POESIE IN CAMMINO CON LA STORIA
Marco Cabella
L. SQUAIELLA
LUIGINA SQUAIELLA nasce a Paolino di Pincara (Ro), terza di sette figlioli, il 19 luglio 1927. All’età di cinque anni, mentre tutta la famiglia ed il vicinato piangono per la sua morte, Luigina si sveglia di soprassalto da sotto un lenzuolo bianco. All’età di soli sette anni perde papà Celio, che muore a 37 anni lasciando sola mamma Zaira Balzan con tutti i suoi bambini da crescere. Durante il compimento dei suoi studi, fino alla quinta elementare, è discepola di una sarta ed apprende con profitto l’arte del disegno e del ricamo. Nel ‘45 Rino Mario Pampado (25 anni) incontra Luigina e dopo tre anni di fidanzamento si sposano il 17 febbraio 1949. Nel 1954, Luigina, ha già quattro figli: Nazzareno, Lavinia, Chiara, Anna, e raggiunge il marito che, emigrato a Novate Milanese, ha trovato lavoro. Alla famiglia si aggiungono altri quattro figlioli, Angelo, Celio, Patrizia e Giammaria. Dal 1968 Luigina si trasferisce con tutta la famiglia nel nuovo quartiere popolare di MilanoVialba (Quarto Oggiaro), dove vive tutt’oggi, assistita dall’ultimo figlio Giammaria. La poesia ed il disegno hanno colmato il vuoto lasciato dalla morte di Mario e dall’uscita di casa di tutti i suoi figlioli.
Con la delicatezza propria degli animi acuti, solidi e schietti Luigina Squaiella Pampado si racconta nelle sue poesie, comunicandoci lo scorrere degli anni. L’osservare persone, movimenti, oggetti, anche le piccole cose, focalizzando le loro funzioni dove spesso l’abitudine sfugge l’attenzione, fa di questa piacevole lettura una sorta di calendario della vita: una quotidianità scandita in quel che di solito non si avverte ma che invece determina e in gran parte riempie le nostre giornate. Una sensibilità arguta, che si evidenzia anche nella pittura, a tratti gioiosa e sofferente, che non nasconde la fatica del vivere “partecipando”, ma sempre serena; mirata a quel che sta “sotto”, a quel che non si vede ma che Luigina Pampado coglie, con una capacità di recepire intensa, che dà ragione dell’essere (e dell’esserci), con l’obiettivo – raggiunto – di farci capire la “non banalità” delle cose. Grazie.
LUIGINA SQUAIELLA PAMPADO
POESIE
PER BIMBI E ADULTI IN CAMMINO CON LA STORIA
Il logo di Nonna GIna:
Gina, Luigina, Elisabetta, Squaiella
1963 - La numerosa famiglia di Luigina Squaiella assieme al marito Mario Pampado. Nella fotografia manca solo il primogenito Nazzareno che in quegli anni frequentava il collegio dei Salesiani di Milano.
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Questo libro è dedicato ai miei figli, nipoti, pronipoti, nuore, generi, sorelle, cognato, cognate e a tutti quelli che amano la poesia. Luigina Squaiella Pampado
PROGETTO EDITORIALE E REALIZZAZIONE Nazzareno Pampado TESTI E ILLUSTRAZIONI Luigina Squaiella Pampado ART DIRECTION Enrico Redaelli COORDINAMENTO Nazzareno Pampado
Luigina Squaiella Pampado
POESIE
PER BAMBINI E ADULTI IN CAMMINO CON LA STORIA
UNA SMODATA PASSIONE PER LA POESIA 1927-2012 Nel suo ottantacinquesimo compleanno
Le filastrocche
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di Nonna Gina
VENEZIA Un giorno d’Autunno ti ho visitata e non ti ho mai dimenticata: coi tuoi bei ponti e strade sull’acqua; ricordo bene la piazza S. Marco, con le vetrine e le luci; vidi bene i quattro cavalli, ma non potei veder la Basilica e il suo altar e non li vedrò perché a Venezia più non tornerò per l’età che ho.
IL GAMBERO Il gambero va all’indietro per divenir cibo del suo amico luccetto.
IL SOLE Quando il Sole mi ha ben riscaldata mi basta per tutta la giornata. Ma, se il Sole non c’è sono guai per me.
Le filastrocche
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di Nonna Gina
IL PASSERO Sia che il tempo sia bello, sia che il tempo sia brutto, chiede il cibo al mattino come un bimbo e tiene degli orari giornalieri: tutti i giorni come ieri.
L’ALBERO Qualche volta sotto l’albero ben si sta e lo amo per il suo sfrondìo di rami che freschezza dà.
LA FORMICA La formica lavorante tutti i giorni è costante, parte da giù per arrivare al pianerottolo più su. Lascia la scia alle sorelle (e arrivan pure quelle) e se gli viene chiuso il loro buchetto, loro col suo trapanetto riescono a bucar. Per una briciolina di pane, che per tornar laggiù dal buchetto non ci passan più.
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di Nonna Gina
LA LUCCIOLA Lucciola che accendi e spegni il tuo faro di notte per vedere dove andare, poi viene il bimbo e ti prende, per vederti, ed è la fine per te. La codina fosforescente: è stata quella che ti ha fatto ritrovare e così non ti ha lasciato più andare.
LE NUVOLE Nel cielo fanno disegni di molte forme, si possono pensare pecore, santi, alberi e fiori, ma sempre si vede il cielo a colori.
L’ACQUA Acqua dolce, acqua che disseti uomini, animali, prati e fiori: non mancare mai, altrimenti tutto muore.
Le filastrocche
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Le filastrocche
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IL VENTO Tu che asciughi dove c’è bagnato e dov’è l’umidità, fai guarire i mali dai dolori che tutti abbiamo dentro al cuor.
CUORE Batti cuore, batti sempre per amare: di giorno, di notte, a tutte le ore, per non fermarti più.
LA NOTTE La notte è buia. Grazie alla notte che ci riposa per il domani, che ci attende per andare a lavorar.
Le filastrocche
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Le filastrocche
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IL GIORNO Il giorno ben venga per l’aria che c’inebria e gioia di vivere ci dà.
LE CAMPANE Oramai suonano poco, qualche tocco qua e là, per chiamare la gente che già sa che è l’ora della preghiera per aver la forza di arrivare a sera.
ZUCCHERO Zucchero, tu che sai tenerci dolci per amare tutto il dì chi ci sta vicin.
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Le filastrocche
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IL CERVELLO Il cervello è forza potente che sa amare e distruggere. Se riposare potesse un po’, forse riprenderebbe con tanto più amor.
LA RUGIADA Perle argentate sui prati, al mattino, che svaniscono durante il cammino del giorno, quando il Sole fa ritorno.
LA SCATOLA La scatola che chiusa sta: che regalo ci sarà? Se son scarpe, macchinine o aerei, sono sempre sempre belli. Il bambino con la sua curiosità quella scatola aprirà.
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IL TOPO Il topo rode mobili, formaggio e corde, poi se il gatto se ne accorge son finite le sue storie. Perché? È il suo cibo preferito e se non vi sembra vero pensa bene col pensiero e vedrai che ai suoi figliuoli porterà proprio quel topino là.
IL CANE Cane che ami il tuo padrone, e quando lo vedi tornare la coda ti metti a scodinzolare, come un bimbo chiedi carezze, ma solo lui te le può dare.
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LA VIGNA La vigna gode dei suoi grappoli succosi che un giorno mosto dolce e generoso saranno pel suo padrone che tanto l’amò.
LA GALLINA Gallina che beccotti l’erba e il grano dolce sull’aia per dar l’uovo alla massaia ed il pulcino che diverrà gallina per dare un uovo ogni mattina.
LA LUNA Quel po’ di luce che tu fai mi basta per vedere il cielo trapuntato di stelle e dove metter il piede.
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LA GENTE (canzonetta)
Camminiamo insieme, qualcuno ci porta via per la strada che ognuno il suo destino vuole, ma ci amiamo come la vita ci ha insegnato. Un giorno quando si fa sera, se dovremo lasciarci, percorrerem la stessa strada ove trovarci ancora insieme.
IL MONDO Siccome c’è un mondo che non va, bisogna prenderlo come sta: per non disperare è meglio lasciarlo tutto andare.
POESIA Poesia che musica è per chi la sa recitar, fa vibrare il cuor di tanto amor.
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23 di Nonna Gina
L’UOMO L’uomo che ha sempre amato, qualche cosa ha dimenticato: che l’amor viene dal Signor.
LA TELEVISIONE Puoi dare emozioni, gioie e dolor: se il video cambierà potrà dar felicità.
L’OCCHIO (canzonetta)
Finestra del cervello che vedi tutto quello: il bene e il male che non riesci a dimenticare; il bene che hai fatto dimenticalo all’istante; il male ricevuto scordalo tutto e l’occhio vedrà quella cosa che dà serenità.
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IL GIORNALE Le notizie del giornale fanno bene, fanno male, qualche cosa sempre c’è che fa felice: forse, tre.
LA MEMORIA Un bel guaio sarà per chi la memoria non ha... e se la memoria perdesse sarebbero guai lo stesso.
IL BUONO Il buono non lo sa il suo bene quanto varrà: se è fatto per amor, gloria avrà e tanto onor.
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LE AULE DELLA SCUOLA Son sempre poche, son sempre tante, per la gente un po’ ignorante: un giorno sapranno, quante sono basteranno.
CERVELLI I cervelli disuguali sono proprio quelli normali e se questo non fosse come si potrebbe capir la società.
LA SALETTA Ti han pulito molto in fretta. È un colore che ti sta perché dà felicità; sembra un limone d’oro: si può farne anche tesoro perch, ben si sa, che il mal di pancia fa passar.
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BATUFFOLO DI COTONE Quante cose fai: sai pulire ed asciugare, sai tu pure massaggiare. Degli anni che uno ha può dimostrarne la metà.
IL CATTIVO Cattivo tu stai ma tu non lo sai perché son così perché son colà: il guaio sta qua perché non sai niente di niente.
GLI OCCHIALI Mi fate vedere per bene le cose ma sta in me, però, giudicarle.
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BOTTONI Negli indumenti per i vostri buchi vi ho attaccato. Se non ci foste voi a petto scoperto dovrei andar e qualche malanno acchiappar, ma ci fu chi ci pensò e questo malanno non mi prenderò.
CERCHIO Rotondo sei e cerchio ti ho chiamato e se ti giro intorno sembri un mappamondo. Si posson fare ruote, palle, sfere per veder le ore: come gira il Sole.
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POLTRONA Tu fai star comoda una persona che vuol riposar, ma anche chi sta bene si può accomodar.
LA MEMORIA La memoria è importante come l’aria che respiri e per chi non ce l’ha resta sempre un’incapacità.
IL NIDO (L’asilo)
Chi l’ha costruito sapeva già voler aiutare mamma e papà. C’è il buono, il frugoletto: tutti cercano grande affetto. Al nido son voluti bene; portarli proprio conviene; quando grandi poi saranno, mamma e papà ringrazieranno.
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CUORE E CERVELLO Se l’uomo cuore o cervello non ha non va bene perché son due cose che vanno insieme: una per pompare, l’altra per parlare; se una si dovesse fermare sarebbe male, male, molto male.
FARE POESIE Fare poesie rilassa. Una volta che l’hai scritta può anche essere dimenticata e se non la fai dimenticata già l’avrai.
LA MEMORIA IMPAZZITA Impazzita un po’ sta per una banalità. Quel po’ di lucidità rimasta ti basta per far ricominciare il cervello a ragionare.
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IL CERVELLO Se il cervello ti comanda qualche cosa che non va tu non riesci a farlo fermar; sempre lui comanderà: ti farà far quel che vorrà.
I MESTIERI DELL’UOMO C’è chi nasce per fare il contadino, il macellaio, l’operaio, l’impiegato, il muratore, il fabbro o il carpentiere: tutti fanno un gran mestiere.
IL BAMBINO Alla scuola che hai frequentato quasi niente hai imparato, forse perché eri piccolo, forse un po’ distratto. Un giorno ti accorgerai che le cose farle bene sempre conviene.
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IL CERVELLO Deve stare concentrato sulla cosa che sta a far altrimenti può dimenticare. Tutti credo che stian attenti, altrimenti, altrimenti... sono guai.
MATITA Tanti segni puoi tracciare e modelli stilizzare: vari disegni di tutte le forme per poi descriverne le orme.
TROTTOLA Giri, giri, giri: quando sei stanca ti fermi e non stai più su e tutta d’un tratto cadi giù.
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CASTAGNA La tua farina è dolce ma pochi lo sanno; più cose si può fare, se pur marrone cotta sei ma soddisfi i gusti miei.
BARCA Per il pescator che ama pescar i pesci, per la gente, lo fa pure per i soldi, ma lo scopo sta qua: vuol proprio dar da mangiare alla grande società.
IL RAMO Spezzato sei stato: così l’albero hai potato, che più forza avrà per dare frutti buoni a tutte le stagioni.
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LA CHIESETTA Aperta tutto il dì stai ad aspettare la gente che ti vuol visitar, pregare Gesù e chieder grazie, che prima che gliele chiedan Lui gliele ha già date.
PIETRA Età della pietra t’han chiamata; costruita per far Chiese e case: sei stata fatta. Il primo uomo dovette faticare per capire se rotonda, rettangolare o quadrata dovessi esser fatta.
CIGLIA Servono, se ben mi pare, per riparare l’occhio esposto alle intemperie. Se l’uomo le socchiuderà tutte le cose piccine, e la sabbia non lascierà passar.
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UNGHIE Siete di molta importanza; anche voi potete lavorare: fogli far passare, pagine di libri, raccogliere cose, scrostare, pulire; non potevate voi mancare per poi la lezione farci imparare.
QUELLO CHE HA FATTO L’UOMO Quello che ha fatto l’uomo Dio glielo ha fatto far con la sua invisibilità. Se l’uomo non ci credesse non fa niente: se Dio vorrà capir glielo farà.
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MANI Sono cinque le tue dita. Servono tutte: possono cucire, lavare, stirare, tanta musica suonare; se un dito solo mancasse, non troverebbero l’armonia che ogni dito passa all’altro e questo ben si sa: che tutti insieme debbono lavorar.
IL BOSCO Nel bosco me ne andai e tanti animali trovai: cerbiatti, uccelli, talpe e topi: tutti a girar pei boschi.
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PESCATOR DI PASSERI Una sera d’Estate vidi uomini metter reti nei boschi, con bastoni sui rami picchiar e i passeri acchiappar.
PESCI Pesci che tanta fame avete e non ve ne accorgete che quando voi mangiate qualcuno c’è di là che vi vuole acchiappar.
AUTOMOBILE Su quattro ruote stai e un tettuccio hai, motore, poltroncine, bauletto; sono ben curati ma devi andare piano se vuoi arrivar lontano, e se vuoi lontano arrivar sempre piano devi andar.
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LA GIOSTRA Gira la giostra coi suoi cavallini, ma su ci vanno solo i bambini; se il bambino piangerà anche il nonno salirà.
BUSTO Sostegno della schiena reggi bene la persona che piegarsi non può e deve lavorare per guadagnare il cibo che sostentamento gli è.
NOME E COGNOME Il nome che tu porti è per chi ti vuol chiamare e nell’anagrafe poterti registrare, farti documenti per tue necessità: magari un giorno per farti poi sposar.
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TRENO Hai tante carrozze che corrono sui binari e parti al mattino presto e torni a sera tardi. Gente d’ogni razza fai salire senza distinzioni: tutte per le stesse motivazioni.
PENTOLA Acqua fresca metto dentro per farla riscaldare, poi la pasta buttare. Quando cotta essa sarĂ , un bel piatto tutti mangeran.
MATITA Si posson scrivere a tutte le ore quello che vuoi dire, quello che vuoi fare e tutte le cose da non dimenticare.
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CANTANTI (indovinello)
Sono cantanti che piacciono a tanti; sono due e sembrano tanti; con la loro estrosità allegria sanno inventar. (Fratelli Righeira)
DARE, NON DARE Le cose sono mie e guai a chi me le toglie; l’amichetto prediletto, con la sua poesia, sempre riesce a portarmele via.
CORNICE Quadrata, rettangolare tu sei, per tener dentro i sogni miei: dediche, disegni, foto e tutto quello che si può incorniciar; tenerli di ricordo per la società e la generazione che verrà.
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FARE, NON FARE Faccio tutto, faccio niente, ma poi mi viene in mente che quel che gli altri fanno pure io riesco a far.
TAVOLO DA SCRIVANIA I miei pensieri li scrivo su di te e tutte le cose belle che resteran per ricordo un giorno ai miei parenti stretti, che tanto amo.
PIEDI Se non ci foste voi come potrebbe l’uomo camminar? Un guaio, un guaio grande. Ma ci fu Dio che ci pensò e i piedi a tutti Lui donò.
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LETTERA In tutto il mondo puoi arrivare: messaggi tu portare. Le notizie più gradite sono quelle preferite: affettuose, armoniose; se qualcuna varierà anche quella saprò accettar.
AEREO Attraversi mari e monti: lontano puoi arrivare e poco tempo impiegare. Si può vedere il mondo intero non solo col pensiero ma salendo sull’aereo.
CASA Casa, paradiso di chi la sa apprezzar, quanto bene si può star: in armonia coi tuoi, di giorno, di notte, a tutte le ore.
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POLVERE (indovinello)
Polvere bianca l’uomo inventò, con un nome la chiamò: che finisce con la “o”, che finisce con la “o”: tutta per la stessa finalità. (detersivo da bucato)
GIOCO DELLA TOMBOLA Si può giocare in pochi, si può giocare in tanti, perché novanta numeri essa ha. Il suo cartellone è di 24 cartelle, con le sue finestrelle. Se ne chiudi tre, un terno è per te. Se ne chiudi quattro, quaterna hai già tu fatto. Se sono cinque, si chiama cinquina. Se tutte le finestre di una cartella chiuderai, tombola tu farai e tanti soldi prenderai.
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CHIESETTA Ti han costruita vicino a un gran padrone di terre e di poderi: un padrone che sa consigliare, la chiesa aiutare. Un giorno per qualche necessità a quel padrone si rivolgerà.
BORSELLINO Di cuoio sei fatto; sei di gran valore: per questo ti mettono denaro e valori. Dai borsaioli ti devi guardare perché speciali essi son. Se sei un po’ distratto il borsellin ti han già rubato.
BOTTA E RISPOSTA Si potrebbe andare avanti giorno e notte con risposte e risposte. Se ognuno vuol ragione viene chiaro da pensar che una vita basterà.
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IL CARRETTO Tiene due ruote e due lunghe stanghe per attaccare il cavallo: così è stato fatto; davanti tiene un piede che lo fa stare diritto, per non cadere avanti, per non cadere indietro.
IL FABBRO Batte il ferro tutto il dì; fa scintille qua e là: così l’occhiale deve portar. Scaldato e riscaldato al fuoco fa tante forme. Diverse son: una che ricordo bene in mente non mi viene, ma se vi dico le ultime cose che fa... son cinte belle per le case che richiede la società.
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IL CARRO Tirato da buoi perché grande tu sei. Quattro ruote devi avere. Le cose che fai tu il carretto non le fa. Porti cose grandi e le piccole messe insieme come paglia e fieno: un grande ammasso viene.
PONTE Il ponte sull’Oglio abbiamo passato, che olio non è ma acqua che corre a tutte le ore. Dove va? Non lo so... ma m’informerò.
NIENTE Niente pregiudizi. Quelli altrui non li ascoltare: poi vedranno che il giudizio dato è stato già sbagliato.
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LA CASA La casa accogliente abbiamo trovato: pulita, ordinata, ariosa, spaziosa, armoniosa, perché il suo silenzio ti mette a tuo agio e fa dimenticare il viaggio.
IL CIMITERO È un luogo di dolore ove tutti portan un fiore, finto o fresco: tutti per un momento di raccoglimento.
SE TUTTO ANDASSE BEN Se tutto andasse ben arrabbiarsi non convien; ma in ogni occasion c’è qualcosa che non va: per questa ragion ti toglie quel po’ di felicità.
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L’AUTOSTRADA Al mio ritorno ti ho trovata come quando son andata; non mi sembra vero. Con un battito d’ali si può essere qua, si può essere là, per poi essere ancora qua.
ANDATA E RITORNO Sembra più corta quando si va verso casa. È una cosa che tutti han constatato: se parli con uno, se parli con un altro; non so poi perché questo effetto c’è.
RIENTRO Alle nove siam rientrati, mentre il Sole se ne andava, si vedeva, si nascondeva: perché pare che Giove, il pianeta, lo facesse un po’ arrabbiare per poi acqua mandare. (Quando il Sole insacca Giove, non passa giorno che piove)
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SECCHIO AL POZZO Tirato da una catena sembri un’altalena; il secchio va su e giù e acqua tiri su. Se lo lasci andare può anche scomparire.
IL FORNAIO Alla buon’ora prepara il pane e attraversa la città per non farlo mancare a tutte le botteghe; perché l’operaio, prima di andare a lavorare, la michetta vuol mangiare.
SUPERMARKET Vuol dire grande: tante cose trovi; qualunque cosa cerchi sugli scaffali è ben esposta. Niente puoi scordare: dal cibo pei bambini a quello per i grandi. Anche per gli animali, se qualcuno li ha, la sua pappa puoi trovar.
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PARCO Area grande con piante, strade e panche e tutti possono entrar: a gruppi dialogar. I più sono i nonni coi bambini e le mamme coi piccini.
LE PERSONE Tutte diverse son, sia di faccia che di espression; la fantasia che han mette curiosità ma poi, in fondo, tante cose hanno in comun: cantare, ridere e ballar.
MARE Un immenso d’acqua azzurra, pure salata è; i bagni che le persone fan sali sulla pelle metterà, pur alle ossa dà forza e calor.
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FOGLIE Spuntate a Primavera, in Autunno ingialliranno, cadran, ma poi ritorneran.
AUTORITÀ L’autorità tutti ce l’han: sia i grandi che i piccini e già tutti lo san che il bambino appena concepito lui alla sua mamma comanderà.
L’AUTORITÀ È un titolo che fa onore: meritarlo si deve e usarlo con amor. Il mondo intero ascoltando ogni suo pensiero dirà: “e il titolo che ha lo deve proprio meritar”.
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L’AUTORITARIO Chi vuol comandar comanda; deve stare bene attento di non far discernimento altrimenti finirà che a chi comanderà non lo starà ad ascoltar.
L’AUTORITÁ L’autorità c’è chi la sente e non si può far niente. Il suo cervello penserà sempre e solo comandar.
MAESTRA SCOLARE Li ama come fossero suoi e sa tenerli buoni; sa farsi ascoltare, la lezione fargli imparare. Quando andranno nella società grandi uomini diverran.
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MENTIRE Tutti vorrebbero mentir sulle cose personali. Pensando bene non conviene: si potrebbe poi sbagliare e la verità raccontare.
INGANNARE Chi sa ingannar non gli conviene, perché l’imbroglio un giorno poi cadrà su chi lo sta a far.
RISPETTARE Tutti portan rispetto, ognuno a modo suo; il rispettato poi dirà se rispettato l’avran.
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PENSIERI PASSEGGERI Tutti ce li han; son pochi, son tanti: tutti importanti. Ma quando? Si sa: quando le cose vanno mal.
INTRECCI Le cose intricate son sempre problemi che metton paura a tutta la gente, che vuol saper perché qua, perché là; e se il tempo passerà tutte le cose aggiusterà.
LABIRINTO I sentieri ti posson portar sia fuori, sia dentro; e non trovar più la strada per uscir. Ma poi lì ci sta una guida ben sicura, e tu non devi aver mai paura.
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CHI VUOL LA GUERRA Chi ama la guerra vuol dir che è un dittatore. Non fa altro che pensar che la guerra bisogna far.
METROPOLITANA Sotto terra t’han costruita. È stata cosa buona, buona assai, e questo bene va a tutta la gente per attraversar in fretta la città.
L’ITALIA Sei la più piccina nel mappamondo; non riescono a trovarti; tutti ti amano come sei per le tue belle cose che hai; chi ti viene a visitar non ti può dimenticar.
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UDITO Udire è una gran bella cosa. Che cosa? Se non senti non fa niente, prima o poi sentirai parlare, bisbigliare e dirai: “Che sta a dir quello là?”. Mi sembrano proprio banalità.
NON PENSO. PENSO? Penso e ci ripenso, e non penso. Perché penso? Pensar troppo non va ben. Lascia le cose come stan: prima o poi, non sembra vero, il pensiero penserà.
CAPELLI Valgon oro; sono un ornamento a chi ce li ha. Ma purtroppo mi sono accorta che qualcuno pochi ne ha; ma neanche per questo si deve disperar.
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RINUNCIARE Chi si dedica agli altri rinunciato egli ha già: è il metodo più semplice, e non ci penserà.
BISOGNA SAPER RINUNCIARE Bisogna saper rinunciare a tante cose, molte cose. Tutto quel che fai agli altri è come se lo avessi fatto a te.
RINUNCIARE Saper rinunciare vuol dire amare; se amerà rinunciar saprà.
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IL SEME Se il contadino al tempo giusto non lo seminasse, il chicco che sta a sotterrar non potrebbe germogliar.
GRIDARE Ragion ce ne son tante: può essere per aiuto, gioia, dolor; sempre gridar si può.
VENTO Ci son trombe d’aria che fanno molto danno, come scoperchiar tetti o sradicar piante; quello più leggero cader fiori e frutta fa; ma la brezza, la freschezza, qualche cosa fa pur volar.
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ARIA Ce n’è per tutti; chi ne vuole poca , chi ne vuole tanta; ognuno poi fa il pieno quanto ne può bastar.
ARMONIA Se tutti lo fossero, gioia grande sarebbe, che neanche chi ci sta vicino se ne accorgerebbe. Venisse veramente questa felicità pensando che qualcuno lo potesse constatar.
INVERNO Che freddo fa; però ci vuole. È la stagione preferita alla vita di qualche pianta: per farla riposar. Il tempo giusto in base alla qualità.
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ESTATE Ti amo come sei; ci volevi anche tu, per maturare il grano e l’uva e tutte le cose buone che le persone amano gustar.
AUTUNNO Un misto di aria calda e fredda per le persone; a tutte le età fa bene per non dimenticare i bambini piccini che preferita loro è.
RIPETERE È una cosa che va ben; spesso non convien: per non far ridere chi ci sta vicino ad ascoltar per poi criticar.
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PULCE Piccolissima sei; di notte ti muovi per non farti vedere dove poserai. Pungi fin che puoi: un piccolo dito ti prenderà e non ti lascerà più andar.
L’IDEA Chi ce l’ha se la tiene: dirlo agli altri non conviene, perché poi finirà che diversa uscirà.
SCRIVERE Scrivere tutto per non dimenticare le cose del passato, del presente, del futuro. Sull’istante le scriverai: non le dimenticherai.
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L’ARATRO Fa i solchi tutti gli anni per rimestar la terra, per renderla piÚ morbida e seminare il grano che al contadino serve tutto l’anno.
VINCERE (lotteria)
Meglio non vincer mai, altrimenti sono guai; bisogna poi pensar come spendere il danar.
IL MESE DELLE ROSE Sono bianche, gialle, rosse, rosa, per adornar la chiesa, alla sposa; ma tante spine hanno; la loro bellezza non ti fa pensar che per raccoglierle ti possa poi punzecchiare.
Le filastrocche
100 di Nonna Gina
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101 di Nonna Gina
ZANZARA Nasci dall’acqua marcia; ti posi sull’uomo, il sangue a succhiare; male gli fai se pur colpa non hai: per questo sei costretta a morir.
SERPENTE Sempre strisciar dovrai per quello che ci hai fatto; pure l’uomo è condannato quasi sempre a dover soffrir.
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102 di Nonna Gina
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103 di Nonna Gina
I BAMBINI DELL’ASILO Finché mancano i loro genitor, ci sono le suore o signorine ad accudire i bambini. Curarli con tanto amor, dargli tutto il calor, per non farli sentire soli.
L’ORA LEGALE Mille volte grazie a chi inventò l’ora legale. Seppur l’ora è uguale, un’ora prima mi devo alzare: aria fresca respirare, che più salute dà. Tornando l’ora solare, sempre la stessa ora alzarmi ed a letto dovrò andare.
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104 di Nonna Gina
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105 di Nonna Gina
LA CHIESA Amar tutta la società è una cosa che s’ha da far, se pur sia faticoso; per questo ci sta la Chiesa: per poterci incontrare ed illuminarci, consigliarci ed aiutarci; tutto questo da S. Pietro, Papa, Cardinali Vescovi, Monsignori e preti han sempre fatto, vedendo un buon risultato. Se la gente forma la Chiesa, quanto lavorar dovran ancor per tenere insieme ancor questa grande religion?
L’APE Va sui fiori il nettare succhiare, così nutrendosi il miele fare, con l’aculeo che sull’addome ha, punzecchiare. Se il pungiglione conficcandosi nella carne dell’uomo, mentre se ne vola via, gli verrà strappato, ella sarà costretta a morir.
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106 di Nonna Gina
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107 di Nonna Gina
COLORE DELLA PELLE Pelle nera, pelle gialla, pelle rossa, pelle bianca. Una faccia vale l’altra, se pur di lineamenti diversi son.
CHIESA È da molto che c’è; per tutti ci vuole; frequentata di più è da persone Sole; guardata da tutti: la vogliono perfetta; cosa che non si può; ma non sanno che chi riesce ad entrar qualcosa gli dà di più che entrare al bar.
IL MALE Non dimenticar che quel che è male è sempre male e tu lo sai, perché dentro già ce l’hai; devi dimenticarlo coi pensieri buoni: questi ti aiuteranno a venirne fuori.
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108 di Nonna Gina
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109 di Nonna Gina
IL TEMPO Il tempo è amico della vita. Grazie al tempo.
QUARANT’ANNI DI NOZZE Iddio vi donò l’amor; dall’amor cinque figli vi regalò; ma non si fermò: coi nipoti continuò; per amor sempre, sempre per amor.
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110 di Nonna Gina
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111 di Nonna Gina
CIELO Sei un grande guscio, che racchiudi tutti i pianeti, tu che non hai né fine né principio.
I PIANETI NEL CIELO Vi rigirate dentro l’immenso cielo; si possono contare, con un nome poi chiamare: Terra, Luna, Marte, ecc. ecc.: gli altri diteli voi.
DIVERSITÀ DELLA GENTE È quello che ci vuole per camminare insieme: altrimenti come si fa a capir la societa?
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112 di Nonna Gina
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113 di Nonna Gina
IL COMMERCIO Fa muovere il mondo intero; è un continuo rigiro di lavoro che uno passa all’altro, così non mancherà alla grande società né soldi né mangiar.
L’UOMO Il suo primo lavoro non gli bastò e subito il commercio subentrò; grazie a questo commerciar si è mossa tutta la società.
CREARE Non vi è uomo che possa creare uomo.
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114 di Nonna Gina
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115 di Nonna Gina
TEMPORALI E TUONI Fulmini, lampi e tuoni vanno di pari passo, poi si ode un gran fracasso che li attira a sé, qualche parafulmine c’è. Non si deve aver paura, anche se è quasi sicura la sua malvagità; magari un po’ qua, un po’ là, nessuno li può fermar.
IL CAMPO DEL PALLONE Migliaia di persone godono guardare i giocatori il pallon tirare, ascoltare il cronista ad annunciare il gol. È un divertimento buono, vederlo conviene, specialmente chi ci tiene.
FARO Luminosissimo sei: per avvistar l’amico ed il nemico, gli aerei che devono atterrar, la pista ritrovar. Le filastrocche
116 di Nonna Gina
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117 di Nonna Gina
LA MUCCA Cinque cose ci dà: il vitello, si sa, anche lui continuerà; latte cuoio carne, e le corna, pure loro , fanno un dolce suono per chi le sa suonar.
IL PEDONE Il progresso ci ha portato la macchina ci vorrà solo per attraversar la strada, e questa è la vita di città.
STELLE Si possono vedere, non si possono contare: una vita non basterà a poterle enumerar.
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118 di Nonna Gina
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119 di Nonna Gina
IL PASSERO L’occhio sempre attento ha, quando si ferma a mangiar; se ne accorge se è guardato, non si ferma più di tanto; saltella qua e là: la paura sempre ha.
PISTA DEI CAVALLI In un grande prato verde, ove vedi solo il cielo, il gran maestro gli ostacoli fa preparar: i cavalli farà stancare, perché buoni devono stare. Il fantino cavalcando, il cavallo fa trottar, e tirando le sue briglie lo porterà a l’ostacolo saltar.
CAMPIONE DI TENNIS Se più punti vuole fare la palla deve far saltare, impugnando la racchetta picchiare: farla passare al di là, perché una grossa rete c’è che il campo divide a metà. Le filastrocche
120 di Nonna Gina
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121 di Nonna Gina
CASA DI RIPOSO Chi figli ha o non ha importanza non si dà; chiunque è libero di entrare, diviene loro casa per potersene restare; non si sentiranno soli: amati son da tutti, gli addetti ci saran per ogni loro necessità.
FISCHIO Chi fischiar saprà, musica può farlo diventar; ogni città o paese in cui si va, sembra cosa strana, ma è una parlata umana. Quando fischieran tutti quel linguaggio capiran.
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122 di Nonna Gina
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123 di Nonna Gina
CAMINETTO La famiglia davanti al caminetto unita può restare, vedendo legna bruciare; tizzando il fuoco faville fa salire, e la fiamma aumentare: è il piÚ naturale, se pur con altre cose,
LE CASTAGNE Se le castagne vuoi mangiare devi farle abbrustolire nel calderon bucato che sopra il fuoco sta; dal taglietto capirai quando cotte esse saran; calde le devi mangiare anche se le mani ti fan scottare.
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124 di Nonna Gina
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125 di Nonna Gina
LA MOSCA Ti posi qua e là : sei fatta per posar; differenze non fai, su tutti tu vai; leggerissima tu sei, nessuno se ne accorge; le zampette che prurito fanno? quel po’ di ronzio impossibile; scoperta tu sei; rispetto non hai; sui piatti tu vai dopo che posasti su tutto quello che non sai.
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126 di Nonna Gina
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127 di Nonna Gina
TUTTA LA GENTE (canzonetta)
La gente, la vita che ha; la gente ormai non lo sa; tutta la gente. La gente poi si sa, la fretta poi non mancherà; tutta la gente, a tutta le gente dirò tutto quello che so; tutto alla gente, la gente poi penserà; la gente si ferma a metà; tutta la gente, la gente per un po’, la gente però però; tutta la gente, la gente capirà quanto la vita varrà; tutta la gente, tutta la gente, tutta la gente.
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128 di Nonna Gina
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129 di Nonna Gina
STIRERIA Sciupati, stropicciati stanno subito pensar; si posson far o buttar; pensando e ripensando, un piccolo ferro ci sta; nuovi ve li farà sembrar un giorno quel che avrete lo guarderete bene; se vi conviene, fateli stirar.
I PAPÀ Come amano i papà nessuno sa amare; i figli però sempre attenti stanno ai comportamenti loro; sembrano un po’ severi, ma questo è dovuto ai loro pensieri; anche nel dimostrare affetto tengono lo stesso comportamento, perciò conviene volergli molto bene; per la loro sensibilità non riescono a dimostrar amor: si sentono come persone con un po’ di amaro, ma voi figli sapete bene che tanto amore tengono, anche se non lo sanno dimostrar. Le filastrocche
130 di Nonna Gina
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131 di Nonna Gina
TERRA Chi non vuol veder non veda quanto essa ci dà; tutti ne beneficiamo: dai grandi ai più piccini; grandi mari, grandi monti: tutto agrappato a te, perfino i grattacieli, fuorché l’uomo: perché appartiene a Dio. Terra che non invecchi mai, se ben trattata stai; pur se non sei guardata sempre giovane resterai. Dai tutto all’uomo quel che desidera col suo lavoro che ama; ricca sei, sei di tutti: così sei stata creata; una gioia immensa dai a tutto, gioia di questo pianeta: amiamolo! Sole, Luna, stelle, tutto è in armonia con te: Primavera Estate, Autunno, Inverno; aggrapparci a te possiam, noi uomini, per un po’; ma poi apparteniam a Dio.
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132 di Nonna Gina
Nessun pianeta gode di tanta bellezza; infinite cose hai tu che tutto hai: materie con cui tante cose l’uomo può fare. Pur le piante e i fiori s’aggrappano: questo si può vedere con l’occhio che Dio ci donò. Illustrissima ti si può chiamare per tutte le meraviglie: grandi sono grandi! Sperando che l’uomo le sappia apprezzare e ben usare, amiamola, amiamola. L’uomo, per potersi aggrappare, deve solo pensare che come polvere di terra deve diventare.
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133 di Nonna Gina
LE PIANTE Anidride di carbonio assorbite, ossigeno mandate voi che siete tante; di più ce ne vorrebbero in città, con questo smog; non si fa altro che parlar: lo smog aumenterà. Ora che fanno strade sotto terra, lo smog diminuirà: più sereni potremo circolar, senza più parlar d’investimenti, non di danar: la nostra vita.
LE RELIGIONI Tutte le religioni nascono da un Dio solo: fin quì mi va bene. ma quel che non mi viene, perché c’è sempre quello che vuol saperne di più, se è cosa buona, perché non c’è armonia tra loro; c’è sempre quello: io ne so di più; ma ora che tutti leggere sanno viene da pensar: da solo la può far ma insieme viene meglio, così si può veder l’amor che ognuno ha dentro il cuor.
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134 di Nonna Gina
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135 di Nonna Gina
MORIRE Morire, soffrire è: una sofferenza che subito dimenticata viene, per l’amore che ci promise nostro Signore col suo morir per noi. Lui ama tutti eguali, come una mamma quando nasce un figlio, subito dimentica il suo dolor. Tutto questo vuol dire amor.
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136 di Nonna Gina
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137 di Nonna Gina
I GRUPPI Son sorti qua e là; allargarsi più di tanto non possono; tante sono le comunità, regole diverse fanno, qualcuna un po’ diversa. Chi non è forte non ci pensi due volte, fuori deve stare altrimenti loro non lo vorranno; l’umanità è fatta così, quantunque buona sia; chiedersi perché non servirebbe. Per sopravvivere qualunque cosa s’ha da far. Tante cose, quali? Nessuno può insegnare, oppure con molto rispetto gli verran da sole, molte cose si possono far pur che non siano fatte mal.
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138 di Nonna Gina
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139 di Nonna Gina
BAR Chi l’ha costruito sapeva già voler aiutare le persone di mezza età. Trovarsi insieme conviene, per volerci un po’ di bene. Se un po’ di vino si berrà: o bianco, o rosso, è sempre bene berne poco. Se si è mangiato bene, qualche bicchiere in più può anche convenire, pur che non faccia ubriacare e a botte fare.
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140 di Nonna Gina
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141 di Nonna Gina
CAMMINARE Camminare camminare per vederci, camminare per vederci; su cammina, su cammina; guarda, guarda verso l’alto e l’amore tu vedrai. Non voltarti, non voltarti mai. Se il piacere di volare, se il piacere di volare basta un po’ d’amor e volar può sembrar. Vola, vola verso l’alto; vola, vola verso l’alto e l’amor si troverà. Ci accompagna col pensiero, ci accompagna col pensiero. Questo grande amore troverem, questo grande amore troverem.
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142 di Nonna Gina
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143 di Nonna Gina
NEBBIA Umidità terrestre vaporizzi come una pentola in ebollizione che bagna tutte le pareti. Anche tu bagni prati, alberi e case e alle persone, con le tue goccioline, posandosi leggermente i capelli fai imbiancare e le ciglia bagnare come aver pianto, da doverle asciugare. La natura: forse è cosa buona ma io non so questa nebbia a cosa può servire, magari ad inumidire tutto quello che sulla Terra sta. Però il Sole non fai scoprire per riscaldarci un po’ cogli occhi sbarrati si deve girare per vedere dove andare la paura, la paura, stiamo attenti di non far concentramenti, ne basterebbe la metà per potere circolar.
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144 di Nonna Gina
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145 di Nonna Gina
I BAMBINI DELL’ASILO Son di paesi diversi ma tutti carini son sia di faccia che d’espression; i genitori già lo sanno per la disubbidienza che Adamo ed Eva ci han trasmesso le suore o signorine quanta fatica fanno a farli stare insieme, perciò rispetto si dovrà per tutto quello che sanno insegnar. Quando uomini diverranno mamma e papà ringrazieranno per averli accompagnati in questi asili di bravi educatori, perché i loro genitori di più non avrebbero potuto far. I genitori del tutto non ascolteranno, ma i bravi educatori sì perché i figlioli son fatti così.
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146 di Nonna Gina
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147 di Nonna Gina
TELEFONO COI FILI E SENZA FILI Sei forte: anche se porti notizie goffe, qualcuna buona la fai passare, ma non dimenticare che la voce fai sentire, ci assicuri che chi parla è proprio lì con la sua voce dolce a far felice chi lo sta ad ascoltar. Sei forte: ma dove vuoi arrivare? Non dimenticare che la Luna sta ad aspettare qualche novità e cosa le diremo? Attraversando il cielo le nostre voci farai passare voci da non dimenticare.
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148 di Nonna Gina
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149 di Nonna Gina
MUSICA Linguaggio unico qualunque strumento suonerai, sette note userai, per i pensieri scritti una voce dolce ci vorrà perché il produttor di dischi li abbia a far cantar. In tutto il mondo andranno a dar messaggi buoni, nessuno dirà: “Non ho mai sentito cantar”, chi ha il dono della voce educarla dovrà con scuole ben accurate. Uun giorno non solo canteranno ma su di un palco saliranno a far felici quanti li stanno ad ascoltar.
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150 di Nonna Gina
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151 di Nonna Gina
BELLEZZA DEL CREATO Quanto è bello il cielo, quanto è bello il mare, tutto azzurro e blu. Vien da dire: “Non voglio più morire per godere tutto quello che di bello noi vediam”. Vediamo da lontano, poi si può toccar con mano, il suo tatto prestigioso dice tutta la bellezza. Dopo averlo constatato danno pure il prezzo giusto. L’uomo è grande per il suo sapere, la bellezza delle cose si potrebbe dire non ha prezzo, ma poi ci ripetiam non si deve esagerare ed un prezzo giusto si deve dare.
PONTI Ce ne son più d’uno chi attraversa fiumi, canali, ferrovie, autostrade, sotto si può anche passar, il pedone dimenticar che tranquillo sta a camminar. I palazzi che qualche ponte di congiunzione hanno, gli inquilini s’incontreranno per poter comunicar.
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152 di Nonna Gina
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153 di Nonna Gina
VITA ALLEGRA (Il Padre Eterno - canzonetta) Io son stanca di cantare, io son stanca di sognare, io son stanca di soffrire, io son stanca di girare, e se stanca tu sarai tu ti devi dimenticare perché stanca ti vorrei così, così come sei. Non cantare, non sognare, non soffrire, non girare, ti dovrai dimenticare perché stanca ti vorrei così, così come sei: Canta, sogna, soffri, gira, non ti devi dimenticare che tu devi pur girare.
L’INFERIORITÀ La differenza tra la gente c’è chi la sente: qualità buone tutti ce l’han, chi ha l’amor, l’intelligenza, la pazienza, per non dir dell’estrosità, tutto questo fa parte delle buone qualità è una cosa che dentro già l’abbiam, una volta superata tutto dimenticherem molto più allegri ci troverem. Le filastrocche
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LAMPIONI Tutti i giorni son controllati i lampion della città perché la luce non abbia mai a mancar.
TRAM E FILOBUS Ce ne son tanti tutti i minuti venti ore su ventiquattro, percorrono la città gente lascia salire e gente scenderà.
LUNA A volte sei tonda a volte metà poi uno spicchio mi sembri da poter mangiar, ma solo di notte la luce tu fai pel buio che c’è felici, contenti noi siam per la luce che ci dai.
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PASSERO Un giorno un uccellin sul davanzale arrivò. Trovò la finestra chiusa e la persiana socchiusa. In trappola restò. Pauroso come un bimbo mal di pancia gli arrivò e il vetro mi sporcò.
NIENTE SI PUÒ FAR Siam condizionati dalla società è una moda tramandata dal primo uomo che ci fu. Insegnare, insegnare, ognuno a modo suo. Chi lo fa per amor o per interesse siam troppo soffocati da staffette. Ad ogni passo che facciam staffette attorno ci troviam.
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158 di Nonna Gina
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159 di Nonna Gina
BUGIE Vuota il sacco delle bugie che racconti e metti dentro la verità. Non si può sempre raccontar bugie ma neanche la verità, cerchiam di fare un misto per poi il sacco vuotar.
CHIEDERE GRAZIE Pregare per amore senza chiedere mai niente ringraziarLo per quel che hai aspettando con pazienza, quel che mancherà un giorno poi verrà.
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NOTTE BUIA (canzonetta)
La notte è buia, il cielo è sereno, ben venga il mattino felici sarem, la luce che fai ci fa godere la vita così com’è, cantiamo canzoni d’amore andando al lavoro gridando ben venga il mattino felici sarem Leviamo lo sguardo benevolo al mondo che in un mare d’intrecci si trova: risolti saran prendendo la vita con tutte le sue qualità. Ben venga il mattino. Tornando la sera, cantando gioiosi con tutto l’amore che abbiamo, andiamo a dormire felici sperando di sognare pensieri di grandi valori, ben venga il mattino la gioia di vivere ci darà e felici sarem, ben venga il mattino, ben venga il mattino.
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163 di Nonna Gina
SCRIVERE POESIE È come quel giochetto del 15 che devi far passare i numeri perché si possano contare. Così è la poesia: i pensieri che scrivi li passi su e giù, chi li leggerà il suono giusto deve sentir così da non dimenticar.
LA VITA La vita è uno spettacolo appena giorno, qualcuno fa le sue giuste critiche, segue il commento giornaliero, si tira sera; conclusione: buoni s’arriverà nonostante che quasi tutto il dì siam stati a criticar.
IL SOLE (indovinello)
Alla mattina fa la sveglia. A mezzo giorno ci riscalda, quando è sera è un po’ più fresco, a mezzanotte torna indietro. Sempre fermo resterà, per poterci riscaldar.
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PER L’ANZIANO PIÙ SALUTE (Cuore e cervello)
Cuore e cervello vanno di pari passo, non si devono affaticare stare sempre in armonia, riposare quanto basta, mangiare, si sa, roba genuina; quanto? Conoscersi bene prima conviene, qualche passeggiata si può fare senza doversi stancare sperando così la vita allungare.
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GRILLI Siete neri e bianchi quasi tutti cantanti dormite sotto terra ma tornate a Primavera. Saltate fra l’erbetta sembrate una cavalletta, il vostro trillo non è che piace, qualcuno si alzerebbe, il silenzio vorrebbe per tutti quelli che stanno a dormir, ma anche voi avete la vostra vita in gruppo canterete. Quelli bianchi son più cantanti, colorano la notte, ma quei trilli fan stancare, noi vogliamo riposare. Se ci addormenteremo mentre voi trillate il coro potete fare fino al dì sotto la Luna che la strada vi farà ritrovare per andarvene a dormir. Buona notte. Buona notte. Un’altra notte vi aspetta per ritornare a cantare. Buona notte. Buona notte. Buongiorno a noi.
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169 di Nonna Gina
IL PENSIERO Chi lo pensa, chi lo dice, chi sta zitto e nulla più. Chi il silenzio poi terrà benefici ne trarrà. Zitti, zitti sempre state perché piace molto assai, quando poi tutto il segreto scoperto verrà, una festa si farà quel che poi aggiungerete si vedrà s’è quello vero grande grande è il pensiero mormorio dei vecchi tempi per la gente un po’ burlona allegramente rime inventa. Zitti, zitti è meglio star ridi ridi quanto vuoi, canta pure i pensieri tuoi: non con troppo brio, quanto basta s’ha da far, zitti zitti si dovrebbe star. Un gran commento ci sarà per il silenzio che ci sta, poi scopriran che il pensiero sta a pensar.
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GLI ALBERI E L’ERBETTA Un misto di alberi e di erbette un po’ verdi un po’ in fiore, con frutti preziosi qualche profumo per la dolce cucina, l’erbetta e i prati fioriti adornano il creato il cielo stellato magari venisse l’amor da tutta la gente che sempre fretta ha dimenticando le cose più belle: il cielo, le stelle, Luna, Sole, terra, mari, monti, armoniosi tra loro tutto creato da nostro Signore.
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173 di Nonna Gina
L’IDEA Un’idea quando viene ragionar se un po’ sbagliata, allontanarla con l’amore che ognuno ha dentro il cuore, sollevando una preghiera al mattino e alla sera e dire: “Vattene via perché la vita è anche mia, tu mi togli la libertà e non so più cosa far”. Tornando indietro col pensiero, controllerò tutto quello che farò e frenando questa idea la dimenticherò se pur sia vera, pensandomi bambina e ricordandomi le cose belle di quando ero piccina.
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175 di Nonna Gina
SE TU (canzonetta)
Se tu, se tu, se tu non vuoi andar via vuol dir che tu mi devi raccontar una storia tua ma poi io ti darò la mia perché di storie eguali molte altre ce ne son: raccontiamole con precision, magari in coro, poi si scoprirà che tutte belle eguali son. In un mar di guai ci porteran in un mar di guai ci porteran tiriam le somme ma di somme non ce ne stan, pensando di guadagnar la serenità. Se tu, se tu, se tu non vuoi andar via vuol dir che tu mi devi raccontar una storia tua. Dimentichiam, dimentichiam, tutto questo può essere anche felicità di questa terra, di questa terra che tanto amiam.
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177 di Nonna Gina
QUALCOSA IN COMUNE Dio, morte e ladri, Dio ci dà la vita e sa tutto di noi, la morte ce la toglie e pronti ci vuol trovar se pur come un ladro viene, di certo il ladro non ci vorrà trovar. Sempre pronti dobbiamo star per tutto quello che succederà questa è la cosa che in comune han sperando che il buon Dio con la sua santa mano tenga ferma questa malvagità e ci lascino vivere con serenità.
RUSCELLO D’ACQUA (canzonetta)
Stendi la tua mano fammela vedere versa l’acqua nel bicchiere tu. Dissetare sai acqua del mio cuor, corri corri verso il mare acqua fai arrivare, acqua fai arrivare, La gente i bagni poi farà, la sua pelle abbronzerai; hai tante qualità, con capacità saline, vitamine, ci fai tu dissetar, acqua per i campi per i prati, acqua per tutti, ti amo ti amo, ti amo.
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179 di Nonna Gina
FAMIGLIA MODERNA La famiglia è meravigliosa per chi la sa apprezzar ma, è anche una matassa che va tenuta sgrovigliata altrimenti viene fuori un intrico non la si riesce più a sgrovigliar.
CHIEDERE GRAZIE Senza aver fretta chiedere si può e tutto verrà. Quando? Non si sa. Ma verrà con la fiducia che ognuno ha.
CERVELLO Il movimento più veloce che fa è all’occhio comandar. Poi le mani, i piedi, quanto basta vien da sé perché alle persone tutto vada ben.
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IL RAGNO Tesse la sua ragnatela con un filo argentato che gli esce dalla bocca quando ha finito si mette dentro ad aspettar che arrivi: la mosca, la zanzara e poi poterle mangiar.
L’UOMO EQUILIBRATO E RETTO Di tutto questo non ha niente a che far con l’uomo diritto, uomo che sta in equilibrio è una cosa ben diversa sempre che riesca a ragionar.
IL MERCURIO Sale e scende scende e sale e tutti ci regoliam su quella linea là per veder quanto in fretta fa la temperatura cambiar.
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PIOGGIA Non è tutto male quando piove. Rinfresca l’aria, bagna i campi, i prati e i fior e germogliar li fa con tanto più vigor.
TENDE Siete diverse ma tutte belle siete: vanno bene per le case ai monti e ai mari, in ogni occasione; ci son pure gli ombrellon e tanta freschezza dan, pur dalla pioggia ci posson riparar.
SFERE D’OROLOGIO Le sfere si rincorrono per veder chi arriva prima e a chi gli gira intorno dichiarar che ora è.
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184 di Nonna Gina
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LA MINIERA Si trova nel cuore della Terra che vuol dire profondità: carbone, ferro, piombo, petrolio, oro, l’uomo col suo duro lavoro troverà.
IL SOLE Dietro un albero spuntavi pane pugliese mi sembravi, alzandoti la luce cambiavi, raggi forti mandavi da non poter più guardarti. Di sera quando calavi un semaforo tu mi sembravi.
PAESE NATÍO Ti lasciai ma non mi sembra vero. Poi tornando qui tutto è cambiato. Le persone non le conosco più, comunque quel che resta è sempre una gran festa che come la lasciai ancora la ritrovai.
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LA NEVE Cade dal cielo come piume sembran falde, farfalle, ciuffetti tutta posar sui tetti, alberi , campi e prati viene a coprir di bianco e tutto sembra un incanto.
GATTI Quelli piccin mi piacciono non so perché li lascio sempre stare col padron racchiudono in sé qualcosa che non si può capir sembrano paurosi, all’improvviso non si sa cosa ti voglion far e non mi sembra vero.
MONTI Salir sui monti è faticoso assai qualcuno ci provò sulla vetta arrivò, ma quando fu lassù dovette scender giù.
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188 di Nonna Gina
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189 di Nonna Gina
SE È POESIA Per gioco mi misi a scarabocchiar come saprò se poesia è? Dirlo non posso ci vuole un pezzo grosso che possa giudicar.
FARFALLA Da corpicino esile le tue ali di seta voli in fretta posar sui fior e il nettare succhiar.
GLI HANDICAPPATI Sono molto amati dai loro insegnanti e hanno una virtù che molti non hanno: sono intelligenti ed obbedienti e fanno tante cose che certi non riescono a far grazie ai loro insegnanti.
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190 di Nonna Gina
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191 di Nonna Gina
MILANO D’ESTATE Deserta per poco è rimasta. La gente cittadina vuole un po’ di riposo pel logorio di tutti i dì però oggi giorno è dappertutto così.
MARE La brezza dell’aria marina abbronzar mi fa se dosata non sarà può far anche ammalar.
STRADE ALBERATE Quanto vi amo per la freschezza che mandate tutte così dovrebbero esser fatte.
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192 di Nonna Gina
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193 di Nonna Gina
GUAI Dimenticar vorrei tutti i guai miei e far dimetnicar i guai a chi ce li ha.
BRUTTI E BELLI I brutti son belli, i belli son brutti, si dovrebbero amar tutti. Uguali saran.
ASCENSORE Tu che vai sul grattacielo, dovresti portarci fino in cielo; veder chi c’è lassù, quello che l’uomo non ha visto mai.
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194 di Nonna Gina
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195 di Nonna Gina
LE RONDINI Il petto bagna nell’acqua poi vola ad inzupparsi nella terra insieme forma la sua calce per costruire il nido dove deporre le uova che a turno, mamma e papà, le coveranno aspettando che il rondinino schiuda il guscio e poi vederlo uscir.
LA RONDINE Sempre sotto il tetto delle case il suo nido essa fa perché viene e va il caldo sta a cercare emigrando e poi tornando il suo nido non troverà lo dovrà ricominciar. Con acqua e terra lo rifarà.
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196 di Nonna Gina
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197 di Nonna Gina
GLI UOMINI NEL MONDO Se fossero lì ad aspettar che tutto cada giù dal cielo sarebbe come un cimitero rilassati, addormentati, imbaccuccati, infreddoliti; magari un po’ impazziti non sapendo cosa fare, ad aspettare, aspettare, sempre aspettare magari la fine del mondo.
IL VINO Bianco, rosso è sempre bene berne poco. Può fare ubriacare, così cantare, dormire, gridare e poi a botte fare non saper più quel che fai.
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198 di Nonna Gina
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199 di Nonna Gina
I BAMBINI ALL’ASILO Tutti carini sono i bambini che lo frequentano, ma di educazione diversa. I genitori già lo sanno quanta fatica fanno a farli stare insieme. Le suore o signorine hanno tanta pazienza. Ci mettono tutta la loro volontà ma non si sa quali risultati avran, comunque sempre si deve ringraziare.
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200 di Nonna Gina
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201 di Nonna Gina
IL MISTERO Già si sa che mistero resterà più ne vuoi capire meno capirai e in un mistero sempre resterai.
IL GATTO Si mette in posizion sull’albero o per terra, quando vien la sera che i passeri vanno a dormir ha una velocità, coi suoi artigli sempre li riesce ad acchiappar.
CERVELLO È una miniera di pensieri, di parole che tra la gente raccoglie, con una velocità che non si può capir. Ben si sa che questa qualità la donna già ce l’ha.
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202 di Nonna Gina
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203 di Nonna Gina
L’EDERA E L’ALBERO L’albero, con la sua linfa la vita ti dà. In cambio tu aggrappandoti lo adorni di bellezza e gli dai tanta freschezza.
LE NUVOLE Di tanto in tanto attraversate il cielo e, passando davanti al Sole, fresco mandate, ma se piangete acqua a catinelle manderete.
IL PALLONE NEL CAMPO Calci in quantità prenderà la porta vuol passar: in trappola resterà.
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204 di Nonna Gina
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205 di Nonna Gina
LA RETE SUL CAMPO Aspetta il pallon che il giocator con tanto amor calci gli dà, entrando gol si chiamerà.
IL SEMAFORO Voi lo sapete cosa fa? Cambia i colori: giallo, rosso, verde. Viene e va, il tempo per passar, in fretta si deve far.
LA MIA CASA Casa giocattolo ti chiamerò. Chi entra può trovar sempre qualcosa per poter giocar.
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206 di Nonna Gina
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207 di Nonna Gina
I BACHI DA SETA Piccoli come punti sono, foglie di gelso mangeranno, bachi diverranno. Sui rami secchi s’attaccano per costruire il bozzolo col loro filo di seta, dentro si chiuderanno. Usciran farfalle per depor le uova, ma costrette sono a morir.
LA TARTARUGA Sempre la sua casa porta in groppa. Se pur piano essa va, sempre prima torna a casa.
S. MADDALENA DI CANOSSA (2.10.’88)
Maddalena di Canossa, sua Santità t’ha fatta santa. Il giorno più grande te lo donò Cristo Gesù e nessuno te lo toglie più.
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209 di Nonna Gina
PRIMAVERA (canzonetta)
Sembri lontana ma sei vicina lo vediam dal tuo verdeggiar vedendo il Sole alzarsi di buona ora e calare un po’ più tardi ti vediam vicina, Primavera. Lo vediam dall’acqua limpida del mare e dalle onde che l’aria tiepida fa ondeggiare. Primavera Primavera quanto bella sei, la tiepidezza fai sentire e i mali fai guarire, Primavera. Più leggeri, ci sentiam più felici, l’aria pura respiriamo, sembra quasi più pulita con il Sol che la traspare e più chiara la fa apparire; Primavera Primavera quanto cara alle persone sei gli vien la voglia di amare, di cantare, di girare, di gioire, con la tua tiepidezza il nostro cuor fai riscaldare con più voglia di amare, con più voglia di amare, poi così sempre sarà con più voglia di amaree Primavera Primavera.
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210 di Nonna Gina
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211 di Nonna Gina
LE QUATTRO STAGIONI Sono quattro gruppi che vanno a tre a tre e formano dodici mesi, i conti tornano: tre per quattro fa dodici. I primi tre sono molto freddi il secondo trio ci fa rinvenir, il terzo ci riscalda, l’ultimo ci tranquillizza. La natura non cambia, questo lo fa da milioni di anni.
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212 di Nonna Gina
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213 di Nonna Gina
MISCUGLIO ALFABETICO Allargare ogni speranza brindare per stare allegri camminare per arrivare dire cose balbettando evitar le cose amare felicità ritrovata grandi amori ah che bello inventar cose belle litigare per amarsi mamma mia non è vero orsù amiamoci così più di prima quel che è stato ricordiamolo per dimenticarlo sarà più bello tutto questo s’ha da far ulteriori alternative vien da dire zitti o allegri sempre meglio sarà cantar.
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214 di Nonna Gina
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215 di Nonna Gina
I DODICI MESI DELL’ANNO Gennaio freddo freddo, Febbraio un po’ di meno Marzo è tiepiduccio Aprile continuerà Maggio fiori in quantità Giugno ci riscalderà Agosto qualche pioggerellina farà scrosciar Settembre ne farà di belle Ottobre succo d’uva, succo d’uva Novembre un mese amaro Dicembre torneremo al calduccio resteremo in casa ad aspettar e veder la neve fiocchettar.
IL PAPPAGALLO Il pappagallo è un ripetente e ripete, ripete, ripete ma potrebbe essere un gran maestro perché a scuola, se la lezione vogliamo imparare, più volte la dobbiamo studiare, se più volte la scriveremo, non la dimenticheremo i maestri ci fan comportar così, intelligenti diverremo se ci concentreremo a studiar: se pur sia faticoso così si deve far se vogliamo la lezione memorizzar.
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216 di Nonna Gina
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217 di Nonna Gina
CORDE VOCALI Fanno un dolce suono con più voci: l’acuto, il basso, dolce, meraviglioso, non vi è cosa più bella, così gli strumenti come: arpa, chitarra, violino e violoncello poi ci son strumenti a fiato tromba, sassofono, clarinetto, quanta musica posson fare, alleviare qualche dolore a chi la sa apprezzare, dolce musica ti amo.
GRANDI Tutti siam piccoli ma poi tutti grandi ma per grandi cosa intendiamo? Grande può essere un illustre, un gigante, un elefante, ma chi è più grande dell’uomo sapiente che può guidare il mondo intero in ogni suo pensiero, penso che quest’uomo sulla Terra non ci sia, chissà chissà se verrà può darsi che venga e poi riesca ad aggiustar questa grande società. Le filastrocche
218 di Nonna Gina
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219 di Nonna Gina
PERCHÉ SIAMO DIVERSI Non vi siete mai domandati perché migliaia di persone son diverse? Dev’essere stato un grosso problema, molto grosso, visto che il Padre Eterno ci ha voluti tutti diversi, forse per un riconoscimento individuale è indispensabile tutto questo, è pure un bene per la società non ci confonderemo mai nel ritrovare quelli che si perdessero.
MOCIO Mocio moccioso se polveroso non può lavorare la testa ti devi lavare i pavimenti laverai e puliti diverranno e di nuovo la testa ti laveranno.
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221 di Nonna Gina
PALLACANESTRO Un giorno un signore un foglio di carta stropicciata in alto buttò e subito un’idea gli rimbalzò perché non far passare una palla da un canestro bucato? Ed è così che fu ed ogni volta che i giocator la faran passar un punto canestro si chiamerà.
CIOTOLA Una piccola cosa dimenticavo, la ciotola che il primo uomo inventò, ogni liquido si può mettere! È stata cosa grande se pure ai nostri tempi col progresso sembra cosa piccolissima.
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223 di Nonna Gina
IL TEMPO (canzonetta)
Il tempo, il tempo, il tempo se ne va il tempo, il tempo indietro non torna più dimmi dimmi dimmi, che tempo fa che devo che devo camminar ma gli anni passano ed io invecchierò ma tutto ricorderò tutto quello che ho amato, tutto quello che ho amato il Sole, il vento, il tempo, che io amai dimmi dimmi dimmi che tempo fa che devo camminar. Amai pur le stelle, la Luna, il mare tutte le cose belle da non dimenticare. Il tempo, il tempo indietro non torna più dimmi dimmi che tempo fa che voglio che voglio sempre camminar. Il tempo amerò il tempo non dimenticherò il tempo, il tempo è amico mio. il tempo è amico mio amico mio.
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224 di Nonna Gina
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225 di Nonna Gina
LUCCIOLA O lucciola o lucciola che di notte chiaro fai ti devi poi nascondere per non farti calpestar ma il faro è molto piccolo nessuno ti vedrà poi qualcuno ti calpesterà, in fretta devi andare, in fretta devi andare una casa pure avrai ma io non l’ho saputo mai se fosse sotto terra un giorno lo saprò. Ma penso che sia lì nel prato più vicin perché sempre, sempre nei prati ti vediam. La tua luce sfaccettar la tua luce sfaccettar. O lucciola o lucciola dove stai o lucciola dove sei i bimbi ti amano così i bimbi ti amano così.
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226 di Nonna Gina
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227 di Nonna Gina
MIA FIGLIA (canzonetta)
Mia figlia fa l’amor a uno dei tanti parabonzi bonzi e un po’ più avanti c’è il marinar parabonzi bonzi a ma a le ghe pias un dei tanti parabonzi bonzi e. Chi l’è chi l’è sto un dei tanti par che sia el bersaglier parabonzi bonzi e. Ma guarda guarda credevo che amasse el marinar invece l’ama uno dei tanti. Sto un dei tanti par che sia ancor più avanti pure il più bravo e il più bel e vada vada l’un dei tanti se lei ama quel un giorno poi la sposerà e felice la sarà, un giorno poi la sposerà e felice la sarà parabonzi bonzi a.
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229 di Nonna Gina
ROSA
(canzonetta) Rosa rosa dolce rosa sei spinosa ma a chi prova a odorar un profumo essa dà il colore un po’ scarlatto è quello più delicato poi c’è il rosso, il rosso e il rosa per chiamarla dolce rosa.
FELICI Eravamo felici ora non più per questo ci sarà un mondo sincero per amarsi davvero e starci vicini senza rimpianti se pur importanti un mondo più dolce più bello è quello di amarsi davvero.
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230 di Nonna Gina
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231 di Nonna Gina
(Battute comiche)
Per la cottura della pasta Quanto tempo c’è? Un cucchiaio.
Altezza di una persona Quella lì è alta un metro e un quarto.
ANGELI (canzonetta)
Angeli del cielo mettete le vostre ali volate sulla Terra a quietar le anime in pena togliete loro la malinconia, fatele vivere in allegria. Quando tornerete lassù ditegli a nostro Signore di far entrar l’amor in ogni loro cuor.
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232 di Nonna Gina
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233 di Nonna Gina
DENTISTA (canzonetta)
Senza un dentino nascevamo passando i mesi uno ne mettevamo arrivammo a due fino a trentadue. Crescendo li curavamo e dal dentista andavamo. Per molti si conservarono sani passando gli anni qualcuno ancor facea capricci era cosa naturale qualcun altro veniva a mancare vecchi sembravamo e dal dentista ritornavamo. Lui con la sua bravura e pazienza ci applicava la dentiera mettendoci a nostro agio da farci sembrar più giovani e più belli tutto potrem mangiare qualunque cosa sia pur dura e soda. Ci toglie la vecchiaia e i mali fa passar e tutto potrem mangiare con più tranquillità grazie alla sua intelligenza e capacità. Se non ci fossi tu senza denti dovremmo restare e la panna mangiare come quella di tanti anni fa. Un’altra cosa c’è a far felici i bambini, se i loro dentini storti cresceranno un apparecchio han brevettato che chi lo metterà raddrizzati ritorneran.
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235 di Nonna Gina
LA LAVANDAIA (canzonetta)
Mentre lavava cantava cantava poi l’acqua bruciava bruciava e scottava scottava e bruciava vesciche mettea vesciche mettea ed ella piangea dal male che avea piangea e ridea ridea e piangea un po’ lo scordava pensando al candore che i panni mettea ridea piangea piangea e ridea al ruscello poi andava e l’acqua correa correa e mentre sciacquava e mentre sciacquava il fresco dell’acqua il dolor gli togliea ridea e cantava cantava e rideva e contenta tornando cantava pensando al candore che i panni mettea e il dolore scordava. Mentre stendeva il Sole scaldava in fretta asciugava in fretta sciugava e li raccoglieva cantando cantando e a casa li portava li stirava per bene il letto faceva il letto faceva. Quando andava a dormire un profumo sentiva e mentre dormiva sognava sognava sognava e mal più non avea e mal più non avea. Il mattino seguente si alzava tornando a cantare il mattino seguente tornava a cantare e mal più non avea e mal più non avea. Le filastrocche
236 di Nonna Gina
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237 di Nonna Gina
SI È SCATENATO QUALCHE COSA (canzonetta)
Non è una novità si è scatenato qualche cosa ma che cosa? Guarda qua guarda là guarda su guarda giù è una cosa naturale che non fa più tanto male e va bene anche così e va bene anche così guarda lì guarda lì ma non fa più tanto male è una cosa straordinaria sono come il temporale sono come il temporale qualche cosa devon fare qualche cosa devon fare allegria allegria allegria se tutto il male fosse questo troveremmo il tuo diletto i capricci non faranno no no non faranno sono come il temporale sono come il temporale e lasciamoli a giocare e lasciamoli a giocare accettiamoli acquietiamoli amico mio accettiamoli acquietiamoli amico mio che quando arrivo io ti dirò subito addio che quando arrivo io ti dirò subito addio è una cosa straordinaria a me piace piace piace che i bambini stiano in pace che i bambini stiano in pace e per questo lasciamoli giocare e per questo lasciamoli giocare non è ver che quando arrivo me ne andrò subito via non è ver che quando arrivo me ne andrò subito via ma pur io con lor giocherò ma pur io con lor giocherò.
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239 di Nonna Gina
IL CIABATTINO Forse non hai mai pensato il Padre Eterno con tanto amore ci donò i piedi il primo tu sei a tenerceli sani non ci fai pestare i sassi né erbacce che tanto male farebbero. A tutti le scarpe fai rattoppar le sai da farle nuove sembrar il tuo lavoro è assai prezioso a parità di tutti gli altri chi volesse abbassarti non sa di certo giudicar, se le scarpe non avremo tutti fermi noi saremo.
LO SCIATORE La parrucca bianca il monte deve avere per lo sciator che ama sciar altrimenti non potrà... La funivia lo fa salire quanto basta, deve avere: tuta, berretta, guantoni, scarponi affrancarli agli sci per bene altrimenti lo sa lui cosa accardrebbe! Se il bel tempo troverà di aria pura i polmoni riempirà e quando scenderà giù dirà grazie al buon Gesù.
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240 di Nonna Gina
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241 di Nonna Gina
IL SERVITOR CHE SERVE Il servitor che serve il suo padron non sa che il suo padron è servitor del servo suo.
IL MEDICO Il medico medita pel suo paziente che vuol guarir. Lui entra con fiducia s’affida al gran dottore che lo ascolta attentamente quanto gli sta ordinar. Il medico ha molto studiato sa ascoltare l’ammalato lo sa pure consigliare solo lui lo può fare; è di nuovo a meditar perché non gli abbia a far male, la medicina giusta prescriverà e in fretta guarirà. Il paziente deve pensare che se la fiducia non ha la medicina meno effetto gli farà.
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243 di Nonna Gina
BELZEBÙ Belzebù, Belzebù Belzebù vede un’osteria Belzebù si ferma a bere ubriaco si trovò camminando goffo goffo si trovò dentro nel fosso Belzebù lo veniron a salvare Belzebù Belzebù decideva di non bere più. Ma vedendo un’altra osteria si fermò di nuovo a bere dimenticando quello che gli era successo seduto ad un panchetto per un bel po’ bevendo Belzebù e ridendo un’altra sbornia si trovò; lo venirono a cercare non ci fu più niente da fare, Belzebù le tasche piene d’acqua si trovò e nel fondo di quel fosso lui restò: Belzebù ghe piase el vin.
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LA CIVETTA (canzonetta)
Nel silenzio della notte vola qua e là la sua preda son topin senza difesa quante notti li sentiam squittir noi pensiam: usciran per mangiar. Si... Ma proprio lì vicin ci sta l’uccello predatore e cibo suo diverran; poi contenta vola via perché fame più non ha cantando il suo “cebe” ci sta a dir morti morti son i topin.
SFERE DELL’OROLOGIO Come la Terra stanno a girar se pur dodici ore vediam ventiquattro ne leggiam il suo pendolo fa rintocchi notte e dì ci sta a sussurrar ch’è mezzanotte e mezzodì è così che ci spiegò chi l’orologio inventò può essere un amico che ci tiene compagnia spesso lo guardiam, leggiam e diciam son le... ricaricando la sua “susta” ci sveglierem al mattino col suo campanellino.
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INDOVINELLO (carta igienica) A piacere ne userai e accorciarla la dovrai.
VETRO PER FINESTRA Traspari, luce fai entrare la prima cosa che faremo attraverso guarderemo per saper se è notte o dì al calduccio ci fai stare tutto questo tu ci dai una costruzione per quanto valga scatola chiusa resterà e nessuno potrà entrar.
ACQUA MALATA Sei bella chiara traspari ma un odore tu hai malata tu sei vorrei che qualcuno venisse a vederti: darti la cura per farti guarir, la migliore tu eri: mai mai ti avrei cambiata. Ora l’ho fatto, mi spiace mi spiace ti aspetto dottore dell’acqua, ti aspetto, se guarirà contenta sarò e molta ne berrò. Le filastrocche
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249 di Nonna Gina
IL TAGLIALEGNA Tu che tagli gli alberi non molestar le pianticelle per il falegname che mobili deve far con le radici ci scalderemo davanti al caminetto bevendo un bicchierotto di vin rosso scaldato davanti alla fiammella in una ciotola di terra cotta come i tempi d’una volta.
IL CERVELLO DELLA DONNA Oh, donna cosa vuoi? Sempre la più piccola sarai anche se il cervello più grande dell’uomo tu hai.
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251 di Nonna Gina
CALVARIO (canzonetta)
Avviamoci al calvario con volontà e forza prendendo la vita con tutte le sue pene nessuno ce le toglie possiamo allegerirle con l’amore e l’armonia. Avanti sempre avanti dove vuoi tu Cristo Gesù Prima di salire il Cielo pure Lui l’ha fatto e s’è trovato in Cielo di fianco al Padre Eterno. Poi salì sua Madre: Lei è la più grande da Lei è nato Cristo Gesù che offrendosi per noi ci ha tirati fuori dalla grande morte spirituale. Amare se vogliamo arrivare a fianco al nostro Salvatore.
POMERIGGIO DOMENICALE Il telecomando non molleran per cambiare il canal preferita è la partita tutti a gridar gol, gol con la schedina in mano segneranno i punti i vincenti sono i dodici, i tredici. Urli, urli, i milioni abbiam vinto se saran pochi resteran lì tutti goffi goffi di giocar non smetteranno la domenica seguente di nuovo “telecomanderanno” gridando gol, gol, gol.
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FARMACOLOGO L’amore che lo scienziato ebbe lo portò a preparar medicinali poi giocando coi suoi animali li provò: risultati buoni. Pensò subito agli ammalati non solo li guariva ma la vita prolungava. Quando vediam arrivare dal medico chi rappresenta la medicina, cosa buona lasciarli passar prima, è dal farmaco che benefici ne trarrem. Arriverà arriverà quel farmaco che fa ringiovanir.
ORAFO Gli ornamenti che prepara fan restare a bocca aperta non basterà portarli ma chi li porta dovrà sprizzar grazia e amor.
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TEMPO DI GUERRA (storia vissuta)
Se pur ragazzina io fossi in prima linea mi trovavo coi tedeschi in casa mia: contraeree, mitragliatrici ben piazzate giù nei campi la paura era grande da tremare e non dormire. Gli americani sette bombe buttaron per un ponte da far saltar, poi saltò assieme a due sposetti che la residenza gli cambiò. Nei rifugi andavamo che i vicini prepararon ma sempre di là dal canale presso delle scuole altre mitragliatrici attraverso le finestre spari nelle nostre case arrivarono: le bucarono per bene come dicevo prima ci trovavamo in prima linea. Arrivarono carri armati con su gli americani attraversando per i campi tutte le case ispezionarono. Grandissima si fece la paura poi alla radio l’armistizio annunciarono non sapevamo cosa fosse si gridava: “È finita la guerra!”. Restavamo lì tutti tesi, tesi con dentro quella piccola paura si sperava che fosse pace sicura ed è così che fu. Che sollievo, che sospiro!
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L’ALLUVIONE DEL PO (15 novembre 1951)
L’acqua aumentava l’argine rompeva si sentiva parlar otto chilometri in linea d’aria in un battito d’ali cinque metri ne arrivava a casa mia solo i pavimenti bagnava. Dovevamo evacuare subito, il canal Bianco su di una barca attraversammo, pronto lì ci stava un pullman, due bambini piccini io avevo il marito ed i parenti, nella casa di riposo di Fratta Polesine per due ore ci fermarono, poi su di un monte presso un istituto ci portarono Monte Spiazzi si chiamava siccome nevicava quattro giorni stavamo lì. Giù di nuovo in una scuola veronese a mangiar nelle gavette, dormir sui pagliericci dove i bimbi erano felici di poter sopra saltar. Noi eravamo fortunati, nonostante il dispiacere, di aver con noi degli ammalati. Il sindaco subito una casa di un gran signore ci assegnava con cibi già pagati. Dopo tre mesi l’acqua rientrava e a casa si tornava. Chi era rimasto per curare gli animali la vita ha rischiato, il ricordo più doloroso è di un autista pauroso per voler gente salvar incontro all’acqua li portava e quaranta la morte ne annegava. Tre anni abbiam dovuto far passar per poter la terra arida seminar.
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259 di Nonna Gina
PARTENZA PER MILANO Chi le ferie faceva raccontava che lo stipendio tutti i mesi arrivava ma il contadino? Mio marito un’idea gli rimbalzò chiese subito a suo padre: “Posso andare”? tanto bene gli augurava e contento lo lasciava. Quattro figli tenevamo, a facilitar la partenza furono gli esami di una nipote. Prese su una valigetta e a Milano la portava, ma un lavoro lui cercava nei cantieri ha dormito presso amici lavoro non ce n’era: tornerò a casa si ripeteva. Alla stazione andava e quel treno non partiva, si dovette rassegnare e a Novate restare. Si era già fatto conoscere, fu visto dal prevosto a bere ad una fontanella. Ad un Pincarotto chiedeva: “Conosci quello là”? “La dottrina mi ha insegnato”. “Gli voglio parlare, un lavoro per lui trovare; da quel vinaio lo manderemo e a dormire all’oratorio”. Dopo tre mesi gli offriva una casa, tutti a Milano ci portava. Su di un camion si viaggiò con poche masserizie. Appena arrvati, il necessario acquistavamo, trovammo dei vicini molto laboriosi. La signora, mentre mia figlia piccina cambiava la sua gli chiedeva se avesse i “pé”. Poi il lavoro è migliorato, dopo quindici anni una casa ci hanno assegnato, a Milan, proprio a Milan dove ancora ci troviam.
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261 di Nonna Gina
IL PICCOLO E IL GRANDE RICCO Tutto quel che ha accumulato lasciarlo dovrà ai parenti stretti, stretti. Prima le tasse pagheranno quel che resta lo divideranno, il tesoro ereditato verrà moltiplicato se son bravi amministratori. Chi i soldi non apprezzerà in poco tempo senza soldi resterà.
IL SONNO DELLA MORTE Proprio nel 1932 per una broncopolmonite il sonno della morte ho fatto. Ad un tratto mi svegliai e sotto un lenzuolo bianco mi trovai. Lo ricordo ancora adesso una forza in me si sprigionò pure il dottore si meravigliò se pur credente non fosse. Con un dolce sorriso disse così: “Qui c’è del miracoloso!”. Cinque anni avevo già sotto braccio mi facevano camminar i prati amavo e sopra correvo ora li amo ancor per i loro misti fior.
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263 di Nonna Gina
I GALLETTI Da ragazzina con mia madre nel pollaio andavo i galletti più belli prendevamo. Un taglietto gli faceva per toglier loro i testicoli, e per bene li cuciva, io le passavo l’ago e il filo, con cenere setacciata la ferita asciugavamo perché non morissero: per un giorno non mangaiavano, con un nome li chiamavamo: capponi. Crescevano più in fretta e nelle feste solenni si mangiavano.
IL PRIMO E L’ULTIMO Perché c’è sempre il primo se pur non vorrebbe? Perché c’è sempre l’ultimo se solo non vuol restare? Perché dobbiamo andar se tutti non lo vogliamo? Questo è quello che la vita ci riserva.
PICCOLI PENSIERI Il bello della vita è il ridicolo, l’essenza della vita è l’amore. I farfalloni devono cambiar se le farfalle vogliono acchiappar. Le filastrocche
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IL TERREMOTO Non dimenticar che il terremoto è la Terra che sta tremando, fa crollare case, palazzi, città intere, questa è la sua forza, si salvi chi può, ma dove? Se tutto sta tremando solo chi è lontano si salverà.
DARE AVERE LIBERTÀ Se ci sentiamo osservati scatta qualcosa che ci fa soffrir. Ma perché ci sta a guardar? Delle colpe ci facciam, ci toglie un po’ di libertà si è potuto constatare che chi lo sta a guardar certo a lui non sta a pensar, oppure vede nell’altro qualcosa che a lui piace. La cosa più bella: non pensar, camminare in libertà.
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IL SAGGIO Se alla saggezza vuol arrivare, dimenticare, dimenticare come il mondo intero si sta a comportare.
CAPIRE SE PUR DIFFICILE È (circa duemila anni fa)
È da tre mesi che sto cercando di capire se la prima poesia fu l’Avemaria. Penso proprio di sì. Il Padre nostro viene dopo, terzo il Credo, spiega tutto così bene c’è qualcuno che lo vuol sostenere assieme a me? Dentro c’è una storia vera Dio Padre che manda il suo Figlio Cristo Gesù. Nascendo da Maria, quando l’angelo alla piccola fanciulla annunciava: “Ti saluto o Maria sei piena di grazia il Signore è con Te”, questa frase è così bella che mi sembra proprio quella concepita dallo Spirito Santo e arrivata fino a noi per salvar l’umanità: dal morire, risuscitar. Dio Padre ci ha fatti a Sua immagine: suoi fratelli noi siamo, sempre se lo vogliamo.
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LA SOFFERENZA Chi sente la sofferenza altrui unito a lui è.
GORBACIOV E LA SUA ADORABILE MOGLIE (canzonetta)
Grazie a Marconi ascoltiamo questa storia. Dalla Russia è arrivato italiani voi sembrate la gioia che avete dentro a tutti la trasmettete questa è una storia vera a quelli che verranno dopo di noi gliela racconteremo: la mia nonna ne parlava cinquant’anni fa, tutto questo doveva capitar. Quel che ho visto coi miei occhi è tutto bello, io ci credo, io ci credo. Alla tivù ho seguito attenta attenta questa storia mi diletta, l’armonia è una dolce cosa fa sembrare il mondo rosa il loro sorriso è quello vero ed è molto sincero lo si vede dai suoi occhi che traspare l’armonia si può star molto tranquilli la pace nel mondo ci sarà ce lo stanno assicurar.
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MERCATO ALIMENTARE Nelle grandi città c’è il mercato comunale tutti si può entrare: negozi ben divisi cibi genuini buoni assai non manca niente l’importante è tenerseli a mente oppur portando il bigliettino, se primo non arriverai tutto egualmente troverai porterai a casa quello che serve, magari un po’ di riserve per il giorno che segue il dì.
POESIA Se non è vissuta o vista coi suoi occhi poesia non è. Con la poesia non si scherza si dice solo la verità, quello che si può, le cose più belle, menzogne non ce n’è, cose semplici ma veritiere, solo quelle solo quelle.
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273 di Nonna Gina
LA BENEDIZIONE Ogni anno aspettiamo la benedizione delle case, è un richiamo a ricordare che siam nati per amare ma qualcuno ci sta a tentar: quel serpente si sa: forti, pazienti dobbiam restar per poter sempre amar.
LA CASALINGA Privilegiata sei già se tranquilla tu stai considerata sarai di più di ogni altra cosa. Peccato che a fine mese lo stipendio non si vede, per questo ti stai a lamentar, si può vederlo, immaginarlo, ma tu lo sai che quel che fai è meraviglioso se l’uomo ci volesse provar di certo come te non lo saprebbe far.
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COLLABORARE Tutti collaboratori siamo. Chi troppo in alto vuol arrivar potrebbe capitargli un giorno di essere padrone ma dover operar.
TERREMOTO Se tutto sta a tremar come ci potrem salvar? Crollano case, palazzi, città intere, il tuo angelo lo saprà solo lui lo può far.
TERRA IN MOVIMENTO (29 maggio 2012 ore 9 e ore 13)
Terra sei da sempre in movimento di tanto in tanto fai i capricci. Ti hanno chiamata “terremoto” da divenire poi un sepolcro. Amica dei poveri e dei ricchi non ti fai più amare e tantomeno apprezzare, ci togli la fiducia che abbiamo in te. Ogni tanto fai le giravolte non ti conosciamo più, ti dovresti riposare perché la gente ti possa ancora tanto amare. Le filastrocche
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LE SCALE (canzonetta)
Le scale, le scale, le scale si scende, si scende, si sale, c’è sempre un primo gradino, un altro ce n’è vicino, possono essere di due o di tre poi tanti, tanti ce n’è: c’è quella per le galline che devono andare a dormire per il contadino che l’albero deve potare per il muratore che sui tetti deve arrivare, le scale, le scale, le scale si scende, si scende, si sale. L’uomo sempre più in alto deve arrivare quanti gradini vediam ci ripetiam: quanti quanti ce n’è. Ora non più col mezzo più bello che l’uomo inventò. Senza faticare con l’ascensore saliremo scenderemo sui grattacieli noi andremo sempre più in alto saliremo.
FORZA INTERIORE La forza interiore ci detta quello che dobbiamo fare e fermi non ci fa restare qualche volta sbagliamo ma non sappiamo se sia bene o male può servire a farci capire come stiano le cose poi meditando su quel che stiamo facendo comprenderemo che le cose farle bene sempre conviene. Le filastrocche
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279 di Nonna Gina
LA DIVISA Chi la porta si sente protetto tanto da metter paura ma la gente non lo sa che è uno come noi con un cuore buono buono il suo dovere ha da far glielo impone la divisa giuramento egli ha fatto già e mancanze non vuol far.
LA CANAPA Come bastoni si presenta con un fiocco in testa qualcuno porta il seme per l’anno che viene vien tagliata, asciugata al Sole pulita, misurata, legata a fasci macerarla si dovrà per poter farla bianca diventar e il tiglio far staccar di nuovo l’asciugheranno con una macchina la spezzetteranno restando il canapino filato e ritorto verrà per far lenzuola e “canevacci” in quantità.
Le filastrocche
280 di Nonna Gina
Le filastrocche
281 di Nonna Gina
UN INNAMORATO (canzonetta)
Sei lì e non ti vedo, ti cerco e non ti trovo se mi vuoi sai dove trovarmi io pure so dove sei non ti capivo, ti amavo graziosa fanciulla eri bella non mi ero accorto, eri seria non ti apprezzavo il tuo sorriso volevo allora sì che ti amavo graziosa fanciulla. Sei piccola e grande insieme solo io lo so perché so leggere nel tuo cuore l’amore intenso che hai per me ti vien da dentro ed è per questo che io ti penso. Ti cerco e non ti trovo però sei mia da sempre da quando tu nascesti graziosa fanciulla questo è il vero amor questo è il vero amor.
Le filastrocche
282 di Nonna Gina
Le filastrocche
283 di Nonna Gina
IL LIBRO DELLA SAPIENZA Un giorno tutti lo leggeranno ci crederanno perché storia è cercando andranno di qua e di là pace non si darann, coi loro occhi voglion vedere il mistero ha pure un prezzo confusi resteranno niente capiranno chi nello spazio va qualche domanda si farà di quanta scienza l’uomo ha e mistero può sembrar.
ACCETTARE Questo ci diciam però ci penso ed è per questo che mi ripeto: chi è nato male, poco ci può fare colpa non ha, la vita è bella, bella assai ma ci riserva questi guai.
Le filastrocche
284 di Nonna Gina
Le filastrocche
285 di Nonna Gina
GINA CANTASTORIE (canzonetta)
Io sono una cantastorie del passato, del presente perché del futuro io non so niente.
SE POTESSI SAPERE Non si chiamerebbe mistero girovagando col pensiero di qua e di là cercando si sa, se Dio c’è o non c’è. Ci crediam? Ci crediam? I nostri occhi vorrebbero vedere ed è per questo che si chiama mistero.
IL CERVELLO CHE CAMMINA Cammina per strada l’occhio dell’altro lo guarda, si chiamano, si rispondono, si sorridono, si dividono, quante cose si possono far se il cervello sta camminando.
Le filastrocche
286 di Nonna Gina
Le filastrocche
287 di Nonna Gina
SCRITTURA PRIVATA Questa scrittura che mi viene, interessante si ritiene, questa forza non ce l’ho e per questo resterà una scrittura da spiegar.
INGEGNO L’uomo questa forza ce l’ha che padron si sentirà fa e disfa fino a quando qualcuno incomincia a commerciar indaffarati saranno per scoprire e come fare i minerali adoperare, le idee non gli mancheranno sempre più cose inventeranno se si fermassero a pensar, a ragionar e chiedersi questa forza chi gliela dà.
Le filastrocche
288 di Nonna Gina
Le filastrocche
289 di Nonna Gina
I PROVERBI Questo vecchio proverbio voglio studiar, cinquant’anni fa: “Luna coricata marinaio in piedi”. Guardando il cielo i proverbi sto studiando; l’eclissi, quando la Terra nascose la Luna uno spicchio ne lasciava e tanto buio mandava. Le notti seguenti la riguardai e il proverbio ripassai, il marinaio in guardia deve restar quando la Luna sta per calar. Il proverbio che io ho studiato me l’ha proprio confermato, in questi giorni un forte vento soffiava, il mare si agitava e le navi non partirono: la Luna stava calando.
Le filastrocche
290 di Nonna Gina
Le filastrocche
291 di Nonna Gina
CHIAMATA DEL PRESIDENTE PERTINI (canzonetta)
Pertini Pertini, il presidente del Senato i suoi pensieri ci ha lasciato le preoccupazioni per il lavoro che mancava il terrorismo che aumentava, non parliamo del drogato quanti pensieri gli avevano dato. Chi ascoltava i suoi discorsi capiva che dal cuore gli venivan era saggio molto saggio tutti gli italiani lo amavano non sarà dimenticato se pur piccolo si fece racchiudendosi nell’urna non sarà dimanticato se pur piccolo si fece racchiudendosi in quell’urna che ci dà da meditar che ci dà da meditar. Dio Padre ci ha amati fin da quando siamo nati Dio Padre ci ha amati fin da quando siamo nati non ci fa, non ci fa, non ci fa mancare niente pur la gloria su questa Terra Lui ci dà. Non ci fa, non ci fa, non ci fa mancare niente pur la gloria su questa Terra Lui ci dà. Un giorno accanto, accanto a Lui di nuovo tutti ci vorrà tutti ci vorrà. Pertini Pertini presidente del Senato il lavoro che svolgeva lo faceva perché perché veramente amava. Non sarà, non sarà, non sarà dimenticato tutti gli italiani lo amavano e lo amano ancor. Le filastrocche
292 di Nonna Gina
Le filastrocche
293 di Nonna Gina
RITARDO L’orologio non suonava pure mia madre si addormentava arrivando un po’ affannata in fretta io mi alzai e così non ritardai la presenza mi chiamava il treno incontro mi veniva meno male il suo ritardo mi ha aiutata mi son subito rilassata tutti in ritardo eravamo.
CRESIMA DI FRANCESCA (6 maggio 1990)
Come colomba… che va protetta dal cacciatore perché caduta sei; nel tuo nido racchiuditi ove ti amano se pur sai volare, guardandoti bene dove posare.
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294 di Nonna Gina
Le filastrocche
295 di Nonna Gina
IL Sole A MILANO Ma che Sole forte, che forte io chiudo le porte per non farlo entrar. Mamma mia mi ferisce ed è per questo che copro gli occhi con occhiali scuriti. Che Sole, che Sole forte: può farmi del male se più in alto lui sale poi la ragione prevale, lo osservo, lo contemplo e poi dico, fuori di casa fa un lavoro che vale; lo devo solo ringraziare. Ma quando la sera è calante tengo presente il giorno seguente come sarà? Poi riposo la mente E son più presente.
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296 di Nonna Gina
Le filastrocche
297 di Nonna Gina
Chi lo dice chi sta zitto Ognuno crede di essere migliore dell’altro ed è per questo che si deve dire che è una cosa buona. Sentendosi migliori pur dimostrandolo il peso del lavoro diventa più leggero. Ben vengano queste persone.
Il cervello di bisnonna Gina Ho un cervello che lavora molto. Parla in continuazione ma chi mi è vicino non lo sente. Quando sono a letto aspetto che faccia silenzio per prendere sonno. A mettersi tranquillo ci vuole un po’ però sono molto attenta e mi accorgo ad un certo punto che fa silenzio. Così mi addormento non sapendo più niente di niente. Niente.
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298 di Nonna Gina
Le filastrocche
299 di Nonna Gina
La mia vecchiaia La mia vecchiaia è capricciosa, invadente, non mi lascia fare niente. Se posso non mi faccio vedere. Il mio comportamento è inammissibile, nel camminare, nel girarmi. Per alzarmi mi attacco dappertutto, guardo bene di non cadere perché potrei pagarne le spese e poi pesare su chi mi segue. Non sarò io ad essere brava, se mi va bene è meglio per tutti. Non so ancora cosa vuole il mio “Comandante”. La vita non è tutto oro, la vecchiaia rovina il passato.
LA LUNA PARLA AL SOLE Tu che tanta luce hai potresti darmene metà? “Queste domande non s’ha da far, chiediamolo al mondo intero”. Risponderà: “Astro celeste sei e tale devi restar”.
Le filastrocche
300 di Nonna Gina
Le filastrocche
301 di Nonna Gina
LA MORTE La morte cammina per strada. Non parla; poi miete, miete. Negli anni passati un po’ meno o di più. Lei quando passava sempre tagliava.
L’EURO NEL 2002 ENTRA IN EUROPA La piccola grande Italia è entrata in Europa. Con l’Euro han da fare gli Italiani, col tempo impareran. Entrò, già entrati è in onor alla Nazion e a chi l’amò con tutto il cuor. Entrò, lo Stivale ce l’ha fatta ad entrare nonostante la fatica e Ciampi fa grande onor all’Italia col suo amor. Un giorno con gran serenità tutti gli Italiani per l’Europa se ne andranno.
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302 di Nonna Gina
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303 di Nonna Gina
I VENTI CHE TEMIAMO Noi siamo i quattro venti arriviam tutti contenti nessuno noi temiamo. Arriviam dal Nord e dal Sud dall’Ovest e dall’Est. Barriere strapperemo se forte noi passiam siam proprio un uragano da metter paura a chi si trova dentro. È tutto un tormento piante che si muovono tetti scoperchiati terra inaridita capovolgiamo tutto noi siamo i quattro venti. Ci sentono ma non ci vedono quello che faremo non lo sappiamo allora la gente si stringerà si prenderà per mano si sentirà più forte paura non avrà. Poi ci perdoneranno perché veniam all’Estate che l’uomo in fretta tutto aggiusta con il suo cervello fino e le sue mani d’oro che Dio gli donò. Noi siamo i quattro venti arriviam tutti contenti i quattro venti noi siam.
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304 di Nonna Gina
Le filastrocche
305 di Nonna Gina
IL VENTO Il vento porta via la poesia e la fa ritrovare quando va a dormir. Ragazzi, ragazzi miei non vi dico addio. Vento dell’Estate faccio cader le gemme bacate e i frutti sani li lascio maturar.
LA CONSONANTE “H” Insignificante. Muta. Silenziosa. Sei importante come le altre venti In più dai un senso alle altre parole. Senza di te non valgono nulla. Come per esempio chiacchierare. Anche quando il gallo si sveglia al mattino col suo chicchiricchì, senza l’“H” non c’è risata senza la tua “H” non ci sarebbe la risata.
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306 di Nonna Gina
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307 di Nonna Gina
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308 di Nonna Gina
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309 di Nonna Gina
INDICE per pagina 6 Venezia 6 Il gambero 6 Il Sole 8 Il passero 8 L’albero 8 La formica 10 La lucciola 10 Le nuvole 10 L’acqua 12 Il vento 12 Cuore 12 La notte 14 Il giorno 14 Le campane 14 Zucchero 16 Il cervello 16 La rugiada 16 La scatola 18 Il topo 18 Il cane 20 La vigna 20 La gallina 20 La luna 22 La gente 22 Il mondo 22 Poesia 24 L’uomo 24 La televisione 24 L’occhio 26 Il giornale 26 La memoria 26 Il buono 28 Le aule della scuola 28 Cervelli 28 La saletta 30 Batuffolo di cotone 30 Il cattivo 30 Gli occhiali 32 Bottoni 32 Cerchio 34 Poltrona 34 La memoria 34 Il nido (l’asilo)
36 Cuore e cervello 36 Fare poesie 36 La memoria impazzita 38 Il cervello 38 I misteri dell’uomo 38 Il bambino 40 Il cervello 40 Matita 40 Trottola 42 Castagna 42 Barca 42 Il ramo 44 La chiesetta 44 Pietra 44 Ciglia 46 Unghie 46 Quello che ha fatto l’uomo 48 Mani 48 Il bosco 50 Pescator di passeri 50 Pesci 50 Automobile 52 La giostra 52 Busto 52 Nome e cognome 54 Treno 54 Pentola 54 Matita 56 Cantanti (indovinello) 56 Dare non dare 56 Cornice 58 Fare non fare 58 Tavolo da scrivania 58 Piedi 60 Lettera 60 Aereo 60 Casa 62 Polvere (indovinello) 62 Gioco della tombola 64 Chiesetta 64 Borsellino 64 Botta e risposta Le filastrocche
66 Carretto 66 Il fabbro 68 Il carro 68 Ponte 68 Niente 70 La casa 70 Il cimitero 70 Se tutto andasse ben 72 L’autostrada 72 Andata e ritorno 72 Rientro 74 Secchio al pozzo 74 Il fornaio 74 Supermarket Parc76 76 Le persone 76 Mare 78 Foglie 78 Autorità 78 L’autorità 80 L’autoritario 80 L’autorità 80 Maestra scolare 82 Mentire 82 Ingannare 82 Rispettare 84 Pensieri passeggeri 84 Intrecci 84 Labirinto 86 Chi vuol la guerra 86 Metropolitana 86 L’Italia 88 Udito 88 Non penso. Penso? 88 Capelli 90 Rinunciare 90 Bisogna saper rinunciare 92 Il seme 92 Gridare 92 Vento 94 Aria 94 Armonia
310 di Nonna Gina
94 Inverno 96 Estate 96 Autunno 96 Ripetere 98 Pulce 98 L’idea 98 Scrivere 100 L’aratro 100 Vincere (lotteria) 100 Il mese delle rose 102 Zanzara 102 Serpente 104 I bambini dell’asilo 104 L’ora legale 106 La Chiesa 106 L’ape 108 Colore della pelle 108 Chiesa 108 Il male 110 Il tempo 110 Quarant’anni di nozze 112 Cielo 112 I pianeti nel cielo 112 Diversità della gente 114 Il commercio 114 L’uomo 114 Creare 116 Temporali e tuoni 116 Il campo del pallone 116 Faro 118 La mucca 118 Il pedone 118 Stelle 120 Il passero 120 Pista dei cavalli 120 Campione di tennis 122 Casa di riposo 122 Fischio 124 Caminetto 124 Le castagne 126 La mosca 128 Tutta la gente 130 Stireria 130 I papà 132-133 Terra 134 Le piante 134 Le religioni 136 Morire
138 I gruppi 140 Bar 142 Camminare 142 Amore 144 Nebbia 146 I bambini dell’asilo 148 Telefono coi fili e senza fili 150 Musica 152 Bellezza del creato 152 Ponti 154 Vita allegra (canzonetta) 154 L’inferiorità 156 Lampioni 156 Tram e filobus 156 Luna 158 Passero 158 Niente si può far 160 Bugie 160 Chiedere grazie 162 Notte buia (canzonetta) 164 Scrivere poesie 164 La vita 164 Il Sole (indovinello) 166 Per l’anziano più salute 168 Grilli 170 Il pensiero 172 Gli alberi e l’erbetta 174 L’idea 176 Se tu (canzonetta) 178 Qualcosa in comune 178 Ruscello d’acqua (canzonetta) 180 Famiglia moderna 180 Chiedere grazie 180 Cervello 182 Il ragno 182 L’uomo equilibrato e retto 182 Il mercurio 184 Pioggia 184 Tende 184 Sfere d’orologio 186 La miniera 186 Il Sole
Le filastrocche
186 Paese natìo 188 La neve 188 Gatti 188 Monti 190 Se è poesia 190 Farfalla 190 Gli handicappati 192 Milano d’Estate 192 Mare 192 Strade alberate 194 Guai 194 Brutti e belli 194 Ascensore 196 Le rondini 196 La rondine 198 Gli uomini nel mondo 198 Il vino 200 I bambini all’asilo 202 Il mistero 202 Il gatto 202 Cervello 204 L’edera e l’albero 204 Le nuvole 204 Il pallone nel campo 206 La rete sul campo 206 Il semaforo 206 La mia casa 208 I bachi da seta 208 La tartaruga 208 S. Maddalena di Canossa 210 Primavera (canzonetta) 212 Le quattro stagioni 214 Miscuglio alfabetico 216 I dodici mesi dell’anno 216 Il pappagallo 218 Corde vocali 218 Grandi 220 Perché siamo diversi 220 Mocio 222 Pallacanestro 222 Ciotola 224 Il tempo (canzonetta) 226 Lucciola 228 Mia figlia (canzonetta) 230 Rosa (canzonetta) 230 Felici
311 di Nonna Gina
232 Angeli (canzonetta) 234 Dentista (canzonetta) 236 La lavandaia (canzonetta) 238 Si è scatenato qualche cosa (canzonetta) 240 Ciabattino 240 Lo sciatore 242 Servitor che serve 242 Il medico 244 Belzebù 246 La civetta (canzonetta) 246 Sfere dell’orologio 248 Indovinello 248 Vetro per finestra 248 Acqua malata 250 Il taglialegna 250 Il cervello della donna 252 Il Calvario (canzonetta) 252 Pomeriggio domenicale 254 Farmacologo 254 Orafo 256 Tempo di guerra (storia vissuta) 258 L’alluvione del Po (1951)
260 Partenza per Milano 262 Il piccolo e il grande ricco 262 Il sonno della morte 264 I galletti 264 Il primo e l’ultimo 264 Piccoli pensieri 266 Terremoto 266 Dare avere libertà 268 Il saggio 268 Capire se pur difficile è 270 La sofferenza 270 Gorbaciov e la sua adorabile moglie (canzonetta) 272 Mercato alimentare 272 Poesia 274 La benedizione 274 La casalinga 276 Collaborare 276 Terremoto 276 Terra in movimento 278 Le scale (canzonetta) 278 Forza interiore 280 La divisa 280 La canapa 282 Un innamorato (canzonetta) 284 Il libro della sapienza 284 Accettare
Le filastrocche
286 Gina cantastorie (canzonetta) 286 Se potessi sapere 286 Il cervello che cammina 288 Scrittura privata 288 Ingegno 290 I proverbi 292 Chiamata del Presidente Pertini 294 Ritardo 294 Cresima di Francesca 296 Il Sole a Milano 298 Chi lo dice chi sta zitto 298 Il cervello di bisnonna Gina 300 La mia vecchiaia 302 La morte 302 L’Euro nel 2002 entra in Europa 300 La luna parla al Sole 304 I venti che temiamo 306 Il vento 306 La consonante “H”
312 di Nonna Gina
INDICE alfabetico Accettare, 284 Acqua malata, 248 Acqua, 10 Aereo, 60 Albero, 8 Alluvione del Po (1951), 258 Amore, 142 Andata e ritorno, 72 Angeli (canzonetta), 232 Ape, 106 Aratro, 100 Aria, 94 Armonia, 94 Ascensore, 194 Aule della scuola, 28 Automobile, 50 Autorità, 78 Autorità, 78 Autorità, 80 Autoritario, 80 Autostrada, 72 Autunno, 96 Bachi da seta, 208 Bambini all’asilo, 200 Bambini dell’asilo, 104 Bambini dell’asilo, 146 Bambino, 38 Bar, 140 Barca, 42 Batuffolo di cotone, 30 Bellezza del creato, 152 Belzebù, 244 Benedizione, 274 Bisogna saper rinunciare, 90 Borsellino, 64 Bosco, 48 Botta e risposta, 64 Bottoni, 32 Brutti e belli, 194 Bugie, 160 Buono, 26 Busto, 52 Calvario (canzonetta), 252
Caminetto, 124 Camminare, 142 Campane, 14 Campione di tennis, 120 Campo del pallone, 116 Canapa, 280 Cane, 18 Cantanti (indovinello), 56 Capelli, 88 Capire se pur difficile è, 268 Carretto, 66 Carro, 68 Casa di riposo, 122 Casa, 206 Casa, 60 Casa, 70 Casalinga, 274 Castagna, 42 Castagne, 124 Cattivo, 30 Cerchio, 32 Cervelli, 28 Cervello che cammina, 286 Cervello della donna, 250 Cervello di bisnonna Gina, 298 Cervello, 16 Cervello, 180 Cervello, 202 Cervello, 38 Cervello, 40 Chi lo dice chi sta zitto, 298 Chi vuol la guerra, 86 Chiamata del Presidente Pertini, 292 Chiedere grazie, 160 Chiedere grazie, 180 Chiesa, 106 Chiesa, 108 Chiesetta, 44 Chiesetta, 64 Ciabattino, 240
Le filastrocche
Cielo, 112 Ciglia, 44 Cimitero, 70 Ciotola, 222 Civetta (canzonetta), 246 Collaborare, 276 Colore della pelle, 108 Commercio, 114 Consonante “H”, 306 Corde vocali, 218 Cornice, 56 Creare, 114 Cresima di Francesca, 294 Cuore e cervello, 36 Cuore, 12 Dare avere libertà, 266 Dare non dare, 56 Dentista (canzonetta), 234 Diversità della gente, 112 Divisa, 280 Dodici mesi dell’anno, 216 Edera e l’albero, 204 Estate, 96 Euro nel 2002 entra in Europa, 302 Fabbro, 66 Famiglia moderna, 180 Fare non fare, 58 Fare poesie, 36 Farfalla, 190 Farmacologo, 254 Faro, 116 Felici, 230 Fischio, 122 Foglie, 78 Formica, 8 Fornaio, 74 Forza interiore, 278 Galletti, 264 Gallina, 20 Gambero, 6 Gatti, 188
313 di Nonna Gina
Gatto, 202 Gente, 22 Gina cantastorie (canzonetta), 286 Gioco della tombola, 62 Giornale, 26 Giorno, 14 Giostra, 52 Gli alberi e l’erbetta, 172 Gli handicappati, 190 Gli occhiali, 30 Gli uomini nel mondo, 198 Gorbaciov e la sua adorabile moglie (canzonetta), 270 Grandi, 218 Gridare, 92 Grilli, 168 Gruppi, 138 Guai, 194 Idea, 174 Idea, 98 Indovinello, 248 Inferiorità, 154 Ingannare, 82 Ingegno, 288 Innamorato (canzonetta), 282 Intrecci, 84 Inverno, 94 Italia, 86 Labirinto, 84 Lampioni, 156 Lavandaia (canzonetta), 236 Lettera, 60 Libro della sapienza, 284 Lucciola, 10 Lucciola, 226 Luna, 156 Luna, 20 Luna parla al Sole, 300 Maestra scolare, 80 Male, 108 Mani, 48 Mare, 192 Mare, 76
Matita, 40 Matita, 54 Medico, 242 Memoria impazzita, 36 Memoria, 26 Memoria, 34 Mentire, 82 Mercato alimentare, 272 Mercurio, 182 Mese delle rose, 100 Metropolitana, 86 Mia figlia (canzonetta), 228 Milano d’Estate, 192 Miniera, 186 Miscuglio alfabetico, 214 Misteri dell’uomo, 38 Mistero, 202 Mocio, 220 Mondo, 22 Monti, 188 Morire, 136 Morte, 302 Mosca, 126 Mucca, 118 Musica, 150 Nebbia, 144 Neve, 188 Nido (l’asilo), 34 Niente si può far, 158 Niente, 68 Nome e cognome, 52 Non penso. Penso?, 88 Notte buia (canzonetta), 162 Notte, 12 Nuvole, 10 Nuvole, 204 Occhio, 24 Ora legale, 104 Orafo, 254 Paese natìo, 186 Pallacanestro, 222 Pallone nel campo, 204 Papà, 130 Pappagallo, 216 Parco, 76 Partenza per Milano, 260
Le filastrocche
Passero, 120 Passero, 158 Passero, 8 Pedone, 118 Pensieri passeggeri, 84 Pensiero, 170 Pentola, 54 Per l’anziano più salute, 166 Perché siamo diversi, 220 Persone, 76 Pescator di passeri, 50 Pesci, 50 Pianeti nel cielo, 112 Piante, 134 Piccoli pensieri, 264 Piccolo e il grande ricco, 262 Piedi, 58 Pietra, 44 Pioggia, 184 Pista dei cavalli, 120 Poesia, 22 Poesia, 272 Poltrona, 34 Polvere (indovinello), 62 Pomeriggio domenicale, 252 Ponte, 68 Ponti, 152 Primavera (canzonetta), 210 Primo e l’ultimo, 264 Proverbi, 290 Pulce, 98 Qualcosa in comune, 178 Quarant’anni di nozze, 110 Quello che ha fatto l’uomo, 46 Ragno, 182 Ramo, 42 Religioni, 134 Rete sul campo, 206 Rientro, 72 Rinunciare, 90 Ripetere, 96
314 di Nonna Gina
Rispettare, 82 Ritardo, 294 Rondine, 196 Rondini, 196 Rosa (canzonetta), 230 Rugiada, 16 Ruscello d’acqua (canzonetta), 178 S. Maddalena di Canossa, 208 Saggio, 268 Saletta, 28 Scale (canzonetta), 278 Scatola, 16 Sciatore, 240 Scrittura privata, 288 Scrivere poesie, 164 Scrivere, 98 Se è poesia, 190 Se potessi sapere, 286 Se tu (canzonetta), 176 Se tutto andasse ben, 70 Secchio al pozzo, 74 Semaforo, 206 Seme, 92 Serpente, 102 Servitor che serve, 242 Sfere dell’orologio, 246
Sfere d’orologio, 184 Si è scatenato qualche cosa (canzonetta), 238 Sofferenza, 270 Sole (indovinello), 164 Sole a Milano, 296 Sole, 186 Sole, 6 Sonno della morte, 262 Stagioni, 212 Stelle, 118 Stireria, 130 Strade alberate, 192 Supermarket, 74 Taglialegna, 250 Tartaruga, 208 Tavolo da scrivania, 58 Telefono coi fili e senza fili, 148 Televisione, 24 Tempo (canzonetta), 224 Tempo di guerra (storia vissuta), 256 Tempo, 110 Temporali e tuoni, 116 Tende, 184 Terra in movimento, 276 Terra, 132, 133
Le filastrocche
Terremoto, 266 Terremoto, 276 Topo, 18 Tram e filobus, 156 Treno, 54 Trottola, 40 Tutta la gente, 128 Udito, 88 Unghie, 46 Uomo equilibrato e retto, 182 Uomo, 114 Uomo, 24 Vecchiaia, 300 Venezia, 6 Venti che temiamo, 304 Vento, 12 Vento, 306 Vento, 92 Vetro per finestra, 248 Vigna, 20 Vincere (lotteria), 100 Vino, 198 Vita allegra (canzonetta), 154 Vita, 164 Zanzara, 102 Zucchero, 14
315 di Nonna Gina
RINGRAZIAMENTI Ringrazio tutti i figli che hanno collaborato per la buona riuscita di questa mia pubblicazione. Ringrazio Marco Cabella, amico di mio figlio Nazzareno, che con affetto pi첫 che filiale ha voluto recensire i miei testi. Luigina Squaiella Pampado (dicembre 2012)
Edizione fuori commercio, omaggio dell’autore, editata in occasione dell’ottantacinquesimo compleanno di Luigina Elisabetta Squaiella Pampado Pincara (Ro) 19 luglio 1927 Milano 19 luglio 2012.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il consenso dell’autore. Grafica, impaginazione e impianti-stampa del libro Nazzareno Pampado. Finito di stampare nel mese di dicembre 2012