La Banda Sbanda

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C’è in giro una pericolosa banda, ma i suoi componenti, Din, Don e Dan, sono in realtà tre pasticcioni. Ciò fa continuamente perdere la pazienza al loro capo che, infuriato, decide di offrire ai tre aspiranti furfanti un’ultima possibilità, una missione quasi impossibile: rubare la musica. Uno spettacolo divertente e nello stesso tempo educativo, che tocca temi come l’amicizia, la gentilezza, la solidarietà e si avvale di alcune delle canzoni più amate dello Zecchino d’Oro.

LE CANZONI

1. LA BANDA SBANDA • 2. IL KATALICAMMELLO 3. L’ANISELLO NUNÙ • 4. UNA COMMEDIA DIVINA • 5. IL CUORE DEL RE 6. UNA PAROLA MAGICA • 7. ATTENTI ALLA MUSICA

Coro dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni Testi e spartiti: © Antoniano Ediz. Musicali, Bologna Testo teatrale: Michele Casella © FSP, 2019 Illustrazione di copertina: Otello Reali Grafica: Erika Serafini

CONTIENE CD Produzione: PAOLINE EDITORIALE AUDIOVISIVI Distribuzione: PAOLINE DIFFUSIONE paolinestore.it • www.zecchino.org

PLD 273 € 19,50


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La Banda Sbanda di Michele Casella Personaggi: Capo Banda: capo di una banda di teppisti, buffi e incapaci, che spaventa la città e anche il mondo intero. Din: membro della banda, grosso, sempre arrabbiato e mai sorridente, ma un po’ fifone. Don: membro della banda, un po’ tonto e deriso dagli altri, fa tutto ciò che gli viene detto di fare. Dan: membro della banda, unica ragazza, ama cantare e ballare, ma se ne vergogna. Il Katalicammello: un simpatico cammello catalitico allergico allo smog. L’anisello Nunù: asinello tenero, dolce e con un disturbo del linguaggio. Dantino: un poeta sognatore che sa far parlare i libri. Stregabella: una ex-strega, bella e di nero vestita, alterna atteggiamenti perfidi (legati al suo passato) a momenti dolci (legati al suo presente). Giornalisti: quattro giornalisti televisivi. I poeti: Leopardi, Carducci, Pascoli.

Personaggi coinvolti nelle canzoni e nelle coreografie: Il Re del Cuore: re del castello innamorato di Stregabella. Dante: sommo poeta. Beatrice: fanciulla amata da Dante. Le streghe: assistenti di Stregabella.

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>> 1a NOTA - SI LA BANDA SBANDA (In sottofondo rumori di auto in corsa, sirene della polizia, frastuoni. Si sentono voci provenienti da telegiornali). Giornalista 1: Un altro insolito colpo per la banda che spaventa la città. Tre tipi sospetti, vestiti di scuro, sono entrati in una gioielleria: non hanno rubato nessun gioiello, solo il rubinetto del bagno urlando “abbiamo preso il piccolo rubino”. Giornalista 2: Gran divertimento al supermercato: un membro della banda, con una maschera, ha urlato “questa è una rapina”. Poi è corso verso il banco delle verdure, ha preso una piccola rapa ed è fuggito via. Giornalista 3: La banda che spaventa la città continua a seminare il panico e il divertimento fra le strade, ma la polizia non riesce a catturarla. (In scena i membri della banda vestiti di scuro. Din sta facendo le flessioni, Dan sta ascoltando la musica, Don sta sonnecchiando. Si sente la voce del Capo che può essere sia fuori campo, sia interpretata in scena). Capo Banda: Banda? Banda Sbanda?! Bandaaa?!? Dove siete? A rapporto! (Din si spaventa e subito si mette sull’attenti. Dan, vedendo Din, si toglie le cuffie e si mette sull’attenti. Don, invece, continua a sonnecchiare). Din Don Dan: Sì! Eccoci, capo! Din:

Eccomi! Din: presente! Ai tuoi ordini, capo! (Si mette sull’attenti).

Dan:

Eccomi! Dan: presente! Per servirti, capo! (Fa un inchino).

(Si sente russare). Din e Dan:

Don! Don! Dooon!!!

Don:

Eh! Sì, eccomi… Questa è una rapina! Oh, no, scappiamo!!!

(Lo guardano tutti sbigottiti). Don:

(Balbettando) Ehm, dunque… Don. Comandi, capo!

Capo Banda: Ahhh! (Urlando) Quante volte devo ripetervi che non dovete usare questi nomi. Sono ridicoli, per niente cattivi… fanno ridere!!! Don:

Din Don Dan, ahahah, sì, fanno ridere!

Din:

Zitto! Hai dimenticato la regola numero uno? Mai sorridere, né ridere, né accennare neanche minimamente a un arrotondamento delle labbra.

Dan:

Sempre seri e imbronciati! Cattivissimi!!! E rispondere sempre di sì.

Don:

(Mettendosi sull’attenti) Sì! (Riflettendo) Beh io però mi chiamo Donato e il diminutivo è Don.

Din:

Din è il diminutivo di Dino.

Dan:

Daniela è diventato Dan.

Capo Banda: Din, Don, Dan! Ridicoli! Cambiate nome! Voglio nomi più tristi, più cattivi, più da bulli, più cupi, più tenebrosi. Din tu ti chiamerai… Bruno (Din accenna a un

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veloce di un’auto di formula uno! E soprattutto, non emano fumo puzzolente come il tuo catorcio. Certo, anch’io faccio le puzzette. (Ride) Ma non inquinano. Se poi mi offri un’aranciata, corro ancora più veloce! Din:

(Ride) Sei forte, lo sai?

Katalicammello: Lo so! (Comincia a tossire forte) Ma sono allergico allo smog. Din:

Vuoi un po’ d’acqua?

Katalicammello: Niente acqua o aerosol: basta solo un po’ di sol! Din:

Corro a spegnere il motore!

Katalicammello: Grazie, Bruno, sei molto gentile. Vedi, qui non siamo abituati ai fumi delle auto e a tutto ciò che sporca. Allora dove ti porto, amico? Prendo ancora un po’ di sol… e partiamo! Din:

Ma perché mi chiami amico?

Katalicammello: Sei arrivato qui tutto solo, ti vedo anche un po’ spaventato… se ti chiamo amico ti metto a tuo agio, ti faccio sentire un po’ a casa e, soprattutto, ti convinco a non avvelenare l’intero castello con l’auto. Din:

Io dovrei andare alla sala di Euterpe.

Katalicammello: È in cima al castello, ultimo piano, in fondo al corridoio. Io posso accompagnarti fino all’entrata, Bruno. Din:

Va bene. Ma mi chiamo Din.

Katalicammello: Din? Siamo una squadra perfetta, allora! Io sfreccio e tu… din din! Fai il clacson! (Ridono) Coraggio, salta su! CANZONE: IL KATALICAMMELLO >> 3a NOTA - LA L’ANISELLO NUNÙ (Fra una scena e l’altra si può inserire una musica di passaggio. Don si aggira nel giardino del castello con una mappa visibilmente al contrario. Nunù è seduto e sta scarabocchiando e consultando un vocabolario. Don lo vede e teme che possa ragliare e, quindi, farlo scoprire).

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Don:

Buono somaro, buono! (Continua a camminare).

Nunù:

Non sono un somaro!

Don:

Ehm… il somaro parla?!? Buono, asinello, buono!

Nunù:

Non sono un asinello!

Don:

Ehm… l’asinello legge?

Nunù:

Ho detto che non sono un asinello. Sono un anisello!

Don:

Va bene… (sta per andare via).

Nunù:

Oì-oì-oì…

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Don:

(Torna indietro) Scusa, ma un asinello non dovrebbe fare iò-iò-iò?

Nunù:

E chi l’ha detto?

Don:

Beh, non lo so chi l’ha detto… ma è sempre stato così!

Nunù:

Oì-oì-oì... le cose cambiano. Anche tu stai guardando la mappa storta… ma io non ti ho detto di metterla dritta.

Don:

Giusto! (Don raddrizza la mappa).

Nunù:

Oh, ma non devi raddrizzarla. Se vuoi guardarla così, guardala pure così. Sicuramente vivrai avventure più interessanti, perdendoti.

Don:

Oh no! Se mi vedono gli altri della banda con la mappa storta… mi rimproverano subito.

Nunù:

E che importa? Sai, io lo so che gli asinelli fanno iò-iò-iò. E che si chiamano asinelli. Ma fin da piccolo ho sempre avuto qualche problema a scrivere il mio verso. Facevo iò-iò-iò, ma scrivevo oì-oì-oì. E anche quando scrivevo il mio nome, scrivevo “anisello” Nunù. Tutti mi dicevano che sbagliavo, che ero strano, mi dicevano di fare diversamente. Ma non ci sono mai riuscito. Mi sono anche sforzato, ma niente… non riuscivo a scrivere bene. E allora, un giorno, ho preso una decisione: io non sono strano, sono speciale! E allora voglio chiamarmi anisello e fare òi-òi-òi. Anche se il mio verso è diverso… sono sempre un asinello. Forse anche tu sei un tipo speciale.

Don:

(Riflette) Forse sì! E sono stanco di sentirmi dire sempre cosa devo o non devo fare. Quando rido mi dicono di non ridere, quando parlo mi dicono di non parlare, quando sono qua mi dicono di stare là…

Nunù:

Quando sei di là, ti dicono di stare di qua.

Don:

Esatto! (Rimette la cartina al contrario).

Nunù:

Non capiscono che è bella la diversità. Io mi chiamo Nunù, te l’ho già detto, e tu?

Don:

Don… ehm, Bruto!

Nunù:

Bruco… che nome simpatico (ride).

Don:

No… a dire il vero… è… (ci pensa)… sai che anche io all’inizio avevo capito Bruco… ed è simpatico (ridono entrambi). Non ho mai visto un asino con un vocabolario.

Nunù:

Beh… io ho un po’ di problemi con le parole… a volte le scrivo con lettere diverse, al posto delle C metto la G, a volte cambio le sillabe. Faccio un po’ di pasticci. Ma devo inviare questa letterina alla mia amica, l’anisello Lalalù e non posso sbagliare. Potresti aiutarmi?

Don:

Io? Ma… io… sono un incapace!

Nunù:

E chi l’ha detto? Non trovare scuse… aiutami! Ecco… secondo te va bene? (Alza una grande busta da lettere con scritto “Lalù”).

Don:

Manca “la”… che va messo proprio qua.

Nunù:

Bastava un “la”. Grazie!

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Dantino:

Grazie, Nebulosa.

Dan:

Per cosa?

Dantino:

Nebulosa/cosa: è una rima. Anche tu sai creare le rime, vedi? (Lei sorride) Grazie perché mi hai fatto tornare l’ispirazione.

Dan:

Ma io non ho fatto nulla!

Dantino:

Invece sì! Addio Nebulosa E fa’ ciò che ti piace. Sempre.

Dan:

Addio! Ah, in realtà il mio nome non è Nebulosa: mi chiamo Dan.

Dantino:

Dan e Dantino: questo sì che è davvero buffo! (Esce ridendo. Anche Dan si lascia andare ad una risata) La sala di Euterpe è all’ultimo piano del castello, in fondo al corridoio.

(Buio). >> 5a NOTA - RE IL CUORE DEL RE Capo:

(V.F.C.) Banda! Banda!!! Dove siete? Ciurma d’incapaci! Avete rubato le sette note? Se non tornate presto vi preparerò una festa coi fiocchi! Vi butterò fuori dalla banda! Per sempre!

(Din entra di soppiatto). Din:

Se ho seguito bene le istruzioni del Katalicammello…

(Dall’altra parte entra di soppiatto Don). Don:

Se l’anisello Nunù mi ha indicato la strada giusta…

(Dall’altra parte ancora entra Dan). Dan:

Se il poeta mi ha spiegato bene il percorso…

Din:

Questa…

Don:

Dovrebbe essere…

Dan:

La sala di Euterpe!

(I tre si scontrano di spalle). Din Don Dan: Ahhh! Dan:

Ssshhh!!! Zitti, qualcuno potrebbe sentirci!

(Si sente una risata di strega). Stregabella: Ahahah! Eccovi qui! Dan:

Ecco: come temevo!

(Entra la strega). Stregabella: Ahaha! (Risata malefica) Vi stavo appunto cercando! (I tre tremano).

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Stregabella: Tu devi essere Din, mi ha parlato bene di te il Katalicammello (Din batte i denti dalla paura). Tu devi essere Don (Don quasi accenna a un sorriso), ti ha conosciuto l’anisello Nunù e si è già affezionato a te. E tu Dan, il poeta sta componendo meravigliose poesie da quando ti ha conosciuta. Din, Don e Dan… ahahah (risata malefica), i vostri nomi sembrano il suono di una campana… le note di una campana. A proposito di note… Din:

(Pensando di essere stati scoperti) Ehm… noi siamo qui solo di passaggio…

Dan:

E infatti stavamo proprio andando via!

Don:

Davvero? (Lo guardano di traverso. Lui balbettando) Ah già, sì, perché è un po’ tardi!

Din Don Dan: Arrivederci! (Stanno per uscire). Stregabella: Fermi! Voi non andrete da nessuna parte! Adesso che vi ho trovato, resterete qui. (Ride) Perché stasera… Din Don Dan: Perché stasera? (Terrorizzati). Stregabella: Darò una festa in vostro onore! Din Don Dan: Che? Una festa? Stregabella: Certo! In questo castello raramente arrivano degli ospiti. E così, appena mi hanno comunicato che siete giunti a farci visita, ho subito detto al Re di organizzare un music-party per voi. Don:

Ma, quindi, tu non sei cattiva?

Stregabella: Cattiva io? Ma quindi tu non sei Euterpe?

Din:

Stregabella: Euterpe? Oh, no! Euterpe è la musa della musica. Questa è la sua sala, la sala dove sono custodite le sette note. Dan:

E nessuno le difende queste preziose sette note?

Stregabella: Oh no, carina! La musica sa difendersi da sola, fidati! Ahahah. Scusate, ma la mia risata è un po’ sguaiata! Effettivamente è poco raffinata!

Din:

Stregabella: Taci! O ti trasformo in un cespo di insalata! La risata sguaiata è l’unica caratteristica che mi è rimasta di quando ero strega. Don:

Ma quindi non sei neanche una strega?

Stregabella: Oh, no! Ero una strega… ma questa è una storia lunga. Ero una strega prima di conoscere l’amore, prima di conoscere il Re, prima di ascoltare, per la prima volta, le note del cuore. Dan:

Le note del cuore?

Stregabella: Oh! Siete dei curiosoni! Se volete ve le racconto. Prima, però, devo chiamare il mio Re. Reeee (accenna ad una nota di re).

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C’è in giro una pericolosa banda, ma i suoi componenti, Din, Don e Dan, sono in realtà tre pasticcioni. Ciò fa continuamente perdere la pazienza al loro capo che, infuriato, decide di offrire ai tre aspiranti furfanti un’ultima possibilità, una missione quasi impossibile: rubare la musica. Uno spettacolo divertente e nello stesso tempo educativo, che tocca temi come l’amicizia, la gentilezza, la solidarietà e si avvale di alcune delle canzoni più amate dello Zecchino d’Oro.

LE CANZONI

1. LA BANDA SBANDA • 2. IL KATALICAMMELLO 3. L’ANISELLO NUNÙ • 4. UNA COMMEDIA DIVINA • 5. IL CUORE DEL RE 6. UNA PAROLA MAGICA • 7. ATTENTI ALLA MUSICA

Coro dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni Testi e spartiti: © Antoniano Ediz. Musicali, Bologna Testo teatrale: Michele Casella © FSP, 2019 Illustrazione di copertina: Otello Reali Grafica: Erika Serafini

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