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PER UNA CULTURA DELLA CURA E DELLA PROTEZIONE Nuove sfide per la vita consacrata João Braz de Aviz Robert Oliver José Rodríguez Carballo Helen Costigane SHCJ Rosanna Giacometto Gabriel Dy-Liacco Maria Carmen La Viña Tina Campbell Juan Carlos Cruz Chellew María Rosaura González Casas STJ Tiziana Merletti SFP Brendan Geary FMS Tim Brennan MSC a cura di Unione Internazionale Superiore Generali (UISG) Unione Superiori Generali (USG) Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori (PCPM)
Immagine in copertina: © chyworks / Shutterstock e © TairA / Shutterstock
Le citazioni bibliche sono tratte da La Sacra Bibbia nella versione ufficiale a cura della Conferenza Episcopale Italiana © 2008, Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena Per i testi dei documenti della Santa Sede © Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano In alcuni capitoli di questo libro vengono presentati casi in cui si mantiene l’anonimato delle persone citate. Laddove vi siano riferimenti espliciti, questi sono stati previamente concordati con le persone e gli istituti coinvolti.
PAOLINE Editoriale Libri © FIGLIE DI SAN PAOLO, 2022 Via Francesco Albani, 21 - 20149 Milano www.paoline.it • www.paolinestore.it edlibri.mi@paoline.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (MI)
PREFAZIONE*
A nome della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori (PCPM), sono lieto di offrire parole di sostegno ai contributi di così tanti esperti, la cui saggezza e il cui incoraggiamento si trovano all’interno di questo prezioso manuale. Vorrei rivolgere un particolare ringraziamento a suor Patricia Murray, religiosa dell’Istituto della Beata Vergine Maria, per aver messo insieme un gruppo di professionisti così ricco. Nella sua introduzione, suor Patricia presenta il retroscena di questo volume, ma anche la sollecitudine e la risolutezza con cui tutti coloro che occupano posizioni di leadership nella vita consacrata dovrebbero dedicarsi alle questioni inerenti alla cura e alla protezione dei più deboli. Questo libro è da intendersi come un vademecum per delegati alla tutela di congregazioni, nonché per superiori e superiore generali. Include articoli frutto di ricerche che riguardano l’attuazione di procedure canoniche e l’analisi di casi, e
* Traduzione dall’inglese di Claudia Giampietro.
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intuizioni su come affrontare al meglio gli aspetti umani e psicologici della formazione alla vita consacrata. I contributi sono informati da molti anni di vita consacrata e dal lavoro per la tutela e la protezione di minori e persone vulnerabili. Come colonna portante di ogni lavoro nell’ambito della tutela, al centro vi sono le parole e i racconti di chi è vittima-sopravvissuto. In qualche modo, potremmo dire che tutte le strade partono da e conducono all’esperienza di chi è stato coinvolto in qualunque forma di abuso. In queste pagine abbiamo il privilegio della testimonianza e del saggio consiglio del dottor Juan Carlos Cruz Chellew, che ci ricorda che tutti i nostri sforzi dovrebbero essere misurati in base al benessere di chi è influenzato dalle nostre azioni e omissioni, questioni che potrebbero essere approfondite in pubblicazioni future. Mi auguro che quest’opera, fondamentale per sottolineare come le comunità di religiosi affrontano in modo efficace la piaga dell’abuso, possa divenire un manuale di riferimento per la leadership nella vita consacrata in generale. I materiali presentati e le intuizioni provenienti da anni di pratica ed esperienza a tutti i livelli della Chiesa costituiscono un’opportunità per aiutarci a capire da un punto di vista metodologico e sistemico quanto sia serio l’argomento per la vita consacrata oggi – in particolare in quei luoghi dove stanno sorgendo nuove espressioni di vita consacrata. È essenziale che la miglior prassi ri6
guardo alla prevenzione dell’abuso e alla tutela dentro e tra le comunità religiose sia lo standard per tutti. Ma il vero punto di forza di questo manuale è il modo in cui affronta un tema assai delicato, ovvero il fatto che la Chiesa e i religiosi hanno com messo errori e hanno deluso le vittime e le loro stesse congregazioni, offrendo spiegazioni ponderate e appassionate su come porvi rimedio e continuare a migliorare il buon lavoro già fatto. La vita consacrata è spesso compresa secondo carismi specifici conferiti alla Chiesa in un tempo determinato e per un dato obiettivo. Abbiamo visto, purtroppo, come questi doni carismatici concessi alla Chiesa attraverso la testimonianza di diversi fondatori di movimenti religiosi sono stati spesso deviati per soddisfare tendenze abusive. Ciò considerato, il presente volume si apre con la premessa che ci potrebbero essere alcune caratteristiche distintive nel modo in cui l’abuso viene perpetrato, prevenuto e affrontato nella vita consacrata. E proprio tali caratteristiche hanno bisogno di risposte su misura. Nel lungo cammino di applicazione delle esigenze della tutela a ogni area della vita e del ministero della Chiesa, questo vademecum segna un significativo passo in avanti. Una formazione approfondita sulla tutela e la vigilanza nel preservare politiche e procedure solide dovrebbe essere una priorità per qualunque gruppo di uomini e donne impegnati nella vita consacrata. 7
Forse uno degli aspetti più utili di questo libro è l’abilità di assicurare che buone pratiche non siano solo riportate per iscritto in manuali di linee guida, ma che siano attuate anche nella prassi. È essenziale che i leader e gli amministratori delle congregazioni monitorino con attenzione il processo che va dalla stesura delle linee guida alla loro attuazione e verifica. In qualche modo, il santo lavoro della tutela può ricordare le fatiche infinite di Sisifo: quando si pensa di aver portato a termine il compito, si deve ricominciare daccapo. Non dobbiamo lasciarci scoraggiare! Non dobbiamo mai stancarci della necessità di assicurare un ambiente di tutela sempre più appropriato. Non possiamo mai smettere di chiedere al Signore di portare a compimento in noi il bene che siamo chiamati a realizzare. Questo libro vuole garantire una comunità di sostegno a tutti coloro che potrebbero trovare interrogativi o resistenza nel loro sforzo di stabilire linee guida e prassi ancor più accurate. Le sottili forze di una pressione reciproca da parte di altri religiosi per rimanere in silenzio e non causare scandalo devono essere confrontate e superate. La privacy delle vittime dev’essere rispettata e i diritti di chi è accusato di crimini così seri devono essere tenuti in conto. Non ci può essere spazio nelle comunità religiose per alcuna forma di pressione mirata a evitare di sollevare scandali in merito alla protezione di chi è ferito e vulnerabile. Un approccio trasparente e obiettivo nel gestire 8
qualunque situazione di abuso porterà a una giustizia maggiore, meno timore e una testimonianza più credibile del Vangelo. Card. Seán O’Malley Presidente della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori
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AZIONI CONCRETE ED EFFICACI PER SANARE LE FERITE DI CHI SOFFRE Robert Oliver Traduzione dall’inglese di Silvia Valentini
Robert W. Oliver è ex segretario della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori (PCPM). Ha oltre vent’anni di esperienza nella tutela dei minori e degli adulti vulnerabili e nella conduzione di indagini canoniche e processi penali. Ha assistito le Chiese locali nel mondo e nella Santa Sede. È referente per la tutela dei minori dello Stato della Città del Vaticano e consultore del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Monsignor Oliver è originario di New York, è entrato nella vita religiosa nella Brotherhood of Hope nel 1984 ed è stato ordinato sacerdote nel 2000. Ha conseguito un baccalaureato presso il Darmouth College, un dottorato in Ecclesiologia presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma e un dottorato in Diritto canonico presso la Catholic University of America a Washington DC. Monsignor Oliver ha svolto il ruolo di promotore di giustizia presso la Congregazione per la Dottrina della Fede (2012-2014). Nell’arcidiocesi di Boston è stato direttore dell’ufficio per le indagini (2002-2005) e assistente del vicario generale per le questioni canoniche (2010-2012).
Un costante invito all’azione È un’immagine potente a introdurre il motu proprio Vos estis lux mundi. Papa Francesco scrive che sono necessarie « azioni concrete ed efficaci », « una conversione continua e profonda dei cuori », che « coinvolgano tutti nella Chiesa ». Solo in questo modo « i crimini di abuso sessuale [che] offendono Nostro Signore [e che] causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli » non si ripeteranno tra noi. Le « azioni concrete ed efficaci » possono rappresentare l’immagine simbolo della serie di webinar organizzati da UISG, USG e PCPM. Ciascun istituto e società è esortato/a a sviluppare protocolli concreti per la tutela dei bambini, dei giovani e degli adulti vulnerabili. Siamo chiamati non solo a redigere protocolli, ma a renderli efficaci, preservandoli e attuandoli con costanza e tenacia.
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Un impegno a costruire Costruire protocolli concreti ed efficaci Il ruolo del diritto canonico nel garantire ambienti sicuri include lo sviluppo di protocolli di salvaguardia efficaci, da applicare all’interno degli istituti e delle società. Il diritto canonico fornisce allo stesso modo principi fondativi e azioni pratiche e concrete per la creazione, la tutela e l’attuazione di tali protocolli. Papa Francesco utilizza un’altra immagine evocativa, per descrivere questo lavoro. Nell’enciclica Fratelli tutti1 esorta a diventare « costruttori ». Al giorno d’oggi, ogni comunità e società umana si interroga su come reagire di fronte ai devastanti effetti della pandemia di Covid-19. Il Santo Padre risponde a questa domanda esortando a « costruire », un verbo utilizzato più di cinquanta volte all’interno dell’enciclica e che rappresenta una chiamata a costruire consenso, comunità, ponti, fratellanza, amicizia e un futuro condiviso, attraverso la solidarietà e la difesa collettiva della giustizia. Qual è il primo passo, chiede papa Francesco, per costruire protocolli concreti ed efficaci? Cosa occorre per rendere vincente un impegno duraturo alla costruzione? 1 Francesco, lettera enciclica Fratelli tutti, 3 ottobre 2020. D’ora in poi FT.
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Ascoltare coloro che sono stati feriti Il Santo Padre risponde, semplicemente, « ascoltare ». Una conversione all’ascolto. Propone anzitutto di porsi all’ascolto della parabola del buon samaritano, una parabola capace di mettere in evidenza l’opzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dà pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, l’unica via di uscita è essere come il buon samaritano. Ogni altra scelta conduce o dalla parte dei briganti oppure da quella di coloro che passano accanto senza avere compassione del dolore dell’uomo ferito lungo la strada. La parabola ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità, a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi2.
Il lavoro di costruzione inizia con il rispondere alla domanda posta da Nostro Signore. Egli chiede quanto spesso camminiamo accanto a coloro che sono stati feriti, quanto invece disturbino la vista del dolore e le grida di aiuto, quanto spesso si voltino le spalle a tutto ciò rifiutando di farsi coinvolgere. Un estraneo, un samaritano, è colui che ascolta con compassione, dal latino cumpassio, soffrire insieme. All’interno della PCPM si definisce questo concetto come un « pilastro fondamentale ». Tutta l’attività inizia e ritorna sull’ascolto, sul soffrire 2
Francesco, FT 67.
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insieme ed essere attenti alla voce di coloro che stanno soffrendo, cercando di comprendere e aiutare quando possibile.
Conversione e impegno Una base fondamentale delle norme e delle procedure canoniche è servire uno scopo evangelico, che risponda alla chiamata di Nostro Signore. Il diritto canonico è al servizio dei costruttori, uomini e donne desiderosi di investire le risorse umane e istituzionali necessarie in una priorità che hanno identificato con chiarezza e per la quale si prodigano, vale a dire l’impegno a ricostruire la Chiesa di Nostro Signore. Conversione e impegno. Papa Francesco conclude questa sezione dell’enciclica Fratelli tutti con le seguenti parole: « Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile; non possiamo lasciare che qualcuno rimanga “ai margini della vita”. Questo ci deve indignare, fino a farci scendere dalla nostra serenità per sconvolgerci con la sofferenza umana ». Il concetto ovvio – ma che abbiamo visto riemergere più e più volte in questi ultimi anni – è quanto possa essere complicato costruire delle misure di tutela concrete ed efficaci. Di recente, un esponente dei media mi ha chiesto: « Sono trascorsi tanti e drammatici anni, caratterizzati dagli scandali degli abusi; perché allora tante isti38
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tuzioni cattoliche ancora non si sono dotate di misure di tutela efficaci? ». Un’altra persona mi ha fatto la stessa osservazione, chiedendomi: « Perché questo lavoro è così evidentemente poco prioritario? ». E ha aggiunto: « I principali scandali sono due: gli abusi finanziari e quelli sessuali. A molti livelli si stanno riversando esperienza e risorse nelle riforme finanziarie. Perché si investe così poco nello scandalo degli abusi? ». Sebbene non mi trovino del tutto d’accordo, queste osservazioni sono certamente reali. Troppo spesso sembriamo decostruire, ignorare e persino demolire. Cosa occorrerebbe per attuare in maniera efficace, a lungo termine, dei protocolli per la tutela di tutto il popolo di Dio? Servono costruttori, persone animate dal desiderio e dall’impegno a dedicare a questo scopo le risorse umane e istituzionali necessarie.
Mettere in pratica questo impegno Roma è una città che testimonia entrambi questi concetti. Il Pantheon è un monumento vivo, che respira e che viene ancora utilizzato dopo duemila anni. Non distanti, si trovano vari stadi sportivi che giacciono incompiuti, abbandonati e nel degrado. Anche il diritto canonico è attivo da centinaia di anni, almeno nella teoria! Le nostre norme azioni concrete ed efficaci per sanare le ferite...
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canoniche forniscono soluzioni per tradurre in pratica un impegno reale e duraturo, volto a stabilire protocolli di tutela concreti ed efficaci. Le parole che concludono l’introduzione del motu proprio Vos estis lux mundi sottolineano che questo incarico « esige l’impegno nel seguire da vicino le tracce del Divino Maestro ». Il Santo Padre scrive: « Desidero che questo impegno si attui in modo pienamente ecclesiale, e dunque sia espressione della comunione che ci tiene uniti, nell’ascolto reciproco e aperto ai contributi di quanti hanno a cuore questo processo di conversione ».
Un primo passo pratico: protocolli per segnalare gli abusi
Alla riga successiva di Vos estis lux mundi, papa Francesco dispone alcuni provvedimenti. Quali sono, dunque, alcuni provvedimenti pratici, rintracciabili sia nel Vos estis lux mundi che nel Vademecum redatto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede?
Un sistema di segnalazione per sospetti delitti Le prime sezioni di entrambi i documenti trattano un elemento fondamentale per i nostri protocolli: ricevere e comunicare le informazioni riguardanti un sospetto delitto. In altre parole, 40
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quanto si è in grado di accogliere chi fa queste segnalazioni e quanto si è abili nel trasmettere le informazioni alle autorità competenti? Quali sono i passaggi concreti da seguire? Di che tipo di risorse umane e istituzionali c’è bisogno? Si può partire da una lista di concetti e poi proporre alcune osservazioni. Tutti questi concetti sono sia in Vos estis lux mundi sia nel Vademecum. – In primo luogo, occorrono « sistemi stabili e facilmente accessibili al pubblico per presentare segnalazioni »; con questa frase memorabile, papa Francesco esorta tutte le istituzioni cattoliche a creare sistemi che permettano a chiunque di segnalare un sospetto abuso, perpetrato da un religioso o da un membro di un istituto o di una società. – In secondo luogo, questi sistemi devono essere creati individualmente o congiuntamente ad altri enti e devono prevedere la creazione di uno specifico ufficio ecclesiastico. – Per rendere efficaci questi sistemi, è essenziale formare le persone affinché siano in grado di gestire le segnalazioni, ricevere le informazioni in maniera competente e richiedere appropriatamente qualunque ulteriore e necessario dettaglio a chi ha effettuato la segnalazione. – Le persone che lavorano all’interno dei sistemi di segnalazione dovranno avere azioni concrete ed efficaci per sanare le ferite...
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una chiara comprensione delle leggi e degli obblighi civili, da rispettare ovunque si svolga il proprio ministero e ovunque vivano i nostri confratelli, così che le segnalazioni possano essere presentate in conformità di legge. – C’è bisogno di esperti, persone scelte e formate previamente e che siano pronte, entro un breve lasso di tempo, a offrire assistenza spirituale e clinica alle vittime e alle loro famiglie. – Prima di accogliere una segnalazione, si dovranno creare dei canali di comunicazione con ogni Chiesa locale nella quale lavorano e vivono i confratelli; questo sarà necessario, poiché Vos estis lux mundi ha stabilito un nuovo requisito all’interno della legge universale, vale a dire che le informazioni debbano essere inviate anche al vescovo ordinario del luogo in cui sarebbero avvenuti i fatti. – Il sistema dovrà prevedere un superiore generale all’interno di ogni istituto o società, previamente scelto e preparato per gestire le segnalazioni; si tratterà di una persona che abbia l’autorità esecutiva di ricevere le informazioni e decidere se indagare o affrontare la questione in altra, appropriata maniera. – Inoltre, Vos estis lux mundi ha definito nuove norme per stabilire come gestire 42
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una segnalazione; il superiore generale dovrà prendere questa decisione congiuntamente con il vescovo ordinario per la maggior parte dei casi e, se il caso in oggetto coinvolge il moderatore supremo, dovrà interpellare la Santa Sede e il Metropolita.
Esperti che coadiuvino il superiore generale e il consiglio In questo primo elenco di protocolli concreti sono necessari altri due punti essenziali. Se si vuole rispondere in maniera pronta ed efficace, occorre identificare per tempo alcune figure. – In primo luogo, un investigatore esperto e di esperienza, pronto a mettersi al lavoro non appena arriveranno le segnalazioni e dalla chiara imparzialità, che raccoglierà le informazioni necessarie per prendere ulteriori decisioni. – In secondo luogo, degli esperti che possano consigliare chi deve prendere le decisioni, soprattutto nei casi più complessi; dovranno essere persone provenienti da vari campi, in grado di garantire trasparenza e affidabilità nella gestione di un caso di sospetto abuso.
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Osservazioni Il ruolo di istituti e società all’interno di queste norme Ecco, dunque, alcune osservazioni sui due punti preliminarmente trattati. Anzitutto, si dovrà essere quanto più onesti possibile nell’avvicinarsi a questi documenti e al loro approccio nei confronti degli istituti religiosi, degli istituti secolari e delle società di vita apostolica. A onor del vero, il motu proprio Vos estis lux mundi afferma unicamente che è richiesto alle diocesi e alle eparchie di creare un sistema di segnalazione stabile e facilmente accessibile al pubblico. Istituti e società non vengono affatto menzionati. Tuttavia, il motu proprio Vos estis lux mundi ha compiuto alcuni importanti passi avanti per aiutare i membri delle società e degli istituti. – In primo luogo, ha dato una definizione dei delitti contro il sesto comandamento, che ora include chiaramente tutti i « membri di istituti di vita consacrata o di società di vita apostolica ». In altre parole, questi sistemi riceveranno informazioni sia riguardo le sorelle e i fratelli religiosi sia i membri degli istituti secolari e delle società di vita apostolica, senza concentrarsi più unicamente sui membri già ordinati. 44
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– In secondo luogo, papa Francesco ha delineato un nuovo obbligo di segnalazione, che si applica « ogni qualvolta un chierico o un membro di un Istituto di vita consacrata » che « abbia notizia o fondati motivi per ritenere che sia stato commesso uno dei fatti, ha l’obbligo di segnalare tempestivamente il fatto » all’autorità ecclesiastica competente. Appare quindi evidente che il Santo Padre ha in mente le società e gli istituti e ha affidato loro il compito di attuare concretamente ed efficacemente queste norme generali. Ma il raggio d’azione di cui le vite e missioni si fanno carico rende queste norme assai più complesse; infatti, esso richiede la necessità di tessere rapporti non solo con le diocesi e le eparchie, ma anche con le prelature, gli ordinariati, le abbazie, i vicariati apostolici, le prefetture, le amministrazioni, le esarchie patriarcali e arcivescovili.
Prepararsi per tempo Questi elenchi di misure pratiche e concrete mirano a chiarire un semplice concetto. Dotarsi di protocolli efficaci richiede di essere preparati per tempo alla ricezione di segnalazioni di sospetti delitti. Ciò richiede di aver già identificaazioni concrete ed efficaci per sanare le ferite...
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to, formato e indirizzato le risorse umane e istituzionali necessarie. Affinché il proprio lavoro sia efficace, i membri degli istituti religiosi dovranno essere preparati ad agire, perché coloro che riferiscono le informazioni sono spesso persone che stanno soffrendo, fin troppo in genere in maniera atroce. Non si può assolutamente trascurare che si rivolgono ai superiori generali con una certa speranza che possano agire. Gli abusi sessuali sono un tradimento inesprimibile nei riguardi di una persona che dell’aggressore si fidava e nei confronti del quale nutriva rispetto. Tuttavia, le vittime trovano il coraggio di farsi avanti, nella maggior parte dei casi, dopo anni e anni di angosce. Occorre agire con tempestività. Purtroppo, potrei raccontare numerosissimi esempi di istituti e società che non sono stati pronti al momento del bisogno e che hanno impiegato troppo tempo a reagire. Di recente ho aiutato un istituto che ha aspettato più di quattro settimane a prendere i primi contatti dopo aver ricevuto informazioni circa un abuso. Per tutto quel lasso di tempo, la vittima non è quasi riuscita a dormire e ha provato un crescente senso di rabbia e, ancora una volta, di tradimento. Il caso particolare era relativamente semplice, poiché tutte le prove necessarie erano presenti. Tuttavia, l’istituto non era preparato e mi addolora molto dover dire che la vittima ha infine abbandonato la Chiesa.
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Risorse Come imparare ad agire in maniera adeguata? Questa è la domanda che la PCPM si sente rivolgere spesso. Una delle risposte possibili è proprio la serie di webinar organizzati in collaborazione con UISG e USG. Nel corso di quest’ultimo anno, un’altra risposta è stata costituita dall’apertura di un nuovo sito web della PCPM. Si sta cercando di raccogliere da tutto il mondo le risorse e le « buone pratiche » che istituti e società potranno utilizzare. Si sta anche creando una comunità mondiale di partner, specialmente in quei luoghi in cui pochissime risorse per la tutela sono disponibili.
Una nuova cultura Volendo utilizzare un’altra immagine, si può dire che papa Francesco stia guidando la Chiesa nella creazione di una nuova cultura. La ricostruzione della Chiesa e delle società in cui viviamo ci obbligherà a prestare attenzione non solo alle parole che utilizziamo. Le parole veicolano la cultura che circonda e avvolge ciò che si dice e come si agisce. Il Santo Padre ha richiesto, ad esempio, misure concrete per elaborare « una cultura di trasparenza », mettendo fine al malcostume della segretezza. La PCPM utilizza al momento un’altra azioni concrete ed efficaci per sanare le ferite...
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definizione, vale a dire una « cultura della cura », tema al centro di un seminario di esperti che si è tenuto nel mese di giugno 2021. Una nuova cultura, che dia buoni frutti, è uno strumento efficace per tutelare i giovani e le persone vulnerabili. Dopo vent’anni di lavoro in questo campo, posso testimoniare con riconoscenza i significativi progressi compiuti all’interno delle Chiese locali e degli istituti e società in tante parti del mondo. Occorre essere realistici: dare attuazione a protocolli efficaci è un processo continuo e impegnativo. Il cammino è ancora molto lungo, non solo nei luoghi che si trovano all’inizio del percorso, ma anche laddove sono stati sviluppati protocolli e sessioni di formazione ma ora sono stati accantonati e non continuano più a far germogliare quella cultura di cui c’è tanto bisogno. Nella mia ventennale esperienza non ho visto solo storie a lieto fine, ma anche storie che sono iniziate con il piede giusto e si sono poi concluse con un insuccesso. Ma non dobbiamo scoraggiarci, perché ogni giorno noi siamo chiamati a costruire, come maestri artigiani e artigiane, con dedizione, pazienza ed esperienza.
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INDICE
Prefazione di Seán O’Malley, OFM Introduzione di Patricia Murray, IBVM
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IL RUOLO DELLA CONGREGAZIONE DEGLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA NELLA CURA DEI MINORI E DELLE PERSONE VULNERABILI João Braz de Aviz Introduzione È il messaggio del Vangelo Il servizio degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica La funzione e il servizio della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica
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AZIONI CONCRETE ED EFFICACI PER SANARE LE FERITE DI CHI SOFFRE Robert Oliver Un costante invito all’azione
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Un impegno a costruire Un primo passo pratico: protocolli per segnalare gli abusi Osservazioni
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DALLA CONSAPEVOLEZZA DEL FENOMENO DEGLI ABUSI A UN CAMBIAMENTO DI PARADIGMA CULTURALE, ANTROPOLOGICO E TEOLOGICO José Rodríguez Carballo Tutela dei minori e protocolli Protocolli di intervento Protocolli di verifica Suggerimenti per la riflessione e per l’azione
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CASI DI APPLICAZIONE PRATICA DELLE DISPOSIZIONI CANONICHE PER LA PROTEZIONE DEI MINORI Helen Costigane, SHCJ Osservazioni preliminari: il contesto del Regno Unito Diritto canonico: Vos estis lux mundi, minori e adulti vulnerabili Casi di studio
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AMBIENTI SICURI NELLA FORMAZIONE INIZIALE E PERMANENTE ALLA VITA CONSACRATA: IL CONTRIBUTO DELLA PSICOLOGIA Rosanna Giacometto Gabriel Dy-Liacco Maria Carmen La Viña Premessa pag. 81 « Sicuro » e « formazione »: 81 punti di partenza » Modello della sicurezza relazionale (Tripod of Relational Safety Model): uno strumento per creare un ambiente 88 sicuro nella formazione » Personalità matura 96 » Conclusioni » 106
LA FORMAZIONE UMANA, ELEMENTO ESSENZIALE PER COSTRUIRE AMBIENTI SICURI Tina Campbell Premessa Aspiranti candidati alla vita consacrata La chiave per creare ambienti sicuri si può trovare nella formazione umana I compiti dei formatori I formatori devono essere formati La selezione dei candidati Formazione permanente Spunti di riflessione pratici
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DARE VOCE AL PROPRIO DOLORE E IMPEGNARSI A CURARE LE FERITE DI CHI SOFFRE Juan Carlos Cruz Chellew Una testimonianza
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LE CREPE CHE STANNO MINANDO L’EDIFICIO. POSSIBILI RISPOSTE FORMATIVE PER SVILUPPARE UN NUOVO MODO DI ESSERE CHIESA María Rosaura González Casas, STJ La crisi all’interno dell’edificio-sistema ecclesiastico Prima crepa: una forma di esercizio di governo che si è fatta cultura Seconda crepa: l’abuso di potere Terza crepa: l’abuso di coscienza
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LA RISPOSTA DELLE RELIGIOSE AGLI ABUSI: SFIDE E OPPORTUNITÀ Tiziana Merletti, SFP Premessa Abuso sessuale Persone vulnerabili/in situazione di vulnerabilità Dovere di segnalazione Procedure Vademecum Codice di condotta Prescrizione Conclusione
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PROMUOVERE UNA CULTURA DELLA TUTELA Brendan Geary, FMS Premessa Cosa intendiamo per cultura della cura e della protezione? Conferenza della Congregazione sulla Tutela Incontro dei vescovi di Inghilterra e Galles, Valladolid, maggio 2019 Evento di formazione della Congregazione: « Una cultura dell’abuso » e « Clericalismo » Riunione in Irlanda dei Fratelli Maristi sulla Tutela Conclusione
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COSTRUIRE UNA CULTURA DELLA TUTELA IN UNA CONGREGAZIONE MONDIALE Tim Brennan, MSC Costruire il cambiamento La prima priorità: lavorare con i membri del Consiglio I passi da compiere con i membri del Consiglio Un secondo esercizio preliminare La terza fase: ascoltare le testimonianze di alcune vittime La quarta fase: presentare vari scenari di accusa Costruire linee guida per la Curia generale Affrontare la tutela in una congregazione mondiale Le aspettative della Santa Sede La sfida per il superiore maggiore
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ABUSI SPIRITUALI Brendan Geary, FMS I dati L’obbedienza L’abuso di potere L’infantilizzazione Il diritto di andarsene Paura, senso di colpa e vergogna La negligenza Conclusioni Conclusioni. Le questioni aperte di Claudia Giampietro
Stampa: Àncora Arti Grafiche - Milano - 2022
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Voci, tante voci, quelle di cardinali, vescovi, religiose, religiosi e laici, si alternano in queste pagine a favore di una cultura che sia capace di generare cura e protezione. Gli interrogativi e i suggerimenti di chi è sopravvissuto ad abusi sono il punto di partenza per una riflessione necessaria dentro e fuori le comunità religiose. Occorre nuova consapevolezza, perché solo una risposta comune può tradursi in nuovi percorsi di azione che rendano la Chiesa un ambiente sicuro per tutti. João Braz de Aviz Robert Oliver José Rodríguez Carballo Helen Costigane shcj Rosanna Giacometto Gabriel Dy-Liacco Maria Carmen La Viña Tina Campbell Juan Carlos Cruz Chellew María Rosaura González Casas stj Tiziana Merletti sfp Brendan Geary fms Tim Brennan msc
ISBN 978-88-315-5455-8
€ 13,00