimo per le sue interpretazioni delle musiche di Wagner. Ad oggi (ottobre 2021) purtroppo è ancora chiuso per le ferite del terremoto del 2012. Crediamo che sia giunto il momento di riappropriarci di questa importante e preziosa “bomboniera della musica classica”, con ricordi indelebili di importantissimi momenti di Storia della Musica quivi svoltisi. Riprendendo il nostro giro in direzione sud-ovest, dopo poche decine di metri raggiungiamo un altro piccolo teatro, il Don Zucchini, da alcuni anni diventato Cinema Parrocchiale molto ben gestito!

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La parola del Vicario

Giorni intensi quelli che ci fanno camminare verso Avvento e Natale, per quanto sembrino lontanissime come tappe: ma è solo un’illusione ottica dato il ritmo vivace delle nostre quotidianità. Intensi però lo sono davvero questi giorni tra Ottobre e Dicembre, tanto più se si respira con i grandi polmoni della Chiesa tutta, quella che, per intenderci, non solo si intravede oltre il nostro campanile, ma anche e soprattutto quella di cui siamo parte viva, in un modo o in un altro. La Chiesa tutta, per sollecitudine di papa Francesco, si è messa in cammino verso il Sinodo, termine molto formale se considerato giuridicamente ma gustosissimo se preso con il suo significato originale: cammino insieme, strada insieme ma anche medesimo sguardo verso la stessa unica meta. Con Ottobre infatti è iniziato il grande cammino del Sinodo voluto da Papa Francesco anche per la Chiesa che vive in Italia con l’apertura dei lavori a Roma dal 10 al 17 Ottobre. E proprio a partire dal 17 Ottobre è iniziato il cammino anche per la Chiesa di Bologna mettendo in movimento un percorso di Ascolto che deve coinvolgere tutti i soggetti delle Zone Pastorali e delle Parrocchie ed andare ben oltre. Le modalità su cui costruire un ascolto condiviso, a dire il vero, sono ancora in lavorazione ma l’obiettivo è chiaro: ascoltare ed ascoltarsi, gli uni degli altri, per capire quanta strada c’è da fare per essere Chiesa secondo il Vangelo, per essere tutti Chiesa di Comunione e di Missione.

Questa prima fase del Sinodo che ruota attorno all’ascolto ci accompagnerà in Diocesi in diversi modi fino ad Aprile 2022. Il Sinodo troverà la sua celebrazione piena nel 2024: a questo giungeremo partendo dal basso: da ciascuno di noi, dalle nostre Parrocchie fino poi alle Zone, al Vicariato e alla Diocesi… Tutti chiamati ad essere protagonisti di una realtà di Chiesa dal volto sempre più umano e dalla natura divina sempre più incarnata. Titoli altisonanti, verrebbe da dire, ma il passaggio da titolo a realtà, da ideale a fatto passa da ciascuno di noi quindi poche ciance. Le Parrocchie sono così chiamate sempre più a fare un passo avanti verso la reale collaborazione e la fraternità anche pastorale. In questa direzione si colloca il nostro tentativo di un momento insieme per i ragazzi delle Medie -primo fra tanti è l’obiettivo- in vista del Natale fissata per il 5 Dicembre. Un “evento”, diciamo oggi ma solo perché ancora radicati nelle nostre abitudini dagli orizzonti ristretti: “uno stile comune”, presto, vogliamo arrivare a dire, solo però, se ci metteremo di impegno. Ottobre ci consegna l’accoglienza in Vicariato di don Paolo Marabini a San Biagio e San Pietro di Cento (il 31 Ottobre alle 16.30) e l’attesa di alcuni percorsi ancora da collocare come calendario: fra tutti il momento zonale attorno alla figura biblica di Nicodemo, come chiestoci dall’Arcivescovo. Don Marco

ANNUNCIO INVITO Lo studio biblico tenuto da d. Paolo su “Atti degli Apostoli” di martedì 7 dicembre, sarà trasmesso presso il Centro di Spiritualità di Galeazza , all’interno della Celebrazione della Vigilia dell’Immacolata. Chi desidera può partecipare in presenza nella cappella del Centro alle ore 20.30.

PROGRAMMA 2021-22 Centro di Spiritualità - Galeazza Il Centro di Spiritualità delle Suore Serve di Maria di Galeazza propone, a quanti desiderano partecipare, momenti celebrativi e di preghiera ispirati a Maria, Madre e Serva del Signore.

5. Sabato Santo: “ORA della MADRE” in attesa della Risurrezione: 16 aprile 2022 6. CONCERTO Son ART con invito alle mamme e alle donne: maggio 2022 7. Festa del Beato Ferdinando M. Baccilieri: 1° luglio 2022 L’invito è rivolto a giovani e adulti del territorio “Zona pastorale” e Vicariato di Cento e agli AMICI e conoscenti della Famiglia Servitana.

1. OMAGGIO a Maria a conclusione del Ritiro spirituale delle 4 parrocchie 28 novembre 2021 2. Vigilia dell’Immacolata all’interno dello studio biblico 7 dicembre 2021 3. Pomeriggio missionario: testimonianze di missionarie /i e apericena per tutti 29 gennaio 2022 4. Veglia di preghiera in onore di S. Giuseppe, per i papà e nonni: 18 marzo 2022

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Consiglio Pastorale unificato

Nei giorni scorsi si è tenuto il Consiglio pastorale unificato delle quattro parrocchie di Bevilacqua, Dodici Morelli, Galeazza e Palata. Presenti rappresentanti di tutte le comunità, non in grande numero. Don Paolo ha illustrato l’iniziativa proposta dal Papa del Sinodo (camminare insieme) mondiale che coinvolgerà nella preparazione tutta la chiesa sia dal basso che nei vertici nel corso dei prossimi 5 anni e le proposte di eventi o

momenti comunitari per le quattro parrocchie dell’anno pastorale appena iniziato. Poi c’è stato spazio per fare un bilancio di questo quasi anno di servizio di Don Paolo alle comunità. Qualcuno ha sottolineato la difficoltà del cambiamento di ritmo o di seguire le proposte che sono state fatte, altri invece hanno visto un aumento di interesse e partecipazione alla vita parrocchiale; è emersa la necessità di far crescere la zona pastorale allargata, di condividere le esperienze delle singole comunità per meglio avvertire l’azione dello Spirito santo nei vari carismi personali. Don Paolo ha confermato la gioia di essere fra di noi con il suo progetto di far crescere le comunità nella liturgia, nell’ascolto e condivisione della parola, nella carità; chiede di non guardare al passato ma vivere il presente per costruire un futuro in cui le comunità siano capaci di creare relazioni nuove, un ambiente in cui sia piacevole ritrovarsi, senza dipendere troppo dal parroco che sarà sempre meno presente fisicamente pur rimanendo la guida che illumina la via e rende viva nella comunità la presenza del Cristo salvatore. Eugenio Curati

CONSIGLI PASTORALI DICEMBRE 2021 Nei prossimi consigli pastorali affronteremo il seguente ordine del giorno: Che cosa significa come parrocchia partecipare al sinodo della Chiesa italiana? Alcune brevi indicazioni Come preparare la comunità all’avvento e al Natale: ritiri, novene, liturgie specifiche Come stanno funzionando le équipes liturgiche? Catechesi e pastorale giovanile della parrocchia (oratorio, campo invernale, incontri) Varie ed eventuali

Calendario dei Consigli Pastorali Parrocchiali Mercoledì 1: ore 20,30 Dodici Morelli Giovedì 2 dicembre: ore 20,30 Palata Pepoli Venerdì 3 dicembre: ore 20,30 Bevilacqua

CALENDARIO PASTORALE NOVEMBRE DICEMBRE NOVEMBRE Venerdì 12: i venerdì teologici, tema. NATO DA MARIA con Selene Zorzi Venerdì 19: i venerdì teologici, tema. NATO DA MARIA con Selene Zorzi Venerdì 26: i venerdì teologici, tema. NATO DA MARIA con Selene Zorzi Domenica 28 inizia l’Avvento Domenica 28 ritiro spirituale a Galeazza per gli adulti delle 4 parrocchie

DICEMBRE Mercoledì 8 Solennità Immacolato Concezione, orario festivo delle messe Sabato 11 dicembre: i sabati culturali di Palata. Conoscere il Concilio Vaticano II. Studio del documento Sacrostantum Concilium sulla liturgia (dalle 9 alle 17 nella canonica di Palata Pepoli). Mercoledì 22: ore 20,30 Celebrazione penitenziale con assoluzione generale (4 P a Dodici Morelli)

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MATTEO MARIA ZUPPI PAOLO CUGINI

Quale Chiesa? I L I OR

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Edizioni San Lorenzo


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