Don Carlo Pogliani 19241951
Don Cesare Volontè 19271951
Don Carlo Regiroli 19291954
Don Aurelio Chiuppi 19321957
Padre Giuseppe Rossini19351959
Don Vincenzo Schieppati19401964
Don Luigi Milani 19421966
Don Angelo Michele Lovati19371967
Don Paolo Cortesi 19461972
Don Gabriele Mangiarotti19481973
Padre Alberto Rossini 19401979
Don Sergio Gallera 19511979
Don Luciano Garlappi 19561981
Don Elio Casiraghi 19511982
Don Maurizio Pessina 19601985
Don Carlo Ciocca 19591988
Don Giorgio Lavezzari19651990
Don Cosimo Romano 19651991
Don Alberto Galimberti19681993
Don Alberto Torriani 19712000
Collaboratori festivi
Don Giacomo Colli dal 1930 al 1984
Mons. Gaetano Reina (ing.)dal 1934 al 1987
Prof don Angelo Palearidal 1959 al 1971
Mons. Renato Corti (vesc. Novara)dal 1972 al 1975
Mons. Erminio De Scalzi (abate S. Ambrogio)
Mons. Celso Elli dal 1973
Don Silvano Casiraghi dal 1981 al 1984
Prof. don Tullio Citrinidal 1984
NUOVE PARROCCHIE
Chiesa Sacra Famiglia consacrata nel 1959 .
Retta dal Coadiutore Don Angelo Scaccabarozzi.
Eretta canonicamente a Parrocchia autonoma l’8 gennaio 1961 (vedi foto qui sotto).
Parroci:
Don Mansueto Messadal 1961 al 1988
Don Ambrogio Giudicidal 1988 al 2000
Don Maurizio Restellidal 2000.
Parrocchia San Carlo costruzione 1982
Don Giovanni Scrosatidal 1982
La chiesa “Sacra Famiglia” era già stata consacrata nel 1959. Solo l’8 gennaio 1961 però - con la benedizione del Card. G. Battista Montini - viene eretta canonicamente a parrocchia autonoma.
papi parroci coadiutori
le suore dell’ asilo infantile
Arrivano le suore dell’Asilo
Come detto in precedenza, il 27 maggio 1911 arrivano a Novate Milanese due suore insegnanti, Suor Edvige Teresa e Suor Pia Bertolini e, in loro aiuto, anche una suora di Santa Marta (congregazione fondata il 15 ottobre 1878 da Tommaso Reggio, allora vescovo di Ventimiglia - n.d.a.).
Ricordiamo anche che l’iscrizione di bambini è stata numerosissima (quasi 230 alunni su 3.445 abitanti) per cui le tre suore destinate, di cui una servente, non possono assolutamente bastare al bisogno. Il Consiglio riconosce la necessità dell’aumento del gruppo di religiose e si rimette al Presidente circa il numero di personale da aggiungere ammettendo da subito che si debba ricorrere ad altre suore e che non possano essere meno di due. Per questo in data 14 giugno dello stesso anno (due giorni dopo l’apertura dell’Asilo), su richiesta del Presidente, il Cottolengo invierà altre due suore.
Il Comitato del 16 luglio 1911 esprime “soddisfazione per l’andamento dell’Asilo, ad opera delle suore, dopo le prime difficoltà che sembravano insormontabili (l’asilo) produsse un benefico effetto che pare miracoloso. I bambini sentirono in pochi giorni l’influenza educatrice delle suore, e divennero doci-
li ed obbedienti. Il Presidente fa l’elogio delle suore, e segnala ed encomia la cooperazione veramente opportuna ed efficace del sig. Aristide Molgora”.
Elenco delle suore Superiore che si sono succedute nella direzione dell’Asilo.
1911 Suor Edvige Teresa
1917 Suor Pia Bertolini
1957 Suor Ambrogia Crivelli
1964 Suor Emilia Figini
1970 Suor Carla Macchi
1976 Suor Rosa Sita
1982 Suor Carla Margherita Meraviglia
1984 Suor Antonia Perfetti
1985 Suor Gaetana De Agostini
1999 Suor Angelica Rosa Triulzi
2003 Suor Ornella Gagliardi
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le suore dell’ asilo infantile
Avremmo desiderato riportarvi un breve cenno monografico per ogni Reverenda Suora che è passata in questo Asilo ma, poichè è impossibile reperire testimonianze per ognuna di loro, ci accontentiamo di riportare il profilo dell’indimenticabile Suor Pia intendendo, con questo, identificare il lei tutte le doti umane e spirituali di ciascuna delle sue consorelle che hanno operato per il bene dell’Asilo di Novate Milanese e dei nosri bambini.
Cenno monografico di Suor Pia Bertolini
A chi affidarlo se non a Suor Pia che, con l’aiuto di generosi benefattori, l’aveva ideata e voluta?
Così Suor Pia, carica di anni ma giovane di spirito, nel 1957 fu chiamata a reggere le sorti del ricovero.
Dai bimbi alle care vecchiette novatesi fu tutto un succedersi di donazioni e di premure sotto il segno inconfondibile di quella fede nella Divina Provvidenza alla quale S. Giuseppe Cottolengo ha affidato i suoi prediletti figli e le sue opere. L’ultimo anello di quella stupenda catena della carità che le figlie del Cottolengo hanno tra le mani per lenire sofferenze, asciugare lacrime, aiutare i bisogni è l’Asilo Nido, sorto nel 1957 per l’interessamento ed il generoso contributo di insigni cittadini, a favore della più tenera infanzia novatese.
La Casa della Madre e del Bambino Pio XII - così si chiamava il nostro asilo nido, oggi riconvertito in ricovero per le suore anziane del Cottolengo - è stato gestito dall’ Onmi (Opera nazionale maternità e infanzia) e già, a pochi anni dalla sua fondazione, mostrava la sua insufficienza per il crescente numero di mamme che vi affidano le loro creature onde dedicarsi più serenamente al lavoro.
Suor Pia Bertolini muore all’età di 76 anni e riposa presso il cimitero monumentale di Novate Milanese.
Nata a Vermilio (Trento) ha accolto l’invito di Dio e si è fatta suora del Cottolengo.
Nel 1911 all’alba del suo noviziato, Suor Pia Bertolini viene inviata dai Superiori a Novate Milanese.
Nell’Asilo, appena costruito dalla generosità dei novatesi, inizia la sua opera di assistenza.
L’anno seguente, pronunciati i voti religiosi, si consacra definitivamente alla cura dei bambini.
Da allora, anno dopo anno, schiere innumerevoli di piccoli innocenti hanno trascorso la loro infanzia sotto il suo sguardo materno e sulle sue ginocchia.
Accanto all’asilo, nel 1951, viene costruita l’Oasi di S. Giacomo, monumento di vera carità cristiana, ove sono ospitate le care anziane novatesi.
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Suor Pia Bertolini
Suor Ambrogia Crivelli, speriora dell’Asilo dal 1957 al 1964.
le suore dell’ asilo infantile
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Suor Maria Dalla Valle, a sinistra, e la Superiora, Suor Pia Bertolini, durante una gita sul lago. La preoccupazione della Superiora per il tempo incerto fa’ da contraltare alla serenità di suor Maria.
le suore dell’ asilo infantile
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1957 - Il 23 novembre fu veramente festa grande. La Superiora, Suor Pia Bertolini, lascia l’Asilo e attraversa Via Bollate, passando a dirigere la Casa di Riposo “Oasi San Giacomo”.
le suore dell’ asilo infantile
Suor Pia lascia l’Asilo infantile
Sabato 23 novembre 1957, dopo 46 anni di amorose cure consacrate all’infanzia novatese, la Madre Superiora, Suor Pia Bertolini, lascia la direzione dell’Asilo infantile di Novate per assumere la direzione dell’Oasi San Giacomo. E’ per lei la grande festa di riconoscenza. Nella pagina precedente, il sindaco, Carlo Ghezzi, pronuncia un discorso di circostanza. Sono seduti, a destra di Suor Pia, il rag. Alfredo Ferrari e a sinistra la nuova Superiora, Suor Ambrogia Crivelli. Nella pagina seguente, il comm. Carlo Demetrio Faroldi esprime sentimenti di gratitudine a suor Pia.
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le suore dell’ asilo infantile
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Suor Pia Bertolini ringrazia per la preziosa medaglia ricevuta in dono. Nelle pagine successive, le bambine festeggiano Suor Pia con una gioiosa rappresentazione teatrale.
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le suore dell’ asilo infantile
50 anni di professione religiosa
124 le suore dell’ asilo infantile
le suore dell’ asilo infantile
Pur non essendo più Superiora tuttavia, data l’estrema vicinanza della scuola materna all’Oasi San Giacomo, il presidente dell’Asilo, Edoardo Testori, non mancò di incaricare il com. Demetrio Faroldi di organizzare un degno festeggiamento per il cinquantesimo anniversario di professione religiosa di Suor Pia Bertolini. Con questo scritto autografo, Suor Pia Bertolini ringrazia affettuosamente.
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presidenti e struttura
Tutti i presidenti dell’Asilo
Nel primo Comitato esecutivo dei promotori dell’Asilo riunitosi il 28 febbraio 1909, vengono eletti presidenti onorari il cav. dott. Giuseppe Merlo e il sindaco pro tempore, Marino Vaghi. Presidente effettivo del Comitato sarà eletto il cav. Carlo Cova, che però morirà prima dell’inaugurazione dell’Asilo.
Elenco dei Presidenti effettivi dell’Asilo che si sono succeduti dal 1909 ad oggi:
1. cav. Carlo Cova (1909, Presidente del Comitato di fondazione)
2. Gaetano Cozzi (1911-1917)
La presidenza rimane vacante dal 10 giugno 1917 fino al 13 giugno 1920
3. Aristide Molgora (1920-1925)
4. Arturo Rognoni (1925-1929)
5. Giacomo Testori (1929-1945)
6. Edoardo Testori (1945-1965)
7. Giuseppe Testori (1965- 1982)
8. Ercole Gorla (1982 – 1999)
9. Zefferino Melegari (1999 – attuale presidente)
MARINO VAGHI
(presidente onorario dell’Asilo dal 1909 al 1913)
Nato l’1 aprile 1858, morto il 23 maggio 1913
Consigliere comunale dal 1902 al 1913. Per due anni, dal 1903 al 1904 assessore, poi sindaco dal 1905 al 1913. E’ tra i fondatori della Cooperativa “La Benefica” realtà di cui ne diviene subito anche presidente (dal 25-08-1901 al 21-03-1911).
Nel 1909, insieme a Carlo Cova che ne è presidente effettivo, fa parte del Comitato di fondazione dell’Asilo di cui viene nominato presidente onorario assieme al cav. Giuseppe Merlo.
GIUSEPPE MERLO
(presidente onorario dell’Asilo dal 1909 al 1919)
Nato a Milano il 25 novembre 1830, morto nel 1919
Figura di amministratore novatese fra i più longevi sia come età (89 anni), che come durata in carica di consigliere comunale, (30 anni). Il dott. Merlo non ha mai ricoperto nè la carica di sindaco nè quella di assessore. Il suo apporto al Consiglio è stato soprattutto di carattere tecnico-amministrativo. Le questioni più spinose, si rileva dai verbali, vengono infatti affidate a lui.
Nel 1909, con Carlo Cova che ne è presidente effettivo, fa parte del Comitato di fondazione dell’Asilo e viene nominato presidente onorario insieme al sindaco, Marino Vaghi.
CARLO COVA
(primo presidente dell’Asilo dal 1909 al 1910).
Nato nel 1865, muore prematuramente, a Novate all’età di 45 anni nel settembre del 1910.
Proprietario terriero e socio della Società Mutua di Assicurazione Bestiame (di cui fu presidente Angelo Masserini).
Consigliere Comunale dal 1899 al 1906.
Nel 1909, assieme al dott. Giuseppe Merlo, al sindaco Marino Vaghi ed altri, è animatore del Comitato di fondazione dell’Asilo.
GAETANO COZZI
(secondo presidente dell’Asilo dal 1911 al 1917).
Nato a Novate il 29 settembre 1859, morto a Novate il 23 ottobre 1942.
Consigliere comunale dal 1889 al 1904. Il 10 luglio 1894, in qualità di assessore, presiede la Giunta in situazione di emergenza fino al 15 ottobre 1894. Già Giudice conciliatore, viene riconfermato in questa veste per il triennio 1899-1902.
Nel 1909, insieme a Carlo Cova, che ne è presidente, fa parte del Comitato di fondazione dell’Asilo e, dopo la sua apertura,
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presidenti e struttura
dal 1911 - per 6 anni - ne riveste la carica di Presidente. Durante la seduta del consiglio dell’Asilo del 3 gennaio 1917 viene data lettura della lettera di dimissioni da Presidente del cav. comm. dott. Cozzi. I presenti a voti unanimi deliberano che il sig. Cozzi abbia a ritirare le dimissioni e incaricano il Vicepresidente, Giacomo Testori, di mandare lettera pregandolo vivamente di continuare nella Presidenza a beneficio del nuovo Asilo. Nella successiva seduta del 15 luglio, il sig. Silva fa presente che per quanto si abbia insistito finché il sig. Cozzi abbia a ritirare le dimissioni, con sua lettera 10 giugno 1917, lo stesso confermava le dimissioni come assolutamente irrevocabili.
La presidenza rimane vacante e provvisoria dal 10 giugno 1917 fino al 13 giugno 1920.
ARISTIDE MOLGORA
(terzo presidente dell’Asilo dal 1920 al 1925)
Nato a Novate il 26 agosto 1874, morto a Novate il 7 febbraio 1933.
Nel 1909, con Giuseppe Merlo e Carlo Cova - che ne è presidente - fa parte del Comitato di fondazione dell’Asilo infantile.
ARTURO ROGNONI
(quarto presidente dell’Asilo dal 1925 al 1929).
Consigliere comunale dal 1902 al 1913.
Assessore dal 1908 al 1909.
Dopo la morte di Marino Vaghi, il 15 novembre 1913 diviene sindaco, carica che manterrà fino al luglio 1914. Ricoprirà nuovamente l’incarico di consigliere col sindaco Alfredo Pigorini, dal 1924 al 1926.
Nel 1909, con Giuseppe Merlo e Carlo Cova, fa parte del Comitato di fondazione dell’Asilo, divenendo presidente della scuola dal 1925 al 1929.
GIACOMO TESTORI
(quinto presidente dell’Asilo dal 1929 al 1945).
Nato a Sormano (CO) il 29 aprile 1872, morto a Novate 25 maggio 1946.
Consigliere comunale dal 1914 al 1918 e dal 1924 al 1926. Assessore dal 1924 al 1926. Reggente temporaneo dell’Amministrazione comunale dal 21 gennaio 1937 al 30 giugno dello steso anno in attesa del nuovo Podestà. Dal 10 luglio 1937 è delegato facente funzioni del Podestà, Criscuolo Doria.
Nel 1909, con. Giuseppe Merlo e Carlo Cova, fa parte del Comitato di fondazione dell’Asilo, assumendo la carica di presidente dal 1929 al 1945.
EDOARDO TESTORI
(sesto presidente dell’Asilo dal 1945 al 1965).
Nato a Sormano (CO), il 18 dicembre 1885, morto a Novate il 27 dicembre 1965.
In collaborazione perfettamente armonica col fratello Giacomo, nel 1905 iniziò, in Novate Milanese, l’attività dell’industria per feltri denominata S. A. Fratelli Testori (Saft). Quel genere di lavoro lo avevano ereditato dal padre, che, in Sormano, fin dal 1890-91, aveva dato inizio al funzionamento di un laboratorio, assai modesto, che traeva energia dalla corrente del fiume Lambro. A Novate, nonostante con loro fosse ancora il padre anziano, furono i “Fratelli Testori”, Giacomo ed Edoardo, a comparire come iniziatori coraggiosi e promotori tenaci di una vera e propria industria.
Insieme al fratello Giacomo, rapidamente integrato nella nuova comunità civile e parrocchiale di Novate, diede prova della sua sensibilità facendosi fervido promotore e sostenitore efficace del Comitato per l’Asilo infantile. Si trattava della prova più tangibile di quel vincolo cristiano per il quale i fratelli Testori si sentirono sempre più legati alle famiglie novatesi, non solo dei loro dipendenti.
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I fratelli Giacomo e Edoardo Testori. Edoardo succedette a Giacomo, nella presidenza dell’Asilo, dopo la morte del fratello.
presidenti e struttura
Il 19 maggio 1934, venire nominato fra i membri del “Direttivo del Fascio” di Novate Milanese.
Di grande umiltà e devoto credente, Edoardo figura anche, per lunghi anni, come “fabbriciere” della parrocchia, della quale rimase, fino al termine della sua esistenza, un munifico sostegno.
Con la scomparsa del fratello Giacomo, nel 1946, Edoardo subentrò, con piena funzione, alla guida dell’azienda e si impegnò sempre più nella preparazione e nello sviluppo di quelle iniziative di vero carattere sociale cristiano che caratterizzano tuttora la vita dell’industria e che tanto bene procurano alle famiglie dei dipendenti.
Insignito, per le sue benemerenze, del titolo di commendatore, Edoardo Testori non interruppe mai il generoso contatto con i più umili. Da presidente dell’Asilo, subentrando al fratello Giacomo - che aveva abbandonato l’incarico per motivi di salute - egli si adoperò per il perfezionamento della istituzione scegliendo, spesso, fra i bambini, tra cui erano presenti anche molti figli dei suoi dipendenti.
Vincenzo Torriani e altri indimenticabili figure, della “Sportiva Novatese”, di cui ne diverrà anche presidente. Ad essa ha donato con entusiasmo e spinto giovanile la sua passione sportiva, prodigo di consigli e di vivo interesse per una sana attività a favore dei giovani novatesi.
Consigliere comunale della Dc dal 1964 al 1975. Nelle commissioni di lavoro consiliare a cui ha partecipato - in particolare quelle di Bilancio e Programmazione - ha portato le sue conoscenze e la sua esperienza d’imprenditore (l’ing. Testori è, a quel tempo, consigliere delegato, e successivamente Presidente, della S. A. Fratelli Testori), suggerendo, con congruo anticipo, criteri di impostazione programmatica che alcuni anni dopo diverranno - per i Comuni - obblighi di legge, come il Programma Pluriennale di Attuazione. Rilevante il suo apporto - come minoranza - relativamente alla decisione di costruire il nuovo municipio.
Si è molto occupato anche della scuola materna Giovanni XXIII, di cui è stato il settimo presidente dal 1965 al 1982.
ERCOLE
GORLA
(ottavo presidente dell’Asilo dal 1982 al 1999)
Nato a Novate il 18 aprile 1926.
GIUSEPPE TESTORI
(settimo presidente dell’Asilo dal 1965 al 1982).
Nato a Novate il 30 ottobre1921, muore il 5 agosto 2005
Cofondatore, in tempi difficili con don Giovanni Arrigoni, con
Consigliere comunale socialista per 24 anni, dal 1956 al 1980. Nominato sindaco nel novembre 1968 fino al 1970 in sostituzione del sindaco, Anselmo Pulga, dimissionario. Viene rieletto nel 1970 fino al 1975. Lo svolgimento del suo mandato è caratterizzato dalla realizzazione di proficui e buoni rapporti con le minoranze consiliari. In quel periodo, fra l’altro, si approva il primo Piano Regolatore Generale (1969). Inoltre - come è ovvio - Gorla, in qualità di sindaco è coinvolto in tutte le opere definite e realizzate dagli assessori delle sue Giunte. Dal 1975 al 1980 è capo del gruppo consiliare socialista in Consiglio comunale. Dopo aver lasciato l’attività amministrativa, Gorla entra a far parte del Comitato Direttivo della scuola materna Giovanni XXIII e due anni dopo, ne diviene presidente. Carica che ricopre per ben 17 anni. E’ in quegli anni che va in porto una buona convenzione con il Comune che, concretamente ed economicamente, ne riconosce il ruolo, così come avveniva già nei primi anni in cui questa istituzione era nata. Nel dicembre 1987 dalla Provincia di Milano gli viene conferita una medaglia di benemerenza per aver contribuito a mantenere alto il prestigio della Provincia. Nell’attività politica ha sempre fatto parte del gruppo dirigente della locale sezione del Psi, alla quale si era iscritto fin dal lontano 1948, divenendone segretario nel 1954, ruolo che ricoprì per 14 anni fino al 1968.
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ZEFFERINO MELEGARI
presidenti e struttura
(nono presidente dell’Asilo dal 1999 – attuale presidente)
Nato a Novate il 19 gennaio1941. Consigliere comunale dal marzo 1972 al 1975. Ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione della Farmacia Comunale. Dopo l’impegno in Consiglio comunale, si dedica all’organizzazione di manifestazioni artistiche. E’ fra i fondatori del “Club più o meno quaranta” e, nel 1978, ne diviene presidente. Le iniziative del sodalizio sono numerose e qualificate, tanto da divenire, per i novatesi, un appuntamento atteso. Nel 1977, con l’approvazione della legge che assegna alla funzione compiti più puntuali e pressanti, assume la carica di Giudice Conciliatore, ricoprendola fino al 1995. In questo ruolo, pur in presenza di limitate risorse, mostra una capacità di saggia mediazione fra le parti in causa, spesso - in partenza - spigolose e poco disponibili all’accordo mediato. In queste delicate situazioni, Melegari riesce quasi sempre a trovare la soluzione adeguata. Entra nel Consiglio della scuola materna Giovanni XXIII e ne diventa subito revisore dei conti poi, dal 1999, Presidente.
ATTUALE CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
(in carica fino all’11.11.2011)
Zefferino MELEGARI(Presidente)
Annalisa GALARDI (Vicepresidente)
Mons. Vittorio MADE’ (Parroco SS. Gervaso e Protaso)
Antonio Claudio FINOTTO
Francesco Luigi GALUPPO
Marco LONGHESE
Giorgio OSSOLI
Alberto SARTOR
Massimo VIGORELLI
COLLEGIO REVISORI DEI CONTI
Aldo SCHIEPPATI (Presidente)
Renato DOSSENA (Segretario CdA)
Attilio MARIANI
ORGANICO 2010
Suor Ornella Gagliardi (coordinatrice didattica)
Antonella Barreca (insegnante)
Angela Bonsignori (insegnante)
Antonella Cotti (insegnante)
Monica Eusebio (insegnante)
Liliana Fiadino (insegnante)
Laura Ghiringhelli (insegnante)
Claudia Lizzo (insegnante)
Daniela Pilla (insegnante)
Monica Rozzino (insegnante)
Adele Tavola (insegnante)
Valeria Voci (insegnante)
Anna Resta (ausiliaria)
Vera Vyzaj (ausiliaria)
Samphat Mahamalage (ausiliario).
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1981 - ’82
le successive ristrutturazioni
Il primo Asilo e le successive ristrutturazioni
Furono l’ing. De Simoni ed il laureando ing. Angelo Spazzini che durante il Comitato del 7 aprile 1909 si dichiararono disponibili a compilare gratuitamente il progetto dell’erigendo asilo. Anche l’ing. Umberto Pizzorno, nel verbale del 3 maggio 1909, dichiara di donare gratuitamente la propria disponibilità di tecnico a favore di tale progetto.
Il capomastro, sig. Albini di Bollate, è disponibile a prestare la sua firma e ad assumersi la responsabilità del progetto purché siano acquistati da lui i mattoni necessari alla costruzione.
Nel verbale del 10 luglio 1909 viene affidata al sindaco, Marino Vaghi, la responsabilità per la sorveglianza dei lavori e le conseguenti responsabilità civili e penali nonché la scelta dei materiali. Mentre è del 6 gennaio 1910 una lettera dell’ing. De Simoni riguardo alle caratteristiche dell’edificio.
I lavori vengono eseguiti prevalentemente dalla “Lega dei Muratori” di Novate, una cooperativa fondata da 80 soci verso la fine del 1901 che per lo più lavorava, su commissione, per la cooperativa “La Benefica”.
Nel 1909, anno in cui incominciano i lavori di costruzione dell’Asilo, le ore lavorative giornaliere di un muratore erano mediamente 10 e la paga media era di 3 Lire e 80 centesimi al giorno. Sappiamo per certo che gran parte della manodopera per la costruzione dell’Asilo è stata donata gratuitamente dai muratori della “Lega Muratori” che prestavano la propria opera nelle ore serali al termine del proprio turno di lavoro giornaliero.
Intanto la Congregazione di Carità di Milano, con verbale di seduta del giorno 24 giugno 1909 n. 535, alla presenza di tutti i consiglieri e dell’avvocato Bueff cav. Giovanni Battista, segretario generale, e del relatore consigliere Brioschi, delibera riguardo alla “vendita di un terreno per la istituzione dell’Asilo infantile di Novate Milanese, intesa ad ottenere dalla Congregazione la cessione di un appezzamento di terreno in quel Comune, contiguo ad altro già a disposizione del Comitato stesso.
Il terreno è dell’estensione di circa 1.400 metri quadrati, il prezzo attribuibile può ritenersi congruo nella misura di 75 centesimi al metro quadrato”. Si tratta di un terreno poco remunerativo che era adibito a cava di sabbia.
Il Comitato precisa anche che “in attesa che venga costituita una legale rappresentanza dell’Asilo che vuolsi erigere in Ente Morale autonomo, non potendosi addivenire immediatamente alla stipulazione dell’atto, torna intanto opportuno di ottenere l’assenso dell’Autorità tutoria ad effettuare la vendita per suesposto prezzo ed allo scopo speciale a chi vuolsi destinare il terreno”.
In data 6 gennaio 1910 il Consiglio direttivo dell’Asilo delibera di mantenere inalterato il numero di operai che lavorano in questi giorni nella costruzione dell’edificio, fino a completamento del tetto. Poi si vedrà.
I sigg. Bassetti e Venino autorizzano a prendere la sabbia dai loro scavi se vi sarà bisogno.
Il sindaco, Marino Vaghi, assicura che non ve ne sarà bisogno avendo l’autorità Comunale messo a disposizione la propria cava.
Per la costruzione dell’Asilo si delibera di fare un concorso fra varie aziende ma, privilegiando le imprese di Novate. Viene data lettura della lettera dell’ing. De Simoni riguardo alle caratteristiche dell’edificio, il quale esprime essere necessario che i pavimenti della scuola e della cucina siano in lava e le spalle e i cappelli delle finestre siano in cemento colorato a vista.
Il 2 aprile 1910 il dott. Molgora propone che si dia come regalia qualcosa agli operai che si prestano gratuitamente per mezza giornata di lavoro. Carlo Cova incarica il dott. Molgora e il sindaco che si accordino per le modalità delle paghe agli operai, esclusi sempre i giorni festivi (donati gratuitamente).
Come si può capire, la manodopera non mancò mai per la realizzazione di un progetto fortemente desiderato da tutta la popolazione ed anzi fu una gara ammirevole a prestare il proprio lavoro gratuitamente, anche la domenica, aspetto questo che forse non era gradito al signor Parroco.
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131 le successive ristrutturazioni
le successive ristrutturazioni
saranno duecento, ma vi è già in progetto la costruzione di altre due aule per raccogliere gli altri bambini essendo il paese di 3.200 abitanti; ma per questo vogliamo aspettare più tardi.”
Dunque l’Asilo non è ancora inaugurato e già si parla di ampliarlo poiché, dato il grande consenso che ha trovato presso la popolazione e il gran numero di bambini che hanno effettuato la preiscrizione, l’opera risulta già insufficiente ai bisogni del paese.
Anche nel Comitato del 16 luglio 1911 si pensa ad un ampliamento dell’Asilo, come insistentemente richiesto dalle suore per adeguarlo al gran numero di bambini che già lo frequentano.
Il Comitato annota anche che “dopo le prime difficoltà che sembravano insormontabili si deve prendere atto di un benefico effetto che pare miracoloso: le iscrizioni hanno raggiunto il ragguardevole numero di 230 alunni. Grazie agli introiti delle azioni sottoscritte dai benefattori per l’anno 1911 e a quelli della pesca di beneficenza e della lotteria (1.275 Lire e 20 centesimi) si prevede che il deficit si trasformerà rapidamente in attivo. Queste entrate (complessivamente 1.770 Lire e 25 centesimi) potranno essere utilizzate per le spese, certamente non piccole, necessarie per l’allestimento della cucina economica e le suppellettili necessari al funzionamento della refezione calda (minestra o pasta)”.
L’unica descrizione dell’Asilo, di poco precedente il tempo della sua inaugurazione che ci è giunta fino ad oggi, è quella relativa alla corrispondenza datata 2 maggio 1910 che il Presidente cav.
Carlo Cova, indirizza al Cottolengo di Torino.
In essa si dice che l’Asilo “è costruito sul modello governativo, praticamente come quello di Crescenzago. Vi sono due grandi aule di mq 70 cad. per i bambini, un vestibolo grandissimo, locale direzione, … e portineria, tutto a pian terreno rialzato; sotto, locali cucina e servizi annessi, e al piano superiore 4 grandi locali dei quali uno può dividersi in 2 occorrendo, più un localino servizi”.
Veniamo a sapere inoltre che “i bambini per ora da raccogliere
Visti gli ottimi risultati delle pesche di beneficenza, anche nel 1914 se ne organizza una per la raccolta di fondi pro Asilo. L’iniziativa avviene il 31 maggio per opera di un Comitato di “patronesse” formato da “venti signore del paese” e coordinato dalla vedova Annita Casini. Il prefetto di Milano scrive, il 25 maggio, al ministro della “Real Casa” per avere un dono che “produrrà ottima impressione” fra la popolazione. Solo due giorni dopo, il 27 maggio, il Ministro risponde e comunica che Sua Maestà la Regina “in accoglimento alla domanda rivoltaLe, si è compiaciuta destinare Suo dono per la festa di beneficenza a favore dell’Asilo infantile di Novate Milanese. Il Reale oggetto consiste in una riproduzione in bronzo del “Colombo giovinetto” di Monteverde, viene oggi stesso spedito, con diretta partecipazione, stante l’urgenza, alla Presidenza dell’Asilo.” Il “Real Dono” arriva in tempo per la pesca di beneficenza e il sindaco, il 14 giugno 1914, assicura il prefetto che tutto è andato bene. Sempre nel 1914, il 16 novembre, il sindaco, Clemente Bonfanti, a nome dell’Amministrazione comunale sottoscrive, per l’Asilo, 400 Lire.
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In questo modo si pensa di poter accantonare risorse sufficienti per l’ampliamento invece poi, le vicissitudini quotidiane, il precipitare degli eventi politici che trascinano l’Italia verso il primo conflitto bellico mondiale, la difficile ripresa e la miseria dopo la fine della guerra non consentiranno altro che la gestione ordinaria e non si parlerà più di ampliamento fino al 1920. Nel periodo luglio 1917 – maggio 1920 le riunioni del Comitato Direttivo trattano solo di questioni ordinarie, di bilancio e di rinnovo delle cariche.
E’ durante l’assemblea generale dei soci, tenutasi il 2 maggio 1920, che però si verifica un “miracolo”.
Dopo aver discusso ed approvato il consuntivo a tutto il 30 aprile 1920 con una risultanza di 4.051 Lire e 64 centesimi secondo il riporto Cozzi, chiede di poter parlare la signora Annetta Cova (vedova del compianto primo presidente del “Comitato pro Asilo”) che dichiara di voler costruire, a proprie spese, il tanto discusso e mai realizzato ampliamento.
Potete immaginare la sorpresa e la gioia di tutti i soci presenti all’assemblea, che verbalizza:
“I presenti applaudono alla nobile e gentile idea con un vivo ringraziamento. Si passa quindi alla nomina dei revisori dei conti. All’unanimità vengono eletti i sigg. Stauder Baldassarre e Testori Edoardo”.
1922 - EREZIONE DELL’ASILO IN ENTE MORALE
In data 23 marzo 1922 il Re Vittorio Emanuele III riconosce l’Asilo come Ente Morale.
Il documento ufficiale, pur portando la data del 23 marzo 1922, non giungerà nelle mani della presidenza dell’Asilo fino all’anno seguente e ciò sarà causa di qualche sofferenza per le finanze e per l’espletamento di atti notarili.
1923 - REGOLARIZZAZIONE DELL’ACQUISTO DEL TERRENO SU CUI E’ STATO EDIFICATO L’ASILO
Prima di procedere c’è ancora un “ma”.
Finora (1920) l’Asilo risulta costruito su un terreno donato dalla Congregazione di Carità di Milano, ma si tratta di una donazione sulla parole e mai formalizzatasi giuridicamente poiché l’asilo non ha mai posseduto veste giuridica per poter sottoscrivere atti di compravendita.
Questa mancanza di riconoscimento giuridico è inoltre causa di una serie di mancati introiti economici poiché anche il Comune di Novate, per poter effettuare donazioni a sostegno del-
La prima facciata del decreto di riconoscimento dell’Asilo come Ente Morale.
l’attività sociale svolta dalla struttura, ha necessità che questi si configuri come Ente Morale riconosciuto dallo Stato.
Infatti, nel verbale del Consiglio direttivo del 22 novembre 1914 si legge che “il Presidente presenta un disegno di preventivo 1915 il quale, qui allegato, offre un deficit di L. 840, dovuto a mancato sussidio del Comune ed a diminuiti pagamenti delle quote sociali. Il Comune di Novate non nega il sussidio nella cifra di L. 400, ma lo riserva a quando l’Asilo sarà costituito in Ente Morale; ciò equivale a diniego nei riguardi dei bisogni presenti”.
Anche da questi fatti il Comitato Direttivo dell’Asilo comprende che l’ottenimento del riconoscimento giuridico è oramai improcrastinabile.
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23 marzo 1922 - Il seguito del foglio della pagina precedente relativo al riconoscimento giuridico dell’Asilo come Ente Morale. Senza questo documento la presidenza dell’Asilo non poteva sottoscrivere atti notarili e quindi non era giuridicamente abilitato a ricevere donazioni.
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“Sua Maestà Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia”, così recita l’intestazione dell’atto di compravendita del terreno stilato in data 2 maggio 1923, attraverso cui la Congregazione di Carità, con sede in via Olmetto 6 a Milano, regolarizza la cessione del terreno sul quale è stato costruito l’Asilo. La cessione del terreno avviene solo ora poiché al momento della costruzione dell’edificio l’Asilo non era ancora costituito in Ente Morale e pertanto la transazione non era possibile. L’atto notarile fa dunque seguito al
riconoscimento dell’Asilo in Ente Morale, atto che avviene con Regio Decreto solo in data 23 maggio 1922. E’ in virtù di questo riconoscimento che il Consiglio Direttivo può finalmente deliberare, in data 16 settembre 1922, l’acquisto del terreno in questione.
Per benevolo volere della Provvidenza il dott. Gabrile Bertoglio, dello studio Fasanetti sito in Corso Italia 14 a Milano, emette una fattura di 96 Lire e 85 centesimi come cifra totale per la sua parcella e per i costi notarili, uniche spese sostenute
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dall’Asilo che per l’acquisizione del terreno non ha dovuto pagare null’altro.
Prima di eseguire i lavori, che saranno affidati all’architetto Angelo Galesio, è necessario stilare un progetto con relazione tecnica.
Ecco cosa dice la relazione tecnica approntata nel 1926 ed approvata dal Consiglio d’Amministrazione per il progetto di ampliamento dell’Asilo:
Il Comune di Novate ha una popolazione legale di 3.447 abi-
tanti ed una popolazione effettiva di 4.330 in continuo aumento per immigrazione.
Il censimento dei bambini dei due sessi che hanno frequentato l’Asilo nell’ultimo quinquennio ha dato i seguenti risultati:
Anno 1922: maschi 52, femmine 60, totale 112.
Anno 1923: maschi 91, femmine 69, totale 160
Anno 1924: maschi 90, femmine 100, totale 190
Anno 1925: maschi 100, femmine 109, totale 209
Anno 1926: maschi 90, femmine 92, totale 182.
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1926 - Primo ampliamento
Da qui si può dedurre che 1’Asilo deve provvedere almeno per 200 piccoli frequentatori.
Il fabbricato esistente consiste in un atrio di ingresso con facciata verso ponente, due ali - una a destra e l’altra a sinistracon un aula per lato di 72 metri quadrati, a cui si aggiunge una piccola cucina, un locale di 28 metri quadrati anch’esso ad uso cucina ed un locale identico ad uso refettorio.
Appare subito manifesta la deficienza degli ambienti per una popolazione di piccoli così numerosa con tendenza a crescere. Il progetto di ampliamento e sistemazione consiste in questo: portare a tre il numero delle aule, il che si ottiene prolungando di metri 6 l’ala di levante e sloggiando la cucina. Questa troverebbe posto dietro il refettorio mediante il prolungamento di altri metri 6 dell’ala di sinistra col conseguente ampliamento del refettorio da mq 28 a mq 42. Per munire poi il fabbricato di un luogo di ricreazione riparato, il progetto contempla la copertura della zona di cortile compresa fra le due ali in modo da ricavare un salone di mq 115, illuminato ed aerato in parte direttamente ed in parte con lucernario centrale a vetri”.
E’ dal verbale del 1° febbraio 1937 che apprendiamo che Giacomo Testori si appresta a lasciare la presidenza poiché è stato nominato Podestà di Novate Milanese.
Ed è dal messaggio di ringraziamento che gli viene rivolto dal parroco don Arturo Galbiati, che si elencano le opere da lui compiute fra il 1929 e il 1945:
- la costruzione dell’ampio salone centrale con due aule;
- la costruzione del porticato-ricovero nel cortile;
- l’acquisto di appezzamento di terreno per ampliare gli spazi del cortile;
- la costruzione della cinta;
- l’impianto dell’acqua potabile;
- la pavimentazione delle cantine per evitare allagamenti;
- la sostituzione della caldaia per il riscaldamento;
- la verniciatura degli ambienti dello stabile in occasione del 25mo di fondazione dell’Asilo;
- la sostituzione e il rifacimento dei banchi;
- la nuova pavimentazione delle aule;
- la sistemazione delle latrine.
Nell’antica planimetria, qui a lato, è interessante rilevare la presenza del pollaio, dell’orto e la cappella al primo piano.
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1934 - INSTALLAZIONE DEL CANCELLO
Il presidente dell’Asilo, Giacomo Testori, scrive al Podestà di Novate in data 26 giugno 1934.
“Come ebbi a comunicarLe, nell’Asilo infantile, per la sicurezza dei bambini, si è dovuto applicare un cancello in ferro. Sarei a pregarla d’essere, come al solito, tanto compiacente di sorpassare alla cosa”.
Il Podestà Bragaglia annota di suo pugno sulla lettera: “Visto: riconoscete l’esonero della imposta sui materiali di fabbrica.
Si passa quindi al Sig. Ing. Franzini perché controlli che essa venga ugualmente registrata nel libro delle nuove costruzioni.
2 luglio 1934 – XII. Sig. Podestà Bragaglia”.
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1935 - Dedicazione dell’Asilo a Maria Pia di Savoia
Forse è in segno di gratitudine per la benevolenza del Re nei confronti di questa istituzione che il Comitato direttivo delibera di chiamare l’Asilo con la seguente denominazione, “Scuola Materna Principessa Maria Pia di Savoia”.
Maria Pia di Savoia, nome completo Maria Pia Elena Elisabetta Margherita Milena Mafalda Ludovica Tecla Gennara nasce a Napoli il 24 settembre 1934, è la figlia maggiore dell’ultimo Re d’Italia, Umberto II (1904-1983) e di Maria José (1906-2001).
La cerimonia di dedicazione avviene il 10 novembre 1935, pochi mesi dopo i festeggiamenti per il venticinquesimo anniversario di fondazione, ed è abbinata all’inaugurazione dell’imponente “Acquedotto Torre Littoria”. Parlano tanti personaggi, dai rappresentanti federali fascisti al presidente dell’associazione “Madri e Vedove dei Caduti in Guerra”. Poi la benedizione del parroco don Arturo Galbiati.
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La Torre Littoria inaugurata il 10 novembre 1935 in concomitanza alla dedicazione dell’Asilo Infantile alla Principessa Maria Pia di Savoia. Qui a lato, la relazione, inerente la cerimonia, inviata alla Prefettura dall’allora Podestà di Novate, Giovanni Bragaglia.
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1937 - Opere svolte durante la presidenza di Giacomo Testori
Il Comitato del 14 novembre 1937 delibera i seguenti lavori di un secondo ampliamento: costruzione di un fabbricato costituito da quattro vani, uno grande come atrio d’entrata e spogliatoio e tre minori per latrine, lavanderia e bagno. Il tutto da fabbricarsi a ridosso del fianco ovest del corpo centrale dell’asilo. Ciò viene deciso anche a seguito di numerose donazioni alla memoria degli svariati illustri defunti, uno dei quali è il podestà, Alfredo Pigorini.
1948 - INAUGURAZIONE NUOVI ARREDI
Con una lettera del 20 dicembre 1948 il presidente, Edoardo Testori, invita il sindaco, Carlo Ghezzi all’inaugurazione dei nuovi banchi della scuola prevista per il giorno 23 dello stesso mese.
La cerimonia che si tiene nel pomeriggio, alle 15,30 all’Asilo, ha un tono semplice ed è anche l’occasione per distribuire piccoli doni ai bambini ma, il sindaco, per sopraggiunti impegni non può presenziare, scusandosi - a mezzo lettera - il giorno seguente.
1950 - UN PALO DELLA LUCE COMUNALE DENTRO IL RECINTO DELL’ASILO
E’ il sindaco Carlo Ghezzi che in data 23 marzo 1950 chiede, per motivi di sicurezza, di poter installare un palo, per la tesa dei fili elettrici, all’interno dell’asilo piuttosto che installarlo fuori dalla cinta.
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Indicato in rosso sulla foto dal satellite, il secondo ampliamento – avvenuto sotto la presidenza di Giacomo Testori – è stato deliberato dal Comitato il 14 novembre 1937.
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1953 - AMPLIAMENTO DEL TERRENO
“In data 25 giugno 1953 in Milano nella casa di Via Piatti 8, avanti al notaio dott. Angelo Chiodi Daelli fu Cesare, notaio residente in Milano iscritto presso il Collegio Notarile di Milano - Sono personalmente comparsi:
- Gritti Vittoria fu Ottavio, maritata Carabelli, nata a Mirabello di Pavia e domiciliata a Milano in via Vincenzo Monti 92, possidente, che dichiara di intervenire in rappresentanza quale Consigliere Anziana ed in assenza del Presidente dell’Ente Comunale di Assistenza di Milano amministratore dei Luoghi Pii Elemosinieri, autorizzata alla stipula…
- Testori Edoardo fu Angelo, nato a Sormano e domiciliato a Novate Milanese via Piave 21, industriale, che dichiara di agire in legale rappresentanza quale Presidente dell’Asilo infantile di Novate Milanese… autorizzato alla stipulazione… In relazione a quanto sopra l’Ente Comunale di Assistenza di Milano quale Amministratore dei Luoghi Pii Elemosinieri dichiara di aver venduto ed in via di ratifica, a mezzo del suo rappresentante, nuovamente vende e cede all’Asilo infantile di Novate Milanese, che pure a mezzo del proprio rappresentante accetta ed acquista nominativamente, appezzamento di terreno posto in Comune di Novate Milanese a parte del Mappale 276 (duecentosettantasei) di catasto rustico e precisamente la porzione che in base a tipo di frazionemento N. 10484 modello otto e N. 27 modello dodici approvato dall’ufficio Tecnico…”.
1962 - ARRETRAMENTO RECINZIONE E NUOVA CANCELLATA
Nel 1962 il Comune di Novate Milanese chiede all’Asilo di arretrare la recinzione al fine di poter eseguire le opere di urbanizzazione sulla prospiciente via Bollate. Si tratta di togliere all’Asilo una fetta di terreno che dà sulla via Bollate e di fare arretrare la cancellata allineandola alla facciata del corpo avanzato della costruzione così che il Comune possa costruire un marciapiede senza penalizzare la sede stradale. I lavori vengono affidati alla Impresa Edile di Costruzioni Civili ed Industriali Ambrogio Corsi di via Bonfanti 7 a Novate Milanese, che esegue i manufatti per un importo totale di 2 milioni 510 mila Lire.
I lavori vengono così descritti:
“1. Costruzione di una recinzione con cancellata in ferro debitamente verniciata a due mani di tinta all’olio, previa prima mano di minio, poggiata su un muretto di calcestruzzo, prezzo
convenuto a forfait L. 1.957.000.
2. Rimozione dei vecchi gradini cadenti nella futura sede stradale, Lire 25.000.
3. Sola fornitura di serramenti di finestra, la posa in opera verrà addebitata con successivo stato di avanzamento, in quanto non ancora effettuata, Lire 528.000 Totale Lire 2.510.000”.
Il sindaco Carlo Ghezzi dal canto suo, dopo aver concordato l’operazione con il Consiglio Direttivo dell’Asilo, conscio della menomazione arrecata all’Asilo e delle spese che questi dovrà accollarsi per il rifacimento del muretto e della recinzione, intende erogare un contributo quale rimborso spese. Per questo in data 22 maggio 1962, con delibera n. 16, il Comune provvede a liquidare un primo acconto per poi dar seguito ad un saldo che verrà liquidato, in data 4 giugno 1963, con un importo di 1 milione 97 mila 500 Lire.
1963 - AMPLIAMENTO FABBRICATO PREESISTENTE
Si tratta di un ampliamento significativo i cui lavori erano incominciati nel 1961 in concomitanza dei festeggiamenti per i cinquant’anni dell’Asilo. Per quell’occasione il Comitato direttivo organizza dei festeggiamenti ed un apposito depliant che, illustrando il progetto e le impellenti esigenze di nuovi spazi da parte dei bambini, non nasconde affatto l’intento di raccogliere donazioni da destinare ai lavori di ampliamento. In quegli anni i bambini che frequentavano l’asilo erano oltre duecento e il refettorio veniva adibito alternativamente a sala giochi ed a mensa. Anche le aule erano insufficienti.
Per questo il progetto dell’architetto Angelo Galesio prevede la costruzione di una grande sala giochi ottagonale, un grande atrio, un ampio spogliatoio, numerosi e rinnovati servizi igienici e tre grandi aule con annesso corridoio.
L’agibilità per i nuovi locali verrà rilasciata dal sindaco del Comune di Novate Milanese il 1° marzo 1963.
Nelle pagine seguenti, le immagini di alcuni documenti storici inerenti l’ampliamento attuato nel 1963. Nel 1951 nella ricorrenza dei 50 anni dell’Asilo venne pubblicato un apposito depliant per la raccolta di fondi finalizzati all’avvio del progetto di ampliamento conclusosi nel 1963 (vedi foto).
Seguono poi due immagini a piena pagina dei locali ultimati e allegramente invasi dai bambini.
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L’atto notarile Chiodi del 25 giugno 1953 col quale l’amministratore dei Luoghi Pii Elemosinieri dona la porzione di terreno sul quale, di fatto, insistono già alcune strutture dell’Asilo.
La porzione di terreno interessata dall’atto notarile Chiodi, del 25 giugno 1953.
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successive ristrutturazioni
La fattura dell’Impresa Edile Ambrogio Corsi riguardante la costruzione della nuova cancellata in ferro.
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Il luminoso ed ampio refettorio costruito nell’ambito dell’ampliamento realizzato dall’arch. Galesio nel 1963. Nella pagina precedente, il cantiere, il depliant per la raccolta fondi e il “Certificato di abitabilità” concesso a completamento dei lavori. Nella pagina seguente, il nuovo accesso all’asilo a lavori ultimati.
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Nella pagina precedente , il vecchio refettorio quando ancora si trovava dove oggi è situato il salone giochi. Le “mamme” - così venivano chiamate le bambine più grandicelle - sono all’opera per apparecchiare i tavolini per il pranzo. Qui sopra, un pezzo di storia oramai smarrito: l’atrio di entrata della parte vecchia dell’asilo. Qui apparivano, in bella mostra, le lapidi che portavano incisi i nomi dei munifici benefattori. Per poter apporre il proprio nome sulla lapide - a norma di Statuto - si doveva donare all’asilo una somma non inferiore a mille lire. Molte erano le donazioni, fatte dai parenti o dagli amici, in memoria di un loro congiunto. Non mancarono quelle di cittadini illustri, sindaci e podestà dell’epoca. Il desiderio di apporre il proprio nome sulla lapide era così ambito che - su questo argomento - risultano a verbale perfino animate discussioni e qualche diatriba.
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1964 - Dedicazione al Papa buono
In questo caso non si tratta di una ristrutturazione logistica ma certamente questo evento si colloca degnamente all’interno di questo capitolo poiché in un certo senso è come se si fosse deciso di modificare la grande scritta che campeggia sulla facciata dell’Asilo.
In data 10 dicembre 1964 è la Prefettura di Milano che scrive al presidente dell’Asilo per precisare che “il cambio della denominazione di una Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza è modifica che si apporta allo statuto, e come tale deve essere sottoposta all’approvazione del Capo dello Stato, secondo la procedura di cui all’art. 62 della legge 17-7-1890 n.6972. Inoltre l’art. 19 del vigente statuto di codesto Pio Ente dispone che le modifiche statutarie debbono essere deliberate dall’Assemblea dei Soci e, pertanto, il provvedimento relativo alla proposta di variare la denominazione dell’Asilo dovrà es-
sere adottato da quell’Organismo e trasmesso a questa Prefettura in 4 esemplari”. Intanto il comm. Carlo Demetrio Faroldi, il 18 gennaio 1964, essendo Papa Paolo VI, invia una lettera al Segretario di Stato Vaticano Mons. Angelo Dell’Acqua per chiedergli in dono un medaglione o un busto di Papa Giovanni XXIII, lettera a cui il 13 febbraio 1964 Mons. Dell’Acqua risponde assicurando che invierà quanto prima il busto desiderato.
Il 12 marzo il comm. Faroldi scrive nuovamente a Mons. Dell’Acqua ringraziandolo per il dono del busto che gli è stato accordato e per chiedergli di poter inviare direttamente a Roma una persona di fiducia per ritirarlo in modo che sia possibile far benedire la scultura dall’Arcivescovo di Milano Mons. Giovanni Colombo che sarà invitato per i festeggiamenti dell’Asilo che si terranno il 23 maggio 1965.
Qui sopra a sinistra, il telegramma inviato dal Presidente dell’Asilo, Edoardo Testori, al Segretario di Stato di Papa Paolo VI, Mons. Angelo Dell’Acqua, per ringraziare del prezioso busto
ricevuto in dono. A destra, la Lettera di Vettura che ha accompagnato la spedizione del busto in gesso partito da Città del Vaticano alla volta di Novate Milanese.
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dedicazione a Giovanni XXIII
La lettera inviata dal Segretario di Stato di Papa Paolo VI, Mons. Angelo Dell’Acqua, al comm. Demetrio Faroldi per assicurarlo dell’invio di un busto raffigurante Papa Giovanni XXIII a cui, l’Asilo Infantile, ha deciso di dedicare la scuola. Nella pagina precedente, l’antico busto in gesso donato da Papa Paolo VI, poi sostituito - nel 2001 - con un nuovo busto in bronzo, meno vulnerabile alle intemperie. Nelle pagine 158 e 159, due momenti della memorabile visita del Cardinale Giovanni Colombo, avvenuta domenica 23 maggio 1965, durante la quale benedisse le nuove aule e il primo busto.
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1977 - PROGETTO DI SISTEMAZIONE LATO NORD
Il 17 novembre 1977, sempre l’architetto Angelo Galesio presentava le sue note per la sistemazione del lato nord della scuola materna allegando i disegni dell’arch. Marco Maitan. Si tratta di un progetto che prenderà il via l’anno successivo a partire dall’abbattimento di parte del vecchio porticato. Nella sua relazione Galesio suggerisce che “per conseguire una migliore sistemazione dello spazio libero interno della scuola materna e per limitare le spese di manutenzione delle parti murarie è opportuno riordinare le recinzioni nord ed est, particolarmente il tratto attualmente porticato a confine col campo sportivo. Allo stato attuale la recinzione è costituita da un muro pieno formato da basamento e pilastri in calcestruzzo all’interasse variabile di m 3,80 dell’altezza di m 2,15 poi sopralzato di altri m 1,70-1,80; fra i pilastri il riempimento è in muratura di mattoni da cm 12. Su questa struttura, eseguita in due tempi, si appoggia la copertura in capriatelle di legno (interasse m 1,10) e manto in lastre di amianto cemento con canale in lamiera zincata. La copertura, formante il porticato, si appoggia sul davanti a pilastri in calcestruzzo di cm 25x25 ed alette in muratura di cm 38x12. L’intera struttura è in precarie condizioni per cui si rende opportuno intervenire per assicurarne la stabilità e la funzionalità.
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La vicinanza col campo sportivo suggerisce di rendere trasparente il tratto di recinzione in esame così da aumentare la visibilità e 1’aerazione dell’ambiente. Per ottenere questo risultato sono necessari i seguenti interventi: a) rimozione dell’intera copertura con recupero dei materiali non completamente deteriorati; b) abbattimento dell’attuale muro di recinzione per uno sviluppo di circa ml 40, compresa la rimozione della fondazione le cui condizioni statiche non sono idonee a garantire la stabilità della nuova recinzione; c) esecuzione della nuova recinzione eseguita con le stesse caratteristiche di quella esistente lungo la via Bollate ma con il muro portante alto cm 70 in modo da portare l’altezza finale della recinzione a m 2,40; d) sistemazione dello spazio libero, corrispondente a quello del porticato, con pavimentazione praticabile dai bambini e con verde”.
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Nelle immagini, due disegni relativi al progetto di sistemazione del lato nord attuato nel 1977.
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1978 - ABBATTIMENTO DELL’ANTICO PORTICO.
E’ il presidente Giuseppe Testori che scrive, in data 16 maggio 1978, al sindaco di Novate, Luigi Perego, per ottenere il nulla osta per l’abbattimento del portico e parte del muro di sostegno perché pericolante. Si riferisce al vecchio e caro porticato che contorna il cortile interno e che figura nel mappale n. 561. Questo è il “crollo” dell’amatissimo porticato che a tanti bimbi ha consentito di giocare all’aperto anche nei giorni di pioggia e che ha protetto i loro giochi nelle assolate giornate estive. Questo abbattimento non riguarda però tutto il muro di cinta che, in parte, rimarrà ancora in piedi. Tuttavia la caduta del portico sembra essere preludio anche alla sparizione definitiva del vecchio muro.
1985 - SISTEMAZIONE TORRENTE GARBOGERA E ABBATTIMENTO ANTICO MURO DI CINTA.
E’ il "Settore Idraulica" della Provincia di Milano a decretare la fine del vecchio muro di cinta che faceva da schienale del porticato. La commissione Edilizia di Novate approva in data 1 marzo 1985.
Il progetto esecutivo riguardante la tombinatura del torrente Garbogera, oramai non più transitato da “chiare fresche e dolci acque” bensì percorso da nauseabondi reflui di scarico, richiede un’igienica copertura. Tali lavori, che prevedono importanti scavi alla base delle mura di quello che era il vecchio porticato, finirebbero per comprometterne la stabilità. Si rende perciò necessario anche l’abbattimento dell’antico muro per sostituirlo con uno più moderno e snello.
I lavori di tombinatura incominceranno in sordina, senza alcun preavviso, nell’estate dell’84.
A nulla vale la lettera di protesta, in difesa del vecchio muro, inviata dal presidente il 10 luglio di quell’anno all’Amministrazione Provinciale.
In tutta risposta l’Asilo riceve una lettera che descrive i lavori richiesti dalla Provincia, e che la Commissione Edilizia del Comune di Novate Milanese approverà successivamente nella seduta dell’1 marzo dell’anno seguente.
Così si esprime lapidariamente l’ingegnere dirigente del "Settore Idraulica" della Provincia, senza sapere che il porticato era già stato abbattuto sette anni prima: “Demolizione porticato, muro di cinta, ripostiglio (mapp. 166), tettoia e formazione di nuova recinzione in lastre prefabbricate in fregio alla tombinatura eseguita al torrente Garbogera”.
Fine anche del vecchio muro!
PER CONCLUDERE
Naturalmente gli interventi di ristrutturazione non si esauriscono in questa sintesi storica. Le esigenze di manutenzione e di innovazione degli ambienti e delle attrezzature sono sempre in continuo divenire e marciano di pari passo con l’evoluzione del contesto sociale del paese. Qui abbiamo voluto rappresentarvi solo una esemplificazione della lunghissima storia per mostrarvi quanto grandi siano le esigenze, anche di tipo economico, per mantenere l’Asilo all’altezza delle aspettative dei bambini e di tutti i novatesi.
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Alcuni documenti relativi alla vicenda della tombinatura del Garbogera.
In alto: la planimetria riguardante il tracciato della tombinatura. Qui sopra: la lettera indirizzata all’Amministrazione Provinciale e al Comune di Novate, nell’estremo tentativo di salvare il vecchio muro di cinta.
A destra: il frontespizio del progetto che segna la fine del vecchio muro.
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un asilo tra due guerre
Due guerre un Asilo
Solo in un verbale (quello del 18 luglio 1915) troviamo alcuni riferimenti relativi al Primo Conflitto Mondiale. Non v’è traccia, nei precedenti o nei successivi, di vicende o questioni connesse alla guerra in corso, quasi a voler proteggere l’Asilo ed i suoi piccoli dalle brutture e dalle violenze degli adulti. Ecco quanto riportato in quel documento: “Il 18 luglio 1915 si tiene una nuova seduta del Consiglio Direttivo. Presenti il Dott. Gaetano Cozzi, Giacomo Testori, Benigno Silva, Carlo Ceruti, Ercole Morandi.
Si procede a coprire il posto di presidente, rimasto vacante in seguito alla decadenza del D. Cozzi dalla carica di Consigliere, carica nella quale venne confermato colla votazione dell’assemblea in seduta 30 maggio u.s.. All’unanimità, meno il D. Cozzi, che si è astenuto, viene rieletto all’ufficio di presidente lo stesso D. Cozzi”.
Si stabilisce in considerazione delle eccezionali condizioni del momento (guerra) di “tenere aperto l’Asilo anche nel periodo di solito dedicato alla chiusura estiva, e cioè dal 1° agosto al 16 settembre, corrispondendo per questo maggior lavoro delle Suore un indennizzo complessivo di L. 60 (sessanta) secondo la richiesta della Casa Madre di Torino”.
Il Consiglio approva il provvedimento, “pel quale il Presidente ha concesso l’uso dei locali dell’Asilo per il laboratorio di riparazione della biancheria dei soldati, colle norme stabilite, e cioè che le cucitrici siano pagate in ragione di Lire 1,50 al giorno per ore 8 di lavoro e che siano corrisposte Lire 5 al giorno all’Asilo sia per l’assistenza delle Suore e sia per l’uso dei locali. Naturalmente i lavori sono fatti sotto la vigilanza e colla collaborazione naturalmente gratuita delle signore Patronesse. Dopo
altre comunicazioni di poca importanza date dal Presidente, la seduta è levata. Il Presidente Cozzi.”
La riunione successiva del 31 dicembre 1916 si svolge regolarmente trattando l’approvazione del consuntivo e questioni organizzative riguardanti la buona gestione ordinaria delle attività. A quella data l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando era già stato assassinato a Sarajevo con la moglie Sofia (28 giugno 1914). L’Austria-Ungheria aveva dichiarato guerra alla Serbia ed invaso i suoi territori (luglio 1914). La Russia zarista si era mobilita a sostegno della Serbia e la Germania, legata ad Austria e Italia nella Triplice Alleanza, aveva dichiarato guerra alla Russia facendo scattare i meccanismi di alleanza (luglio 1914). La Francia, che aveva sottoscritto insieme a Russia e Gran Bretagna il patto dell’Intesa, ordina la mobilitazione. L’impero Ottomano si allea in segreto con la Germania. L’Italia, pur facendo parte della Triplice Alleanza, aveva dichiarato la propria neutralità (agosto 1914). La Germania aveva dichiarato guerra alla Francia ed aveva già invaso il Belgio; la Gran Bretagna aveva dichiarato guerra alla Germania; gli Stati Uniti si erano proclamati neutrali. L’Austria-Ungheria aveva anche dichiarato guerra alla Russia, mentre il Montenegro dichiarava guerra all’Austria-Ungheria. Anche la Serbia aveva dichiarato guerra alla Germania. Il 12 agosto del 1914 la Gran Bretagna e la Francia avevano dichiarato guerra all’Austria-Ungheria.
E tra l’8 e il 12 settembre dello stesso anno i russi avevano sconfitto gli austriaci a Leopoli, dilagando in Galizia fino ai Carpazi.
Il 9 ottobre 1914 in Belgio era caduta la città-fortezza di
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Anversa, ultimo baluardo all’invasione tedesca. Nel 1915 entreranno in guerra: l’Italia contro l’Austria e la Turchia; la Bulgaria contro la Serbia; l’Inghilterra, Montenegro, Italia e Francia contro la Bulgaria.
Nel 1916 poi dichiareranno guerra: la Germania e l’Austria al Portogallo; la Romania all’Austria; l’Italia alla Germania (28 agosto 1916); la Germania e la Bulgaria alla Romania e la Turchia alla Romania. Di lì a poco, il 1 febbraio 1917, la
Germania dichiarerà la guerra sottomarina indiscriminata e come reazione, due giorni dopo, gli Stati Uniti romperanno le relazioni diplomatiche con Berlino. Insomma, una guerra di “tutti contro tutti”. E vano risulterà l’appello che Papa Benedetto XV rivolgerà, il 1 agosto 1917, alle nazioni belligeranti contro “l’inutile strage” mentre, sul Carso, si consuma l’undicesima ed ultima battaglia dell’Isonzo per la conquista della Bainsizza (17-20 agosto 1917).
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1918 - Questo è un gruppo di bambini nati prevalentemente nel 1915, proprio mentre i loro padri venivano chiamati a combattere nel Primo Conflitto Mondiale.
un asilo tra due guerre
Come se non bastasse, le dichiarazioni di guerra tra nazione e nazione continueranno a susseguirsi fino al luglio del 1918, pochi mesi prima del termine del conflitto mondiale, 11 novembre 1918.
Tutto questo accade quando le suore del nostro Asilo, con l’aiuto del Comitato direttivo, cercano di assistere i bambini nella più ordinaria normalità, mentre i loro giovani padri erano stati chiamati alle armi e le madri, sole tra miseria e stenti, si affannano a mandare avanti quello che rimaneva delle loro famiglie prive del sostegno dei mariti.
Per fortuna, in tempi così difficili, le Istituzioni non si sottraggono dal soccorrere l’Asilo e, la Prefettura di Milano, in data 23 agosto 1916, comunica al Comune di Novate Milanese di aver deliberato un sostegno finanziario di 600 Lire annue per il mantenimento dell’Asilo Infantile a partire dal 1917, e fino a che l’asilo stesso potrà, con i mezzi propri, adempiere al suo scopo. Il documento è firmato dal Prefetto Frigerio, dal Segretaro Beretta e dal Tesoriere Cesaris.
Ma se è vero che questa Prima Guerra, diversamente dalla Se-
conda che porterà la distruzione delle bombe fino sui cieli di Novate, si combatte lontano dalle mura dell’Asilo, una piccola “guerra” deve essere scoppiata durante la seduta del consiglio del 3 gennaio 1917.
In quella sede, infatti, viene data improvvisa comunicazione della lettera di dimissioni inviata dal Presidente, dott. Gaetano Cozzi.
“I presenti, a voti unanimi, deliberano che il Sig. Cozzi abbia a ritirare le dimissioni e incaricano il Vice Presidente (Giacomo Testori) di mandare al Cozzi una lettera pregandolo vivamente di continuare a mantenere l’incarico di Presidenza a favore del nuovo Asilo”.
Come sempre, i verbali sono molto asettici e formali e non fanno trapelare i veri motivi del malumore che hanno indotto il benemerito Cozzi a dimettersi così inaspettatamente ed in modo risentito.
Anche dal verbale successivo, stilato in data 15 luglio 1917, non emerge niente di buono riguardo al persistente malumore del dimissionario presidente.
Nota storica
Finisce la guerra tra Italia e Austria-Ungheria. Dopo la disastrosa battaglia di Vittorio Veneto dell’ottobre-novembre 1918 l’Esercito Austro-Ungarico era allo sfascio. La sconfitta si trasformò in rotta non più arginabile e mentre le truppe tentavano di rientrare in patria a Villa Giusti si firmava l’armistizio per far cessare il fuoco su tutto il fronte italiano. La popolazione italiana apprese il mattino del sabato 2 novembre 1918 l’esaltante notizia: “Travolto dall’esercito italiano, il nemico chiede a Diaz l’armistizio”.
Il giorno 3 il generale Badoglio, il generale Scipioni, il colonnello Gazzano, il capitano Maravigli, il comandante Accissi per la Marina Italiana furono nuovamente a contatto con i parlamentari. Si trattava di discutere la firma vera: la stipulazione dell’armistizio.
Il colloquio durò fino alle 18.39. Prima di uscire
avvenne uno scambio di strette di mano, l’armistizio era firmato. Sotto al titolo a caratteri cubitali:
“L’Austria ha capitolato” il “Corriere della Sera” del 5 novembre pubblicava il famoso Bollettino della Vittoria.
In quanto alla Germania, il 4 novembre il generale Diaz telegrafò a Parigi: “Se la Germania non sottostarà alle condizioni di armistizio che le saranno imposte dagli alleati, l’Italia interverrà per costringerla alla resa”. Di fronte alla minaccia italiana alla sua frontiera meridionale, la Germania ormai boccheggiante cedette. L’8 novembre fu annunciata l’abdicazione del Kaiser. Lo stesso giorno, nella foresta di Compiègne, il generale Foch dettò ai delegati tedeschi le condizioni dell’armistizio. Esso venne firmato il giorno 11 novembre 1918. La Prima Guerra Mondiale era finita.
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Infatti il sig. Benigno Silva relaziona che: “per quanto abbia insistito finché il Sig. Cozzi abbia a ritirare le dimissioni, il Cozzi con sua lettera 10 giugno 1917 confermava le dimissioni assolutamente irrevocabili e nuovamente il Consiglio pregava Testori e Silva perché continuino entrambi nella Direzione temporanea dell’Asilo, in vista che momentaneamente era impossibile convocare l’Assemblea”.
Insomma, nulla da fare. Il dott. Gaetano Cozzi, dopo tanta dedizione e tanto encomiabile lavoro a favore dell’Asilo, lascia l’incarico sbattendo la porta senza che ne sapremo mai il perché.
Per questo motivo e per le difficoltà connesse al conflitto bellico in corso, che avendo disperso i soci nei vari teatri di guerra rende impossibile la convocazione dell’assemblea generale, il Comitato direttivo non sarà più convocato fino al rientro dei soci dal fronte, al termine del conflitto.
Tuttavia l’Asilo riuscirà ad erogare regolarmente il proprio servizio anche in assenza di una presidenza regolarmente eletta.
FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
La prima assemblea generale dei soci potrà essere convocata solo il 2 maggio 1920, diciotto mesi dopo l’Armistizio.
Ad alcuni dei lettori questo “vuoto di potere” potrà sembrare ingiustificato, ma non deve meravigliare il fatto che per ricom-
porre il comitato dei soci, che rientravano dal fronte e dalla prigionia, si sia dovuto attendere tanto tempo. Infatti bisogna tenere conto che appena terminata la Prima Guerra, dopo la firma dell’Armistizio l’11 novembre 1918, i tempi necessari per il cessate il fuoco non furono immediati ed identici ovunque. Inoltre, una volta aperti i campi e liberati i prigionieri, questi si sono dovuti ingegnare nel reperire le risorse ed i mezzi per rimpatriare. Per questo, al termine della guerra, per lungo tempo mancarono notizie di molti reduci ed i tempi di rientro furono lunghi ed imprevedibili. Fra i sopravissuti, moltissimi soldati, provenienti dal fronte e dai vari lager tedeschi, poterono riabbracciare i propri familiari solo tra la fine del 1919 e i primi mesi del 1920.
Ricostituito il Comitato, l’assemblea del 2 maggio 1920 si occupa di approvare il consuntivo a tutto i 30 aprile 1920 con una risultanza di 4 mila 51 Lire e 64 centesimi relativo al riporto della gestione del dimissionario presidente Cozzi.
Si passa quindi alla nomina dei revisori dei conti e, all’unanimità, vengono eletti Baldassarre Stauder e Edoardo Testori. Sarà poi il Consiglio direttivo del 13 giugno 1920 che eleggerà finalmente il nuovo presidente: “All’unanimità viene eletto presidente il sig. Molgora dott. Aristide. Vice presidenti sono
riconfermati: Silva Benigno e Testori Giacomo. Tesoriere-segretario viene riconfermato Rognoni Arturo”.
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Anno scolastico 1919-1920 - Se raffrontiamo le fotografie postbelliche, della Prima Guerra Mondiale con quelle della Seconda, dobbiamo dire che gli effetti della miseria si notano in modo più vistoso sui volti dei bimbi dell’Ultimo Conflitto Mondiale. Ciò significa che le suore ed il Comitato, durante il Primo Conflitto proprio perchè la guerra non ha coinvolto la popolazione inerme, sono riusciti a fornire ai bambini una refezione povera ma, pressochè continuativa.
Nella pagina seguente, anno scolastico 1920-’21 (foto di Angelo Gorla).
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Anno scolastico 1920-1921. (Ida Morandi - Foto di Annamaria Figini).
guerre
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Anno scolastico 1922-1923.
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Com’era l’asilo nel 1922
Sono, Annamaria Ferrari, e mi trovo in casa di Elena Giandrini, sono le ore 17.30 del giorno 14 gennaio ’94.
Elena di’ le tue generalità.
“Dunque Elena Giandrini nata a Gambolò, provincia di Pavia il 10.12.1918. Ecco sono nata là perché mia mamma era andata a trovare sua mamma e combinazione, non appena arrivata là, ha avuto le doglie e di sera sono nata. Comunque a cinque giorni mi ha portato a casa a Novate”.
Comunque sei nata in casa?
“Sì, in casa”.
Perché allora l’ospedale non si usava.
“Non si usava, no”.
Quindi sei nata in casa. E la tua infanzia l’hai trascorsa tutta a Novate?
“Tutta a Novate, sì. Con la famiglia”. In quanti eravate in famiglia?
“In cinque”.
Quindi i tuoi genitori hanno avuto cinque figli?
“Cinque figli, sì”.
Che ricordi hai dell’infanzia? Anche in breve…
“Ah, belli. Belli sì, perché non eravamo contadini. Insomma, mio papà lavorava in ferrovia, mia mamma faceva la sarta, perciò giocavamo, avevamo anche i giocattoli, non è che eravamo bambini che giocavano per la strada, così. Giocavamo in cortile con gli altri ragazzi”.
Ti ricordi qualche gioco in particolare?
“Ah, beh, nascondino. Lì in cortile c’era il lavatoio e noi ci nascondevamo sotto i mastelli; poi giocavamo alla corda, saltare alla corda, e poi giocavamo a fare delle bamboline, anche se le bambole non ci mancavano, però a me piaceva molto giocare con quelle bambole lì di pezza che faceva mia mamma, perché erano belle morbide, le vestivo, le svestivo, mi piaceva”.
E giocavate anche insieme ai ragazzi?
“Sì, sì anche con i maschi. Giocavamo con i maschi a nasconderci”.
Ci dici qualche breve ricordo dell’asilo? A Novate c’era l’asilo, allora.
“Sì, sì c’era l’asilo. Mi ricordo che andavamo con la borsettina a tracolla, con il formaggino, perché allora davano solo la minestra le suore, e allora la mamma mi metteva il formaggino e una tavoletta di cioccolato per la merenda. E mi ricordo che veniva anche mio fratello all’asilo, che era più piccolino di me, perché mia mamma, facendo la sarta, non poteva tanto accudirci, allora han preso anche mio fratello piccolino e ricordo che gli chiedevo sempre “Ti scappa la pipì?”, perché mia mamma diceva “Stai attenta al tuo fratellino che non faccia la pipì addosso”, allora tutti i momenti lo assillavo”. Ma, hai detto che ti davano solo la minestra, ma il pane, per esempio? Non lo davano?
“No, non davano neanche il pane, solo la minestra”. Quindi voi portavate anche il pane? Anche il pane, un panino, la frutta e il cioccolato per merenda, e il formaggino... Era un lusso la frutta in quei periodi o no?
“ In casa mia non mancava mai, ma non c’era in tutte le case”.
E poi mi pare che tu abbia un ricordo particolare di come era fatto il refettorio dell’asilo. Puoi raccontare qualcosa?
“Sì, c’erano tutte queste panche piccoline, basse, strette, e in queste panche c’era un buco dove si metteva la scodella di alluminio della minestra, ed erano basse e mangiavamo in piedi.
E mi ricordo che con quelle scodelle lì facevamo anche un po’ baccano, perché erano di alluminio. Era come se fosse stato un concertino, delle volte”.
E per esempio ognuno di voi aveva un tovagliolo, una bavagliola, una bavaglia, qualche cosa?
“No, niente, no niente”.
Ma avevate il grembiule?
“Avevamo il grembiulino a quadrettini bianchi e rosa noi femminucce e bianco e azzurri i maschietti”.
E altri giochi fatti all’asilo?
“ Sì, giocavamo alla palla. Le suore ci facevano giocare, ci
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1924 - Un funerale di qualche personaggio importante del paese poichè, al corteo funebre partecipa anche il podestà Alfredo Pigorini (a destra del porta bandiera). I partecipanti stanno procedendo lungo l’attuale via Roma in direzione via Bollate. I bambini dell’Asilo indossano cappellini rossi e blu. Nei mesi invernali - in aggiunta - indossavano anche delle mantelline.
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facevano correre”.
Vi facevano pregare?
Ci facevano pregare, ovvio.
Vi facevano cantare?
“Cantare, sì”.
Non ti ricordi qualche canzoncina dell’asilo?
“Sì, sì che mi ricordo, specialmente quando pioveva troppo, allora bisognava pensare an-che un po’ ai contadini, perché marciva tutto oppure, non so, quando non pioveva, ecco, allora ci facevano cantare alcune canzoncine quando non pioveva:
“Provvidenza di Dio, miserere nobis, un po’ di pioggia, per carità”. E se invece pioveva troppo :
“Provvidenza di Dio, miserere nobis, un po’ di sole, per carità””.
Poi, mi sembra che tu abbia dei ricordi precisi di alcune abitudini che avevate quando succedeva qualche cosa nei vostri cortili.
“Ah, sì: quando ad esempio moriva qualche “Piccolino”, che ne morivano tanti e di frequente, allora andavamo nei giardini
dei signori che avevano dei fiori o anche non signori che avevano magari la casa propria che avevano i fiori, e allora cercavamo dei fiori che facevamo a mazzetti, e poi tutti in fila noi bambini accompagnavamo questo “Piccolino” fino al cimitero e mi ricordo che dall’uscita che...”.
Scusa, come rappresentanti dell’asilo anda-vate tutti in fila?
“No, no. Eravamo noi bambine, proprio del cortile, allora portavamo, avevamo questo mazzolino di fiori, allora c’era l’incaricato che quando uscivamo, quando avevamo portato questo mazzolino, dava 20 centesimi di mancia.
Quando invece nei funerali, noi dell’asilo, allora accompagnavamo questi funerali, se erano importanti, perché pagavano le suore, davano un tot alle suore e allora ci mettevano una mantellina rossa a noi femminucce, e la mantellina blu con il cappellino rosso o blu ai maschietti e accompagnavamo fino al cimitero, però lì non ci pagavano, perché non avevamo i mazzolini di fiori”.
In questo caso allora si trattava di beneficenza per le suore, per l’asilo. Cioè, in pratica la famiglia del defunto donava
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un obolo, corrispondeva un’offerta all’asilo?
“ Sì”.
Che poi serviva ancora per i bambini, si spera. O no?
“Questo non lo posso dire, perché le suore avevano sempre bisogno di qualche cosa. Poi a fine anno facevamo il saggio”. Ti ricordi qualcosa?
“Sì. Venivano le patronesse che erano tutte in prima fila e ci facevano cantare, ci fa-cevano fare delle piccole recite, così come eravamo capaci, delle poesie, cercavano di farci imparare...”.
Ma hai dei ricordi belli di queste prove che facevate prima del saggio?
“Sì, perché eravamo tutte entusiaste, anzi eravamo anche orgogliose, perché ci mettevano un po’ in prima fila”.
E c’era qualcuno che suonava, non so, il pianoforte per accompagnare?
“Sì, c’era la signroa Torriani”.
A sinistra, lo stralcio di un rendiconto dell’anno di esercizio 1923. Anche per i non addetti ai lavori è possibile comprendere quali fossero le fonti di sostentamento dell’Asilo e quali le voci di uscita. La consuetudine di far partecipare i bambini dell’Asilo ai funerali - per quanto oggi ci possa sembrare un po’ “strampalata” - allora era molto gradita dalle famiglie. Il fatto che si trattasse di una tradizione ben radicata lo si evince anche dalla nota del 1917- riportata qui sopra - stilata da Suor Edvige, nella quale figura - oltre al numero dei bambini paganti la quota mensile intera e quelli agevolati perchè non abbienti - che, a gennaio di quell’anno, gli incassi per i funerali fruttarono ben 110 Lire.
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Anno scolastico 1928-1929 (foto di Gino Spadari).
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Anno scolastico 1933-1934. (foto di Luigi Colombo).
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Anno scolastico 1936 - 1937. (Foto di Mario Meroni).
Anno scolastico 1937-1938. A destra è riconoscibile una giovanissima Suor Pia Bertolini, mentre a sinistra vediamo il presidente, Giacomo Testori, davanti ad un altrettanto giovane Suor Maria Dalla Valle.(Foto Mario Meroni).
Anno scolastico 1941- 1942. (Foto di Alberto Casati).
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LA SECONDA GUERRA MONDIALE
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Ben diversa e più sofferta sarà invece la situazione del nostro Asilo nelle circostanze della Seconda Guerra Mondiale che inizia il 1° settembre del 1939, con l’invasione della Polonia da parte dei tedeschi.
In questo caso non si tratterà più di una guerra combattuta sui campi di battaglia o sui monti di confine, lontana dalle città e dai centri abitati.
L’evoluzione tecnologica, il perfezionamento degli aeroplani e lo sviluppo di bombe e missili sempre più micidiali, convinceranno gli strateghi militari di tutti gli schieramenti a portare la distruzione nei centri abitati, coinvolgendo direttamente nel conflitto prima le fabbriche e poi le popolazioni inermi. Gli effetti devastanti di tale diabolica strategia si fanno sentire immediatamente, prima sull’economia del Paese e poi sulla popolazione costretta a fuggire dalle grandi città per rifugiarsi nei paesini lontani dalle industrie e privi di interesse strategico. Già pochi mesi prima dell’entrata in guerra dell’Italia (10 giugno 1940) possiamo riscontrare, dal verbale del 19 novembre 1939, le avvisaglie deleterie dei “venti di guerra”.
Durante questa assemblea generale dei soci, in cui si dà lettura del bilancio, viene evidenziato dal presidente Giacomo Testori che “dati gli aumenti verificatisi negli ultimi tempi nei prezzi degli alimenti e del combustibile, si renderebbe necessario portare la retta dei bambini da Lire 8 a Lire 10 mensili. I soci approvano”.
Ecco dunque un primo effetto deleterio della sola “guerra annunciata”: svalutazione della moneta ed aumento dei prezzi. E mentre nelle famiglie si ripete il vecchio copione degli strappi familiari a causa degli uomini che devono “obbedire” alla chiamata alle armi, l’Asilo svolge la sua attività con regolarità ed anzi si organizza per venire incontro alle famiglie colpite dai disagi della guerra.
Infatti, il 24 settembre del 1940, alle ore 21,10 nella sede dell’Asilo si riunisce il Consiglio Direttivo al completo: “Il presidente (Giacomo Testori) prende la parola per far presente che, trovandosi la Nazione in guerra, l’Asilo è chiamato a contribuire nell’estendere sempre maggiormente l’assistenza ai bambini dei richiamati ed assicurare che per l’interessamento del Comune di Novate sarà provveduto a garantire l’approvvigionamento dei generi alimentari e del combustibile. Plauso unanime”. E anche nella riunione del Consiglio del 18 giugno 1941,
XIX dell’Era Fascista, dopo la commemorazione del compianto Vice Presidente Cav. Alessandro Reina e del compianto benefattore Alessandro Testori, padre del Consigliere Giovanni Testori, “il Presidente espone particolari sulle principali voci del bilancio come sulla voce riscaldamento, acqua, illuminazione, la quale sia per il costo dell’acqua potabile, sia per l’allacciamento alla fognatura, sia per il maggior costo del combustibile è passata da 4 mila 51 Lire e 45 centesimi a 8 mila 72 Lire e 50 centesimi. La voce acquisti derrate presenta pure un aumento del 90% circa, dovuto al maggior numero dei bambini assistiti (in totale 145), ma maggiormente all’aumento dei prezzi degli alimentari”.
Lacrime, insicurezza, fame e paura per le donne rimaste sole a casa con i vecchi ed i bambini; in più il continuo rombare dei bombardieri che ogni notte passano sul cielo di Novate e vanno a Sesto e a Milano per distruggere le industrie e fiaccare la popolazione.
“L’inverno rigido del 1941-42 è stato superato senza inconvenienti sia nell’alimentazione dei bambini sia nel riscaldamento degli ambienti. Per l’interessamento del nuovo Segretario Politico e del Podestà, il Presidente informa che sarà molto probabile l’ottenimento dall’Ufficio Provinciale dell’Alimentazione della concessione di un panino per ogni bambino in distribuzione ogni giorno”. Questo è quanto emerge dal verbale del 26 marzo 1942.
Dalla riunione successiva, 13 giugno, apprendiamo anche che “su proposta del presidente viene allo stesso demandato l’incarico di esaminare la possibilità di aumentare di una suora il numero delle maestre dell’Asilo, resosi necessario per l’aumento dei bambini assistiti” (che passano dai 148 del mese di giugno ai 215 del mese di dicembre, a causa della guerra, nda).
Si scrive inoltre che “i bambini usufruiscono del pane assegnato dall’Ufficio dell’Alimentazione in via del tutto speciale e che l’asilo rimarrà aperto tutto l’anno”.
Mentre nella riunione del 30 ottobre 1942 “Il Presidente Giacomo Testori fa presente la necessità di intensificare l’interessamento delle Autorità locali per ottenere l’assegnazione del combustibile necessario al riscaldamento delle aule durante la prossima stagione invernale”.
Nel marzo del 1944 dai dati di approvazione del Bilancio relativo al 31.12.1943 ricaviamo che i bambini assistiti sono circa 330.
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“Il Presidente assicura che, malgrado le sempre maggiori difficoltà nell’approvvigionamento degli alimenti, ai bambini viene sempre data una buona refezione calda e in più il panino quale merenda nel pomeriggio”.
Durante l’assemblea generale del 28 giugno 1944 “Le Reverende Suore vengono dal Presidente additate quale esempio di caritatevole e tanto efficiente contributo alla prima educazione ed istruzione dell’infanzia novatese. Le oblazioni generose dei benefattori hanno consentito di raggiungere un risultato di bilancio positivo malgrado le rette dei bambini siano state contenute al minimo e molti bambini abbiano fruito gratuitamente dell’assistenza dell’asilo.
I presenti hanno commosse parole di approvazione per l’operato dell’Amministrazione e formulano voti perché l’Asilo venga risparmiato dall’opera distruttrice della guerra e possa riprendere il suo sviluppo, verificatosi già così forte negli anni che precedettero il conflitto”.
Mentre nel novembre dello stesso anno “Il Presidente informa il Consiglio che, grazie alle Autorità Comunali, è riuscito a provvedere l’Asilo del combustibile strettamente necessario a superare l’entrante stagione invernale e grazie alla collaborazione della ‘Cooperativa La Previdente’ ad assicurare la distribuzione supplementare del pane”, le rappresaglie ed i rastrellamenti dei tedeschi si susseguono in tutta l’Italia. Rastrellamenti contro i partigiani vengono messi in atto anche dall’esercito della rinata Repubblica Sociale.
A novembre la guerra volge al peggio per la Germania, mentre nel Consiglio dell’Asilo dello stesso mese (1 novembre 1944) non passa la proposta di aumentare le rette dei bambini per non gravare l’economia familiare dei meno abbienti. Alcune bombe cadono nelle vicinanze dell’Asilo risparmiando l’edificio mandando in frantumi molti vetri. Le suore - a ragione impaurite e preoccupate - conducono i bambini nella cappelletta privata situata al piano superiore, per rendere grazie al Signore, pregando con loro per la fine del conflitto.
Nel Consiglio del 19 marzo 1945 si esprime grave preoccupazione perché “l’avvicinarsi della guerra e le continue incursioni aeree ostacolano seriamente il regolare funzionamento dell’Asilo, i danni causati dai bombardamenti aerei verificatisi nelle vicinanze sono fortunatamente lievi e si propone di
provvedere alle più urgenti riparazioni, anche in via provvisoria. I presenti approvano unanimemente e manifestano il plauso per il coraggioso comportamento delle Rev.de Suore, formulano voti per il felice superamento della già prospettantesi fine delle ostilità”. E infatti gli auspici del Consiglio dell’asilo sembrano essere esauditi in data 2 maggio 1945 quando viene diramata la notizia della morte di Hitler e, il 7 maggio 1945, la Germania firma la resa incondizionata.
Maggiormente intriso di speranze è il Consiglio che si tiene il 16 maggio 1945 alle ore 18,30 nella sede dell’Asilo. “Il Presidente esprime con gioia la sua soddisfazione di vedere l’asilo incolume ed in piena efficienza dopo gli avvenimenti bellici che si manifestarono così terribili nelle più immediate vicinanze. La fine della guerra dà a sperare in un, se non immediato almeno molto prossimo, miglioramento della situazione alimentare, consentendo di poter meglio nutrire i bambini (247 a quella data, n.d.a.) che in questi duri anni di guerra sono stati privati talvolta degli elementi più indispensabili”.
Ma se l’avvicinarsi della fine del conflitto è motivo di speranza e di gioia, di segno completamente opposto è il prevedibile sopraggiungere della svalutazione della moneta con i suoi nefasti effetti destinati a colpire soprattutto la popolazione novatese più povera. Nella riunione del 4 agosto 1945 “Il Presidente informa i presenti che la riunione ha per iscopo l’esame della situazione venutasi a creare a causa degli aumenti sopravvenuti sui generi alimentari per i provvedimenti presi dal Governo per combattere la borsa nera: ciò è avvenuto durante il periodo di chiusura dell’Asilo e pertanto l’adeguamento delle rette si rende possibile soltanto con la riapertura dell’Asilo del prossimo settembre. Per concorde determinazione dei presenti si stabilisce di convocare in un giorno festivo tutte le mamme degli assistiti per esporre loro le ragioni che costringono l’amministrazione ad apportare un aumento sulle quote mensili. Salvo maggiori e migliori accertamenti sulle possibilità di mantenere l’attuale trattamento, si stabilisce che a partire dal 1° settembre 1945 la retta venga fissata in Lire 100 mensili”. E’ dopo tutte queste vicissitudini che si giunge finalmente alla prima riunione del Consiglio dopo la Liberazione. Riunione di cui viene riportato l’intero verbale, che prelude a quella ripresa tanto auspicata da Giacomo Testori affinché gli adulti possano riscattarsi nei confronti dei bambini per le tremende privazioni a cui li ha sottoposti la follia della guerra dei grandi.
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PRIMO CONSIGLIO DOPO LA LIBERAZIONE
“1946 – 23 marzo. La Riunione del Consiglio dopo la Liberazione. Alle ore 18,15 sono presenti nella sede dell’Asilo i signori: Il Presidente Cav. Giacomo Testori
Il Sindaco Ghezzi M. (Il verbale riporta erroneamente una ‘M’ anziché una ‘C’ di Carlo, n.d.r.)
Il Reverendo Don Arturo Galbiati
Il Dottor Filippo Massara
Il Rag. Alfredo Ferrari
Il Sig. Giovanni Testori
Il Sig. Edoardo Testori e il rag. Gioitti Sergio
Ordine del Giorno: Approvazione del bilancio consuntivo al 31.12.1945.
Sulla proposta avanzata dal Presidente di aumentare la quota sociale per l’anno 1945 da esigere in occasione dell’Assemblea Generale ordinaria si apre un’amichevole discussione alla
quale prende parte il Sindaco, il Rev.do Don Galbiati ed altri. Di comune accordo viene stabilito di portare la quota sociale per l’anno 1945 a Lire 50 e di esaminare la possibilità di aumentare pure il numero dei soci che attualmente risultano in numero di 39. Alla proposta del Sindaco Sig. Ghezzi di fare il possibile per estendere l’assistenza gratuita ad un maggior numero di bambini, tutti i presenti manifestano la loro completa adesione e viene stabilito di esaminare tale possibilità con buona predisposizione, ma con la necessaria avvedutezza nell’assegnazione dei nuovi beneficiati onde evitare di favorire elementi non perfettamente bisognosi.
Nell’esame dell’opportunità di preoccuparsi sin d’ora dell’approvvigionamento del combustibile per l’inverno 1946-1947, il Sindaco ha dato assicurazioni della sua personale collaborazione attraverso il Comune e la ‘Cooperativa la Previdente’.
Viene quindi fissato il giorno dell’Assemblea Generale Ordinaria per il 18 maggio p.v. alle ore 18. Il Segretario Rag. Sergio Gioitti”.
Il verbale di assemblea del 23 marzo 1945 in cui, per la prima volta, appare un certo Ghezzi M. (prima riga). In realtà si tratta di un errore dovuto alla scarsa familiarità col nuovo personaggio. Quella “M” doveva essere una “C” di Carlo. Nella pagina seguente - Anno scolastico 1948-1949. Riconosciamo - da sinistra - le Suore: Emilia, Diomira, Concetta e Letizia. (Foto Rosaria Gibertini).
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Anno scolastico 1943- 1944. L’umidità associata ad un primordiale trattamento fotografico ci lascia col desiderio insoddisfatto di vedere i volti di alcuni bambini cancellati su questa immagine ma presenti nella memoria dei loco amici. (Foto di Pierangela Albani).
un asilo tra due guerre
Anno scolastico 1943- 1944. (Foto di Annunziata Longhese).
una passione per le recite
Recita che passione!
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E’ sempre stato intenso l’impegno profuso dal personale insegnante - religioso e laico - nell’allestimento delle recite, attività a carattere ludico pedagogico, che hanno sempre stimolato interesse ed entusiasmo nei bambini. Ma non fu sempre così durante questi cento anni di storia. E’ il caso del periodo fascista, anni in cui anche le suore non poterono sottrarsi ai desideri del regime di mettere in scena rappresentazioni ginniche con finalità tutt’altro che ludiche. Lo testimonia la cartolina, datata 1937, qui sopra riprodotta, in cui sono ritratti i bambini dell’epoca impegnati in uno dei saggi tanto amati dalle autorità del tempo. Il prezioso documento, così come si evince dall’iscrizione posta sul retro, proviene dall’archivio personale di un’illustre patronessa dell’Asilo, madre di Vincenzo Torriani – indimenticabile organizzatore sportivo novatese.
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una passione per le recite 1980
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1970
1957
1980 - Prima foto in alto - Un commovente scatto che mostra lo sguardo tenero e divertito di una porzione di pubblico presente ad una delle numerose recite allestite dalle suore. Da sinistra: il comm. C. Demetrio Faroldi, l’allora presidente, Giuseppe Testori, Suor Gaetana e Suor Rosa. L’Asilo è sempre stato anche un circolo virtuoso di affetti che generano riconoscenza e gratitudine. Forse è per questo che quel bimbo tra le braccia di Suor Gaetana - Matteo Taino - oggi ha voluto collaborare con l’autore alla stesura di questo omaggio al suo Asilo.
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dagli anni Ottanta ai giorni nostri
Anni Ottanta
Raccontano una “Giovanni XXIII” in epoca decisamente più moderna gli anni ’80 - come ormai dobbiamo dire – del secolo scorso. Il decennio che va dal 1980 al 1990 vede un’epoca in cui tutti gli elementi tradizionali che avevano composto la storia dell’Asilo di via Bollate si protendono verso una caratterizzazione più moderna.
Nel 1980 mancava ancora una figura di coordinamento individuata all’interno del personale scolastico e, così come nei decenni precedenti, il ruolo spettava alla Madre Superiore delle suore cottolenghine in servizio all’Oasi San Giacomo, tutto ciò fino al 1983 quando suor Angelica Triulzi assume il doppio ruolo di insegnante e coordinatrice didattica.
Il decennio si apre con un assetto decisamente differente da quello odierno, un’organizzazione in cui l’Asilo contava sei sezioni interamente di scuola materna, denominate – così come ancora oggi – con i nomi dei colori: Azzurri, Blu, Gialli, Rossi, Verdi e Arancioni, sezione – quest’ultima - che verrà poi chiusa definitivamente nel 1984. Il decennio degli ’80 vede anche un momento di difficoltà della scuola materna che, proprio nel 1984, a causa di un decremento demografico ed in concomitanza con l’apertura della scuola materna di via Brodolini, registra un calo delle iscrizioni che vede l’allora Consiglio di Amministrazione costretto a fronteggiare la situazione riducendo le classi da 6 a 5, operando un forzato taglio del personale insegnante, imponendo anche una riorganizzazione di quello rimasto in servizio; riuscendo a gestire una situazione che nei
primi momenti sembrava dover portare la scuola a sole 4 sezioni. E’ il primo decennio della presidenza di Ercole Gorla e il personale religioso in servizio vede presenti all’Asilo, suor Gaetana De Agostini in qualità di economa – incarico che ha assunto dopo aver abbandonato l’insegnamento concludendo l’ultimo anno scolastico nel 1976 e, suor Angelica Triulzi –giunta a Novate nel 1983 come insegnante della sezione degli “azzurri” che negli anni precedenti aveva visto un rapido avvicendamento tra suor Luigia e suor Carla. La struttura dell’Asilo era pressoché identica a quella odierna, anche se nei primi anni ’80 il cortile subisce le prime ristrutturazioni che lo porteranno ad assumere una fisionomia prossima a quella dei giorni nostri. Proprio in quel periodo viene demolita la parte restante del vecchio porticato, luogo che aveva fatto da cornice alle giornate di gioco all’aperto di intere generazioni di bambini novatesi e, con i primi lavori di ristrutturazione, così come successo al porticato, anche la vecchia sabbiera in cemento viene demolita. Le classi della scuola materna, nonostante avessero subito il taglio di una sezione, vedevano un elevato numero di bambini frequentanti, dato che associato al rafforzamento di moderni criteri educativi legati all’attività di gioco, suggeriscono di invertire tra loro gli spazi destinati al refettorio e al salone per i giochi, dando cosìanche ai locali interni – un aspetto che rimarrà invariato fino ad oggi. L’Asilo di via Bollate è così pronto ad affrontare la sfida degli anni’90...
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1980 - L’indimenticabile Suor Gaetana De Agostini mentre serve a tavola i bambini nella vecchia sala mensa.
anni Ottanta ai giorni nostri
Anni Novanta
E’ un decennio di grandi cambiamenti per l’Asilo quello che si estende dal 1990 al 2000.
Sono gli anni che conducono la scuola fin quasi ai giorni nostri, confondendo a tratti gli aspetti relativi alla storia con quelli della cronaca. I ’90 rappresentano forse il periodo che più di ogni altro ha fornito all’Asilo l’assetto definitivo dei giorni d’oggi, effettuando un cambiamento di rotta, restando però fedele nei principi che hanno caratterizzato i decenni passati, al fine di adeguare l’offerta educativa sul territorio cittadino nel solco della tradizione.
L’apertura di una sezione di micro nido, il riassetto del personale insegnante in direzione laica, un nuovo Statuto, i primi lavori di ristrutturazione, sono solo alcune delle tappe che hanno condotto l’Asilo fino al cambio del millennio, regalando alla comunità cittadina una struttura con la voglia di riaffermare il proprio ruolo educativo al servizio dell’infanzia.
Il 1990 è l’anno che vede l’apertura della prima sezione micro nido all’interno dell’Asilo – denominata successivamente “Bassotti”, riportando così, dopo sei anni, il numero delle classi da cinque a sei – cinque sezioni di scuola materna e la novità riservata ai bambini al di sotto dei tre anni di età. E’ ancora Ercole Gorla il presidente della “Giovanni XXIII” quando viene introdotta questa importante novità – carica che ricoprirà ancora per nove anni. L’ iniziativa, che negli anni riscuoterà sempre maggior successo, adeguandosi nel tempo anche a tutti gli standard qualitativi imposti dalla legislazione regionale, con-
tribuisce a fare dell’Asilo – che è la più antica istituzione educativa cittadina riservata all’infanzia – una struttura decisamente al passo con i tempi.
Nel 1992 l’assetto del personale insegnante assume la fisionomia attuale; suor Angelica Triulzi lascia l’insegnamento assumendo la sola carica di coordinatrice didattica, facendole subentrare un’insegnante laica che chiude definitivamente il rapporto di collaborazione con le suore cottolenghine rispetto all’insegnamento in classe.
Il 1995 - giro di boa del decennioè l’anno forse caratterizzato dal maggior numero di novità. In quest’anno la scuola recepisce alcune nuove normative e si dota di un nuovo Statuto e, per il personale insegnante entra in vigore un nuovo contratto di lavoro. Durante l’estate vengono eseguiti i primi lavori di riammodernamento del cortile così da renderlo fruibile alla ripresa dell’anno scolastico, nel mese di settembre. E’ proprio in questo mese, il giorno 8, che muore don Carlo Prada che, oltre ad essere parroco di Novate, è membro di diritto del Consiglio di amministrazione della scuola. E’ Gian Carlo Boldorini – personalità tra le più rappresentative nella storia degli ultimi decenni dell’Asilo – che in qualità di Consigliere anziano durante la seduta dell’11 settembre, ricorda il parroco recentemente scomparso, seduta di Consiglio che vedrà poi la rielezione di Ercole Gorla alla carica di Presidente, a cui farà da vice, Claudio Finotto. Il 20 dicembre dello stesso anno il nuovo parroco, don Ugo Proserpio, entra a far parte dell’Assemblea direttiva della scuola materna.
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dagli
1994 - Don Carlo Prada viene festeggiato per il suo cinquantesimo di sacerdozio. Insieme a lui - da sinistra - il presidente di allora Ercole Gorla e Giancarlo Boldorini.
dagli anni Ottanta ai giorni nostri
I bambini che frequentano la “Giovanni XXIII” a metà degli anni ’90 sono quasi 160, dato che conferma la stima dei novatesi sia verso l’Asilo che verso la sua offerta formativa, forte di una tradizione che affonda le radici nei tempi passati e che, grazie ad un costante aggiornamento, appare sempre più proiettata verso un futuro ricco di eccellenze.
Il finire degli anni ’90 porta anch’esso grandi cambiamenti.
Il 15 novembre 1999 il Consiglio di amministrazione elegge Zefferino Melegari alla carica di Presidente, succedendo così ad Ercole Gorla che ha ricoperto l’incarico con passione e dedizione per quasi vent’anni e che rimane all’interno del l’organo direttivo della scuola come consigliere nominato in propria rappresentanza dall’Amministrazione Comunale. Vice presidente, al fianco del neo eletto Melegari, resta Claudio Finotto.
Il 16 novembre 1999 muore suor Gaetana De Agostini, religiosa indimenticabile per intere generazioni di novatesi, che ha prestato la propria opera ininterrottamente per 43 anni - a partire dall’ottobre 1956, prima come insegnante e poi come economa, fino al 1998, momento in cui ha potuto godersi un meritato, seppur breve, periodo di riposo tra le consorelle dell’Oasi San Giacomo. E’ un lutto importante e profondo quello che colpisce la comunità scolastica; con suor Gaetana se ne va un pezzo importante di storia dell’Asilo e di Novate e, riduce definitivamente la presenza delle religiose all’interno della struttura scolastica alla sola Suor Angelica Triulzi.
Il 15 dicembre 1999, in occasione della festività del Natale viene diffuso il primo numero de “Il Giovannino”, un nuovo
giornale scolastico che vuole porsi come una sorta di “house organ” della scuola; ventiquattro pagine stampate in bianco e nero, redatte due volte l’anno, che vogliono raccontare alla comunità scolastica la vita e l’attività dell’Asilo, facendo conoscere anche all’esterno della struttura di via Bollate le peculiarità e la quotidianità della “Giovanni XXIII”, allargandone gli orizzonti e rendendola parte integrante e permeabile all’intera comunità cittadina, obiettivo fortemente perseguito dal neo eletto presidente, Zefferino Melegari.
Al termine del decennio si amplia l’offerta di attività rivolte ai bambini grazie anche all’implementazione di nuovi laboratori di musica, inglese e psicomotricità.
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1967 - Uno dei primi ciclostilati precursore de “Il Giovannino”.
Ecco perché è nato il nostro giornalino: “Il Giovannino”
Perché
un mondo di amici e di giochi spalanca le sue porte per noi ogni mattina.
Perché qui si vivono momenti di ogni colore: dalle tinte pastello del lavoro mattutino ai toni accesi di una sfrenata corsa in cortile.
Perché
il nostro pranzo per nulla silenzioso è una rinnovata festa insieme.
Perché
gli occhietti che tendono a chiudersi e gli sbadigli che si moltiplicano ci spingono verso il pomeridiano riposo.
Perché
ogni momento della nostra giornata ci svela qualche nuovo segreto.
Perché
è sufficiente un raggio di sole stranamente inclinato e una buona dose di fantasia per trasformarci, in un baleno, in coraggiosi pirati o in applaudite ballerine.
Perché
un semplice “a domani” assume un senso di complicità e di condivisione.
Perché
così, semplicemente, avevamo voglia di raccontarvi tutto questo e farvi sbirciare nel nostro mondo che vorremmo fosse anche un po’ vostro.
Ecco perché è nato “Il Giovannino” (Natale 1999).
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dagli
anni Ottanta ai giorni nostri
dagli anni Ottanta ai giorni nostri
Dal 2000 ai giorni nostri
Il giro di boa tra gli anni’90 ed il 2000 proietta in modo netto e deciso la scuola nel nuovo millennio. Nel 2000 l’Asilo taglia il traguardo del 90esimo compleanno e, da via Bollate, prosegue la sua attività educativa verso le nuove generazioni, animato da un forte spirito di rinnovamento, trasmesso con entusiasmo anche dalla nuova presidenza di Zefferino Melegari.
Gli anni dal 2000 al 2010 sono il decennio in cui maggiormente si è investito sulla struttura centenaria dell’Asilo, accompagnando alle opere di manutenzione un investimento altrettanto importante nella formazione e nell’aggiornamento del personale insegnante.
E’ il “Giubileo” a fare da sfondo al primo anno dell’ultimo decennio di storia, evento che contribuisce ad offrire un ulteriore spunto di riflessione all’intera comunità scolastica e che, insieme al cambio di millennio, trova ampio spazio sulle pagine del “Giovannino”, divenuto una pubblicazione sempre più attesa ed apprezzata sia dai piccoli che dai loro genitori.
Nel biennio 2000 – 2001 iniziano i primi interventi sulla struttura scolastica. Nel 2000 viene demolito il vecchio teatrino che caratterizzava gli spazi della palestra e che per decenni è stato il palcoscenico di tante rappresentazioni inscenate dai bambini, scelta dettata dalla mancanza dei più recenti standard di sicurezza, operazione – quella di smantellamento del piccolo palcoscenico – che ha permesso di rendere gli spazi della palestra più ampi e funzionali, adeguati anche ad ospitare in una sede più idonea i laboratori e le attività recentemente introdotte.
Il 27 febbraio 2001 il Ministero della Pubblica Istruzione ha riconosciuto alla “Giovanni XXIII” lo status di scuola paritaria, facendo compiere all’Asilo di via Bollate un ulteriore passo avanti verso la parità scolastica.
Nella primavera 2001 viene inaugurato il nuovo busto in bronzo di Papa “Giovanni XXIII”, figura a cui la scuola è intitolata, opera che contribuisce ad arricchire, abbellendolo, l’ingresso della scuola, dopo che il riarredo delle classi e del refettorio hanno ridisegnato l’aspetto degli interni, portando una notevole nota di colore che maggiormente si addice agli spazi dedicati all’infanzia. Negli stessi anni vengono realizzati i nuovi servizi igienici per la sezione di Nido. La storia dell’Asilo è fatta soprattutto dalle persone, non solo a livello di insegnamento ma anche tra coloro che con la propria attività hanno permesso lo svolgimento della quotidianità: il 31 dicembre 2001, raggiunta l’età della pensione, Maria Domenica Bagnato lascia l’Asilo dopo 35 anni trascorsi all’interno della struttura come ausiliaria.
Il 2002 si apre con un lutto che colpisce l’intera comunità scolastica: il 6 gennaio muore Giancarlo Boldorini, una figura quasi “mitica” che ha dedicato alla “Giovanni XXIII” passione e lavoro per molti anni.
Proseguono le opere di manutenzione straordinaria delle strutture. Il Consiglio di amministrazione decide in questo anno di “mandare in pensione” la vecchia cucina dopo più di trent’anni di onorato servizio, dotando la scuola di una nuova, rispondente alle più moderne esigenze e standard sia qualitativi che
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1996 - Lo sposalizio di Pek e Bek sul palcoscenico del vecchio teatrino demolito nel 2000.
di sicurezza. Con la ripresa dell’anno scolastico, nel settembre 2003, suor Angelica Trulzi lascia il proprio ruolo di coordinatrice a suor Ornella Gagliardi, impegnandosi in un’attività a supporto del personale ausiliario, ricoprendo così, per un paio di anni, incarichi che fino a pochi anni prima erano ricoperti dalla figura dell’economa. Nuovi servizi igienici, nuovi arredi scolastici, rifacimento del tetto e nuovo impianto di riscaldamento sono solo alcuni degli interventi che hanno caratterizzato l’ultimo decennio, sufficienti però a delineare il nuovo carattere di modernità che descrive al meglio l’Asilo dei tempi più recenti. Dalla fine degli anni ’90 al 2010, gli investimenti a favore della struttura scolastica, per renderla più moderna, accogliente ed adeguata alle più moderne direttive pedagogiche, è stata pari a circa 700mila euro.
La scuola negli ultimi anni è ormai una realtà più che apprezzata all’interno del panorama delle strutture educative cittadine, la sua tradizione centenaria e il forte carattere di rinnovamento l’hanno portata ad essere un punto di riferimento tra le scuole paritarie lombarde e non solo.
L’Asilo di via Bollate diviene una struttura aperta e attiva sul territorio, coinvolgendo soggetti di natura sia pubblica che privata in numerose iniziative riservate non più unicamente ai bambini ma, in modo più esteso, all’intera comunità gravitante intorno ad essa.
Nel dicembre 2008 viene distribuito il primo numero del “Giovannino” a colori, ulteriore elemento che aiuta, seppure in piccolo, a raccontare la modernità di questi cento anni.
Quanto sia cambiato l’Asilo di via Bollate negli ultimi cinquant’anni è ben descritto da alcuni passaggi di una testimonianza scritta da Aleardo Faroldi, Aldo Deponti e dal compianto Gianluigi Zucca che solo pochi anni fa ricordavano –riferendosi all’opera delle suore a cui l’Asilo era affidato nei decenni passati: “...Con suor Pia, altre suore consorelle che hanno vissuto in tempi anche difficili con uguale impegno, sono ancora nella mente e nel cuore: suor Maria, suor Concetta, suor Lina, suor Letizia, suor Emilia e suor Diomira. Per ognuna di loro, col proprio stile e con le proprie caratteristiche, si ricor-
dano aneddoti tali da far sorridere. Suor Lina curava i lavori nell’orto e in cucina e non mancava di guardare amorevolmente il cane Tripoli, oggetto delle attenzioni anche scherzose dei bambini. Era, poi, maestra di ricamo e c’è ancora chi la ricorda in questa particolare e gradita mansione. Suor Letizia, anche lei addetta alla cucina, non mancava di invitare le mamme a pelare le patate. E proprio la cucina, radicalmente trasformata nelle attrezzature e nei servizi, non mancherebbe di sbalordire queste suore che tanto lavoro e dedizione vi hanno riposto. Anche suor Letizia faceva scuola di cucito ed era soggetta agli inevitabili scherzetti quando, seduta, si addormentava forse per stanchezza. Suor Maria Della Valle era la collaboratrice più vicina a suor Pia che sostituì come Superiora alla guida della Scuola Materna e poi all’Oasi. Una nonna diceva guardando verso l’alto: “Suor Maria, un dolce suo sorriso, qui in terra ed or in Paradiso”, delineandone i lineamenti e il suo modo di fare. Suor Concetta, dal carattere forte e deciso, all’entrata della mattina distribuiva, nel cucchiaio di vetro, il non apprezzato ma efficace olio di fegato di merluzzo che teneva nascosto sotto il grembiule; il sapore sgradevole obbligava poi ad ingoiare qualche caramella o “limonin” che le mamme acquistavano nel negozio vicino della “Mercandela”, che oltre alle tele e tessuti che vendeva, teneva su un banchetto le leccornie così gradite ai bambini. Nella sala da pranzo sotto lo sguardo delle insegnanti, i bambini oggi siedono intorno ai ta-voli colorati e allegri e consumano il pasto, con appropriate stoviglie. Ma allora? Intorno ai tavoloni di diversa altezza e con i buchi per inserirvi la scodella di alluminio, i bambini in piedi consumavano la minestra accuratamente preparata, mentre il secondo, portato da casa, si risolveva con il formaggio e la classica “michetta”; a merenda, non sempre, .una tavoletta di cioccolata...”. Dall’autunno 2009, dopo il pensionamento del parroco, don Ugo Proserpio, membro di diritto del Consiglio di amministrazione, entra nell’organo direttivo dell’Asilo, monsignor Vittorio Madè, nuovo parroco di Novate. Il resto, è cronaca dei giorni nostri.
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dagli anni Ottanta ai giorni nostri
2000 - Gita di fine anno presso una fattoria.
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centesimo anno
Cento anni
Oggi, 8 maggio 2010, siamo qui a raccontarvi questa storia. Avvenimenti che riguardano un secolo di Asilo ma che riguardano soprattutto cento anni di una storia di popolo. Un secolo di vita, non solo di una struttura educativa ma, soprattutto, di persone - di tutti coloro che cento anni fa, in una Novate ben diversa dai giorni d’oggi, hanno voluto l’Asilo ed in esso hanno creduto, spendendosi per garantire alle giovani generazioni la possibilità di frequentare una struttura educativa come mai ce ne erano state sul territorio novatese prima di allora.
Due Guerre Mondiali, l’industrializzazione del paese, ventimila bambini e tanta forza di volontà sono solo alcuni elementi che possono aiutare a descrivere la straordinaria opera che da via Bollate, da cento anni, viene rivolta all’infanzia cittadina.
Esaminando i documenti degli anni passati e raccogliendo le testimonianze dei tempi più recenti, sono emerse storie di uomini comuni, nostri concittadini, che hanno reso possibile un’opera unica, lasciata in eredità a tutta la comunità novatese che oggi, come in passato, non manca di riservarle affetto e stima.
Attraverso queste pagine è ripercorsa la storia centenaria di una delle istituzioni novatesi più longeve, patrimonio - dal valore inestimabile - appartenente a tutta la cittadinanza.
“L’Asilo: cento anni di una storia di popolo”, cento anni di vita novatese, testimone di una tradizione educativa e di una volontà popolare dalle radici profonde, in grado di costituire una solida base su cui far appoggiare la storia futura, altrettanto luminosa e all’insegna della modernità.
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2010
l’Asilo oggi
Il progetto educativo
SCUOLA DELL’INFANZIA
Accompagnare i bambini nel cammino di crescita alla scoperta del “significato della vita” attraverso il rispetto e la sollecitazione del senso religioso, la quotidianità, le esperienze condivise e l’avventura della conoscenza è l’obiettivo primo della Scuola.
Il centro della nostra intenzione educativa è la globalità della persona del bambino nelle sue componenti fondamentali: la sensibilità (cuore), la conoscenza (ragione) e l’azione (corpo).
La scuola è un luogo ricco di esperienze, scoperte, rapporti che seguono profondamente la vita di tutti coloro che ogni giorno vi sono coinvolti.
Per ogni bambino o bambina dai tre ai sei anni, la scuola dell’infanzia si pone la finalità di promuovere lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza, della cittadinanza.
Sviluppare l’identità significa imparare a stare bene e a sentirsi sicuri nell’affrontare nuove esperienze in un ambiente sociale allargato.
Sviluppare l’autonomia comporta l’acquisizione della capacità di interpretare e governare il proprio corpo; partecipare alle attività nei diversi contesti ed avere fiducia in sé e fidarsi degli altri.
Sviluppare la competenza significa imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e descrivere la propria esperienza narrando e rappresentando fatti significativi.
Sviluppare il senso di cittadinanza significa scoprire gli altri, i loro bisogni e necessità.
I bambini giungono alla scuola dell’infanzia con una storia: hanno imparato a parlare, a muoversi con autonomia, hanno sperimentato le prime più importanti relazioni,hanno appreso ad esprimere emozioni e ad interpretare ruoli attraverso il gioco, hanno appreso tratti fondamentali della loro cultura.
Dal punto di vista del metodo, fondamentale è il rapporto educativo tra insegnante e bambino, accanto ai rapporti significativi con i compagni che allargano la cerchia delle relazioni familiari. Attraverso il gioco, modalità privilegiata di apprendimento ed azione, si da al bambino la possibilità di comunicare le emozioni che vive e di arrivare alla scoperta di sé a livello motorio, sensoriale, comunicativo e cognitivo favorendo l’avvicinarsi alla realtà con atteggiamenti di stupore, di esplorazione e di scoperta in corrispondenza con i desideri del proprio cuore e con le esigenze fondamentali di ognuno .
NIDO
Farsi carico di un bambino o di una bambina che ha legami forti e vive in un contesto familiare precedente: questo è il compito prioritario del nido.
Il bambino non va al nido solo con il “ corpo”, ma anche con la sua famiglia: ecco perché uno dei compiti fondamentali sarà quello di ricercare una perfetta continuità tra l’ambiente nido e l’ambiente familiare.
Ciò permette ai bambini di passare da un contesto all’altro senza grandi cambiamenti nel registro delle regole e dei significati.
Tutte i bambini, concepiti come persona, hanno diritto di costruire lo sviluppo armonico e integrale della personalità, nel soddisfacimento delle loro esigenze di ordine materiale e non. Queste esigenze vanno soddisfatte in un contesto ambientale che favorisca esperienze e relazioni in un clima di affettività positiva, giocosità coinvolgente ed esplorazione costruttiva, per permettere a tutti i bambini di continuare la loro storia utilizzando competenze e conoscenze acquisite per raggiungere le tre grosse finalità del nido: autonomia, identità e competenze.
Una grande importanza nel Progetto Educativo riveste l’organizzazione della giornata scolastica. La ripetizione non solo struttura le ragioni dello spazio vitale in quanto lo rende prevedibile, ma sta alla base del senso del tempo. Pertanto l’organizzazione della giornata, i suoi ritmi, le ripetizioni, sono importanti perché l’esperienza infantile possa strutturarsi in eventi riconoscibili e dotati di significato, secondo dei prima e dei poi.
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ringraziamenti e bibliografia
Ringraziamenti particolari a: ADRIANO TODARO
AGNESE SILVA
ENRICO REDAELLI
ERMELINDO LOCATI
LUIGI PEREGO
LUISA DALLA ZANNA
MARCO CABELLA
MARCO TORRIANI
MARIA PIA SILVA
MARISA ALBANI
MATTEO TAINO
SEZIONE DI STORIA LOCALE DELLA BIBLIOTECA DI NOVATE MILANESE
Ricerca testi e foto: ALEARDO FAROLDI
ANNUNCIATA ROSSI (foto di copertina) NAZZARENO PAMPADO
Alcuni testi sono tratti dall’audio di filmati originali d’epoca.
Bibliografia:
100 Anni dell’Oratorio S. Luigi Novate Milanese.
35 Anni di don Carlo Prada a Novate Milanese. Archivio della Scuola Materna Giovanni XXIII di Novate. Messa d’oro di don Arturo Galbiati – 20 settembre 1959. Oratorio di Meda Cent’anni. Un mattone lungo un secolo - La Benefica - Autori vari. Uomini e istituzioni a Novate Milanese - Luigi Perego
Sitografia: www.wikipedia.org www.images.google.it www.lagrandeguerra.net
Documentazione fotografica: Si ringraziano tutti coloro che hanno concesso la liberatoria di pubblicazione per il materiale cartaceo e fotografico di archivio.
Riprese fotografiche - scansioni e fotoritocchi: Nazzareno Pampado.
L’autore si scusa: per eventuali inesattezze e mancata individuazione di alcuni personaggi; per la pubblicazione di alcune fotografie delle quali non è stato possibile risalire ai proprietari.
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Questo libro è stato editato in occasione del centesimo anniversario della Scuola Materna Giovanni XXIII associazione scuola paritaria dell’infanzia via Bollate, 8 - 20026 Novate Milanese (Mi) maggio 1910 - maggio 2010
Grafica, impaginazione e impianti stampa del libro: Nazzareno Pampado
Stampa: Arti Grafiche Color Black
Finito di stampare nel mese di maggio 2010
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