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12 Cronaca
L'ARENA
Domenica 20 Gennaio 2019
L’EVENTO. La cerimonia finale dei giochi nell’anfiteatro romano: «Sboarina si adoperi per non perdere quest’occasione»
Olimpiadi2026,mozionein Consiglio «VeronaDomani» invita ilsindaco aformalizzare ilsuomassimo impegnoper ospitarela chiusura in Arena Nelle ore in cui a Cortina è stata presentata ufficialmente dalla Regione la candidatura per le Olimpiadi invernali 2026 insieme con Milano, i consiglieri comunali di «Verona Domani» hanno chiesto un impegno preciso per l’Arena. «Una storica occasio-
ne per la crescita di Verona, un’incredibile vetrina che darà visibilità a livello internazionale al nostro territorio. Un importantissimo indotto occupazionale per migliaia di persone. L’Arena, una cornice unica al mondo, che può e deve raccogliere questa irripetibile sfida che va oltre i confini sportivi. Le Olimpiadi in Veneto e Lombardia rappresentano un evento che aprirà l’intera nazione al mondo. E’ un’opportunità
che Verona non può perdere o lasciarsi sfuggire». Così il gruppo consiliare «Verona Domani», composto dal capogruppo Marco Zandomeneghi, da Massimo Paci e dal vicepresidente del Consiglio comunale Paolo Rossi, nella mozione che impegna il sindaco a formalizzare il massimo impegno nel far sì che si concretizzi la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi 2026 nell’anfiteatro areniano. «Considerato che
Zuc
l’apertura della manifestazione sarà a Milano», commenta Zandomeneghi, «logica vuole che la fase finale dei Giochi avvenga in terra scaligera in quello che è ritenuto uno dei gioielli più importanti del mondo. Siamo certi che Verona saprà dimostrare la sua efficienza amministrativa, organizzativa e la solidità del suo tessuto economico-turistico: ha tutte le carte in regola per essere protagonista. Con questa mozione», conclude il capogruppo di Verona Domani, «chiediamo al sindaco di impegnarsi a formalizzare quanto prima la volontà e la disponibilità della
IL CENTRO STORICO CHE CAMBIA. Dopo la firma del protocollo d’intesa con il Comune, la Fondazione propone un incontro. Ma bisogna prenotarsi
Piano Folin, porte aperte al Capitanio
città ad ospitare la chiusura dei Giochi Olimpici 2026 in caso di assegnazione. Auspichiamo quindi che tutti i consiglieri e gli assessori comunali facciano squadra per il bene della città». L’atto, che sarà discusso al più presto in Consiglio Comunale, gode anche dell’appoggio del consigliere regionale Stefano Casali. «Avanti tutta su Verona e sulla chiusura in Arena, a prescindere da colori politici e da rivalità di campanile. Il governatore Zaia ha dato dimostrazione di lungimiranza e alcuni treni passano una sola volta: un nuovo inizio per Verona». •
LaStoria
IlConsiglio aitempi Venerdì visita guidata al cantiere. E l’urbanista illustra il masterplan per riconvertire edifici di Cariverona dellaguerra Visita al cantiere di restauro e un tuffo nel masterplan che ridisegnerà mezzo centro storico, riconvertendo gli edifici ex Unicredit di proprietà della Fondazione Cariverona, e proponendo nuovi allestimenti ai palazzi con destinazioni museale, pure di proprietà della Fondazione bancaria. Porte aperte al Palazzo del Capitanio, venerdì, con la visita al cantiere di restauro dell’edificio collocato tra piazza dei Signori e piazza Viviani, cui seguirà l’illustrazione del masterplan redatto dall’architetto Marino Folin, incaricato da Cariverona. Sarà lo stesso Folin a illustrarlo. Gli edifici ex Unicredit, tra via Garibaldi, via san Mamaso, piazzetta Monte, Palazzo Forti, pure di Cariverona, si prevede venga trasformati in alberghi, centro congressi, centro benessere, ristoranti, spazi vendita di vini e cibi di qualità. E in spazio e lavoboratori per l’arte. Per questo servirà un cambio di destinazione d’uso, il che spetterà al Comune. È quanto comunicato nelle scorse settimane dal presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco e dal direttore Giacomo Marino, e dallo stesso Folin, nella sede di Cariverona, insieme al sindaco Federico Sboarina e all’assessore all’urbanistica e all’edlizia privata Ilaria Segala. Dopo la firma dell’accordo tra Comune e Fondazione, lo scorso dicembre, «Fondazione Cariverona conferma il proprio atteggiamento di trasparenza e condivisione con
Vantini(VeronaUnica)
«Museodi Storia naturale Daquipartailrilancio»
Ilcantiere delPalazzodelCapitanio in piazza deiSignoridiproprietà di Cariverona
la presentazione pubblica dell’atteso piano urbanistico sul centro storico di Verona, affidato all’architetto e urbanista Marino Folin, già rettore dello Iuav di Venezia», dice una nota di Cariverona. Venerdì, dunque, alle 17, all’interno del Capitanio la Fondazione sospenderà le attività del cantiere per aprirlo eccezionalmente ai cittadini interessati. Nelle sale decorate al piano terra sarà Folin a illustrare i principi, le motivazioni, i punti di partenza dello studio, la sua articolazione in quattro poli compresi tra via Garibaldi, Capitanio-Ca-
stel San Pietro, Monte di Pietà e Palazzo Forti. Proprio Palazzo del Capitanio farà parte, insieme a Castel San Pietro, del “Lab Urbs”, museo e laboratorio della città, spazio di riflessione sulla memoria e progettazione del futuro di Verona. «Una prima riflessione collettiva, si può dire, sarà proprio questo incontro pubblico», informa una nota di Cariverona, «che prevede inizialmente il “racconto” di Folin, corredato di tavole, immagini, fonti storico-artistiche, e quindi uno spazio aperto ai partecipanti per eventuali do-
mande e spiegazioni». Come puntualizza la nota della Fondazione, «la delicatezza dello spazio e la straordinarietà delle condizioni comportano modalità di accesso regolate, per controllare e gestire al meglio i flussi di pubblico». Quindi, si dice ancora nella nota di invito, «chi intende partecipare all’evento dovrà dunque registrarsi, entro mercoledì 23 gennaio, inviando una mail all’indirizzo comunicazione@fondazionecariverona.org o telefonando ai numeri telefonici 045.8057397-8057315-805 7379». • E.G.
IlMuseo diStoriaNaturale paragonatoaun vasodi Pandora,chescoperchiandolo evidenziale lacune di un'amministrazionechenon fa nullapergarantire innovazione allanostra città.La Verona del 2030,per l'ex sindaco diSan GiovanniLupatoto, Federico Vantini,chedallo scorso ottobreèalla guidadel gruppo “VeronaUnica”,nasce proprio dalMuseo collocato apalazzo Pompei,inLungadige Porta Vittoria.«Èdaqui chela città vasvegliata eindirizzataal futuro»,hadettoieri inuna conferenzaconvocata proprio difrontealpalazzo rinascimentalea pochimetri dall'Università,facendo per primacosanotareche, di sabatomattina,la strutturaè chiusaeaccoglie il pubblico soltantodalle14. Lasoluzione? Crearespazi futuristici inzone facilmenteaccessibili. I33 milaingressi registratiin unanno, per Vantini rappresentanoben pocacosa rispettoai 500 miladelMuse, a Trento.«Abbiamoperso l'occasionesia delMuse chedel Mart,ilmuseo diarte contemporaneaa Rovereto», insisteil leader diVerona Unica.«Èdaquando il primo cittadinoeraGabriele Sboarina chesiipotizza iltrasferimento delmuseo civicodi Storia
FedericoVantini, VeronaUnica Naturaleinluogo piùidoneo, con unasua propriaidentità.L'edificio rinascimentaledel Sanmichelièdi valorediper se, mal'atmosfera internaètroppo obsoletaela collocazionelosvantaggia». Perl'exsindaco architetto, uscitodallefiladelPd, serve quindiun cambiamentoepocale perridareossigeno alla città, smettendodivivere direndita dellasuastoria passata. «Vabene valorizzarei compendi austriaci, ancoranell'ombra,ma serveuna rivoluzionefigliadeinostritempi», insisteVantini, schierandosiper unospostamentoa suddei padiglionifieristici. DamianoFermo,exconsigliere comunaledel Pdvicinoa Vantini fanotareinfinela necessitàdi “svecchiare”anchele risorse umanechestoricamentesi occupanodiculturaa Verona.«I ruolidirigenziali sonoaffidati semprealle stessepersone», dichiara. C.Bazz. © RIPRODUZIONERISERVATA
Il presidente dell’associazione Consiglieri emeriti del Comune, Silvano Zavetti e il già assessore e consigliere Gianni Amaini hanno presentato, in sala Arazzi, il libro «Il Consiglio Comunale di Verona e la Grande Guerra (1914 – 1918)». L’evento, cui hanno partecipato il sindaco Federico Sboarina e l’assessore alla Cultura Francesca Briani, si inserisce nelle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale. Un secolo fa, infatti, a Parigi, si apriva la Conferenza di pace che poneva ufficialmente fine alla Grande Guerra e disegnava i nuovi confini d’Europa. Alla Conferenza di Parigi e ai momenti salienti del primo dopoguerra ha dedicato il proprio intervento Roberto Camurri, professore di Storia contemporanea dell’Università di Verona. «Il tema affrontato da questo libro», ha detto il sindaco Sboarina, «è assolutamente affascinante perché rivela lo stretto connubio tra la storia della nostra città e la “grande storia“ che ha coinvolto tutta l’Europa. Ringrazio i consiglieri emeriti per il prezioso lavoro di ricerca e per essere tra i protagonisti delle attività realizzate per ricordare la Grande Guerra, evento che è ancora alla base della Verona di oggi». •
VERONETTA. Vicolo Madonnina non più disponibile e in via XX Settembre la sosta è a pagamento
Damesinon siparcheggia, scoppia la protesta dei multati Iresidenti:«Ben venga Celentanocon il suo spettacoloperòil Comune cidiaspazi perle auto» I residenti di Veronetta insorgono contro la pioggia di multe che, dalla fine di dicembre, sta ricoprendo i loro parabrezza. E i consiglieri della Lista Tosi sostengono la causa. Dal 27 dicembre scorso e fino al 15 marzo, i 13 stalli gialli e blu posizionati in vicolo
Madonnina, sul retro del Teatro Camploy, sono riservati ai camion indispensabili alla produzione dello spettacolo di Celentano che prenderà il via domani. Fino a qui nulla da dire. Le esigenze della troupe televisiva sono più che comprensibili. D’altro canto gli accertatori non mollano il rione e le sanzioni sono quotidiane. Francesco Zanetti, che vive in via XX Settembre, si è già preso due multe per avere la-
sciato l’auto in questa stessa via che, insieme a Interrato dell'Acqua Morta e a lungadige Pasetto è tra le poche di Veronetta in cui il pagamento della tariffa di sosta, dalle 8 alle 20, è d’obbligo per tutti. Residenti compresi. «Non so dove lasciare la macchina», ammette afflitto, «siamo stati avvisati solo a Natale della novità in vicolo Madonnina». «Ho già parlato con l’assessore alla viabilità Luca Zanotto facendo pre-
sente i disagi non solo per gli abitanti, ma anche per chi porta i propri piccoli al nido del quartiere che accoglie circa 60 bambini», interviene la consigliera della Lista Tosi in prima circoscrizione Luisa Sartori. «La nostra proposta è di permettere la sosta libera ai residenti per tre mesi di spettacolo anche in via XX Settembre, in modo che possano essere sollevati dal disagio, ed evitando così il sovraccaricarsi della piazzetta die-
Lazona dietroilCamploynon è più disponibileperi residenti
tro il Camploy». Subito fuori dalle mura, inoltre, c’è un parcheggio a pagamento. E anche una convenzione provvisoria per l’accesso gratuito agli abitanti potrebbe essere un’alternativa. Il viavai in vicolo Madonnina è continuo, con auto posizionate, anche ieri, sugli stalli per i motocicli o in mezzo alla strada. Conclude il consigliere comunale Alberto Bozza: «Comune e Amt avrebbero dovuto trovare una soluzione prima di eliminare gli stalli, a questo punto urge correre ai ripari prima che la zona sia del tutto congestionata, con meno stalli a disposizione e un giro di gente continuo tra i tecnici dello staff e chi si reca alle serate di spettacolo». • C.BAZ.
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PRIMO PIANO
Domenica 20 Gennaio 2019 Corriere del Veneto
Le Dolomiti La grande attesa La donazione Il Consorzio del Prosecco ha dato 40 mila euro a «Doppia Difesa», l’associazione di Michelle Hunziker
CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) Un Mondiale sostenibile, «plastic free», ad impatto molto vicino allo zero. E lo slogan-simbolo sarà quello già adottato nella due-giorni di gare di Discesa Femminile, valevoli per la Coppa del Mondo di Sci Alpino, che termineranno nel pomeriggio: «Save our planet, stop climate change». Cortina 2021 rivendica questa (futura) fisionomia quasi come un mantra: ecosostenibili saranno gli impianti, le piste, l’impiego dei materiali di consumo. Elettriche saranno pure le auto fornite dallo sponsor Audi («Ma preferiamo con-
CortinaprontaallasfidaMondiale Maleinfrastrutturepreoccupano Test superato in vista del grande evento del 2021: «Sarà all’insegna della sostenibilità» siderarci dei partner», chiosa il direttore generale di Audi Italia Fabrizio Longo), e proprio ieri è stato siglato un protocollo incrociato fra Cortina e Costa Smeralda, con la sottoscrizione delle rispettive «Carte», in nome della tutela dell’ambiente. La controparte? La «One Ocean Foundation» dell’Aga Khan. Una partnership condivisa anche dall’Università Bocconi di Milano. Certo, il probabile collo di bottiglia che si verrà a creare sulla Statale 51 di Alemagna per i ritardi accumulati dalle quattro varianti progettate per alleggerire il traffico proprio in vista di Cortina 2021 (in attesa della Valutazione di impatto ambientale potrebbero servire almeno altri quattro anni) preoccupa, e non poco: «Un problema non trascurabile - sostiene Valerio Giacobbi, amministratore delegato di Fondazione Cortina 2021 - che l’Anas
L’intervista
CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO)
«Dobbiamo sbloccare la situazione. Ad ogni costo. Non possiamo farci trovare impreparati, interventi come quelli previsti per i Mondiali del 2021 vanno assolutamente realizzati. Non solo in funzione delle gare di sci o delle Olimpiadi invernali del 2026, ma per la stessa popolazione montana». Il sottosegretario all’Ambiente Vannia Gava (Lega), friulana di nascita ma soprattutto - come si autodefinisce - «fiera montanara», ha accolto con disappunto la notizia del ritardo accumulato dalle quattro opere proget-
è chiamata a risolvere. La notizia ci ha spiazzato: doveva essere tutto pronto in tempo. Si tratta di opere fondamentali per il turismo, i Mondiali ma soprattutto per la quotidianità delle valli. Dovremo organizzarci con sistemi alternativi,
vedremo il da farsi. Per guardare il bicchiere mezzo pieno, le varianti arriveranno comunque. Tardi, ma arriveranno». Un auspicio fatto proprio anche dall’assessore regionale al Turismo Federico Caner: «Investire in infrastrutture è
fondamentale, non a caso il tema è affrontato anche nel piano strategico regionale di sviluppo del turismo. Il nostro assessore Elisa De Berti - assicura Caner - sta monitorando la situazione. Certo, spiacciono inconvenienti e ritardi del gene-
Il piano disatteso
Anas conferma «Siamo in ritardo» Il responsabile dell’area progettazione di Anas, Gabriella Manginelli, ha comunicato venerdì che Anas non riuscirà a realizzare in tempo per i Mondiali di sci di Cortina 2021 le quattro varianti alla statale 51 di Alemagna previste dal piano per l’evento
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Bypass per liberare i paesi e gallerie Si tratta dei lavori per le gallerie di Tai e Valle di Cadore (rispettivamente 900 e 600 metri, entrambe del costo di 32 milioni) e delle varianti stradali di San Vito e Cortina (costo 28 milioni e 20 milioni). Quest’ultima sarà realizzata solo il parte
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La protesta del territorio «Sei anni per l’approvazione di una variante è davvero troppo - si è lamentato il presidente della Provincia Roberto Padrin - così non si risolvono gli ingorghi durante la stagione turistica. Speriamo almeno ce la facciano per il 2026»
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Si cercano soluzioni alternative Valerio Giacobbi, amministratore delegato di Fondazione Cortina 2021, ha fatto sapere che ora saranno ricercate soluzioni alternative al piano prospettato da Anas. Gli interventi si spera possano essere terminati per i Giochi invernali del 2026
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Il sottosegretario Gava: «Così non va I tempi per le opere vanno ridotti» tate nel Bellunese per «alleggerire» la viabilità soprattutto sulla Statale di Alemagna, in vista delle competizioni iridate. E annuncia: «Ho scritto anche al mio ministro: dobbiamo accelerare». Sottosegretario, c’è chi stima in almeno quattro anni il tempo necessario a smaltire le carte, ottenere la Valutazione di impatto ambientale e partire con i 112 milioni di investimenti. Un po’ troppi per la scadenza del 2021... «Sono certa che riusciremo a farcela. Non voglio neanche prendere in considerazione il contrario. Esistono
❞
Vannia Gava Le opere vanno fatte, dobbiamo trovare un compromesso soddisfacente per tutti
tecnologie che permettono di operare velocemente e nel pieno rispetto dell’ambiente». Ma 6 anni di tempo per quattro chilometri... «Sulla tutela dell’ambiente non si discute. Ma dobbiamo trovare un compromesso soddisfacente per tutti. Non possiamo bloccare ogni opera solo per una presa di posizione, altrimenti non puliremmo mai un fiume o un bosco, non effettueremmo alcun tipo di manutenzione e i risultati sarebbero catastrofici. Il disastro del 29 ottobre scorso dimostra l’importanza
re: ma del governo fa parte anche una componente politica talvolta un po’ troppo scettica sulle opere pubbliche da realizzare». Nel frattempo ci si concentra sul lavoro da fare. Sandro Lazzeri, a capo di Dolomiti Superski, rivendica con orgoglio l’impegno assunto dal maxi consorzio (130 associati fra Veneto e Trentino) per garantire la sostenibilità delle piste: «Siamo uno dei comprensori più importanti d’Europa, le Dolomiti rappresentano un patrimonio unico al mondo che faremo di tutto per tutelare. Anzi, con i nostri interventi stabilizziamo il terreno ed evitiamo il dissesto idrogeologico. Senza contare le ricadute sociali: il turismo evita lo spopolamento della montagna». E Cortina 2021, in questo senso, sarà una vetrina d’eccezione. Un ulteriore veicolo di promozione. «Il Mondiale sarà il punto di partenza per testare nuove tecnologie e progetti» conferma Susanna Sieff di Fondazione Cortina 2021. «Dobbiamo realizzare tante opere e questo ci impone un’attenzione particolare», conferma Giacobbi. Una sorta di riscatto dopo la disastrosa ondata di maltempo di fine ottobre. Ma Cortina, inevitabilmente, è anche glamour. Lo sarà nel 2021 e lo è stato anche ieri, degli investimenti. E faremo in modo che si investa». Nel frattempo le quattro varianti e gallerie progettate nel Bellunese restano ferme... «Purtroppo bisogna acquisire i pareri della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale, come mi hanno precisato anche il nuovo presidente dell’Anas e commissario straordinario dei lavori di Cortina, Claudio Andrea Gemme, quindi proprio ieri ho scritto al ministro, al presidente della Commissione Via e alla Direzione Valutazione Ambientali dicendo loro: bisogna fare presto, bisogna fare bene pur nel rispetto delle normative. Non possiamo fermare il Paese né un biglietto da visita importante come quello del 2021. Cortina e le Dolomiti saranno sotto i riflettori del mondo ed è nostro dovere non farci trovare impreparati. La nostra opera-
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Corriere del Veneto Domenica 20 Gennaio 2019
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Giochi, guanto di sfida a Stoccolma «La bellezza dei nostri paesaggi ci farà vincere questa battaglia»
Madrina Michelle Hunziker ieri a Cortina all’arrivo della discesa libera femminile sulla pista Olympia delle Tofane
AsseconMilano,ipuntidiforzadellacandidatura:«Progettoaffascinanteelowcost»
La vicenda ● L’11 gennaio Milano e Cortina hanno presentato al Cio il loro dossier per la candidatura ai Giochi Olimpici invernali del 2026. Il dossier è stato definito «molto solido»
quando sul «white carpet» di Casa Dolomiti Superski è sfilata la conduttrice televisiva Michelle Hunziker, alla vigilia del debutto di Adrian, l’atteso show di Canale 5 con Adriano Celentano in versione «cartoon». Hunziker, madrina della giornata, ha raggiunto la regina delle Dolomiti - «amo queste montagne, qui mi sento a casa», ha dichiarato - anche per questioni benefiche: la showgirl svizzera, infatti, ha ricevuto una donazione di 40 mila euro per la sua associazione Doppia Difesa contro la violenza sulle donne, lanciandosi poi in una sciata con alcune atlete Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali) e il presidente di Fondazione Cortina 2021 Alessandro Benetton. A staccare l’assegno, il Consorzio Prosecco Doc rappresentato dal vicepresidente Giorgio Serena e dal direttore generale Luca Giavi. «Guardiamo da tempo al mondo delle donne - spiega il presidente Stefano Zanette con la volontà di riconoscere loro tutto il valore che la componente femminile riveste nella nostra società, e si sente particolarmente solidale con coloro le quali si trovano, loro malgrado, a vivere situazioni di vessazione, quando non anche a subire vere e proprie forme di violenza». Stefano Bensa © RIPRODUZIONE RISERVATA
tività sarà anche in funzione del 2026. Opere e infrastrutture sono fondamentali. Realizzare un’opera non significa danneggiare l’ambiente». Il deputato M5s Federico D’Incà, per non parlare del presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, ha puntato il dito contro la burocrazia. Chi sono, a suo avviso, i responsabili dell’empasse? «Non voglio accusare nessuno, siamo arrivati solo qualche mese fa e vogliamo cambiare questo Paese. Il governo ha dimostrato la vicinanza alla montagna veneta dopo la disastrosa ondata di maltempo di fine ottobre, ha stanziato 159 milioni di euro contro il dissesto idrogeologico e saremo al fianco della comunità anche in questa occasione. Non voglio guardare al passato, ora si avanti». S. Ben. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● L’unica contendente è la svedese Stoccolma, che si presenta insieme a Aare. Stoccolma, che sconta un debole appoggio politico, non ha mai ospitato i Giochi ● Il verdetto sarà annunciato dal Cio a Losanna, alla fine di giugno
CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) La stretta di mano collettiva, sul palco dell’Alexander Girardi Hall di Cortina, è un po’ il simbolo «di un sogno che potrebbe avversarsi»: strappare a Stoccolma le Olimpiadi invernali del 2026. La data chiave c’è, ed è il 24 giugno prossimo. Giorno in cui il Comitato Olimpico Internazionale deciderà se assegnare l’evento che tornerebbe in Italia a 20 anni di distanza dall’edizione di Torino - al tandem MilanoCortina o alla concorrente Stoccolma. Ma i protagonisti della suddetta stretta di mano, ossia l’assessore veneto al Turismo Federico Caner, il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina, l’assessore allo Sport e al Turismo del Comune di Milano Roberta Guaineri, il sottosegretario allo Sport della Regione Lombardia (ed ex atleta) Antonio Rossi e il presidente della Fisi Flavio Roda, ne sono sicuri: «Il nostro progetto è competitivo, affascinante, sostenibile e low cost: ce la faremo», affermano all’unisono. «Dopodiché prenderemo per la gola turisti, spettatori e sportivi» si lascia sfuggire Caner, rivelando un dettaglio del piano di comunicazione e promozione che potrebbe essere messo a punto per i due territori: l’enogastronomia. Perché oltre alle piste hi-tech, l’innevamento impeccabile e le evoluzioni degli atleti c’è di più: cioè lo stile di vita italiano, il cibo, la convivialità e il buon bere. Un’attrattiva che potrebbe avvantaggiare l’Italia rispetto alla Svezia. Per non parlare di altri due «bonus»: «I nostri panorami, che non hanno eguali. Eppoi il sole. In Svezia il tempo è sempre grigio». Variabili un tantino
empiriche, a dire il vero, ma chissà mai che pesino. «L’abbinamento Milano-Cortina è vincente: abbiamo messo insieme la più iconica delle città italiane con una perla qual è la nostra Cortina. Dopo i Mondiali del 2021 ci auguriamo di concretizzare anche questo obiettivo», esclama il sindaco Ghedina. Anche perché la partita in gioco, al di là delle Olimpiadi, è altissima. Rossi e Guaineri evocano l’esempio dell’Expo 2015: «Da quattro anni - spiega Antonio Rossi - il turismo di Milano continua a crescere al ritmo del 10 per cento all’anno, e le Olimpiadi potrebbero imprimere una spinta altrettanto forte». «L’esposizione universale - aggiunge l’assessore allo Sport del capoluogo lombardo - ha inoltre dimostrato come sia possibile coin-
volgere la cittadinanza, organizzando eventi apprezzati da pubblico e critica» Non è un caso che Federico Caner definisca la partita olimpionica «madre di tutte le battaglie». Non solo per una questione meramente economica o mediatica, «ma soprattutto come forma di riscatto della montagna martoriata dal maltempo di fine ottobre. Rappresenterà la rinascita del territorio».
Il tandem Milano-Cortina 2026, un momento dell’incontro di ieri che ha fatto il punto sulla candidatura per i Giochi 2026
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Federico Caner Questa per i Giochi del 2026 è la madre di tutte le battaglie, come forma di riscatto della montagna martoriata dal maltempo
Le gare di Coppa del mondo
Sull’Olympiatrionfa ancoraSiebenhofer ApplausidaVonn Eoggic’èilSuperG La doppietta che vale la corona di regina dell’Olympia delle Tofane. Ramona Siebenhofer ha infatti bissato il successo nella prima discesa di venerdì vincendo anche quella di ieri pennellando le curve di una pista che le si è rivelata parecchio amica. La ventottenne discesista della Stiria se lo ricorderà a lungo questo weekend ampezzano: a Cortina ha rotto un sortilegio che durava dal 2009, anno del suo debutto in coppa del mondo. Due vittorie in due giorni in uno dei sacrari dello sci mondiale, sono abbastanza per riscrivere la storia di una carriera. CORTINA
Si è trattato di un derby austriaco, in cui la Sienbenhofer l’ha spuntata al termine di un appassionante testa a testa con la compagna di squadra Nicole Schmidhofer: se la differenza sta in appena quattro centesimi, la sua è una vittoria sul filo delle lamine. Indietro rispetto alla Schmidhofer fino alla micidiale diagonale del Gran Curvone, la Siebenhofer ha costruito il suo successo sulle contropendenze di Rumerlo, dove ha dato sfoggio delle sue doti di scorrevolezza disegnando linee euclidee sul manto nevoso. Terza la Slovena Ilka Stuhec, al suo secondo podio in ventiquattr ’ore;
All’arrivo Lindsey Vonn dopo la seconda libera di Cortirna d’Ampezzo
Rinascita è un termine che ricorre spesso durante il confronto di ieri con la stampa. Una sorta di antidoto allo spopolamento, da giocare su due fronti: turismo e infrastrutture. E qui entrano in ballo le cifre: il progetto Milano-Cortina vale 1,3 miliardi di euro, di cui 211 milioni a carico della Regione Lombardia, con gli interventi previsti a Bormio, e 130 di Veneto e Trentino Alto Adige (compresi gli investimenti di privati). «Meno della metà di quanto speso nel 2010 dal Canada per Vancouver e dalla Russia per Sochi», puntualizza il sottosegretario Rossi. «Gran parte delle strutture esiste già, quel che manca sarà realizzato in tempi brevi. E resterà a disposizione della collettività». Insomma, ad ascoltare le premesse il progetto italiano parrebbe in pole position: «La Svezia sa organizzare eventi di altissimo livello, ma la proposta italiana è molto più completa» dice Flavio Roda. «Timori? Bisogna sempre averne, ma per fare meglio», chiosa Caner. «L’85 per cento della popolazione vuole i Giochi, lo hanno dimostrato i Comuni approvando le rispettive mozioni, e li otterremo», aggiunge Guaineri. Il sostegno di Giovanni Malagò, presidente del Coni, poi, è ritenuto altrettanto importante. Così come quello del governo:«Si sta impegnando al massimo, ha già sottoscritto i protocolli su sicurezza, spese dirette e indirette: è al nostro fianco», afferma l’esponente della giunta dem di Milano. Almeno sui Giochi gli steccati della politica sono già stati abbattuti. S. Ben. © RIPRODUZIONE RISERVATA
quarta la tedesca Kira Weidle. Il fazzoletto che raccoglie le fantastiche quattro misura 63 centesimi; oltre il secondo, le altre. L’applausometro in tribuna ha premiato la First Lady Lindsey Vonn, che in gara si è però dovuta accontentare del nono posto: «Le austriache sciano davvero bene e vanno fortissimo. Questa doppietta non è per me una sorpresa. Io devo solo ritrovare potenza muscolare e confidenza. Intanto sono già felice di essere tornata nel circuito» ha ammesso la fuoriclasse americana con grande sportività. Non è stata una giornata da incorniciare per i nostri colori. Dodicesima Federica Brignone, la migliore della azzurre è stata Nicol Delago, undicesima: «Sono contenta per la prestazione, meno per il risultato ha detto la sorridente Nicol - . È bellissimo qui a Cortina: c’è tanta gente in tribuna, ho visto il tifo quando sono arrivata giù ed è sempre spettacolare. Speriamo continui così fino al 2021 e al 2026». Oggi alle 11.15 gran chiusura col supergigante. Lorenzo Fabiano © RIPRODUZIONE RISERVATA
TREVISO
Corriere del Veneto Domenica 20 Gennaio 2019
Ca’ della Robinia, Sernagiotto: «La giunta sapeva del bando»
In Sri Lanka
Non si accorge del treno viene travolto e muore
La Corte dei conti chiede 3 milioni all’ex assessore per danno erariale NERVESA DELLA BATTAGLIA «Tutti, in giunta e in consiglio regionale, sapevano e hanno approvato il bando che ha consentito alla coop Ca’ della Robinia di acquistare l’ex Disco Palace». Remo Sernagiotto risponde così alla Corte dei Conti che lo ha citato, insieme a tutti gli altri attori della vicenda relativa all’ex discoteca sul Montello che sarebbe dovuta diventare una struttura per disabili ma è stata invece trasformata in una birreria in affitto. La procura generale della magistratura contabile gli contesta infatti il danno erariale per 3 milioni e 96 mila euro, per quel finanziamento regionale indebitamente utilizzato. Un conto salato arrivato anche all’ex direttore dei servizi sociali regionali Mario Modolo, all’ex proprietario della discoteca Giancarlo Baldissin, e ai soci fondatori Bruna Milanese, Selene e Stefano Bailo e Pierino Rebellato, insieme al curatore fallimentare della coop. Ma Sernagiotto spiega, e lo ha fatto anche nelle deduzioni depositate in vista dell’udienza che si terrà a giugno, di aver agito con il beneplacito di tutto il consiglio regionale: «Il bando contestato all’ex assessore non è stato certo fatto nelle segrete stanze, ma è frutto di una decisione politica sulla base del quale è stato elaborato – precisa il suo avvocato Fabio Crea -, è passato due volte in giunta e
Sotto accusa L’eurodeputato Remo Sernagiotto è stato citato in giudizio
sottoposto al vaglio degli altri assessori oltre che in commissione consigliare. E, va ricordato, Ca’ della Robinia non è l’unica associazione o cooperativa che ne ha usufruito. Poco più di un anno fa lo stesso Governatore Luca Zaia ha inaugurato a Ponte di Piave una struttura, finanziata pro-
L’inaugurazione Il governatore Zaia ha inaugurato una struttura finanziata con lo stesso bando
prio grazie a quel bando». Sernagiotto respinge quindi l’accusa di essere responsabile di come quel bando è stato utilizzato in seguito da chi avrebbe dovuto realizzare una struttura con residenze e laboratori per persone disabili, finita invece in affitto a una birreria e poi fallita. Ma, come già sul fronte penale nel quale l’ex assessore a giorni in udienza preliminare dovrà affrontare l’accusa di corruzione, l’impianto accusatorio della procura contabile si basa su un presunto accordo tra l’europarlamentare, l’ex dirigente regionale Modolo suo
socio nell’Immobiliare Airone Blu, per favorire l’amico Baldissin, facendogli vendere l’ex discoteca sul Montello, per salvarsi da guai economici. Aiuto che secondo l’accusa, i due avrebbero fornito in cambio di 63 mila e 680 euro per l’acquisto di quote dell’Airone Blu. «Baldissin ha assunto fin dalla costituzione della coop, in palese conflitto d’interesse, la veste di socio e presidente del Cda contemporaneamente a quella di proprietario dell’ex Disco Palace» scrive Imposimato che sottolinea come da anni Baldissin stesse cercando di vendere la discoteca perché sommerso di debiti. «Il bando della Regione e le conoscenze con Modolo (che ha curato lo stesso bando) gli hanno consentito di farlo» spiega il magistrato, sottolineando come sia stato proprio grazie al dirigente dei servizi sociali che Ca’ della Robinia si era aggiudicata il finanziamento, anche se non era accreditata e non c’era il parere, vincolante, della Direzione Edilizia Ospedaliera. Ma anche grazie all’intervento di Sernagiotto che: «Mediante il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio ha assunto la delibera 1509 con la previsione, in violazione della legge regionale, dell’acquisto di immobili». Per questo ora la Corte li cita per 3 milioni e 96 mila euro. Milvana Citter © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La vicenda
● Secondo l’avvocato Fabio Crea (in foto) «Il bando contestato all’ex assessore non è stato fatto nelle segrete stanze di qualche palazzo, ma è frutto di una decisione politica sulla base del quale è stato elaborato» ● Il bando è passato due volte in giunta e sottoposto al vaglio degli altri assessori oltre che in commissione consigliare
CISON DI VALMARINO A Cison si attende di sapere quando la salma di Gianfranco Fiorin rientrerà dallo Sri Lanka dove, giovedì, è morto travolto da un trenino turistico. L’odontotecnico 63enne, noto in paese per il suo grande impegno nel volontariato, era arrivato nel Paese Asiatico pochi giorni prima per trascorrere una vacanza. A tradirlo forse i suoi problemi di udito, Fiorin era infatti sordomuto, che gli avrebbero impedito di accorgersi dell’arrivo del treno alle sue spalle mentre passeggiava su una spiaggia della località cingalese scelta per le sue ferie. Almeno questa è la prima ricostruzione trapelata e fornita alla famiglia dai responsabili dell’ambasciata italiana a Colombo. Ieri i parenti dell’odontotecnico sono partiti alla volta dello Sri Lanka per procedere con il rientro della salma. (m.cit.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
A San Pietro
Si schianta e poi fugge incastrato da Facebook SAN PIETRO DI FELETTO Ha provocato un
incidente ed è fuggito, ma la rete lo ha incastrato. Grazie a un appello su Facebook, infatti, sarebbe stato identificato il presunto pirata della strada. Succede a San Pietro di Feletto dove, nella serata di mercoledì scorso si è verificato l’incidente. Uno scontro tra due auto, che ha fortunatamente provocato solo qualche danno e nessun ferito. Ma invece che fermarsi per la constatazione amichevole, il conducente dell’auto, una Fiat Grande Punto, ha innestato la marcia ed è sparito. E’ allora che è scattato l’appello su Facebook da parte dei figli della coppia, per rintracciare il pirata e l’auto. E poco dopo, grazie alla rete, la macchina è stata individuata a Santa Maria di Feletto, con ancora visibili i segni dell’impatto. (m.cit.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
TV
REGIONE
DOMENICA 20 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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Le riforme del governo gialloverde Il ministro dei Rapporti con il Parlamento: «Autonomia, M5S decisivo» Domani primo incontro a Roma tra Di Maio e l’assessore Donazzan
sto le 23 materie concorrenti e anche i 9 decimi di tasse sul modello Bolzano: si potrà mai fare? «Questo dipenderà dalle intese complessive, sicuramente la legge delega proposta da Zaia non è la strada migliore per garantire competenze e risorse. Come Governo del cambiamento stiamo facendo un lavoro senza precedenti sul tema. Il M5S è da sempre a favore dell’autonomia perché avvicina le decisioni ai cittadini.
Fraccaro: «Il reddito di cittadinanza vale 280 milioni di euro per le famiglie venete» L’INTERVISTA
Albino Salmaso
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inistro Fraccaro, il reddito di cittadinanza è l’asso nella manica con cui il M5S ha vinto le elezioni: piace al Sud che ne ha bisogno per i livelli di povertà, ma delude il Nord dove il tenore di vita è più elevato. Può spiegare come funziona e quanti ne avranno dirit-
«Non è vero che abbiamo deluso il Nord solo Confindustria è ancora perplessa» to in Veneto? Secondo la Cgia di Mestre sono 190 mila le persone nella soglia di povertà, lei conferma questi dati? «I beneficiari del reddito di cittadinanza saranno circa 200mila in Veneto, con 63mila nuclei famigliari coinvolti. Una fetta consistente di popolazione che avrà un sostegno economico e un aiuto concreto nella ricerca del lavoro. Il reddito di cittadinanza rientra a pieno titolo nelle politiche attive. Gli aventi diritto dovranno stipulare un patto per il lavoro e un patto per la formazione, abbiamo previsto le “norme anti-divano” proprio per assicurare più occupazione e produttività. Non è vero che delude il Nord,
forse non piace ai vertici di Confindustria ma faremo sgravi contributivi alle aziende che assumono. Dopo anni di austerity il reddito di cittadinanza darà impulso alla crescita, per il solo Veneto la spesa sarà di 280 milioni con un grande ffetto moltiplicatore». La tessera prepagata con le 780 euro al mese quando entra in funzione? «Anzitutto i cittadini devono sottoscrivere una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e a un percorso di formazione, in alternativa saranno impiegati in progetti utili alla collettività. Entro trenta giorni verranno convocati nei Centri per l’impiego dove saranno avviati all’attività professionale. Il diritto al reddito sarà verificato dall’Inps entro cinque giorni dalla presentazione della domanda ed erogato tramite una carta prepagata gestita da Poste Italiane. Questo meccanismo incentiverà sia la ricerca attiva di lavoro che i consumi, in un circolo virtuoso che darà linfa all’economia reale dei territori». Domani l’assessore veneto al Lavoro, Elena Donazzan, incontrerà il ministro Di Maio per parlare delle riorganizzazione dei centri per l'impiego: come vanno riformati, visto che oggi hanno un ruolo marginale nella ricerca dei posti di lavoro? «Abbiamo investito 1 miliardo di euro per la riforma dei centri per l’impiego. Vogliamo rifondare questi enti per trasformarli nello snodo fondamentale dell’incontro tra
domanda e offerta lavorativa. In Veneto ci sono 42 Centri per l’impiego con 355 operatori. Per circa il 90% dei casi il personale è insufficiente, inoltre almeno il 30% di essi ha strutture informatiche inadeguate. Con le risorse stanziate consentiremo ai Centri per l’impiego di dare un supporto fondamentale nella ricerca del lavoro, ma anche per il disbrigo delle pratiche burocratiche e l’avvio di attività autonome». I dati sull’occupazione dicono che il “Decreto dignità” ha fatto aumentare le assunzioni a tempo indeterminato, anche se in Veneto ci sono ancora 300 mila disoccupati: non era meglio dirottare i 6,1 miliardi del reddito di cittadinanza agli sgravi contributivi per le imprese che assumono? «Il reddito di cittadinanza prevede anche incentivi per le imprese che assumono e age-
«Basta con la polemica sui contributi agli immigrati: anche Salvini ha detto di sì» volazioni per i lavoratori autonomi. Si affiancherà alle norme introdotte dal Decreto dignità che, come avevamo annunciato, si sono dimostrate straordinariamente efficaci nel favorire le assunzioni stabili. Nel 2018 in Veneto c’è stato un boom di assunzioni e i rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono cresciuti di
i commenti al rapporto di veneto lavoro (+25 mila)
Contratti stabili, boom nel 2018 M5S: merito del decreto dignità Guidolin e Berti rivendicano gli effetti del provvedimento sul mercato dell’occupazione Bisato (Pd): «La verità è opposta la crescita è legata al Jobs Act» VENEZIA. Botta e risposta su-
gli effetti del “decreto dignità” in materia di occupazione dopo il rapporto diffuso dell’agenzia Veneto Lavoro che documenta una crescita dei contratti a tempo inde-
terminato (+25 mila nel 2018) e una conseguente riduzione del precariato. A rivendicarne l’efficacia del provvedimento («È una riforma epocale») lo stesso Luigi Di Maio, il vicepremier a 5 Stelle fautore del discusso atto legislativo, al quale fanno eco gli esponenti veneti del M5S. «Un vero vero e proprio boom di contratti stabili che
smentiscono la narrazione sfascista delle opposizioni che si sono accanite contro questa misura, oggi come minimo Pd e FI dovrebbero chiedere scusa ai lavoratori», commenta la senatrice Barbara Guidolin «abbiamo iniziato a restituire ai lavoratori quei diritti che erano stati cancellati dai vecchi governi, siamo sulla strada giusta e abbiamo in cantiere altri
«Le 23 materie? La strada scelta da Zaia con la legge delega non è quella migliore»
Riccardo Fraccaro, ministro dei Rapporti con il Parlamento
il Grillino di rieSe pio X
Referendum, si procede Riccardo Fraccaro, 38 anni, ministro dei Rapporti con il Parlamento, è cresciuto a Riese Pio X nel Trevigiano; ora a vive a Trento, dove è stato eletto deputato. Tra le sue riforme sta portando avanti la proposta del referendum propositivo, con l’appoggio di M5S, Lega e anche Pd, con la sola FI contraria; uno strumento di democrazia diretta innovativa che cambia l’iter legislativo.
ben 30.700 unità mentre i contratti precari sono crollati: come riconosce la stessa Agenzia del lavoro regionale, ciò è avvenuto proprio con l’entrata in vigore del Decreto dignità. Grazie al reddito di cittadinanza le aziende saranno ulteriormente incentivate ad assumere i disoccupati diminuiranno. I fatti ci danno ragione». La Lega qui in Veneto non accetta che il reddito di cittadinanza venga assegnato anche agli immigrati residenti da 10 anni: lei che ne pensa di questo “veto” ideologico? «Il reddito di cittadinanza è anzitutto una misura per i cittadini italiani. La Lega ha già votato il decreto in Consiglio dei ministri, evidentemente non c’è alcun veto. Anzi, c’è la consapevolezza che tale misura può essere un ulteriore strumento per chi ha la volontà di integrarsi».
progetti, come l’introduzione del salario minimo orario, che per questo Paese sono necessari e non più rinviabili». Concetti ribaditi dal consigliere regionale Jacopo Berti e dal sottosegretario al Lavoro Claudio Cominardi: «Altro che le catastrofi economiche evocate da chi difende la casta. A dispetto degli scettici che non fanno altro che gettare fango su ogni nostra azione, noi abbiamo promesso un vero cambiamo e lo stiamo realizzando, cominciando dai cittadini più deboli, abbandonati dalla vecchia politica che difende solo i privilegi». In effetti, a ipotizzare un «possibile effetto-traino» del decreto dignità sulle assunzioni a tempo indetermi-
Pensioni e quota 100: i sindacati hanno espresso forti perplessità perché agevola solo i dipendenti pubblici e chi lavora nelle grandi aziende. Lei che dice? «È assurdo che i sindacati non siano scesi in piazza contro la Fornero e protestino ora che, con quota 100, oltre un milione di persone nel prossimo triennio potrà anticipare la pensione fino a 5 anni. La misura creerà un ricambio nelle pubbliche amministrazioni e nelle aziende. Abbiamo fatto molto per rimediare ai grandi danni sociali provocati dalla Legge Fornero e il presidente Conte ha dato la sua disponibilità ad aprire tavoli tecnici anche con i sindacati. Ci auguriamo che se ne discuta con spirito costruttivo». Ministro, parliamo di autonomia. Lei è trevigiano ma vive a Trento, quindi sa quali sono i vantaggi dello statuto speciale. Il Veneto ha chie-
GrUppo reGionale
Garavello lascia i grillini Bando sul web per nuovo esperto di comunicazione Gruppo 5 Stelle del Veneto a caccia di un esperto di comunicazione dopo le dimissioni del giornalista padovano Ferdinando Garavello che, pur in ottimi rapporti con il movimento, ha deciso di abbandonare la politica per dedicarsi all’enogastronomia. Così il M5S lancia un bando per un consulente capace di gestire social, web e rapporti con la stampa: richieste competenze di video maker e grafica di base, comprovata esperienza e professionalità. Mail con il curriculum a: m5s.regione.veneto@gmail. com entro venerdì 1 febbraio.
Naturalmente vanno fatti salvi i principi della coesione nazionale e della tenuta dei conti pubblici che sono alla base di ogni meccanismo di compartecipazione tributaria». Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha scritto un appello al popolo del Sud per superare il muro contro muro: lei che ne pensa? «Il modello che abbiamo in mente è un valore aggiunto per il sistema-Paese e porterà vantaggi a tutti i territori. Finora l’autonomia è stata vista fonte di privilegi per alcuni a discapito di altri. Deve diventare invece un esempio di buongoverno da estendere, noi vogliamo riempire di contenuto il regionalismo perché portare a livello locale la gestione delle risorse è un modo per rendere più responsabili gli amministratori. Questo vale al Nord come al Sud». Le riserve dei ministri del M5S sull'autonomia sono cadute in via definitiva e siete pronti ad approvare l'intesa con il voto segreto quando approderà alla Camera e al Senato? «Siamo una forza convintamente autonomista e non ci sono riserve sul tema. Anzi, abbiamo dimostrato di essere la novità che ha spinto anche la Lega a fare meglio che in passato. Finalmente, dopo anni di promesse non mantenute, si fa sul serio: accoglieremo le richieste di autonomia che arrivano dal basso per ridurre la distanza tra i centri decisionali e i cittadini rendendo le amministrazioni più efficienti». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
nato è stata la stessa Elena Donazzan, assessore di destra in Regione certo non indulgente verso i grillini, ma la circostanza è negata dal segretario del Pd veneto: «L’aumento dei posti di lavoro è avvenuto soprattutto nella prima parte dell’anno grazie al Jobs Act», afferma Alessandro Bisato «nel semestre successivo, con il decreto dignità che ha inibito la possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato e a causa della sfavorevole congiuntura economica, c’è stato un raffreddamento. Le cifre sono inconfutabili. Siamo in “prerecessione tecnica”, quindi adesso cominciano a manifestarsi gli effetti sull’occupazione». – Filippo Tosatto
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CORTINA
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Cortina: il sogno a cinque cerchi
Milano-Cortina, «un progetto sostenibile a basso costo ma soprattutto vincente» La candidatura 2026 presentata alla stampa internazionale; l’assessore Caner: «Occasione di riscatto per la montagna» Alessandra Segafreddo CORTINA. «Rispetto per l’avversario, ma paura no: si va avanti a lavorare convinti di avere un buon progetto olimpico, a basso costo, sostenibile e soprattutto vincente». La candidatura olimpica di Milano-Cortina ai Giochi invernali 2026 ieri pomeriggio è stata presentata alla stampa internazionale presente a Cortina per la Coppa del mondo di sci femminile. Il sindaco Gianpietro Ghedina, l’assessore allo Sport di Milano Roberta Guaineri, l’assessore al Turismo della Regione Veneto Federico Caner, il presidente Fisi Flavio Roda e il sottosegretario grandi eventi sportivi della Regione Lombardia, Antonio Rossi, hanno sottolineato a più riprese la validità della candidatura italiana. «Cortina è una città che vive di neve e di ghiaccio», ha detto Ghedina, «che ha ospitato le Olimpiadi del 1956 e che anche oggi, con la Coppa del mondo di sci, ha dimostrato le proprie capacità organizzative in occasione di importanti eventi internazionali. Stiamo lavorando per i Mondiali 2021 e crediamo in questo progetto olimpico, nella forza che nasce dalla sinergia tra tutte le località coinvolte, nel desiderio di raggiungere un obiettivo comune, in cui crediamo con decisione. È un’importante opportunità di rilancio che riporta al centro l’Italia, ma anche l’Europa, e che dimostra la grande capacità organizzativa del nostro paese».
Da sinistra: Roberta Guaineri, il sindaco Ghedina, l’assessore Caner e il presidente Fisi Flavio Roda
Una capacità che Milano ha già dimostrato con Expo. «Expo è stata una grande occasione per far conoscere una città», ha ricordato Guaineri, «che ha dimostrato di essere in grado di organizzare grandi eventi, senza far percepire ai cittadini l’ansia da organizzazione. Crediamo molto nel coinvolgimento del pubblico: senza il supporto della cittadinanza non può esserci successo. I sondaggi dicono che oltre l’82% degli italiani vuole le Olimpiadi e questa è la base da cui partire per coinvolgerli». I Giochi sono anche un importante veicolo contro lo spopolamento dei monti. «Per noi quella di ospitare grandi eventi è la madre di tutte le battaglie», ha detto Caner, «le Olimpiadi sono un’occasione di riscatto della montagna veneta anche alla luce
delle ultime catastrofi meteo, sono un’occasione per ridurre lo spopolamento, creando lavoro e rappresentano una rinascita dell’Italia. Il binomio Milano-Cortina è vincente perché è portato avanti in un’ottica di sostenibilità, ma con la volontà di effettuare anche nuovi investimenti che saranno un lascito per le generazioni future». «La candidatura è un sogno», ha concluso Rossi, «e dalla condivisione di un sogno nasce un progetto. Ora il progetto è stato consegnato e, come gli atleti sanno fare, si lavorerà per raggiungere l’obiettivo. La nostra strada è precisa e, qualora ci fossero assegnate le Olimpiadi, sapremmo quali passi adottare. A livello Cio abbiamo un grande bomber che è Malagò e abbiamo un gran bel progetto». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Antonio Rossi col vicensindaco Luigi Alverà
il presidente fisi flavio roda
«Spalmare su più sedi è una scelta che aiuta» CORTINA. La forza della candidatura olimpica italiana, per Flavio Roda, presidente della Federazione italiana degli sport invernali, sta proprio nel fatto che coinvolge tante località. «Milano-Cortina porta al Cio un progetto che vede tante località che già hanno dimostrato di essere capaci di ospitare eventi internazionali», ha detto, «e questo è indubbiamente un punto di forza. Anche la scelta di far disputare lo sci alpino maschile a Bormio e quello fem-
minile a Cortina è una scelta che rafforza il progetto. È una intuizione corretta, perché semplifica l’organizzazione e dà sicurezza alle località. Cortina sta facendo un grande lavoro per i Mondiali e con la Coppa, la località sta crescendo molto. Bormio ha una delle piste più importanti e più belle al mondo e quindi non c’era motivo di non darle risalto. Avere le gare in mano a località che sanno già come organizzarle è una sicurezza assoluta: già domani si potrebbe realizzare
un’Olimpiade e sarebbe lo stesso un successo. Cortina e Bormio sono una scelta corretta sia dal punto di vista organizzativo e sia nel rispetto delle peculiarità di ciascuna realtà. In Italia abbiamo tante stazioni di altissimo livello tecnico e questo ci garantisce la buona riuscita di un evento di questa portata, da ogni punto di vista». In forza alla candidatura olimpica italiana, oltre alle garanzie fornite dal governo, anche i costi. Milano-Cortina costa 1,3 miliardi, per l’Olimpiade canadese ne sono stati spesi 2,8. La maggior parte dei costi sono poi coperti dal Cio e la parte restante resta in carico ai privati e alle Regioni interessate. — A.S. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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DOMENICA 20 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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L’emergenza raccolta differenziata in veneto
Quantità di rifiuti avviate a termovalorizzazione negli anni 255.000 250.000
Fonte: ARPAV Osservatorio Regionale Rifiuti
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Volume residuo e già approvato al 31/12/2016 e 31/12/2017 per provincia con dettaglio sulla discarica tattica regionale di S. Urbano Fonte: ARPAV - Osservatorio Regionale Rifiuti
volume residuo (m3)
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Una discarica di rifiuti sotto l’inceneritore di Padova
Rifiuti, gli impianti al limite e le discariche si riempiono Autorizzati trasferimenti in discarica a S.Urbano da Treviso, Belluno e Verona Relazione di Arpav: «Cala lo spazio residuo. Inceneritori già al massimo» TREVISO. Il sistema di raccolta dei rifiuti del Veneto rischia di ingolfarsi. L’ipotesi, nella terra dove le quote del riciclo crescono di anno in anno pare un paradosso, ma ad instillare il dubbio sono gli stessi atti della Regione Veneto, incrociati con la relazione 2018 di Arpav, atti che autorizzano in emergenza il trasloco di oltre 40 mila tonnellate annue di rifiuti non riciclabili dalle province di Treviso, Belluno e Verona nella discarica padovana di Sant’Urbano, ed evidenziano un sistema «al limite». QUOTE QUASI RAGGIUNTE
Il quadro d’insieme è quello ben tratteggiato dall’agenzia regionale per l’ambiente l’anno scorso quando Arpav metteva nero su bianco come gli spazi disponibili nelle discariche venete (dove confluisce buona parte di quanto non riciclato) fossero in esaurimento: «Il volume residuo è in diminuzione di quasi il 16% rispetto all’anno precedente», scriveva l’agenzia. Tradotto? Si stanno riempiendo costringendo i gestori da un lato a spingere sulla differenziata, dall’altro a trovare soluzioni (e lo vedremo a breve). Una è il conferimento ai termovalorizzatori che funzionano perfettamente ma hanno un piccolo problema di prospettiva: «hanno
il dato arpav
Conferimenti cresciuti del 16% in un anno Nel 2016 si era registrata una sostanziale stabilità dei rifiuti conferiti in discarica rispetto all’anno precedente, mentre nel 2017, a fronte di una sostanziale stabilità del quantità di rifiuti urbani, sono ripresi i conferimenti delle altre frazioni (non urbano e altri rifiuti speciali e biostabilizzato) con un incremento del 16% (di cui il 9% è attribuibile alla sola operazione in discarica) sottolinea Arpav.
complessivamente raggiunto quasi la potenzialità massima autorizzata» scrive ancora Arpav. TRE EMERGENZE
Se questo è il contesto, si pesa facilmente la criticità sottintesa – ma nemmeno tanto – nei tre decreti firmati dal presidente Zaia pochi giorni fa per risolvere le difficoltà nella gestione rifiuti di tre province venete: Treviso,
Belluno, Verona. La prima, patria del «sistema modello» elogiato dai grillini ha raggiunto livelli di differenziata oltre l’80%, ma non ha discariche o termovalorizzatori per smaltire il secco. Quello che non ricicla, invia al “forno” di Padova che però per tre settimane è in manutenzione ed impedisce alla società trevigiana di smaltire tutto. Alternative? Come detto nessuna, se non chiedere al-
la Regione di portare tutto il rifiuto nella discarica padovana di S.Urbano (12.800 tonnellate annue da permesso accordato). Caso simile quello di Belluno. Anche lì non c’è termovalorizzatore e il sistema di discarica non basterà più quando l’impianto di Longarone verrà chiuso (a breve) e l’impianto di smaltimento di Cortina dovrà fare i conti «con l’aumento di secco prodotto dai mondiali di
sci 2021» scrive la stessa Regione. Soluzioni? 6.500 tonnellate di secco tutte, ancora, a Sant’Urbano. E poi c’è Verona, l’emergenza che più chiaramente di tutte evidenzia il problema. Lì il gestore della discarica di Legnago ha stoppato ogni conferimento di ingombranti dal bacino Verona Nord e anche i conferimenti di secco della città di Verona «per salvaguardarne le volumetrie residue» (ricordate i dati Arpav?) e rispettare la capacità di discarica massima annuale autorizzata. Risultato? Il gestore ha chiesto di aumentare il tetto di rifiuto scaricabile a Legnago, la Regione ha concesso, nel frattempo, di portare l’eccesso fuori provincia. Dove? S.Urbano, che incasserà così altre 23.700 tonnellate veronesi di qui a giugno. In totale fanno oltre 40 mila tonnellate che finiranno nell’impianto padovano, definito «discarica tattica», ma si potrebbe definire discarica generale.
di stoccaggio delle discariche, o nuovi impianti.
SIAMO AI LIMITI?
Nel 2017 l’impianto di San Lazzaro a Padova ha ridotto in cenere 166 mila tonnellate di immondizia, 454 al giorno (ma la potenzialità è di 520). Ed è questo l’andamento ideale dell’impianto che con le sue tre linee è in grado di assicurare il pieno smaltimento del bacino padovano e di “accogliere” anche rifiuti da altre province venete. Nella norma sono anche gli stop all’attività, che avvengono due volte all’anno, una linea per volta, per tre settimane. Pianificati e comunicati alla Regione, gli stop servono a garantire la manutenzione ordinaria dei forni e delle linee di smaltimento. In questi casi come sta avvenendo dal 7 gennaio (e fino al 28) nella terza linea - i rifiuti che non si possono smaltire, vengono dirottati a Sant’Urbano, con l’ok della Regione. —
«Limitata capacità di smaltimento del rifiuto urbano nella discarica provinciale», oppure «assenza di impianti di smaltimento in provincia», o ancora «scarsa disponibilità di trattamento degli impianti di incenerimento presenti sul territorio regionale». Sono tutte affermazioni che la Regione usa per giustificare il trasloco dei rifiuti a S.Urbano e scongiurare «il possibile insorgere di problematiche igienico-sanitarie» nelle altre province. L’imperativo è evitare qualcosa che somigli anche lontanamente al “caso Roma”, ma se gli inceneritori veneti sono quasi a livello di saturazione, e le discariche idem, per quanto si riuscirà? Alternative all’orizzonte paiono essere o l’aumento esponenziale della differenziazione e del riciclo, l’aumento delle capacità
GESTORI ALLA FINESTRA
Tra i responsabili delle aziende il problema è ovviamente noto, ma nessuno si sbilancia in soluzioni. Si lavora per ridurre la produzione di non riciclabile e non termovalorizzabile, ma all’orizzonte si vede la difficoltà. Venezia, chiuso l’inceneritore di Fusina, a livello di bacino si conferma quello con la produzione di rifiuto urbano maggiore (seguito da Vicenza e Brenta), lavora per recuperare energia dal secco ma deve fare i conti con la chiusura della discarica di Jesolo (satura). — Federico de Wolanski termovalorizzatori
Stop all’attività per una linea «Azione ordinaria»
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Primo Piano
Domenica 20 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
La riforma delle Regioni IL DIBATTITO
Ciambetti
VENEZIA «Andare a Napoli per un confronto sull’autonomia? Ben volentieri. E non come sfida. Perché io non ho fatto un progetto contro il Sud». Il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, si dice pronto ad accogliere l’invito del presidente di Confindustria Campania, Vito Grassi, che ha letto - e in alcune parti criticato - la lettera “ai cittadini del Sud” sulla richiesta di autonomia. «Non diciamo no a prescindere - ha detto Grassi in un’intervista al Gazzettino - ma Zaia spieghi perché l’autonomia è utile a tutti». «Non è un modello Nord contro Sud - dice Zaia - anzi mi piace l’idea che ci si possa confrontare su una questione civile e, sottolineo, legale. Tra l’altro, alla comunità campana ricordo che la mia prima missione da ministro fu a Caserta a parlare agli allevatori di bufale. E poi sono andato in Puglia, in Sicilia, in Sardegna. Lo dico simpaticamente: se la pizza napoletana ha un marchio comunitario lo si deve a me». Zaia difende la scelta di aver scritto ai cittadini del Sud: «Ho fatto bene perché il dibattito da stucchevole si è elevato di qualità. Pensare che la soluzione all’autonomia del Nord sia il comitato “compro Nord”, così come al Sud hanno fatto il “compro Sud”, dicendo di boicottare ad esempio il prosecco, beh, mi vien da ridere. Il punto cardine è che i cittadini devono essere al centro di questa azione».
«Per alcuni il collante dell’Italia sono i soldi»
LE CONTESTAZIONI Però il presidente degli industriali campani contesta l’analisi sulla ripartenza nel Dopoguerra, dice che il Nord è stato favorito da scelte strategiche nazionali. «Mi rifiuto di accettare che il Nord abbia avuto più del Sud - risponde Zaia - Se qualcuno si prendesse la briga di fare una contabilità di quanti soldi abbiamo buttato sulle infrastrutture al Sud si riuscirebbe a dimostrare che quei soldi sono stati divorati da una classe dirigente - senza generalizzare perché il malaffare ha imperato. Spesso si vuole far passare l’idea che il Nord è così perché ha avuto di più: non è vero. E non si dica neanche che le condizioni socio-economiche del Nord erano diverse da quelle del Sud: qui eravamo un popolo di analfabeti, lo sapete quanti emigrati abbiamo avuto. Si riconosca una volta per tutte che il problema non è il
GOVERNATORE Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, pronto al confronto sull’autonomia
«Nord e Sud legati a doppio filo La nostra morte è la loro morte» Il governatore del Veneto Zaia accetta l’invito `«Inefficienze e ritardi del Meridione ci sono degli industriali campani: «Pronto a incontrarvi» e non dipendono dall’autonomia del Veneto» `
Nord che ha avuto di più, ma che qualcuno al Sud vi ha fregato». Perché ha scritto ai cittadini e non alla classe dirigente del Sud? «Perché sono convinto che la sfida, gli amministratori debbano averla nel sangue. Davanti a una opportunità come quella dell’au-
«NON È UN MODELLO CONTRO QUALCUNO E NON VERRÀ MAI MENO LA QUOTA DI SOLIDARIETÀ E SUSSIDIARIETÀ»
tonomia, che poi è la sfida della responsabilità, un amministratore non può dire: ci fregano. Chi lo dice vuol dire che non accetta la sfida. Del resto se oggi, 2019, il Sud ha problemi di infrastrutture, di deficit, di disoccupazione, mica può dire che è colpa dell’autonomia del Nord? In uno stato centralista che ha distribuito in maniera copiosa più al Sud che al Nord, il Sud ha problemi? Ma chi vi ha amministrato fino ad ora cosa ha combinato? E come si fa a fare questi discorsi sapendo che avete delle comunità che sanno solo far debiti nella sanità ed “esportare” ammalati? È colpa del Nord? Il tema è che chi vi ha amministrato ha deciso di riem-
pire la sanità di privato, spesso abdicando al ruolo pubblico. Da noi, in Veneto, il ricco non cerca la clinica privata, va nel pubblico. Da ultimo ai cittadini del Sud sottolineo che tutto quello che chiediamo è scritto nella Costituzione».
ROMA Dopo 14 anni tornano in Italia le elezioni suppletive per il Parlamento e la maggioranza fa il primo test sulla reale tenuta dell’alleanza gialloverde ma anche sul futuro del centrodestra unito dopo la crescita esponenziale, finora solo sulla carta, dei consensi per la Lega e per Matteo Salvini. Occhi puntati sul collegio di Cagliari oggi, dove dalle 7 alle 23, 240mila elettori voteranno per attribuire il seggio della Camera dei Deputati lasciato vacante dal velista Andrea Mura, eletto lo scorso marzo per il M5s e poi dimessosi in seguito alle polemi-
OGGI URNE APERTE PER SOSTITUIRE IL VELISTA GRILLINO MURA CHE SI ERA DIMESSO DOPO LE ACCUSE DI ASSENTEISMO
che sulle sue lunghe assenze da Montecitorio. Dopo la bocciatura dell’election day con l’accorpamento alle regionali sarde che si svolgeranno sull’isola il prossimo 24 febbraio, c’è tensione tra i partiti per quello che è considerato un primo test nazionale sulla tenuta dell’alleanza gialloverde: tutti i leader, da Salvini a Luigi Di Maio e a Silvio Berlusconi, negli ultimi giorni sono sbarcati a Cagliari.
LE 9 PROVE ALLE URNE Così si apre una vera e propria tornata di ben nove test elettorali che durerà fino all’autunno. Quattro dei quali prima di quello più importante e delicato delle europee del prossimo 26 maggio. Dopo le suppletive di oggi a Cagliari, toccherà alle regionali in Abruzzo il 10 febbraio dove il centrodestra sarà di nuovo unito, poi le regionali in Sardegna il 24 febbraio mentre a marzo si voterà in Basilicata, ma la data è ancora da decidere dopo che il Tar ha accolto il ricorso del M5s contro la decisione della giunta lucana di accorparle con le Europee. Accorpa-
Sul Gazzettino
LA SFIDA Zaia rilancia e si rivolge agli amministratori del Sud: «Abbiate il coraggio di mettere nero su bianco una modifica della Costituzione, perché ancora non ho ancora capito che modello di Stato vogliono». Ma deve restare la sussidiarietà? «Certo e ha ragione il presidente degli industriali campani: mai e poi mai deve veni-
Sardegna primo test per il governo: la Lega con gli azzurri sfida i grillini ELEZIONI SUPPLETIVE
«Le ragioni del No all’autonomia dimostrano che per alcuni il vero collante dell’Italia sono i soldi. Degli altri, s’intende». Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, liquida così gli insulti e le polemiche «che hanno accolto la lettera aperta del governatore Zaia sull’autonomia. In Internet c’è un singolare pullulare di utili idioti che non si rendono conto di scendere in campo a difesa di chi ha tutto l’interesse a mantenere inefficienze e profonde diseguaglianze. Fortunatamente ci sono anche voci che si distinguono dal coro, perché non mancano intelligenze, capacità e cultura del lavoro oltre ad una crescente domanda di legalità».
mento che invece ci dovrebbe essere per le regionali del Piemonte previste per il 26 maggio insieme alle Europee. E ancora, dopo il grande appuntamento per l’europarlamento, elezioni amministrative in quasi 3.900 comuni a giugno e regionali in Calabria ed Emilia Romagna in autunno. La competizione di oggi si svolge tra quattro candidati. Il Movimento 5 stelle si presenta con l’assessore all’Urbanistica del comune di Carbonia, l’ingegnere ambientale Luca Caschili di 46 anni. Il centrodestra unito sostiene la ex dipendente del gruppo di Forza Italia in regione, Daniela Noli, 42 anni. Anche il centrosinistra si presenta unito e allargato a Leu ma senza il Centro Democratico, a sostegno del giornalista Andrea Frailis di 62 anni, che corre con il simbolo dei Progressisti di Sardegna. Infine Enrico Balletto, 45 anni, allenatore di pallavolo si candida per Casa Pound. A marzo del 2018 nel collegio di Cagliari i pentastellati stravinsero conquistando con lo sconosciuto Mura 60.442 voti pari al 38,43%. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’intervista al presidente di Confindustria Campania, Vito Grassi, pubblicata ieri sul Gazzettino
re meno la quota di solidarietà e sussidiarietà nazionali. Ma io dico che tutte le Regioni dovrebbero avere l’autonomia, perché è l’attuale modello che ha portato il Sud in queste condizioni. Io non ho fatto un progetto contro il Sud, credo che il modello vincente sia quello federale. Tra l’altro la posizione del presidente degli industriali della Campania stride con quella dei suoi colleghi del Nord. Per questo dico: attenzione, siamo legati a doppio filo, o facciamo il percorso assieme o è finita per entrambi: la nostra sopravvivenza è la loro sopravvivenza, la nostra morte è la loro morte». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
IL CASO SELVA DI CADORE (BELLUNO) «Venite a vivere a Selva di Cadore in Agordino: troverete lavoro e avrete una vita dai ritmi assolutamente umani. Al contempo, il nostro Comune potrà contare su maggiori residenti e quindi su più entrate». È un appello-sfogo quello che lancia il sindaco Silvia Cestaro nei confronti di quanti amano la montagna e in particolare di coloro che in Val Fiorentina posseggono già una seconda casa. «Sì perché ora sottolinea - siamo “becchi e bastonati”: pochi cittadini e quindi pochi introiti e di conseguenza servizi limitati. Un circuito vizioso da cui a trarne vantaggio sono solo gli enti poco virtuosi nelle cui casse lo Stato, con spirito “solidaristico”, destina molti dei fondi di noi più integerrimi. E quel che è peggio è che la nostra gente, residenti o turisti, difficilmente comprende questi meccanismi e si lamenta perché manca questo o quello pur pagando le tasse».
Domenica 20 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Il sindaco: «Selva di Cadore muore, venite a vivere qui» «In paese abbiamo appena 517 residenti `L’appello a giovani e anziani: «Da noi Così gli introiti e i servizi sono limitati» potrete trovare lavoro e ritmi sostenibili» `
SINDACO Silvia Cestaro affacciata alla finestra del municipio di Selva di Cadore. L’appello è di trasferire la residenza nel paesino in provincia di Belluno
L’APPELLO «Tutto gira attorno ai numeri - afferma la prima cittadina - Se si ha una popolazione limitata non si ha diritto, ad esempio, a un medico titolare o a un segretario comunale fisso o a tanti altri servizi. Lo Stato si trattiene i soldi dell’Imu per darli a Comuni con più residenti anche se, spesso, essi sono meno virtuosi. Se volete aiutarci, trasferite la vostra residenza a Selva di Cadore o investite nel locale settore turistico. Il mio è un appello a
«LE SECONDE CASE DETERMINANO UN GETTITO IRPEF DI 800MILA EURO MA LO STATO CE NE DÀ LA METÀ»
«Siamo pronti ad ospitare le Olimpiadi» LA PRESENTAZIONE BELLUNO Milano Cortina supera un altro esame, anche se l’unico che conta veramente è in calendario il 24 giugno, quando a Losanna il Cio deciderà la sede delle Olimpiadi invernali 2026. Ma di fronte a una platea internazionale di giornalisti, quelli presenti nella conca ampezzana per la Coppa del Mondo di sci alpino femminile, la candidatura italiana ai Giochi riesce a farsi bella. «È vincente perché è portata avanti da due regioni locomotiva dell’Italia» assicura il sindaco cortinese Gianpietro Ghedina, che proprio ieri festeggiava il compleanno. «Per il Ve-
neto è la madre di tutte le battaglie, un’occasione unica di riscatto per la montagna veneta, specie dopo la catastrofe di fine ottobre», rilancia l’assessore regionale Federico Caner. Al loro fianco il presidente della Federazione sport invernali, Flavio Roda («potremmo fare le Olimpiadi domattina» ha detto in uno slancio di ottimismo), e due autorevoli rappresentanti dell’anima lombarda della candidatura. A iniziare da Roberta Guainieri, assessore allo sport e al turismo dell’amministrazione comunale meneghina guidata dal sindaco Giuseppe Sala: «Veniamo da un’esperienza come l’Expo che ha lasciato un’eredità importante anche
coloro che hanno le seconde case e sono in pensione o hanno figli e nipoti che cercano lavoro: qui se ne trova eccome, assieme a panorami meravigliosi, aria buona e serenità». Non sta scherzando il sindaco nell’illustrare la situazione del suo Comune che se non cambierà rotta «è destinato a morire. Perché le casse sono vuote. Ai residenti, giustamente per agevolarli, non facciamo pagare né Imu né addizionale Irpef. Mentre il gettito di quest’ultima relativo alle seconde case, pari a circa 800mila euro, ci viene rigirato dallo Stato solo per la metà, in quanto Roma ritiene che avendo solo 517 residenti siano troppi soldi. Peccato che quel denaro che ci concede, circa 400mila euro, basti poco
L’assegno Consegnati 40mila euro per le vittime di violenze Il Prosecco con Michelle per le donne
LA COLLABORAZIONE
Nelle condizioni di Selva di Cadore ci sono altri Comuni, tant’è che da qualche tempo è nata una “cordata” di sindaci per dar voce alla situazione. Tra questi ad esempio, restando in zona, Alleghe e Val di Zoldo. «Sul paradosso del “fondo di solidarietà” - sottolinea Cestaro - ci si sta confrontando tra sindaci anche a livello nazionale. Dopo essere stati silenziosi e collaborativi per decenni, sinceramente è ora di dire basta. La prospettiva deve cambiare il prima possibile». In attesa che Roma ascolti le istanze dei sindaci, Cestaro rilancia la proposta: «Rinnovo l’invito a prendere la residenza a Selva di Cadore: i giovani troverebbero subito un impiego negli alberghi, nei negozi o negli impianti di risalita. Mentre gli anziani potrebbero dedicarsi, oltre a bellissime passeggiate sia in estate che in inverno, a quel volontariato che qua in montagna è una vera colonna portante della comunità». Raffaella Gabrieli © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Consorzio Prosecco doc sostiene l’associazione Doppia difesa di Michelle Hunziker a favore delle donne vittime di violenze. Consegnato a Cortina un’assegno da 40mila euro alla soubrette (sotto, sulla neve con Alessandro Benetton, presidente della fondazione Cortina 2021). perché ha dimostrato che coinvolgere i cittadini, arrivare uniti, contribuisce al successo dell’evento». A completare il quintetto di personalità salite sul palcoscenico solitamente riservato alle atlete che salgono sul podio delle gare di Cortina, Antonio Rossi, pluriolimpionico della canoa e ora sottosegretario allo sport della Regione Lombardia. «Ho partecipato a cinque edizioni dei Giochi, mai però in casa. Ricordo ancora i volti degli azzurri impegnati a Torino 2006, la gioia che traspariva da quelle facce. Nello sport funziona così: si parte da un sogno, poi ci si organizza, si arriva al progetto, quindi si lavora per realizzarlo. Ecco, noi abbiamo il
più che a reggere le sorti del municipio con il suo personale. Tolto questo resta poco altro: i trasferimenti statali sono sempre più risicati e tra l’altro noi, a differenza dei nostri “vicini di casa”, non godiamo neppure dei fondi di confine che alcuni sindaci, invece, si permettono quasi di scialacquare da tanti ne hanno. A questo punto, per fare cassa, io posso decidere di posizionare un autovelox ogni centimetro del territorio; oppure iniziare ad alzare la voce con Roma e cercare di farmi sentire».
siti hanno già organizzato e ospitato eventi». «La Lombardia stanzierà 211 milioni di euro - ha aggiunto Rossi - circa 60 da parte della Regione, gli altri con i privati». «Al Veneto invece toccano 130 milioni, anche in questo caso divisi con i privati», ha detto Caner.
IL GOVERNO
compito di consentire di sognare alla generazione di sportivi che parteciperà alle Olimpiadi 2026».
LE CIFRE Coordinati e sollecitati dal giornalista Eugenio De Paoli, ex Rai, responsabile della comunicazione, i cinque partecipanti alla conferenza stampa hanno poi parlato dei costi. «La nostra candidatura è low cost, 1,3 miliardi rispetto ai 2,8 e 2,75 delle ultime edizioni organizzate da Canada e Russia (anche se poi a Sochi ne hanno spesi una cinquantina). A noi dal punto di vista sportivo manca solo la costruzione del PalaItalia a Milano, tutti gli altri
DI FRONTE ALLA PLATEA INTERNAZIONALE DELLA COPPA DEL MONDO DI SCI FEMMINILE LA CONCA AMPEZZANA RILANCIA LA CANDIDATURA
Nel complesso rapporto fra promotori della candidatura e governo centrale a Roma, ieri sono state pronunciate parole di distensione. «Il Governo è consapevole che la candidatura riguarda tutti, non solo Milano e Cortina - è la precisazione dell’assessore Guainieri - in questo momento ci sta garantendo il massimo supporto. Hanno firmato anzi le garanzie per le candidature. Gli investimenti? Per questi si impegnano direttamente Lombardia e Veneto, insieme agli imprenditori privati». Maurizio Ferin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Audi investe su Cortina per la tutela dell’ambiente PARTNERSHIP BELLUNO Audi accende il motore: Cortina può viaggiare spedita verso i Mondiali 2021. E, perché no, anche verso la candidatura olimpica. Non in macchina, ma con un gioco di squadra che guarda alla tutela ambientale e alla costruzione di un vero e proprio sistema. Che punta a creare valore aggiunto attraverso la mobilità sostenibile. Non solo glamour, insomma. La perla delle Dolomiti ha trovato nel noto brand automobilistico un alleato fidato in grado di condurre la località sciistica anche oltre l’impegno iridato e le possibili Olimpiadi 2026. E Audi ha trovato in Cortina la location ideale in cui promuovere le nuove auto elettriche, assieme
alla filosofia del “vivere bene” che fa parte del dna della casa automobilistica tedesca. «Siamo sbarcati a Cortina due anni fa, con l’intento di creare sistema tra le parti - spiega Fabrizio Longo, responsabile di Audi Italia -. Ci siamo avvicinati alla Fondazione Cortina 2021 per dare il nostro supporto all’impegno iridato. Ma ci siamo posti anche l’obiettivo di aiutare la cittadina dolomitica a trovare un posizionamento, perché non si vive di glorie riflesse. La location aveva bisogno di scuotersi un po’, per dare un’immagine diversa. Per questo abbiamo deciso di lavorare sull’asset ambientale, che è il tesoro più grande». Audi sta investendo sulla sostenibilità. E quale palcoscenico migliore per mostrare la mobilità elettrica, con
infrastrutture dedicate (leggasi colonnine per la ricarica dell’auto) e attraverso la sinergia con Enel, entrata nella partnership della Fondazione? Tra l’altro, la nota casa automobilistica ha nel curriculum esperimenti simili ben riusciti a Madonna di Campiglio e in Alta Badia.
CORTINA SMERALDA
SPONSOR Christian Ghedina in bici e dietro le insegne Audi
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«Siamo andati anche oltre sottolinea Longo -. Siamo intervenuti dotando il centro di Cortina di panchine di design, riscaldate e con elementi tecnologici che forniscono informazioni climatiche. E abbiamo dato il nostro supporto all’intesa con Dolomiti Superski per le gare mondiali. L’ultima novità è il raccordo tra Cortina e la One Ocean Foundation, organismo dell’Unesco che
combatte l’inquinamento dei mari. La nostra presenza in Costa Smeralda a supporto della sostenibilità ambientale trova oggi il suo corrispettivo tra le Dolomiti. E crediamo possa essere una carta in più da spendere per la promozione di Cortina». Una carta in più anche per coltivare il sogno a cinque cerchi. «In Fondazione ci siamo detti che le Olimpiadi sono possibili - conclude Longo -. Il puntare sulla sostenibilità dovrebbe nobilitare la candidatura. Tutto rientra in un biglietto da visita che la località è in grado di mettere in risalto all’interno del dossier olimpico. Non ci sono solo i valori tecnico-impiantistici, ma anche il valore aggiunto di un ambiente che sa come tutelare la bellezza». © RIPRODUZIONE RISERVATA
XIV
Montebelluna
IL CENTENARIO I raduni e le manifestazioni per la Grande Guerra hanno attirato numerose persone e fatto quasi raddoppiare l’impegno
Domenica 20 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
treviso@gazzettino.it
Ex polveriera, il rilancio «Una scelta condivisa» `Il Comune chiama
a raccolta i cittadini: domani un incontro VOLPAGO
IN CAMPO La Protezione civile con uomini e mezzi garantisce la sicurezza nelle manifestazioni in città; sopra il capo Antonio Netto
Ventimila ore in prima linea 50 “angeli” per le emergenze Quasi 300 gli interventi in cui è stata `Gestione della sicurezza, alluvione impegnata la protezione civile nel 2018 e sostegno ai poveri: «Cuore e impegno» `
MONTEBELLUNA Super lavoro per la Protezione civile nell’anno del Centenario. Hanno svolto ben 7mila ore di lavoro a servizio della collettività in più del 2017, accumulando la bellezza di oltre 20mila ore totali, a fronte di 13mila dell’anno prima. A fare la differenza è stato il centenario della Grande Guerra, con la necessità di seguire le manifestazioni che hanno comportato un grande afflusso di folla: dal raduno degli artiglieri a quello dei bersaglieri alla rievocazione storica di Nervesa. In un anno che si era aperto con le ripercussioni e i retroscena legati al ritrovamento del cadavere di Sofiya Melnik (vigilia di Natale del 2017), vicenda che ha visto l’associazione guidata da Antonio Netto in prima fila, sono invece calati, nel complesso, gli interventi di ricerca di per-
sone scomparse o disperse (10 a Istituzioni, con una media di 15 fronte di 12) e di recupero salme volontari per turno. La struttura (28 a fronte di 39). della Protezione montebellunese è del resto riconosciuta ai SUICIDI IN CALO massimi livelli quale sede Coc Dietro a tali numeri, in parti- (Centro operativo comunale), secolare, un buon segno: il calo dei de Com (Centro operativo misuicidi. Il tutto emerge dal rap- sto), e Capo mandamento per le porto annuale della struttura necessità istituzionali. In partiche vede impegnate 50 persone, colare, l’intervento per l’emercui si aggiungono varie associa- genza maltempo nel Bellunese zioni di volontariato che contri- ha richiesto l’apertura per 25 buiscono alla gestione della sicu- giorni del Coc di supporto, con rezza e delle situazioni di emer- 97 quintali di materiale fornito genza del territorio. Un impegno ai comuni colpiti. che si è tradotto in 298 interventi diversi fra loro, dal supporto alla IL RICONOSCIMENTO Polizia locale alla collaborazioLe persone indigenti assistite ne col Suem, dall’aiuto alle Istitu- sono state 5, una in più del 2017, zioni (si pensi ai Comuni alluvio- 40, due in più dell’anno precenati) al supporto a persone sin- dente, le serate dedicate alle digole in difficoltà, dal presidio stribuzioni di viveri alle persone nelle situazioni di pericolo alla in difficoltà. 32 gli atterraggi di cattura e cura di animali. Oltre a elicotteri istituzionali nella piazquesto, nei fine settimana sono zola. «Sono davvero grato -dice stati garantiti i servizi di suppor- l’assessore di reparto Elzo Seveto alle varie manifestazioni e alle rin- per le attività che i volontari
compiono anche nella dimensione socio-sanitaria. Pensiamo ai casi delle persone oggetto di Trattamento Sanitario Obbligatorio; la Protezione civile dà una mano al Servizio psichiatrico, ma occorre grande attenzione umana per trattare i pazienti e portarli in ospedale. Inoltre ci sono i gesti di solidarietà verso le famiglie in difficoltà, che hanno bisogno di generi alimentari, e verso gli indigenti, che in caso di emergenza vengono ospitati nella sede della protezione civile comunale». E il sindaco Marzio Favero ricorda: «Non è solo il numero di ore spese per la comunità a colpire, ma anche la qualità e professionalità negli interventi. Antonio Netto, con gli uffici tecnici, si preoccupa di curare anche la formazione, che è fondamentale. Ringrazio i volontari per il cuore e l’impegno che ci mettono. Laura Bon
«Costruiamo insieme ai cittadini le scelte per l’ex polveriera». L’importante tema verrà discusso domani alle 20,30 nel corso di un incontro pubblico in programma nell’auditorium di Volpago. Ad organizzarlo è il Comune. «Ci incontriamo -è il messaggio- per discutere assieme di come valorizzare i nostri luoghi in maniera sostenibile e attrattiva, riqualificando l’area dell’ex polveriera, ora patrimonio di tutti. Quest’area può diventare occasione di sviluppo economico che deve essere deciso assieme ai cittadini. Seguiranno altri due incontri che introdurranno il processo partecipativo e si parlerà del metodo con cui progettare assieme uno scenario per il futuro». Interverranno Luigi Latini e Simonetta Zanon della Fondazione Benetton Studi Ricerche; modererà Annalisa Marini di Laboratorio di Paesaggi Fvg. Proprio la Fondazione Benetton aveva promosso in passato un semi-
nario di studi sul tema. Il 15 febbraio alle 20,30, poi, al certo dell’appuntamento saranno i processi di dismissione degli immobili militari: al centro le prospettive nazionali e una prima indagine sul Montello. Parleranno Federico Camerin, Universidad de Valladolid (Spagna), Matteo Basso, Università Iuav Venezia. Coordina Moreno Baccichet, Laboratorio di Paesaggi Fvg. «Assieme all’architetto Moreno Baccichet e al suo staff -dice l’assessore al Turismo Alessia Rigatti- proseguiremo poi il processo con le associazioni locali e i cittadini che desiderano partecipare. Il progetto è difficile quindi molto complesso; ci vorrà del tempo» . (l.bon.)
ABBANDONATA Una veduta dell’ex polveriera a Volpago
Un aiuto alle associazioni la giunta stanzia 56mila euro CAERANO La giunta ha assegnato i contributi alle associazioni sportive. La cifra, 56.400 euro in totale, è stata suddivisa tra le sei realtà che si occupano della gestione e manutenzione degli impianti sportivi di cui è proprietario il Comune, sono il Calcio Caerano, i Colori del Volley di pallavolo, la Bocciofila Azzurralpina, il Gruppo Sportivo Calcio e Amatori Caerano, il Tennis Club e la Pallacanestro Caerano. Ad esse si aggiunge l’Unione Ciclistica Caerano, beneficiaria di 500 euro a sostegno dell’organizzazione di “Caerano Pedala” del 1° maggio,
evento divenuto una consuetudine annuale. Nell’assegnazione dei contributi è stata tenuta presente, inoltre, la promozione che alcune delle associazioni, come il calcio, la pallavolo e la pallacanestro, fanno del proprio sport nei confronti di bambini e ragazzi, presenti in numero elevato all’interno di queste società. Soddisfatta l’assessore allo sport di Caerano, Paola Martinello: «Siamo riusciti – commenta – a garantire il nostro sostegno alle associazioni sportive nonostante sia necessario fare i conti con carenze di bilancio. Sono fiera di come lavorano, fanno tutte del loro meglio e diffondono importanti valori educativi». (fe.fi)
In Regione un piano di Terna, i comitati a Zaia: «Qui la stazione non si fa» VOLPAGO Appello a Zaia: «Elettrodotto da interrare e no alla stazione elettrica a Volpago». La pressante richiesta torna a essere formulata da cinque Comitati del Veneto e dal sindaco di Volpago Paolo Guizzo, in rappresentanza di 18 Comuni che hanno firmato un documento lo scorso novembre. L’iniziativa parte in connessione con una scadenza importante: la firma, fra il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e l’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, di un accordo di programma per un piano di interventi straordinari per la rete elettrica del Veneto. L’evento è in programma per domani alle
10.30 a Palazzo Balbi e, anche se non ne sono chiari i contenuti, Comitati e sindaco di Volpago prendono posizione. «Finalmente -dicono i Comitati Vivaio Dolomiti, Volpago Ambiente, Silis Morgano, Paeseambiente e Cappella Vive Scorzè- si cerca di affrontare il problema dell’ammodernamento della rete con una visione globale. Ora però bisogna attuare quanto espresso localmente in anni di battaglie da parte di cittadini, consigli comunali e sindaci».
dall’Austria raggiunge la pianura fino a Scorzè, con una nuova stazione elettrica a Volpago del Montello, deve essere interrata lungo il canale autostradale dell’A27, come sempre chiesto dai territori e da molti consigli comunali bellunesi, trevigiani, veneziani e recentemente a novembre 2017 da 18 sindaci dell’area Volpago/Scorzè. La linea Dolo-Camin, sempre contestata e anche bocciata dalla magistratura, deve essere interrata o posizionata all’interno dell’idrovia».
I NODI E i nodi sono chiari: «Il progetto di razionalizzazione nella valle del Piave va completamente rifatto, non essendo un intervento locale ma un progetto strategico. La linea che
PAROLA D’ORDINE
IL RIASSETTO La linea elettrica che arriva dall’Austria va interrata: la richiesta ribadita da 5 Comitati in rappresentanza di 18 Comuni
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Del resto, «alla luce di quanto accaduto con l’ondata di maltempo che ha colpito il Veneto alla fine di ottobre e alla luce di tutti gli incendi provo-
cati recentemente dalla caduta al suolo delle reti aeree, l’interramento deve essere la parola d’ordine di questo accordo». Di qui la richiesta al Governatore Zaia di un incontro con una di delegazione di cittadini e sindaci, da sempre impegnati in questi progetti, «al fine di chiarire che in Veneto, su questo argomento non esistono comitati del No, ma gruppi di cittadini e enti locali che chiedono di fare, di fare presto ma fare bene». Intanto, il sindaco Paolo Guizzo non ha informazioni sui contenuti dell’accordo in Regione. «Dopo l’invio del documento con la presa di posizione dei 18 sindaci, non ho avuto riscontri. Lunedì cercherò di capire la situazione. Ma una cosa è chiara: la stazione a Volpago non va fatta». (l.bon)
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Nordest
LE OPPORTUNITÀ DELLA LEGGE 145 L’appello ai sindaci di Agostino Bonomo presidente di Confartigianato Veneto: «Non perdete i 400 milioni per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici»
Domenica 20 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Caso bidelli, ecco i diplomifici del Sud Una circolare dell’ufficio scolastico del Veneto allerta i presidi `Fasulli anche i titoli di servizio: non sono mai stati pagati «Attenti ai paritari per i quali abbiamo constatato irregolarità» i contributi previdenziali, già avviate le verifiche all’Inps `
SCUOLA VENEZIA Attenti a questi istituti paritari. A mettere in allerta i presidi è l’Ufficio scolastico regionale del Veneto che attraverso una circolare inviata a tutte le scuole ha segnalato sei istituti campani per i quali c’è poca chiarezza sia sui titoli rilasciati, sia sul punteggio che hanno conseguito coloro che vi hanno lavorato. Alcune sono scuole non riconosciute dal Ministero della pubblica istruzione, ad altre è stato revocato o congelato lo status di scuola paritaria, altre ancora non hanno pagato i contributi all’Inps e quindi il punteggio maturato dai lavoratori non ha valore. Oltre ai titoli rilasciati da questi istituti paritari, le scuole venete dovranno comunque controllare anche quelli conseguiti in tutte le altre istituzioni come è precisato nelle tre pagine di circolare che danno istruzioni su come comportarsi con i bidelli inseriti nelle graduatori di istituto. In pratica l’ufficio centrale della scuola dà indicazioni precise per aiutare le scuole a sbrigliare la matassa aggrovigliata nelle graduatorie che accolgono, specie nelle posizioni alte, personale Ata giunto da fuori regione con diplomi triennali con il massimo dei voti rilasciati da scuole paritarie fantasma o con punteggio di servizio maturato in modo fittizio.
GLI ISTITUTI SEGNALATI Ecco le scuole incriminate. C’è l’istituto “Pacioli” di Nola (Napoli) al quale è stato revocato lo status di scuola paritaria dall’anno scolastico 2013-2014 e i cui archivi non sono ancora stati consegnati - come è obbligatorio per legge - a una scuola statale. Tra gli istituti segnalati c’è anche l’istituto “Forcella” di Nocera Inferiore (Salerno) paritario dal 2013 e diventato “La Fenice” nel 2015. Alla scuola San Remigio di Nocera Superiore (Salerno) la parità è stata invece “congelata” nel settembre del 2015, mentre l’istituto paritario “Primo Levi” di Agropoli (Salerno) non ha depo-
Il documento
Gli illeciti
Un’indagine della Procura sui titoli fantasma
Ecco l’elenco degli istituti segnalati dall’Ufficio scolastico regionale del Veneto a tutti i dirigenti scolastici veneti per i quali si sono già verificate situazioni di poca chiarezza sia nel rilascio dei titoli, sia nel servizio svolto. - Istituto paritario “Pacioli” di Nola (Napoli) - Istituto “Forcella” di Nocera Inferiore (Salerno) - Scuola San Remigio di Nocera Superiore (Salerno) - Istituto paritario “Primo Levi” di Agropoli (Salerno) - Istituto “De Sanctis” di Castel San Giorgio (Salerno) - Istituto “Vanvitelli” di Castel San Giorgio (Salerno)
SEI GLI ISTITUTI NON RICONOSCIUTI CHE HANNO CONFERITO I TITOLI AL PERSONALE GIUNTO A LAVORARE IN REGIONE
sitato i propri archivi alla scuola pubblica di riferimento impedendo di fatto la verifica dei titoli rilasciati. Particolare attenzione viene consigliata pure per gli istituti “De Sanctis” e “Vanvitelli” di Castel San Giorgio (Salerno).
SEGRETERIE IN TILT A doversi accollare la verifica dei titoli presentati dai bidelli in graduatoria sono le segreterie scolastiche che stanno impazzendo per riuscire a risalire agli istituti campani che hanno rilasciato i diplomi triennali - tanto basa per svolgere questo lavoro - con punteggio 100 permettendo agli aspiranti di sbaragliare la concorrenza. Titoli che si stanno in parte dimostrando fasulli perché rilasciati da scuole non riconosciute dal Miur. Le indicazioni sono state date dall’Ufficio regionale del Veneto che ha chiesto di ottenere i nominativi delle posizioni irregolari o per le quali non si riesca ad accertare la veridicità
dei titoli, poi ogni Ufficio scolastico provinciale ha integrato per permettere alle scuole di organizzarsi al meglio. L’Ufficio di Treviso ha segnalato anche la data di ieri a mezzogiorno come termine per presentare i nominativi con attestazioni false o dubbie. Almeno un centinaio le posizione incerte già rintracciate in Veneto, mentre per un bidello salernitano in servizio all’istituto comprensivo di San Michele al Tagliamento (Venezia) è già scattata la segnalazione in Procura che porterà al licenziamento e stessa sorte sta toccando a un collega che presta sevizio a San Polo di Piave (Treviso). I controlli sono complessi perché le scuole paritarie non rispondono o non esistono più o i loro archivi sono irraggiungibili alle segreterie venete. Complicata anche la verifica del punteggio di servizio, perché i bidelli dichiarano di aver lavorato in scuole paritarie del Sud che però non hanno versato i contributi
previdenziali. Le scuole per le posizione sospette devono quindi fare verifiche all’Inps e se accertano che i versamenti non ci sono il punteggio maturato viene annullato. Questo implica il declassamento dalle graduatorie e se quel punteggio era servito per prendere servizio anche la recessione del contratto. Per tutte le posizioni false o per le quali le scuole non sono riuscite a verificare diplomi e punteggi di servizio il dirigente scolastico deve fare segnalazione alla Procura per valutare la rilevanza penale dell’illecito e chiedere l’avvio di un procedimento disciplinare all’Usr veneto. Se le irregolarità vengono accertate il bidello viene cancellato dalle graduatorie e licenziato. Un lavoro macchinoso e carico di responsabilità che sta soffocando le scuole del Veneto. Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso è esploso prima di Natale con un’inchiesta della Procura di Napoli che ha coinvolto alcuni istituti paritari campani che rilasciavano diplomi con il massimo dei voti. Si tratta di diplomi triennali che venivano poi usati per accedere alle graduatorie per bidelli nelle scuole venete e del Nord Italia. Il tutto nasce perché le scuole hanno l’obbligo di controllare i titoli presentati dal personale al momento dell’ingresso nelle graduatorie di istituto e per farlo devono risalire agli istituti che li hanno rilasciati. Ma ogni tentativo di verifica presso questi istituti paritari del Sud risultava impossibile. Da qui sono scattati i controlli a tappeto: come aprire un vaso di Pandora sono usciti molti illeciti. Per ora almeno un centinaio i casi dubbi solo nel Veneto e sono partite anche le prime segnalazioni alle Procure per false attestazioni. Il primo bidello, per il quale è partito l’iter del licenziamento, è stato nel Veneziano in un istituto comprensivo di San Michele al Tagliamento.
No Pedemontana all’attacco: «Causerà un debito di 15,6 miliardi» `Il Comitato rifà i conti
per la superstrada: «Un costo insostenibile» GRANDI OPERE TREVISO La Pedemontana costerà 2,6 miliardi più del previsto. A tanto ammonta il valore dell’Iva al 22 per cento, che fino a questo momento non era stata calcolata. A dirlo è il comitato No Pedemontana. Ieri il gruppo ha presentato i propri conti nella sede di Italia Nostra di Treviso. «La superstrada causerà un debito di oltre 15,6 miliardi. Insostenibile – spiega Osvaldo Piccolotto, uno dei referenti del comitato – c’è il conto capitale di
914 milioni, il conto d’esercizio che in 39 anni arriva a 12,1 miliardi e l’Iva per altri 2,6 miliardi di euro. A tutto ciò bisogna poi aggiungere i costi per le opere complementari, che ad oggi ancora non si conoscono. Mentre i costi ambientali sono di fatto incalcolabili». Adesso c’è un orizzonte preciso. Il comitato attende l’udienza del Tar del Veneto fissata per il 23 gennaio. Il tribunale amministrativo sarà chiamato a pronunciarsi sui ricorsi presentati dal gruppo Impregilo, dal Codacons e dalle stesse associazioni ambientaliste. Un pronunciamento a favore dei ricorrenti, che si sono mossi sulle base di rivendicazioni diverse, farebbe saltare la terza convenzione per la realizzazione dell’opera. Cioè
mente al servizio di tutti».
CANTIERE I lavori per la Pedemontana lungo la Feltrina a Signoressa
I COSTI LIEVITATI
(foto NUOVE TECNICHE)
l’intero impianto economico su cui dovrebbe reggersi la Pedemontana. «A noi non importa che l’opera venga fatta da una o dall’altra impresa – sottolinea Piccolotto – deve essere ridimensionata, con la cancellazione di alcuni tratti e la riformulazione di altri, per renderla vera-
IN SETTIMANA L’UDIENZA AL TAR PER I RICORSI DI IMPREGILO, CODACONS E ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
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«La prima convenzione fu firmata nell’ottobre del 2009 dall’ex commissario Silvano Vernizzi. Il denaro pubblico da impiegare era 174 milioni. Mentre la parte rimanente doveva renderla disponibile il concessionario, Sis-Spv – spiegano dal comitato – dopo che i mercati non hanno ritenuto di finanziare l’opera, ritenendola un fallimento, Zaia nel maggio del 2017 ha messo mano per la terza volta alla convenzione mettendo in capo ai veneti un debito da 12,1 miliardi, più altri 915 milioni per la costruzione e altri 2,6 miliardi per l’Iva. Il tutto mentre lo stesso governatore continua a dire che l’opera costa 2 miliardi
258 milioni». Per il comitato sono sballate anche le previsioni relative al traffico sulla futura Pedemontana. «Le previsioni partono da 19.600 auto nel 2020 e arrivano addirittura a 87mila nel 2059. Si era arrivati a tanto sulla base di uno sconto sui pedaggi, che però non è stato previsto a fronte di questi numeri, è sufficiente dire che la Cassa depositi e prestiti ha stimato un traffico tra i 15.200 e i 19mila mezzi all’anno. Ora si punta ad aumentare il traffico sulla Pedemontana del 15% vietando ad alcuni mezzi di passare altrove – conclude Piccolotto – praticamente adesso l’emergenza è generare traffico per giustificare la costruzione dell’opera». Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Jesolo San Donà
Domenica 20 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Ulss 4, crescono gli interventi chirurgici `Nel solo 2018
14.258 operazioni nei vari ospedali VENETO ORIENTALE
PIAZZA MARCONI Una foto d’archivio della piazza di Jesolo
Gli spacciatori delle spiagge vanno in trasferta invernale Da piazza Mazzini si sono spostati nei punti `I vigili stanno programmando azioni con più bui di piazza Marconi e piazza Nember l’unità cinofila per contrastare il fenomeno `
JESOLO La situazione in piazza Mazzini è di calma apparente. Soprattutto dopo le tante segnalazioni della scorsa estate. In città però la droga continua a circolare. Anche in questi mesi invernali, perché domanda e offerta non conoscono pausa. Giovani e giovanissimi continuano a cercare lo sballo. Anche quando il litorale è lontano dai fasti dei mesi estivi. E allora accade che da piazza Mazzini i pusher abbiano cambiato zona, trasferendosi nei punti più appartati e bui di piazza Marconi e piazza Nember.
NUOVE ZONE Sono queste le nuove frontiere dello spaccio sul litorale. Da tempo, proprio in queste zone, residenti e commercianti hanno segnalato la presenza di persone sospette nelle ore nottur-
ne. E a marcare la presenza di spacciatori è anche Martino Sacilotto, presidente del comitato “Jesolo2”, sempre in prima linea nel segnalare situazioni di illegalità alle forze dell’ordine. «Con l’arrivo dell’inverno in piazza Mazzini non si vedono più spacciatori - commenta - anche se il timore di molti è che in primavera facciano nuovamente ritorno. In ogni caso da alcune settimane si vedono persone sospette tra piazza Nember e piazza Marconi. In genere si ritrovano al tramonto e nei punti più bui. Adesso non ci sono molti turisti e in più di un’occasione abbiamo visto avvicinarsi a questi gruppi anche dei ragazzi della zona. Invitiamo sempre i residenti a segnalare alle forze dell’ordine ogni situazione dubbia, ogni elemento in più facilita la loro azione». A segnalare la presenza di pusher nella zona di piazza
Marconi è anche il capogruppo di Jesolo Bene Comune, Christofer De Zotti: «Dopo un periodo di assenza – dice – da un po’ di tempo è tornata qualche faccia sospetta, soprattutto nelle
ore notturne». Proprio per questo nel comando della Polizia locale si stanno programmando le prossime azioni con l’unità cinofila, e più volte il sindaco Valerio Zoggia ha assicurato la massima attenzione.
Eraclea
DASPO URBANI
Festa di Sant’Antonio tradizione di via Largon Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento dei residenti di via Largon ad Eraclea che oggi, alle 15, festeggeranno Sant’Antonio abate. La festa affonda le sue radici nel 1963, nata dal desiderio delle famiglie contadine della via di voler affidare la protezione di stalle e raccolti. Da allora i residenti si trovano ogni anno di fronte al capitello di via Largon per la messa e i festeggiamenti.
Il Comune dallo scorso anno ha introdotto i Daspo urbani, creando una sorta di linea rossa su tutta la zona del Lido, dal porto di Piave Vecchia fino a Cortellazzo spiaggia compresa, oltre la quale pregiudicati e venditori abusivi non possono entrare. Ogni volta che vengono sorpresi in questa zona scatta il Daspo e la segnalazione alla Questura fino all’espulsione dal Paese. La scorsa estate sono stati oltre 70 i provvedimenti emessi e sulla stessa linea il Comando di Polizia locale continuerà ad agire. Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il polo chirurgico dell’Ulss 4 ha fatto registrare, nel solo 2018, 14.258 interventi. “Il miglior risultato di sempre”, ha commentato il direttore generale Carlo Bramezza. A fornire i dati è stata l’unità controllo di gestione e segreteria del dipartimento chirurgico diretto dal dottor Francesco Fidanza. “Tra i vari fattori determinanti – osserva il chirurgo – ci sono la nuova organizzazione, che ha concentrato determinate patologie nelle specifiche unità operative, come ad esempio l’attività senologica della “Breast unit” nel presidio di San Donà e la chirurgia oncologica maggiore all’ospedale di Portogruaro, agevolando il personale e producendo un notevole risparmio in termini di dispositivi utilizzati. Parallelamente alcune attività ultra specialistiche come ottorinolaringoiatria, urologia e chirurgia vascolare, con l’impegno dei relativi direttori di unità, hanno contribuito a incrementare i numeri non con i pazienti di questo territorio ma facendo anche da attrattori per utenti da fuori regione”. Secondo quanto è stato illustrato dalla direzione generale, il maggior numero di interventi in sala operatoria è stato svolto dalle unità operative ortopedia e traumatologia, chirurgia generale, ostetricia e ginecologia, urologia, ottorinolaringoiatria, cardiologia. L’aumento della complessità degli interventi è confermato dal dato sulla valorizzazione secondo il sistema di classificazione “Drg”, il quale evidenza un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Nel 2018, su indicazioni della direzione generale, il grosso lavoro prodotto dal dipartimento chirurgico, dalla direzione degli ospedali con il contributo dei coordinatori infermieristici, personale di sala operatoria e di anestesia e rianimazione, si è
concentrato nell’ottimizzare l’organizzazione delle sedute operatorie per dare la maggior continuità possibile ai vari interventi, per ampliare il numero delle sedute pomeridiane e ridurre i tempi d’attesa. “Sono dati in costante aumento da tre anni – ha sottolineato ancora Bramezza – La crescita dell’attività chirurgica è stata trasversale, sia nella produzione che nella complessità e nella qualità, considerato il grado di soddisfazione dell’utenza”. Ed ora si guarda ai nuovi obiettivi di crescita. “E’ stata inoltrata alla Regione – spiega il capo della sanità del Veneto Orientale – la richiesta di assunzione di nuovo personale infermieristico per aumentare ulteriormente l’orario di apertura delle sale operatorie, in particolare all’ospedale di Portogruaro, polo chirurgico aziendale, dove il blocco operatorio è composta da 8 sale di cui una riservata alle emergenze”. (f.cib.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO: «GRAZIE ALLA NUOVA ORGANIZZAZIONE CHE HA CONCENTRATO LE SPECIALITÀ»
IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO Francesco Fidanza
Serve un milione di euro per riparare Palazzo del turismo, arriva lo sponsor tutti i danni del maltempo di ottobre Accordo con un’azienda dell’energia `Il Bim Basso Piave si
propone come attuatore SAN DONA’ Oltre un milione di euro. Tanto è necessario per realizzare le opere di ricostruzione e la messa in sicurezza idraulica di vari tratti del corso del Piave, in seguito ai danni provocati dal maltempo dello scorso fine ottobre. Ed il Bim Basso Piave si è proposto come soggetto attuatore per gli interventi. Proposta formalizzata dal presidente del Bacino Imbrifero, Valerio Busato, e dai sindaci di San Donà, Jesolo, Noventa, Fossalta, Musile ed Eraclea. La missiva è stata inviata al presidente della regione Veneto, Luca Zaia, che, come noto, è stato nominato dalla Protezione Civile Nazionale commissario delegato per gli interventi di ripristino dei danni del maltempo. “Oltre al ripristino dei
percorsi golenali, sono necessari interventi di ripristino e di messa in sicurezza di vari tratti golenali, di rive franate, di argini danneggiati – spiega il presidente del Bim Basso Piave, Valerio Busato –. Questo Consorzio ha l’esatto quadro dei danni e le proposte di ripristino col relativo prospetto di spesa, ed entro l’anno il Bim è in grado di cantierare le opere. Ecco spiegato il motivo per cui ci siamo proposti come soggetto per il ripristino dei danni”.
A OTTOBRE Una delle case danneggiate dall’alluvione
L’analisi dello stato del basso corso del Piave è dettagliata in una relazione commissionata dallo stesso Bim all’ingegner Andrea Gotzen, la quale ha evidenziato che tutta l’area dei sei comuni del basso Piave (componenti del Consorzio Bim) è stata colpita, interessando proprietà pubbliche e private, manufatti, piste ciclabili, parchi golenali. L’ondata di piena ha causato lo smottamento delle rive in vari punti, mettendo a rischio la stabilità futura degli argini e l’incolumità dei cittadini, varie alberature ad alto fusto sono state abbattute sia in ambito golenale e sia all’interno del fiume. Il progetto di ripristino commissionato dal Bim prevede, dunque, opere di ricostruzione e la messa in sicurezza idraulica di vari tratti di rive franate per circa 1 milione di euro. A queste vanno aggiunti il taglio e l’asportazione di svariate piante cadute nel fiume o fortemente inclinate dentro l’alveo, sfalci e tagli di vegetazione, per oltre 50 mila euro. (f.cib.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
`Presto l’annuncio, prima quanto prima, solo a quel punto soluzione cadute nel vuoto e sfu-
della serie di grandi eventi JESOLO In dirittura d’arrivo la sponsorizzazione per il Palazzo del turismo. Il nome continua a rimanere top secret, ma per il presidente della Jesolo Turismo l’accordo ormai dovrebbe essere vicino alla chiusura. L’idea è quella di legare la struttura polivalente ad un grande nome per sfruttare anche la vetrina offerta dai tanti eventi in programma nelle prossime settimane, dai musical ai concerti. In ogni caso manifestazioni di richiamo nazionale, in grado di dare la giusta visibilità anche al nuovo sponsor. Massimo, come detto, il riserbo della società partecipata, si sa però che starebbe trattando con un’azienda legata alla fornitura di energia. «Posso dire solo che c’è una trattativa in corso – commenta il presidente della Jesolo Turismo, Alessio Bacchin – e che contiamo di raggiungere l’accordo
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presenteremo il nuovo sponsor». Scaduto il contratto con la Arrex Cucine, per tutto lo scorso anno il Palazzo del turismo è rimasto senza sponsor nonostante i tanti eventi organizzati al suo interno, spesso con il tutto esaurito e comunque di grandissimo richiamo come il concerto con il cantautore e premio Nobel Bob Dylan. Nei mesi scorsi si era parlato come possibile sponsor di un’importante cantina e poi di un istituto di credito europeo, tutte
mate in poco tempo. Da settimane è invece spuntata l’ipotesi di una società legata alla fornitura di energia, con la possibilità di raggiungere a breve l’accordo. «Chi farà questo investimento – conclude Bacchin – potrà contare su un ritorno di immagine sicuro visti gli eventi che si terranno al Palazzo del turismo nei prossimi mesi. Si tratta di manifestazioni di grande interesse, che richiameranno sempre il pubblico delle grandi occasioni». (g.bab)
PALAZZO DEL TURISMO Ingresso al palazzo ai tempi della sponsorizzazione della Arrex
ECONOMIA
DOMENICA 20 GENNAIO 2019 MESSAGGERO VENETO
le quotazioni dei vigneti in regione
Cifre stellari per il Prosecco fino a 200 mila euro l’ettaro È diventato uno dei terreni più cari: solo Barolo, Brunello e pochi altri fanno meglio Collio e Colli Orientali fermi sotto i 100 mila, le Grave di Pordenone a 120 mila
Maurizio Cescon
I PREZZI DEI VIGNETI
UDINE. Chi ha la fortuna di pos-
Tipologia vigneto
Prezzo per ettaro
PROSECCO
200 MILA EURO IN VENETO E PIANURA FRIULANA DA UN MINIMO DI 55 A UN MASSIMO DI 100 MILA EURO DA UN MINIMO DI 45 A UN MASSIMO DI 85 MILA EURO DA UN MINIMO DI 45 A UN MASSIMO DI 120 MILA EURO
sedere qualche ettaro di vigneto di Prosecco si ritrova tra le mani un tesoro. Il prezzo medio del terreno infatti, nella grande Doc che abbraccia parte del Veneto e il Friuli Venezia Giulia, ha raggiunto nel 2018 la cifra, stellare, di 200 mila euro per 10 mila metri quadrati. Quotazioni che fino a qualche anno fa nessuno si sarebbe sognato nemmeno di poter pronunciare, invece adesso sono realtà. Il trend delle bollicine del Nordest, infatti, non conosce crisi. Nonostante il prezzo all’ingrosso negli ultimi mesi in calo dai massimi (da 2,40 euro a 1,80 euro al litro), la produzione 2018 ha toccato i 465 milioni di bottiglie e le esportazioni hanno toccato il 75 per cento del totale, con il Regno Unito come primo mercato e la Francia in grande ascesa. Riguardo il prezzo al litro è in corso
DOC COLLI ORIENTALI DOC COLLIO GRAVE PORDENONE
I TOP IN ITALIA Tipologia vigneto
Prezzo per ettaro
BAROLO
DA 200 MILA A 1,5 MILIONI DI EURO DA 250 BRUNELLO DI MONTALCINO A 600 MILA EURO DOC LAGO DI CALDARO (ALTO ADIGE) DA 440 A 690 MILA EURO
un dibattito per fissare una soglia minima, come richiesto dal governatore Luca Zaia, proprio per evitare oscillazioni troppo vistose. Tornando ai vigneti di casa nostra, c’è da considerare che un terreno dove si coltiva sua
maestà il Prosecco ormai vale il doppio di vigneti nobili nelle zone dei Colli Orientali e del Collio, le più storiche della nostra regione. Nei Colli Orientali, tra Cividale e Premariacco, passando per Nimis, Tarcento e Faedis, le vi-
gne valgono da un minimo di 55 a un massimo di 100 mila euro l’ettaro, più o meno stabili rispetto all’anno precedente. Cifre quasi in fotocopia per il Collio: tra Cormons e Capriva, passando per Farra e Dolegna, troviamo terreni da un
minimo di 45 a un massimo di 85 mila euro. Importante balzo in avanti, invece, per le Grave del Pordenonese, che grazie a Pinot grigio e Prosecco, vedono le quotazioni dei loro campi lievitare da un minimo di 45 a un massimo di 120 mila euro, con un aumento del 10 per cento medio del valore in un solo anno, dal 2016 al 2017. A livello nazionale al top assoluto il Barolo con punte addirittura di 2,5 milioni di euro nei cru più importanti. Altro territorio con quotazioni stellari è quello del Brunello di Montalcino, dove i valori oscillano tra i 250 e i 600 mila euro, con punte di 900 mila nelle vigne più ambite. In Valpolicella, nella zona classica, si sta tra i 450 mila e i 550 mila. Ancora, si parte da 500 mila euro per un ettaro in Alto Adige, territorio d’eccellenza soprattutto per la produzione di bianchi, dove arriva a 1 milione nelle microzone più importanti, mentre si va dai 400 ai 500 mila euro a ettaro a Bolgheri. E ancor più rapida è stata la crescita del Prosecco: se nella Docg si va dai 400 mila ai 450 euro a ettaro, si arriva a un milione sulla collina di Cartizze. In Franciacorta, le stime sono di 250 mila euro a ettaro. Quotazioni simili a quelle del Lugana, territorio storico e salito alla ribalta mediatica solo di recente, che ha visto i valori dei propri vigneti arrivare a 250 mila euro. Si tratta sui 170 mila euro per un vigneto iscritto a Chianti Classico. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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gofredo
Arriva il dispositivo che sorveglia il frigorifero UDINE. È stato presentato a Milano, nello show-room delle cucine Poggepohl, un progetto ideato in Friuli Venezia Giulia (la Sensor Chain for Business, start up innovativa è iscritta nella sezione speciale del Registro delle Imprese di Udine) che promette di rivoluzionare il mondo dell’Haccp, ovvero l’insieme di tutti quei controlli necessari per legge nell’industria alimentare, ma anche farmaceutica, per certificare la sicurezza e la salubrità di cibi, bevande e medicinali. Si chiama “GOfredo” e attualmente è l’unico dispositivo autoinstallante per monitorare temperatura e umidità nei frigoriferi e nelle celle frigorifere, in grado di compilare automaticamente i registri Haccp per la catena del freddo. È un dispositivo estremamente semplice, che consente di risparmiare tempo nell’espletare le procedure previste per legge e di ottenere una segnalazione tempestiva in caso di guasti o anomalie, che può essere ricevuta dall’addetto ai controlli in qualsiasi luogo si trovi e inviata al frigorista di fiducia. —
REGIONE
DOMENICA 20 GENNAIO 2019 LA NUOVA
a pochi giorni dall’udienza al tar sul ricorso di impregilo e codacons
Comitato del No: Pedemontana costerà 2,6 miliardi in più di Iva Gli oppositori della superstrada: «La Regione non ha calcolato l’imposta del 22% l’opera è insostenibile, va fermata al più presto». Palazzo Balbi rifiuta la polemica
Federico Cipolla TREVISO. Un’errata applicazione dell’Iva da parte della Regione rischia di rendere ancora più salato il conto della Spv. Ne sono convinti nel Comitato No Pedemontana, che a pochi giorni dall’udienza al Tar sul ricorso di Impregilo e del Codacons fissata per il 23 gennaio, hanno esibito un documento che afferma che la Regione dovrà aggiungere 2,6 miliardi di euro di Iva al canone di dispo-
nibilità. «L’opera va fermata, subito. Speriamo lo faccia il Tar, come dovere verso le generazioni future», sostiene Osvaldo Piccolotto, anima del Comitato No Pedemontana. LA VALUTAZIONE LEGALE
Il Comitato ha mostrato il documento inviato il 6 marzo scorso dallo Studio Roedl&Partners alla Regione, che l’aveva interpellato proprio per capire se e come considerare e l’Iva sul canone di disponibilità che Venezia dovrà
versare a Sis per 39 anni. «Nell’ultima convenzione approvata a maggio tra la Regione e la Sis, l’Iva semplicemente non c’è. Come se la Regione non la dovesse pagare», precisa Piccolotto. Invece secondo lo studio l’imposta va pagata eccome, con aliquota piena: il 22%. Il documento della Roedl&Partners non lascia spazio all’interpretazione: «Al corrispettivo di disponibilità corrisposto dalla Regione Veneto al Concessionario per la costruzione e la manutenzio-
ne della Spv deve essere applicata l’aliquota Iva del 22%». Essendo il canone di disponibilità di 12, 1 miliardi in 39 anni, il conto è presto fatto: da sborsare ci sono altri 2, 6 miliardi. «E quindi il conto peggiora ancora, la Pedemontana costerà ai Veneti almeno 15, 6 miliardi», aggiunge Piccolotto. I CONTI NON TORNANO
La Regione però, che al momento non ha voluto replicare al comitato, a maggio avrebbe ottenuto rassicurazione da
parte dell’Agenzia delle Entrate, riguardo alla detraibilità di quella stessa Iva. Ma secondo il comitato sono altre due le incognite che rendono il quadro a tinte foschissime: il costo delle opere complementari, e le stime di traffico. «Non si sa quanto si dovrà spendere per le bretelle di collegamento. Ne servirà una per Padova, e anche una per Treviso». Inoltre secondo i dati forniti dal comitato la Regione stima un aumento del traffico sulla Pedemontana che porterà 27 mila mezzi ad utilizzarla nel 2020, e oltre 75 mila nel 2059, ultimo anno della concessione. Ma per Corte dei Conti e Banca Europea degli investimenti sono bene altre le cifre, «saranno 15. 200 nel 2020 e nemmeno ventimila a fine concessione». Un bel problema per un piano economico che si basa sui pedaggi. «Per quest’opera non è mai stata fatta un’analisi costi benefici», rincara Piccolotto. IL RICORSO
Mercoledì attorno alle 10 al Tar inizierà l’udienza per il ricorso presentato da Salini-Im-
l’allarme del demografo dalla zuanna sveglia la politica
boccia accusa i vertici del partito
Cicogna versione Lega per riavviare le nascite
Rovigo, caos nel Pd Primarie annullate tra litigi e minacce
Progetto di legge regionale di Villanova: 15 milioni in 3 anni Assegni prenatali, nidi gratis, kit, tessera acquisti prepagata
Filippo Tosatto VENEZIA. In dieci anni il decli-
no della natalità nel Veneto è divenuto un crollo strutturale (-25%) e per la prima volta il numero di neonati (36. 596) è sceso sotto quello degli ottantenni (38. 681). L’allarme sulle culle vuote e il conseguente squilibrio generazione, lanciato dal demografo Gianpiero Dalla Zuanna sul nostro giornale, ha trovato eco puntuale nel Bollettino socio-economico diffuso dalla Regione, inducendo la maggioranza leghista, a battere un colpo. Meglio, a rispolverare un progetto legislativo redatto nel 2016, fin qui rimasto nel cassetto ed ora, annuncia il capogruppo Nicola Finco, collocato in cima alle «priorità programmatiche della legislatura». La proposta ha quale primo firmatario il trevigiano Alberto Villanova, un consigliere vicinissimo al governatore Luca Zaia, e si rivolge ai cittadini italiani che vivono in Veneto (almeno un genitore deve risiedervi in modo continuativo da cinque anni) con reddito Isee non superiore ai 30 mila euro. Concepita su base triennale con dotazione complessiva pari a 15 milioni di euro (dei quali è indicata la copertura) istituisce una serie di misure di sostegno, a cominciare dall’assegno prenatale di 150 euro mensili «per fronteggiare i costi legati alla gravidanza e le spese fondamentali nei primi mesi di vita del bambino»; decorre dal settimo mese di gravidanza e si conclu-
ROVIGO. Acque agitate nel
Pd polesano dove le elezioni primarie rischiano di degenerare in rissa. «Sfiorata la rissa alla sezione Donzella di Porto Tolle: per protesta, il segretario Diego Marangon e i sostenitori della mozione #aporteaperte di Francesco Boccia hanno abbandonato il circolo dopo aver ricevuto pesanti minacce», fa sapere in una nota il comitato elettorale veneto #aporteaperte di Boccia, il dirigente che contende la segreteria nazionale del partito democratico agli sfidandi Martina, Zingaretti, Gia-
IN BREVE Culle deserte: in dieci anni la natalità del Veneto è crollata a -25%
de dieci mesi dopo il parto. L’importo è raddoppiato in presenza di un minore disabile grave nel nucleo familiare. A seguire, l’avvio sperimentale del progetto “Asili Gratis” che azzera la retta di frequenza dei nidi e micronidi pubblici o privati convenzionati qualora entrambi i genitori siano occupati; a chi non può o non vuole usufruire di questa opportunità è riservato un «assegno di cura e custodia» per sostenere le spesa di assistenza infantile. Ancora, è previsto per ogni nascituro un kit denominato “box maternità” contenente alcuni oggetti necessari per i primi mesi di vita; nonché una tessera elettronica prepagata denominata “carta buono famiglia” dell’importo annuo di mille euro da utilizzare per acquisti sul territorio regionale di articoli e/o servizi destinati a ciascun fi-
glio fino al compimento del terzo anno e non superiore a cinquecento euro per ciascun figlio di età compresa fra i tre e i cinque anni. «Si tratta di idee fattive e realizzabili sulle quali potremo iniziare sin da subito a lavorare», commenta Villanova «la crisi ha spezzato una catena sociale ed economica, dobbiamo lavorare per aggiustarla. Il nostro Paese ha tanti problemi ma tra questi, quello che avrà maggiori ripercussioni sulle generazioni future, è il drammatico calo delle nascite perché una nazione che non fa più figli è destinata a tramontare». Tempi previsti? «Agiremo con rapidità», assicura Finco «e sull’esempio di Bolzano, unico territorio in Italia a invertire una tendenza generalizzata, investiremo con decisione nella tutela delle giovani coppie e dei bambini». —
Verona Sassi contro auto e passanti: arrestato Un cittadino romeno di 54 anni è stato arrestato dagli agenti delle Volanti della Questura di Verona con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. I poliziotti sono intervenuti su segnalazione di alcuni cittadini, spaventati perché l’uomo dal margine della carreggiata lanciava sassi in direzione di persone e veicoli di passaggio. Alla vista dei due agenti è fuggito, e quando è stato raggiunto li ha minacciati con una bottiglia di vetro, per poi colpirli ripetutamente con calci. Dopo l’arresto il 54enne è stato portato in Tribunale, dove il giudice lo ha condannato a 10 mesi di reclusione disponendo anche la misura del divieto di dimora nel Comune di Verona.
chetti, Saladino e Corallo. Che sta succedendo? La commissione regionale dem incaricata di sovrintendere le operazioni, ha annullato il voto del 13 gennaio a Rovigo (largamente favorevole a Boccia che è sostenuto da dirigenti locali quali Nadia Romeo, Nello Chendi eVirna Riccardi) accogliendo il ricorso di alcuni iscritti che hanno lamentato di non essere stati avvisati adeguatamente della convocazione delle primarie. «Diffido gli organi del partito chiamati a vigilare affinché non consentire di mo-
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pregilo contro la terza convenzione firmata lo scorso maggio tra Regione e Sis, che ha sbloccato la Pedemontana. Due sarebbero i cardini del ricorso presentato dall’impresa arrivata seconda nella gara d’appalto. L’aumento del contributo pubblico a fondo perduto a favore di Sis, diventato di 914 milioni, 300 in più della convenzione precedente, e il pagamento sempre a favore di Sis del canone mensile, in cambio dell’incasso da parte della Regione del pedaggio. Due modifiche che avrebbero, secondo Salini-Impregilo, modificato la natura dell’appalto, così da costringere Palazzo Balbi a fare un nuovo bando. L’APPELLO AI GIUDICI
«Anche la Corte dei Conti ha detto alla Regione che non ha rispettato le leggi europee sulla concorrenza», conclude Piccolotto. «Noi non vogliamo che il Tar faccia completare l’opera ad un’altra impresa, ne chiediamo il ridimensionamento per renderla davvero l servizio dei veneti». – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
dificare percorsi democratici delle primarie a beneficio dell’uno o dell’altro candidato», è l’altolà di Boccia «La mia è una difesa del voto, perché amo il mio partito e perché il 77% degli aventi diritto che esce di casa e va a esprimere la sua preferenza alle primarie, come è successo a Rovigo, è da tutelare, sempre». L’esponente politico pugliese, in effetti, ha interrotto la campagna elettorale per precipitarsi nel capoluogo polesano accompagnato dall’avvocato romano e docente universitario Antonino Ilacqua, deciso a dare battaglia. «Sta accadendo un fatto gravissimo», afferma il legale, che ha notizia di episodi analoghi anche nelle province Padova e Verona, e parla di «un precedente molto pericoloso che, senza mezzi termini», che potrebbe giungere a mettere a rischio l’intero congresso nazionale e la relativa elezione del segretario. —
TRIBUNALE DI TREVISO-FALL. N. 146/2016 R.F. AVVISO D’ASTA Il dott. Paolo Callegaro comunica che il giorno: 22 Marzo 2019 alle ore 10:30 presso la sede della casa d’aste in Treviso, Strada Vecchia di San Pelajo al civico 20, procederà, alla vendita di: LOTTO N.01: Direzionale/Commerciale presso “Centro Residenziale e Commerciale Ronzinella” con ampio magazzino al piano seminterrato PREZZO BASE DI VENDITA: EURO 150.000,00 OLTRE IMPOSTE Ubicazione: Comune di Mogliano Veneto (TV) via Ronzinella civico 172 - Superficie: circa mq. 236,49 di direzionale/uffici e circa mq. 182,93 di magazzino/deposito - Stato di occupazione: In utilizzo da Ente Pubblico con rilascio entro e non oltre la data del 30 luglio 2019 LOTTO N.02: Negozio al piano terra con vetrine su strada principale PREZZO BASE DI VENDITA: EURO 64.500,00 OLTRE IMPOSTE Ubicazione: Mogliano Veneto (TV) località Marocco via Marignana civico 86/A - Superficie: circa mq. 123,56 - Stato di occupazione: Libero LOTTO N.03: Porzione di Complesso Scolastico denominato “Piranesi” PREZZO BASE DI VENDITA: EURO 153.000,00 OLTRE IMPOSTE Ubicazione: Mogliano Veneto (TV) in via Alcide De Gasperi civico 8 - Superficie: circa mq. 453,00 - Stato di occupazione: Libero Per maggiori informazioni rivolgersi alla casa d’aste ASTE 33, email: info@aste33.com Tel.0422.693028 – fax 0422.316032 e nel sito internet www.aste33.com.
PRIMO PIANO
DOMENICA 20 GENNAIO 2019 LA TRIBUNA
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Legge di stabilità il decreto
Sei milioni per 87 Comuni Serviranno a sistemare le scuole e la viabilità sfazione la notizia la capogruppo Lista Zaia in Consiglio regionale, Silvia Rizzotto. UN AIUTO AI “PICCOLI”
Silvia Rizzotto della Lista Zaia
Un gruppo di sindaci della Marca e nella foto piccola in alto il sindaco di Miane Angela Colmellere
Mentre i crotonesi sono a quota 13,21 pro capite, con 1,48 milioni di euro distribuiti a soli 26 comuni e 112 mila abitanti. A consolare la Marca c’è Cosenza: 3,6 milioni in 149 comuni, e 491 mila abitanti, 7,3 € a testa. Non a caso, territorio policentrico. FIBRILLAZIONE
Qualche big leghista sia già in fibrillazione, e si sia messo in contatto con Roma per ca-
pirne di più, dove gli stessi parlamentari starebbero riguardando la distribuzione nei diversi territori, e fra Nord e Sud. La sperequazione è evidente. Colpa dei criteri numerici e delle fasce di popolazione? Certo i numeri parlano in maniera eloquente, e ben lo sanno i sindaci trevigiani, che da anni fanno miracoli, con organici e risorse all’osso. Dovranno prendersela con
la mitica e già leggendaria “manina”? Una cosa è certa: anche il presunto “governo del cambiamento” non premia - diciamo così - le amministrazioni più virtuose. Chissà cosa ne pensano, da diretti interessati, i tanti sindaci della Lega che siedono in Parlamento, fra cui le trevigiane Sonia Fregolent, Marica Fantuz, Angela Colmellere. — Andrea Passerini
TREVISO. Arriveranno oltre 6 milioni di euro, per l’esattezza 6 milioni e 60 mila euro da Roma a tutti gli 87 Comuni trevigiani con popolazione sotto i 20 mila abitanti. Ad aver attribuito i fondi per il 2019 è il decreto attuativo della legge di stabilità emesso il 10 gennaio scorso dal Corpo del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno. I soldi, destinati a livello nazionale a tutti i Comuni con popolazione inferiore a 20 mila abitanti, dovranno essere utilizzati per scopi ben precisi: la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale.
no a trentotto i Comuni della Marca che, avendo un numero di abitanti sopra i 5 mila ma la sotto ai 10 mila otterranno 70 mila euro, per un totale di 2 milioni 660 mila euro. Nella terza fascia, quella per cui sono attribuiti 50 mila euro, rientrano i Comuni tra i 2 mila e i 5 mila residenti: in tutto sono ventisei, per un totale di 1,3 milioni. Sono invece solo cinque i Comuni con popolazione sotto i 2 mila abitanti che potranno disporre di fondi per 40 mila euro. In tutto a livello nazionale sono stati destinati 394 milioni 490 mila euro. Le risorse saranno erogate per una pri-
I CRITERI E LE CIFRE
Rizzotto: è un provvedimento fortemente voluto dalla Lega
L’importo previsto per ciascun Comune è graduato per fasce di abitanti. È la prima volta che il governo vara un simile provvedimento, concedendo una pioggia di contributi ai piccoli Comuni. Gli scaglioni sono quattro. Sono diciannove i Comuni trevigiani con popolazione superiore a 10 mila abitanti che beneficeranno di un contributo di 100 mila euro ciascuno, per un totale di 1,9 milioni. Salgo-
ma tranche, pari al 50 per cento, previa verifica dell’avvenuto inizio dei lavori, entro il 15 maggio. La restante quota sarà versata dopo la trasmissione del certificato di collaudo, ovvero al completamento dei lavori. A comunicare con soddi-
Il volume vuole ravvivare il ricordo di circa 6 milioni di ebrei sterminati da Hitler nei 12 anni del suo dominio sulla Germania. Perché non si ripeta.
dal 22 gennaio
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«Si tratta di un provvedimento fortemente voluto dalla Lega. Questi contributi, insieme ad altri provvedimenti che sono stati approvati dal governo a favore degli enti locali come lo sblocco dell’avanzo di amministrazione, il turnover del personale che consente nuove assunzioni, aiutano concretamente i nostri Comuni e il territorio», sottolinea Rizzotto. «Il nostro governo è dalla parte dei Comuni, che da tempo lamentano la scarsità di risorse per le opere pubbliche». Ora le amministrazioni comunali dovranno attivarsi in fretta per scegliere gli interventi più urgenti da attivare al fine di agganciare le risorse e non perdere quest’occasione. «Sicuramente le amministrazioni del territorio hanno dei progetti già pronti nei cassetti, che finalmente prenderanno il via, migliorando il patrimonio comunale», aggiunge la consigliera regionale. Le amministrazioni potranno avviare interventi di messa in sicurezza di scuole, strade ma anche di tutti gli immobili comunali ad uso della collettività. «Si tratta di un importante volano per l’edilizia e l’economia locale, risorse che saranno messe in circolo agevolando il lavoro», aggiunge Rizzotto. Che precisa: «Con la modifica del Codice degli appalti sono state semplificate le procedure per l’affidamento dei lavori pubblici d’importo inferiore ai 150 mila euro. L’obiettivo del governo è di agevolare i Comuni snellendo le procedure per far girare l’economia». — Maria Chiara Pellizzari
MONTEBELLUNESE
DOMENICA 20 GENNAIO 2019 LA TRIBUNA
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nervesa della battaglia
«Ca’ della Robinia, 3 milioni alla Regione» La Corte dei conti porta a processo l’ex assessore Sernagiotto, Modolo e gli altri amministratori della cooperativa NERVESA. La procura della Corte dei conti interviene sullo scandalo Ca’ della Robinia chiedendo a tutte le persone coinvolte, tra cui l’ex assessore regionale Remo Sernagiotto, un risarcimento di oltre tre milioni di euro. Sono tutti invitati «a comparire innanzi alla Corte dei Conti per ivi sentirli condannare al pagamento della somma di 3.096.000 euro», come è scritto nell’atto di citazione con il quale il sostituto procuratore della Corte dei Conti, Chiara Imposimato, ha chiamato i responsabili a risarcire la Regione per la vicenda della cooperativa che con fondi regionali avrebbe dovuto realizzare nell’ex Disco Palace di Nervesa una struttura con residenze e laboratori per disabili e diventata invece una birreria. IL FINANZIAMENTO
L’intervento della magistratura contabile avviene in parallelo, ma in autonomia, rispetto alle azioni della giustizia civile e di quella penale. Nei giorni scorsi il pubblico ministero della magistratura contabile Chiara Impo-
simato ha inviato l’atto di citazione a tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella cooperativa Ca’ della Robinia. La coop ha ricevuto un finanziamento regionale per realizzare, nell’ex Disco Palace di Nervesa, una fattoria didattica per dare lavoro a disabili. Peccato che invece sia stata allestita una birreria, poi affittata a una ditta esterna e successivamente chiusa quando, a
I magistrati contabili vogliono che siano rifusi tutti i soldi incassati dalla coop causa dello scandalo, il Comune ha revocato le relative licenze. Nel mirino della pm ci sono l’ex assessore regionale e attuale europarlamentare di “Noi con L’Italia”, Remo Sernagiotto, l’ex direttore dei servizi sociali regionali Mario Modolo, l’ex proprietario della discoteca Giancarlo Baldissin (che ha fondato la cooperativa a cui è stato venduto il Palace) e i soci fondatori
il bilanCio dell’anno
Sicurezza, i 50 angeli della Protezione civile al lavoro per 20mila ore MONTEBELLUNA. Sono andati
a raccogliere deceduti per incidenti stradali o per suicidi, hanno tolto fango e macerie nel Cadore colpito dall’alluvione, hanno portato in ospedale persone destinatarie di trattamento sanitario obbligatorio, hanno assistito persone indigenti e portato alimenti a famiglie in difficoltà: sono gli angeli della Protezione Civile di Montebelluna, una cinquantina di volontari coordinati da Antonio Netto, a cui si aggiungono altre asso-
ciazioni, pronti a intervenire in ogni situazione. Basta un colpo di telefono e Antonio Netto e i suoi si mettono in moto a qualsiasi ora del giorno e della notte. Nel 2018 hanno effettuato ben 20.223 ore di servizio gratuito. Il loro è stato un impegno che si è tradotto in 298 interventi diversi fra loro, dal supporto alla Polizia locale alla collaborazione col Suem, dall’aiuto alle istituzioni (si pensi ai comuni alluvionati) al supporto a persone singole
Bruna Milanese, Selene e Stefano Bailo, Pierino Rebellato e il consulente finanziario Egidio Costa. In precedenza la Procura aveva inviato alle persone coinvolte un invito a dedurre, cioè a presentare in un tempo non inferiore a 30 giorni deduzioni o documenti. IL PROCESSO
Ora è arrivato il momento del processo: la Procura della Corte dei Conti vuole che siano rifusi 3.092.012 euro incassati dalla cooperativa prima della revoca del finanziamento (per 3,4 milioni di euro totali). A guidare il lavoro della magistratura contabile sono state le indagini condotte in tutti questi mesi dalla Guardia di Finanza, che hanno fatto da base per l’inchiesta penale chiusa con il patteggiamento per Bruna Milanese (due anni e quattro mesi), i figli Stefano e Selene Bailo (rispettivamente un anno e otto mesi e due anni) e di Roberto Ferro (unico escluso dalla richiesta della pm della Corte dei conti). — Giorgio Barbieri BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
in difficoltà. Oltre a questo, tutti i week end sono stati garantiti i servizi di supporto alle varie manifestazioni e alle istituzioni, con una media di 15 volontari per turno. Si tratta di una struttura, quella della Protezione civile montebellunese, riconosciuta ai massimi livelli quale sede del Centro operativo comunale, sede del Centro operativo misto e Capo Mandamento per le necessità istituzionali. Nel campo delle emergenze hanno collaborato coi carabinieri per il brillamento di una bomba, 25 giorni li hanno dedicati a interventi per l’emergenza maltempo nel Bellunese, ai cui comuni hanno anche fornito 97 quintali di materiale, sono stati impegnati nella ricerca di 10 persone scomparse, hanno assistito cinque indigenti, hanno recuperato 28
Ca’ della Robinia. Nel riquadro Remo Sernagiotto e Mario Modolo
salme, hanno effettuato 3 trattamenti sanitari obbligatori di notte e accompagnato 7 persone in psichiatria, hanno fatto tre interventi urgenti per la neve. Hanno dedicato poi 40 serate alla distribuzione di generi di prima necessità a famiglie bisognose. A cui aggiungere giornate di formazione e di studio. «È stato prezioso il loro lavoro anche dal punto di vista sanitario e sociale», commenta il vicesindaco Elzo Severin, «la Protezione Civile dà ad esempio una mano al Servizio Psichiatrico, con grande attenzione umana per trattare i pazienti. Inoltre ci sono i gesti di solidarietà verso le famiglie in difficoltà e nei confronti degli indigenti, che in caso di emergenza vengono ospitati nella sede della protezione civile comunale». — Enzo Favero
volpago
nervesa
Si ricorda l’Olocausto coi bimbi della primaria
I colori di OneManPier in mostra da domani
VOLPAGO. Volpago ricorda l’Olocausto con la partecipazione dei ragazzi della scuola primaria. Lunedì 21 e 28 gennaio verranno in visita nella biblioteca comunale le quattro seconde della scuola primaria di Volpago per assistere a letture e per partecipare a laboratori e riflessioni dedicati al difficile argomento. Sabato 26 gennaio alle 20.30 nella palestra comu-
NERVESA. Sarà visitabile da
nale si terrà invece uno spettacolo con musiche e letture a cura dell’orchestra Pertini dell’istituto comprensivo di Volpago del Montello insieme alle classi quarte della scuola primaria e gli alunni della scuola secondaria. Si può accedere liberamente a questa manifestazione che vede i ragazzi protagonisti della diffusione della memoria. — G.Z.
domani fino al 23 ottobre presso la sala consiliare del municipio di Nervesa la mostra di pittura di OneManPier “Caffè risate facce sogni e colori”. L’esposizione, organizzata dall’amministrazione comunale e dalla locale biblioteca, sarà visitabile liberamente nei normali orari di apertura del municipio. OneManPier è lo pseudonimo di Pierpaolo Menegazzo, cantautore e pittore
di Cittadella. In ambito pittorico ha in curriculum diverse mostre collettive e personali in tutta Italia. La sua è una pittura realista e realistica, a tratti onirica e ironica, dove il sogno si avvicina alla poesia, all’anima e alla fantasia, ma conserva sempre tratti umani e quotidiani. Un mondo fatto di volti comuni, di volti noti, di figure bizzarre, ma pur sempre dannatamente normali. — G.Z.
volpago
Stazione Terna Gli ambientalisti scrivono a Zaia «La deve fermare» VOLPAGO. Gli ambientalisti
scrivono a Zaia affinché li aiuti a bloccare la stazione elettrica di trasformazione che si vuole realizzare a Volpago e a cambiare il progetto di razionalizzazione della rete che Terna vuole realizzare. «Chiediamo al governatore di incontrare una delegazione di cittadini e di sindaci contrari a questo progetto di razionalizzazione per chiarire che in Veneto, su questo argomento, non esistono comitati del no, ma gruppi di cittadini ed enti locali che chiedono di fare, di fare presto ma fare bene». Il “Comitato Volpago ambiente” e gli altri sodalizi di cittadini dei territori interessati al progetto di razionalizzazione della rete elettrica di Terna, Vivaio Dolomiti (Belluno) Silis Morgano, Paeseambiente, Cappella Vive (di Scorzè in provincia di Venezia) chiedono al presidente della giunta regionale, Luca Zaia, di impegnarsi per interventi meno impattanti come l’interramento delle linee e a stoppare la stazione elettrica di trasformazione che l’azienda vuole costruire a Volpago. Il
governatore e l’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, firmeranno domani, lunedì 21 gennaio, un accordo di programma per interventi straordinari con cui favorire la sicurezza, l’efficienza e la sostenibilità del sistema elettrico e lo sviluppo del territorio regionale. «Finalmente si cerca di affrontare il problema dell’ammodernamento della rete con una visione globale, ma va attuato quanto chiedono i sindaci e i comitati dei cittadini», commentano gli attivisti. «Il progetto di razionalizzazione nella valle del Piave va completamente rifatto, non essendo un intervento locale ma un progetto strategico. La linea che dall’Austria raggiunge la pianura fino a Scorzè, con una nuova stazione elettrica a Volpago del Montello, deve essere interrata lungo il canale autostradale dell’A27, come sempre chiesto dai territori e da molti consigli comunali: bellunesi, trevigiani, veneziani e, lo scorso novembre, anche da 18 sindaci dell’area Volpago/Scorzè», concludono i comitati. — Gino Zangrando