Appuntamento con Paolo

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Introdu

zione

Carissimi,

Non si è ancora spenta nei nostri cuori e nella nostra memoria l´eco della GMG di Sydney e il nostro ormai tradizionale sussidio di preghiera vuole esprimere questo gioioso ricordo: ci accompagneranno le immagini della bella esperienza di incontro, di riflessione e di interiorizzazione che è stata la GMG australiana. Ma la GMG non vuole essere un capitolo del passato. Anzi: essa ci richiama e ci fa protendere verso il futuro, per cui accanto alle immagini abbiamo dei contenuti robusti: siamo nell´Anno Paolino e vogliamo offrire a ciascuno di voi un cammino di lettura integrale dell´epistolario paolino. Paolo non scrisse le sue lettere agli esegeti delle comunità destinatarie. Erano piuttosto scritte perché venissero lette pubblicamente nelle assemblee. Forse abbiamo un po´ perso il contatto con la forma linguistica di S. Paolo (ha inventato parecchie parole, in greco) ed i suoi contenuti; questo Anno Paolino Internazionale è la buona occasione per una riduzione della nostra distanza dai testi e la riscoperta di quel grande tesoro che sono gli scritti di S. Paolo appartenenti al canone del Nuovo Testamento. Per facilitare il cammino, abbiamo fatto precedere alla lettura una introduzione alla figura di S.Paolo. L’introduzione, che occupa i giorni dal 25 Febbraio al 5 Marzo, è liberamente tratta dal testo di Don Claudio Doglio “Introduzione agli atti e alle lettere degli Apostoli”, Genova 1994. In seguito, dal 5 Marzo in avanti, il sussidio vi propone per ogni giorno un capitolo da leggere ed un testo già commentato. Vogliamo augurare a tutti un cammino di vero cambiamento, ossia di vera vita cristiana. Perché - come dice Padre Gasparino - “pregare è amare; amare è cambiare”. Buona strada, sulle orme di S. Paolo! Don Guido Gallese Incaricato Regionale per la Pastorale Giovanile


io Febbradi delle ceneri 25 M ercole Paolo nasce fra il 5 e il 10 d.C., a Tarso (sulla costa meridionale dell’attuale Turchia) da famiglia giudaica, ed è cittadino romano. Viene istruito alla scuola del grande maestro fariseo Gamaliele, e partecipa inizialmente alla persecuzione contro i primi cristiani. La sua conversione avviene nel 36; dopo tre anni sale a Gerusalemme (38); quindi è costretto a tornare a Tarso (39-44); viene chiamato da Barnaba ad Antiochia e lavora con lui in quella comunità (45); visita forse la comunità di Gerusalemme nel 46. Intraprende in quell’anno il primo viaggio missionario (46-49) che lo porta a compiere il grande passo di annunciare la vita e la resurrezione Gesù ai pagani.

O Dio, nostro Padre, concedi, al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male. Per Cristo nostro Signore.

o

brai 26 Feb

Durante un secondo viaggio missionario (49-52) fonda la comunità di Corinto e rimane là per diversi mesi ; di là scrive ai Tessalonicesi. Fa quindi ritorno ad Antiochia (52- 54). Durante un terzo viaggio (54-58) si ferma tre anni ad Efeso (54- 57); da lì scrive alle Chiese della Galazia; scrive probabilmente ai Filippesi; scrive ai Corinzi (verso Pasqua 57); dalla Macedonia, nell’autunno 57, scrive di nuovo ai Corinzi; da Corinto, nell’inverno 57-58, scrive ai Romani; a Filippi celebra la Pasqua del 58.

Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento. Per Cristo nostro Signore.


27 Feb brai

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Nel 58 viene arrestato nel tempio a Gerusalemme, e trasferito a Cesarea. Durante la prigionia a Cesarea (58-60) si appella a Cesare e per questo va a Roma da prigioniero (60-61). Nel viaggio fa naufragio a Malta, dove trascorre l’inverno, e arriva a Roma nella primavera 61. Soggiorna a Roma da prigioniero dal 61 al 63; di là scrive le lettere della prigionia: Efesini, Colossesi, forse Filemone. Dopo due anni di arresti domiciliari viene liberato. L’ultimo periodo della vita di Paolo (63-67) è incerto; forse compie un viaggio in Spagna ed in Oriente; dalla Macedonia scrive a Timoteo e a Tito; è di nuovo prigioniero a Roma; scrive di nuovo a Timoteo; la data della sua morte è tradizionalmente fissata nell’anno 67.

Accompagna con la tua benevolenza, Padre misericordioso, i primi passi del nostro cammino penitenziale, perché all’osservanza esteriore corrisponda un profondo rinnovamento dello spirito. Per Cristo nostro Signore.

28 Feb braio

San Paolo è la personalità meglio conosciuta di tutto il Nuovo Testamento: sono innanzi tutto i suoi scritti che ce lo presentano direttamente, ma anche gli Atti degli Apostoli costituiscono una ricca e preziosa fonte di informazione su di lui. In tutta la tradizione cristiana l’attenzione rivolta a Paolo è stata sempre molto grande: la sua persona e i suoi insegnamenti hanno costituito in ogni epoca un punto di riferimento obbligatorio per la teologia e la spiritualità cristiana: Nello studio critico e scientifico recente della sua opera le posizioni assunte nei suoi confronti sono sostanzialmente tre. All’inizio del secolo, la scuola della Storia delle Religioni ha messo in evidenza il «Paolo ellenista», mostrando in lui il personaggio chiave dell’impostazione greca data al cristianesimo.

Guarda con paterna bontà, Dio onnipotente, la debolezza dei tuoi figli, e a nostra protezione e difesa stendi il tuo braccio invincibile. Per Cristo nostro Signore.


o 1 MIaDrzom. di Quaresima Alla posizione che sottolineava il “Paolo ellenista” ha reagito una nuova impostazione che evidenzia il “Paolo ebreo”, profondamente e interamente legato alla cultura e alla tradizione giudaica, praticamente estraneo al mondo greco. Ma oggi gli studiosi tendono a riconoscere in Paolo una notevole complessità, senza la pretesa di darne una definizione unilaterale: egli, infatti, è un giudeo ellenizzato ed ha assimilato entrambe le culture. Anzi, considerando anche la situazione politica del suo tempo controllata da Roma, dobbiamo dire che Paolo appartiene a tre mondi e a tre culture: ebraica, greca e romana.

Dio paziente e misericordioso, che rinnovi nei secoli la tua alleanza con tutte le generazioni, disponi i nostri cuori all’ascolto della tua parola, perché in questo tempo che tu ci offri si compia in noi la vera conversione. Per Cristo nostro Signore.

o 2 Marz

Dei tredici scritti attribuiti a san Paolo e contenuti nel canone biblico solo due possono considerarsi letterariamente delle «epistole», ovvero componimenti letterari complessi, destinati a una pubblica diffusione e miranti a suscitare un interesse, quasi dei trattati dedicati ad un tema generale. Queste sono : la Lettera ai Romani, indirizzata ad una comunità non conosciuta e dedicata a grandi questioni dottrinali, e la Lettera agli Efesini, forse un trattato dogmatico destinato in forma di enciclica a diverse comunità. Tutti gli altri scritti paolini sono testi occasionali composti dall’apostolo esplicitamente (ed esclusivamente) per determinate persone o comunità, redatte talvolta in fretta e scritte in massima parte in modo indipendente fra di loro. Raramente Paolo scrisse le lettere come individuo privato: egli era innanzi tutto un predicatore, un missionario e sentiva con urgenza il dovere di edificare la Chiesa; per questo scopo principale egli scriveva alle sue comunità.

Convertici a te, Padre, nostra salvezza, e formaci alla scuola della tua sapienza, perché l’impegno quaresimale lasci una traccia profonda nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore.


3 Marz o

La lettera paolina ha la stessa forma e le stesse caratteristiche delle contemporanee lettere giudaiche e grecoromane. Nell’introduzione Paolo pone il suo nome, quello dei collaboratori e dei destinatari, aggiungendo degli ampliamenti di tipo liturgico ed ecclesiale; il rendimento di grazie offre spesso a Paolo l’occasione di una sintesi teologica sull’opera della salvezza; il corpo di ogni lettera contiene il messaggio che l’apostolo vuole trasmettere e, generalmente, il contenuto è diviso in due sezioni, la prima dottrinale e la seconda esortativa; la conclusione è quasi sempre uguale con i saluti e gli auguri. Fece parte della sua genialità la capacità di usare in modo così fruttuoso una composizione letteraria per svolgere il suo compito di evangelizzatore. La forma era quella consueta, ma la grande novità era data dalla situazione ecclesiale che non aveva paralleli e dal contenuto assolutamente nuovo del Vangelo di Gesù Cristo.

Volgi il tuo sguardo, Padre misericordioso, a questa tua famiglia. E fa’ che superando ogni forma di egoismo risplenda ai tuoi occhi per il desiderio di te. Per Cristo nostro Signore.

Nel Nuovo Testamento sono conservate 14 lettere che formano il cosiddetto «Corpus Paulinum»: fra di esse la Lettera agli Ebrei non contiene il suo nome, mentre le altre tredici recano tutte il suo nome come mittente. distinzioni ricorrenti fra gli studiosi a proposito del Corpus Paulinum: viene spesso assegnato il titolo di «grandi lettere» Romani, 1 e 2 Corinzi e Galati, a motivo della loro lunghezza e dell’importanza dell’insegnamento in esse contenuto; quattro lettere (Efesini, Colossesi, Filippesi, Filemone) che contengono riferimenti ad una prigionia di Paolo vengono definite «Lettere della prigionia (o cattività)»; infine, gli scritti indirizzati a Timoteo e a Tito sono detti «Lettere Pastorali» per il loro interesse all’organizzazione ecclesiastica.

4 Marz o

Guarda, o Padre, il popolo a te consacrato, e fa’ che mortificando il corpo con l’astinenza si rinnovi nello spirito con il frutto delle opere buone. Per Cristo nostro Signore.


o 5 Marz Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo! (Rm 1, 1-7)

Nelle introduzioni di ciascuna lettera di S. Paolo N è interessante vedere come egli si rivolge ai suoi destinatari. Qui scrive ai romani, nostri conterrad nei, dicendo che sono amati da Dio e santi per n vvocazione. Che begli aggettivi! Ciascuno di noi è amato dal Signore: è proprio dall’essere amati che a nasce la capacità di amare. E dalla chiamata alla n ssantità che nasce la possibilità di essere santi. (Mi sento amato da Dio? Mi rendo conto di essere effettivamente chiamato alla santità?).

Ispiraci, o Padre, pensieri e propositi sant i, e donaci il coraggio di attuari, e poic hé non possiamo esistere senza di te, fa’ che vivi amo secondo la tua volontà. Per il nostro Signore...


6 Marz o Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 2

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue. Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge. (Rm 3, 21-25a. 28)

LLa lettera ai Romani è la più complessa e ricca delle lettere di Paolo. Tuttavia non è stata scritta d agli esegeti della comunità di Roma, per cui cera cchiamo di “riprendercela”! La “giustizia” di Dio è la proprietà di Dio di essere giusto, anche nel senso p di buono. Dio, che è giusto, giustifica: ossia rende d giusti. Significa che ci rende persone rette, come g quando si dice di qualcuno: “è un giusto!”. Questa q ““giustificazione” (ben diversa da quella della scuola!) è gratuita: ci viene gratis! E ci viene ats traverso il sangue di Gesù. A noi cosa è chiesto? L’adesione della fede: credere che Gesù ci salva e ci rende giusti mediante il suo sangue. Ci credo?

il comune ente alla celebrazione della Pasqua, perc hé iorm inter si arar prep di esa Chi tua alla Concedi, Signore, ito. Per il nostro Signore... a tutti noi un vero rinnovamento dello spir i port e oral corp one cazi tifi mor nella impegno


o 7 MSaarnzte Perpetua e Felicita Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, Abramo credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo – aveva circa cento anni – e morto il seno di Sara. Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione. (Rm 4, 18-25)

Paolo presenta quale esempio di fede Abramo. Egli quando aveva circa 100 anni e sua moglie era molto anziana e non gli aveva dato – nemmeno in gioventù – un figlio, crede alla promessa di Dio che gli assicura una discendenza. E questo gli fu accreditato come giustizia. Dunque ciò che fa essere giusto Abramo non sono le opere della legge, ma la sua fede in Dio. Anche noi siamo chiamati a credere in Gesù: in Gesù che è morto per le nostre colpe e che è risorto per renderci giusti. Ma ci crediamo proprio? (E due!).

O Dio, Padre di eterna misericordia, fa’ che si convertano a te i nostri cuori, perc hé nella ricerca dell’unico bene necessario e nelle opere di carità frat erna siamo sempre consacrati alla tua lode . Per il nostro Signore...


II Dom. di Q 8 Marzo uaresima Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 4

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione. (Rm 5,5-11)

La speranza non delude. Perché non delude? Perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo del dono dello Spirito Santo: è un’immagine bellissima! L’amore si riversa nei nostri cuori! È infatti grande l’amore di Dio che è morto per noi quando ancora eravamo peccatori. Questa è una grande gioia che ci fa gloriare in Dio! (Ma ne gioiamo sul serio?).

concedi a noi tuoi segno sacramentale della nostra conversione, a, resim Qua ta ques di one razi celeb la ore... O Dio, nostro Padre, con una degna condotta di vita. Per il nostro Sign con lo niar imo test di e to Cris di tero fedeli di crescere nella conoscenza del mis


zo na 9 MSa.Frra ncesca Roma Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 5

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. (Rm 8, 8-11)

Il nostro grande problema è quando siamo dominati dalla carne. Ma in verità noi non siamo dominati dalla carne perché abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio che abita in noi! E quindi siamo sotto il dominio dello Spirito. Non delle buone azioni. Dello Spirito. (Ma mi lascio guidare veramente dallo Spirito? Lo invoco nella mia giornata).

O Dio, che hai ordinato la penitenza del corpo come medicina dell’anima, fa’ che ci asteniamo da ogni peccato per aver la forza di osservar e i comanda menti del tuo amore. Per il nostro Signore...


10 Ma rzo Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 6

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. (Rm 8, 18-23)

S. Paolo si rende conto che siamo in una situazione di sofferenza, ma la legge in modo totalmente positivo: è come un parto! Sta per nascere una nuova creatura! Anche noi gemiamo interiormente aspettando di essere figli adottivi: di Dio! Stiamo per rinascere ad una vita divina. (Ma il nostro sguardo si alza mai verso la mia vita futura?).

non può za, e poic hé, a causa della debolezza umana, volen bene inua cont tua la con esa Chi tua la .. Custodisci, o Padre, i alla salvezza eterna. Per il nostro Signore. guid la e colo peri ogni da pre sem i liber sostenersi senza di te, il tuo aiuto la


zo 11 Mar Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 7

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, sappiamo che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio. (Rm 8,22-27)

P Paolo mette a fuoco il problema della speranza: noi possediamo le primizie dello Spirito, ma non n lla pienezza dei doni. Quelli si sperano: infatti se li avessimo non potremmo sperare. E lo Spirito Sana tto viene in aiuto alla nostra debolezza e intercede per noi con gemiti inesprimibili. S. Agostino dice: p ““Ama e fa’ quello che vuoi!”. Perché chi ama, ama per mezzo dello Spirito di Dio, che è amore; e lo Spirito sa che cosa è il bene e il disegno di Dio per noi. (Ma sono consapevole che c’è un disegno di Dio o sono più importanti i miei disegni?).

Sostieni sempre, o Padre, la tua famiglia nell’impegno delle buone opere; confortala con il tuo aiuto nel cammino di questa vita e guidala al possesso dei beni eterni. Per il nostro Sign ore...


12 Mar zo Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 8

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati. (Rm 8, 28-30)

“Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”: nulla nella nostra vita può essere un male in assoluto. Se abbiamo fede, qualsiasi male può essere trasformato da Dio in un bene. Questa è una promessa veramente rivoluzionaria! (Ma io so credere al bene in qualsiasi difficoltà e tribolazione?)

ci il fervore uta, volgi verso di te i nostri cuori e dona perd a h ’ l chi a ni rido la e a, cenz nno i ’ l O Dio, che ami ro Signore... i nella fede e operosi nella carità. Per il nost del tuo Spirito, perc hé possiamo esser sald


rzo 13 Ma Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 9

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm 8, 35. 37-39)

Ecco la conseguenza: chi ci potrà separare dall’amore di Cristo? Nulla ci potrà mai separare dall’amore di Dio in Cristo Gesù. Tutto porta all’amore. Nulla ci potrà allontanare dall’amore. Allora dov’è il problema? (Sono ottimista, di un ottimismo cristiano, ovvero soprannaturale?)

Dio onnipotente e misericordioso, concedi ai tuoi fedeli di essere intimamente purifi cati dall’impegno penitenziale della Quaresima, per giungere con spirito nuovo alle prossime feste di Pasqua. Per Cristo nostro Signore.


14 Ma rzo Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 10

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Vorrei essere io stesso anàtema, separato da Cristo, a vantaggio dei miei fratelli. Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen. (Rm 9, 1-5)

S. Paolo vorrebbe che tutti i suoi fratelli nella fede dell’ebraismo fossero uniti a lui nella medesima fede. L’impulso missionario è quello che muove Paolo e gli dà quell’ardore, quella convinzione che a volte noi vediamo un po’ come un miraggio. (Ho a cuore – di fatto! – l’evangelizzazione? Quanto mi “brucia dentro” di annunciare il Vangelo?)

so le esperienze pi del tuo mistero di gloria, guidaci attraver eci part i rend ci nti ame sacr dei zo mez O Dio, che per Cristo nostro Signore. splendida luce in cui è la tua dimora. Per alla gere giun o iam poss hé perc a, t vi della


arzo uaresima 15 M III Dom. di Q Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti? Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti! (Rm 11, 13-15.29-32)

Questo brano, utilizzato nella Liturgia, diventa più comprensibile se letto nella sua interezza. Gli Ebrei sono stati rifiutati a motivo della loro incredulità, ma attraverso questo rifiuto è arrivata per il mondo una grande grazia. In ogni caso Dio volge in bene la disobbedienza. Anzi: essa è necessaria perché Dio possa esercitare la sua misericordia verso tutti. Ed è questa che ci fa conoscere realmente Dio nel modo più pieno. (Faccio esperienza regolarmente della misericordia di Dio attraverso il sacramento della riconciliazione? Se così non accade, cosa posso mai conoscere della misericordia di Dio se io ne sto distante?)

O Padre, che ci chia mi ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito perc hé possiam o godere la visione della tua gloria. Per Cris to nostro Signore


16 Ma rzo Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 12

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen. (Rm 11, 33-36)

Quando ci rapportiamo a Dio dobbiamo imparare a non giudicare i suoi piani o i suoi punti di vista: forse se fa o permette certe cose ha le sue buone ragioni… (Mi rendo conto della differente profondità dei miei pensieri rispetto ai suoi? Sono unile nel rapportarmi a Dio?).

purifica e rafforza la tua Chiesa, e poic hé Con la tua continua misericordia, o Padre, ore mai della tua guida. Per Cristo nostro Sign non può sostenersi senza di te non privarla


zo 17 Mar Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 13

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. (Rm 12, 1-2)

Uno dei momenti spirituali e lirici più alti della lettera ai Romani: sembra scritta oggi! Non “conformatevi” alla mentalità di questo secolo ma ”trasformatevi”. Il cristiano è uno che – continuamente – si trasforma. Questo trasformarci ci fa discernere la volontà di Dio. Ci fa offrire i nostri corpi come sacrificio vivente. (Sono conforme alla mentalità di questo secolo o mi trasformo?)

Non ci abbandoni mai la tua grazia, o Padr e, ci renda fedeli al tuo santo servizio e ci ottenga sempre il tuo aiuto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figl io, che è Dio, e vive e regna con te, nell’ unità dello Spirito Santo...


Beata Maria 18 Mar Vergine dell zo a Misericordia Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 14

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità. (Rm 13, 8-10)

Spesso siamo fissati con la legge: i peccati. I peccati sono come il termometro della nostra vita spirituale: servono a sapere se godo di buona salute oppure se sto male. Ma il vero riferimento della vita spirituale è quanto amo: non devo chiedermi se la cosa che faccio è giusta o no, ma se in quel modo amo quanto posso. (Mi trincero dietro la comoda giustizia o guardo la realtà dalla prospettiva della possibilità di amare?)

ti servano con generosa buone opere e nell’ascolto della tua parola, delle gno mpe i ’ nell ati form li, fede tuoi i Cristo... Signore Dio nostro, fa’ che oscano fratelli. Per il nostro Signore Gesù ricon si e, Padr ro nost te, a a hier preg une dedizione liberi da ogni egoismo, e nella com


Marzoseppe 19 S . Giu Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 15

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo. (Rm 13, 11-14)

Tante volte la nostra vita è immersa nel sonno. Accade quando non siamo noi a guidarla, quando non siamo consapevoli di ciò che è bene e fatalmente deviamo verso il male facile. In questa situazione ci potremmo inebriare dei beni di questo mondo, potremmo assecondarne i gusti anche nocivi. (Nella prospettiva di Dio: dormo o sono sveglio?).

Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa di san Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua Chiesa di coop erare fedelmente al compimento dell’opera di salvezza. Per il nostro Signore...


20 Ma rzo Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Romani, capitolo 16

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: «Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».(Rm 15,4-9)

Tenere viva la speranza: a questo ci invita l’Apostolo delle genti. Se ci facciamo caso è proprio questa la caratteristica di chi non ha fede: è morto nella speranza, tende ad essere cinico, arrendevole, passivo verso un fato ingiusto. Il cristiano invece dona il suo apporto a questa società principalmente nel suo essere incrollabile nella speranza, il che porta anche ad una gioia contagiosa. (Sono veramente capace di speranza? La forza nel portare avanti le cose sta nella mia fiducia nei progetti o nella speranza in Dio?)

rci dagli ia nei nostri cuori, perc hé possiamo salva graz tua la di infon so, rdio erico mis e o Padre sant Gesù Cristo... parola di vita eterna. Per il nostro Signore sbandamenti umani e restare fedeli alla tua


arzo 21 M S. Filemone Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. (1Cor 1,22-25)

Paolo ci invita a verificare il nostro cammino a partire dalla croce di Gesù, unico criterio per la nostra fede. Ancor oggi un riferimento che può essere giudicato “scandalo” o “stoltezza” per le logiche mondane, ma che- l’Apostolo ci ricorda- vale più di ogni “sapienza” e “potenza”. Solo quell’affidarsi a un amore che si dona totalmente può superare le resistenze dell’uomo. La debolezza, apparentemente “sconfitta”, che accoglie le nostre debolezze ci dona la pace.

Signore, il pane del cielo che ci doni con tant a larghezza,

susciti in noi sincera devozione e coerenza di vita. Per Cristo nostro Signore.


2

IV Dom. di Q 2 Marzo uaresima Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 2

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Anch’io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio”. (1 Cor 2,1-5)

Solo nell’umiltà possiamo far crescere l’annuncio della Parola di Dio: Paolo ci consegna un’indicazione preziosa per la nostra vita e per le nostre comunità. Ricordarci di rimanere “terra terra”, con l’origine della parola umiltà ci indica (dal latino humus). In questo modo riconosciamo il seme di Dio che lavora nel nostro terreno e opera meraviglie. Con semplicità, verifichiamo le nostre giornate, per lasciare spazio alla “manifestazione dello Spirito e della sua potenza”.

to, perc hé i nostri fa’ risplendere su di noi la luce del tuo vol do, mon to ques in e vien che o uom ogni O Dio, che illumini Cristo nostro Signore. e possiamo amarti con cuore sincero. Per enza sapi tua alla i orm conf pre sem o sian pensieri


rzo 23 Ma Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Quando uno dice: “Io sono di Paolo”, e un altro: “Io sono di Apollo”, non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. Non c’è differenza tra chi pianta e chi irrìga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio.Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. (1 Cor 3,4-11)

S quale fondamento è costruita la nostra vita ? Su A Attenzione ! Sentiamo particolarmente attuali le p parole dell’Apostolo per il nostro percorso quotid diano. Su quali criteri basiamo scelte e priorità di o ogni giorno ? “Ciascuno stia attento come costruissce”. Scrive Paolo. Se seguiamo l’insegnamento di G Gesù, sappiamo che il nostro “edificio” sarà segno d unità intorno alla Sua Parola. “Chi è mai Apollo di ? Cosa è Paolo ?” “Nessuno può porre un fondamento diverso, che è Gesù Cristo”.

O Dio, nostro Padre, i sacramenti che ricev iamo rinnovino e santifichino la nostra vita e ci rendano degni di possedere l’eredi tà eterna. Per Cristo nostro Signore.


24 Ma rzo Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 4

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo. Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori! Per questo appunto vi ho mandato Timòteo, mio figlio diletto e fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria le vie che vi ho indicato in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa. Come se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi d’orgoglio. Ma verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto allora non già delle parole di quelli, gonfi di orgoglio, ma di ciò che veramente sanno fare, perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza. (1 Cor 4,15-20)

Anche per noi risuona bello l’invito di Paolo a diventare “suoi imitatori”. Ripercorrere la strada che lui ci ha indicato per incontrare davvero Gesù. Affidiamoci ai nostri pastori, mandati oggi tra di noi come accadde ai cristiani di Corinto con Timoteo: saranno loro a “richiamarci alla memoria” le vie che ci conducono a Cristo. Con fiducia, senza lasciarsi “gonfiare dall’orgoglio”, per lasciar operare il regno di Dio nella nostra storia.

re degnamente enza e di preghiera disponi i tuoi figli a vive t peni di po tem to ques in so, rdio erico Dio fedele e mis to Nostro Signore. lieto annunzio della tua salvezza. Per Cris il mistero pasquale e a recare ai fratelli il


Marzociazione del Signore 25 A nnun Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 5

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi “Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità”. (1Cor 5,6b-8)

Chiediamo al Signore il dono di “togliere il lievito vecchio” in questo tempo di Quaresima per accogliere nuovamente con gioia la notizia che “Cristo, nostra Pasqua” ci dona la sua salvezza. In questi giorni educhiamoci a “essere pasta nuova”, alla scuola dei Sacramenti. Paolo ci offre un suggerimento prezioso che possiamo attuare già oggi come segno di un cammino di rinnovamento: esprimerci in sincerità e verità.

O Padre, conferma in noi il dono della vera fede, che ci fa riconoscere nel Figlio della Vergine il tuo Verbo fatto uomo, e per la potenza della sua risurrez ione guidaci al possesso della gioia eterna. Per Cristo nostro Signore.


26 Ma rzo Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 6

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Il corpo non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo! (1Cor 6,13c-15a.17-20)

“Il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo”: sono quanto mai chiare le parole di Paolo e ci chiedono di essere vissute senza esitazioni. Di fronte a messaggi che ci giungono ogni giorno dai mass-media per una esaltazione del corpo, puramente a fine estetici o del desiderio sessuale, la lettera ai Corinzi ci ricorda la grandezza del nostro corpo come “custode” della presenza dello Spirito di Dio. Sappiamo davvero custodire questa presenza ? Nelle parole, nei gesti e negli atteggiamenti rendiamo viva la delicatezza che Dio dona a ciascuno di noi.

tà fraterna, fa’ che tenza e di santificarci con le opere di cari peni la con i carc ifi pur di ia graz la dato O Padre, che ci hai Per Cristo Nostro Signore. per giungere rinnovati alle feste pasquali. etti, prec tuoi dei via nella nte lme fede o camminiam


rzo 27 Ma Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 7

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo! (1 Cor 7,29-31)

Cosa conta davvero nella nostra vita ? L’Apostolo punta dritto, al “cuore” della nostra esistenza. Ricordati che “la scena di questo mondo passa” e che- come ci suggerisce Giovanni della Croce“alla sera della vita saremo giudicati su quanto abbiamo amato”. Allora possiamo verificare dove indirizziamo i nostri sforzi, le nostre energie ? Per incontrare il Signore, e quindi il nostro fratello ? Oppure per l’affermazione di noi stessi ? “Il tempo si è fatto breve”. Vivi come ci ha insegnato Gesù: questo è l’essenziale.

Padre santo, che nei tuoi sacramenti hai posto il rimedio alla nostra debolezza, fa’ che accogliamo con gioia i frutti della redenzione e li manifest iamo nel rinnovamento della vita. Per Cris to Nostro Signore.


28 Ma rzo Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 8

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Quanto poi alle carni immolate agli idoli, sappiamo di averne tutti scienza. Ma la scienza gonfia, mentre la carità edifica. Se alcuno crede di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere. Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto. Quanto dunque al mangiare le carni immolate agli idoli, noi sappiamo che non esiste alcun idolo al mondo e che non c’è che un Dio solo. E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dèi e molti signori, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui. (1 Cor 8,1-6)

Essere conosciuti da Dio: questa è la grande consolazione e il grande stimolo nella nostra vita. Innanzitutto non siamo noi che dobbiamo cercare Dio, ma è Dio che ci raggiunge con il suo amore. Paolo l’ha sperimentato davvero nella sua vita. Per questo afferma che solo la carità “edifica”. Amore che nasce dal Padre, “dal quale tutto proviene e noi siamo per lui”, nel figlio, Gesù”, “dal quale esistono tutte le cose”, che viene consegnato a noi, perché “esistiamo per lui”. Prendiamoci l’impegno a riconoscere sempre di più le “tracce” che ogni giorno Dio pone sul nostro cammino.

a verso di te i nostri cuori, poic hé Signore onnipotente e misericordioso, attir mo bene. Per Cristo Nostro Signore. senza di te non possiamo piacere a te, som


Marzo. di Quaresima 29 V Dom Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 9

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro. (1 Cor 9,16-19.22-23)

Essere testimoni del Vangelo, senza temere di essere giudicati o di ascoltare delle “prese in giro”. Paolo addirittura dice “guai a me”… sente dentro il “fuoco” dell’annuncio della Parola di Dio, e non può rinunciarci. Scrive infatti: “E’ un incarico che mi è stato affidato”. Chiediamoci se anche ognuno di noi, come cristiano, sente il mandato ad annunciare la “Buona Notizia” che ci ha raggiunto, a partire dagli ambienti che frequentiamo, come la scuola o l’università. Lo stile dell’annuncio ci è presentato dallo stesso Paolo: “mi sono fatto servo di tutti”.

Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perc hé possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Per Cristo Nostro Signore.


30 Ma rzo Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 10

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l’utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo. (1Cor 10,31-11,1)

Quali sono i nostri idoli? I nostri miti? Paolo ci invita a farci “suoi imitatori”, sulla scia della strada segnata da Gesù Cristo. Come? In qualsiasi cosa facciamo, “fate tutto per la gloria di Dio”. Domandiamoci sempre se le scelte e le azioni che compiamo sono “per l’utile mio” oppure per contribuire “alla salvezza”, come indicato dall’esempio dell’Apostolo.

ture pi di ogni benedizione, trasformaci in crea riem ci re amo tuo del dono il con che e, O Padr ore. osa del tuo regno. Per Cristo Nostro Sign nuove, per esser preparati alla Pasqua glori


rzo 31 Ma Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me”. Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. (1 Cor 11,23-26)

Siamo al centro della predicazione di Paolo: l’eucaristia, pane di vita immortale donato a noi da Gesù Cristo. Anche noi siamo inseriti nella trasmissione di questa verità, trasmessa di generazione in generazione, “ogni volta che…”, “in memoria di me”. Lasciamoci stupire ancora da queste parole, rileggendole senza fretta e domandandoci il posto che l’Eucaristia occupa nella nostra vita.

Il tuo aiuto, Dio onnipotente, ci renda pers everanti nel tuo servizio, perc hé anche nel nostro tempo la tua Chiesa si accresca di nuovi membri e si rinnovi sempre nello spirito. Per Cris to Nostro Signore.


1 April e Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 12

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l’unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole. (1 Cor 12, 4-11)

Un’annotazione di Paolo in questo brano ci deve far riflettere e costituire un impegno: “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune”. Ecco, “per l’utilità comune”, da questo si riconosce la manifestazione dello Spirito se opera nella direzione della fraternità. Se utilizziamo la nostra bravura, i nostri “talenti” per creare divisioni, tensioni, contrasti stiamo certi che non lavoriamo nella direzione di Dio.

hai figli purificati dalla penitenza; tu che ci tuoi sui so, rdio erico mis Dio , luce tua la Risplenda Nostro Signore. pimento l’opera da te iniziata. Per Cristo ispirato la volontà di servirti, porta a com


le 2 Apri Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 13 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! (1 Cor 13, 1-13)

Ci troviamo di fronte a uno dei testi più belli delle lettere paoline: l’inno alla carità. Un autentico programma di vita. Cerchiamo di vivere in questi giorni di Quaresima l’amore disinteressato che ci propone Paolo, compiacendoci della verità. Primo requisito richiesto: essere pazienti. Cioè saper ascoltare chi ci sta accanto, saper comprendere “i suoi tempi”, comprese le sue incertezze (“tutto sopporta”). Aiutando a crescere: “divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato!”

Assisti e proteggi sempre, Padre buono, questa tua famiglia che ha posto in te ogni speranza, perc hé liberata dalla corruzione del peccato resti fedele all’impegno del Bat tesimo, e ottenga in premio l’eredità prom essa. Per Cristo Nostro Signore.


3 Apri le Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 14

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Ricercate la carità. Aspirate pure anche ai doni dello Spirito, soprattutto alla profezia. Chi infatti parla con il dono delle lingue non parla agli uomini, ma a Dio, giacché nessuno comprende, mentre egli dice per ispirazione cose misteriose. Chi profetizza, invece, parla agli uomini per loro edificazione, esortazione e conforto. Chi parla con il dono delle lingue edifica se stesso, chi profetizza edifica l’assemblea. Vorrei vedervi tutti parlare con il dono delle lingue, ma preferisco che abbiate il dono della profezia; in realtà è più grande colui che profetizza di colui che parla con il dono delle lingue, a meno che egli anche non interpreti, perché l’assemblea ne riceva edificazione. (1 Cor 14, 1-5)

Con Paolo chiediamo al Signore che arricchisca le nostre comunità con il carisma profetico, perché lo Spirito Santo le guidi attraverso la voce del Signore che parla a tutti in maniera intelligibile. La profezia spinge all’adorazione, porta alla comprensione dei progetti di Dio e dà ad ognuno il timore di fronte alla maestà divina. Chi è dunque il profeta? È colui che si mette in ascolto di Dio e nel silenzio interiore si fa umile strumento, bocca di Dio. Il profeta sente il calore del respiro di Dio, ne è avvolto e travolto, la sua anima si accende, il suo cuore palpita perché “la gloria del Signore è come un fuoco divorante” (Es 24,17).

prigionieri a ericordia spezza le catene che ci tengono mis tua nella e ati, pecc ri nost i ore, Perdona, Sign Nostro Signore. tà che Cristo ci ha conquistata. Per Cristo causa delle nostre colpe, e guidaci alla liber


le 4 Apri Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 15

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. (1 Cor 15, 12-22)

“Vana è la nostra fede, se Cristo non è risuscitato”: in preparazione alla Pasqua soffermiamoci su queste parole di Paolo. La Risurrezione di Gesù, ci dice l’Apostolo, ci libera dalle tenebre del male e della morte: “se Cristo non è risorto”… “voi siete ancora nei vostri peccati”... “se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini”. Allora vediamo in questa giornata: “quali sono le nostre speranze?” “Su cosa fondiamo le attese del nostro cammino?”

O Dio, che operi sempre per la nostra salve zza e in questi giorni ci allieti con un dono speciale della tua grazia, guarda con bontà tua famiglia, custodisci nel tuo amore chi alla attende il Battesimo e assisti chi è già rina to alla vita nuova. Per Cristo Nostro Sign ore.


5 Ap Domenica de lle Palme rile Capitolo proposto per oggi: Prima lettera ai Corinzi, capitolo 16 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Quanto poi alla colletta in favore dei fratelli, fate anche voi come ho ordinato alle Chiese della Galazia. Ogni primo giorno della settimana ciascuno metta da parte ciò che gli è riuscito di risparmiare, perché non si facciano le collette proprio quando verrò io. Quando poi giungerò, manderò con una mia lettera quelli che voi avrete scelto per portare il dono della vostra liberalità a Gerusalemme. E se converrà che vada anch’io, essi partiranno con me. Verrò da voi dopo aver attraversato la Macedonia, poiché la Macedonia intendo solo attraversarla; ma forse mi fermerò da voi o anche passerò l’inverno, perché siate voi a predisporre il necessario per dove andrò. Non voglio vedervi solo di passaggio, ma spero di trascorrere un po’ di tempo con voi, se il Signore lo permetterà. Mi fermerò tuttavia a Èfeso fino a Pentecoste, perché mi si è aperta una porta grande e propizia, anche se gli avversari sono molti. Quando verrà Timòteo, fate che non si trovi in soggezione presso di voi, giacché anche lui lavora come me per l’opera del Signore. Nessuno dunque gli manchi di riguardo; al contrario, accomiatatelo in pace, perché ritorni presso di me: io lo aspetto con i fratelli. Quanto poi al fratello Apollo, l’ho pregato vivamente di venire da voi con i fratelli, ma non ha voluto assolutamente saperne di partire ora; verrà tuttavia quando gli si presenterà l’occasione. Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti. Tutto si faccia tra voi nella carità. (1 Cor 16, 1- 13) Ecco come si può esprimere la carità: Paolo ricorda innanzitutto l’impegno concreto per venire incontro alle esigenze di chi è più nel bisogno. “Ogni primo giorno della settimana ciascuno metta da parte ciò che gli è riuscito di risparmiare”: come possiamo noi oggi vivere queste parole per essere attenti alle necessità di chi sperimenta la fatica del vivere ? E poi la carità da vivere nell’incontro tra fratelli: “Non voglio vedervi di passaggio, ma spero di trascorrere un pò di tempo con voi, se il Signore lo permetterà”. Prendiamoci in questo periodo del tempo per andare a trovare gli amici che non vediamo spesso. Un gesto che dimostra il desiderio di portare e ricevere una parola di bene.

io, nostro come modello agli uomini il Cristo tuo Figl Dio onnipotente ed eterno, che hai dato il grande te di croce, fa’ che abbiamo sempre presente mor alla no fi o iliat um e o uom o fatt e, Salvator to Nostro Signore. ecipare alla gloria della risurrezione. Per Cris insegnamento della sua passione, per part


le 6 Apri Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. (2 Cor 1,3-5)

Chi è Dio? Dio è il Padre del nostro Signore Gesù Cristo; è il Padre delle misericordie; è il Dio di ogni consolazione, il Dio che manda lo Spirito Consolatore (cfr. Giovanni 14,26; 16,7). Gesù dice: «Beati gli afflitti, perché saranno consolati» (dal Vangelo secondo Matteo 5,4). «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Matteo 5,7). «Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso» (Luca 6,36). La consolazione è un dono del Padre, non il risultato di tecniche di meditazione; non la si può pretendere, la si può implorare. Insieme con tanti martiri, san Paolo attesta una presenza della consolazione di Dio non solo dopo, ma anche durante le tribolazioni

Guarda, Dio onnipotente, l’umanità sfinit a per la sua debolezza mortale, e fa’ che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio. Amen.


7 Apri le Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 2

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte lacrime, non perché vi rattristiate, ma perché conosciate l’amore che nutro particolarmente verso di voi.

I cristiani di Corinto hanno dato a san Paolo motivo di afflizione. Egli è triste, ma non avanza pretese, non rinfaccia il male ricevuto o le sue delusioni; piuttosto rimprovera, esorta, anche aspramente, ma avendo di mira il bene e la crescita dei fratelli. Da quali pensieri o sentimenti ci lasciamo guidare quando prendiamo la parola, in casa, al lavoro, fra gli amici? «O maestro, fa’ che io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare di essere compreso, quanto di comprendere / di essere amato, quanto di amare perché dando si riceve, / perdonando si è perdonati, / morendo si risuscita a vita eterna».

celebrare con fede i misteri Concedi a questa tua famiglia, o Padre, di la dolcezza del tuo perdono. Amen. della passione del tuo Figlio, per gustare


le 8 Apri Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà. (2 Cor 3,17)

Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete nella mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». (Giovanni 8,31-32) «Voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste». (Galati 5,13-17)

Padre misericordioso, tu hai voluto che il Cristo tuo Figlio subisse per noi il supplizio della croce per liberarci dal potere del nemico; donaci di giungere alla gloria della risurrez ione. Amen.


9 Apri le Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 4

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio che rifulge sul volto di Cristo. Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio e non viene da noi. (2 Cor 4,5-7)

Dio Padre, che ha fatto sorgere il suo Figlio dai morti, chiama noi dal peccato a un amore che non proviene dall’uomo, ma da Dio, eppure così umano! Il volto di Cristo, sfigurato dalla croce, in realtà pieno di amore per gli uomini, splende nei nostri cuori e vi separa la luce dalle tenebre. Gesù dice: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (dal Vangelo secondo Giovanni 8,12).

prima di santa Cena nella quale il tuo unico Figlio, O Dio, che ci hai riuniti per celebrare la amore, ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo vo nuo il esa Chi alla dò affi te, mor alla consegnarsi vita. Amen. mistero attingiamo pienezza di carità e di fa’ che dalla partecipazione a così grande


ile 10 Apr Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 5

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. (2 Cor 5,19-20)

Gesù dalla croce diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Luca 23,34). Come gli uomini faticarono ad accogliere il Figlio di Dio nella persona di Gesù di Nazaret, così noi fatichiamo a riconoscere la presenza del Signore in mezzo a noi nell’umanità dei fratelli e ad accettare la mediazione concreta della Chiesa quale corpo mistico di Cristo per lasciarci perdonare davvero da Dio.

O Dio, che nella passione del Cristo nost ro Signore ci hai liberati dalla morte, ered ità dell’antico peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci a somiglia nza del tuo Figlio; e come abbiamo portato in noi, per la nostra nascita, l’immagine dell’uomo terreno, cos’ per l’azion e del tuo Spirito, fa’ che portiamo l’imm agine dell’uomo celeste. Amen.


11 Apr ile Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 6

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Non lasciatevi legare al giogo estraneo dei non credenti. Quale rapporto infatti può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre? Quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. (2 Cor 6,14-16)

«Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?» (1 Corinzi 3,16). Certamente il Cristianesimo non consiste in una serie di obblighi, ma nella persona di Gesù Cristo Signore; tuttavia, dall’altissima dignità di cui Cristo riveste la persona battezzata, rendendola dimora della Santissima Trinità, deriva una norma di vita: una pista di cammino secondo lo Spirito Santo e non secondo le bramosie e gli inganni del nostro cuore. Mediante il suo Santo Spirito il Padre ci rende capaci di corrispondere al suo amore che ci dona in Cristo Gesù.

to, conserva in noi gloriosa morte e risurrezione del tuo Cris la con do mon il o ovat rinn hai che no, en. Dio onnipotente ed eter ci consacri per sempre al tuo servizio. Am tero mis de gran to ques a ne azio p eci part l’opera della tua misericordia, perc hé la


prile urrezione 12 A Pasqua di Ris Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 7

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi “Se anche vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne dispiace. E se me ne è dispiaciuto - vedo infatti che quella lettera, anche se per breve tempo soltanto, vi ha rattristati - ora ne godo; non per la vostra tristezza, ma perché questa tristezza vi ha portato a pentirvi. Infatti vi siete rattristati secondo Dio e così non avete ricevuto alcun danno da parte nostra; perché la tristezza secondo Dio genera ravvedimento che porta a salvezza e di cui non ci si pente; la tristezza del mondo genera la morte”. (2 Cor 7,8-11)

Esistono due tipi di tristezza: una buona e l’altra cattiva; una da chiedere in dono, l’altra da combattere. La tristezza secondo il mondo, infatti, è frutto dell’orgoglio e dell’amor proprio. È un sentimento di disperazione per chi vede solo se stesso e di fronte al fallimento non sa accettarsi. La tristezza secondo Dio è invece quella nostalgia e quel dispiacere che invade il nostro cuore quando misuriamo la nostra miseria con l’amore di Dio che non cessa mai. Ecco che, di fronte a quest’amore ci apriamo alla speranza.

O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrez concedi ione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto. Amen.


13 Apr ile Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 8

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi “Conoscete la benevolenza del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi della sua povertà”. (2 Cor 8,9)

C’è una domanda che noi cristiani dobbiamo porci sinceramente: cosa consideriamo come vera ricchezza? Consideriamo il successo? L’apparenza? Il riconoscimento degli altri? La vera ricchezza per noi è la povertà! Per povertà non s’intende l’indigenza ma quella condizione di assoluta apertura a Dio che diventa la priorità della nostra esistenza. La povertà di Cristo in noi è accettare di farsi piccoli perché solo Dio è grande e la fraternità con il nostro prossimo è migliore della soddisfazione dei nostri capricci. è aprirsi alla logica del chicco di seme, che per dare la vita deve anzitutto perderla.

ndole sempre nuovi figli, concedi ai O Padre, che fai crescere la tua Chiesa, dona nto che hanno ricevuto nella fede. Amen. tuoi fedeli di esprimere nella vita il sacrame


rile 14 Ap Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 9

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi “Ricordate: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene, come sta scritto: «ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia dura in eterno»” (2 Cor 9,6-9)

Cosa significa seminare con larghezza? Come imparare a donare totalmente noi stessi? È necessario accogliere l’esempio di Gesù il quale, come il seminatore della parabola, non ha trattenuto nulla per sé: si è donato fino alla morte e alla morte di croce. Per essere “larghi” nella nostra attività di annuncio del Vangelo dobbiamo, anzitutto, essere pieni di Gesù Cristo: ascolto della Parola e rapporto vivo con l’Eucaristia sono per noi necessità quotidiana per imparare da Lui e che è nostra guida. Se saremo costanti in questo cammino quotidiano anche la nostra vita sarà, allora, un seminare con larghezza quel Cristo che ci chiama a partecipare alla sua stessa vita con il Padre e lo Spirito.

O Dio, che nei sacramenti pasquali hai dato al tuo popolo la salvezza, effondi su di noi l’abbondanza dei tuoi doni, perc hé raggiungiamo il bene della perfetta libertà e abbiamo in cielo quella gioia che ora pregustiamo sulla terra. Amen.


15 Apr ile Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 10

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Noi invece non ci vanteremo oltre misura, ma secondo la norma della misura che Dio ci ha assegnato, quella di arrivare anche fino a voi; non ci arroghiamo un’autorità indebita, come se non fossimo arrivati fino a voi, perché anche a voi siamo giunti col vangelo di Cristo.Pertanto chi si vanta, si vanti nel Signore; perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda. (2 Cor 10, 13-14.17-18)

Nei capitoli 10-13 Paolo accende una polemica contro alcuni «falsi profeti» (11,13) che, giunti a Corinto, attaccano l’operato di Paolo. Paolo, nel difendersi, non ha però a cuore se stesso e il proprio “buon nome”, ma la fede della comunità che viene messa in pericolo. Custodendo il dono più prezioso sa che ogni cosa è custodita. Io, cosa sto custodendo?

del la gioia di rivivere ogni anno la risurrezione O Dio, che nella liturgia pasquale ci dai Amen. . cielo del raggiunga la sua pienezza nella Pasqua Signore, fa’ che l’esultanza di questi giorni


ile 16 Apr Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Oh, se poteste sopportare un pò di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo. Temo però che, come il serpente nella sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo. Se infatti il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo. (2 Cor 11, 1-4)

Quante immagini diverse di Gesù, e quindi di Dio, ci vengono offerte… La fede nel Signore non è frutto di conquista o di ragionamento, ma è dono che si riceve. Da chi riceverlo? Come riconoscere il vero testimone di Gesù? Paolo non ha dubbi: da chi, come lui e a differenza dei falsi profeti, sopporta fatiche, attacchi, rifiuti, denigrazioni e persecuzioni, pur di custodire per gli altri la possibilità dell’incontro autentico con il vero e unico Signore (cf 2 Cor 11,23-30). Da chi ricevo il dono della mia fede in Gesù? Chi sto ascoltando?

O Padre, che da ogni parte della terra hai riunito i popoli per lodare il tuo nome, concedi che tutti i tuoi figli, nati a nuova vita nelle acque del Battesim o e animati dall’unica fede, esprimano nelle opere l’unico amore. Amen.


17 Apr ile Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 12

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Il Signore mi ha detto: «Ti basta la mia grazia: la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza.» Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte. (2 Cor 12, 9-10)

Paolo non è masochista, non gode della sofferenza in se stessa. Chi ama accresce la coscienza del proprio amore quando nessun disagio, sofferenza, peso dovuto alla propria debolezza, riesce a distoglierlo dall’amare; così pure chi è amato vede crescere la coscienza e il godimento dell’amore che riceve quando nessun disagio, sofferenza, peso dovuto alla propria debolezza, riesce a portarlo fuori dall’amore (cf Gv 15,9).

della tuo Figlio hai offerto agli uomini il patto del ua Pasq nella che no, eter ed te oten p i Dio onn nella fede. Amen. niare nella vita il mistero che celebriamo imo test di ci dona , pace della e e zion cilia ricon


ile 18 Apr Capitolo proposto per oggi: Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 13

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Esaminate voi stessi se siete nella fede, mettetevi alla prova. Non riconoscete forse che Gesù Cristo abita in voi? Fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. (2 Cor 13, 5.11)

Esaminiamo noi stessi, se siamo nella fede: quali i segni? La letizia (cf Capitolo ottavo dei Fioretti di San Francesco: sulla perfetta letizia); tensione verso il bene; incoraggiamento reciproco alla fede; avere gli stessi sentimenti (cioè condividere la benevolenza di Dio per gli uomini, suoi figli); vivere nella pace.

O Padre, che nella tua immensa bontà esten di a tutti i popoli il dono della fede, guar da i tuoi figli di elezione, perc hé coloro che sono rinati nel Battesimo ricevano la veste candida della vi ta immortale. Amen.


19

II Dom. di Pa Aprile squa Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Galati, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia. Mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate a un altro vangelo. Però, non ce n`è un altro; se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L`abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo! (Gal 1, 1-2. 6-10)

Paolo ha piena coscienza della sua missione, del mandato che il Signore stesso gli ha affidato. Con questa forza, che non è sua, ma gli viene da Cristo, richiama l’unicità del Vangelo e della Verità: chi lo rifiuta si esclude da solo dal dono di Dio, dal suo amore, dalla salvezza. Signore, aiutaci a cercare te sopra ogni cosa e la tua volontà, che è il nostro vero bene!

Primo e l’Ultimo, il il tuo popolo per celebrare colui che è il O Padre, che nel giorno del Signore raduni male, ti tuo Spirito, perc hé, spezzati i vincoli del del a forz la ci dona te, mor la tto fi scon Vivente che ha Cristo nella gloria. dienza e del nostro amore, per regnare con obbe ra nost della izio serv o liber il o iam rend


rile 20 Ap Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Galati, capitolo 2 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunciato non segue un modellato umano; infatti io non l`ho ricevuto né l`ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com`ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.

Paolo ripensa alla sua vita passata, prima della conversione, prima dell’incontro con Cristo sulla via di Damasco, che lo ha “bruciato” e ricostruito come persona nuova. Ma questo incontro apparteneva al disegno di Dio, da sempre. Signore, aiutaci a lasciarci incontrare da te e a lasciarci rinnovare dal tuo amore.

Dio onnipotente ed eterno, che ci dài il priv ilegio di chia marti Padre, fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perc hé possiam o entrare nell’eredità che ci hai promesso.


21 Apr ile Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Galati, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati Fratelli, sapendo che l`uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano.

Per Paolo la fede è l’anima vitale di tutta l’esistenza, perché la fede è la vita stessa di Dio in noi, è il nostro inserimento nella sua vita divina, nella sua comunione d’amore, che nella croce tocca il vertice della donazione di sé. Signore, aiutaci a vivere il nostro Battesimo, facendo memoria dei doni ricevuti dal tuo amore.

rto, perc hé di proclamare la potenza del Signore riso so, rdio erico mis Dio olo, pop tuo al Concedi nuova. manifesti al mondo la pienezza della vita in lui, sacramento universale di salvezza,


rile 22 Ap Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Galati, capitolo 4

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati Fratelli, tutti voi siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.

L’incontro di Paolo con Cristo lo ha davvero cambiato, radicalmente, nelle profondità del suo essere: per lui, ora, non contano più le distinzioni che facciamo in quanto uomini, creature: per lui ora conta solo l’appartenere a Cristo! Signore, aiutaci, come Paolo, a voler appartenere solo a te, nostra vita!

O Padre, che nella Pasqua del tuo Figlio hai ristabilito l’uomo nella dignità perduta e gli hai dato la speranza della risurrezione, fa’ che accogliam o e viviamo nell’a more il mistero celebrato ogni anno nella fede.


23 Ap rile Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Galati, capitolo 5

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.

L’insegnamento di Paolo è di un’attualità sconvolgente. Cos’è la libertà? Fare ciò che si vuole, pensando di essere liberi e, in realtà, rimanendo schiavi delle nostre passioni e dei desideri, oppure libertà è appartenere a chi mi ama e ha dato la sua vita per me? Per Paolo la risposta è immediata e senza alcun dubbio: il peccato è schiavitù, Cristo, che ci ha liberati, è la nostra libertà! Signore, aiutaci a cercare te che sei la nostra libertà!

presente in ogni momento della vita Donaci, Padre misericordioso, di rendere tuoi misteri. la fecondità della Pasqua, che si attua nei


rile 24 Ap Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Galati, capitolo 6

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

Paolo è stato segnato dall’incontro con Cristo, non solo nello spirito, ma anche nella carne. Il Risorto ha segnato per sempre la sua vita. Con la sua conversione Paolo ha fatto l’esperienza della morte e della risurrezione, di una vita nuova. Per questo può guardare alla croce con un occhio risplendente di fede! Signore, aiutaci ad alzare lo sguardo verso di te, crocifisso, per contemplare il tuo amore che ha vinto la morte e che ha fatto trionfare la vita, per sempre.

Padre misericordioso, che hai voluto che il tuo Figlio subisse per noi il supplizio della croce per liberarci dal potere del nemico, donaci di giungere alla gloria della risurrez ione.


25 Ap rile Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Efesini, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro GesùCristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel suo Figlio amato. In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono delle colpe secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati -secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà- a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

In questo inno paolino si comprende come Gesù Cristo sia il centro del disegno d’amore di Dio Padre, sin dall’eternità, ha stabilito e come di cui anche l’uomo è pienamente partecipe. Questo disegno d’amore è portatore di salvezza per tutti gli uomini, proprio tramite Cristo che, attraverso l’effusione del suo sangue, perdona i peccati e dona la sua divina grazia. Tutta la creazione, trova il suo senso in rapporto a Cristo, e l’uomo scopre se stesso e il suo destino eterno.

a, rco con il dono della predicazione apostolic Ma ta gelis evan tuo il cato fi glori hai che O Dio, ore. anche noi a seguire fedelmente il Cristo Sign fa’ che alla scuola del Vangelo, imparia mo li. dello Spirito Santo per tutti i secoli dei seco Egli è Dio e vive e regna con Te nell’unità


rile ua 26 IIAI p Dom. di Pasq Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Efesini, capitolo 2 Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per mano di uomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani, siete diventati i vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. Paolo usa l’immagine politica della cittadinanza per descrivere l’esclusione dei “Gentili” (i non ebrei) dal popolo di Dio. Essi non avevano accesso all’alleanza che prometteva la salvezza. “Ora invece in Cristo Gesù...”, ecco la svolta: nel sangue del Verbo incarnato si realizza la pace e l’unione con Dio. L’inimicizia è abbattuta, pagani e giudei formano ora la nuova umanità in un solo corpo. La distinzione è caduta tutti siamo uno in Cristo Gesù. Sulle parole di S. Paolo chiediamo al Signore questa grazia, perché morendo all’uomo vecchio e abbattendo i muri del nostro cuore, possiamo aprirci gli uni gli altri, in quell’amore sincero che germoglia dallo Spirito del Cristo.

Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito, e com e oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così pregusti nella sper anza il giorno glorioso della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.


27 Ap rile Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Efesini, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito. Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

La SS. Trinità: Padre, Spirito Santo e il Figlio, Gesù Cristo. Di fronte al primo riconosciamo la sua presenza, inginocchiamoci e ringraziamolo. Al secondo chiediamo il santo dono della fortezza per affrontare le prove e i dolori che la vita spesso ci pone. Sul terzo radichiamo e fondiamo l’intera nostra esistenza perché possiamo immergerci e dolcemente naufragare nella sua infinità carità che sorpassa ogni conoscenza. E così, come S. Paolo, siamo “ricolmi di tutta la pienezza di Dio”.

a tutti coloro che si hé possano tornare sulla retta via, concedi perc à, t veri tua della luce la nti erra ore. agli O Dio, che manifesti che egli è conforme. Per Cristo nostro Sign ciò ire segu di e e nom to ques a o rari cont professano cristiani di respingere ciò che è


rile 28 Ap Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Efesini, capitolo 4

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri, accecati nella loro mente, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro e della durezza del loro cuore. Così, diventati insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza e, insaziabili, commettono ogni sorta di impurità. Ma voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe dietro le passioni ingannatrici, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestirvi dell’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.

L’apostolo mette di fronte ai suoi figli spirituali di Efeso due modelli di uomo, che essi sono invitati a scegliere, come due vestiti: indossarne uno e deporre l’altro. L’uomo vecchio è il contrario della realizzazione dell’uomo: il ritratto di chi non ha ancora incontrato Cristo e segue degli obbiettivi più piccoli di lui, pertanto si indurisce, si impoverisce, diviene impuro, insensibile, avaro... L’uomo nuovo è invece un’altro Cristo. Ciò non significa che il seguirlo significhi diventare un’altra persona. Un pensiero ateo può considerare l’imitazione di Cristo un’alienazione della perso-

O Dio, che apri la porta del tuo regno agli uomini rinati dall’acqua e dallo Spirito Sant o, accresci in noi la grazia del Battesimo, perc hé liberi da ogni colpa possiamo ereditare i beni da te promessi. Per Cristo nostro Signore.


29 A Santa Cateri rile na da Sienp a Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Efesini, capitolo 5

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

Ancora una volta San Paolo indica il centro della vita cristiana nell’imitazione di Gesù, che ci ha rivelato il volto d’amore del Padre. L’Apostolo, in qualche modo, ci propone una nuova prospettiva per guardare a noi stessi e a quanti ci vengono incontro nella vita, ovvero la carità. Essa, per essere realmente tale, deve trarre origine dalla stessa vita di Gesù, che ha dato tutto sé stesso al Padre in sacrificio. Tale gesto, che si ripete sacramentalmente ogni giorno nella Santa Messa, deve essere la fonte del nostro agire con gli altri.

contemplazione nte del tuo spirito di amore, hai unito la O Dio, che in santa Caterina da Siena, arde ecipi intercessione concedi a noi tuoi fedeli, part sua per esa, Chi della izio serv il e sso ifi di Cristo croc Signore. azione della sua gloria. Per Cristo nostro del mistero di Cristo, di esultare nella rivel


rile 30 Ap Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Efesini, capitolo 6

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi,calzati e pronti per propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunziarlo con quel coraggio con il quale devo parlare. La battaglia contro il mistero del male è un fatto inevitabile per qualunque persona. Il demonio odia Dio e chiunque sia in amicizia con Lui. Satana è invidioso del Signore e non può tollerare il Suo Amore. Più tale comunione è affermata, più forte sarà il suo attacco. La creatura non deve temere questo fatto, perché Dio combatte con lei e per lei. L’uomo deve solo tenere “saldo lo scudo della fede” e restare fermo nell’annuncio di Cristo. La possibilità di “stare” dentro questa condizione luminosa è vivere secondo verità l’amore di Dio che lo ha collocato in una storia e uno spazio preciso che coincidono con la vita di ciascuno di noi.

O Dio, che hai scelto il papa san Pio V per la difesa della fede e il rinnovamento del culto liturgico, concedi anche a noi di partecipare con vera fede e carità operosa ai tuoi santi misteri. Per Cris to nostro Signore.


S.Giuseppe la 1 Maggio voratore Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Filippesi, capitolo 1 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. Sono stretto infatti tra queste due cose: ho desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. Persuaso di questo, so che rimarrò e continuerò a rimanere in mezzo a tutti voi, per il progresso e la gioia della vostra fede, affinché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo Gesù, con il mio ritorno tra voi. Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo perché, sia che io venga e vi veda, sia che io rimanga lontano, abbia notizie di voi: che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo per loro è un segno di perdizione, per voi invece di salvezza, e ciò da parte di Dio. Perché, riguardo a Cristo, a voi è stata concessa la grazia non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, sostenendo la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e che sostengo anche ora. L’apostolo Paolo si trova in catene a causa della sua testimonianza in favore di Cristo e del suo Vangelo; egli sa bene quanto sia necessaria la sua presenza per quelle comunità che ha fondato ma il suo cuore desidera ardentemente vedere Dio faccia a faccia. Anche nella sofferenza, provocata dalla sua prigionia, Paolo sa di essere, nella preghiera e attraverso le sue lettere, strumento per il progresso della gioia della fede, di cui ogni battezzato è chiamato ad essere araldo. Occorre, dunque, combattere per la fede anche quando le sofferenze impediscono di scendere “in campo” imparando ad offrire le amarezze e unirle alla passione redentrice del Figlio di Dio.

gno della mato l’uomo a cooperare con il lavoro al dise O Dio, che nella tua provvidenza hai chia bilità di san Giuseppe siamo fedeli alle responsa pio sem e ’ l e ione cess nter i ’ l per che fa’ e, creazion en ci prometti. Per Cristo nostro Signore. Am che ci affidi, e riceviamo la ricompensa che


gio 2 Mag Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Filippesi, capitolo 2

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’ interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra. e ogni lingua proclami: “Gesù Cristo è il Signore!”, a gloria di Dio Padre.

Sintesi della vita cristiana è conservare nel proprio cuore gli stessi sentimenti del Signore Gesù che si possono riassumere nell’umiltà. La legge nuova del Vangelo, che è la carità, deve essere vissuta giorno per giorno alla luce di quanto e di come agì il Figlio dell’Altissimo. L’umiltà nasce dalla contemplazione del Crocifisso e dall’adorazione del memoriale della sua passione e morte che è la SS. Eucaristia. Di qua la forza per testimoniare e vivere con coerenza la nostra fede.

Dio di infinita sapienza, che hai suscitato nella tua Chiesa il vescovo sant’Atanasio, intre pido assertore della divinità del tuo Figlio, che per la sua intercessione e il suo insegnam fa’ ento cresciamo sempre nella tua conoscenza e nel tuo amore. Per Cristo nostro Signore.


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IV Dom. di P Maggio asqua Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Filippesi, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. E’ Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorazioni e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo, io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano faticato.

Nell’obbedienza a quanto lo Spirito Santo suggerisce al cuore, i figli di Dio sono chiamati a cooperare giorno per giorno all’edificazione del suo regno. Ciò è possibile innanzitutto attendendo alla propria salvezza imparando dal Signore Gesù a vivere da figli nel Figlio. La mitezza e l’umiltà del cuore rendono coloro che si impegnano a seguire il Signore segni di contraddizione, luci abbaglianti in mezzo alle tenebre del mondo.

Spirito, perc hé fra le della salvezza, infondi in noi la sapienza dello a port la erto riap hai ci io Figl ore. tuo nel O Dio, nostro Padre, che l’abbondanza della vita. Per Cristo nostro Sign dona ci che ore, past buon to, Cris di voce insidie del mondo sappiamo riconoscere la


gio 4 Mag Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Filippesi, capitolo 4

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto ancora, siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.

Nelle difficoltà, nelle sofferenze e negli insuccessi Paolo esorta a non abbattersi, a non cedere allo scoraggiamento, nemico della vita autenticamente cristiana. Il primo apostolato è lo stare in preghiera col Signore, è riversare nel suo cuore tutto quello che turba il nostro. Solo allora scenderà come rugiada il dono supremo della pace, che è la sua presenza e la sua paterna custodia.

O Dio, che nell’umiliazione del tuo Figlio hai risollevato il mondo dalla sua caduta, dona ci la santa gioia pasquale, perc hé, liberi dall’oppressione della colpa, partecipiamo alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.


5 Mag gio Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Colossesi, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, poiché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.

In ogni suo gesto, pensiero, parola o scritto, Paolo ha un unico riferimento costante: Cristo! Perché Cristo, con il Padre e lo Spirito Santo, è prima di ogni cosa e tutto ci viene da lui. Perciò non può avere che il primo posto. Signore, aiutaci a metterti al primo posto nella nostra vita!

di celebrare il mistero della risurrezione Dio Padre onnipotente, che ci dai la grazia e con la vita la gioia di essere salvati. del tuo Figlio, concedi a noi di testimoniar


gio 6 Mag Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Colossesi, capitolo 2

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.

Paolo, anche dopo l’esperienza della conversione, sa di non essere arrivato, di essere sempre in cammino, di aver bisogno sempre di conversione. Così sente di dover contribuire, anche attraverso le sue sofferenze, unite a quelle di Cristo, al mistero di salvezza che è passato attraverso la croce di Cristo e passa attraverso le nostre croci. Signore, aiutaci ad accettare e a portare con te la croce che ogni giorno la vita ci presenta, perché possiamo sentire in ogni momento la forza del tuo amore che ci sostiene.

O Dio, vita dei tuoi fedeli, gloria degli um ili, beatitudine dei giusti, ascolta la preghier a del tuo popolo, e sazia con l’abbondanza dei tuoi doni la sete di coloro che sperano nelle tue promesse.


7 Mag gio Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Colossesi, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi Fratelli, con Cristo siete stati sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.

Il battesimo è il dono della vita stessa di Dio, che ci rende creature nuove. È la nostra prima Pasqua, perché tutta la nostra vita sia illuminata dalla Pasqua di Cristo. Signore, aiutaci a vivere come tuoi figli, rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo.

tua o oltre l’antico splendore, guarda all’opera della lzat inna hai lo e omo u ’ l nto rede hai che O Dio, doni della tua grazia. nuova nel Battesimo, custodisci sempre i a t vi a nati gli, fi tuoi nei e , rdia erico mis


gio 8 Mag Capitolo proposto per oggi: Lettera ai Colossesi, capitolo 4

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desidèri cattivi e quella cupidigia che è idolatrìa. Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto in tutti.

Se tutti pensassimo e operassimo come Paolo, non ci sarebbero divisioni; se tutti mettessimo in pratica la parola di Gesù, vivremmo da fratelli, figli dell’unico Padre. Se seguiamo Paolo, seguiamo Cristo. Signore, aiutaci, in questo anno paolino, a seguire l’esempio dell’Apostolo e il suo insegnamento, per incontrare e seguire te ogni giorno della nostra vita.

O Padre, principio della vera libertà e font e di salvezza, ascolta la voce del tuo popolo e fa’ che i redenti dal sangue del tuo Figlio vivano sem pre in comunione con te e godano la felici tà senza fine.


9 Mag gio Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera ai Tessalonicesi, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore, avendo accolto la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande tribolazione, così da diventare modello a tutti i credenti che sono nella Macedonia e nell’Acaia. Infatti la parola del Signore riecheggia per mezzo vostro non soltanto in Macedonia e nell’Acaia, ma la fama della vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, di modo che non abbiamo più bisogno di parlarne.

Il primo capitolo della lettera ai Tessalonicesi è un canto di gioia fraterna, un inno di riconoscenza per le virtù cristiane di quella comunità. Accogliamo come dette a noi queste parole nella gioia dello Spirito: è il vangelo per la vita, per la tua vita. Anche tu, amato ed eletto da Dio. Vivi la gioia del vangelo così che le tue opere parlino del Dio vivo e vero. Vivi l’attesa di incontrarlo, non solo a quell’ultimo giorno quando Gesù verrà, ma oggi, ora, qui, così da diventare modello a tutti i credenti, anche tu parola che parla.

vita nel Battesimo, mistero della Pasqua, perc hé, nati a nuova il noi in ante oper pre sem i rend no, eter O Dio onnipotente ed Per Cristo nostro Signore. o e giungere alla pienezza della gioia eterna. frutt o t mol are port o iam poss ne ezio prot con la tua


ggio 10 Ma Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera ai Tessalonicesi, capitolo 2

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi Siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.

Siamo ciò che ci è stato donato. A volte è necessario ri-accarezzare con la memoria i volti cari di coloro che ci sono stati testimoni, hanno nutrito la nostra fede: la vita, il futuro, la fiducia, noi stessi. E della fede il cuore: il vangelo di Dio. Uomini e donne che hanno saputo giocarsi fino in fondo e ci hanno dato l’esempio. Uomini e donne per i quali siamo stati vanto, gloria, corona. Oggi vivo nell’esperienza di essere amato, una catena benedetta che non può avere fine.

O Dio, che ci hai inseriti in Cristo come tralci nella vera vite, donaci il tuo Spirito, perc hé, amandoci gli uni gli altri di sincero amore, diventia mo primizie di um anità nuova e portiamo frutti di santità e di pace. Per Cristo nostro Signore.


11 Mag gio Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera ai Tessalonicesi, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi Ci sentiamo consolati, fratelli, a vostro riguardo, di tutta l’angoscia e tribolazione in cui eravamo per la vostra fede; ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore. Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti a Dio!

La tribolazione: forse la fatica quotidiana, la trappola delle cose che assorbono la mente e il cuore. Forse sentirsi osteggiati o, peggio ancora, scivolare nella indifferenza e scontatezza: il cuore smemorato. A volte non sappiamo come riusciamo a starci dentro, a trovare respiro. Qualcuno ci porta: nella memoria, nell’attesa, nella fiducia che spera nella nostra saldezza. E così siamo vivi! Essere anche noi, per altri, memoria, attesa, fiducia.

e desiderare ciò al tuo popolo di amare ciò che comandi edi conc li, fede dei ti men le e voler solo un O Dio, che unisci in gioia. Per Cristo nostro Signore. là siano fissi i nostri cuori dove è la vera do mon del nde vice le fra hé perc etti, che prom


gio 12 Mag Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera ai Tessalonicesi, capitolo 4

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù: avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più. Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione:

Questo tempio che mi hai dato, Signore, un corpo, dove abitare nella tua carità. Un tempio inondato di luce, senza bramosie di possesso egoistico, dove si celebra l’amore, fuori e dentro, per me, per il fratello, per te! Un tempio armonioso e bello dove sono atteso e dove attendo il giorno che compie ogni giorno, là dove si celebra ogni umile, grande, laboriosità che modella la storia. Fino a quando verrai per le nozze nell’aria fresca del tuo mattino e staremo sempre con te.

O Dio, che con la risurrezione del tuo Figl io ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, rafforza in noi la fede e la speranza, perc hé non dubitiamo mai di ragg iungere quei beni che tu ci hai rivelato e promesso. Per Cristo nostro Signore.


13 Ma ggio Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera ai Tessalonicesi, capitolo 5

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi Noi, invece, che siamo del giorno, dobbiamo essere sobrii, rivestiti con la corazza della fede e della carità e avendo come elmo la speranza della salvezza. Poiché Dio ci ha destinati all’acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi, perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. Perciò confortatevi a vicenda edificandovi gli uni gli altri, come già fate.

Un ladro di notte, porta inquietudine, ansietà. È la notte del cuore. È non avere speranza. Vivere come ubriachi, dove la realtà si annebbia e si sovrappone, si sbriciola in schegge di illusioni. Vivere come addormentati, dove la realtà si confonde col sogno, incubo o idillio. Noi siamo nella luce e così la visita inattesa non ci sorprende. La visita inattesa che ogni istante della vita porta con sé. Perché il segreto è che, sia che vegliamo, sia che dormiamo, di notte e di giorno, viviamo insieme con lui.

ci hai liberato cizia, volgi verso di te i nostri cuori: tu che ami tua alla mi chia li e i ator pecc i i O Dio, che salv Per Cristo nostro Signore. re che ci separiamo da te, luce di verità. ette perm non , fede della dono il con bre dalle tene


o Maggiia 14 S .Matt Capitolo proposto per oggi: Seconda Lettera ai Tessalonicesi, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi Preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede. perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.

Il nome di Gesù in te. Questa è realtà meravigliosa che va custodita nella preghiera. Il nome di Gesù: Amico, Fratello, Guida, Pastore, Misericordia, Amore, Via, Vita… Se questo nome ti vive dentro, la fede cresce rigogliosamente e la carità abbonda vicendevole. Sarai la gloria di chi ti ama. Anche se l’afflizione non manca, anche se il cammino è segnato da persecuzione e tribolazione. Il nome di Gesù sarà glorificato in te.

O Dio, che hai voluto aggregare san Mattia al collegio degli Apostoli, per sua intercess ione concedi a noi, che abbiamo ricevuto in sorte la tua amicizia, di essere contati nel numero degli eletti. Per Cristo nostro Signore.


15 Mag

S.Isidoro gio Capitolo proposto per oggi: Seconda Lettera ai Tessalonicesi, capitolo 2

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi Fratelli, … nessuno vi inganni in alcun modo!

La salvezza passa attraverso l’amore alla verità. Sarà verità nell’ultimo giorno quando sarà rivelato colui che si innalza additando se stesso come Dio. Sarà verità ogni frammento di vita in cui lasciamo libero lo spazio all’opera santificatrice dello Spirito, nell’adesione al vangelo. Nostro alleato è Dio che ci ama, conforta i nostri cuori e li conferma, passo dopo passo, in ogni opera e parola di bene.

vita al mistero pasquale che celebriamo nella Donaci, Signore, di uniformare la nostra ore. ci protegga e ci salvi. Per Cristo nostro Sign gioia, perc hé la potenza del Signore risorto


ggio 16 Ma Capitolo proposto per oggi: Seconda Lettera ai Tessalonicesi, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata come lo è anche tra voi e veniamo liberati dagli uomini perversi e malvagi. Non di tutti infatti è la fede. Ma il Signore è fedele; egli vi confermerà e vi custodirà dal maligno.

È dunque il Signore che dirige i nostri cuori nel suo amore e nella pazienza di Cristo. In questa fedeltà non ci scoraggiamo nel fare il bene ma, con semplicità e gioia, facciamo ciò che è in nostro potere fare: in famiglia, sul lavoro, a scuola, con gli amici. Nell’umile e ricca bellezza del tempo quotidiano: Il Signore della pace ci darà egli stesso la pace sempre e in ogni modo.

Dio onnipotente ed eterno, che nel Battesim o ci hai comunicato la tua stessa vita, fa che i tuoi figli, rinati alla speranza dell’immortalità, giungano con il tuo aiuto alla pienezza della gloria. Per Cristo nostro Signore.


17 Mag gio Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera a Timoteo, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al mistero: io che per l’innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. (1 Tim 1,12-17)

Il cristiano non è uno “migliore” degli altri: più generoso, più disponibile, più buono. È uno che si rende conto del dono che ha ricevuto, nonostante i propri errori e limiti, anzi dentro i propri limiti. Un dono che parte dalla fiducia che Dio ha in ognuno di noi. “Grandi cose ha fatto me l’Onnipotente”: come proclama Maria, la madre di Gesù, così anche noi.

di Lui, fa’ che nel tuo Gesù, perc hé riceviamo la vita per mezzo glio fi tuo il to dona hai ci e o prim per ro Signore. O Dio, che ci hai amati dare la vita per i fratelli. Per Cristo nost a no fi ti ama ha ci Lui e com ri t al gli Spirito Santo imparia mo ad amarci gli uni


gio 18 Mag Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera a Timoteo, capitolo 2

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese. (1 Tim 2,1-8)

La volontà di Dio? È prima di tutto la salvezza. Di tutti. E la vita nella verità. Di tutti. E il “mediatore” della salvezza è Gesù: Lui rende “carne” la salvezza, Lui mostra l’umanità di Dio, Lui mostra vero ciò che sarebbe insperabile: un Dio vicino, attento, umile, che vive per noi, che muore per noi. A noi il compito di tenere alto lo sguardo, all’altezza dello sguardo di Dio, che abbraccia tutta la storia e tutto il creato.

Donaci, Signore, di rendere presente in ogni memento della nostra vitala fecondità della Pasqua. Per Cristo nostro Signore.


19 Mag gio Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera a Timoteo, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Ti scrivo tutto questo, nella speranza di venire presto da te; 15 ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità. 16 Dobbiamo confessare che grande è il mistero della pietà: Egli si manifestò nella carne, fu giustificato nello Spirito, apparve agli angeli, fu annunziato ai pagani, fu creduto nel mondo, fu assunto nella gloria. (1 Tim 3, 14-16)

Come comportarsi nella Chiesa? Siamo chiamaa a “Confessare”, cioè riconoscere, proclamare, “il mistero”: a comprendere che grande è la nostra chiamata, più grandi di noi, come più grande di noi - fortunatamente per noi - è la storia in cui siamo coinvolti. A riconoscere e proclamare il fiume di salvezza che ci raggiunge, che viene da prima di noi; un fiume a cui noi siamo invitati ad abbeverarci , e che siamo invitati a mostrare a chi amiamo, per la sua vita, per la sua salvezza.

dono della dignità filiale, dello Spirito, e come oggi si allieta per il za inez giov a ovat rinn la per e, Padr O ore. Esulti sempre il tuo popolo. oso della resurrezione. Per Cristo nostro Sign così pregusti nella speranza il giorno glori


ggio 20 Ma Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera a Timoteo, capitolo 4

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento. Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l’imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri. Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso. Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano. (1 Tim 4, 12-16)

Vigila su te stesso. Non trascurare il dono spirituale che è in te. Consigli semplici, che sono per ognuno di noi, invitato a scoprire, e a custodire il proprio dono donandolo, secondo il paradosso tipico della fede, che si aumenta donandola. La “giovane età” è una stagione speciale, di energia, di domanda, di decisione, che nessuno ha il diritto di svilire.

O Dio, che ci chia mi a celebrare nella fede la resurrezione del tuo Figlio, fa’ che poss iamo rallegrarci con lui inseime ai tuoi santi nel giorno della sua venuta. Per Cristo nostro Signore.


21 Mag gio Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera a Timoteo, capitolo 5

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo I presbiteri che esercitano bene la presidenza siano trattati con doppio onore, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento. Non accettare accuse contro un presbitero senza la deposizione di due o tre testimoni. Quelli poi che risultino colpevoli riprendili alla presenza di tutti, perché anche gli altri ne abbiano timore. Ti scongiuro davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste norme con imparzialità e di non far mai nulla per favoritismo. Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non farti complice dei peccati altrui. (1Tim 6,18-22)

Com’è decisiva nella comunità la figura del “presbitero”, l’anziano cui è affidata la predicazione! Ogni responsabilità nella Chiesa è affidata con prudenza: non basta la “buona volontà” di chi la chiede, ma sempre occorre interrogare lo Spirito Santo donatoci per la costruzione della comunità. “Non avere fretta di imporre le mani” ci ricorda anche che la Chiesa è affidata a Dio, non alle nostre ansie di “coprire le falle” della nostra struttura ecclesiale

mo ecipi dei doni della salvezza, fa’ che professia O Dio, nostro Padre, che ci hai reso part ore. Sign ro della resurrezione. Per Cristo nost con fede e testimoniamo con le opere la gioia


ggio 22 Ma Capitolo proposto per oggi: Prima Lettera a Timoteo, capitolo 6

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. Al cospetto di Dio che dá vita a tutte le cose e di Gesù Cristo che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti scongiuro di conservare senza macchia e irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi rivelata dal beato e unico sovrano, il re dei regnanti e signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità, che abita una luce inaccessibile; che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere. A lui onore e potenza per sempre. Amen. (1 Tim 6,11-16)

La manifestazione del Signore Gesù è certo un evento preciso del tempo futuro, in cui la nostra ed altrui storia sarà svelata. E la “sua” gloria rappresenterà anche la “nostra” gloria: in noi si sveleranno la sua presenza ad il suo amore. La gloria di Dio, la vita eterna: orizzonti necessari della nostra avventura cristiana

Si compia in ogni luogo, Signore, con la pred icazione del vangelo, la salvezza acquistata dal sacrificio di Cristo, e la moltitudine dei tuoi figli adottivi ottenga da Lui, paro la di verità, la vita nuova promessa a tutt i gli uomini. Per Cristo nostro Signore.


23 Ma ggio Capitolo proposto per oggi: Seconda Lettera a Timoteo, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza. Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, Prendi come modello le sane parole che hai udito da me, con la fede e la carità che sono in Cristo Gesù. Custodisci il buon deposito con l’aiuto dello Spirito santo che abita in noi. (2 Tim 1,6-8;13-14)

Vergognarsi del Signore Gesù, della nostra storia con Lui, del nostro essere cristiani: una tentazione sempre forte, particolarmente oggi in cui essere cristiani significa andare controcorrente. Una tentazione che va in parallelo con l’altra qui accennata: con l’idea di essere noi gli unici protagonisti delle nostre scelte, “gente in gamba” che si merita la salvezza. Tutte le nostre ipotetiche buone opere in ultima analisi sono dono dello Spirito in noi.

o i nostri cuori, perc hé nel continuo desideri bene al pre sem oni disp e, Padr ro nost , O Dio Signore. nte il mistero pasquale. Per Cristo nostro di elevarci a te possiamo vivere piename


ggio 24 AMscaensione di N.S. Capitolo proposto per oggi: Seconda Lettera a Timoteo, capitolo 2

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio vangelo, a causa del quale io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Certa è questa parola: Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. (2 Tim 2,8-13)

Il Vangelo di Dio, come s.Paolo ha sperimentato di persona, può entrare talmente a fondo nel nostro intimo da esser il cuore della nostra vita e determinare tutte le nostre scelte, ed anche il corso della nostra esistenza. Ma allo stesso tempo esso rimane più grande di noi, più libero di noi, più fecondo di noi. Io posso essere prigioniero, ma la parola di Dio non è incatenata! Grazie a Dio.

Esulti di santa gioia la tua Chiesa, Padre, per il mistero che celebra in questa liturgi a di lode, poic hé nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra um anità è innalzata accanto a te, e noi, mem bra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Per Cristo nostro Signore.


25 Ma ggio Capitolo proposto per oggi: Seconda Lettera a Timoteo, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. (2 Tim 3,14-4,2)

La Parola di Dio, la Parola del Vangelo, la Parola depositata nelle Sacre Scritture. Un tesoro cui sempre tornare, cui sempre attingere, e sempre da mostrare agli altri. Senza vergogna, con saggezza, con coraggio, contando sulla forza propria del messaggio. È un parola capace di “convincere, correggere e formare”

nte Spirito Santo, perc hé aderiamo piename Venga su di noi, Padre, la potenza dello ore. Sign amore di figli. Per Cristo nostro a alla tua volontà, per testimoniarla con


aggio eri 26 SM .Filippo N Capitolo proposto per oggi: Seconda Lettera a Timoteo, capitolo 4

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen. (2 Tim 4,6-8.16,-18)

Guardarsi indietro alla fine della vita e potere essere così liberi, così sereni, così fedeli come ci mostra Paolo, in questo brano che alcuni considerano il suo ultimo messaggio agli amici! Non è un traguardo troppo ambizioso per chi cerca e vive la santità, come tutti noi possiamo fare. È una meta pienamente umana, e allo stesso tempo pienamente cristiana. La fede in Cristo “salva”: rende la vita degna di essere vissuta

Padre onnipotente e misericordioso, fa’ che lo Spirito Santo venga ad abitare in noi e ci trasformi in tempi della sua glori a. Per Cristo nostro Signore.


27 Ma ggio Capitolo proposto per oggi: Lettera a Tito, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito “Vi sono molti insubordinati, parolai ed ingannatori [...]: a costoro bisogna tappare la bocca, perché mettono scompiglio in intere famiglie, insegnando quanto non si deve per amore di sordido guadagno”

Paolo scrive all’amico e fedele discepolo Tito affinché egli sia per la comunità cristiana di Creta un’immagine viva di Gesù: ogni sua parola ed ogni suo gesto deve infatti essere un’eco ed un riflesso di quell’amore che in croce ha invocato il perdono per l’assassino e che vuole donare gioia e pienezza di vita a chiunque umilmente lo accoglie. Forse ci stupiamo che Paolo, a volte, nel suo scrivere utilizzi toni un po’ duri, piuttosto forti e perentori; ma l’amore per Cristo, l’essere a lui unito in tutto e per tutto lo spinge a smascherare atteggiamenti falsi ed ipocriti non solo dell’uomo di allora. Solo l’incontro vero con Gesù, lo scoprirlo veramente essendo disposti ad andare oltre ai luoghi comuni ed al “sentito dire”, solo questa è la strada che rende vero l’uomo e dona a lui coraggio e fermezza nel denunciare la menzogna e la falsità.

riunita dallo Spirito Santo, ti Padre misericordioso, fa’ che la tua Chiesa, cuore solo e un’anima sola. Amen. serva con piena dedizione e formi in te un


ggio 28 Ma Capitolo proposto per oggi: Lettera a Tito, capitolo 2

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito “E’ apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, insegnandoci a vivere nel secolo presente con saggezza, con giustizia e pietà, rinunciando all’empietà e ai desideri mondani, in attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del grande Dio e salvatore nostro Gesù Cristo.”

La parola di Paolo di oggi riecheggia nell’affollamento spesso distratto ed insofferente della Messa della notte di Natale: in una nascita Dio da inizio, fa vedere, manifesta l’unico amore che salva il mondo. Non è un segno evidente una nascita; non avviene infatti sotto lo sguardo di tutti, non è spettacolare, ma sei tu che devi cercarla, che devi metterti in piedi, che devi “andare a vedere”. I pastori questo coraggio l’hanno avuto; e tu? Questa Parola di Dio, per quanto nota, non è mai la “stessa cosa”, perché lo Spirito la riveste sempre di novità e vigore capace di scuotere il grigiore e l’opacità che spesso attraversa il nostro quotidiano smarrito ed incerto. E poi, se ci pensi bene, anche tu non sei mai “lo stesso”: certo, la tua identità anagrafica non cambia, ma dentro di te sono presenti un sacco di emozioni e sentimenti che ti accompagnano ogni giorno, dai quali non devi semplicemente difenderti paurosamente, ma accogliere nella loro pienezza e forza, perché possano

Venga, o Padre, il tuo Spirito e ci trasform i interiormente con i suoi doni; crei in noi un cuore nuovo, perc hé possiamo piacere a te e cooperare al tuo disegno di salvezza. Amen.


29 Ma ggio Capitolo proposto per oggi: Lettera a Tito, capitolo 3

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito “Ti salutano tutti coloro che sono con me. Saluta quelli che ci amano nella fede. La grazia sia con tutti voi”

Che bello l’affetto con cui Paolo saluta Tito. È un saluto comune, di più persone; non tra una massa anonima ma tra fratelli che si amano, condividendo l’unica fede in Gesù. Capisci questo? Paolo non fa l’eroe che dice “ti saluto io”: la sua parola infatti non è farina del suo sacco, ma accanto a lui c’è una comunità, persone vive, con le loro “menate” e problemi, ma anche con i loro doni e le loro risorse che lo Spirito Santo di continuo plasma ed orienta a servizio della Chiesa. Il loro stare insieme non consiste infatti in una somma numerica per formare una cifra consistente, ma l’essere segno evidente che vi è “un solo Spirito, un solo Signore, una sola fede, un solo Battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti”.

l’effusione dello Spirito na con la glorificazione del tuo Figlio e con eter a t vi alla o aggi pass il to aper hai ci O Dio, nostro Padre, che amo sempre più nel tuo servizio. Amen. egni imp ci e fede nella amo redi prog , doni Santo, fa’ che, partecipi di così grandi


ggio 30 Ma Capitolo proposto per oggi: Lettera a Filemone, capitolo 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filemone Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timòteo al nostro caro collaboratore Filèmone, alla sorella Appia, ad Archippo nostro compagno d’armi e alla comunità che si raduna nella tua casa: grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. Rendo sempre grazie a Dio ricordandomi di te nelle mie preghiere, perché sento parlare della tua carità per gli altri e della fede che hai nel Signore Gesù e verso tutti i santi. La tua partecipazione alla fede diventi efficace per la conoscenza di tutto il bene che si fa tra voi per Cristo. La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, fratello, poiché il cuore dei credenti è stato confortato per opera tua. (Fil 1, 1-7)

Quanto ci ricordiamo di pregare per i nostri amici, collaboratori, colleghi, compagni ? Paolo ci dimostra tutta la sua sensibilità in questo inizio di lettera “al caro Filemone”. L’Apostolo scrive di sentirsi edificato dall’esempio del collaboratore: “La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione”. Ripercorriamo le persone che nella nostra vita, con la loro testimonianza, hanno edificato la nostra fede. Preghiamo per loro e chiediamo il dono di poter essere a nostra volta riferimento luminoso per le persone che incrociano il nostro cammino.

O Padre, che con il dono del tuo amore ci riempi di ogni benedizione, trasformaci in creature nuove, per esser preparati alla Pasqua glori osa del tuo regno. Per Cristo Nostro Sign ore.


Grafica e impaginazione:

www.andreapalermo.tk



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