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INTERVISTA/ETHOS PROFUMERIE
PROFUMERIE (luxury) della PORTA ACCANTO
di Giulia Sciola
È IL FATTORE PROSSIMITÀ A SOSTENERE IL BILANCIO 2020 DI ETHOS PROFUMERIE, CHE HA RISPOSTO ALLA CRISI INNESCATA DALLA PANDEMIA CON INIZIATIVE VOLTE A TENERE ALTA LA CURIOSITÀ DEL CONSUMATORE E A SODDISFARNE LE ESIGENZE. IN ESTATE IL GRUPPO LANCERÀ IL SUO E-COMMERCE, DOVE APPRODERANNO ANCHE LE NUOVE PROPOSTE DELLE PRIVATE LABEL. Ethos Profumerie, società consortile per azioni nata in Veneto, oggi conta più di 290 profumerie, rappresentanti di una realtà in cui ogni affiliato si fa portavoce di obiettivi condivisi. Dopo un 2019 chiuso oltre le aspettative, il gruppo è riuscito a contenere il calo del fatturato nel 2020, confermando l’alta efficienza dei servizi al cliente e la sua capacità di stimolarli con iniziative personalizzate, online e offline. Tra gli strumenti cardine del processo di fidelizzazione c’è invece un Crm all’avanguardia, con soluzioni integrate a un database di 1 milione di nominativi di clienti. Le profumerie Ethos sono per lo più presenti al di fuori dei centri commerciali, privilegiando centri storici piccoli e medi: la prossimità ha contribuito a sostenere i conti dell’azienda, al pari dell’efficienza delle nuove opzioni di delivery. In estate il gruppo debutterà nell’ecommerce, ma senza perdere di vista l’espansione brick and mortar, candidandosi a primo player italiano per estensione e capillarità del suo network. A entrare nel dettaglio della performance del gruppo e del successo delle sue private label con Pambianco Beauty è Mara Zanotto, direttore generale di Ethos Profumerie.
Quale è stato l’andamento del 2020? Quali sono gli obiettivi per il 2021?
Il 2020 ci ha dimostrato che le fasi di difficoltà possono in realtà accelerare il cambiamento e presentare delle opportunità. Abbiamo capito quanto la situazione fosse critica già a marzo 2020, ma implementando i servizi al cliente e stimolandone l’attenzione abbiamo chiuso l’anno con un -12% sia dal punto di vista degli acquisti dalle aziende che nelle vendite al cliente. Il nostro calo è un risultato eccezionale se pensiamo alla flessione di oltre il 30% registrata dal settore. Un dato che ci ha aiutati è l’avere dei punti vendita per lo più al di fuori dei centri commerciali. Anzi, siamo presenti soprattutto nei centri storici piccoli e medi. L’essere un punto vendita di prossimità ci ha dato una mano. Inoltre, non siamo rimasti a guardare: abbiamo attivato un servizio di delivery; abbiamo utilizzato strumenti di Crm avanzati, come Salesforce, che ci permettono di raggiungere in maniera capillare 1 milione di clienti. Abbiamo sovrainvestito nel marketing e nella comunicazione. I social hanno avuto un ruolo fondamentale: le nostre rubriche su Instagram, spesso su temi molto diversi dalla bellezza, ci hanno consentito di restare top of mind. Per il 2021 stimiamo un fatturato sell in di 165 milioni di euro, in calo del 5-7% rispetto al 2019, ma a +10% sul 2020.
Prevedete un ulteriore ampliamento del vostro network?
Nell’anno in corso il gruppo registra dei nuovi ingressi, con l’apertura di 38 nuovi punti vendita. Questo ci poterà a essere il primo gruppo italiano per numero di store. Tra le novità ci sono anche l’acquisizione di una nuova sede a Verona e, in estate, il lancio del nostro e-commerce.
Quale è stata la performance delle vostre label?
Siamo molto soddisfatti dell’andamento delle private label. Con Note d’Autore abbiamo puntato sulla profumeria artistica, ma a prezzi democratici. Le nostre proposte sono già tra le 15 referenze di profumeria più vendute. Nel campo della detergenza e della cura per il viso, con la label Aria, abbiamo lanciato bagnoschiuma, latte detergente, lozione tonica, acqua micellare e struccante bifasico. Quest’ultimo è già il più venduto tra gli struccanti bifasici occhi. A ottobre amplieremo l’offerta skincare con due texture di crema idratante, antietà, contorno occhi e maschera in tessuto non tessuto.
Quale è la percezione del tema della sostenibilità nei consumatori?
In tutta sincerità, nel mondo della profumeria, il sentiment nei confronti del green arriva dalla comunicazione più che dal cliente. I grandi gruppi lavorano da anni per portare sul mercato prodotti sostenibili e per ridurre il loro impatto. Da qualche tempo questo viene raccontato anche al consumatore. Tuttavia, la sensazione è quella che la profumeria non sia il luogo in cui si cerca un prodotto bio. I luoghi deputati sono piuttosto le erboristerie e le farmacie. Da noi si cercano prodotti ed esperienze luxury. Questo non vuiol dire che da parte nostra non ci sia attenzione, anzi. Privilegeremo aziende che siano attente alla sostenibilità, ma non è ancora un prodotto che il cliente di profumeria si aspetta. Per il nostro canale sarà forse un processo di consapevolezza più lungo.
Sopra alcune referenze di Aria, la private label di Ethos Profumerie In apertura, Mara Zanotto, direttore generale Ethos Profumerie