D O S S I E R
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“Vivi la gioia Inserto da e a t s ccar
Ragazzi &
Dintorni
”
Novembre 2016
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Ragazzi & dintorni
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La gioia è un’emozione intensa, solare, ricca di sfumature: l’arancione la rappresenta bene! Essa è molto desiderata, ma se la si cerca in fattori esterni, non si può gustarla… (Focus). La nostra società fa dipendere la felicità dal benessere, in termini di ricchezza, o di giustizia sociale, o di sostenibilità ambientale. Occorre, invece, considerare altri indicatori che fondano una vita autenticamente gioiosa (Attualità). Un percorso di educazione alla gioia prevede: riapprenderne la funzione, nel muoverci verso gli altri e stabilire relazioni; riapprenderne il linguaggio corporeo, per apprezzarla; stimolare uno sguardo consapevole sulla realtà… (EducAzione). Ma quali sono gli ingredienti della gioia? I ragazzi li fanno emergere dalle canzoni, dalla loro vita e dalla «ricetta» che fornisce Gesù (Musica e fede). Si lasciano affascinare dal sorriso e dalla gioia di Gesù, che è la fonte stessa della gioia (Bibbia nella vita). Si confrontano, quindi, con Billy Elliot che trova nella danza la sua piena realizzazione e quella gioia che contagia la famiglia, e riscatta un’intera comunità (Ciak, si gira); e con Francesco, il santo della gioia e della perfetta letizia (Testimone). Si lasciano incantare dalla magica gioia del circo (Arte ed emozioni). Per navigare, poi, nella rete alla ricerca della gioia e scatenarla nel web (In rete). Con il Test verificano il livello della loro gioia; e nella Celebrazione accolgono «il tesoro della gioia».
SOMMARIO
Focus
Una gioia tutta da scoprire - Barbara Corsano
EducAzione
Consapevoli della «nostra gioia» - Luigi Russo . . . . . . »
Bibbia nella vita La gioia di Gesù - Tonino Lasconi
Attualità In rete Musica e fede
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Benessere e felicità, oggi - Fausto Negri . . . . . . . . . . . . . . . »
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Gli ingredienti della gioia - Mariangela Tassielli
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Avrai gioia ed esultanza - Dalia Mariniello
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Ciak, si gira
La gioia: un sentimento che danza - Alberto Anile . . . »
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Test
C’è aria di gioia! - Maria Teresa Panico
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Arte ed emozioni La magica gioia del circo - Fausto Negri Celebrazione Testimoni
Il tesoro della gioia - Dalia Mariniello
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Francesco d’Assisi - Biancarosa Magliano . . . . . . . . . . . . . »
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RAGAZZI & DINTORNI - La forza delle emozioni è intensa e dirompente nei ragazzi dai
12 ai 16 anni, tanto più oggi. Questo percorso, pedagogico-evangelico, di educazione delle emozioni mira a favorire una formazione umano-cristiana integrale; a sviluppare sentimenti positivi e costruttivi; ad accogliere Gesù e a comunicarlo con gioia. L’utilizzo di tutti i linguaggi rende l’itinerario fruibile nella catechesi, in campiscuola, ritiri e a scuola.
Tema: I colori delle emozioni Sprigiona le emozioni - Vivi la gioia - Libera lo stupore Ascolta la tristezza - Attiva la speranza - Trasforma la paura Gestisci la rabbia - Accendi l’amore
Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, novembre 2016
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Luigi Russo - aluigirusso@gmail.com
G
EducAzione
CONSAPEVOLI DELLA «NOSTRA GIOIA»
ioia, gioco, gioiello condividono la stessa radice. Una sollecitazione educativa per chi tiene a cuore un percorso di educazione alle emozioni e alla gioia nello specifico. Nell’aria si sente una corsa alla gioia, spesso confusa con uno stato di euforia, di assenza di problemi, di spensieratezza. Oppure uno stato raggiungibile solo ottenendo cose o raggiungendo certi risultati. Sembra un’utopia la gioia. Gioia, gioco, gioiello. Che cosa può dirci, a livello educativo, questa comune radice? La gioia è uno stato emotivo che si prova quando ci si dedica a una occupazione che scegliamo, senza attenderci nulla in cambio, se non il piacere che deriva dal fare quella cosa, come quando un bimbo gioca, appunto. La gioia si prova se guardiamo a quella cosa o attività con gli stessi occhi con cui si guarda e si custodisce un gioiello. Come un bimbo di fronte a un oggetto che, ai suoi occhi, diventa una macchinina con cui giocare. Impegnativo, dunque, un percorso di educazione alla gioia. Esso presuppone: • Ri-apprendere «la funzione» della gioia nella nostra esistenza: questa emozione ci muove verso gli altri, stimola l’incontro e la relazione. Ci spinge a cercare, a curiosare, ad approfondire. Ci muoveremmo verso l’altro senza un moto di gioia? • Ri-apprendere il linguaggio corporeo della gioia. Da una sensazione generica e confusa della gioia nel nostro corpo, passare in rassegna tutti i diversi codici attraverso i quali essa si esprime: il battito cardiaco che accelera, i polmoni che sembrano espandersi per essere riempiti di aria, la tensione muscolare che ci spinge a muoverci, gli occhi sgranati, le farfalle nello stomaco. Diventare esperti conoscitori del codice personale della gioia, diviene un’abilità che
consente di apprezzare anche i piccoli movimenti di questa emozione, senza necessariamente attenderci, per sentirla, lo scombussolamento euforico.
• Stimolare uno sguardo consapevole sulla realtà e sulle piccole cose. Spesso la gioia provata nell’incontro con una persona, nell’apprezzare un tramonto o la bellezza di un fiore, nell’ascoltare un complimento o nel sentirci guardati ci sfugge perché l’attenzione è altrove. È spostata nel futuro (magari succedesse che…) o nel passato (solo quella volta…). Educare a uno sguardo sulla realtà garantisce il sentire l’emozione che accompagna ciascun momento. Quanti movimenti di gioia, in una giornata! Come i gigli dei campi, gli uccelli del cielo, non pre-occupati (pensieri che occupano la mente «prima che le cose accadano»), ma consapevoli dell’unicità del presente. • Apprendere modi diversi di raccontare la gioia: partendo dalla descrizione di un particolare, raccontare i pensieri rispetto a quel particolare (a me fa pensare…); le sensazioni fisiche (mi sento…); le modalità espressive (mi viene da correre, da gridare…). Sollecitare l’uso di metafore, di analogie perché aumenti il vocabolario emozionale. Sollecitare modi di esprimere la gioia che tengano conto della propria libertà e di quella degli altri. Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, novembre 2016
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Musica e fede
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GLI INGREDIENTI DELLA GIOIA
e la gioia fosse un buon dolce, quali potrebbero essere gli ingredienti per ottenere uno splendido risultato? Vi sembrerà strano questo parallelo, ma pensando a questa tappa e al suo titolo «Vivi la gioia», ho creduto opportuno legare quest’emozione bella, intensa e così importante per la nostra vita a qualcosa di molto buono e concreto. Perché? Perché i nostri ragazzi la sperimentano sempre di meno e si stanno convincendo che non sia possibile viverla, a meno che non la si leghi a sensazioni
estreme e spesso provocate artificialmente. Se si fa loro una domanda diretta tra le emozioni che vivono più frequentemente, la gioia, spesso, è quasi una ruota di scorta. Provateci, se non l’avete fatto già con la prima tappa! Sono troppo ansiosi e stressati dal dover essere all’altezza di tutto e di tutti, per sperimentare quanta gioia c’è nelle piccole cose. Voi provate a fermarli e aiutateli a scendere in profondità.
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Mariangela Tassielli - m.tassielli@paoline.it
• Attivate un primo confronto con loro: «Quali sono gli ingredienti per ottenere la gioia? Cosa
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dovrebbe esserci nella vita perché la gioia sia possibile?». Favorite uno scambio fra loro, perché condividano le loro posizioni, certezze, ricerche. Voi catechisti ed educatori non intervenite in alcun modo: nessun parere, né giudizio, né posizione a favore di qualcuno. Restate il più possibile neutrali, anche di fronte a ciò che potrà sembrarvi non positivo o eccessivo. • Alla fine dello scambio riportate su un poster, costruito come se fosse un ricettario, tutti gli ingredienti emersi dai ragazzi, nessuno escluso, anche quando si ripetono. Chiedete, poi, loro di rivolgere questa domanda ai coetanei a scuola, o agli amici, anche non credenti. • Nell’incontro successivo raccogliete tutte le possibili ricette e fate emergere i cinque ingredienti più presenti. Solo cinque, non uno di più. Non dovrete scegliere né votare; dovrete sommare i cinque ingredienti, che formeranno la loro ricetta: saranno i più presenti fra quelli citati dai ragazzi e dai loro amici. Fatto questo, mettete per un attimo da parte la loro ricetta. Si tratta a questo punto di dare parola alla musica. La prima canzone su cui lavorare è Gioia, dei Modà. Fatela ascoltare ai ragazzi, fornendo loro il testo. • Partendo dal testo, chiedete loro di dire cosa, secondo i Modà, è gioia e cosa è star male. Fate evidenziare ciò che produce gioia con colori vivi e lo star male con colori scuri. Per i Modà la gioia è fatta di cose semplici, ma preziose e fondamentali per ogni persona: «Essere vivi, essere in piedi… nonostante tutto; riuscire
LA GIOIA NELLE COSE SEMPLICI