Storia in PIazza 2018

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GENOVA // Palazzo Ducale

dal 12 al 15 aprile 2018

RIVOLUZIONI La Storia in Piazza è organizzata da

Con la collaborazione di

E la partecipazione di

Sponsor istituzionale

Media partner


Cambiamenti profondi, radicali, dovuti all’intraprendenza di visionari che hanno saputo rovesciare il presente per fare posto al futuro ma anche trasformazioni che non sempre perseguono il progresso dell’umanità . Quattro giorni di incontri, dialoghi, reading, mostre, laboratori: la storia per tutti.

RIVOLUZIONI

LL

a IX edizione de la Storia in Piazza, a cura di Luciano Canfora con Franco Cardini, indaga il concetto di Rivoluzioni: da quelle nazionali a quelle sociali, ma anche quelle culturali, artistiche, filosofiche e scientifiche.


Introduzione di Luciano Canfora

O O

ra che è trascorso un secolo dall’ottobre russo e un quarto di secolo dall’epilogo della vicenda apertasi nel 1917, una considerazione si impone: è da ben più che un secolo che si replica la stessa “rivoluzione”; ciò che cambia è il lessico, conforme alle singole epoche. Ciò che rende inevitabile la replica, il rinnovarsi del tentativo, è che tutte le rivoluzioni prima o poi si snaturano o, meglio, divengono altro. I superficiali dicono “le rivoluzioni falliscono”. Lo dicono anche i dogmatici, i quali, in genere, ignorano il peso della storia. Orbene, proprio il fatto che esse, comunque, sia pure in diversa veste e con parole nuove, tornino a riproporsi, ne dimostra la necessità. La posta in gioco è, da sempre, l’uguaglianza: da Erodoto, e forse da ben prima, in poi. Quale che sia la durezza delle rivoluzioni, l’ineguaglianza risorge e, sempre daccapo, provoca repulsa e disgusto. Repulsa in alcuni; rabbiosa difesa dei propri privilegi in altri.

Non è di ieri né di ier l’altro, bensì del 1791, la formulazione a inverare la quale il conflitto ogni volta si riaccende: “Gli uomini nascono E RESTANO uguali” (preambolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo). Chi ben rifletta, comprende che tutto si gioca su quelle due parole “e restano”. Giacché, una volta scritte, quelle parole diventano un programma, un impegno, una parola d’ordine. E proprio mentre vengono disattese, vengono tuttavia puntigliosamente riproposte. Di modo che, quando risulta evidente che ci si è allontanati dalle premesse e dalle promesse delle rivoluzioni precedenti, ecco che sono mature le condizioni perché venga a esistenza una nuova scossa. Non è un andirivieni insensato, bensì il movimento perenne, forse destinato a non chiudersi mai, della storia umana.

Introduzione di Franco Cardini

R

ivoluzione. La parola e la cosa. Rivoluzione. Una parola magica: Immensa e Rossa. Specie se pronunziata oggi, appena concluso il centenario dell’Anno dei Portenti, il 1917 dell’Ottobre appunto esso stesso Rosso. Una parola che irrompe nel Sogno, che invade l’Utopia, che forza i portali del Mito. Una parola che fa bruciare o che agghiaccia il sangue nelle vene. Rivoluzione. Una cosa immensa e onnipresente eppure ambigua. Poiché la parole non aderiscono mai perfettamente alle cose, eppure noi disponiamo solo di parole per designare le cose, uno stesso termine – dal latino revolutio, “ritorno”, “rivolgimento”, “rotazione”, “ciclo”: con valore sia geometrico sia astronomico – ha finito per indicare qualcosa di forse diametralmente opposto al suo originario significato: non già ritorno alla posizione primitiva in un tempo ciclico, bensì qualcosa di assolutamente nuovo, brusco, dirompente, sconvolgente in un tempo lineare. Eterno ritorno nel tempo-cerchio, lancio irreversibile verso il futuro nel tempo-freccia. Quante e quali rivoluzioni siamo stati capaci di allineare attraverso un uso intensivo, ossessivo, qua e là maniacale del termine? Rivoluzione agricola, rivoluzione industriale, rivoluzione scientifica, rivoluzione informatica, rivoluzione culturale… Dobbiamo guardare altresì alle rivoluzioni religiose: o meglio alle religioni (o alle riforme religiose) che hanno comportato un mutamento profondo nella considerazione della sfera del Sacro, del Numinoso, del Divino, del rapporto soggettivo dell’essere umano con la natura e con il cosmo, con quelli che egli nei millenni ha considerato i visibilia e gli invisibilia. Senza dubbio la “Rivoluzione abramitica” con la sua irruzione di Dio nella storia, e la “Rivoluzione cristiana” con il suo concetto del Vero Dio che è anche Vero Uomo, hanno distrutto il mondo fondato sul Mito e sul Sacro delle cosiddette “religioni naturali”.


Introduzione di Franco Cardini Ma è nel mondo delle dinamiche sociali, quindi nel mondo della politica, che la parola Rivoluzione – intesa come mutamento radicale di un assetto giuridico, o politico, o sociale – assume il suo valore più intenso. Qui la parola assume un valore “debole”, derivato dalla Politica di Aristotele (passaggio da una forma di governo a un’altra), e uno “forte” come mutamento verificatosi in tempi brevi o brevissimi (per quanto poi il “processo rivoluzionario” possa prolungarsi nel tempo e assumere perfino, almeno nelle concezioni e nelle intenzioni di alcuni dei suoi protagonisti, un carattere “permamente”): renovatio ad imis, fatto giuridicamente parlando illegittimo rispetto all’ordinamento al quale si contrappone e creatore di una nuova legittimità, quindi evento al tempo stesso estintivo d’un sistema giuridico e fondatore di uno nuovo. Il vecchio Karl Marx ha definito lapidariamente tutto ciò “passaggio dal regno della necessità al regno della libertà”. Definizione contestabile, illusoria, fallace e tutto quello che si vuole. Ma bellissima. Di quelle che fanno epoca. Che fanno da sole Storia. E dolore. La Rivoluzione divora i suoi figli; nel suo nome – come in quello della Libertà – si commettono errori ed orrori; la Rivoluzione comporta fatalmente Semirivoluzioni, Pseudorivoluzioni, Controrivoluzioni, Rivoluzioni mancate, Rivoluzioni fallite, Rivoluzioni tradite. Ambiguità, contraddizioni, malintesi; grandi speranze, grandi illusioni, grandi delusioni. Passioni, lacrime, sudore, ferocia, paura, sangue, fuoco, grida, gioia, canti, bandiere. Beati i popoli che non hanno bisogno di Rivoluzioni. Peccato che non ne esistano.

giovedì

Luciano CANFORA Moni OVADIA

12


venerdì

16.30 • Cortile Maggiore Concerto

Orchestra di Fiati e Percussioni della FILARMONICA SESTRESE C. CORRADI - S. GHIO

18.15 • Sala del Maggior Consiglio Luciano CANFORA

GIOVEDÌ 12

Tre centenari e un cinquantenario: 1818, 1917, 1918, 1968

Tutte le rivoluzioni prima o poi si snaturano o, meglio, divengono altro. I superficiali dicono “le rivoluzioni falliscono”. Lo dicono anche i dogmatici, i quali, in genere, ignorano il peso della storia. Ma è proprio il fatto che esse, comunque, sia pure in diversa veste e con parole nuove, tornino a riproporsi, ne dimostra la necessità. La posta in gioco è, da sempre, l’uguaglianza: da Erodoto, e forse da ben prima, in poi. Quale che sia la durezza delle rivoluzioni, l’ineguaglianza risorge e, sempre daccapo, provoca repulsa e disgusto. Non è un andirivieni insensato della storia umana. L’incontro sarà preceduto da un breve intervento musicale a cura del TEATRO CARLO FELICE Luciano Canfora, storico e saggista, è professore emerito dell’Università di Bari, dirige i Quaderni di storia e collabora con Il Corriere della Sera

21.00 • Sala del Maggior Consiglio Incontro con Moni

OVADIA

UMORISMO, REVISIONISMO, RIVOLUZIONE. Riflessioni libere intorno alla Rivoluzione bolscevica

Moni Ovadia racconta la grande epopea comunista tra rivoluzione, utopia e tragedia, ma anche risate e satira: dalla registrazione radio del discorso contro l’antisemitismo di Lenin per arrivare ad attingere al tesoro della diceria popolare, della canzonatura, dell'aneddoto, della storiella autodelatoria. Moni Ovadia, nato a Plovdiv in Bulgaria da una famiglia ebraica, è attore, drammaturgo, scrittore, compositore e cantante

Tomaso MONTANARI Gaetano LETTIERI Giovanni DE LUNA Silvana SEIDEL MENCHI Marco NATALIZI Stefano ZAMAGNI Ferdinando FASCE Marco SALOTTI

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16.00 • Sala del Maggior Consiglio Tomaso MONTANARI

Una rivoluzione nell'arte

Tomaso Montanari è professore di Storia dell’arte moderna all’Università di Napoli Federico II, è stato membro della Commissione Bray per la riforma del Ministero per i Beni Culturali e scrive su La Repubblica

16.00 • Archivio Storico Gaetano LETTIERI

Costantino e la conversione dell’Impero romano

Costantino è il protagonista assoluto della più grande rivoluzione della civiltà “occidentale”: la conversione dell’Impero romano al cristianesimo, che determinerà i destini della cristianità come sistema politico, culturale, religioso latino e bizantino/slavo, sino alle due grandi rivoluzioni moderne, francese (1789) e sovietica (1917). Con l’editto di Milano concede libertà religiosa al cristianesimo perseguitato, consacra basiliche e santuari edificati al di sopra di templi pagani, avvia legislazioni antieretiche, presiede il Concilio di Nicea. Eppure, spostatosi su posizioni filoariane, verrà battezzato in punto di morte da un vescovo “eretico”. Ne deriva un’ambigua fortuna, oscillante tra santificazione e condanna.

VENERDÌ 13

Gaetano Lettieri è professore ordinario di Storia del cristianesimo e delle chiese all’Università La Sapienza di Roma, presidente nazionale della CUSCC Consulta universitaria per la storia del cristianesimo e delle chiese e dal 2016 è stato nominato da Papa Francesco Accademico pontificio, membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche

17.00 • Sala del Maggior Consiglio Giovanni DE LUNA

La rivoluzione dei costumi

17.00 • Archivio Storico Silvana SEIDEL MENCHI

Riforma protestante e globalizzazione: 1517-2017

Sono stati i colpi di martello inflitti alla porta della chiesa del castello di Wittenberg che hanno aperto l’età moderna? Questa formulazione, vecchia di quasi un secolo, ha dietro di sé la grande tradizione filosofica, sociologica e storiografica tedesca dell'‘800 e del primo ‘900. Si rifletterà sulla tesi secondo cui la Riforma protestante è la matrice della modernità, sia sulla questione della misura in cui l’idea di riforma, che ha segnato di sé il cristianesimo, è stata o può essere presente e operante in altre grandi religioni mondiali come l’Islam. Silvana Seidel Menchi è professore emerito di Storia moderna all’Università di Pisa

17.00 • Sala Liguria Marco NATALIZI

La vicenda del ribelle Pugačëv

Nel 1773, Emel’jan Ivanovič Pugačëv, un cosacco del Don disertore e fuggiasco, giunto sulle rive dello Jaik, dà inizio alla sua rivolta, spingendo a insorgere, dagli Urali al medio Volga, russi, cosacchi, baškiri e tartari. Sulla scorta di preziose fonti locali e della storiografia più aggiornata, Natalizi restituisce una nuova interpretazione della ribellione pugačëvščina, che coinvolse popolazioni di diversa etnia e religione e investì l’impero russo. Spaziando dallo studio dei miti e dell’immaginario collettivo all’analisi delle ragioni politiche e sociali che determinarono la rivolta, si analizzerà il fenomeno delle ribellioni, le radici lontane della cultura popolare e le caratteristiche profonde di un mondo percorso, allora come oggi, da turbinosi cambiamenti. Marco Natalizi è docente di Storia dell’Europa orientale all’Università di Genova

18.00 • Sala del Maggior Consiglio

Gli italiani di oggi non sarebbero mai esistiti senza il boom economico. La “grande trasformazione” ne riplasmò sentimenti, mode, abitudini, comportamenti politici, scelte esistenziali. Dal declino della piccola proprietà contadina risultarono stravolti anche tutti quei riferimenti ideologici "precapitalistici" che ne avevano sostenuto, insieme a un senso di chiusura esclusivistica, un forte sentimento di compattezza e di identità collettiva; i rapporti interpersonali, l'organizzazione familiare, i ruoli sessuali si decomposero contemporaneamente all'inserimento di migliaia e migliaia di individui in situazioni lavorative e esistenziali completamente diverse da quelle originarie. Si tratta di riattraversare questi cambiamenti lungo una serie di cerchi concentrici sempre più ampi, partendo da quello più stretto (la politica) per arrivare a quelli più larghi dove si assiepano gli scrittori, i cantanti, gli intellettuali che seppero leggere in profondità quel periodo e gli episodi che ne scandirono il corso.

Le quattro rivoluzioni industriali Un excursus storico-comparativo sulle rivoluzioni che hanno attraversato gli ultimi 250 anni di storia. Di ciascuna di esse verranno poste in luce le caratteristiche salienti e le implicazioni di natura sia economica, sia sociale, sia ancora etica. Speciale attenzione verrà dedicata alla quarta rivoluzione industriale, tuttora in pieno dispiegamento a livello globale. Il grande problema di oggi è che, nell’attuale rivoluzione, le istituzioni economiche di tipo inclusivo non assicurano affatto istituzioni politiche inclusive: come se il progresso economico “esigesse” un regresso politico, e dunque una riduzione degli spazi di libertà positiva.

Giovanni De Luna insegna Storia contemporanea all'Università di Torino. Autore di trasmissioni radiofoniche e televisive, collabora a La Stampa e a Tuttolibri. È nella direzione di Passato e Presente

Stefano Zamagni, già professore ordinario di Economia politica all'Università di Bologna, è Adjunct Professor of International Political Economy alla Johns Hopkins University, SAIS Europe

Stefano ZAMAGNI

VENERDÌ 13

Santa Caterina dei Funari è una piccola chiesa ricostruita durante il secondo Cinquecento nel più piccolo rione di Roma: è spesso chiusa, nessun turista ci capita, pochissimi romani la conoscono. Ma è proprio qui che, nel 1599, fu chiaro per la prima volta che nell'arte italiana era avvenuta una rivoluzione. È qui, sull'altare della prima cappella destra, che fu infatti collocata la prima opera pubblica romana di Annibale Carracci: la Santa Margherita. Fu una bomba: simile a quella che esplose centosettant'anni prima nell’animo di chi entrò nella Cappella Brancacci di Firenze e vide le ombre e i corpi di Masaccio avendo negli occhi i colori estenuati e le figure affilate del Gotico internazionale. Tra i pittori che accorsero a vedere quel quadro ce ne fu uno davvero rivoluzionario: Michelangelo Merisi da Caravaggio.


sabato 19.15 • Sala del Minor Consiglio Ferdinando FASCE

Revolution - i Beatles e il ‘68 Associare i Beatles al ’68 può apparire arbitrario perché il gruppo è stato a lungo considerato “spoliticizzato” o meno “impegnato” e “arrabbiato” di altri. L’operazione risulta meno arbitraria, però, se distendiamo il ’68 entro un quadro temporale più lungo. Allora diventa inevitabile fare i conti con il fenomeno più eclatante dell’industria musicale degli anni Sessanta. Proprio in virtù del suo successo commerciale, questa vicenda apre infatti una finestra su un nodo cruciale della storia dei movimenti e dei giovani di quegli anni: la relazione che essi intrattennero con le industrie culturali di massa, le controculture e le culture più esplicitamente politiche. A partire dal brano Revolution (1968) viene esplorata la complessa dinamica che si innescò fra il palco, lo studio di registrazione, i fan e la sfera pubblica di una società in fermento. Ferdinando Fasce è stato professore ordinario di Storia americana e Storia contemporanea nelle Università di Genova e Bologna dove ha insegnato per oltre trent’anni

21.00 • Sala del Maggior Consiglio

VENERDÌ 13

Marco SALOTTI

I dieci giorni che sconvolsero il mondo. 1917 il Cine-occhio della Rivoluzione d’Ottobre

Un percorso che si articola tra film di finzione e documentari, indagando gli anni prima della Rivoluzione, il decennale della Rivoluzione d’Ottobre e il periodo immediatamente successivo. La nascita del cinema sovietico si immedesima nella nascita stessa dell’URSS: il mezzo cinematografico crea una nuova espressività in forme organiche al dinamismo rivoluzionario. Negli anni Venti un entusiasmo sperimentale anima i film di Ejzenstein, di Pudovkin, di Dziga Vertov, un entusiasmo formalistico destinato a ridimensionarsi, se non a mortificarsi, nell’era staliniana. Non mancheranno le abiure. Marco Salotti è professore di Storia e critica del cinema all'Università di Genova, è anche curatore della Cineteca della Fondazione Ansaldo e membro del consiglio del Teatro Stabile di Genova

22.15 • Sala del Minor Consiglio La Storia in corto

Maratona di cortometraggi a cura di Cristiano PALOZZI, direttore GENOVA FILM FESTIVAL

Giulio GIORELLO Giusto TRAINA Simonetta CERRINI Aldo SCHIAVONE Marco DI BRANCO, Vittoria ALLIATA e Franco CARDINI Eric FOURNIER Nicola LABANCA Mario ISNENGHI Antonino DE FRANCESCO Gustavo ZAGREBELSKY Lucio CARACCIOLO Alain SCHNAPP Silvio PONS e Domenico LOSURDO Vladimiro GIACCHÉ Enrico DAL LAGO Michel DELON Marco SALOTTI Margherita RUBINO, Gianna SCHELOTTO e Lucia LAVIA

14


11.00 • Sala del Maggior Consiglio Le rivoluzioni scientifiche

Il termine rivoluzione indicava originariamente in astronomia il ritorno di un pianeta nella posizione di partenza. Successivamente si riferisce a un lasso di tempo in cui avvengono importanti eventi o storici o naturali. Progressivamente sia in politica che in scienza si è perso il significato del "ritorno al buon tempo antico" per accentuare la novità di pratiche e di idee spesso in contrasto con le tradizioni ricevute: così si è parlato di rivoluzioni in matematica, in fisica e nelle scienze della vita. Nel Novecento non sono mancati casi in cui il cambiamento scientifico è stato di proposito assimilato alla scelta politica rivoluzionaria come è accaduto nelll'URSS dei primi anni Venti, quando sono state prospettate soluzioni dinamiche alle equazioni della relatività generale: in breve, l'idea di un universo in espansione!

Aldo SCHIAVONE

Spartaco

Roma, anni settanta del I secolo a.C. La terribile realtà dello schiavismo imperiale romano nell’epoca del suo culmine: una realtà atroce e complessa, ma di difficile decifrazione perché gli antichi, che in tanti stati dell’anima ci sembrano vicinissimi, quando parlano dei loro schiavi, rivelano l'abisso che li divide da noi. Un uomo che tentò di sconfiggere la repubblica all’apice della potenza militare: la più pericolosa rivolta servile della storia antica, intrecciata alla crisi delle istituzioni e dei gruppi dirigenti romani che avrebbe portato, qualche decennio più tardi, all’ascesa di Augusto.

Giulio Giorello è professore ordinario di Filosofia della scienza all'Università degli Studi di Milano, dirige presso Raffaello Cortina Editore la collana Scienza e Idee ed è editorialista de Il Corriere della Sera

Aldo Schiavone è uno degli storici italiani più tradotti nel mondo. Ha insegnato presso l'Università di Firenze, l'Istituto Italiano di Scienze Umane, di cui è stato fondatore e direttore, e La Scuola Normale Superiore

11.00 • Archivio Storico

12.00 • Archivio Storico

Il secolo della rivoluzione romana

Islam come rivoluzione. Le rivoluzioni nell’Islam

Giusto TRAINA

Marco DI BRANCO e Vittoria ALLIATA con Franco CARDINI

Con The Roman Revolution (1939) il grande storico Ronald Syme ha reso celebre l’idea di “rivoluzione romana” per designare il passaggio dall’oligarchia repubblicana alla monarchia del principato. Con evidente pessimismo e fastidio nei confronti di Augusto, principale artefice del cambiamento, Syme si era concentrato sui rapporti politici e sociali interni della repubblica, evidenziando il ruolo dell’aristocrazia. Tuttavia, né lui né la maggior parte degli storici hanno tenuto in debito conto la dimensione globale della rivoluzione romana. In realtà, gli stranieri -regni, comunità, mercenari- giocarono spesso un ruolo decisivo negli eventi del I secolo a.C.: i loro rapporti con i vari signori della guerra romani contribuirono a determinare le sorti della res publica.

Secondo il grande storico dell’età romana Santo Mazzarino, «“Rivoluzione” è concetto per noi familiare, a indicar la distruzione o rovina di una società o forma politica invecchiata e la sostituzione di una nuova. In questo caso, è concetto “plurivalente” e moderno: non mai classico». Ma se questo è vero per l’Occidente, non altrettanto può dirsi per la sfera orientale: nel mondo islamico, infatti, si sono affermati movimenti e ideologie compiutamente “rivoluzionarie”, che hanno trasformato radicalmente la società del proprio tempo. Una storia poco nota, su cui vale la pena di riflettere insieme.

Giusto Traina è professore ordinario di Storia romana presso la Faculté de Lettres di Sorbonne Université. Fra i suoi interessi principali: i rapporti fra Roma e l'Oriente, in particolare caucasico, la geopolitica del mondo antico, la storia militare romana

SABATO 14

12.00 • Sala del Maggior Consiglio

11.00 • Sala Liguria Simonetta CERRINI

La rivoluzione dei Templari

All’inizio del XII secolo, a Gerusalemme, nasce un ordine religioso che rivoluziona l’immaginario della società medievale: i Templari. Nel 1129, a Troyes, con l’aiuto di san Bernardo di Clairvaux, ricevono una regola che possiamo definire rigorosamente “antiascetica” per dei frati e coraggiosamente “antieroica” per dei cavalieri. La rivoluzione dei Templari ridisegna il ruolo dei laici nella società cristiana dell’epoca. In breve, il Tempio si diffuse in Terrasanta e in tutta l’Europa, diventando una potenza militare ed economica internazionale, che fu annientata agli inizi del XIV secolo dal re di Francia Filippo il Bello in quello che fu definito il primo processo politico della storia europea. Nel 1312 papa Clemente V soppresse il Tempio e nel 1314 il rogo dell’ultimo maestro Jacques de Molay ne decretò la fine simbolica, ma anche l’inizio di una sfolgorante leggenda. Simonetta Cerrini, laureata all’Università Cattolica di Milano, nel 1998 ha conseguito il dottorato di ricerca alla Sorbona (Paris IV) con una tesi sui Templari, che comprende la nuova edizione critica della loro regola. Si occupa di storia della cultura e della spiritualità dei laici nel Medioevo

Marco Di Branco, bizantinista e arabista, è attualmente “Marie Curie Fellow” e insegna Storia religiosa dell’Islam alla Sapienza - Università di Roma Vittoria Alliata, scrittrice, islamologa, arabista, traduttrice del Signore degli Anelli di Tolkien e delle epopee liriche di Enzensberger, è anche attiva nel campo della cinematografia con la Panaria film, ereditata dal padre Francesco, produttore Franco Cardini è professore emerito dell'Istituto Italiano di Scienze Umane alla Scuola Normale Superiore di Pisa

12.00 • Sala Liguria Eric FOURNIER

La Comune di Parigi

La Comune di Parigi del 1871 non è una rivoluzione, ma un evento inaspettato, inconcepibile senza quell'”anno terribile” cui Victor Hugo dedicò una splendida lirica e l'assedio della capitale da parte dei prussiani nell'inverno del 1871. La Comune è fatta da cittadini combattenti che, dopo la guerra, rifiutano di arrendersi. È una forma di democrazia diretta che aspira, nelle sue stesse parole, ad "universalizzare il potere e la proprietà". Immediati sono il contrasto con il governo di "Versailles", un improbabile coacervo di monarchici e repubblicani moderati e il delinearsi di uno scenario da guerra civile: Parigi contro la provincia, rivoluzionari contro conservatori. Dopo circa un mese di assedio, i «versaillais», i fedeli all’Assemblea Nazionale, invadono la capitale e, malgrado una difesa disperata, i comunardi vengono sconfitti e decimati nel corso della tristemente celebre "settimana di sangue", il più violento massacro nell’Europa del XIX secolo. Eric Fournier insegna Storia e culture moderne e contemporanee presso l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne

SABATO 14

Giulio GIORELLO


15.00 • Sala del Maggior Consiglio L’Occidente conquista il mondo Può sembrare strano includere il colonialismo tra le rivoluzioni che hanno cambiato il nostro mondo. Invece, anche solo a considerare il periodo classico dell’espansione coloniale europea (anche le città antiche greche e l’impero romano avevano le proprie “colonie”: ma questa, premoderna, è un’altra storia), il colonialismo è stato un fenomeno che ha trasformato l’assetto del pianeta ed è all’origine di molti problemi ancora aperti. Infatti, dai primi del Quattrocento alla seconda metà del Novecento, l’Europa ha conquistato il mondo, l’ha sfruttato, l’ha dominato. O, almeno, ha pensato di dominarlo. E per chiudere quella “rivoluzione” coloniale ci sono volute, talvolta, altre rivoluzioni anticoloniali. Oggi l’Europa non domina più il mondo ma le conseguenze di allora stanno tutte ancora nei nostri immaginari e nelle strade e nelle piazze del Vecchio continente. Nicola Labanca è professore ordinario di Storia contemporanea all'Università degli Studi di Siena

15.00 • Archivio Storico Mario ISNENGHI

Antifascismo come rivoluzione?

Superare l’impotenza politica dell’Aventino, subalterna alle scelte della Monarchia; e andare oltre i “Martiri”, testimoni e simbolo di una sconfitta, gloriosa, ma sconfitta. Dopo Matteotti, Amendola, Gobetti, costruire una ripartenza. “Pensiero e azione” - di nuovo - di confinati, carcerati, esuli. Comprende autocoscienza e autonarrazioni di una classe dirigente alternativa. Gramsci, il ripensamento segreto della storia d’Italia. Politiche della memoria da riversare in azione: Emilio Lussu, teorico delle insurrezioni, è attivo anche su quel terreno. Nello Rosselli, giovane “grande storico”, studia il Risorgimento di sinistra. Silvio Trentin rivoluziona lo Statuto. Foa e Mila, in carcere, si ispirano a Orsini, detestando Pellico. Si tratta anche di contendere la Grande Guerra al fascismo; e di ricucire scelte antitetiche, interventisti e neutralisti, Battisti e Matteotti, Turati e Rosselli, borghesia e proletariato, Nazione e internazionalismo. Continuità o discontinuità?

SABATO 14

Mario Isnenghi è professore emerito a Venezia Ca’ Foscari, dopo avere insegnato nelle università di Padova, Torino e Venezia. È presidente dell’Iveser (Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea)

15.00 • Sala Liguria

Antonino DE FRANCESCO

Giacobinismo italiano ed europeo

16.00 • Sala del Maggior Consiglio Gustavo ZAGREBELSKY

Rivoluzione e costituzioni

La nostra Costituzione rappresenta un momento della lunga storia del costituzionalismo moderno, una storia che ha inizio con la Restaurazione liberale, dopo la Rivoluzione Francese e l'età napoleonica. L'ideale del costituzionalismo è senza tempo: istituzioni libere e garanzia dei diritti, con ciò che ne consegue: rappresentanza politica entro la separazione dei poteri, legalità e garanzia dei diritti, habeas corpus, tribunali indipendenti, libertà di stampa e libera formazione della pubblica opinione. Ma la storia del costituzionalismo è fatta di sviluppi a partire da quel nucleo: acquisizioni e ampliamenti, frutti di aspirazioni intellettuali, quando esse siano divenute obiettivi di lotte sociali. Nulla, infatti, si ottiene solo perché pare buono, giusto e bello. Ora, in taluni casi, le lotte sociali hanno comportato veri e propri capovolgimenti dei punti iniziali. Gustavo Zagrebelsky è professore emerito di Diritto costituzionale all'Università di Torino. Collabora con il quotidiano La Repubblica

16.00 • Archivio Storico Lucio CARACCIOLO

La storia oggi serve a fare le rivoluzioni. Cosa ne è stato delle primavere arabe?

Ogni rivoluzione inventa la sua filosofia della storia. A cominciare dalla Rivoluzione Francese. Oggi questo precetto è più vero che mai. I tentativi di costruire nuovi regimi, nuove fasi di una nazione o di un impero, cercano e se necessario inventano una specifica interpretazione del passato per illustrare il futuro che propongono di allestire e per legittimare la rivoluzione in corso o progettata. A conforto di questa tesi, prenderemo in considerazione alcuni casi: quello americano della guerra al terrorismo, tentativo di affermare una americanizzazione del pianeta; quello cinese di “risorgimento”, conclusione di un processo di ritorno (rivoluzione) della Cina a ciò che fu, e altri ancora. Compreso un contromodello, quello delle abortite “primavere arabe”. Lucio Caracciolo è direttore di Limes, rivista italiana di geopolitica, editorialista de La Repubblica e de L'Espresso. Insegna alla LUISS Guido Carli di Roma

16.00 • Sala Liguria Alain SCHNAPP

Giacobinismo è un termine che identifica oggi un profilo politico-ideologico ispirato all’estremismo e all’autoritarismo. Questa accezione non nasce in tempi recenti, perché comparve sin dalla caduta di Robespierre che pose fine, nell’agosto 1794, al Terrore. Da allora, il termine è stato utilizzato vuoi per demonizzare ogni radicalismo politico, vuoi per rivendicare invece l’eredità politica di una democrazia dai tratti pronunciatamente radicali. L’intervento fa il punto sul giacobinismo italiano (creazione per lo più storiografica del secondo dopoguerra) per raccordarlo a quello di altri paesi europei - a partire dalla Francia stessa - e suggerire come le fortune e le sfortune del termine sempre si intersechino tra sé e puntualmente accompagnino l’intero percorso politico della modernità.

La rivolta studentesca del maggio 1968 è una sorta di shock che da un giorno all’altro ha messo in discussione l’establishment. L'edificio, che sembrava così solido, della Quinta Repubblica aveva vacillato e nessuno aveva potuto prevedere quanto la vicenda avrebbe scardinato le certezze. In primo luogo, ovviamente, quelle del governo e dei suoi sostenitori ma anche sugli stessi che manifestavano nelle facoltà e nelle fabbriche e che, dopo il 14 maggio, scoprivano con stupore che la voce di decine di migliaia di manifestanti aveva portato lontano le loro istanze e che la crisi del regime era visibile a tutti.

Antonino De Francesco, ordinario di Storia moderna all’Università degli studi di Milano, ha dedicato numerosi lavori alla storia del movimento democratico in Francia e in Italia, con particolare riguardo agli anni rivoluzionari e napoleonici

Alain Schnapp è Professore di Archeologia Paris 1 Panthéon-Sorbonne ed è stato direttore generale dell’Institut National d'Histoire de l'Art (INHA)

La commune étudiante

SABATO 14

Nicola LABANCA


17.00 • Sala del Maggior Consiglio Silvio PONS e Domenico LOSURDO

La Rivoluzione d’Ottobre e il comunismo novecentesco

Silvio Pons è professore di Storia contemporanea all'Università di Roma Tor Vergata ed è presidente della Fondazione Gramsci di Roma Domenico Losurdo, filosofo, già docente presso l’Università degli Studi di Urbino, è stato condirettore della rivista Topos. Internationale Beiträge zur dialektischen Philosophie e membro della Leibniz Sozietät

Michel DELON

Liberté, Egalité, Fraternité

Il motto inscritto sui monumenti pubblici francesi sembra riunire tre concetti astratti in un trinomio indissolubile come i tre colori della bandiera nazionale. Se è comparso durante la Rivoluzione Francese, ha impiegato molto tempo a imporsi, e più che una qualche unanimità incarna fino ad oggi le contraddizioni del paese. Dall’Illuminismo al mondo moderno invita a rivedere l’idea di libertà tra autonomia e rispetto della legge, l’uguaglianza tra equità giuridica e redistribuzione economica, la fratellanza tra solidarietà umana e superamento degli egoismi. Il motto della repubblica è una continua conquista più che un risultato acquisito.

17.00 • Archivio Storico

Michel Delon insegna Letteratura alla Sorbonne, ed è specialista nei temi dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese

La rivoluzione economica

Marco SALOTTI

Vladimiro GIACCHÉ

La Rivoluzione d’Ottobre è stata una rivoluzione economica prima ancora che politica. In campo economico le sue ripercussioni sono andate ben oltre i confini della Russia e degli stessi paesi del “campo socialista”. Ha infatti esercitato una profonda influenza sulle strategie di crescita adottate da molti paesi in ritardo di sviluppo e condizionato l’assetto economico degli stessi paesi capitalistici avanzati (si pensi al welfare state e ai sistemi di economia mista del secondo dopoguerra). Di grande rilievo anche il suo influsso sulle teorie economiche del Novecento. Un capitolo di storia oggi sostanzialmente dimenticato, che vale la pena di ripercorrere. Vladimiro Giacché si è laureato e perfezionato in filosofia alla Scuola Normale di Pisa. È presidente del Centro Europa Ricerche, partner del gruppo finanziario Sator e consigliere di amministrazione di Banca Profilo

SABATO 14

18.00 • Sala del Maggior Consiglio

17.00 • Sala Liguria Enrico DAL LAGO

La guerra civile americana e l’emancipazione: la più grande rivolta di schiavi della storia? La Guerra Civile Americana (1861-65) divenne una rivoluzione contro la schiavitù con il Proclama di Emancipazione (1863) firmato da Abraham Lincoln, Presidente degli Stati Uniti, ma anche e soprattutto a causa della resistenza degli schiavi ai loro padroni negli stati secessionisti del Sud Confederato. È possibile considerare le attività di resistenza degli schiavi nel Sud durante la Guerra Civile come una grande ribellione di massa, e quindi come la più grande ribellione di schiavi della Storia, visto che il loro numero complessivo era di circa quattro milioni? Enrico Dal Lago è professore ordinario di Storia degli Stati Uniti alla National University of Ireland, Galway, e si occupa di storia comparata e storia della schiavitù e della Guerra Civile americana

19.15 • Sala del Minor Consiglio Una didattica della rivoluzione: La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo

Ne La battaglia di Algeri, Leone d'Oro alla Mostra di Venezia nel 1966, Pontecorvo raccontando la nascita della nazione algerina attraverso una lotta durata per quasi un decennio, confeziona una sorta di compendio cinematografico su “come si fa una rivoluzione”. Marco Salotti è professore di Storia e critica del cinema all'Università di Genova, curatore della Cineteca della Fondazione Ansaldo e membro del consiglio del Teatro Stabile di Genova

21.00 • Sala del Minor Consiglio

Introducono Margherita RUBINO e Gianna SCHELOTTO Legge Lucia LAVIA

Eros, sesso e rivoluzione

Tra le rivoluzioni della storia, la cosiddetta la “liberazione femminile” non esplode di colpo. Viene comunemente attribuita all’ondata eversiva del sessantotto, del quale è certo una delle conseguenze. Esistono poi tendenze precedenti, momenti della letteratura e del teatro che rappresentano o sembrano prevedere una indipendenza prima o poi inevitabile per il genere femminile. Da parte loro, le donne hanno usato, nell’arte e nel tempo, un eros vissuto e inteso come mezzo per uscire dalle gabbie, a partire dal cosiddetto “bovarismo”. Nel secolo scorso, se si guarda a romanzi come Porci con le ali o Paura di volare appare chiaro che, dopo il ’68, diventa il corpo il mezzo di liberazione. Margherita Rubino, docente di Teatro e Drammaturgia dell'antichità e di Tradizioni del teatro antico all'Università di Genova, è critico teatrale, saggista e drammaturga Gianna Schelotto, psicologa specializzata in terapia della coppia e in psicosomatica, è psicoterapeuta, saggista e autrice teatrale Lucia Lavia, attrice, ha esordito in teatro nel 2011. Interprete di classici da Euripide a Shakespeare e a Cechov ma anche di testi contemporanei, da Marguerite Yourcenar a Botho Strauss. Ha lavorato con registi come Massimo Castri, Roberto Andò e Luca Ronconi

SABATO 14

Il rapporto tra il 1917 e il comunismo del XX secolo è stato a lungo oggetto di dispute politiche e storiografiche, che hanno investito questioni quali la rispettiva importanza dell'ideologia e delle circostanze nelle congiunture rivoluzionarie, il bilancio tra conseguenze distruttive e acquisizioni, i motivi dell'ascesa e del declino. L'apertura degli archivi verificatasi nell'ultimo quarto di secolo ha fornito materiali di conoscenza per ripensare simili questioni, soprattutto alla luce della fine del comunismo in Europa e in Russia e della sua trasformazione in Cina. Tuttavia la revisione più profonda in atto riguarda lo sforzo di collocare la storia del comunismo nel contesto della storia globale del secolo scorso, emancipandola dalle interpretazioni in chiave di "anomalia".


domenica

15

10.00 • Sala del Minor Consiglio Pierluigi VALSECCHI

Nelson Mandela: la via pragmatica alla rivoluzione

Nelson Rolihlahla Mandela (1918-2013), è stato la figura centrale nel processo che, fra 1990 e 1994, ha visto la transizione del Sud Africa da sistema di potere fondato sul predominio di una minoranza razziale, a sistema democratico. Leader giovanile dell’African National Congress, la principale forza politica della maggioranza nera, Mandela si radicalizzava fino a divenire uno dei principali sostenitori della lotta armata all’ordine segregazionista (Apartheid). Arrestato nel 1962 e condannato al carcere a vita, trascorse 27 anni in prigione, assurgendo a simbolo mondiale anti-razzista (Premio Nobel per la Pace 1993, insieme a Willem de Klerk, ultimo presidente bianco e autore della svolta negoziale). Pierluigi Valsecchi è professore ordinario di Storia dell'Africa all’Università di Pavia, dopo aver insegnato nelle Università di Urbino e Teramo

10.00 • Sala Liguria Marina MONTESANO

Streghe sovversive

Cosa si intende per stregoneria? Dove o quando la caccia alle streghe ha avuto luogo? Molti pensano che si leghi all’età medievale, mentre in realtà nasce fra gli splendori del Rinascimento e prosegue in un’epoca di rivoluzioni scientifiche. È quindi errato considerarla come un fatto legato alla superstizione e a residui di oscurantismo: la caccia alle streghe è andata di pari passo con la modernità. Infine, parliamo sempre di “streghe” al femminile. Ma erano davvero tutte donne a finire accusate di stregoneria? Anche qui, le sorprese non mancano. Marina Montesano è professore ordinario di Storia medievale presso l’Università di Messina. Collabora con “Storica” del National Geographic e con Il Manifesto

11.00 • Sala del Maggior Consiglio Alessandro BARBERO

Caporetto

Nella Prima Guerra Mondiale l'Italia ha compiuto uno sforzo organizzativo, industriale e umano sbalorditivo per un paese così debole. Nel mondo, però, della guerra italiana tutti ricordano un unico episodio, il cui nome ha un suono umiliante: Caporetto. È un peccato, ma non possiamo incolparne gli altri, perché a Caporetto è emersa l'altra faccia di quel paese sospeso fra modernità e arretratezza: l'inefficienza, la retorica, l'irresponsabilità della classe dirigente, un peso da cui l'Italia non è mai riuscita a liberarsi. Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale

DOMENICA 15

Pierluigi VALSECCHI Marina MONTESANO Alessandro BARBERO Guido SAMARANI Marco TARCHI Luciano CANFORA Edoardo TORTAROLO e Tiziano BONAZZI Alain SCHNAPP Gianni SOFRI Peppino ORTOLEVA e Luciana CASTELLINA Salvatore LUPO Andrea RICCARDI Domenico LOSURDO Paolo VALVO Franco CARDINI e Renato TORTAROLO Gian Enrico RUSCONI Gino RONCAGLIA Gilles PÉCOUT Luciano CANFORA e Franco CARDINI


11.00 • Archivio Storico Guido SAMARANI

Nell’ambito dello sviluppo della rivoluzione in Cina, a partire dagli ultimi anni Venti nacquero le prime basi rurali (soviet), di cui Mao Zedong fu uno dei protagonisti anche se non l’unico: tali basi erano concentrate nel sud del paese e furono sottoposte per anni agli attacchi militari da parte delle truppe governative. È in quest’ambito che si colloca la Lunga Marcia (1934-36): un’esperienza storica straordinaria che nacque da una disastrosa sconfitta culminata con l’abbandono da parte dei comunisti cinesi dei soviet ma che pose poi le basi per il successo del Pcc e dello stesso Mao. Oggi, le nuove fonti cinesi (e non) ci consentono di guardare aldilà dell’aspetto puramente politico-militare della Lunga Marcia, scoprendo una realtà di esperienze umane collettive ed individuali tra storia, memoria e mito.

La Rivoluzione Americana

La Rivoluzione Americana costituisce un fondamento nei dibattiti sull’identità statunitense. Seguendo una prima impostazione storiografica, la Rivoluzione Americana verrà analizzata sia in relazione alla storia europea sia come guerra civile, considerandone gli effetti sulla modernità economica e sulla disgregazione della società. Poi, in una lettura più prettamente politica, la Rivoluzione Americana diventerà lo spunto grazie al quale discutere di libertà e di Europa.

Guido Samarani è professore ordinario presso il Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea, Università Ca’ Foscari di Venezia

Edoardo Tortarolo insegna Storia moderna presso l’Università de Piemonte orientale. È socio dell’Accademia delle scienze, Torino, e membro della Giunta Centrale per gli studi storici, Roma, e del Comitato scientifico della Fondazione Luigi Einaudi, Torino

11.00 • Sala Liguria

Tiziano Bonazzi è professore emerito di Storia e istituzioni del Nordamerica all’Università degli studi di Bologna ed ha insegnato in Università statunitensi ed europee

Marco TARCHI

La rivoluzione conservatrice

DOMENICA 15

12.00 • Archivio Storico Edoardo TORTAROLO e Tiziano BONAZZI

Rivoluzione conservatrice, per molti, è un ossimoro, una contraddizione in termini, un non senso. La pensavano diversamente quegli intellettuali – filosofi, storici, giuristi, letterati – che nei primi tre decenni del XX secolo, in una Germania scossa da una serie di crisi di grande impatto sociale, economico, culturale e spirituale, non riconoscendosi più nelle intersezioni del panorama politico e ideale ereditato dal passato, cercarono di trasgredirne i confini, oltrepassando la linea divisoria tra sinistra e destra. Il loro obiettivo di fondo era la coniugazione di alcune delle linee di sviluppo della Modernità, a partire a quelle imposte dal progressivo dominio della Tecnica, con principi e stili di vita che si ricollegavano alla tradizione. Lo stesso anelito suscitò in altri paesi fenomeni simili, creando una variegata corrente di pensiero che ha lasciato ai posteri una controversa eredità, fatta di interrogativi – e risposte – radicali alla crisi di senso che travaglia la nostra epoca. Marco Tarchi è professore ordinario di Scienza politica, Comunicazione politica ed Analisi e teoria politica presso la Scuola di Scienze Politiche dell’Università di Firenze

12.00 • Sala del Maggior Consiglio Luciano CANFORA

Alba di ‘68: Genova 1960

Il 3 luglio 1960, dopo che la Questura di Genova fu costretta da un vasto movimento di popolo ad ingiungere al Movimento sociale italiano di spostare il suo congresso fuori Genova, Norberto Bobbio scrisse: «Genova è stata liberata dalla vergogna di vedere alla ribalta gli eredi dei complici di Hitler. Siamo lieti che molti giovani abbiano partecipato: lo spirito della Resistenza si perpetua nell’animo delle nuove generazioni. Il partito neofascista deve essere disciolto. Lo impone con inequivocabile comando la Carta Costituzionale». Quello fu – in Italia – l’atto di nascita di un rinnovato antifascismo culminato nel 1968. È il tornante principale della nostra storia repubblicana. Luciano Canfora, storico e saggista è professore emerito dell’Università di Bari, dirige i Quaderni di storia e collabora con Il Corriere della Sera

12.00 • Sala Liguria Alain SCHNAPP

Rovine e Rivoluzione Francese, nascita di un’idea universale

Per gli Illuministi le rovine sono luoghi di riflessione e meditazione che stimolano i nostri sensi sia per il loro aspetto materiale sia per la nostra capacità di osservarle, interpretarle, immaginarle. Se lo stesso Diderot nell’Enciclopedia definisce la rovina nella sua accezione più archeologica, come vestigia del passato, che ha un valore per ciò che ci insegna e per ciò che è, ben presto negli scritti di Mercier e di Volneu le rovine diventano uno strumento di critica sociale. Rivelano la violenza e l'orgoglio degli imperi e dei regni, l’indegnità delle classi dirigenti e la miseria dei popoli. Gli uomini dell'89 sapranno trarne le conseguenze. Alain Schnapp è professore di Archeologia Paris 1 Panthéon-Sorbonne ed è stato direttore generale dell’Institut National d'Histoire de l'Art (INHA)

15.00 • Sala del Maggior Consiglio Gianni SOFRI

La rivoluzione non violenta: Gandhi

Tra i vari movimenti di liberazione dalla dominazione coloniale il caso indiano risulta per molti versi eccezionale, proprio in virtù della rivoluzione non violenta guidata da Gandhi. Se da un lato la stessa formazione di Gandhi fu il luogo d’incontro tra più tradizioni, sia occidentali sia orientali, dall’altro vi confluirono un’evoluzione etica e teorica e un’esperienza politica diretta, che portarono alla maturazione della non-violenza, senza dimenticare il ruolo svolto dal contatto con il terrorismo. Inoltre, considerando l’idea diffusa di una egemonia pressoché assoluta di Gandhi nella lotta dell’India per l’indipendenza, si evidenziano gli elementi che mettono invece in discussione questa convinzione. Nell’idea generale che la complessità della storia indiana nell’età contemporanea è tale da non essere riducibile a sintesi sempliciste. Gianni Sofri ha insegnato all’Università di Bologna e ha collaborato a numerosi giornali e riviste

DOMENICA 15

La rivoluzione cinese e la Lunga Marcia


15.00 • Archivio Storico Peppino ORTOLEVA e Luciana CASTELLINA

16.00 • Archivio Storico

La vera portata dei movimenti del '68, a cinquant'anni di distanza, sembra ancora difficile da mettere pienamente a fuoco: dopo la fiammata rivoluzionaria, probabilmente l'ultima della storia occidentale, la diffusa riduzione a fenomeno di costume in fondo innocuo. In realtà si è trattato di un evento spartiacque, sia pure in un senso in parte diverso da quello che venne pensato e sperato dai suoi protagonisti: la nascita di una politica basata sulla soggettività e sull'identità, insieme planetario come nessun movimento era stato prima e fondato sulla valorizzazione delle differenze. Se è ora di consegnare veramente il '68 alla storia, al di là di ricorrenze e anniversari, lo si può fare solamente ripensando il senso, e i paradossi, dell'ultimo mezzo secolo.

Agli inizi del Novecento la Cina era parte integrante del mondo coloniale e semicoloniale, assoggettato dal colonialismo e dall’imperialismo. Un momento di svolta nella storia mondiale è stato rappresentato dalla Rivoluzione d’Ottobre che ha promosso e ispirato un’ondata anticolonialista di dimensioni planetarie. Successivamente, il fascismo e il nazismo sono stati il tentativo di rivitalizzare la tradizione coloniale. In particolare, la guerra scatenata dall’imperialismo giapponese contro la Cina è stata una delle più importanti guerre coloniali della storia. Ma la lotta di emancipazione dei popoli non si esaurisce con la conquista dell’indipendenza politica; già nel ‘49 Mao insisteva sull’importanza dell’edificazione economica prevedendo la necessità del passaggio dalla fase militare alla fase economica della rivoluzione.

Peppino Ortoleva è professore di Storia e teoria dei media all’Università di Torino Luciana Castellina politica, giornalista e scrittrice. Era nel nucleo fondatore de Il manifesto

15.00 • Sala Liguria Salvatore LUPO

DOMENICA 15

Resistenza come rivoluzione?

Può essere intesa come una rivoluzione, la Resistenza? Sì e no. Sì perché ne nacque una democrazia concettualmente contrapposta alla tirannide fascista (dunque anti-fascista in senso proprio), nonché una Repubblica costituzionale nuova di zecca rispetto alla monarchia anche prefascista, e al suo Statuto albertino rivelatosi una così debole garanzia di libertà. No perché la continuità dello Stato, cioè delle regole e degli apparati tra prefascismo, fascismo e post-fascismo ridimensionò di molto la portata della rottura; e la mancata attuazione della Costituzione ne rallentò gli effetti appunto rivoluzionari. Incerto dunque fu anche il bilancio sul piano della soggettività: tra aspettative, paure, speranze, e delusioni. Salvatore Lupo è professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Palermo. È stato fondatore, e condirettore, della rivista “Meridiana”

16.00 • Sala del Maggior Consiglio Andrea RICCARDI

La rivoluzione di Francesco

La sera del 13 marzo 2013, in una Chiesa in grave crisi e ancora scossa dalle dimissioni di Benedetto XVI, viene eletto, per la prima volta nella storia, un Papa sudamericano. Il suo pontificato si annuncia fortemente innovatore, fin dal nome scelto, Francesco. È il primo Papa a nascere in una grande metropoli del Sud del mondo, Buenos Aires; il primo Papa che viene da una megalopoli complessa e disordinata, proprio nel periodo storico che vede, a livello globale, il sorpasso della popolazione urbana su quella rurale. Ma è anche il primo papa a mettere le periferie al centro dell’azione della Chiesa. È aperta la domanda su quanto il tempo di papa Francesco inciderà nella storia di lungo periodo del cattolicesimo. Secondo i critici il suo pontificato rappresenta una parentesi. Certo è che non sarà facile ritornare al passato. Andrea Riccardi è uno storico, accademico. È noto anche per aver dato vita nel 1968 alla Comunità di Sant'Egidio. Editorialista de Il Corriere della Sera, collabora con periodici e quotidiani europei

Domenico LOSURDO

Dalla grande rivoluzione culturale cinese al Denghismo

Domenico Losurdo, filosofo, già docente presso l’Università degli Studi di Urbino, è stato condirettore della rivista Topos. Internationale Beiträge zur dialektischen Philosophie e membro della Leibniz Sozietät

16.00 • Sala Liguria Paolo VALVO

Messico in fiamme Sorta dalla convergenza di molteplici rivendicazioni socio-politiche territoriali e nazionali, la Rivoluzione messicana è stata uno spartiacque nella storia del Messico indipendente, capace di suscitare una vasta e prolungata eco anche all’estero. A cento anni dalla Costituzione di Querétaro (5 febbraio 1917) che ha cercato di intercettarne le principali istanze, la Rivoluzione costituisce un campo d’indagine ancora solo parzialmente esplorato, irriducibile alle inevitabili mitizzazioni della cultura popolare e agli usi politici della storia che hanno dipinto, a più riprese, una rivoluzione più immaginata che reale, utile al mantenimento di equilibri di potere che i processi di globalizzazione culturale ed economica hanno progressivamente messo in crisi. Paolo Valvo è ricercatore in Storia contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal 2017 è docente incaricato presso la Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana

17.00 • Sala del Maggior Consiglio

Franco CARDINI e Renato TORTAROLO

Tra Castro e il Che

Ernesto "Che" Guevara è dotato, come i re studiati da Ernst Kantorowicz, di un "doppio corpo”: da una parte c’è quello del dottor Guevara, nato a Rosario in Argentina, laureatosi in medicina nel 1953, compagno di lotta a Cuba di Fidel Castro e morto in Bolivia nel 1967 al fianco dei rivoluzionari boliviani. Dall’altra c’è il corpo “metafisico” e “metastorico”, rappresentato nella celebre foto che lo ritrae, ormai morto, come il Cristo morto di Mantegna. È il mito cristico-metastorico del "Che", profeta e martire della Rivoluzione Eterna: un mito che è andato ben oltre la prospettiva politica e storica della "sinistra" per diventare una bandiera della lotta contro il capitalismo. Franco Cardini è professore emerito dell'Istituto Italiano di Scienze Umane alla Scuola Normale Superiore di Pisa Renato Tortarolo, giornalista e scrittore, già caporedattore cultura de Il Secolo XIX

DOMENICA 15

1968: tra Berkeley e Saigon


17.00 • Archivio Storico Gian Enrico RUSCONI

La rivoluzione tedesca del novembre 1918 nella storiografia è associata a molte definizioni: rivoluzione mancata, tradita, frenata, incompiuta. Connotazioni che si proiettano sulla "democrazia di Weimar" a sua volta soggetta a molte definizioni per lo più problematiche: democrazia contrattata, improvvisata, sovrasollecitata da tensioni contraddittorie. E fatalmente condannata alla dissoluzione, diventando un caso esemplare di "crisi di sistema" democratico. Un momento cruciale della storia tedesca del XX secolo, punto di riferimento non solo negativo ma anche positivo per alcuni aspetti della sua costituzione che sono ritenuti tuttora validi. La "sindrome di Weimar" accompagna la storia tedesca come motivo di preoccupazione, monito e raccomandazione. Gian Enrico Rusconi è professore emerito di Scienza politica dell’Università di Torino. Fellow del Wissenschaftskolleg Berlin; per dieci anni Gastprofessor presso la Freie Universitaet di Berlino è editorialista de La Stampa

17.00 • Sala Liguria Gino RONCAGLIA

La rivoluzione digitale

Quando si parla di digitale il pensiero va subito alla seconda metà del ‘900, al computer, alle reti. Alla base della rivoluzione digitale ci sono però idee sviluppate molto prima, a partire da una data che oggi pochi conoscono: il 15 marzo 1679, quando il filosofo tedesco Leibniz scrisse un appunto di tre pagine intitolato De progressione Dyadica. Quell’appunto conteneva gli elementi essenziali del calcolo binario, ed è su quelle basi teoriche che nascono da un lato la teoria dell’informazione, dall’altro i computer e i dispositivi digitali di oggi. Come si è arrivati, dal calcolo binario di Leibniz, al mondo degli smartphone, delle reti, dell’intelligenza artificiale? La rivoluzione digitale ha già cambiato radicalmente il nostro modo di produrre informazione e di comunicare, ed è ancora in corso. Conoscerla vuol dire anche capire meglio il nostro futuro.

Gino Roncaglia è professore di Informatica applicata alle discipline umanistiche presso l’Università degli Studi della Tuscia

DOMENICA 15

18.00 • Sala del Maggior Consiglio Gilles PÉCOUT

Risorgimento come rivoluzione?

Derivato dal verbo “risorgere” che significa “sollevarsi”, “rinascere” e, in senso transitivo, “rianimare” o “risvegliare”, il sostantivo risorgimento si è presto imposto come equivalente di rinascimento o risurrezione “nazionale”. Il primo documento in cui il vocabolo è esplicitamente riferito alla storia italiana è Il Risorgimento dell’Italia dopo il Mille (1775) di padre Bettinelli, ma bisogna attendere Vittorio Alfieri perché al termine sia associato il senso di “rinascimento nazionale” e la pubblicazione del primo numero de “Il Risorgimento” (1847), il giornale di Cesare Balbo e Cavour il cui programma metteva esplicitamente sullo stesso piano l’indipendenza dell’Italia e l’unione politica ed economica di tutti gli stati della penisola orientati ad accettare l’idea del progresso. Ma la fortuna del termine ha di gran lunga superato i limiti del dibattito ideologico della metà dell’Ottocento per affermarsi anche alla fine del secolo. Gilles Pécout è professore ordinario di Storia contemporanea alla Scuola Normale Superiore (ENS) di Parigi. Nel 2016 è stato nominato Rettore della Regione Accademica dell’Île-de-France e cancelliere delle Università

19.00 • Sala del Maggior Consiglio

Luciano CANFORA e Franco CARDINI

Considerazioni finali

MOSTRE E DINTORNI

La bandiera rossa sul Reichstag, Berlino 1918: la rivoluzione di novembre


Una Storia Portoghese. 1975-2005

Genova: rivoluzioni da leggere (tra le righe)

Fotografie di Fausto GIACCONE A cura di Federico Montaldo Trent'anni di storia di un villaggio del sud del Portogallo dalla stagione gloriosa della lotta per la Riforma Agraria del 1975 sino ai primi anni del nuovo secolo. Nell'agosto del 1975 Fausto Giaccone era uno dei tanti fotografi e giornalisti che seguivano la cronaca di quella estate calda, in cui si acuiva lo scontro tra gli strati della società più progressista guidati dai militari di sinistra e la reazione che cercava di smorzare la spinta della Rivoluzione dei garofani del 1974. Per sfuggire alla ritualità di quelle manifestazioni e per cercare di trovare una chiave personale nella narrazione di quella fase politica, Giaccone lascia Lisbona e si dirige al di là del Tejo, dove, già da diversi mesi, erano iniziate le occupazioni dei latifondi da parte dei braccianti senza terra. L’attenzione si concentra su di un villaggio del Ribatejo, Couço, al confine con l'Alentejo e il 31 Agosto Giaccone sarà testimone di un ciclo trionfale di occupazioni.

A cura dell’Archivio di Stato di Genova

dal 12 al 22 aprile • Spazio 46R

dal 12 al 15 aprile • Sala Dogana

L’esercito di porcellana

SOMMOSSE

A cura di Matteo Fochessati, Gianni Franzone e Pier Paolo Rinaldi L’esercito di porcellana: una suggestiva installazione delle statuette prodotte in Cina, a partire dagli anni Sessanta, per glorificare il culto di Mao e dei principali esponenti del regime. A fianco delle più famose immagini “quotidiane” del Grande Timoniere - in accappatoio, dopo la consueta performance natatoria, o con in mano la racchetta da ping pong, divenuta simbolo della distensione tra Cina e Stati Uniti - l’agiografia del personaggio era costruita attraverso la sua presentazione in occasioni più ufficiali, a fianco dei leader politici Lin Biao e Zhou Enlai o della moglie Jiang Qing che nel 1976, poco dopo la sua morte, fu arrestata insieme ai membri della "banda dei quattro", segnando così la fine del movimento politico noto come Rivoluzione Culturale. E proprio al periodo di violenze perpetrate dalle Guardie Rosse, sotto l’egida dei principi rivoluzionari del Libretto rosso di Mao, si riferiscono le raffigurazioni più brutali e feroci di questo esercito di porcellana, la cui sfilata sarà integrata da alcuni manifesti prodotti all’epoca per celebrare gli stessi temi di propaganda politica.

• dalla storia scritta nei fatti all’utopia evocata dall’immaginazione • dal gioco creativo alla forza di mostrarsi per quello che si è • dal turbamento visionario alla realtà del presente • dal protagonismo delle rivoluzioni all’annientamento della globalizzazione

Un’esposizione per scoprire alcuni “primati” della storia genovese, da leggere tra le righe dei documenti d’archivio: un racconto per immagini e parole delle innovazioni, non sempre dirompenti, ma generative di impatti sociali e globali, anche a lungo termine, “Superbe”. Dalla nascita delle assicurazioni medievali alla figura del Balilla (1747) che, tra mito e realtà, precorre l’importante ruolo ricoperto da Genova durante il Risorgimento, passando per l’archivio “Casa di San Giorgio” (1407-1805), i “rolli” ovvero gli elenchi dei magnifici palazzi dove erano alloggiate le personalità che visitavano la città nel Siglo de los Genoveses e le Leges del 1528, emanate sotto la regia di Andrea Doria.

10 produzioni di giovani artisti interpretano il tema Rivoluzioni Fotografie, illustrazioni, tele, installazioni, video di: • Forevergreen.fm con Matteo Castiglioni, Fulvio Ioan, Silvia Mazzella, Melkio, Niccolò Pizzorno, Stefano Pulcini, Chiara Scabini, Alessio Ursida Performance audio video a cura di: • Duplex Ride con improvvisazione elettronica di NOS, racconti per oggetti di Dollworld, visual di Gianriccardo Scheri, grafiche di Stefano Roffo • Tommaso Vergano con Andrea Vescovi e Stefano Baldini Artista ospite da Berlino il fotografo Yuri Segalerba con il reportage: I popoli non dovrebbero aver paura dei propri governi: sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli (dal film V per vendetta di James Mc Teigue).

Leges di Andrea Doria del 1528, particolare

fino al 15 aprile • Loggiato Minore

MOSTRE

MOSTRE

fino al 22 aprile • Sala Liguria

Du Fo Fu Sil Me Ni Ste


23 marzo, ore 17.45 • Sala del Maggior Consiglio Alessandro BARBERO e Franco CARDINI

La città di Fiume divenne famosa in tutto il mondo quando venne occupata dal poeta Gabriele D’Annunzio alla guida di una banda di avventurieri. Quella che venne ribattezzata “l’impresa di Fiume” fu un’occupazione militare a metà tra la farsa e la tragedia e oggi è considerata da molti storici una “prova generale” del fascismo, dove vennero utilizzati per la prima volta metodi, tattiche e simboli che sarebbero divenuti comuni nei vent’anni del regime. L’incontro sarà preceduto da un breve concerto di Ieuan JONES, musicista inglese, professore presso il Royal College of Music di Londra, conosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori esecutori e concertisti d’arpa. Musiche di Alfredo Casella, Gabriel Fauré e Claude Debussy.

dal 13 marzo al 10 aprile, ore 18.30 • Cinema Sivori

Rivoluzioni al cinema

INTORNO ALLA STORIA

In attesa de la Storia in Piazza, al Cinema Sivori è in programma una rassegna a cura di Marco Salotti e Circuito Cinema Genova: Ottobre di Sergej Michajlovic Ejzenstejn, il più grande poema cinematografico sulla rivoluzione (13 marzo); La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (20 marzo); Allonsanfán di Paolo e Vittorio Taviani (27 marzo); No - I giorni dell’arcobaleno di Pablo Larraín (10 aprile).

6 aprile, ore 17.45 • Sala del Minor Consiglio Fabrizio LERTORA - LaborPace Caritas Genova

Siate la rivoluzione che volete vedere nel mondo. La rivoluzione non violenta di Gandhi come educazione

La rivoluzione non violenta di Gandhi si basa sulla ricerca del cambiamento in direzione della verità, a partire da sé stessi. Prima che un’impresa politica e sociale si caratterizza come un desiderio di sviluppo di sé e come progetto educativo intorno a sé. Coerentemente alla sua massima secondo la quale ci deve essere coerenza tra i mezzi e i fini, Gandhi ci invita a guardare al cambiamento e alla rivoluzione a partire da noi e ci ricorda che nessuna rivoluzione può dirsi giusta se non orientata a far fiorire una vita più sostenibile, più solidale e più felice.

13 aprile, dalle 15.45 • Sala Camino SEMINARIO Dopo le rivoluzioni: fare i conti con il passato fra memoria e storia Il seminario vuole approfondire i meccanismi costituzionali che regolano i periodi di transizione fra un regime e un altro. Nel momento della dissoluzione di una forma di stato, emerge la necessità di ricostruire l’ordinamento costituzionale su principi e valori contrapposti al precedente assetto. A questo si aggiunge un altro elemento che riguarda il trattamento da riservare a coloro che hanno svolto funzioni di rilievo nei regimi precedenti. Coordina Eleonora CECCHERINI, Università di Genova Intervengono Giovanni Maria FLICK e Luca MEZZETTI

15 aprile, ore 12.00 • Cortile Maggiore Le Eccellenze del Monferrato, Cultura, Tradizione e Patrimonio UNESCO Degustazione di prodotti tipici, a cura del Consorzio Mon.D.O. (Monferrato Domanda Offerta e dei propri associati, Comuni ed Aziende)

14 e 15 aprile, dalle 10.00 alle 18.00 • Sala Camino

LO SCHERMO DELLA STORIA

Proiezione di documenti filmati e approfondimenti di Rai Storia A cura di Rai Cultura

SCUOLE E FAMIGLIE

Fiume


12 aprile 9.00 • Sala del Maggior Consiglio Anna Maria RAO

La Rivoluzione Francese

Da più di due secoli gli storici discutono sulle ragioni, sul significato e sugli esiti di quell’insieme di eventi conosciuti come «Rivoluzione Francese». Si discute di quando sia iniziata, quando sia finita, se davvero sia mai finita, perfino se si debba scrivere con la maiuscola o con la minuscola. Ma per quanto se ne discuta, non vi sono dubbi che, non solo in Francia, si trattò di un periodo fondamentale per la «scoperta» o l’«invenzione» della politica moderna.

PER INSEGNANTI E GENITORI

12 aprile, ore 15.30 • Munizioniere Rivoluzioni a colori e capriole del cuore

incontro con Arianna Papini e l'immaginario poetico dei suoi albi illustrati per l'infanzia Interventi di Walter Fochesato e Barbara Schiaffino, in dialogo con l'autrice. L'incontro è promosso dalla Direzione Scuole e Politiche Giovanili del Comune di Genova, in collaborazione con la rivista Andersen e i Servizi Educativi e Culturali di Palazzo Ducale, nell'ambito del corso di formazione FARE POESIA.

Anna Rao è professore ordinario di Storia moderna all’Università degli studi di Napoli Federico II

10.00 • Sala del Maggior Consiglio

13 aprile

Lutero e la Riforma protestante Fu quella di Lutero una rivoluzione? Lo storico Ercole Ricotti non ebbe dubbi nel dare una risposta affermativa. Oggi, dopo che sono passati molti anni dal suo libro e moltissimi studi e discussioni hanno affrontato il tema della riforma luterana, la domanda si pone di nuovo. Si rifletterà sui due punti fondamentali dell'opera del giovane Lutero che dettero un impulso rivoluzionario ai conflitti di religione dal '500 in poi, la giustificazione per sola fede e la libertà del cristiano.

9.15 • Sala del Maggior Consiglio

Adriano Prosperi ha insegnato Storia moderna presso l'Università della Calabria, l'Università di Bologna, l'Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore

11.00 • Sala del Maggior Consiglio

Franco CARDINI con Antonio MUSARRA

Crociate e rivoluzione

Se da un lato il termine crociata definisce un evento a carattere militare legittimato da un apposito atto della Santa Sede, dall’altro con il termine crociate si intendono i singoli eventi storici avvenuti a partire dalla fine dell'XI secolo. Nel corso della storia “idea” e “spirito” di crociata sono riaffiorati più volte, in modo tuttavia sempre disordinato e ambiguo, a indicare qualunque guerra concepita per la difesa della civiltà contro la barbarie. Il mito della crociata possiede cioè un nucleo rivoluzionario nella sua sostanza, di tipo escatologico e apocalittico, dal momento che si concepisce come “ultima” e “definitiva” delle guerre: in questo senso la crociata riflette un atteggiamento meta-storico totalitario. Franco Cardini è professore emerito dell'Istituto Italiano di Scienze Umane alla Scuola Normale Superiore di Pisa Antonio Musarra è dottore di ricerca in Storia medievale e Fellow di Harvard

12.15 • Sala del Maggior Consiglio Michelangelo PISTOLETTO con Gianfranco MARANIELLO

Le rivoluzioni nell’arte del Novecento, gli anni Sessanta e l’Arte Povera

Gli anni Sessanta hanno impresso nella storia dell’arte una svolta fondamentale con l’affermazione di un linguaggio nuovo, al di fuori dai mezzi tradizionali: non più semplicemente colori, tele e pennelli ma gesti, azioni, ambienti. Pistoletto ha tracciato l’inizio del grande rinnovamento dell’arte italiana del dopoguerra: l’arte povera. Oggi porta avanti un altro percorso artistico, il Terzo Paradiso - Rebirth, che punta a una rigenerazione della società, nella connessione equilibrata tra artificio e natura. Michelangelo Pistoletto, artista e scultore, è uno dei maggiori interpreti dell’arte povera ed è considerato uno dei più importanti artisti italiani viventi. Nel 2003 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia Gianfranco Maraniello, storico dell’arte, è stato redattore di Flash Art e curatore per il Macro di Roma e la Biennale di Shangai. Per dieci anni è stato direttore del MAMBO di Bologna, dal 2015 dirige il MART di Trento e Rovereto

Luciano CANFORA

Tre centenari e un cinquantenario: 1818, 1917, 1918,1968

Tutte le rivoluzioni prima o poi si snaturano o, meglio, divengono altro. I superficiali dicono “le rivoluzioni falliscono”. Lo dicono anche i dogmatici, i quali, in genere, ignorano il peso della storia. Ma è proprio il fatto che esse, comunque, sia pure in diversa veste e con parole nuove, tornino a riproporsi, ne dimostra la necessità. La posta in gioco è, da sempre, l’uguaglianza: da Erodoto, e forse da ben prima, in poi. Quale che sia la durezza delle rivoluzioni, l’ineguaglianza risorge e, sempre daccapo, provoca repulsa e disgusto. Non è un andirivieni insensato della storia umana. Luciano Canfora è professore emerito dell’Università di Bari, dirige i Quaderni di storia e collabora con Il Corriere della Sera

10.30 • Sala del Maggior Consiglio Vincenzo TINÉ

UOMO contro NATURA. La rivoluzione neolitica

Il Neolitico ha rappresentato una rivoluzione cruciale nella storia dell’uomo: un processo lento, irreversibile e globale che si sviluppò a partire dal Vicino Oriente, portando all’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento, all’uso della ceramica, alla vita nei villaggi. Il momento cruciale in cui avvennero le principali innovazioni sociali, economiche, ambientali e tecnologiche che segnarono l’umanità, prima della moderna era industriale. Vincenzo Tiné è soprintendente archeologo unico della Liguria, Ministero per i Beni e le Attività Culturali

11.45 • Sala del Maggior Consiglio Stefano ZAMAGNI

Le quattro rivoluzioni industriali

Un excursus storico-comparativo sulle rivoluzioni che hanno attraversato gli ultimi 250 anni di storia. Di ciascuna di esse verranno poste in luce le caratteristiche salienti e le implicazioni di natura sia economica, sia sociale, sia ancora etica. Speciale attenzione verrà dedicata alla quarta rivoluzione industriale, tuttora in pieno dispiegamento a livello globale. Il grande problema di oggi è che, nell’attuale rivoluzione, le istituzioni economiche di tipo inclusivo non assicurano affatto istituzioni politiche inclusive: come se il progresso economico “esigesse” un regresso politico, e dunque una riduzione degli spazi di libertà positiva. Stefano Zamagni già professore ordinario di Economia Politica all'Università di Bologna, è Adjunct Professor of International Political Economy alla Johns Hopkins University, SAIS Europe

INCONTRI PER LE SCUOLE

INCONTRI PER LE SCUOLE

Adriano PROSPERI


Parole e immagini

Intrecci immaginari danno origine ad un gioco del domino rivisitato che combina figure di personaggi rivoluzionari, parole, citazioni, dipinti, immagini di luoghi e simboli.

CHANGES. Dal manifesto di propaganda alla Sticker Art

Partendo dai concetti di propaganda e manifesto, i ragazzi sono invitati a interrogarsi sulle piccole grandi rivoluzioni che vorrebbero e a progettare insieme slogan e adesivi per veicolare il proprio messaggio.

LABORATORI PER LE SCUOLE

in collaborazione con lo studio di illustrazione Rebigo

La fotografia senza macchina fotografica

L’avvento della fotografia è stata una rivoluzione artistica tra le più importanti, fonte di sperimentazioni e ricerche intraprendenti che hanno avuto un forte impatto sull’arte utilizzando le tecniche della foto-grafia in modi nuovi. Protagonisti di questo laboratorio, i fotomontaggi dadaisti e i rayogrammes surrealisti.

Bapu, il Reverendo e Madiba: il lungo cammino verso la libertà

Partendo dal pensiero e dalle azioni di Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela e lavorando su immagini, articoli di giornali e documenti audio/video prende avvio una discussione collettiva guidata per far riflettere i ragazzi sui concetti di integrazione e lotta per i diritti condotte attraverso “rivoluzioni” non violente. Alla fine del laboratorio verranno realizzati dei poster/ritratto dei tre personaggi, rielaborando i materiali usati durante la discussione.

La rivoluzione della geometria: da quella euclidea alle geometrie “curve"

Un laboratorio interattivo che racconta il passaggio dalla geometria euclidea a geometrie diverse, “curve”, che hanno portato allo sviluppo di grandi teorie scientifiche, su tutte quella della relatività. Una rivoluzione che ha cambiato la storia della scienza, a partire da una semplice domanda: due rette parallele non si intersecano mai? in collaborazione con CNR - Consiglio Nazionale delle Ricerche

Viva Maria o viva la libertà?

Maggio 1797: la Repubblica giunge alla sua fine. Scontri e disordini infiammano la città e le campagne. I patrizi, spaventati dall’ondata giacobina, sobillano il popolo usando la fede come arma controrivoluzionaria. Ricercatori di Storia dell’Università di Genova conducono i ragazzi tra le burrascose vicende di fine Settecento, proponendo un percorso laboratoriale che, attraverso un ampio uso delle fonti archivistiche dell’epoca, permetta agli studenti di indagare alcune delle dinamiche più interessanti dell’esperienza rivoluzionaria genovese. in collaborazione con NavLab - Università di Genova

La rivoluzione del ritmo: dal Jazz al Rock

La nascita e l’evoluzione della popular music può essere ripercorsa seguendo il filo conduttore della batteria, che può essere considerata l’emblema di una delle maggiori rivoluzioni musicali del ‘900. Grazie a questo strumento la componente ritmica nella musica, che fino ad allora ne costituiva una parte importante ma non la più evidente, diventa la caratteristica principale, causando un vero e proprio rovesciamento di gerarchie rispetto a melodia e armonia.I partecipanti saranno coinvolti nell’esecuzione di figure ritmiche con strumenti rudimentali e stimolati a comporre una propria “batteria di percussioni”.

Materiali rivoluzionari 1: il cemento armato

Un laboratorio per far capire ai ragazzi le trasformazioni e i cambiamenti introdotti con l’utilizzo del calcestruzzo armato, partendo proprio dai limiti dei materiali e delle tecno-

Materiali rivoluzionari 2: bioplastica e grafene

Un incontro di taglio scientifico per conoscere la plastica, un materiale che ha radicalmente trasformato il nostro modo di produrre e di consumare: oggi la sfida è trovare il modo di produrla e smaltirla in maniera ecosostenibile o sostituirla con nuovi materiali, per esempio il grafene, che, con le sue eccezionali proprietà, promette applicazioni al limite della fantascienza. in collaborazione con IIT Istituto Italiano di Tecnologia

Fintech: la rivoluzione dei pagamenti

Le conseguenze della rivoluzione tecnologica sono profonde e molteplici anche nei sistemi finanziari. Immediatezza semplicità e automazione caratterizzano i pagamenti nell'era digitale, ma la digitalizzazione ci pone di fronte a mutamenti ancora più dirompenti: le valute digitali, come i bit coin, pongono le premesse per ripensare lo stesso concetto di denaro. Ma cosa sono queste criptovalute e quale tipo di tecnologia le supporta? Quali gli effetti nel campo della cybersicurezza? Quali riflessi per le autorità monetarie? in collaborazione con Banca d’Italia

Rivoluzione tecnologica e impatto sull’economia

La trasformazione radicale dei sistemi di produzione ha inciso in maniera determinante sul mondo del lavoro, sui consumi e sulle dinamiche economiche generali: un complesso mondo di relazioni che verrà esaminato anche direttamente in classe in collaborazione con DIEC - Università di Genova

Odeon Campero

performance di lettura, racconto, disegno e musica tratta dal testo omonimo Odeon Campero (testi B. Sidoti, illustrazioni O. Gabos, edizione LibriVolanti). La rivoluzione messicana e la storia del cinema fanno da sfondo alle avventure di un padre e dei suoi due figli che nel 1911 vincono il primo scontro disarmato della storia grazie a effetti speciali… Una vicenda tra finzione e realtà ambientata negli anni che porteranno alla Costituzione messicana del 1917. in collaborazione con Rivista Andersen

Punto e a capo

Attività pratiche sui segni di interpunzione, che hanno trovato una sistemazione definitiva nella storia della Tipografia con lo stampatore umanista Aldo Manuzio che, tra le cui importanti innovazioni, si ricorda il completamento del compositoio di Gutenberg. Dopo circa 500 anni, la punteggiatura può “brillare di luce propria” nella fonderia digitale, assumendo la dignità di un codice ideografico: nei nostri sms, basta uno “spiedino” di punti esclamativi e il messaggio è chiarissimo. in collaborazione con Archivio Museo della Stampa - Raccolta Pirella

Viva la lavatrice

Prima e dopo, cosa si usava in passato e cosa si usa adesso: dal confronto tra immagini e materiali nascono nuove composizioni a collage di impronta dadaista.

R/EVOLUTION

Letture animate e laboratorio espressivo in compagnia di Arianna Papini, artista versatile, curatrice editoriale, docente universitario , formatrice e illustratrice di libri per bambini. in collaborazione con Rivista Andersen

Leggere, un atto rivoluzionario

La rivoluzione può assumere diverse forme: anche la lettura può essere un atto rivoluzionario per il potere che ha di appassionare , aprire le menti e i cuori e permetterci di viaggiare stando fermi, di incontrare sé stessi e gli altri, di farci sognare o radicarci maggiormente nella realtà. Ancor più in un mondo iperconnesso come il nostro. in collaborazione con Direzione Scuola e Politiche Giovanili del Comune di Genova

12 E 13 APRILE

Ricostruzione di tableaux vivants e realizzazione di un grande work in progress con le riprese fotografiche per ricostruire alcune fra le più celebri rappresentazioni rivoluzionarie - da La libertà che guida il popolo di Delacroix a Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo -, diventate icone senza tempo.

logie precedenti, come le pietre o i mattoni. I ragazzi, guidati da un architetto, si cimenteranno nella costruzione di sistemi trilitici o muri e archi di mattoni o legno per simulare elementi architettonici e prove di carico e sperimentare in che modo il cemento armato ha risposto a esigenze costruttive in modo davvero rivoluzionario.

LABORATORI PER LE SCUOLE

12 E 13 APRILE

Tutti in posa


PERCORSI NEI MUSEI

12 aprile, ore 15.00 • Sala del Maggior Consiglio La rivoluzione dell’Armonia

Il 1849 nelle raccolte del Museo del Risorgimento: la Repubblica Romana e la Rivolta di Genova

PROGETTI SPECIALI E AZIONI SUL TERRITORIO

Un percorso all’interno del Museo Mazziniano ripercorre i momenti cruciali della rivolta avvenuta a Genova nel marzo/aprile 1849, un vero e proprio tentativo di secessione, culminato con la nomina di un governo provvisorio locale, cui seguirono duri bombardamenti e rappresaglie da parte dei Piemontesi. Fatti e protagonisti di queste importanti vicende del Risorgimento sono documentati nelle raccolte e nei percorsi del museo, sito nella casa natale di Giuseppe Mazzini.

Genova 1797

Istituto Mazziniano - Museo del Risorgimento, Via Lomellini 11, Genova Su prenotazione: lbertuzzi@comune.genova.it, 010 5576430

Spettacolo musicale a cura dell’Istituto Comprensivo “G.B. della Torre” di Chiavari

Mise en espace di scene e racconti della rivoluzione avvenuta a Genova nel maggio del 1797. L’iniziativa, coordinata dai Servizi Educativi e Culturali di Palazzo Ducale, rientra in un progetto di alternanza scuola/lavoro e coinvolge oltre cento studenti del Liceo Linguistico Internazionale Grazia Deledda. La parte drammaturgica è curata da una regista, Mercedes Martini, che fornisce ai ragazzi indicazioni sulla stesura dei testi e sulle azioni sceniche pensate per gli spazi cittadini.

PROGETTI SPECIALI

in collaborazione con Università di Genova, Associazione T.I.M.E.U.P. Tutto il mondo è un palcoscenico con Federica Kessisoglu

Genova, dall’industria pesante all’industria 4.0

Un percorso tra le aziende del territorio che nel tempo sono state protagoniste della rivoluzione industriale e dello sviluppo della città e che oggi vivono da vicino la trasformazione digitale. in collaborazione con Confindustria Genova

Brevetti rivoluzionari: il Système Hennebique

A Genova si trova il Silos Hennebique, una testimonianza pionieristica industriale il cui primo progetto risale al 1899 e che è ritenuto per buona parte del XX secolo la più complessa opera in conglomerato cementizio armato costruita nel mondo. Percorso guidato in loco

Il neolitico delle grotte liguri

Al Museo di Archeologia Ligure percorso nelle sale espositive e laboratorio con l’archeologa nella Grotta dell’Archeologia per scoprire e sperimentare le innovazioni neolitiche che hanno rivoluzionato la storia dell’uomo: nuova alimentazione e sistemi di preparazione del cibo, stato di salute e nuove malattie, nuovi attrezzi di lavoro e innovazioni tecnologiche. Museo di Archeologia Ligure, Via Pallavicini 11, Genova Pegli Su prenotazione dal 26 marzo al 13 aprile al numero di telefono 010 6984045; a pagamento

Dal corsetto al tailleur

L’abito come testimonianza di uno stile di vita: un percorso attraverso le Collezioni Tessili dei Musei di Strada Nuova, alla scoperta di come è radicalmente cambiato il modo di vestirsi tra la fine del Settecento e i primi del Novecento. Collezioni Tessili Civiche dei Musei di Strada Nuova, Palazzo Bianco, Via Garibaldi 11

ALLESTIMENTI

ANTICIPAZIONI

Street Art: la rivoluzione sui muri

27 e 28 febbraio

Leader rivoluzionari, ma anche ambienti, simboli, situazioni per un grande allestimento scenografico del Munizioniere che rievoca la tecnica e i linguaggi della street art. L’idea prende vita grazie al lavoro condotto da un centinaio di ragazzi guidati da Luca Maleonte, artista romano classe 1983, autore di numerosi murales realizzati in Italia all’estero. Progetto di alternanza scuola/lavoro del Liceo Artistico Klee Barabino coordinato dai Servizi Educativi e Culturali di Palazzo Ducale

Sotto il vestito niente?

Un’installazione un po’ ironica con pezzi ottocenteschi e di primo Novecento che documentano l’introduzione di un nuovo capo di biancheria intima, prima considerato superfluo…. in collaborazione con Collezioni Tessili Civiche dei Musei di Strada Nuova

CORSO DI FORMAZIONE PER DOCENTI

Cambiamenti e rivoluzioni nel curricolo di storia

Il seminario, diretto da Antonio Brusa, si articola in incontri frontali, laboratori e giochi collettivi e si avvale di documenti, carte geografiche e modelli. A cura dei Servizi educativi di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Istituto Nazionale Ferruccio Parri e Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Genova Il corso è inserito nella piattaforma Sofia e rientra nella Carta del docente.

ANTICIPAZIONI - PERCORSI NEI MUSEI

A CURA DELLE SCUOLE


sabato 14 aprile Un laboratorio di sperimentazioni con il “disegno della luce” sui materiali fotosensibili e con gli infiniti potenziali del fotomontaggio, dove anche i più piccoli potranno cimentarsi nella produzioni di immagini surrealiste e dadaiste. bambini dai 6 agli 11 anni

11.00 Il centro sono io! La rivoluzione copernicana di Maria Montessori

Una delle rivoluzioni pedagogiche più famose è quella di Maria Montessori, che ha posto il bambino al centro della sua educazione attraverso un metodo che è da sempre oggetto di dibattito e quindi sempre d’attualità. Un laboratorio sull’uso dei diversi materiali “montessoriani” per scoprire facendo. In collaborazione con Centro Studi Montessori

BAMBINI E FAMIGLIE

bambini con genitori

16.00 e 17.00 C’era una volta… la rivoluzione

Come sono cambiati in Italia i libri per ragazzi a partire dagli anni ’60? Una selezione di letture dei più importanti autori “rivoluzionari”, come Rodari, Lionni e Tullet, accompagnate dalla chitarra di Dario Apicella. bambini dai 3 ai 6 anni

16.00 e 17.00 Mutata mutanda

domenica 15 aprile 16.00 e 17.00 Piccoli lettori, grandi rivoluzionari

Leggere come forma di ribellione, battaglia contro la noia dei giorni grigi, sollevamento per conquistare la libertà di viaggiare e aprirsi a storie appassionanti. Un’ora di letture animate in compagnia di Antonio Panella. bambini dai 3 ai 6 anni

16.30 e 17.30 La rivoluzione del rock’n’roll

Laboratorio multidisciplinare musica/ arte ispirato alla copertina del disco dei Velvet Underground disegnata da Warhol. Dopo un breve racconto visivo e sonoro , ognuno dei partecipanti potrà realizzare la propria personale copertina (disco, libro) che lo “rappresenti”, attraverso immagini simboliche e lettere. Realizzazione con tecnica di pittura a stampo su carta colorata, giornali, riviste. bambini con genitori

dalle 16.00 La fucina dei caratteri

Prima e dopo, cosa si usava in passato e cosa si usa adesso: dal confronto tra immagini e materiali nascono nuove composizioni di impronta dadaista.

Che l’invenzione della stampa a caratteri mobili sia stata una vera e propria rivoluzione è ormai cosa nota. Ma come si può far capire ai bambini l’importanza di questa tecnologia così innovativa? Durante il laboratorio verranno costruite con la tecnica dello stencil delle matrici in scala gigante per comporre e ricomporre parole e frasi.

bambini dai 6 agli 11 anni

bambini dai 5 anni con genitori

16.00 e 17.00 Il kit neolitico

16.00 e 17.00 Il kit neolitico

bambini dai 6 agli 11 anni

bambini dai 6 agli 11 anni

16.00 e 18.00 Genova 1797

16.00 e 18.00 Genova 1797

a cura di Associazione T.I.M.E.U.P. Tutto il mondo è un palcoscenico, regia di Mercedes Martini

a cura di Associazione T.I.M.E.U.P. Tutto il mondo è un palcoscenico, regia di Mercedes Martini

per tutti

per tutti

Laboratorio per le famiglie in compagnia di un’archeologa del Museo di Archeologia Ligure alla scoperta degli aspetti e delle innovazioni neolitiche testimoniate nelle grotte preistoriche della Liguria: la macinazione dei cereali e nuove “ricette”, le risorse ricavate dagli animali domestici, la pietra levigata, la filatura della lana, la ceramica….

Nei suggestivi spazi della Torre Grimaldina scene e racconti della rivoluzione avvenuta a Genova nel maggio 1797.

Laboratorio per le famiglie in compagnia di un’archeologa del Museo di Archeologia Ligure alla scoperta degli aspetti e delle innovazioni neolitiche testimoniate nelle grotte preistoriche della Liguria: la macinazione dei cereali e nuove “ricette”, le risorse ricavate dagli animali domestici, la pietra levigata, la filatura della lana, la ceramica…

Nei suggestivi spazi della Torre Grimaldina scene e racconti della rivoluzione avvenuta a Genova nel maggio 1797.

BAMBINI E FAMIGLIE

11.00 Foto-grafia


prodotta e organizzata da

una mostra promossa da

partecipanti alla Fondazione Palazzo Ducale

sponsor istituzionale Fondazione Palazzo Ducale

con il sostegno di

sponsor attività didattiche Fondazione Palazzo Ducale

media partner

André Kertész UN GRANDE MAESTRO DELLA FOTOGRAFIA DEL NOVECENTO

PALAZZO DUCALE SOTTOPORTICATO www.palazzoducale.genova.it

partecipanti alla Fondazione Palazzo Ducale

sponsor istituzionale della Fondazione Palazzo Ducale

con il contributo di

sponsor attività didattiche della Fondazione Palazzo Ducale

media partner

Burlesque dancer (Satyric dancer), 1926, Andre Kértesz Ministère de la Culture / Médiathèque de l’architecture et du patrimoine / Dist Rmn-GP © Donation André Kertész

24 FEBBRAIO -17 GIUGNO 2018


LA STORIA IN PIAZZA A cura di Luciano Canfora con Franco Cardini

La Storia in Piazza è realizzata da

e Paolo Battifora, Piero Dello Strologo, Ferdinando Fasce, Luca Lo Basso, Antonio Musarra, Margherita Rubino, Marco Salotti

Coordinamento

Con la partecipazione di

Segreteria organizzativa Maria Teresa Ruzza Programma Scuole e Famiglie

Con la collaborazione di

Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Pietro da Passano, Monica Biondi, Ornella Borghello, Elvira Bonfanti, Donatella Buongirolami, Maria Fontana Amoretti Comune di Genova, Direzione Cultura Egidio Camponizzi, Carla Turinetto

A cura di Maria Fontana Amoretti con Alessandra Agresta, Anna Calcagno, Stefania Costa in collaborazione con Archivio Museo della Stampa – Raccolta Pirella, Associazione T.I.M.E.U.P. Tutto il mondo è un palcoscenico, Banca d’Italia, CNR Centro Nazionale delle Ricerche, Centro Studi Montessori, Collezioni Tessili Civiche dei Musei di Strada Nuova, Confindustria Genova, DIEC Dipartimento di Economia Università degli Studi di Genova, Direzione Scuole e Politiche Giovanili del Comune di Genova, IIT Istituto Italiano di Tecnologia, Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento, Istituto Comprensivo G. B. della Torre di Chiavari, Liceo Artistico Klee Barabino, Liceo Linguistico Internazionale G. Deledda, Museo di Archeologia Ligure, NavLab Università degli Studi di Genova, Rivista Andersen, Studio Rebigo, Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria, Dario Apicella, Francesca Barbano, Matteo Barbano, Paolo Battifora, Liliana Bertuzzi, Olga Briamonte, Antonio Brusa, Francesca Cervelli, Elisabetta Civardi, Anna Croci, Paola Danovaro, Valentina Fiorini, Walter Fochesato, Mariglò Garrapa, Angelo Gasparre, Cesare Grossi con School of rock, Federica Kessisoglu, Lucamaleonte, Mercedes Martini, Patrizia Murmura, Antonio Panella, Arianna Papini, Francesco Patanè, Loredana Pessa, Elisa Piana, Paola Ratto, Leonardo Scavino, Barbara Schiaffino, Andrea Zappia Sala Dogana Gianna Caviglia, Patrizia Solidoro Comune di Genova, Direzione Cultura

e

ommission

Media partnership

Sponsor tecnici

Si ringraziano per la collaborazione gli studenti dell’Ateneo genovese Coordinamento Chiara Luminati

Si ringraziano Musei di Strada Nuova, Archivio Storico del Comune di Genova, Informagiovani del Comune di Genova, Società Ligure di Storia Patria, Art Commission, GEMI Le Cisterne del Ducale

Progettazione immagine coordinata e allestimento Luigi Berio e Paolo Vinci, Arteprima

Libreria a cura di Librerie Coop

Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura

Presidente Luca Bizzarri Vice Presidente Tiziana Lazzari Consiglieri Franco Bampi, Mario Bozzi Sentieri, Mitchell Wolfson Jr. Rappresentanti dei Partecipanti alla Fondazione Palazzo Ducale Giuseppe Costa, Massimiliano Morettini, Alberto Rossetti, Roberto Timossi Direttore Pietro da Passano Vicedirettore Monica Biondi Dirigente Risorse Umane e Servizio Informatico Ornella Borghello Giorgi Servizi Educativi e Culturali Maria Fontana Amoretti, Alessandra Agresta, Anna Calcagno, Stefania Costa Coordinamento Comunicazione e Relazioni Esterne Elvira Bonfanti Ufficio Stampa Camilla Talfani Ufficio Promozione Chiara Bricarelli Dello Strologo, Pierluigi Bruzzone, Gabriella Garzena, Emanuela Iovino Servizio Multimediale Giampaolo Cavalieri Ufficio mostre Claudia Bovis, Maria Teresa Ruzza | Matteo Fochessati e Gianni Franzone - Curatori Wolfsoniana Ufficio Attività Socio Culturali Donatella Buongirolami, Florence Reimann Servizio Informatico Vittorio Cavanna, Carlo Pescetto Ufficio Amministrativo Giada Mazzucco, Monica Rimassa Ufficio Relazioni con le aziende Franco Melis Ufficio Eventi Congressuali Valentina Nebiolo, Rosalia Perosio, Alessandro Siri, Manlio Ciraulo Ufficio Tecnico Roberto Gallo, Jacopo Paolo Bertolazzi, Paolo Aragone, Jordi Pastorino, Ivano Rossi, Carlo Scalini, Giuseppe Tardanico Segreteria Generale e Accoglienza Pierangelo Fontana, Luana Toselli, Katia Del Grande, Paola Giusto, Maddalena Chiesa Bosmenzi

Partecipanti alla Fondazione Palazzo Ducale

Sponsor istituzionale della Fondazione Palazzo Ducale

Sponsor attività didattiche Fondazione Palazzo Ducale

RADIO MONTE CARLO LOGOBOOK

Il logo Radio Monte Carlo andrà utilizzato come nel presente layout in nessun caso deve essere scomposto o modificato nella sua forma o colore tutto il materiale contenente il logo Radio Monte Carlo potrà essere pubblicato soltanto previo benestare e approvazione dell’ufficio grafico di RMC

RMC COLORE UFFICIALE

Media partner Pant. 294

Pant. 485

C - 100 M - 60 Y-0 N - 10

C-0 M - 100 Y - 90 N-0


La Storia in Piazza a cura di Luciano Canfora con Franco Cardini

Tutti gli incontri sono gratuiti La sede de La Storia in Piazza è Palazzo Ducale Piazza Matteotti 9, 16123 Genova Informazioni > 010 8171600 Le sale del Maggiore e Minor Consiglio sono dotate di una zona con impianto a induzione magnetica per le persone ipoudenti. Le attività per scuole, bambini e famiglie sono gratuite, ma solo su prenotazione a partire dal 15 marzo: scuole > www.palazzoducale.genova.it/prenotazioni-online bambini e famiglie > didattica@palazzoducale.genova.it Il programma completo e aggiornato sul sito ufficiale

www.lastoriainpiazza.it #Rivoluzioni


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