RASSEGNA STAMPA DEL 22 GENNAIO 2019

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PRIMO PIANO

Martedì 22 Gennaio 2019 Corriere del Veneto

Le politiche economiche Il territorio A undici anni dal deposito del primo progetto (era il 18 marzo 2008) si avvia a soluzione la controversa vicenda dell’elettrodotto DoloCamin, infrastruttura fondamentale per lo sviluppo della rete elettrica tra Padova e Venezia al centro di una travagliata storia politico- giudiziaria, tra ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, liti con i Comuni e proteste dei comitati. Ieri, nella cornice di Palazzo Balbi, il governatore Luca Zaia e l’amministratore delegato di Terna Luigi Ferraris hanno infatti annunciato l’interramento dell’elettrodotto, per tutta la sua lunghezza, con un investimento di 400 milioni di euro: «Inizieremo col chiedere subito le autorizzazioni - ha spiegato Ferraris - quindi definiremo il tracciato. Contiamo di chiudere i cantieri tra il 2022 e il 2023, con un percorso progettuale partecipativo basato sul costante confronto con le comunità locali». «È una giornata storica per il Veneto e i veneti - commenta l’assessore allo Sviluppo eco-

VENEZIA

Gli investimenti di Terna

ALTO BELLUNESE

Riassetto rete

BELLUNO

MEDIA VALLE DEL PIAVE

Razionalizzazione rete

TREVISO

VICENZA

VENEZIA VERONA

VOLPAGO

Stazione 380 kV e riassetto rete associato

Oltre

900 milioni di euro

di investimenti su interventi di sviluppo della rete elettrica regionale e su interventi di rinnovo

PADOVA ROVIGO

VENEZIA e PADOVA

Razionalizzazione della rete

Fonte: Terna

L’Ego

Elettrodotti interrati, piano da un miliardo

Dopo anni di liti Terna cambia strategia, si comincia dalla linea Dolo-Camin: ieri la firma con la Regione Addio alle linee aree anche tra Auronzo e Cortina. Dopo black-out e incendi, via gli alberi attorno ai tralicci nomico Roberto Marcato L’interramento dell’elettrodotto Dolo-Camin era un sogno, una battaglia che avevo iniziato molti anni fa. Vederlo realizzato è davvero una cosa meravigliosa». Si tratta dell’intervento più importante di un articolato piano d’investimenti del valore di circa un miliardo che Terna si impegna a realizzare in Veneto nei prossimi anni, con fondi propri. Un piano composto da quattro capitoli. Il primo, riguardante lo sviluppo della rete, prevede oltre all’elettrodotto Dolo-Camin il riassetto della rete della Media Valle del Piave, con l’interramento della linea PolpetScorzè nel tratto tra la nuova stazione di Polpet e l’attraversamento del Piave (era a rischio l’aeroporto di Belluno); il progetto della stazione elettrica di Volpago del Montello (contestata però da 18 sindaci trevigiani e veneziani), con la demolizione di 51 chilometri di linee aeree e la realizzazione di 26 chilometri di nuovi collegamenti interrati («L’intervento non è in alcun modo

correlato con l’interconnessione tra Italia ed Austria» puntualizza l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, rassicurato da Ferraris); il riassetto della rete elettrica nell’Alto Bellunese con la costruzione di un nuovo collegamento tra Auronzo di Cadore e Cortina, anche in questo caso completamente interrato, da chiudere entro il 2021, anno dei Mondiali di sci. Il secondo punto, che secondo Ferraris fa del Veneto una Regione apripista nel pa-

A Palazzo Balbi Da sin. Luca Zaia, Luigi Ferraris e Roberto Marcato

Il piano di Terna

Dolo-Camin e il Bellunese L’accordo prevede l’integrale interramento della linea Dolo-Camin, di quella AuronzoCortina, di quella tra Polpet e il Piave (linea Polpet-Scorzè) e di quella di Volpago

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Ipotesi complotto nel Trevigiano

«Corridoi verdi» Alberi tagliati In passato vento e neve hanno fatto precipitare gli alberi che circondano i tralicci sui cavi, provocando incendi e black out. Gli alberi saranno tagliati e sostituiti da cespugli

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Sensori e satelliti per il controllo Le linee esistenti saranno potenziate con sistemi di rilevamento satellitare, di localizzazione guasti, telecamere e meccanismi in grado di mitigare i manicotti di ghiaccio

Una certa filmografia italiana deve il suo successo a scene di questo tipo, grottesche e un po’ triviali: una tavolata di militanti dello stesso partito che, dopo una cena in compagnia, finisce per trascorrere il weekend a distanza di sicurezza dal bagno, colta da una potente intossicazione alimentare, stretta in un mal di stomaco a senso unico. E diventa quasi un giallo quello che è successo venerdì sera alla sagra del Radicchio di Ze-

ro Branco, profonda Marca Trevigiana, dove si era riunita per festeggiare la locale sezione della Lega, con ospiti di rilievo come ex parlamentari, amministratori locali, consiglieri e assessori regionali. Di un centinaio di commensali paganti sotto il capannone, infatti, solo loro hanno riscontrato problemi intestinali. Qualcuno ha dato la colpa al cibo, arrivato copioso fra risotto con radicchio e salsiccia, spezzatino con polenta e pata-

tine fritte, o allo stato di conservazione; qualcuno ha addirittura sospettato un complotto politico per indebolire le falangi nemiche a colpi di lassativo, dosato con cura sui

Nuovi laboratori e accordi di ricerca Terna ha annunciato accordi con l’università finalizzati alla ricerca. Inoltre, amplierà il suo laboratorio di Villabona e costituirà a Scorzè un nuovo centro di eccellenza

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soli piatti destinati al Carroccio. Ma c’è anche chi sposta i riflettori sull’altro protagonista della tavola: il vino. Perché, fanno notare i presenti, la signora sotto antibiotico e i vip

leghisti (che tradizionalmente si dedicano meno al nettare di Bacco dovendosi intrattenere con elettori e cittadini e spostare su lunghe distanze in auto) non hanno avuto problemi di alcun tipo. «Il vino, sì, dev’essere stato il vino perché io ho mangiato tutto ma non ho bevuto, e sono stato bene»: nella voce di uno storico militante il sollievo per lo scampato pericolo è condito da un filo di rabbia perché una trentina di amici non hanno passato un sabato coi fiocchi. La notizia ha fatto rapidamente il giro delle chat e delle chiacchiere di paese, diventando un elemento di goliardica presa per i fondelli. Nessuno se la sente di addossare la colpa agli instancabili volontari della pro loco che organizza la festa, «è stato solo un caso». Maledetta sfortuna, insomma.

Festa del radicchio, leghisti intossicati «La colpa è del vino» ZERO BRANCO (TREVISO)

norama europeo, riguarda l’apertura di «corridoi verdi» lungo i tracciati delle linee con l’abbattimento - d’intesa con l’autorità forestale e i Parchi - degli alberi ad alto fusto che a causa della neve e del veneto in passato sono precipitati sui cavi provocando gravi blackout (è accaduto col maltempo di fine ottobre, ma anche con il grande incendio a Taibon Agordino) e la loro sostituzione con «essenze vegetali autoctone a ricrescita controllata». Terzo punto, il rinnovo degli impianti esistenti

con materiali e componenti sostenibili, innovativi e performanti (telecamere, sensori, rilevatori satellitari, sistemi di localizzazione guasti) capaci di mitigare i rischi, in particolare la formazione di manicotti di ghiaccio, grazie a interventi di manutenzione predittiva. Quarto e ultimo punto, la stipula di accordi di ricerca tra Terna e l’università, con ampliamento del laboratorio di Villabona e la costituzione di un nuovo centro di eccellenza a Scorzè. «Si tratta di un piano importantissimo, perché chiude anni di diatribe e liti, contribuisce allo sviluppo del Veneto e mette in sicurezza il territorio - commenta Zaia - Non nasce ieri: ci lavoriamo da 6 mesi, nel più stretto riserbo. Ancora una volta confermiamo la nostra come una regione all’avanguardia, capace di investire nelle nuove tecnologie smart e sostenibili, per giunta a costo zero, visto che pagherà tutto Terna. Insomma, un esproprio proletario». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA

La presidente della pro loco ha assicurato che le norme igieniche, sulla sicurezza e tracciabilità delle pietanze vengono rigorosamente rispettate; nessuno, ribadisce, può aver contaminato o manomesso i piatti che vengono serviti appena pronti. «Però mi aspetterei delle scuse – sottolinea un altro militante -, e una seria indagine interna, fosse successo a una famiglia con bambini non staremmo qui a riderne». Oppure rimarrà davvero un giallo, dato che come sottolinea un autorevole esponente leghista «purtroppo le prove ormai sono scomparse». Quindi ci si lascia tutto alle spalle, abbozzando e caricandosi sulle spalle l’ironia altrui. Dopotutto, poteva andare peggio. Poteva piovere. Silvia Madiotto © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Corriere del Veneto Martedì 22 Gennaio 2019

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Economia

Valdastico, stop del Consiglio di Stato al tracciato veneto: «Progetto unico» TRENTO Sembra quasi una partita a scacchi quella realizzazione della Valdastico Nord: se da un lato i governatori di Trento e Veneto, Maurizio Fugatti e Luca Zaia, si preparano domani a scendere a Roma per discutere del progetto al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, dall’altra il comitato No A31 risponde con una contromossa: il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal Comune trentino di Besenello, che, in sintesi, cancella la delibera del Cipe del 2013 che aveva dato il via libera alla progettazione del tratto esclusivamente veneto dell’arteria. «La sentenza — spiega Luca Canale, presidente del comitato No A31 — è importante perché annullando quella delibera del Cipe, risalente al 18 marzo 2013, stabilisce che ora si deve ricominciare da capo e realizzare

un progetto unitario». Facciamo un passo indietro. Nel 2013, di fronte al no della Provincia di Trento a realizzare l’arteria autostradale

Stop La fine della Valdastico nord

sul proprio territorio, il Veneto aveva chiesto e ottenuto dal Consiglio superiore dei lavori pubblici l’ok a presentare un progetto per il solo tratto veneto, il cosidetto primo lotto funzionale, che avrebbe unito Piovene Rocchette con Valle d’Astico. Il progetto aveva quindi incassato l’ok del Cipe il 18 marzo e da lì era partito tutto l’iter amministrativo, che oggi si trova in uno stadio avanzato per la sponda veneta, dopo aver incassato la valutazione di impatto ambientale del progetto definitivo. In sentenza però il Consiglio di Stato, accogliendo le motivazioni del Comune di Besenello dove fino ad ora si pensava che l’A31 si sarebbe innestata sull’A22, sostiene «l’illogicità e irrazionalità della scelta di proporre e poi approvare con delibera del Cipe il progetto del primo lotto»

dal momento che «tutti gli atti della procedura in esame sono stati diretti alla realizzazione di un’infrastruttura stradale unitaria di collegamento tra la A4 Serenissima e la A22 del Brennero». Stando dunque così le cose per Canale «il Consiglio di Stato chiede un progetto unitario e quindi è necessario, se Trentino e Veneto vogliono procedere, che si rifaccia tutto l’iter anche per la parte veneta». Un percorso che «può richiedere, come si è già visto fin qui, alcuni anni». E se Trento e Veneto, dopo il cam-

La decisione Bocciata la delibera del 2013: la progettazione dell’autostrada dev’essere unitaria

bio di governo alla Provincia di Trento, unite nell’intenzione di realizzare la Valdastico Nord, trovassero il modo per avviare la fase progettuale trentina, nell’ottica di un progetto unitario, consentendo intanto ai lavori in Veneto di partire? «Questa sentenza — spiega Canale — sembra impedirlo. Sarebbe poi necessario che Trento avesse un progetto pronto e approvato; così, a quanto mi risulta, non è». E poco cambia, probabilmente che ora la Lega in Trentino abbia «spostato» l’uscita da Besenello a Trento sud. Anche se a gettare ombre su questa ipotesi ci pensa anche Legambiente che, stigmatizza duramente il progetto. Eppure Zaia era stato chiaro: la Provincia di Trento faccia quello che vuole sul suo territorio purché questo non comporti una ridiscussione del tratto veneto. La sentenza del Consiglio di Stato qualche ostacolo potrebbe crearlo. Rischia di essere decisivo, per sciogliere un po’ di nodi, l’incontro tra Fugatti e Zaia con il ministro Toninelli domani a Roma. Annalia Dongilli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Decreto dignità, c’è lo staff leasing dietro il boom delle assunzioni Stopairapportiaterminesuperatoconlastabilizzazionefattadalleagenzieinterinali VENEZIA Meno contratti a termine e più a tempo indeterminato, ha scritto venerdì Veneto Lavoro nel suo report sul mercato del lavoro in regione, in cui analizzava gli effetti del Decreto dignità. I rapporti stabili instaurati nel 2018, compresi gli apprendistati, sono stati 30.700 in più di quelli interrotti, mentre il saldo dei tempi determinati è negativo per 5.400 unità. Segno incontestabile, è la conclusione che ne deriva, del successo del Decreto dignità, con il blocco al rinnovo dei rapporti a termine oltre i 24 mesi. Tant’è vero che le trasformazioni da contratti determinati a indeterminati sono raddoppiati rispetto al 2017, 60 mila contro 30 mila. E che nell’ultimo trimestre, dopo il Decreto, crollano i contratti a termine: le proroghe si riducono di un terzo ( da 47 mila a 31 mila) e i nuovi contratti più lunghi di un anno calano del 60%. Ma ora emerge che ad assumere in via definitivo, almeno in Veneto, pare siano state soprattutto non le aziende, ma le agenzie interinali a cui gli imprenditori sono soliti rivolgersi; fenomeno confermato sia dalle società d’intermediazione che dai sindacati. Perché? È la triangolazione perfetta per superare il blocco-Di Maio: il lavoratore a termine che soddisfa ma sulla cui stabilizzazione, date le incertezze del mercato, non ci si sente di scommettere e neppure si può più trattenere da precario – è il ragionamento in questo schema – lo faccio assumere dall’agenzia, che poi lo cede con la formula dello «Staff Leasing». Si paga di più, ma si conserva la flessibilità, visto che, tecnicamente, si acquista un servizio. I riscontri ci sono. Alla De’ Longhi di Treviso gli addetti che operano tutti i giorni con questo sistema sono circa 130

su un organico di 1.300 persone. «Una fabbrica nella fabbrica – dice Antonio Bianchin, segretario generale Fim Cisl di Treviso – con situazioni in chiaroscuro a cui dedicheremo, con la Cgil, un’assemblea il 29 gennaio». Per il lavoratore i vantaggi di essere inquadrato così anziché a termine per altro sono più di uno. Lo stipendio è identico a quello dei colleghi in carico all’azienda, compresi premi di produzione e scatti di anzianità; e l’agenzia da cui dipende assicura, alla fine del contratto con l’impresacliente, una nuova collocazione, compensando eventuali periodi inattivi con un’indennità. E poi, essendo titolari di contratti a tempo indeterminato, fa notare ancora il dirigente sindacale, «finalmente alcuni operai hanno potuto accedere a un mutuo casa. I punti interrogativi sorgono quando si parla di rappresen-

tanza sindacale. I colleghinon-colleghi possono partecipare alle assemblee ma non votare per le Rsu e neppure esprimersi in eventuali referendum su contratti integrativi. E poi – prosegue Bianchin – come la facciamo quadrare sotto il profilo previdenziale e assistenziale? Non avendo contratti da metalmeccanici non possono accedere ai fondi di categoria». Per restare solo nel Trevi-

Nuova via Giovane alla ricerca di un lavoro. Boom di stabilizzazioni è avvenuto in Veneto con le agenzie

Ricerca a VicenzaOro Distretto orafo, un’azienda su due torna ad assumere Progettisti 3D ricercati accanto alle figure tradizionali VICENZA «Il settore orafo vicentino ha

ricominciato ad assumere». Ne è certo Alessandro Testolin, presidente del Centro produttività veneto che ha presentato ieri a VicenzaOro un’indagine su 200 imprese del distretto vicentino, un terzo del totale: più della metà ha assunto personale nel 2018, in prevalenza le più grandi. Emerge la preferenza per le nuove professionalità, ma non mancano assunzioni con competenze più tradizionali: il 37% delle aziende dice di aver bisogno di tecnici di assemblaggio, «lustraresse», modellisti in cera e metallo. Ma il 39% è interessato a figure innovative: tecnici della progettazione 3D, addetti alla

saldatura laser, designer, addetti al controllo qualità. Ad aver aumentato l’organico è stato il 53% degli intervistati l’anno scorso e il 46,7% nel biennio precedente. Per Testolin «lo studio conferma che il settore è tornato a chiedere di tutto, professionalità vecchie e nuove». Il Centro produttività con la Scuola d’arte e mestieri forma specialisti con tre percorsi diversi. «Abbiamo un’occupabilità quasi totale degli studenti. Anche nel corso per adulti il 70% poi trova lavoro – dice il direttore della scuola Roberto Peripoli –. L’Its riscuote interesse nazionale: abbiamo studenti anche da Sicilia e Piemonte». Andrea Alba

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giano e nella metalmeccanica, del resto, questo non avviene solo alla De’ Longhi. Una trentina di addetti in Staff Leasing ci sono anche alla Prima Sole, di Oderzo. E la crisi della Stiga di Castelfranco, alla fine è stata superata così, cioè con l’assunzione di addetti strategici da parte di un’agenzia per il lavoro. «Abbiamo sempre avuto circa il 10% di dipendenti stabili - conferma Luigi Sposato, presidente dell’agenzia padovana Eurointerim – ora sono quasi raddoppiati. Il limite dei contratti a termine vale anche per noi ma, per la natura della nostra attività, siamo stati costretti a stabilizzarne molti, altrimenti non avremmo potuto soddisfare i clienti. Con il Decreto dignità, in pratica, l’obiettivo che si era posto il legislatore lo ha raggiunto. Ma non perché siano state sempre le aziende ad assumere a tempo indeterminato. Anzi, il più delle volte i contratti li hanno firmati quelli della mia categoria». Sottoscrive anche Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, nonostante l’aumento registrato di assunzioni a tempo indeterminato nella sua società sia più moderato (+25%): «Verso fine anno questo un po’ avveniva sempre, dato che è in chiusura di esercizio che le imprese fanno i conti con la forza lavoro di cui hanno bisogno. Ora – riconosce Caprioglio – il trend è stato più marcato, abbiamo assunto direttamente molti più addetti precari in scadenza nelle aziende dei nostri clienti». Un fenomeno così inedito che per la prima volta, annunciano anche da Veneto Lavoro, lo Staff Leasing da irrilevante è diventato osservabile e ad esso sarà dedicato un capitolo nei prossimi report. Gianni Favero © RIPRODUZIONE RISERVATA

❞ Sposato Quasi raddoppiati i nostri addetti in pianta stabile

Caprioglio Abbiamo assunto molti operatori in scadenza dai clienti

Il bilancio

H-Farm, ricavi a 50 milioni Il Campus slitta di 2 anni TREVISO Il progetto è confermato ma l’avvio del «Campus» di H-Farm, l’insediamento scolastico per 1.500 persone dall’asilo alla laurea, a Ca’ Tron di Roncade, slitterà di due anni. La precisazione è contenuta in una lettera aperta inviata a «soci e partner» e firmata dal presidente, Riccardo Donadon, in cui si anticipano alcuni dati del bilancio 2018, la cui pubblicazione è attesa per marzo. I ricavi della società, è detto, saranno superiori ai 50 milioni (fra 50 e 55) a fronte dei 47,9 registrati lo scorso anno e l’Ebitda, nel 2017 negativo per 1,6 milioni, è annunciato sopra lo zero «per qualche milione». Non altrettanto l’utile che, in rosso per circa 6 milioni nell’ultimo bilancio, anche per questo rimarrà dello stesso colore. La marginalità lorda è tuttavia per la prima volta positiva, sottolinea il presidente, «anche a fronte di un importante incidente di percorso avvenuto nell’anno. La partenza del progetto di costruzione del Campus, che nei nostri piani iniziali doveva essere aperto e inaugurato per l’autunno del 2018 – spiega - è stato fatto slittare di un biennio con conseguenti problemi che hanno comportato impatto di costi ed energia e tempi molto più ampi di quanto inizialmente preventivato». L’inconveniente al quale Donadon accenna sta nel mancato accoglimento, da parte della Regione, della richiesta di edificare l’insediamento con un iter di approvazione semplificato, cioè senza affrontare una normale Valutazione di impatto ambientale. Esame giudicato invece dalla commissione di palazzo Balbi indispensabile in particolare per le criticità idrogeologiche dell’area su cui realizzare il complesso. Un pronunciamento è atteso fra l’estate e l’autunno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENETO STRADE S.P.A. Via Baseggio, 5 30174 MESTRE VENEZIA

ESITO APPALTO 18/2018 CIG 7544009929 Si rende noto che Veneto Strade S.p.A. ha esperito la gara comunitaria a procedura aperta, mediante accordo quadro, ai sensi dell’art. 54, comma 3 del D.lgs. 50/2016, per l’affidamento della fornitura di segnaletica verticale per la durata di un anno. Importo complessivo dell’appalto è di € 500.000,00 EUR (cinquecentomila/00). Offerte ricevute: n. 10. Aggiudicatario dell’appalto è risultata l’impresa T .E.S. SpA con sede legale in Via Dell’Artigianato, 19 – 31050 Vedelago (TV) - C.F./P. IVA 0197167026 che ha offerto il ribasso del 33,330%. L’esito integrale è disponibile sul sito: www.venetostrade.it, nella sezione Società trasparente. Il Direttore Generale Ing. Silvano Vernizzi


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MARTEDÌ 22 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

La sfida delle Regioni

Il ministro Lezzi rassicura il Sud «L’autonomia non è il nemico» Sul blog delle stelle la risposta all’appello al dialogo di Zaia Stefani al Mef per valutare l’impatto della norma finanziaria PADOVA. «L’autonomia delle

regioni non allarga il divario Nord-Sud». Lo scrive sul Blog delle Stelle il ministro Barbara Lezzi, che alza bandiera bianca e archivia la polemica tra Luca Zaia e il ministro Riccardo Fraccaro, che ha ricordato al governatore del Veneto il principio cardine dell’intesa: la “coesione nazionale” non si tocca con le riserve di gettito Irpef e Iva. Vale a dire: il residuo fiscale resta al Mef. Una tempesta in un bicchier d’acqua perché Barbara Lezzi ha risposto a nome del governo all’appello che Zaia ha inviato al popolo del Mezzogiorno. «Tra le questioni irrisolte che ha lasciato in eredità la vecchia politica ce n’è una che mi riguarda in particolare: quella del divario tra il Nord e il Sud. Oggi alcuni affermano che questo divario avrebbe un nuovo nemico: l’autonomia rafforzata. Allarmismi, catastrofismi, notizie prive di fondamento oggettivo che alimentano la contrapposizione nel Paese e non favoriscono il dialogo sereno che alcune scelte pretendono» dice la Lezzi. «Rifiuto la logica secondo

cui il Sud dovrebbe restare, o sentirsi, un fratello minore perché ha tutti i presupposti – e non posso credere che ci siano ragioni per impedirlo – per esigere le stesse condizioni nel fare impresa e nell’accesso ai servizi che ci sono nel resto del Paese. Per questa ragione il percorso dell’autonomia rafforzata, un diritto per i cittadini delle Regioni che la richiedono, ci

Vertice tra il team del tesoro e quello degli Affari regionali Avanti con i negoziati sarà nel rispetto di tutti i principi costituzionali – compresi quelli in materia di coordinamento della finanza pubblica -, che rappresentano un perimetro invalicabile. Saranno pienamente rispettati il principio di solidarietà tra Regioni e saranno individuati e garantiti i Lep (Livelli essenziali di prestazione). Anche nel caso dell’autonomia rafforzata si tratta di intervenire con diligenza e attenzione per costruire un’Italia più

forte, unita e omogenea. Noi la questione intendiamo affrontarla di petto e abbiamo già cominciato con i contratti istituzionali di sviluppo, avviati a Foggia e con gli investimenti per le università del Sud. In Legge di bilancio ho inserito il vincolo di spesa del 34% della quota nazionale degli investimenti destinati al Sud, estesa anche al settore pubblico allargato: cioè ad Anas e Rfi» conclude la ministra Barbara Lezzi. Firmata la tregua tra Lega e M5S, si tratta quindi di attendere un paio di settimane prima di leggere le bozze d’ intesa che Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna firmeranno con il premier Giuseppe Conte il 15 febbraio. Sarà rispettata questa data? Difficile fare previsioni perché le fretta può portare fuori strada, con il rischio che qualche competenza ceduta “sbrigativamente” dallo Stato alle Regioni, possa essere impugnata al Tar, poi Consiglio di Stato per finire in Corte Costituzionale. Massima prudenza, predica il ministro Erika Stefani. Che ieri sera si è incontrata al Mef con i top manager del mi-

I ministri Danilo Toninelli ed Erika Stefani durante l’incontro sulle infrastrutture e l’autonomia

nistro Tria per valutare l’impatto della norma finanziaria: l’autonomia sarà a saldo zero, con la spesa storica trasferita da Roma a Venezia, Milano e Bologna. Ma il cambio di tesoreria avrà impatti sui bilanci dello Stato: la cessione delle 23 competenze al Veneto, con il personale della scuola, comporta il trasferimenti di 3 miliardi di euro dal Mef a Palazzo Balbi, di oltre 5 per la Lombardia e assai meno per l’Emilia Romagna che non vuole l’autonomia della scuola modello Trento. Al Mef si è discusso anche della nomina dei tecnici che dovranno formulare i costi standard, materia in cui eccelle Giampietro Brunello, ex presidente di Sose: ora ha passato la mano, ma la “scuola” veneta è tra le migliori. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

confartigianato veneto

Bonomo: «Il reddito di cittadinanza è un sostegno all’assistenzialismo» Il presidente va all’attacco del M5S e del governo «Gli unici effetti riguardano le assunzioni dei “navigator” nei centri per l’impiego” VENEZIA. Gli artigiani vanno

l’attacco del governo e del M5s sul reddito di cittadinanza : «Le imprese non devono diventare l’anello debole di una catena che sin dalla sua proposta abbiamo dichiarato non essere idonea per risolvere il problema occupazionale del nostro Paese. Se le attività produttive non operano in un contesto che permette loro di continuare a generare valore, non possono implementare gli organici e gli sgravi fiscali previsti per l’assunzione di be-

neficiari di reddito di cittadinanza non rappresenteranno di certo una leva attrattiva», afferma Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Veneto. «L’annuncio del professor Tridico, consigliere del ministro Di Maio, che vorrebbe dare priorità alle imprese con il bonus targato “reddito di cittadinanza” è un tentativo di correzione in corsa che conferma la natura di un provvedimento sbagliato, farraginoso, a carattere assistenziale. Premesso che mi auguro si possa trovare una modalità che aiuti le imprese ad assumere, quello che mi preoccupa è che queste non diventino l’ennesimo alibi per giustificare una scelta negativa», dice Bono-

il governatore della lombardia

Salvini e Fontana (Lega) «Si firma il 15 febbraio» ROMA. Matteo Salvini tira

dritto e ripete che la fase due del governo si aprirà con uno sguardo all’economia, il punto fermo sulla politica dell’immigrazione, la legittima difesa e l’autonomia delle regioni. «Non arretreremo di un millimetro, occorre difendere i nostri cavalli di battaglia», il ragionamento del vicepremier leghista. «Il Movimento 5 stelle soffre perché nei sondaggi noi siamo avanti ma è un errore se qualcuno punta a strappare», dice un sottosegretario

mo. «Una scelta sbagliata fin dal titolo, ma tale era la promessa elettorale. Dire a tutti coloro che nascono nel Paese che troveranno a disposizione un reddito connesso alla cittadinanza, al di là se a fronte di lavoro vero o finto, è stravolgere una realtà ed un sentimento di responsabilità che ha fin qui guidato e motivato generazioni di famiglie. Il reddito di cittadinanza rischia di non dare giustizia ai veri poveri, verso i quali l’esperimento del cosid-

«Se si voleva aiutare veramente i poveri bastava allargare il reddito d’inclusione»

Agostino Bonomo presidente di Confartigianato Veneto

detto reddito di inclusione, socialmente corretto fin dalla denominazione, aveva dimostrato di funzionare. Non vorremmo che i nuovi parametri finissero per relegare in second’ordine la realtà della povertà vera, quella meritoria di solidarietà sociale a carico del-

del Carroccio. Nel vertice convocato da Salvini si è deciso di costituire dei gruppi di lavoro e di stringere sui provvedimenti: non solo legittima difesa e autonomia, ma anche la riforma tributaria, il dossier sulla distribuzione dei tribunali per area geografica, misure per i piccoli comuni, la semplificazione negli appalti. Intantoa Milano il governatore della Lombardia Attilio Fontana continua a dire che il 15 febbraio il premier Conte deve firmare l’intesa.

le tasse che paghiamo», dice il presidente di Confartigianato. «Il reddito da lavoro ha bisogno che vi sia lavoro, che vi siano imprese disposte a generarlo, compresa la dimensione dell’auto imprenditorialità. Il reddito da lavoro chiede politiche di crescita, investimenti mirati, in settori che hanno propensione a crescere o meritori di investimenti pubblici, come ad esempio disposto in deroga al patto di stabilità con i piccoli contributi ai Comuni che devono fare manutenzioni e messa in sicurezza. Ha bisogno di un grande piano per il Mezzogiorno, dove turismo ed artigianato, ad esempio, hanno potenzialità da sviluppare. E invece si sta dicendo al Mezzogiorno che, se va bene, basta una spruzzata di assistenzialismo» scrive Bonomo. «A guardare i meccanismi previsti, si capisce che le assunzioni scatteranno solo nel settore pubblico con i “navigator” con il boom dei concorsi statali”, conclude Bonomo. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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Venezia IL CASO VENEZIA La società che nel 2012 gestiva il Casinò di Venezia per conto del Comune, la “Casinò municipale di Venezia spa” (Cmv) deve versare oltre 28 milioni di euro a Ca’ Farsetti, somma relativa agli incassi dei mesi di luglio, agosto e settembre, il cui pagamento fu sospeso, su accordo con il Comune (azionista al 100 per cento), per le difficoltà nelle quali versava la casa da gioco, in quel periodo in fase di “ristrutturazione”, e poi passata a “Casinò di Venezia gioco spa” . Lo ha stabilito la Corte dei conti del Veneto con la sentenza numero 9 del 2019, nella quale spiega che la convenzione in vigore all’epoca obbligava la Cvm a versare gli incassi al Comune entro quattro mesi e, trattandosi di somme riscosse a titolo di tributi, non c’è accordo che tenga: quelle somme vanno corrisposte, con tanto di interessi.

DANNO ERARIALE I giudici erariali hanno anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura regionale «per l’accertamento di eventuali ulteriori profili di danno» che potrebbero essere contestati a manager, dirigenti e amministratori in carica all’epoca. Il provvedimento firmato dal collegio presieduto da Carlo Greco è stato notificato venerdì all’amministrazione comunale guidata da Luigi Brugnaro (nel 2012 sindaco era Giorgio Orsoni) la quale ha dato incarico ai suoi legali di studiare il caso e verifica-

Martedì 22 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Corte dei Conti, stangata al Casinò Deve dare 28 milioni al Comune `Avm condannata a pagare gli interessi per il ritardo La sentenza si riferisce ad incassi del 2012 il cui versamento fu sospeso a causa della crisi con cui ha girato a Ca’ Farsetti gli incassi di Ztl bus `

re se vi sia margine per proporre ricorso.

IL DEBITO I giudici hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura regionale per valutare l’eventuale sussistenza di un danno erariale da porre a carico di manager e amministratori dell’epoca

L’ASSESSORE L’assessore al Bilancio, Michele Zuin, non nasconde la preoccupazione: «Potenzialmente è una situazione ad alta criticità, ma non mi fascio la testa preventivamente. Ovviamente eravamo a conoscenza di questo debito, regolarmente annotato nei bilanci, e che certamente va onorato. Si tratta di un debito fatto in anni in cui l’allora amministrazione chiedeva al Casinò di garantire molti più soldi di quelli che riusciva effettivamente a guadagnare e pertanto si è arrivati ad un punto in cui il Comune ha sospeso il paga-

mento di un trimestre, per evitare uno stato di crisi. Stavamo già pensando a come far rientrare quelle somme nelle casse di Ca’ Farsetti, ora che finalmente i conti della casa da gioco sono tornati in attivo. Dovremo definire le modalità».

CONDANNATA ANCHE AVM Su una questione analoga, la Corte dei conti ha emesso una sentenza di condanna anche nei confronti di l’Azienda veneziana della mobilità spa (Avm), per aver ritardato di mesi, nel 2012, il versamento al Comune delle somme riscosse per l’accesso dei bus turistici alla zona Ztl: la società dovrà pagare a Ca’ Farsetti gli in-

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IL GOVERNATORE DELLA REGIONE «IL NEGAZIONISMO È L’EMERGENZA DEL MOMENTO»

IL PRESIDENTE DELLA COMUNITÀ «L’IDENTITÀ CULTURALE VA PRESERVATA DALLE DIVISIONI» LA CERIMONIA VENEZIA Da una parte, il presidente della Comunità ebraica di Venezia, l’avvocato Poalo Gnignati, che si sofferma sui danni che le leggi razziali hanno portato all’«identità culturale italiana» e su come oggi si debba preservare quell’identità ritrovata con i sui valori di libertà, uguaglianza, tolleranza, solidarietà dagli attacchi e dalle divisioni del presente. Dall’altra, il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ribatte che le leggi razziali sono state un’«onta nella storia d’Italia» e punta il dito su chi, approfittando della rete, inneggia alla Shoà o cavalca il negazionismo. Sensibilità e sfumature diverse, ieri, in campo del Ghetto, alla cerimonia che idealmente apre la settimana della Memoria, con la deposizione di una Corona d’alloro al monumento per le vittime della Shoà. Una tradizione a cui Zaia, da sempre, vuole partecipare in prima persona. Ieri, oltre a una nutrita dele-

teressi relativi a quel ritardo. Anche in questo caso il mancato pagamento entro i termini stabiliti dalla convenzione in vigore era stato frutto di un accordo con il Comune, che aveva consentito ad Avm - gestore di altri servizi per la collettività - di andare in compensazione con somme di cui aveva diritto. Ma per i giudici erariali ciò non è possibile: gli enti riscossori devono versare il dovuto nei termini stabiliti dalla convenzione, la quale prevedeva, per ogni giorno di ritardo, l’addebito di una penale di 100 euro, mai richiesta ad Avm. La mancata comminazione della penale potrebbe essere oggetto di un eventuale giudizio di responsabilità a carico degli amministratori comunali dell’epoca. Gianluca Amadori

GHETTO La cerimonia di ieri mattina per la Giornata della Memoria con il presidente della Regione Luca Zaia. A destra il rabbino capo Scialom Bahabout e il governatore Sebastiano Casellati/Fotoattualità

Giornata della Memoria, Zaia in Ghetto quest’anno c’erano pure alpini e studenti gazione di consiglieri regionali, la cerimonia ha visto una partecipazione più ampia del solito, voluta dalla Comunità. C’era un picchetto dell’Associazione nazionale alpini. E c’erano anche due classi del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti, accompagnate dalla coordina-

trice, la professoressa Luciana Milani, madre di Valeria Solenis. Tra gli alunni, anche un gruppetto di giovani africani, con cui Zaia ha scambiato due parole: «Questi ragazzi rappresentano l’integrazione buona, di chi si vuole integrare». Toccante il momento d’aper-

tura della breve cerimonia, quando il rabbino capo di Venezia, Scialom Bahbout, ha recitato, tra le preghiere, anche il canto che la tradizione vuole venisse intonato dai prigionieri dei lager prima di essere uccisi. «Ogni generazione deve considerare

se stessa come se fosse uscita dai campi di sterminio - ha sottolineato il rabbino -. Vive perché è scampata allo sterminio e porta avanti la memoria collettiva del popolo ebraico che inizia con l’uscita dall’Egitto». Gnignati, come anticipato, ha puntato

molto sul valore della Memoria per il presente, sulle leggi razziali come «male» che ha pesato sull’identità italiana, sull’«alto compromesso» rappresentato dalla Costituzione. Ora la sfida è «preservare l’identità culturale italiana da attacchi e divisioni. Un percorso quotidiano che va affrontato con la ragionevolezza e l’equilibrio che sono degli italiani e del popolo veneto» ha concluso. Anche per il presidente della Regione la Memoria deve essere «viva»: un’«occasione per ricordare come il negazionismo sia l’emergenza del momento». Ma a chi gli ha chiesto commenti su possibili parallelismi con il clima attuale, ha ribattuto secco: «Non c’entra nulla, le leggi razziali erano un’altra cosa». Zaia si è infine augurato che questa cerimonia, nata come momento intimo, prosegua in questa strada di apertura alla città. «Chissà che il prossimo anno questo campo sia pieno di studenti». (r. br.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Santa Lucia Due anni fa la morte di Sabally

PIAZZALE SANTA LUCIA La commemorazione di Pateh Sabally

In ricordo di Pateh. Don Capovilla: «Il Decreto Salvini sarà devastante»

questo – è lui a dirlo – è necessario aiutare le persone a far chiarezza, affinché l’accoglienza non si trasformi in un problema “estremizzato” di sicurezza nazionale, di invasione. «Cosa sta succedendo nel nostro territorio? Da quello che sappiamo, nel veneziano c’è il rischio che circa 800 persone che stavano già facendo un percorso d’integrazione finiscano in strada oppure in strutture analoghe a quella di Cona». E sulla celebrazione di ieri sera don Nandino aggiunge: «Un momento importante condiviso con la cittadinanza». Marta Gasparon

LA COMMEMORAZIONE VENEZIA Pateh Sabally, il 22enne richiedente asilo che si lasciò affogare nelle fredde acque del Canal Grande, di fronte al piazzale della stazione ferroviaria, morì il 21 gennaio di due anni fa, sotto gli occhi di decine di passanti che ripresero l’accaduto con il cellulare, senza tuttavia intervenire. Una vicenda, quella del giovane originario del Gambia, che fece riflettere e che ancora oggi il gruppo di rifugiati della “Casa di Amadou” – pensata da don Nan-

dino Capovilla, parroco della Cita, a Marghera – vuole ricordare. Lo hanno fatto proprio ieri sera, alle 18, esattamente come un anno fa, attraverso l’evento commemorativo “Pateh vive” al quale hanno partecipato in tanti, attorno a dei lumini accesi: associazioni, migranti, ragazzi e ragazze delle cooperative e cittadini comuni. Tra loro, anche il cugino del giovane gambiano, Tjian, venuto da Frosinone per lanciare in acqua una corona di fiori. E la cosa importante – afferma don Nandino – è che la celebrazione sia stata preparata proprio dai rifu-

giati che frequentano la sua realtà parrocchiale, prendendo loro stessi la parola. Dopo il saluto di benvenuto in lingua mandinga da parte del gambiano Amadou Joof, tre interventi dal mondo associativo dell’accoglienza di altrettanti differenti territori in merito al Decreto Sicurezza, canti e preghiere per Pateh, è stato il momento di gettare la corona floreale in Canal Grande. «Gli effetti del Decreto Salvini saranno devastanti. In tutta Italia le cooperative cominciano già a non riuscire a garantire l’accoglienza con i termini previsti dalla legge. E le

IL SACERDOTE PRESENTE CON IL GRUPPO DI RIFUGIATI “CASA DI AMADOU” «CON LA NUOVA LEGGE IN STRADA 800 PERSONE»

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persone a cui scadono i permessi umanitari – che non riescono a trasformare in permesso di lavoro – vengono letteralmente messe in strada. Si tratta di un decreto che produce insicurezza, irregolarità» dichiara don Nandino, specificando come il problema sia innanzitutto culturale. Per

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Montebelluna

IL PRESIDENTE ZAIA «L’intervento dà ascolto alle esigenze dei territori, migliora il servizio e guarda alla sicurezza e qualità ambientale»

Martedì 22 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

treviso@gazzettino.it

Terna, arriva l’ok della Regione Siglato ieri a Venezia l’accordo per la stazione elettrica ` Guizzo: «Io e gli altri 17 sindaci continueremo a dire no Il comitato: «Disattese le richieste, pronti a dare battaglia» miro alla collaborazione tra enti prima del progetto definitivo» `

Ottocento interventi: «La città è curata»

VOLPAGO Sì della Regione alla stazione elettrica di Terna. Ieri mattina, nel contesto dell’accordo siglato fra il presidente della Regione Luca Zaia e l’amministratore delegato di Terna Luigi Ferraris per interventi di rinnovo della rete elettrica del Veneto, è stato dato un chiaro via libera alla realizzazione della stazione elettrica di Terna a Volpago. L’accordo contempla infatti “il progetto della Stazione Elettrica e la razionalizzazione della rete esistente”. Sono previsti anche 26 chilometri di nuovi collegamenti in cavo interrato e la demolizione di 51 chilometri di linee aeree. Non manca, messa nero su bianco, una precisazione importante. Terna conferma infatti “che questo intervento non è in nessun modo correlato né con l’interconnessione tra Italia ed Austria (come si può desumere dal Piano di Sviluppo di Terna anno 2018), né con l’intervento Trasversale in Veneto”, ovvero con due infrastrutture particolarmente temute da sindaci e Comitati.

MONTEBELLUNA

LA FIRMA Il presidente della Regione Luca Zaia, con l’amministratore di Terna Luigi Ferraris hanno firmato il piano di interventi. Ma il comitato (sopra) non è d’accordo. Di fianco: saranno eliminati 51 km di linee aeree

L’IRA DI VOLPAGO AMBIENTE Grande comunque la rabbia che si respira all’interno del Comitato Volpago ambiente, che contro l’intervento aveva raccolto 2600 firme. Palpabili la delusione e l’imbarazzo del primo cittadino di Volpago Paolo Guizzo, che nei mesi scorsi era riuscito a riunire ben 18 amministrazioni nell’opposizione al progetto di stazione elettrica. «L’interramento riguarda le nuove linee che si dipartono a raggiera dalla stazione e che comporteranno, per il paese, nuove servitù -dice Paola Tonellato, del Comitato Volpago ambiente- Invece la linea da 380mila volt resta uguale e anche quella da 220mila, mentre ne saranno dismesse alcune di minori». E aggiunge: «Zaia ha disatteso ciò che gli è stato chiesto dalle firme di 2600 cittadini e da 3 petizioni promosse dal 2008 ad oggi, ma non ha neppure risposto alla nostra richiesta di in-

contrarlo. Inoltre sminuisce l’azione di ben 18 sindaci. Comunque noi siamo pronti alla battaglia legale: abbiamo gia gli avvocati e siamo certi che le amministrazioni saranno con noi. Torniamo a richiedergli un incontro, ma, se con la politica non si parla, parlerà la magistratura». Dal sindaco di Volpago Paolo Guizzo, seppur con toni più smorzati, traspare la delusione per questo aspetto dell’accordo. «Noi rimaniamo fermi alla posizione espressa dai 18 sindaci ovvero al no alla stazione elettrica. Gli interramenti di linee sono positivi come pure il fatto che si sia messo nero su bianco che l’intervento non sarà parte dell’interconnessione con l’Austria. Alla luce delle considerazioni fatte nella premessa dell’accordo, in cui si prevede una collaborazio-

Trevignano “Bei dentro” a teatro fondi per l’Agordino Ammonta a 1.350 euro la somma raccolta sabato in occasione dello spettacolo dei “Bei dentro” gruppo teatrale amatoriale, in collaborazione con il Comune di Trevignano, a favore dei comuni dell’Unione Montana Agordina, colpiti dall’ondata di maltempo dello scorso autunno, con i quali alcuni Comuni trevigiani hanno stretto una sorta di gemellaggio. L’amministrazione e la compagnia teatrale ringraziano la generosità di chi ha affollato il teatro Comunale per solidarietà.

ne con le amministrazioni locali, speriamo di poter ridiscutere le cosa». Del resto, infatti, Regione e Terna lo hanno detto chiaramente. Nel procedere si assicura infatti una “stretta e piena partecipazione delle amministrazioni locali e della popolazione nella definizione delle azioni e degli interventi necessari sui vari territori”. Ed è su tale particolare che Volpago intende puntare. Senza darsi per vinto. «Se i cittadini non avessero dato battaglia per anni -commenta la Tonellato- a tale interramento non si sarebbe arrivati. E anche noi siamo pronti, come ha fatto in passato quell’area, ai ricorsi». Intanto, pure il consigliere regionale Andrea Zanoni sbotta: «L’accordo siglato con Terna va a calpestare le istanze di ben 18 comuni trevigiani e veneziani che chiedevano proprio a Zaia di

non dare il via libera alla stazione elettrica a Volpago del Montello, base per il super elettrodotto da 380mila volt Scorzè-Volpago».

LA REGIONE SODDISFATTA Affermazioni in netto contrasto con la dichiarazione di Zaia secondo cui l’intervento complessivo “è in linea con i nostri obiettivi, dà ascolto alle esigenze manifestate dai territori e guarda, oltre che al miglioramento del servizio, anche alla sicurezza e alla qualità dell’ambiente”. E anche secondo Luigi Ferraris, amministratore delegato di Terna, il tutto “si inquadra nel contesto degli investimenti finalizzati alla crescita strutturale del Paese valorizzando le realtà locali, frutto di un approccio di dialogo con il territorio”. Laura Bon

Nessuno vuole il “chicco di riso”: va all’asta MONTEBELLUNA Va all’asta il dehors di piazza D’Annunzio. Il prezzo base è ancora da definire, ma è un dato di fatto che l’amministrazione intende vendere, con regolare gara, il gazebo chiuso e climatizzato situato in piazza D’Annunzio. La nuova gestione della pasticceria, infatti, non è intenzionata a tenerlo e di conseguenza l’amministrazione si trova nella necessità di dare una nuova destinazione alla struttura. Questa, secondo qualche internauta, espressosi sul web, avrebbe potuto benissimo diventare una sorta di vetrina volta a promuovere, ad esempio, il memoriale di villa Pisani o altri servizi pubblici. «Faccio presente -dice il sinda-

co Marzio Favero- che quella struttura è costata, ai tempi dell’amministrazione Puppato, ben 120mila euro. E ora spenderli per una vetrina mi sembra eccessivo. Dove collocarla, inoltre? Al parco Manin non è il caso, anche per il rischio di possibili vandalismi e in un’altra piazza neppure». L’aspetto, del resto, è troppo particolare e connotato per poter essere inserito altrove. Si tratta infatti di un grande chicco di grano che reca anche tracce di quelle stesse zampe di gallina che rappresentano una nota caratterizzante della piazza, dato che questa un tempo era la piazza Dei Polli. Il gazebo doveva però, nelle idee dell’amministrazione Puppato che lo ha ideato, rappresentare il primo di una serie di strut-

IL DEHORS Lo spazio-vetrina era usato dalla pasticceria di piazza D’Annunzio che pensa a disfarsene e il Comune lo venderà all’asta

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ture analoghe che avrebbero dovuto rendere omogenee le aree esterne dei vari locali. Poi, però, oltre a Zizola non si sono fatti vivi altri commercianti. «E anche noi -prosegue Favero- abbiamo chiesto se qualcuno sia interessato, ma nessuno lo è». Diverso inoltre l’indirizzo dell’amministrazione, che non pensa più a strutture tutte uguali, ritenendo che ogni negozio debba avere una sua specificità. Anche se, per piazza D’Annunzio, un sogno nel cassetto c’è: quello di cambiare la pavimentazione, prevedendola, ad esempio, in porfido. «Ovviamente, però -spiega Favero- la nostra priorità sono le scuole e per intervenire servono fondi». Per il momento, quindi, spazio ai giochi per bambini tracciati sull’alfalto. L.Bon

Dalle buche all’illuminazione: l’anno caldo degli operai comunali. Che hanno anche risposto a mille telefonate. Nonostante spesso, soprattutto sul web, si evidenzi ciò che sul territorio non va (dalle buche sulle strade ai lampioni spenti), la mole del lavoro del servizio manutenzioni del Comune è testimoniata dai numeri. Nel 2018 sono stati infatti oltre 400 gli interventi eseguiti dal personale tecnico e manutentivo del Comune di Montebelluna, che ha effettuato anche una serie di servizi relativi alle numerose manifestazioni che si tengono in città (quali l’allestimento di palchi e la disposizione logistica delle transenne): 29 sono stati quelli eseguiti per manifestazioni in giorni feriali e festivi extra orario di lavoro, 169 per allestimenti, trasporto, ritiro di materiale in occasione di manifestazioni varie. Si aggiungono poi 184 interventi urgenti extra svolti in reperibilità per chiudere le buche, ripristinare le strade dopo i sinistri stradali, aggiustare l’illuminazione e 3 interventi urgenti per neve e ghiaccio. In totale, sono circa 800 quindi le azioni effettuate. «I nostri uffici tecnici e la squadra degli operai -spiega l’assessore Michele Toaldo- hanno ricevuto circa 1.108 telefonate e sono stati ricevuti per informazioni ben 317 cittadini». E il sindaco Marzio Favero aggiunge: «Negli anni segnati dai tagli ai bilanci comunali, il loro impegno e la loro professionalità hanno consentito di far fronte, nonostante le risorse ridotte, alle emergenze manutentive degli edifici pubblici, delle strade, dei marciapiedi e della rete di illuminazione pubblica. E altrettanto importante è il servizio che hanno garantito per gestire la logistica degli eventi culturali e delle principali manifestazioni che animano la vita della comunità».

L’ASSESSORE Michele Toaldo: «Smistate 1108 telefonate»


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Nordest

Martedì 22 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Gli investimenti di Terna LIENZ (AT)

Riassetto rete ALTO BELLUNESE tracciato da definire e, soprattutto, servono le autorizzazioni. Ma il cambio di impostazione - dai mastodontici tralicci ai cavi interrati - è deciso.

IL PROTOCOLLO VENEZIA Il 7 aprile 2018, duecento persone si ritrovarono lungo la sponda sinistra dell’idrovia Padova-mare, a Vigonovo, per interrare simbolicamente la linea aerea prevista da Terna tra Dolo e Camin. C’erano sindaci e parlamentari. E pure una ruspa per mettere idealmente sotto terra l’elettrodotto a 380 kV. Neanche un anno dopo Terna annuncia che quella linea sarà interrata. Spenderà 420 milioni di euro solo per la Dolo-Camin. E altri 500 milioni serviranno per ulteriori interventi di interramento, come quello tra la stazione elettrica di Polpet fino all’attraversamento del fiume Piave e quello per la stazione elettrica di Volpago, che vedrà 26 chilometri di cavi interrati e la demolizione di 51 chilometri di cavi aerei. Per non dire del riassetto dell’alto bellunese, con il nuovo collegamento in cavo interrato tra Cortina d’Ampezzo e Auronzo di Cadore. «Investimenti per un miliardo e per la Regione Veneto sarà tutto a costo zero», ha detto il governatore Luca Zaia che ieri mattina, a Palazzo Balbi, ha convocato la stampa per dare «queste belle notizie».

LA FIRMA Era da un anno e mezzo che Regione e Terna progettavano il cambio di indirizzo. Con l’arrivo nella società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale del nuovo amministratore delegato, Luigi Ferraris, è cambiato l’approccio nella definizione degli interventi: più dialogo con il territorio, più ascolto, più coinvolgimento. Il risultato è l’accordo di programma firmato ieri da Zaia e Ferraris “per la sicurezza del sistema elettrico e lo sviluppo del territorio”. «Un sogno che diventa realtà. Che non passi l’idea che è una firma farlocca», ha ammonito il governatore. Che ha confessato di aver tenuti “nascosti” i progetti, a partire dall’interramento della Dolo-Camin, temendo che annunci anticipati potessero intralciare il cronoprogramma. «L’interramento

Oltre 900 milioni di euro di investimenti su interventi di sviluppo della rete elettrica regionale e su interventi di rinnovo

Stazione 380 kV VOLPAGO (TV) e riassetto rete associato

Val Noana

Belluno

GLI INTERVENTI Udine Ovest

S.Massenza Ala

Treviso Vicenza

Cola

Verona

Volpago

Padova Padova

Pordenone Planais Torviscosa Salgareda

Venezia

Lonato Dugale Mantova Di questi, 420 milioni per la realizzazione in cavo interrato dell’elettrodotto Ostiglia a 380 kV “Dolo - Camin” (Razionalizzazione della rete di alta tensione nelle aree Edison di Venezia e Padova) Ferrara Colunga

Rovigo

Razionalizzazione rete MEDIA VALLE del PIAVE

Razionalizzazione della rete di alta tensione nelle aree di VENEZIA e PADOVA

Porto Tolle

Ravenna C.

Un miliardo in Veneto per interrare i tralicci Dolo-Camin, valle del Piave, Volpago `Protocollo di intesa tra Regione e Terna e Alto Bellunese: cancellati i cavi aerei Zaia: «È un sogno che diventa realtà» `

dell’elettrodotto Dolo-Camin è un passaggio storico, una battaglia che avevo iniziato da molti anni», ha commentato l’assessore regionale allo Sviluppo economico e all’Energia, Roberto Marcato. In realtà per veder iniziare i lavori bisognerà aspettare almeno tre anni, perché c’è tutto il

MARCATO: «FIRMA STORICA». ZANONI (PD): «MA 18 COMUNI TREVIGIANI E VENEZIANI NON VOGLIONO LA STAZIONE»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

AMMINISTRATORE DELEGATO A sinistra Luigi Ferraris. Qui a lato un elettrodotto

L’intervista Luigi Ferraris (AD Terna)

la soluzione. In zone a rischio di dissesto idrogeologico, con le frane anche il cavo interrato non se la sarebbe cavata».

«Ascoltare cittadini e territori Ecco la nostra nuova strategia» na volta si presentavano i progetti e si ignoravano le proteste delle popolazioni. Adesso Terna punta sulla «accettabilità» degli interventi. «L’obiettivo - dice Luigi Ferraris, amministratore delegato da un anno e mezzo della società - è stato di avvicinare Terna ai cittadini. Prima di tutto comunicando. E ascoltando. Lo scorso anno abbiamo avuto più di 300 incontri sul territorio con le istituzioni locali e i cittadini».

U

Il progetto Dolo-Camin prevedeva un elettrodotto di quelli tradizionali. E la gente protestava, voleva l’interramento. Com’è che avete cambiato idea? «Noi abbiamo ereditato alcuni progetti, il Dolo-Camin è cominciato nel 2007 in un contesto in cui anche certe soluzioni tecniche erano di difficile percorrenza. A distanza di 10 anni, interagendo soprattutto con la Regione Veneto il cui supporto è stato importantissimo, abbiamo cercato di vedere se le migliori tecnologie disponibili e gli aspetti economici fossero compatibili con le istanze del territorio a parità di requisiti elettrici». Che differenza di costi c’è tra

Ora in montagna avete previsto i “corridoi verdi” per proteggere i cavi aerei. Non temete i comitati ambientalisti appena sradicherete un pino? «Una delle cause principali del disastro che c’è stato a Belluno è stato proprio lo sradicamento degli alberi planati sulle linee elettriche. Ecco perché in certe zone, dove ci sono più rischi, i “corridoi verdi” sono importanti, ma non ci sarà disboscamento: la vegetazione ad alta crescita sarà sostituita con piante autoctone a bassa crescita. L’intero progetto l’abbiamo discusso con il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin».

una linea aerea e una linea interrata? «Dipende, certamente la soluzione interrata è molto più costosa e richiede soluzioni tecnologiche più avanzate. Ma funziona. L’esempio che abbiamo è la Sorgente Rizziconi che interconnette la Calabria con la Sicilia, è stato il primo cavo sottomarino che tra l’altro ci ha dato segnali importanti per poter riconsiderare la Dolo-Camin». Questo cambio di strategia ascoltare il territorio - comporterà un costo maggiore dal punto di vista della tempistica? «Se il dialogo con i territori è costruttivo anche i tempi autorizzativi si riducono perché si prevengono i conflitti». C’è già il progetto per Dolo-Camin? «Evidentemente per arrivare a questo tavolo abbiamo già studiato una soluzione tecnica, adesso bisogna identificare il tracciato, ma lo condivideremo con i territori. Per il 2022-2023 i cantieri potrebbero essere avviati». C’è l’idea in futuro di demolire tutte le linee aeree?

SE IL DIALOGO È COSTRUTTIVO ANCHE I TEMPI AUTORIZZATIVI SI POSSONO RIDURRE

L’ad di Terna, Ferraris, ha illustrato gli interventi. Nel primo blocco ci sono: la razionalizzazione della linea Venezia-Padova, con l’interramento dell’elettrodotto a 380 kV Dolo-Camin; il riassetto dell‘alto Bellunese con il nuovo collegamento interrato tra Cortina e Auronzo; la razionalizzazione della media Valle del Piave con cavo interrato tra Polpet (Belluno) e l’attraversamento del fiume; la stazione elettrica di Volpago (Treviso), senza nessuna correlazione con l’interconnessione Italia-Austria né con la Trasversale in Veneto. Già completato, invece, l’interramento dei cavi nella laguna di Venezia, con l’eliminazione di 6 chilometri di tralicci. Il secondo blocco riguarda una serie di interventi di rinnovo della rete esistente. Il terzo riguarda la tutela delle linee esistenti attraverso la realizzazione di “corridoi verdi” in montagna con la piantumazione di cespugli a basso fusto lungo le linee elettriche, prima esperienza del genere in Italia e in Europa. Il quarto blocco prevede interventi di sorveglianza e monitoraggio del territorio con speciali sensori. Infine, quinto blocco, l’impegno di Terna a sviluppare in Veneto specifiche competenze tecniche attraverso anche la collaborazione delle Università. La voce critica arriva dal consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni: «Ascoltare i territori? Solo quando torna comodo a Zaia che altrimenti si tappa orecchie, occhi e bocca come le tre scimmiette. L’accordo siglato con Terna va a calpestare le istanze di ben 18 comuni trevigiani e veneziani che chiedevano proprio a Zaia di non dare il via libera alla stazione elettrica a Volpago del Montello, base per il super elettrodotto da 380.000 volt Scorzè-Volpago». Al.Va.

«Abbiamo 73mila chilometri lineari, non credo che sarà possibile abbatterli tutti. Ma il 70% dei nuovi progetti sono interrati o sottomarini. Quanto a Cortina-Auronzo, faremo una nuova linea interrata che ci consentirà di “magliare” le nostre linee: significa che se a causa di particolari eventi atmosferici una linea dovesse saltare, subentrerebbe la seconda». Maltempo del 29 ottobre scorso nel Bellunese: con l’interramento si sarebbe evitato il blackout? «Non sempre il cavo interrato è

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“CORRIDOI VERDI” IN MONTAGNA: NON CI SARÀ DISBOSCAMENTO MA SOSTITUZIONE DI PIANTE

Perché volete ampliare il laboratorio di Villabona e aprire un nuovo centro di eccellenza a Scorzè, nel veneziano? «In Veneto Terna gestisce 6mila km di linee, abbiamo più di 300 dipendenti, varie sedi territoriali. In queste sedi abbiamo anche delle eccellenze e la possibilità di far lavorare i nostri tecnici unitamente alle Università locali. Pensiamo ai materiali: dobbiamo ripensare gli standard in un contesto in cui il clima è radicalmente cambiato. Su questo filone ci muoviamo aprendo la collaborazione alle Università locali». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Energia e sostenibilità volpago

Zanoni (Pd) «Così si calpestano i territori» VOLPAGO. Il consigliere re-

Una manifestazione contro gli elettrodotti organizzata a Volpago dai comitati del Montebellunese

Comitato ancora in trincea «No assoluto al progetto» Anche i sindaci montelliani restano prudenti: «Vogliamo vedere le carte» Volpago Ambiente: «Stanno lavorando con la logica del mosaico»

sti. Nel paese montelliano il piano di Terna e Regione prevede la stazione e la razionalizzazione della rete esistente con 26 chilometri di nuovi collegamenti in cavo interrato e la demolizione di 51 km di linee aeree. Terna conferma inoltre che questo intervento non è in alcun modo correlato né con l’interconnessione tra Italia ed Austria né con l’intervento Trasversale in Veneto. IL “MOSAICO NASCOSTO”

Gino Zangrando VOLPAGO. «No alla stazione di

Terna a Volpago senza se e senza ma». Lo ribadiscono comitato e residenti di Volpago, mentre tra i 18 Comuni coinvolti nel progetto – che si erano posti di traverso – per ora c’è chi non si esprime per prudenza. «Aspetto di vedere bene la documentazione e poi voglio confrontarmi con i colleghi primi cittadini, prima di esprimere qualunque posizione», spiega il sindaco di Morgano, Daniele Rostirolla. La comunicazione congiunta di Regione e Terna annuncia l’interramento delle linee nel Veneziano e nel Bellunese, come chiesto dai Comuni e dai comitati civici, ma impone la stazione a Volpago. Il sindaco Paolo Guizzo non ci sta: «Voglio prima vedere la documentazione ma se l’interra-

mento della linea va bene, resta la stazione che noi non vogliamo e contro cui continueremo a batterci senza sosta», spiega Guizzo. «Non ho ricevuto ancora comunicazioni ufficiali, ma ho visto che nella dichiarazione congiunta del presidente della regione Luca Zaia e dell’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, si stabilisce che tutti gli interventi debbano essere pianificati con il coinvolgimento delle comunità locali. Questo ci fa sperare che vi siano ancora margini per bloccare la stazione», conclude il primo cittadino di Volpago. ZAIA NEL MIRINO

Le opposizioni volpaghesi invece attaccano direttamente Zaia e la Lega: «È questo il vantaggio di avere la Lega in Regione?», chiede amaro Lucio Modini, capogruppo dell’omo-

nima lista. «È Zaia il responsabile politico di tutto. Non sono state prese in considerazione le proposte di 18 sindaci e il Comitato Volpago Ambiente non è riuscito a consegnare 2.600 firme all’assessore regionale Roberto Marcato» commenta invece Sebastian Grosso della Civica per Volpago. LA BATTAGLIA CONTINUA

Il Comitato Volpago Ambiente invece preannuncia battaglia. «La novità di quanto è stato proposto oggi da Terna e dalla Regione è che la lotta paga: sono state infatti accettate le proposte dei comitati veneziani e bellunesi sull’interramento dei cavi nei loro territori. I cittadini di quelle zone si sono mobilitati con manifestazioni e raccolte fondi per ingaggiare i migliori avvocati. Noi non ci fermiamo. Seguiremo la stessa strada», spiegano gli attivi-

lutto ad asolo

Addio al maestro Ferrazza insegnava a coltivare i talenti Aveva quasi 97 anni Ricordava nomi e volti delle sue migliaia di allievi Era stato anche assessore con la Democrazia cristiana ASOLO. Dei suoi allievi – migliaia – ricordava nomi, volti e famiglie. Così come lucidamente memorizzava date, luoghi e persone che avevano incrociato la sua vita. Il maestro Ignazio Ferrazza

si è spento all’età di 96 anni compiuti e ben portati, con lui scompare anche una delle memorie del paese. Appena pochi mesi fa non si era sottratto a una lezione frontale davanti a duecento bambini della scuola elementare di Asolo, regalando racconti, aneddoti e suggerimenti: «Ciascuno di voi porta un talento: le lettere, la matematica, le scienze. Imparate a coltivare i vostri,

qualunque essi siano». E aveva concluso: «Non sprecate, risparmiate: il tempo, come il denaro, è prezioso. Impiegatelo bene». Nato a Mel il 16 giugno 1922 e trasferitosi ancora bimbo a San Apollinare, aveva iniziato giovanissimo a lavorare con il padre, abile muratore, e contemporaneamente a studiare. La Seconda guerra mondiale lo aveva visto arruolato nella

PAOLO GUIZZO SINDACO DI VOLPAGO

«La dichiarazione congiunta fatta oggi a Palazzo Balbi ci fa sperare che vi siano ancora margini per bloccare tutto» Brigata Sassari, prima a Trieste e poi nella Tuscia. Nei giorni successivi all’8 settembre, aveva partecipato alla battaglia di Porta San Paolo a Roma contro i tedeschi occupanti, preludio della Resistenza. Di quei giorni serbava il drammatico ricordo di un compagno d’arme, ferito mortalmente, che si spense tra le sue braccia. Rientrato ad Asolo, si diplomò maestro elementare e, in attesa del ruolo, contribuì allo sviluppo dell’impresa edile di famiglia. Per un certo periodo diresse le filande di Volpago. Insegnò nelle scuole elementari di San Apollinare, Villaraspa, Villa d’Asolo, Fonte, Bavaria. A Castelfranco aveva una classe di 52 allievi. As-

Le rassicurazioni dell’azienda non convincono il comitato Volpago Ambiente. «Vogliono lavorare a questi progetti secondo la logica del mosaico, facendo un pezzetto alla volta per evitare le proteste proponendo tutto insieme come hanno fatto per il riassetto proposto nel 2008. Inoltre Terna non dice il vero perché il progetto della dorsale è stato approvato con una delibera del Consiglio dei ministri di febbraio 2018», attaccano da Volpago Ambiente. «Non siamo contrari al progetto in sè, ma lo vogliamo rispettoso dei cittadini e dell’ambiente: abbiamo proposto di far passare l’elettrodotto attraverso cavi interrati in un corridoio lungo le autostrade A27 e A28 utilizzando la stazione già funzionate a Cordignano», concludono dal Comitato. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Ignazio Ferrazza

sessore della Democrazia cristiana ai lavori pubblici nella prima legislatura dopo la guerra, si impegnò a lungo nel sindacato degli insegnanti. Il ruolo finalmente lo portò a insegnare per più di vent’anni nella scuola elementare di Monfumo, fino alla pensione. Nel sinda-

gionale del Pd Andrea Zanoni ribadisce il suo no alla stazione elettrica di Volpago e lancia bordate contro il governatore Luca Zaia. «Ascoltare i territori? Solo quando torna comodo a Zaia che altrimenti si tappa orecchie, occhi e bocca come le tre scimmiette. L’accordo siglato con Terna va a calpestare le istanze di ben 18 comuni trevigiani e veneziani che chiedevano proprio a Zaia di non dare il via libera alla stazione elettrica a Volpago del Montello, base per il super elettrodotto da 380.000 volt Scorzè-Volpago», attacca Zanoni a proposito dell’accordo di programma firmato ieri tra Regione e Terna. «La lettera dei 18 sindaci, non certo tutti del Pd, risale al 9 novembre. Zaia ha quindi avuto tutto il tempo per leggerla. E la richiesta unanime era l’esclusione della stazione di Volpago. Ha un bel coraggio a parlare di ascolto delle esigenze manifestate dai territori, quando i contenuti dell’accordo vanno nel senso esattamente opposto», prosegue l’esponente del Pd. «Parla di sostenibilità ambientale e di stop al consumo di suolo mentre firma un accordo che prevede la realizzazione di una stazione su 80mila metri quadri di terreni agricoli, ben 16 campi veneti. Con l’accordo di oggi», conclude il consigliere democratico trevigiano, «viene steso il tappeto rosso al super elettrodotto da 380mila volt, al di là delle dichiarazioni di facciata di Terna. Che subito si è affrettata a dire come non sia in programma la sua realizzazione. Excusatio non petita, accusatio manifesta…». — G.Z. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

cato continuò l’attività di volontariato a favore degli anziani, ricoprendo l’incarico di capolega dei pensionati della CISL. Negli ultimi anni si era ritirato ma non faceva mancare i suoi suggerimenti a educatori e amministratori. Lascia la moglie Giovanna, i figli Vittore e Daniele, ex sindaco di Asolo e giornalista, la nuora Chiara e i nipoti Bianca e Giovanni. I funerali si svolgeranno nella Cattedrale di Asolo, mercoledì alle 10, 30. Il rosario martedì alle ore 20. A Daniele e a tutta la sua famiglia vanno le condoglianze più sentite da parte di tutta la redazione della Tribuna di Treviso. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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Energia e sostenibilità

Linee interrate e stazione di Volpago Zaia-Terna, accordo per l’ambiente La Regione sottoscrive gli impegni indicati nel Piano di Sviluppo della società: nessuna interconnessione con l’Austria zazione di “corridoi verdi” lungo i tracciati elettrici boschivi (soggetti a cadute d’alberi innevati e black out prolungati) con allargamento della fascia di taglio intorno ai tralicci e piantumazione di essenze vegetali autoctone a basso fusto.

Filippo Tosatto VENEZIA. Un colpo di scure,

neanche troppo metaforico, alla foresta di tralicci che inquina e abbrutisce il Veneto; cento chilometri di cavi ad alta e altissima tensione rimossi dalla rete aerea e interrati nei luoghi più “sensibili” e controversi della rete energetica: l’elettrodotto Dolo-Camin; la Media valle del Piave tra Polpet e l’attraversamento del fiume; la stazione elettrica di Volpago del Montello; il nuovo collegamento tra Cortina d’Ampezzo e Auronzo di Cadore; e l’eliminazione, pressoché ultimata di 6 km di tralicci lagunari tra Fusina e Sacca Sessola.

RUOLO DELLE UNIVERSITÀ

Una «sinergia di risorse e di idee» che richiederà l’apertura e l’ampliamento dei centri di ricerca tecnologica ecocompatibile, con nuove strumentazioni e materiali destinati al laboratorio di Villabona e l’allestimento di un nuovo polo scientifico a Scorzé, accompagnati da accordi con le università nostrane per studi e ricerche sul versante del-

ACCORDO DI PROGRAMMA

È quanto prevede l’accordo di programma concordato tra il governatore Luca Zaia e Luigi Ferraris, amministratore delegato di Terna, la multiutility pubblica che finanzierà interventi per oltre 900 milioni di euro «nell’intento di soddisfare le richieste più volte manifestate in questi anni da enti locali e comitati di cittadini».

«L’opera di Volpago non è corrrelata all’interconnessione con l’Austria» la “survivability” della rete. Peraltro, gli interventi non riservano particolari sorprese rispetto al piano di sviluppo 2018 approvato da Terna ma il via libera odierno promette di tradurre finalmente sul piano operativo gli obiettivi di partenza sbandierati.

LE NUOVE TECNOLOGIE

Ancora: il protocollo, sottoscritto in mattinata a Palazzo Balbi, include operazioni di rinnovo della rete (56 km di cavi obsoleti sono destinati alla demolizione) che includono la dotazione di nuovi dispositivi per mitigare il rischio di rottura in presenza di ghiaccio; la sperimentazione di più robuste tipologie di “conduttori di guardia”; l’installazione di sensori in punti strategici delle linee per rilevare sovraccarichi, vibrazioni anomale e cedimenti; il ricorso a rilievi da satellite e telecamere. Fino al punto più innovativo, ovvero la realiz-

I PROGETTI IN CANTIERE

L’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris e il governatore della Regione del Veneto, Luca Zaia

Si impiglia nel macchinario grave operaia della Ellepi Box

ALTIVOLE. Grave infortunio sul lavoro ieri a metà giornata alla Ellepi Box di via Vallà 20 ad Altivole. Una dipendente, la 30enne B.B., residente a Riese Pio X, ha riportato un grave trauma cranico ed è stata tra-

sportata dall’elicottero al Ca’ Foncello. Erano circa le 12.45, la donna stava operando a un macchinario quando, per cause in corso di accertamento da parte degli ispettori dello Spisal dell’Usl 2, è rimasta impigliata coi vestiti negli ingranaggi della macchina. C’è stato un forte strattone che le ha fatto sbattere violentemente la testa sul macchinario procurandole un grave trauma cranico.

La trentenne, residente a Riese ma originaria di Scilla in provincia di Reggio Calabria, è stata subito soccorsa dai colleghi di lavoro, che le hanno liberato i vestiti incastrati nel macchinario e l’hanno adagiata a terra in attesa dei soccorsi. Dalla direzione della Ellepi Box è partita subito la richiesta di soccorso al Suem, che in via Vallà ad Altivole ha subito mandato un’ambulanza e fatto decollare l’elisoccorso dal

L’APPROCCIO INNOVATIVO

«La Regione», commenta soddisfatto Zaia «si è dotata di una pianificazione energetica che punta a sostenere la crescita del tessuto economico e sociale coniugandola con la sostenibilità ambientale. Sfide che investono anche le infrastrutture e gli impianti, che devono essere sempre più efficienti e sempre meno impattanti. Sotto questo profilo, il progetto Terna è in linea con i nostri obiettivi, dà ascolto alle esigenze manifestate dai territori e guarda, oltre che al miglioramento del servizio, anche alla sicurezza e alla qualità dell’habitat». GIORNATA STORICA

«È una giornata storica per i nostri territori», rincara Roberto “bulldog” Marcato, l’assessore allo Sviluppo «apriamo una strada nuova e straordinaria, credo che questo accordo farà scuola anche per le altre regioni». «Questo accordo», conclude l’assessore, «di elevata qualità scientifica, vede drenare nel sistema veneto quasi un miliardo e diventa importante anche per la crescita economica della nostra regione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Ca’ Foncello. I sanitari si sono resi conto subito che le condizioni dell’operaia erano gravi e, dopo averla stabilizzata, l’hanno messa sull’elicottero che in pochi minuti l’ha portata all’ospedale di Treviso. Conclusi i soccorsi, è stato poi il turno degli ispettori dello Spisal 2 avviare le indagini per ricostruire la dinamica del grave infortunio. Gli ispettori hanno raccolto le testimonianze dei colleghi che si trovavano nella zona, hanno controllato il macchinario, verificato le procedure di sicurezza per inviare poi una relazione alla Procura. La Ellepi Box è un’azienda che opera nella produzione di imballaggi in carta e cartone per le aziende. — Enzo Favero

altivole

L’infortunio sul lavoro ieri poco dopo mezzogiorno La trentenne ha sbattuto violentemente la testa Portata in ospedale in elicottero

Nel dettaglio, sarà l’interramento dei 15 chilometri di cavo a 380 kV dell’elettrodotto Dolo-Camin a fare la parte del leone, calamitando ben 420 milioni dal budget stanziato: l’avvio dei lavori è definito «imminente» dall’ad Ferraris, che prevede la conclusione dei lavori «tra 2022 e 2023». Meno impegnativa appare l’introduzione della tecnologia sotterranea in vista della futura linea 220 kV Pol-

pet-Scorzé, attualmente «in fase di autorizzazione». Molto atteso l’intervento di Volpago: prevede 26 km di nuovi collegamenti interrati e la demolizione di 51km di linee aeree e, tiene a precisare Terna, «non è in alcun modo correlato né all’interconnessione tra Italia ed Austria né all’Intervento trasversale in Veneto». Egualmente cruciale la posa nel sottosuolo dei 30,5 km del tratto a 150 kV Cortina-Auronzo, fortemente sollecitato dagli amministratori del territorio.

La sede della Ellepi Box di Altivole

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Martedì 22 Gennaio 2019

La Voce

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PRIMO PIANO POLESINE LA QUESTIONE VENETA Ministri grillini e burocrazia romana contro il progetto regionale

Autonomia, quante resistenze Corazzari: “Deve essere un obiettivo sacro di questo governo. Sono convinto che alla fine si farà” Marco Randolo

ROVIGO - Ma dov’è finita l’autonomia del Veneto? “Tranquilli: arriverà. Di sicuro entro la fine di maggio. Anche se devo dire che stiamo incontrando resistenze a livello ministeriale, specialmente con i dicasteri guidati dal Movimento Cinque Stelle”. L’assessore regionale Cristiano Corazzari, però, non ha dubbi: “Alla fine il Veneto sarà autonomo. E anzi, direi che siamo messi a buon punto: nelle prime settimane di gennaio abbiamo fatto tutta una serie di tavoli tecnici, tra strutture regionali e ministeri, per valutare materia per materia gli impatti e le modalità di trasferimento delle competenze”. Corazzari, ma il dialogo col governo riguarda tutte e 23 le competenze che, storicamente, la giunta veneta rivendica o ci sono delle materie tabù? “Noi continuiamo a chiedere tutte le 23 competenze previste dalla Costituzione, e su questo è incentrato il dialogo. Poi ogni ministero ha dato e sta dando le proprie risposte: alcune interlocutorie, altre riguardano la richiesta di approfondimenti di carattere giuridico, altre ancora hanno lanciato segnali di apertura”. E su quali argomenti il dialogo è più difficile? “Direi che il dialogo è complicato in generale con i ministri grillini. Faccio un esempio: al ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli abbiamo chiesto di poter gestire direttamente la tutela paesaggistica e dei beni culturali, insomma di regionalizzare le Sovrintendenze. E su questo argomento diciamo che il ministero non ci sente. Poi abbiamo chiesto anche di poter gestire a livello Regionale il Fus, il fondo per lo spettacolo che serve a finanziare teatri, fondazioni, eccetera. E anche qui...” Anche qui niente da fare? “C’è una sorta di resistenza. Che non riguarda però soltanto i ministri o i politici. Anche le stesse strutture interne ai ministeri

In prima linea Il governatore Luca Zaia con l’assessore Cristiano Corazzari, conducono la battaglia per l’autonomia del Veneto cercano di impedire questo processo, perché temono di perdere potere. Dal canto nostro, stiamo lavorando per smontare tutte le obiezioni, una per una, e spiegare che un percorso di autonomia può portare benefici a tutto il sistema nazione, e non soltanto al Veneto”. Ma insomma, con tutte queste resistenze, l’autonomia del Veneto si farà mai? “Alla fine è la politica che decide. E Salvini, così come Zaia, si è già esposto. Salvini ha detto chiaramente che l’autonomia è uno degli obiettivi strategici di questo governo, e il percorso non può venir meno. Ha detto anche che si inizia con chi per primo ha chiesto di iniziare questo processo, e dunque con Veneto e Lombardia che hanno persino celebrato i re-

ferendum”. Quindi si farà, ma quando? “La prima intesa tra Stato e Regione sarà portata in consiglio dei ministri entro la metà di febbraio. Noi stiamo lavorando per rispettare questa data. Poi si aprirà un percorso parlamentare, ma intanto la strada sarà segnata”. Cosa c’è da fare entro allora? “Confutare tutte le obiezioni che ci vengono sollevate, e che spesso sono del tutto infondate. L’autonomia che stiamo perseguendo è un processo legittimo, costituzionale e sostenibile: non toglierà risorse al Sud, ma semplicemente darà più competenze alla nostra Regione, utilizzando le risorse che già oggi lo Stato usa per questi servizi. Anzi: di meno, perché il Veneto dimostrerà di

saper dare servizi migliori rispetto allo Stato sostenendo costi minori”. Vi siete confrontati con il ministro degli Affari Regionali, la vicentina Erika Stefani? Qual è la sua opinione sull’argomento? “Il ministro Stefani sta facendo un grande lavoro. L’ho incontrata a Roma la settimana scorsa e mi ha esposto il percorso che sta seguendo. Certo, non ha nascosto che si tratta di un iter complicato e che la questione andrà spiegata bene a chi ancora la vede con perplessità e dubbi. Si tratta soltanto di far capire che l’autonomia è un’opportunità anche per il Sud”. E se questa operazione non dovesse riuscire? “E’ chiaro: a noi interessa che si

raggiunga un’intesa in cui trovino pieno compimento tutte le nostre richieste. L’obiettivo è di riuscire a portare a casa tutte quelle competenze che la Costituzione prevede possano essere esercitate e gestite anche a livello regionale. Il tutto, entro il termine delle prossime elezioni europee. Questo governo deve capire che la questione dell’autonomia del Veneto deve essere uno dei punti strategici della sua azione, un obiettivo sacro e fondamentale del proprio programma. Altrimenti - per come la vedo io - come veneto non troverei risposta a quella che ritengo una domanda fondamentale”. E Lega e Cinque Stelle si scoprirebbero ancora un po’ più lontani. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL REFERENDUM Nel 2017 i cittadini si sono espressi in massa

Quel giorno una valanga di sì ROVIGO - Un “sì” di 2,2 milioni di veneti. Oltre due milioni e 273mila “sì” contro appena 43.938 “no” fu il risultato, plebiscitario, del referendum sull’autonomia del Veneto celebrato il 22 ottobre del 2017. Sono passati molti mesi da quel voto, che ha visto un’affluenza alle urne del 57,2% con un 98,1% di “sì”. E l’autonomia, che allora sembrava dietro l’angolo o quasi, resta ancora un’illusione, lontana. Non c’è nessun accordo tra lo Stato e la Regione per garantire al Veneto di amministrare le oltre 20 diverse competenze previste dalla Costituzione. Anzi: un pre-accordo, a febbraio scorso, era stato firmato con il governo Gentiloni. Ma ora le bocce sono ancora ferme, e la questione torna

da discutere. Prossimo appuntamento a marzo, poi si vedrà. Quel voto dell’ottobre 2017, intanto, resta una pietra milia-

re. Intanto per l’alta affluenza: 2,3 milioni gli elettori veneti che si sono recati alle urne, in quel giorno piovoso. Soltanto in Polesine non si è raggiunto il “quorum” del 50% degli elettori: tra Adige e Po, in 101.027 alle urne, pari al 49,9%, e obiettivo mancato di poche centinaia di schede. Chi è andato al voto, però, lo ha fatto con convinzione per il sì: 98%, pari a 98.600, le schede a favore dell’autonomia nella nostra provincia, contro 1.997 schierate per il no. In mezzo, una manciata di bianche e nulle. A far mancare il proprio appoggio, soprattutto i Comuni della sinistra Po altopolesana, dove l’astensionismo ha raggiunto i livelli più alti. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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