Ragazzi & Dintorni n. 3 - dicembre 2017 - Paoline

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D O S S I E R

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U n P a d r e c’ è

Apro spazi a te

Inserto da e staccar

Anno 2017-2018

Ragazzi &

Dintorni

2017

Dicembre

3


Ragazzi & dintorni

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La richiesta: «Padre nostro… sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno» l’abbiamo espressa con «Apro spazi a te». Vediamo in che senso. Il percorso può iniziare dal film che evidenzia una situazione di disagio sociale per due gruppi di giovani in conflitto tra loro e nelle cui vite i genitori sono assenti. Ma un loro gesto eroico fa ribaltare la situazione (Ciak si gira). Il confronto può continuare con la realtà dei giovani di oggi, più disposti a seguire partite, concerti, a stare sui social che a cercare il Signore. Eppure tanti si affidano al Signore e lo testimoniano (Attualità). È bene approfondire, ora, il significato di «nome» e di «santificare», per evidenziare che è Dio stesso a santificare il suo nome nel mondo e in noi, facendoci suoi figli. E noi lo santifichiamo, comportandoci da figli suoi (Focus). Gli chiediamo di espandere la sua santità perché il suo Regno arrivi ovunque; e noi, con le nostre scelte e gesti, sulla scia di Gesù, possiamo far risplendere la sua santità (Bibbia nella vita). Ma, per superare l’istinto aggressivo e distruttivo, si richiede un processo educativo che stimoli a riconoscere il bello, per aprirsi ad atteggiamenti di rispetto, incontro, cura e santificazione (EducAzione). Le canzoni ci annunciano: «Il regno dei cieli è qui!», con l’invito a cambiare vita e a vivere le Beatitudini (Musica e fede). Nel dipinto ci attrae Gesù che, in sintonia con il Padre, prega il Padre nostro (Dio Padre nell’arte). Suor Teresilla è stata un segno dell’amore e del perdono di Dio (Testimone). E tu verifica se sei in sintonia con Dio Padre e santifichi il suo Nome (Test). Con la Celebrazione glorifichiamo il Nome di Dio.

SOMMARIO

Focus

Sia santificato il nome di Dio - Barbara Corsano . . . . . pag.

3

Padre: un nome, non un aggettivo - Fausto Negri . . . »

6

Come si santifica Dio? - Mariangela Tassielli . . . . . . . . . . »

8

Bibbia nella vita Diffondere la bellezza di Dio - Tonino Lasconi

Attualità EducAzione Musica e fede

Col mio nome santifico il tuo - Luigi Russo

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»

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»

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Ciak, si gira

Rimani d’oro - Alberto Anile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »

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Test

Seme del Regno - Maria Teresa Panico

14

Dio Padre nell’arte Gesù in preghiera - Fausto Negri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » Celebrazione Testimoni

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Ti glorifichiamo, Dio Padre - Maria Grazia Rasia Suor Teresilla - Biancarosa Magliano

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»

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RAGAZZI & DINTORNI - In una società «senza padre», dove ai ragazzi (12-16 anni) mancano punti di riferimento, è fondamentale proporre il «Padre nostro», perché scoprano la propria identità di figli e la relazione con Dio. Si parte dalle loro interpellanze su Dio e sulla relazione genitoriale. A condurci è Gesù, «volto di amore e di misericordia del Padre». L’utilizzo di tutti i linguaggi rende l’itinerario coinvolgente e fruibile nella catechesi, in campiscuola, ritiri e a scuola.

Tema: Un Padre c’è Ma ci sei? - Dove sei? - Apro spazi a te - Io ci sto Pane per tutti - Al rancore, dico no - Stammi vicino - Difendimi!

Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, dicembre 2017


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Attualità

Fausto Negri - fausto.negri@libero.it

PADRE: UN NOME NON UN AGGETTIVO La prima implorazione del Padre nostro sostiene tutte le altre. «Sia santificato il tuo nome» equivale a saper individuare la presenza e l’opera di Dio, a lasciare che la sua parola mormori nel cuore e che il suo nome salga alle labbra. Nell’attuale contesto sociale, però, Dio appare a tanti lontano, indefinito, estraneo alla vita quotidiana, quasi un optional.

E così… Sui 1440 minuti di una giornata, non ne troviamo 10 per parlare o ascoltare il Signore. Corriamo per prendere i primi posti a un concerto, o a uno show, ma sediamo nelle ultime file in chiesa. Crediamo a ogni notizia che compare su internet, ma mettiamo in discussione l’esistenza di Dio. Professiamo con forza la nostra fede calcistica, ma ci vergogniamo di professare la fede cristiana. Seguiamo, per ore, i commenti di una telecronaca sportiva, ma non ci attira il commento del Vangelo. Inviamo e riceviamo, ogni giorno, decine di mail e di messaggini, ma neanche avvertiamo i messaggi che continuamente ci manda il Signore. Divinizziamo uomini che sulla terra neppure ci conoscono, e dimentichiamo il Padre che è nei cieli. Quando non ci si ricorda di santificare il suo nome, «si santifica», al suo posto, qualcosa o qualcuno.

QUANDO IL NOME DI DIO NON È SANTIFICATO

Al contrario di quanto appare, però, mai come oggi è sentito il bisogno di affidarsi a «qualcuno», e mai come oggi nascono gruppi, movimenti e contributi di singole persone che intendono far conoscere a tanti «il Nome» del Signore, cioè la sua identità, il suo messaggio, il suo amore per tutti. È impossibile elencare le innumerevoli iniziative sorte in diverse località d’Italia. Ne citiamo alcune: • Centinaia di giovani vivono ogni giorno un’indicazione della IN QUALE DIO CREDO? Bibbia (come I Cavalieri della luce di Chiara Amirante). • C’è chi si impegna nel portare messaggi di speranza a chi l’ha • Commentate in gruppo, con persa, tramite i media e i new-media. esempi pratici, la frase attribui• In tante città si tengono aperte alcune chiese, custodite e acta allo scrittore inglese Gilbert coglienti, il sabato notte con proposte di adorazione e preghiera. Keith Chesterton: «Chi non cre• In molte città sul mare (come Rimini e Riccione) si offrono espede in Dio non è vero che non rienze di preghiera e primo annuncio, a «misura di bagnante». crede in niente, perché comin• Corsi che aiutano a crescere, percorsi per acquisire una nuova cia a credere a tutto». mentalità, incontri biblici e di formazione umana, annunci in • Provate a organizzare un instrada, pellegrinaggi vocazionali, campi di lavoro e di spirituacontro di gruppo con uno o più lità, scuole di fraternità… Sono alcune esperienze, mediante le testimoni – presenti nel vostro quali tanti giovani possono giungere a credere che il nome di territorio – impegnati in nuovi Dio è aiuto nella crescita, potenza per chi lotta, conforto per chi progetti di evangelizzazione. soffre, fiducia per chi è solo e scoraggiato.

MA NON TUTTO È COME SEMBRA

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Ciak, si gira

S

RIMANI D’ORO

usan Eloise Hinton ha scritto il romanzo I ragazzi della 56ª strada a 16 anni. Uscito nel 1967, il libro fu oggetto di polemiche per i comportamenti anarchici e spesso violenti dei suoi giovani protagonisti, ma col tempo è diventato un vero e proprio classico, ed è stato anche adottato come testo scolastico. È diventato film nel 1983, su suggerimento dell’intraprendente insegnante di una scuola media californiana, che aveva scritto al regista del Padrino per suggerirgli di trarne un film. Francis Ford Coppola lesse il romanzo, se ne innamorò, e ne fece effettivamente un film, uscito di recente in dvd in un’edizione più lunga e fedele al libro d’origine.

Il luogo è la piccola città di Tulsa, in Oklahoma; l’epoca la metà degli anni Sessanta. La gioventù locale è divisa in due bande rivali: i Social, residenti nei ricchi quartieri meridionali, e i Greaser, provenienti dai quartieri poveri del Nord. Il più giovane dei Greaser è il quottordicenne Ponyboy (C. Thomas Howell), allevato dai due fratelli più grandi dopo aver perso i genitori in un incidente ferroviario. Il suo miglior amico è Johnny (Ralph Macchio), 16 anni, vittima di un padre e una madre ubriachi e violenti. Per salvare Ponyboy, che rischiava di affogare durante un agguato dei Social, Johnny ne accoltella uno e i due ragazzi sono costretti a fuggire fuori città. Ma da ricercati si trasformano in eroi, salvando al-

IL RACCONTO

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Alberto Anile

Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, dicembre 2017

cuni bambini, rimasti intrappolati in un vecchio edificio andato in fiamme. Il loro gesto nobile e coraggioso colpisce profondamente la comunità di Tulsa e si presenta subito come l’occasione per riportare serenità nella vita di ragazzi, altrimenti condannati dalla crudeltà delle barriere sociali. Il prezzo da pagare sarà comunque altissimo, a cominciare dal destino di Dallas (Matt Dillon), il più bello e il più sbruffone dei Greaser… La divisione tra le due bande è netta ed evidente fin dall’aspetto: i Social, le cui famiglie hanno denaro a sufficienza da garantire loro un buon futuro, indossano camicie e

SOCIAL E GREASER

maglioni firmati; i Greaser vestono i poveri stracci che possono permettersi, e segnalano la loro voglia di ribellione, impiastricciandosi i capelli di brillantina (in inglese grease, da cui il nome). I due gruppi di ragazzi, in fondo, sono più simili di quanto loro stessi immaginano: entrambi maneggiano con leggerezza coltelli e pistole, e sono tutti poco più che bambini cresciuti, bisognosi dell’affetto di genitori lontani e insensibili. Amano ancora i cartoni animati di Topolino, si perdono nella lettura di romanzi, come Via col vento, si


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