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Blot monate: l’impegno per un altro inizio

di Elisabetta Cardinali

Con l’ultimo sole di agosto e l’avvento di settembre l’estate volgeva al termine. I raccolti erano stati abbondanti, il silenzio che aveva seguito il turbinio della festa, ancora ricco di un’inebriante energia, aveva esteso le sue larghe braccia aprendo le porte al cambio dell’eterno ciclo naturale. Stava per arrivare l’autunno, durante il quale avremmo ringraziato per ciò che eravamo stati in grado di conservare gelosamente per i tempi in cui avremmo avuto la necessità di ricordare e di usufruire di ciò che si era messo via durante la bella stagione.

L'equinozio d’autunno è un momento speciale dell'anno in cui incontriamo nuovamente l’equilibrio. Questo periodo segna un grande cambiamento nella nostra ruota dell’anno. Un cambiamento verso lo spegnimento della terra. I fiori, un tempo colorati e ricchi, appassiscono e gli alberi si preparano a gettare le foglie per il freddo imminente, gli animali raccolgono cibo e calore in previsione dell’oscurità.

Cominciamo a prepararci per l’inverno, a rivolgerci verso l'interno e a praticare la gratitudine per ciò che il raccolto ci ha portato. Il particolare passaggio tra la fase della raccolta e del festeggiamento e quella del ritorno ad un silenzio quasi meditativo e ricco di spunti per ricoltivare la nostra spiritualità ha ispirato la concezione di questo nuovo numero di novembre, che ricerca una sintesi tra ciò che è stato e ciò che ci prepariamo ad essere, tra quello abbiamo passato e ciò che si accinge ad arrivare.

Questo ciclo stagionale è creato dall'orbita annuale della Terra intorno al Sole. I solstizi sono i punti estremi in cui l'asse terrestre si inclina verso o lontano dal sole, quando i giorni e le notti sono più lunghi o più brevi. Negli equinozi, i giorni e le notti sono uguali in tutte le parti del mondo. Quattro giorni di quarto incrociato segnano all'incirca i punti intermedi tra solstizi ed equinozi. Noi usiamo commemorare queste fasi del ciclo terrestre. Le celebrazioni stagionali della maggior parte delle culture si concentrano attorno a questi stessi punti di svolta naturali.

Nel wolfsangismo (termine che differenzia questa corrente da altri tipi di paganesimo vista la sua derivazione dalla tradizione mitteleuropea e alpina che crede negli Antichi Dèi germanici centroeuropei) l’equinozio di autunno che si celebra il 23 settembre prende la forma di un tributo alla Dea Freya.

Il 31 ottobre invece, nella data in cui ormai in quasi tutto il mondo occidentale si festeggia la commerciale festa di Halloween, la celebrazione segna per i culti pagani nordici l’appuntamento con l’Álfblót (Blòt Monath per la tradizione germanica del Wolfsangismo) Nonostante le evidenti differenze religiose, pratiche e sostanziali riguardo alla festività, nella sostanza il capodanno che si ricorda alla fine del decimo mese dell’anno rimane l’elemento comune a tutte le tradizioni antiche pagane, poi riprese successivamente anche dal moderno (più fantasioso e commerciale) neopaganesimo (secondo un trend di neoceltismo i neopagani o Wiccan preferiscono infatti riconoscerlo come Samhain).

Soprattutto i nostri antenati germanici e scandinavi celebravano dunque questa festività che segna la fine generale dell’autunno e l’alba di un nuovo inizio. Se volgiamo l’occhio alla Scandinavia precristiana e in generale a tutta l’area germanica mitteleuropea, il Veturnætur (Winternacht) ovvero la notte d'inverno, era un periodo di due giorni intorno alla metà di ottobre che segnava l'inizio della metà invernale dell'anno. Oltre all’abbattimento del bestiame in attesa dell’avvento del grande freddo, questo era anche un momento per ricordare i defunti, gli antenati, l'importanza che hanno avuto nella nostra vita e che hanno ancora come ricordo e presenza. L’occasione per una festa sacrificale in cui venivano accolti gli antenati, gli elfi e gli dei, come riportano anche diverse descrizioni delle saghe islandesi.

Nel particolare il Blòt Monate, nei nove giorni che lo precedono, viene celebrato quotidianamente con un omaggio ad ognuna delle Divinità: ogni sera si offre agli Aæsir e ai Vanir un dono diverso con una preghiera dedicata. L’ultimo giorno, il nono, si offre ad Odino a tutti gli Dei ed ai nostri predecessori, un sacrificio per noi di immenso valore. Tramite questo affidiamo alle sante Potenze tutto ciò che vogliamo lasciarci alle spalle in questo anno e chiederemo di benedirci affinché tutti i nostri propositi per il nuovo anno possano avverarsi.

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