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Anni Novanta

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Anni Ottanta

Anni Ottanta

E’ un decennio di grandi cambiamenti per l’Asilo quello che si estende dal 1990 al 2000.

Sono gli anni che conducono la scuola fin quasi ai giorni nostri, confondendo a tratti gli aspetti relativi alla storia con quelli della cronaca. I ’90 rappresentano forse il periodo che più di ogni altro ha fornito all’Asilo l’assetto definitivo dei giorni d’oggi, effettuando un cambiamento di rotta, restando però fedele nei principi che hanno caratterizzato i decenni passati, al fine di adeguare l’offerta educativa sul territorio cittadino nel solco della tradizione.

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L’apertura di una sezione di micro nido, il riassetto del personale insegnante in direzione laica, un nuovo Statuto, i primi lavori di ristrutturazione, sono solo alcune delle tappe che hanno condotto l’Asilo fino al cambio del millennio, regalando alla comunità cittadina una struttura con la voglia di riaffermare il proprio ruolo educativo al servizio dell’infanzia.

Il 1990 è l’anno che vede l’apertura della prima sezione micro nido all’interno dell’Asilo – denominata successivamente “Bassotti”, riportando così, dopo sei anni, il numero delle classi da cinque a sei – cinque sezioni di scuola materna e la novità riservata ai bambini al di sotto dei tre anni di età. E’ ancora Ercole Gorla il presidente della “Giovanni XXIII” quando viene introdotta questa importante novità – carica che ricoprirà ancora per nove anni. L’ iniziativa, che negli anni riscuoterà sempre maggior successo, adeguandosi nel tempo anche a tutti gli standard qualitativi imposti dalla legislazione regionale, con- tribuisce a fare dell’Asilo – che è la più antica istituzione educativa cittadina riservata all’infanzia – una struttura decisamente al passo con i tempi. dagli anni Ottanta ai giorni nostri

Nel 1992 l’assetto del personale insegnante assume la fisionomia attuale; suor Angelica Triulzi lascia l’insegnamento assumendo la sola carica di coordinatrice didattica, facendole subentrare un’insegnante laica che chiude definitivamente il rapporto di collaborazione con le suore cottolenghine rispetto all’insegnamento in classe.

Il 1995 - giro di boa del decennioè l’anno forse caratterizzato dal maggior numero di novità. In quest’anno la scuola recepisce alcune nuove normative e si dota di un nuovo Statuto e, per il personale insegnante entra in vigore un nuovo contratto di lavoro. Durante l’estate vengono eseguiti i primi lavori di riammodernamento del cortile così da renderlo fruibile alla ripresa dell’anno scolastico, nel mese di settembre. E’ proprio in questo mese, il giorno 8, che muore don Carlo Prada che, oltre ad essere parroco di Novate, è membro di diritto del Consiglio di amministrazione della scuola. E’ Gian Carlo Boldorini – personalità tra le più rappresentative nella storia degli ultimi decenni dell’Asilo – che in qualità di Consigliere anziano durante la seduta dell’11 settembre, ricorda il parroco recentemente scomparso, seduta di Consiglio che vedrà poi la rielezione di Ercole Gorla alla carica di Presidente, a cui farà da vice, Claudio Finotto. Il 20 dicembre dello stesso anno il nuovo parroco, don Ugo Proserpio, entra a far parte dell’Assemblea direttiva della scuola materna.

I bambini che frequentano la “Giovanni XXIII” a metà degli anni ’90 sono quasi 160, dato che conferma la stima dei novatesi sia verso l’Asilo che verso la sua offerta formativa, forte di una tradizione che affonda le radici nei tempi passati e che, grazie ad un costante aggiornamento, appare sempre più proiettata verso un futuro ricco di eccellenze.

Il finire degli anni ’90 porta anch’esso grandi cambiamenti.

Il 15 novembre 1999 il Consiglio di amministrazione elegge Zefferino Melegari alla carica di Presidente, succedendo così ad Ercole Gorla che ha ricoperto l’incarico con passione e dedizione per quasi vent’anni e che rimane all’interno del l’organo direttivo della scuola come consigliere nominato in propria rappresentanza dall’Amministrazione Comunale. Vice presidente, al fianco del neo eletto Melegari, resta Claudio Finotto.

Il 16 novembre 1999 muore suor Gaetana De Agostini, religiosa indimenticabile per intere generazioni di novatesi, che ha prestato la propria opera ininterrottamente per 43 anni - a partire dall’ottobre 1956, prima come insegnante e poi come economa, fino al 1998, momento in cui ha potuto godersi un meritato, seppur breve, periodo di riposo tra le consorelle dell’Oasi San Giacomo. E’ un lutto importante e profondo quello che colpisce la comunità scolastica; con suor Gaetana se ne va un pezzo importante di storia dell’Asilo e di Novate e, riduce definitivamente la presenza delle religiose all’interno della struttura scolastica alla sola Suor Angelica Triulzi.

Il 15 dicembre 1999, in occasione della festività del Natale viene diffuso il primo numero de “Il Giovannino”, un nuovo giornale scolastico che vuole porsi come una sorta di “house organ” della scuola; ventiquattro pagine stampate in bianco e nero, redatte due volte l’anno, che vogliono raccontare alla comunità scolastica la vita e l’attività dell’Asilo, facendo conoscere anche all’esterno della struttura di via Bollate le peculiarità e la quotidianità della “Giovanni XXIII”, allargandone gli orizzonti e rendendola parte integrante e permeabile all’intera comunità cittadina, obiettivo fortemente perseguito dal neo eletto presidente, Zefferino Melegari.

Al termine del decennio si amplia l’offerta di attività rivolte ai bambini grazie anche all’implementazione di nuovi laboratori di musica, inglese e psicomotricità.

Ecco perché è nato il nostro giornalino: “Il Giovannino”

Perché un mondo di amici e di giochi spalanca le sue porte per noi ogni mattina.

Perché qui si vivono momenti di ogni colore: dalle tinte pastello del lavoro mattutino ai toni accesi di una sfrenata corsa in cortile.

Perché il nostro pranzo per nulla silenzioso è una rinnovata festa insieme.

Perché gli occhietti che tendono a chiudersi e gli sbadigli che si moltiplicano ci spingono verso il pomeridiano riposo.

Perché ogni momento della nostra giornata ci svela qualche nuovo segreto.

Perché è sufficiente un raggio di sole stranamente inclinato e una buona dose di fantasia per trasformarci, in un baleno, in coraggiosi pirati o in applaudite ballerine.

Perché un semplice “a domani” assume un senso di complicità e di condivisione.

Perché così, semplicemente, avevamo voglia di raccontarvi tutto questo e farvi sbirciare nel nostro mondo che vorremmo fosse anche un po’ vostro. dagli anni Ottanta ai giorni nostri

Ecco perché è nato “Il Giovannino” (Natale 1999).

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