Giovani e partecipazione: il puzzle delle relazioni sociali

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Pastorale Giovanile Savona-Noli Caritas Diocesana Savona-Noli

Giovani e partecipazione: il puzzle delle relazioni sociali


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1. Forme e modalità di aggregazione giovanile 1.1 Il gruppo sociale e le sue funzioni 1.2 Il rapporto con gli adulti di riferimento

Per consultare i risultati completi dell’indagine o per prenotare copie di questo estratto, contattate i nostri uffici: Caritas Diocesana via Mistrangelo 1, Savona. Tel. 019 822677 www.caritas.savona.it - segreteria@caritas.savona.it Pastorale Giovanile Diocesana piazza Marconi 5, II piano, Savona. Tel. 3471178237 www.pastoralegiovanile.sv.it - info@pastoralegiovanile.sv.it

indice

Introduzione

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2. Percorsi di socializzazione “mediata” 2.1 Relazioni e identità virtuali: chat, blog, forum, social network 2.2 L’interazione virtuale: dimensione centrale, marginale o parallela?

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3. Il volontariato visto dai giovani 3.1 La scelta del volontariato tra radicamento e soggettività 3.2 Volontariato per gli altri e volontariato per sé 3.3 Cosa pensano i giovani del volontariato? 3.4 Chi non partecipa (più) ad attività di volontariato 3.5 Come promuovere il volontariato

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4. Chiesa cattolica e dimensione religiosa 4.1 Appartenenza religiosa e percezioni giovanili prevalenti 4.2 Atteggiamento verso le istituzioni ecclesiastiche 4.3 Ricerca della religiosità

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Bibliografia

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Finito di stampare nel mese di Aprile 2010

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introduzione

Si ringraziano per la collaborazione: gli 80 giovani che hanno accettato di farsi intervistare gli intervistatori Elisa Olivieri, Andrea Bosio, Eleonora Raimondo, Maria Vallerga

Questo opuscolo che avete fra le mani è l’estratto, che abbiamo voluto sintetico e leggibile, di un lavoro di indagine sui giovani savonesi. In diversi ambiti e in particolar modo nel mondo dell’associazionismo ci si interroga da anni sul mondo giovanile e sulla relazione che intrattiene con le varie forme di partecipazione sociale. Rispetto alla diffusione di studi che vengono condotti a livello nazionale, non sono molte le indagini sviluppate a livello locale. L’esigenza di conoscere meglio le fasce giovanili che popolano il territorio è stata quindi lo spunto di partenza che ha indotto la Equipe per la Pastorale Giovanile della diocesi di Savona - Noli a ragionare su queste tematiche e a sviluppare un percorso di ricerca sociale. L’indagine è stata da noi affidata allo studio SYNESIS Ricerca Sociale, Monitoraggio e Valutazione di Deborah Erminio che ha realizzato una ricerca tramite interviste in profondità a 80 giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, abitanti a Savona. Speriamo che questo studio possa aiutare il lavoro di tanti educatori, volontari e professionisti: la ricerca è indirizzata agli operatori scolastici e agli assistenti sociali, agli animatori parrocchiali e ai responsabili di associazioni, agli animatori di comunità, agli allenatori, ai preti, alle suore, … insomma a tutto quel vasto mondo che ha a cuore la sorte dei giovani. Mettendo in pratica un semplice assioma della educazione, abbiamo cercato di dare la parola ai giovani, perché ci aiutassero ad aiutarli.

Don Germano Grazzini Responsabile del Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile e la Caritas Diocesana di Savona - Noli

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introduzione

Le aree tematiche oggetto di approfondimento sono state le seguenti: la dimensione relazionale e le funzioni delle relazioni tra pari, i gruppi cui partecipano i giovani, intesi in senso lato come forme di aggregazione su base sportiva, musicale, intorno a specifici hobbies o interessi; le nuove forme di relazione inerenti allo sviluppo dei networks sociali; la partecipazione, la vicinanza o la lontananza rispetto al mondo del volontariato e, infine, il rapporto con la religione e le istituzioni religiose. La scelta dell’approccio metodologico è dettata dall’angolatura prospettica con cui si vuole osservare il fenomeno sociale oggetto di studio. Dal momento che l’idea era quella di cogliere gli orientamenti motivazionali e le motivazioni dei soggetti, si è adottato un approccio qualitativo. È stato utilizzato un campionamento per quote, suddividendo i soggetti in base a tre criteri: genere, età (18-21/22-26/27-30) e condizione rispetto al lavoro (studenti, lavoratori, in transizione). Si è cercato il più possibile di tener conto sia di coloro che frequentano ambienti ecclesiali, sia di coloro che non li frequentano.

1. Forme e modalità di aggregazione giovanile

Deborah Erminio

Deborah Erminio si specializza come dottore di ricerca in metodologia della ricerca sociale e dal 2000 si occupa di migrazioni, collaborando principalmente con il Centro Studi Medì. Dal 2009 apre un proprio studio di ricerca sociale “Synesis” e svolge attività di sociologa per conto di enti pubblici, centri di ricerca, osservatori. Fa parte della rete internazionale European Migration Network. Cura periodicamente dal 2005 alcuni contributi sul Dossier Statistico Immigrazione della Caritas/Migrantes. Tra le principali pubblicazioni (a cura di) Donne immigrate e mercato del lavoro, Fratelli Frilli editori, Genova, 2005; Imprenditori transnazionali in un’antica città globale in Ambrosini (a cura di) Intraprendere tra de mondi, Il Mulino, Bologna, 2009; Dalla maternità transnazionale al ricongiungimento: la molteplicità dei percorsi in Ambrosini (a cura di), Famiglie in movimento. Separazioni,legami, ritrovamenti nelle famiglie migranti, in corso di pubblicazione.

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1.1 Il gruppo sociale e le sue funzioni Quando si parla di gruppi spontanei e quindi di gruppi di amici si pensa subito alla dimensione dello svago, del tempo libero e parlando di gruppi si può pensare al bisogno di aggregazione, di socializzazione, che ovviamente emergono anche nella ricerca. Meno frequentemente si pensa al fatto che il gruppo svolge una funzione importante nell’acquisizione del ruolo adulto. Il gruppo svolge Il gruppo, a differenza della semplice relauna funzione zione interpersonale, pone le condizioni di un confronto più articolato, con una magimportante giore incidenza sulla sfera dell’autostima e nell’acquisizione su quella del riconoscimento sociale. Nel contesto del gruppo si sperimenta infatdel ruolo adulto ti una maggiore instabilità emotiva, che oscilla tra il bisogno di accettazione e il timore di critiche o rifiuti. La conquista e il mantenimento di un ruolo all’interno del gruppo sono la misura della proprio valore sulla scena sociale. Le persone tendono a costruire relazioni di amicizia quando percepiscono tra loro più similarità che differenze; così nell’interazione individuale vi è generalmente una differenziazione di posizioni e di pensiero più contenuta, con limitate possibilità di conflitto. La partecipazione ad un gruppo invece implica una maggiore esposizione a situazioni potenzialmente conflittuali e un più intenso confronto con la diversità e con ruoli sociali diversificati. Come indica una letteratura consolidata in riferimento a queste tematiche, le persone valutano le proprie opinioni e capacità confrontandole rispettivamente con le opinioni e le capacità altrui. Un eccessivo grado di difformità rischia di condurre ad un disorientamento nel proprio percorso di costruzione dell’identità sociale. Nei rapporti in-group (interni al gruppo) il singolo apprende dunque a relazionarsi con la diversità in modo graduale e in un contesto in parte protetto, dove attraverso la sperimentazione di ruoli differenti individua il proprio percorso identitario. È possibile cogliere due principali significati attribuiti alle reti sociali, a cui si riconducono due diverse (ma non necessariamente scisse) modalità di interazione, una orientata verso l’intimità e la confiden-

za e l’altra verso l’ampliamento quantitativo l’interazione della propria rete di conoscenze. Da un lato con l’altro la relazione tra pari offre uno spazio di protezione, rifugio, confidenza alternativo a quello rappresenta familiare, nel momento in cui quest’ultimo può un’opportunità risultare limitante per il desiderio di autoaffermazione personale; il frequente utilizzo di per esprimere, termini e riferimenti, nel descrivere le relazioni rimodellare e amicali, che richiamano la dimensione familiare (“gli amici sono come fratelli”, “il gruppo mettere in è come una famiglia”) lascia intuire questo tipo di funzione della relazione interpersonale. discussione Dall’altro lato l’interazione con l’altro rapprela propria senta un’opportunità per esprimere, rimodelidentità lare e mettere in discussione la propria identità. Nell’immagine di sé che gli altri riflettono si radica il senso di autostima e la percezione di sé che il soggetto acquisisce e porta avanti nel tempo. Estendere la propria rete di conoscenze e riuscire a interagire con successo con un numero elevato di persone sono occasioni di gratificazione e di costruzione di un’immagine apprezzabile di se stessi. Le diverse forme ed espressioni associabili alle relazioni interpersonali portano ad individuare una distinzione tra molteplici tipologie di aggregazioni possibili, che vanno dalla costruzione di gruppi spontanei, alla partecipazione e ad aggregazioni associative strutturate di diverso tipo. Le attività associazionistiche di “fruizione” sono nettamente più diffuse tra gli intervistati rispetto a quelle che prevedono una qualche forma di “impegno sociale”; in particolare le due realtà più frequenti che abbiamo incontrato rimandano ad associazioni sportive o a gruppi musicali (tabella 1). Solo un quinto degli intervistati non aderisce a nessun tipo di gruppo, non pratica sport, non coltiva degli interessi specifici nel proprio tempo libero, non fa parte di gruppi di volontariato. I gruppi sportivi presentano alcune specificità. In diversi casi gli interlocutori hanno descritto una realtà in cui si entra per fruire di un’attività di svago e di evasione, tuttavia se si inizia a praticare

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l’attività sportiva in età scolare, spesso questa evolve verso forme di agonismo. L’agonismo, la competitività, le convocazioni delle società sportive sono tutti elementi che sottraggono allo sport il suo aspetto più ludico e alterano la motivazione e gli aspetti iniziali della partecipazione. Lo sport, sempre più agito solo all’interno di ambienti strutturati, perde il carattere della spontaneità e forse questo è uno dei meccanismi che spiega l’allontanamento dei giovanissimi dalle pratiche sportive. Tab.1 Forme di partecipazione dei giovani Gruppi sportivi

Gruppi legati a Gruppi di impegno specifici hobbies sociale/volontariato

Partecipa

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Ha partecipato in passato

20

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Non ha mai partecipato

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50

Totale

80

80

80

A differenza dei semplici gruppi spontanei, i gruppi che si strutturano all’interno di particolari realtà associative (che possono variare da quelle sportive o musicali a quelle religiose o di volontariato) vengono associati ad un maggior coinvolgimento emotivo e sembrano soddisfare in maniera più completa alcune delle aspettative manifestate dai giovani. Gratificazione e valorizzazione del proprio ruolo sono gli aspetti indicati più frequentemente dagli intervistati che fanno parte dei più diversi tipi di gruppo associativo per spiegare la propria motivazione a proseguire tale attività. L’individuo interiorizza la sua appartenenza al gruppo come parte del concetto di sé e si sente appagato nella misura in cui riceve rimandi positivi per l’auto-definizione di sé. Lo spazio del gruppo associativo offre al soggetto che ne prende parte un’importante occasione di mettersi alla prova come autore e 10

scopri l’indagine Giovedì 22 Aprile ore 16.30 Sala Rossa del Comune di Savona ore 21.00 Sala Cappa via dei Mille a Savona

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Speriamo che questo studio possa aiutare il lavoro di tanti educatori, volontari e professionisti: la ricerca è indirizzata agli operatori scolastici e agli assistenti sociali, agli animatori parrocchiali e ai responsabili di associazioni, agli animatori di comunità, agli allenatori, ai preti, alle suore, … insomma a tutto quel vasto mondo che ha a cuore la sorte dei giovani. Mettendo in pratica un semplice assioma dell’educazione, abbiamo cercato di dare la parola ai giovani, perché ci aiutassero ad aiutarli.

Progetto grafico: Andrea Palermo - www.andreapalermo.tk


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