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Dal 2000 ai giorni nostri
Il giro di boa tra gli anni’90 ed il 2000 proietta in modo netto e deciso la scuola nel nuovo millennio. Nel 2000 l’Asilo taglia il traguardo del 90esimo compleanno e, da via Bollate, prosegue la sua attività educativa verso le nuove generazioni, animato da un forte spirito di rinnovamento, trasmesso con entusiasmo anche dalla nuova presidenza di Zefferino Melegari.
Gli anni dal 2000 al 2010 sono il decennio in cui maggiormente si è investito sulla struttura centenaria dell’Asilo, accompagnando alle opere di manutenzione un investimento altrettanto importante nella formazione e nell’aggiornamento del personale insegnante.
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E’ il “Giubileo” a fare da sfondo al primo anno dell’ultimo decennio di storia, evento che contribuisce ad offrire un ulteriore spunto di riflessione all’intera comunità scolastica e che, insieme al cambio di millennio, trova ampio spazio sulle pagine del “Giovannino”, divenuto una pubblicazione sempre più attesa ed apprezzata sia dai piccoli che dai loro genitori.
Nel biennio 2000 – 2001 iniziano i primi interventi sulla struttura scolastica. Nel 2000 viene demolito il vecchio teatrino che caratterizzava gli spazi della palestra e che per decenni è stato il palcoscenico di tante rappresentazioni inscenate dai bambini, scelta dettata dalla mancanza dei più recenti standard di sicurezza, operazione – quella di smantellamento del piccolo palcoscenico – che ha permesso di rendere gli spazi della palestra più ampi e funzionali, adeguati anche ad ospitare in una sede più idonea i laboratori e le attività recentemente introdotte.
Il 27 febbraio 2001 il Ministero della Pubblica Istruzione ha riconosciuto alla “Giovanni XXIII” lo status di scuola paritaria, facendo compiere all’Asilo di via Bollate un ulteriore passo avanti verso la parità scolastica.
Nella primavera 2001 viene inaugurato il nuovo busto in bronzo di Papa “Giovanni XXIII”, figura a cui la scuola è intitolata, opera che contribuisce ad arricchire, abbellendolo, l’ingresso della scuola, dopo che il riarredo delle classi e del refettorio hanno ridisegnato l’aspetto degli interni, portando una notevole nota di colore che maggiormente si addice agli spazi dedicati all’infanzia. Negli stessi anni vengono realizzati i nuovi servizi igienici per la sezione di Nido. La storia dell’Asilo è fatta soprattutto dalle persone, non solo a livello di insegnamento ma anche tra coloro che con la propria attività hanno permesso lo svolgimento della quotidianità: il 31 dicembre 2001, raggiunta l’età della pensione, Maria Domenica Bagnato lascia l’Asilo dopo 35 anni trascorsi all’interno della struttura come ausiliaria.
Il 2002 si apre con un lutto che colpisce l’intera comunità scolastica: il 6 gennaio muore Giancarlo Boldorini, una figura quasi “mitica” che ha dedicato alla “Giovanni XXIII” passione e lavoro per molti anni.
Proseguono le opere di manutenzione straordinaria delle strutture. Il Consiglio di amministrazione decide in questo anno di “mandare in pensione” la vecchia cucina dopo più di trent’anni di onorato servizio, dotando la scuola di una nuova, rispondente alle più moderne esigenze e standard sia qualitativi che di sicurezza. Con la ripresa dell’anno scolastico, nel settembre 2003, suor Angelica Trulzi lascia il proprio ruolo di coordinatrice a suor Ornella Gagliardi, impegnandosi in un’attività a supporto del personale ausiliario, ricoprendo così, per un paio di anni, incarichi che fino a pochi anni prima erano ricoperti dalla figura dell’economa. Nuovi servizi igienici, nuovi arredi scolastici, rifacimento del tetto e nuovo impianto di riscaldamento sono solo alcuni degli interventi che hanno caratterizzato l’ultimo decennio, sufficienti però a delineare il nuovo carattere di modernità che descrive al meglio l’Asilo dei tempi più recenti. Dalla fine degli anni ’90 al 2010, gli investimenti a favore della struttura scolastica, per renderla più moderna, accogliente ed adeguata alle più moderne direttive pedagogiche, è stata pari a circa 700mila euro.
La scuola negli ultimi anni è ormai una realtà più che apprezzata all’interno del panorama delle strutture educative cittadine, la sua tradizione centenaria e il forte carattere di rinnovamento l’hanno portata ad essere un punto di riferimento tra le scuole paritarie lombarde e non solo.
L’Asilo di via Bollate diviene una struttura aperta e attiva sul territorio, coinvolgendo soggetti di natura sia pubblica che privata in numerose iniziative riservate non più unicamente ai bambini ma, in modo più esteso, all’intera comunità gravitante intorno ad essa.
Nel dicembre 2008 viene distribuito il primo numero del “Giovannino” a colori, ulteriore elemento che aiuta, seppure in piccolo, a raccontare la modernità di questi cento anni.
Quanto sia cambiato l’Asilo di via Bollate negli ultimi cinquant’anni è ben descritto da alcuni passaggi di una testimonianza scritta da Aleardo Faroldi, Aldo Deponti e dal compianto Gianluigi Zucca che solo pochi anni fa ricordavano –riferendosi all’opera delle suore a cui l’Asilo era affidato nei decenni passati: “...Con suor Pia, altre suore consorelle che hanno vissuto in tempi anche difficili con uguale impegno, sono ancora nella mente e nel cuore: suor Maria, suor Concetta, suor Lina, suor Letizia, suor Emilia e suor Diomira. Per ognuna di loro, col proprio stile e con le proprie caratteristiche, si ricor- dano aneddoti tali da far sorridere. Suor Lina curava i lavori nell’orto e in cucina e non mancava di guardare amorevolmente il cane Tripoli, oggetto delle attenzioni anche scherzose dei bambini. Era, poi, maestra di ricamo e c’è ancora chi la ricorda in questa particolare e gradita mansione. Suor Letizia, anche lei addetta alla cucina, non mancava di invitare le mamme a pelare le patate. E proprio la cucina, radicalmente trasformata nelle attrezzature e nei servizi, non mancherebbe di sbalordire queste suore che tanto lavoro e dedizione vi hanno riposto. Anche suor Letizia faceva scuola di cucito ed era soggetta agli inevitabili scherzetti quando, seduta, si addormentava forse per stanchezza. Suor Maria Della Valle era la collaboratrice più vicina a suor Pia che sostituì come Superiora alla guida della Scuola Materna e poi all’Oasi. Una nonna diceva guardando verso l’alto: “Suor Maria, un dolce suo sorriso, qui in terra ed or in Paradiso”, delineandone i lineamenti e il suo modo di fare. Suor Concetta, dal carattere forte e deciso, all’entrata della mattina distribuiva, nel cucchiaio di vetro, il non apprezzato ma efficace olio di fegato di merluzzo che teneva nascosto sotto il grembiule; il sapore sgradevole obbligava poi ad ingoiare qualche caramella o “limonin” che le mamme acquistavano nel negozio vicino della “Mercandela”, che oltre alle tele e tessuti che vendeva, teneva su un banchetto le leccornie così gradite ai bambini. Nella sala da pranzo sotto lo sguardo delle insegnanti, i bambini oggi siedono intorno ai ta-voli colorati e allegri e consumano il pasto, con appropriate stoviglie. Ma allora? Intorno ai tavoloni di diversa altezza e con i buchi per inserirvi la scodella di alluminio, i bambini in piedi consumavano la minestra accuratamente preparata, mentre il secondo, portato da casa, si risolveva con il formaggio e la classica “michetta”; a merenda, non sempre, .una tavoletta di cioccolata...”. Dall’autunno 2009, dopo il pensionamento del parroco, don Ugo Proserpio, membro di diritto del Consiglio di amministrazione, entra nell’organo direttivo dell’Asilo, monsignor Vittorio Madè, nuovo parroco di Novate. Il resto, è cronaca dei giorni nostri.
centesimo anno