Magazine Parco Natura Viva N 1 2015

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Periodico trimestrale di informazione del Parco Natura Viva euro

Educare alla conservazione Il nostro compito come Parco

Incontro con Laurie Marker

La donna che sussurra ai ghepardi

Garantire un futuro alla fauna selvatica I cavalli di Przewalski

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MARZO 2015

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Animal welfare e zoo design

Le prioritĂ del moderno giardino zoologico


N° 1/2015 - MARZO Natura Viva, periodico trimestrale edito da Parco Natura Viva Srl registrazione presso il Tribunale di Verona n.1165 del 30 Giugno 1995 REDAZIONE

Macri Puricelli DIRETTORE RESPONSABILE Silvia Allegri COORDINATORE EDITORIALE +39.3407785136 magazine@parconaturaviva.it COMITATO SCIENTIFICO

Cesare Avesani Zaborra, Katia Dall’Aira, Giorgio Ottolini, Caterina Spiezio, Marta Tezza PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE

Marco Marastoni per Gruppo Saldatori - Reggio Emilia bzzbzz@grupposaldatori.com

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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

Giorgio Ottolini, Barbara Regaiolli, Caterina Spiezio IMMAGINE COPERTINA

Ghepardo al Parco Natura Viva (foto di Bruna Zavattiero)

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Sommario La rete si rinforza Educare alla salvaguardia della natura: l’attività del settore educativo di un moderno giardino zoologico La donna che sussurra ai ghepardi: Teo, Duma e Mookane “abbracciano” Laurie Marker Benvenute, piccole antilopi roane Brevi dal parco Garantire un futuro alla fauna selvatica Benessere, privacy, serenità degli animali: ecco le priorità del moderno giardino zoologico Giorgina, mamma giocherellona Voi e il Parco

STAMPA

Grafiche Stella - Legnago (VR) info@grafichestella.it COPYRIGHT

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QRCode, la multimedialità di Natura Viva Quando, sfogliando Natura Viva, trovi un “riquadro” come questo, hai scoperto un QRCode (dall’inglese Quick Response, risposta rapida) che, grazie al tuo smartphone, ti permetterà di vedere un video, leggere un testo su Internet, sfogliare un sito web, perderti in una galleria fotografica. Ma come si fa? Il tuo smartphone deve avere a disposizione un programma (gratuito) di lettura. I più comuni sono Nokia Reader, QR App e QR Launcher (per iPhone), KaywaReader, Barcode Scanner (per Android). Una volta scaricato il programma, “mostra” al tuo cellulare, inquadrandolo con la fotocamera, il QRCode, e il gioco è fatto.


L’exhibit del Parco che vede convivere rinoceronti bianchi, ippopotami e nyala foto © Cesare Avesani Zaborra

La rete si rinforza

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Cesare Avesani Zaborra Direttore Scientifico e Amministratore Delegato del Parco Natura Viva foto © Giorgio Ottolini

Mitteria del Senegal. foto © Andrea Chemelli

aro lettore, caro visitatore, la primavera porta un’importante novità: il parco si dota di una propria fondazione che consentirà a tutti coloro che sono interessati di compartecipare attivamente ai progetti di tutela degli animali nei loro luoghi d’origine. Ti invito dunque a leggere attentamente l’inserto centrale allegato al questo numero della rivista. I temi che affrontiamo in questo primo numero del 2015 sono di particolare interesse. Ti racconteremo la figura dello zoo designer, praticamente assente in Italia ma ben nota nei paesi nord europei: un professionista che sa coniugare le competenze tecniche con la conoscenza degli animali per poter realizzare strutture sempre più rispondenti alle necessità biologiche delle specie. Affronteremo poi il tema del “captive breeding”: questa possibilità per gli animali di essere allevati fuori dai propri ambienti naturali ha potuto salvare alcune specie dall’estinzione, e inoltre, è in grado oggi di giocare un ruolo importante nella divulgazione naturalistica e nella sensibilizzazione del pubblico. Era il 1992 quando per la prima volta in un contesto internazionale si è esplicitata la possibilità di introdurre la conservazione ex situ come strumento complementare e integrativo al principio della conservazione in situ. Oggi viviamo la sesta estinzione di massa delle specie animali. Secondo alcuni studiosi ne perdiamo quasi 10 al giorno e pertanto abbiamo la necessità di incrementare le tecniche di allevamento per fare in modo che le future generazioni non siano penalizzate da questa tendenza all’impoverimento del pianeta. In occasione del weekend 22 -23 e 24 maggio, dedicato alla Giornata Mondiale della Biodiversità, abbiamo in programma molti eventi per i nostri visitatori. E in attesa di quei giorni, vi raccontiamo la visita al Parco di una straordinaria studiosa: la zoologa americana Laurie Marker fondatrice in Namibia del Cheetah Conservation Fund. Conosciuta in tutto il mondo come ‘la donna che parla con i ghepardi’, Marker da 25 anni è in prima fila nella battaglia a favore di questa straordinaria specie, divenuta sempre più rara. La rivista racconta anche il nostro impegno, sempre maggiore, rivolto ai nostri amici più piccoli. Perché il Parco Natura Viva vuole essere un punto di riferimento per l’osservazione delle specie animali da parte di tutti. Nessuno escluso.

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Il Parco per l’educazione

NATURA Viva | 2

Il piccolo Maxim Palladino con i lemuri catta foto © Giorgio Ottolini

Educare

di Silvia Allegri

alla salvaguardia della natura L’attività del settore educativo di un moderno giardino zoologico

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ducare alla conservazio- co. “Si tratta di una bella sfida e di ne, al rispetto dell’am- una grande opportunità”, spiega Kabiente, alla salvaguardia tia Dell’Aira, responsabile settore della biodiversità. Questa educativo del Parco Natura Viva. è la mission del settore educativo “Il nostro parco infatti è frequentato di un moderno giardino zoologi- da persone di tutte le età: bambini,

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insegnanti, genitori, nonni, gruppi di giovani. La visita si può dunque trasformare in un’occasione piacevole di riflessione sull’importanza del rispetto per la natura, l’ambiente e gli animali, a partire dai gesti e dalle piccole


Il Parco per l’educazione e grandi scelte della vita quotidiana”. vrebbe vivere”. La liberazione delle tile per veicolare messaggi educativi e L’educazione parte dal sensibiliz- specie ‘aliene’ in natura provoca di rispetto verso l’ambiente. E spesso zare il pubblico stimolando ciascun danni spesso irreparabili all’ecosi- il bambino, se stimolato e motivato, visitatore a una presa di coscien- stema e mette a repentaglio la sa- diventa buon promotore all’interno della famiglia: sprona a fare la racza ambientalista e dunque all’at- lute di ambiente e animali. La carta vincente di un parco colta differenziata, stimola il dibattito tuazione di una serie di gesti che possono portare a un vero cambia- zoologico? La massa di pubblico che nelle scuole e con gli amici.” L’attività educativa mento a vantaggio del si svolge secondo varie mondo che ci circonda. Educare alla conservazione, modalità. Gli interventi eduUna grande novità cativi riguardano una al rispetto dell’ambiente, rispetto al passato sta vastissima serie di tealla salvaguardia della biodiversità. nel modo di informare matiche. “Uno dei temi il pubblico. La visita a più caldi è sicuramente Questa è la mission del settore un giardino zoologico quello del turismo ecoeducativo di un moderno giardino deve costituire un’esostenibile e consapevozoologico. Gli interventi educativi sperienza piacevole, le”, spiega Katia. “Cosa ed è stato dimostrato deve e non deve fare un riguardano una vastissima serie che la visione di imturista per non essere di tematiche - dal turismo magini e video sciocinvasivo e impattante canti allontana invece nel suo viaggio? Cosa responsabile all’interazione di avvicinare al pronon dovrebbe assolue rispetto per gli animali – blema. Ora si parla al tamente portare a casa pubblico in maniera come ricordo di viaggio? e di iniziative, dai centri estivi positiva e serena, sugRicordiamoci che uno ai percorsi per le scuole. gerendo cosa fare per dei problemi più grandi migliorare questo piache la globalizzazione e un turismo irresponsabile hanno frequenta gli zoo è davvero enor- neta, e non presentando immagicreato è stata l’introduzione di specie me: più di 700 milioni di persone ni di distruzione e sofferenza. “In aliene e invasive. Un esempio: pap- all’anno nel mondo (fonte, www. questo modo le persone si sentono pagalli e tartarughe vivono molto waza.org), e più di 140 milioni di spronate ad assumere comportapiù a lungo di altri animali domestici. visitatori all’anno in Europa (fonte: menti responsabili in un ambiente Il risultato? Spesso l’acquisto incauto www.eaza.net). E si tratta in gran sereno. E il ricordo che si portano a di un animale esotico ha come conse- parte di un pubblico interessato casa, dopo una giornata trascorsa guenza l’abbandono e la liberazione agli animali. “Questo significa che al parco, è pieno di emozioni piacein uno spazio naturale in cui non do- abbiamo davanti a noi un terreno fer- voli e rasserenanti”. Katia Dell’Aira impegnata in un’attività educativa con i piccoli visitatori del Parco. foto © Giorgio Ottolini

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NATURA Viva | 2

Keeper per un giorno Tutti i sabati pomeriggio si svolge l’iniziativa “keeper per un giorno”, momenti nei quali si prepara l’arricchimento per alcuni animali, di solito per le specie interessate dal tema della settimana o del mese: così, se la domenica si parla di scimmie, il sabato si possono preparare gli arricchimenti per le scimmie.

Compleanni al Parco V. Zanardi impegnata in un’attività educativa con i piccoli visitatori del Parco. foto © Giorgio Ottolini

Il ruolo degli educatori, dunque, all’interno di un giardino zoologico moderno è fondamentale: la loro presenza rende la visita non solo un momento di relax, ma anche l’occasione per imparare, puntando tutto sull’osservazione, l’esperienza diretta e l’interazione con ambiente e animali. Il settore educativo ha un suo ambito di formazione, che prevede per il personale frequenti corsi di aggiornamento e di approfondimento nel circuito nazionale ed europeo oltre a convegni internazionali dove si definiscono nuovi progetti e interventi educativi. “A livello italiano facciamo parte del gruppo di lavoro Eduzoo che si riunisce tre volte all’anno nei vari zoo Bimbi preparano arricchimenti per lemuri. foto © Giorgio Ottolini

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del gruppo UIZA. La finalità è la formazione generale, con relatori esterni o interni al gruppo, e la definizione di campagne di sensibilizzazione comuni. È del 2013/2014 la campagna dal titolo “Occhio all’alieno”. Mentre nel 2015 verrà trattato il tema del bracconaggio con “Banditi in natura”: i temi vengono scelti in base alle ‘emergenze’ e ai temi che necessitano più di altri di un investimento a livello educativo e di formazione”.

Su richiesta è possibile festeggiare il proprio compleanno, nell’attigua fattoria didattica, adibita di solito alla terapia con gli animali, oppure all’interno del Parco impegnandosi in vari laboratori.

Per la scuola

Il secondo ambito del settore educativo riguarda il mondo scolastico. “Ospitiamo gruppi scolastici in visita al giardino coi loro insegnanti, che possono scegliere tra una rosa di proposte, che prevedono visite guiIncontri con lo staff date di 90 minuti: una fase di accomInsieme al settore ricerca, il set- pagnamento nel parco, e infine una tore educativo definisce ogni anno fase di rielaborazione delle informail calendario di eventi e iniziative a zioni ottenute nel percorso guidato”. Poi ci sono percorsi personalizdisposizione del pubblico interessato ad un approffondimento. Le zati, su richiesta degli insegnanti: attività vengono svolte nei giorni festivi, e sono rivolte a famiglie e a Laboratorio creativo per piccoli ospiti del centro estivo. foto © Katia Dell’Aira tutti i visitatori interessati a partecipare. “Si tratta di momenti di incontro con lo staff del settore educativo, i keeper e membri dello staff ricerca, i cosiddetti public talks”, spiega Katia: “gli orari degli incontri vengono esposti in punti strategici del parco, come la cassa e i punti ristoro. Sono momenti piacevoli e leggeri, della durata di circa 15 minuti, durante i quali vengono date informazioni generali: si spiega da dove vengono gli animali, che abitudini hanno, come vengono gestiti nel parco per migliorare il loro benessere, rispondendo alle curiosità del pubblico che può assistere agli arricchimenti, gli ‘spuntini’ preparati per gli animali utili a stimolare la loro curiosità e a renderli sempre attivi”.


L’angolo dei più piccoli a cura di Marta Tezza

questi sono progetti più articolati e di maggiore durata, che prevedono anche interventi delle educatrici del parco nelle scuole. “Il progetto guida si chiama Custodi dell’Arca: la finalità è quella di rispondere alle necessità educative specifiche dei docenti e attraverso il coinvolgimento nelle attività del Parco fidelizzare i ragazzi attraverso una serie di incontri. “Essere custodi dell’Arca, che rappresenta il logo del Parco, significa essere paladini della natura, protettori di ambiente e animali”. Anche agli insegnanti vengono proposti momenti di approfondimento, gli educational, che si tengono a settembre, inizio dell’anno scolastico.

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Centri estivi “Ma il fiore all’occhiello dell’attività del settore educativo è rappresentato dai centri estivi per i bambini delle scuole elementari e medie, e dai corsi estivi per adolescenti delle scuole superiori. Questi progetti concretizzano la nostra volontà di creare una generazione di giovani che cresca nella consapevolezza dell’immenso patrimonio che abbiamo e che dobbiamo impegnarci a conservare e proteggere: la biodiversità”. Ogni settimana vengono proposti temi diversi e i ragazzi sono coinvolti nella vita del Parco in maniera intensa e continuativa.

Le adozioni Infine, si può contribuire attivamente al sostegno dei progetti del parco: “Si può adottare una specie, non il singolo animale che può essere spostato da un parco all’altro per esigenze riproduttive. Chi adotta riceve un certificato di adozione, materiale informativo sulla specie e partecipa, una volta all’anno, alla giornata dei genitori adottivi”.

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LEOPARDO GHEPARDO

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> educativo@parconaturaviva.it

GIAGUARO 5


Incontri

NATURA Viva | 2

Ghepardo

La

donna

foto © Andrea Chemelli

che sussurra ai ghepardi

di Macri Puricelli

Teo, Duma e Mookane “abbracciano” Laurie Marker La zoologa, massima esperta mondiale di ghepardi, è in Europa per celebrare i 25 anni del suo Cheetah Conservation Fund. Lo scorso febbraio, Verona è stata la seconda delle tre tappe italiane. Non è un caso che la zoologa sia venuta in questa città. Lo ha fatto per Teo, Duma e Mookane, i tre giovani ghepardi che vivono al Parco Natura Viva. Laurie Marker li ha incontrati. E Teo, il più intraprendente, le si è avvicinato e le ha annusato le gambe. 6


Il Personaggio

Laurie Marker con il Direttore del Parco Cesare Avesani Zaborra. foto © Giorgio Ottolini

“S

ono più di trent’anni che vivo e mi batto per i ghepardi. E più passa il tempo, più mi convinco che risolvere il conflitto fra esseri umani e animali selvatici, compresi i ghepardi, è una delle sfide ambientali e culturali più importanti che oggi il mondo deve affrontare. Nel caso del ghepardo, l’informazione, la conoscenza, l’educazione pubblica e lo sviluppo di nuove strategie di gestione degli allevamenti stanno dimostrando di essere la chiave del successo”. Era il 1990 quando, poco più che trentenne, la zoologa americana Laurie Marker si presenta alle case di pastori, allevatori e agricoltori della Namibia con una domanda nel cuore: “Perché uccidete i ghepardi?” Sempre uguale la risposta: il ghepardo attacca una delle poche fonti di reddito delle nostre famiglie, le capre. Marker capisce presto che non ci sarebbe stata salvezza per il felino se non avesse anche aiutato la popolazione a difendere il proprio sostentamento. In Namibia, il centro da lei fondato, il Cheetah Conservation Fund, si occupa infatti anche di educare i pastori a vivere con i ghepardi. Non solo convincendoli della grande valenza ecologica del felino, ma anche difendendo le loro capre con i cani da pastore dell’Anatolia. Questi grandi cani fanno paura ai ghepardi. E quando loro sono lì a difendere il gregge, il veloce predatore preferisce non avvicinarsi. Così, non è più necessario ucciderlo. Il progetto funziona. Oltre 500 cuccioli sono arrivati in Namibia dall’Anatolia. Altri ne arriveranno perché la domanda dei pastori è in costante crescita. E corre di bocca in bocca (ma anche sul web) la storia di Bonzo che in sette anni di lavoro ha ridotto quasi a zero gli attacchi dei ghepardi al gregge del padrone. Laurie Marker è in Europa per celebrare i 25 anni del suo Cheetah Conservation Fund. Lo scorso febbraio, Verona è stata la seconda delle tre tappe italiane, dopo Milano e prima di Roma. Non è un caso che la zoologa sia venuta in questa città. Lo ha fatto per Teo, Duma e Mookane. È infatti qui al Parco Natura Viva che Marker ha fatto la sua prima tappa veronese. Li ha voluti incontrare “i ragazzotti”. Assieme al direttore scientifico del Parco, Cesare Avesani Zaborra, è entrata in auto nella grande area del Parco Safari che ospita i tre felini. Ha teso la mano, ha sussurrato suoni di richiamo, ha incontrato il loro sguardo curioso e per nulla inquieto. Teo, il più intraprendente, le si è avvicinato. Le ha annusato le gam-

be. Poi è tornato dai compagni. “I ghepardi sono animali molto docili, molto simili a dei grandi gatti”, ha spiegato la zoologa anche nel corso dell’intenso incontro pubblico ospitato al museo di Storia naturale di Verona. “Ma trovo corretta la filosofia di questo Parco che, nonostante la natura bonaria di questi felini, non stringe volontariamente un rapporto emozionale con l’animale per non alterarne i comportamenti naturali. Questo invece è un problema in Africa, loro habitat naturale, dove soffrono dell’attività illecita dell’uomo che li commercializza come animali domestici. Ho deciso di percorrere l’Europa proprio per informare il pubblico sulle condizioni in cui versa questa magnifica specie. E ho voluto incontrare i ghepardi del Parco Natura Viva per toccare con mano l’intensa attività scientifica di un parco zoologico all’avanguardia: qui questi animali potranno riprodursi lontano dai pericoli. È proprio negli zoo come questo che si conserva la biodiversità che in natura rischia di scomparire.” Teo, Duma e Mookane fanno parte infatti del Programma europeo di conservazione delle specie minacciate. E il Parco collabora e sostiene da anni il Cheetah Conservation Fund. Perché è massima l’attenzione per questo animale, il più antico e il più speciale tra i felini africani. Sono anni che la popolazione mondiale dei ghepardi diminuisce senza sosta. In Africa, all’inizio del ‘900 erano oltre 100mila. Oggi ne resistono, in piccoli gruppi sparsi, non più di 10mila. Con un patrimonio genetico sempre più povero. “Con questo ritmo”, spiega Marker, “entro vent’anni il ghepardo sarà estinto”. PER SAPERNE DI PIÙ

> http://www.cheetah.org

Ghepardo (Acinonyx jubatus) Mammiferi, Ordine Carnivori, Famiglia Felidi Dieta: carnivora. Caccia di preferenza ungulati di piccola e madia taglia, in particolare gazzelle.. Peso: 21-72 kg. Longevità: in natura circa 6-8 anni, in ambiente controllato 17-19 anni.

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Tswalo, uno dei due piccoli di antilope roana foto © Giorgio Ottolini

Benvenute

di Giorgio Ottolini

piccole antilopi roane

L’

inverno ha portato alcune novità tra gli animali del Parco. Nella savana africana del Parco Safari, il gruppo di antilopi roane (Hippotragus equinus) si è allargato con la nascita di due piccoli a distanza di poche settimane l’uno dall’altro. Dopo aver partorito, le madri sono rimaste ciascuna con il proprio piccolo in un’area pensata appositamente per loro, separate dagli altri membri del gruppo per alcuni giorni. Questa procedura permette ai veterinari di monitorare con cura le prime fasi di vita dei piccoli e aiuta gli animali a manifestare i comportamenti tipici della specie. In natura, infatti, le femmine lasciano il gruppo una o due settimane prima del parto. Dopo aver dato alla luce, durante il giorno si ricongiungono al gruppo lasciando il piccolo ben nascosto nella vegetazione e quando arriva il tramonto ritornano per passare con lui la notte. I piccoli rimangono nascosti per circa quattro o cinque settimane dopo la nascita, finché non sono cresciuti abbastanza da poter fuggire dai predatori. A quel punto, si uniscono definitivamente al gruppo insieme alla madre. Queste nascite sono molto importanti perché la popolazione selvatica di antilopi roane, originarie dell’Africa sub sahariana, è in declino a causa del bracconaggio e della distruzione dell’habitat per far spazio agli insediamenti urbani. Per questo motivo, questa specie è inserita all’interno del programma di riproduzione europeo EEP (European Endangered species Programme) e al Parco Natura Viva vengono allevate con successo da anni. Le antilopi roane sono ospitate in un ampio reparto insieme a due femmi-

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ne di struzzo, animali con cui condividono l’habitat in natura. Tuttavia, non sono gli unici inquilini di quest’area: molto spesso, infatti, i giovani lichi del Nilo, più leggeri e agili delle antilopi roane, saltano oltre il fossato di separazione delle loro aree e si possono osservare facilmente mentre pascolano insieme. Ma le novità non sono finite qui, perché al Parco sono arrivati altri due ospiti. Fred, il maschio di fossa (Cryptoprocta ferox), ha ora una compagna di nome Mantadia, arrivata direttamente dallo zoo di Duisburg nell’ambito del programma di riproduzione europeo EEP. Per i due animali è stata realizzata una nuova casa nell’area malgascia, strutturata in modo da poterli accogliere insieme nella stagione riproduttiva e separatamente durante il resto dell’anno, dal momento che si tratta di una specie solitaria e territoriale. Nell’area europea, invece, è arrivata una nuova femmina di lince eurasiatica (Lynx lynx) a formare una coppia con Vilcan, mentre la femmina Elizabeth è stata trasferita in un altro giardino zoologico italiano, il Parco Faunistico Cappeller, dove era stata portata in precedenza sua figlia, Sally. Un nuovo reparto è stato realizzato appositamente per loro. Gli spostamenti di animali all’interno dei giardini zoologici sono all’ordine del giorno e avvengono sulla base delle indicazioni fornite dai coordinatori europei nell’ambito dei programmi di riproduzione delle diverse specie. In questo modo, si garantisce il mantenimento di una popolazione con un’elevata variabilità genetica.


Brevi dal Parco ri. Ideato e arredato in perfetto stile africano, il chiosco è una bellissima terrazza che guarda il reparto degli scimpanzé, che potranno così essere seguiti nelle loro attività quotidiane durante una piacevole pausa. foto © Giorgio Ottolini

foto © Giorgio Ottolini

Sono arrivate due nuove giraffe Eccoli, sono Amos e Themba, due maschi di giraffa arrivati al Parco lo scorso dicembre. Amos è arrivato da Arnhem, in Olanda, Themba dallo zoo di Gelsenkirchen, in Germania. Hanno trascorso i primi giorni separati dagli altri due maschi già presenti al parco (Klaus e Sule) e durante la chiusura invernale del Parco si è lavorato per favorire la socializzazione. Ora vanno tutti d’accordo e possono presentarsi insieme ai visitatori.

Il Chiosco Gombe diventa più grande

La casa dei suricati è stata rinnovata Due osservatori a vetri consentiranno a tutti, grandi e piccini, di vedere i buffi suricati (li potete incontrare nell’area Sentieri d’Africa del Parco) nelle loro attività quotidiane. Dalla cura dei piccoli all’attività instancabile di sentinella per avvisare i compagni della presenza di “predatori”.

I nuovi termitai Abbiamo da poco realizzato due strutture simili al tipico termitaio presente in natura dove gli scimpanzé trascorrono il tempo a cercare di recuperare le termiti. Costruiti nel reparto esterno degli scimpanzé, sono strutture molto grandi che aiuteranno gli animali a cooperare tra loro e ad apprendere nuovi comportamenti, tipici in natura. Con degli stick speciali, forniti nelle attività di arricchimento dallo staff dei keeper, gli scimpanzé potranno recuperare il cibo nei tubi dei termitai.

foto © Giorgio Ottolini

foto © Leonardo Delfini

Nel periodo invernale si è lavorato sull’accoglienza dei visitatori migliorando le aree ristoro all’interno del parco e differenziando l’offerta di piatti e bevande. Il chiosco Gombe è stato ampliato e rimodernato e oggi può ospitare fino a 160 visitatodisegno © Uwe Thuernau

Il Training per migliorare il benessere degli animali

Cercopiteco grigioverde foto © Giorgio Ottolini

Una rinomata rivista scientifica, Animal Welfare, che si occupa di benessere animale, ha riscontrato come il training - attività di supporto agli animali all’interno dei parchi - possa essere uno strumento di gestione che migliora il benessere degli individui. Certo, nelle sue prime fasi sembra essere un po’ stressante perché un individuo per un breve tempo deve essere isolato dal gruppo, ma poi l’individuo partecipa volentieri a questa procedura perché ha la possibilità di fare qualcosa di divertente prima di raggiungere tutti gli altri. Questa strategia consente di poter somministrare farmaci e controllare lo stato di salute di ogni singolo individuo senza necessariamente catturarlo. In più, grazie al training, sembra migliorare l’attività del gruppo e la socialità all’interno del gruppo stesso. Tutto questo emerge dallo studio condotto dal Settore Ricerca e Conservazione del Parco Natura Viva in collaborazione con l’Università di Torino, dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, con una colonia di cercopitechi grigio-verde. Lo studio, ritenuto valido dal punto di vista scientifico è stato appunto pubblicato su Animal Welfare affinché tutta la comunità scientifica ne possa essere a conoscenza.


Garantire un futuro

alla fauna selvatica

Non basta riprodurre e allevare individui nei giardini di Caterina Spiezio responsabile Settore ricerca zoologici per preservare le specie dall’estinzione. e conservazione del Parco Natura Viva È necessario lavorare direttamente nei luoghi di origine delle specie. Infatti se la specie si estingue in natura è perché non vi sono le condizioni affinché possa I cavalli di Przewalski sopravvivere. Reintrodurre degli esemplari senza foto © Tommaso Sandri adottare delle strategie di conservazione in situ non garantirebbe il successo al progetto e gli individui non sopravvivrebbero. Il caso del cavallo di Przewalski.

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Il Parco e la conservazione

“G

arantire un futuro alla fauna selvatica” è il titolo della versione italiana, curata dal Parco Natura Viva, del testo inglese della WAZA (World Association of Zoos and Aquariums), l’associazione mondiale di zoo e acquari. Lo studio riporta alcuni importanti esempi che evidenziano quanto allevare individui nei giardini zoologici abbia permesso di salvare le specie dall’estinzione. Nel 2014 è stato celebrato l’anniversario dei cento anni della scomparsa della colomba migratrice: questa specie è stata presa come simbolo del concreto rischio di altre gravissime estinzioni. Una colomba per poter parlare ancora una volta della necessità di salvare le specie. Perché il dramma dell’estinzione non ha colpito solo i dinosauri, 65 milioni di anni fa, ma continua ai nostri giorni, in modo silenzioso e inarrestabile. La sopravvivenza degli ambienti naturali e di numerose specie animali e vegetali è infatti seriamente minacciata dalla rapida crescita della popolazione mondiale e dal conseguente incremento della domanda di risorse naturali. Per cercare di rispondere concretamente ai problemi di tutela dell’ambiente connessi allo sviluppo della civiltà umana, nel giugno del 1992 a Rio de Janeiro si è tenuta la Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite, alla quale hanno partecipato i rappresentanti di 153 Paesi e che ha portato alla stesura di un documento sulla biodiversità. La Convention on Biodiversity è stata ratificata anche dal Parlamento Italiano nel 1994. In questo testo è stata riconosciuta l’importanza fondamentale delle azioni di conservazione delle specie viventi, raccomandando l’adozione di programmi per la tutela delle specie attraverso una strategia integrata tra conservazione in situ ed ex situ. I giardini zoologici, gli orti botanici e gli acquari sono stati riconosciuti come luoghi dove attuare la conservazione ex situ delle specie animali e vegetali.

La strategia integrata tra conservazione in situ ed ex situ Non basta riprodurre e allevare individui nei giardini zoologici per preservare le specie dall’estinzione. È necessario lavorare direttamente nei luoghi di origine delle specie. Infatti se la specie si estingue in natura è perché non vi sono le condizioni affinché possa sopravvivere. Reintrodurre degli esemplari senza adottare delle strategie di conservazione in situ non garantirebbe il successo al progetto e gli individui non sopravvivrebbero. Ecco perché è necessario attuare programmi di conservazione che prevedano primo fra tutti la sensibilizzazione della popolazione locale alla tutela del proprio patrimonio di flora e fau-

na. È necessario poi ricostruire gli ambienti originari . Spesso bisogna anche riforestare e attendere che la foresta secondaria si sviluppi. E far in modo che gli abitanti della zona riescano a preservare la nuova foresta. Anni e anni di lavoro, per arrivare al successo.

Il caso del cavallo di Przewalski Equus ferus ssp. przewalskii o semplicemente Equus przewalskii, è il solo cavallo selvatico oggi presente in natura. Originario della Mongolia, nella Lista Rossa (Red List) delle specie in via di estinzione stilata dalla IUCN (International Union for Conservation of Nature), il cavallo di Przewalski è oggi fra gli Endangered (dal 2011), ma fino al 1996 era considerato Exitnct in the wild: estinto in natura. È solo grazie alla strategia integrata tra conservazione in ed ex situ messo in atto dai giardini zoologici che oggi questa specie non si trova sul gradino più alto della scala che porta all’estinzione, bensì è tornata indietro di 3 gradini (in tutto la scala ha 9 gradini e l’ultimo è l’estinzione definitiva della specie). Il programma di conservazione di questa specie è iniziato negli anni ’90 del secolo scorso e solo nel 2011 si è potuta ottenere una popolazione stabile in natura. Molti sono gli individui che sono stati reintrodotti negli ultimi anni, oltre 500, ma solo pochi sono stati quelli che sono riusciti a sopravvivere e a riprodursi dando origine a una nuova popolazione selvatica sostenibile. Sono infatti solo una cinquantina oggi gli individui maturi che popolano la Mongolia da oltre 5 anni e che costituiscono una popolazione in grado di riprodursi. Salvare il cavallo di Przewalski vuol dire preservare un ecosistema molto delicato e vulnerabile e dare nuove opportunità a tutte le specie presenti.

Cosa significa conservazione ex situ? Da anni il Parco Natura Viva partecipa ai programmi europei di conservazione ex situ: EEP (European Endangered species Programme) e ESB (European StudBook). Questi programmi prevedono di allevare individui delle specie a rischio di estinzione in diversi giardini zoologici europei. La popolazione di un solo giardino zoologico sarebbe troppo esigua per poter essere considerata sufficiente per una reintroduzione. Quando più giardini zoologici ospitano individui diversi di una stessa specie e si uniscono per cooperare tra di loro attuando quel fenomeno che in natura è noto come dispersione naturale, allora sì che è possibile tenere alta la variabilità genetica degli individui e raggiungere un numero sufficiente di esemplari per poter pianificare programmi di reintroduzione in natura. Infatti, in natura, quando i maschi o le femmine nate in un gruppo raggiungono la maturità sessuale, lasciano il gruppo natale per unirsi a un nuovo gruppo, trovare un nuovo partner e riprodursi. Nei giardini zoologici avviene pressoché lo stesso fenomeno. Solo che questa volta è l’uomo che sposta l’individuo in un nuovo gruppo, presso un nuovo giardino zoologico, dove incontrerà un nuovo partner e si riprodurrà. Nei programmi di conservazione ex situ per salvare la specie è necessario garantire il benessere di ogni individuo.


Nel Parco

NATURA Viva | 2

Fred, il fossa del Parco. foto © Tommaso Sandri

Benessere, privacy, serenità degli animali: ecco le priorità del

di Silvia Allegri

moderno giardino zoologico

L’architetto tedesco ha seguito il nuovo piano di sviluppo del Parco Natura Viva per garantire una maggiore fruibilità da parte del pubblico che si muove a piedi e una visione dei reparti più naturale e senza gabbie, ma con barriere che comunque garantiscono la sicurezza del visitatore. Uno degli ultimi lavori realizzati qui è la nuova casa di Frederick e Mantadia, i Fossa dell’area Madagascar. 12

Peter Rasbach al lavoro al Parco Natura Viva. foto © PNV


Nel Parco

Incontro con lo zoo designer Peter Rasbach

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onciliare la passione e la conoscenza degli animali con il lavoro di architetto. Adesso si può. E Peter Rasbach, uno dei primi e più conosciuti zoo designer del mondo, ne è la prova vivente. “Da bambino volevo diventare direttore di un giardino zoologico. Poi il mio percorso di studi mi ha fatto approdare all’architettura. E a un certo punto i due sogni si sono uniti”. Le persone davvero esperte in questo settore sono poche, ma si tratta di un ambito in continua espansione. Di cosa si occupa esattamente uno zoo designer? “Il mio lavoro presuppone una conoscenza approfondita degli animali e delle loro esigen-

Sono sempre più numerosi i ze. La collaborazione con naturalisti, biologi e veterinari rappresenta per giardini zoologici attenti alle esiquesto un presupposto fondamen- genze degli animali, in nome di tale. Quando si lavora a un reparto una sempre maggiore attenzione destinato a ospitare una specie, bi- al loro benessere e alla sensibilizsogna dunque tener conto di tutte le zazione del visitatore. “Negli ultimi esigenze dell’animale. Per permettere anni”, racconta Peter Rasbach, “abuna tutela del suo benessere che al biamo assistito a un interesse molto tempo stesso consenta al visitatore di forte al benessere degli animali anche da parte di alcune strutture asiatiche. goderne la vista”. L’attenzione allo zoo design fa Questo è davvero importante, se si parte dunque di un percorso edu- tiene conto che fino a oggi in certi cativo che coinvolge anche il visi- luoghi del pianeta l’attenzione verso tatore e si pone l’obiettivo di creare gli animali in generale è stata sempre dei luoghi il più possibile idonei alla molto scarsa”. Peter Rasbach ha seguito il natura degli animali. Una differenza fondamentale rispetto al passato nuovo piano di sviluppo del Parè l’attenzione alla privacy degli ani- co Natura Viva che prevede una mali. A ciascuna specie è consentito maggiore fruibilità da parte del di trovare uno spazio lontano dagli pubblico che si muove a piedi. Una occhi del visitatore. Questo consen- visione dei reparti più naturale e te di proteggere gli animali da forti senza gabbie, ma con barriere che stress e allo stesso tempo di gestire comunque assicurano la sicurezza del visitatore. al meglio la presenza del pubblico. Uno degli ultimi lavori realizzaSi tratta di un progresso fondamentale, rispetto a qualche decennio ti da Rasbach al Parco Natura Viva fa, quando la funzione del giardino è la realizzazione della nuova casa zoologico era limitata alla sola espo- dei due fossa, Frederick e Mantadia, dell’area Madagascar. sizione degli animali al pubblico.

Fossa

(Cryptoprocta ferox) foto © Giorgio Ottolini

Dieta: carnivora. Si nutre di piccoli mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e insetti. È un abile predatore di lemuri. Peso: 7-12 kg. Longevità: in natura non nota, in ambiente controllato il fossa può raggiungere i 20 anni.

foto © Giorgio Ottolini

Mammiferi, Ordine Carnivori, Famiglia Eupleridi Il Fossa (Cryptoprocta ferox) è un carnivoro endemico del Madagascar. L’aspetto è simile a quello di un felino, il naso è tondeggiante e le vibrisse sono molto sviluppate. Ha un corpo muscoloso e di forma allungata che, dalla testa alla coda, misura fra 1.3 e 1.5 metri. Il peso medio è di circa 6.7 kg, anche se i maschi possono pesare fino a 10 kg. La pelliccia è caratterizzata da un pelo corto e marrone-rossiccio, che diventa più chiaro nelle zone inferiori del corpo. Il fossa è un abile arrampicatore e si muove con agilità sugli alberi grazie ai cuscinetti delle zampe ampi e glabri, che consentono una presa migliore sui rami, e alla lunga coda, utile al mantenimento dell’equilibrio. Inoltre, le zampe posteriori sono più lunghe di quelle anteriori, consentendo una maggiore abilità nel saltare da un ramo all’altro. Le zampe hanno artigli semi-retrattili. Il fossa ha vista, udito e olfatto ben sviluppati. In particolare, poiché è una specie molto attiva di notte o al crepuscolo, gli occhi sono molto grandi. I fossa marcano il loro territorio con particolari secrezioni prodotte da specifiche ghiandole odorifere e utilizzano sostanze chimiche per comunicare il loro status riproduttivo. La femmina può partorire da due a quattro piccoli, che rimangono nella tana, accuditi dalla madre, per alcuni mesi. A circa 4 mesi e mezzo di età i piccoli sono svezzati e iniziano ad avventurarsi fuori dalla tana. Il fossa compare come ‘vulnerabile’ nella lista rossa della IUCN e viene mantenuto nei giardini zoologici in quanto in Madagascar è minacciato da distruzione e alterazione dell’habitat, caccia e commercio. Queste minacce sono alla base del costante declino della sua popolazione in natura.


Nel Parco

Giorgina,

NATURA Viva | 2

Mamma Giorgina gioca con la figlia, Madax foto © Giorgio Ottolini

di Caterina Spiezio

mamma giocherellona Cosa si può fare se una giovane scimpanzè, subito dopo il parto abbandona la figlioletta nelle braccia della nonna e sembra non avere alcun interesse per lei? Questa è la storia (a lieto fine) di mamma Giorgina, nonna Luisa e della piccola Madax che oggi ha 5 anni.

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ualche anno fa, in un esame di controllo sugli scimpanzé, viene fatta un’ecografia a Giorgina (la potete riconoscere perché è l’unica del gruppo a camminare sulle corde con le sole zampe posteriori). Con stupore ci accorgiamo che è gravida. Aspetta un piccolo. Giorgina a quel tempo non aveva ancora compiuto 9 anni. In natura, le femmine di scimpanzé entrano in pubertà a 7 anni e per i primi 3 anni hanno un periodo di adolescente sterilità dove presentano il ciclo, ma senza ovulazione. In ambiente controllato, però, tutto è più veloce. L’ecografia rivela che la gravidanza di Giorgina potrebbe essere già di 4-5 mesi. Da quel momento la giovane scimpanzé riceve tutte le attenzioni dai keeper e viene monitorata dallo staff veterinario e dal settore ricercache si prepara così a ogni evenienza. Il 19 marzo 2010 al mattino, il dottor Camillo Sandri, curatore generale e responsabile di tutti gli animali, viene avvisato dalla keeper del reparto che Giorgina ha probabilmente partorito. Ma perde sangue e la piccola non è con lei. È con la nonna Luisa. In effetti, Giorgina sembra molto spossata dal parto, anche perché la neonata Madax è davvero molto grande (e anche molto bella). Si cerca di aiutare la mamma con bevande ricche di integratori. La preoccupazione è alta: Giorgina dovrebbe riprendersi presto dal parto, ma la piccola? Come mai è con la nonna e non con lei? Giorgina a quel tempo era una primipara e quindi non vi era alcuna possibilità di conoscere le sue capacità di fare la mamma. Certo era stata allevata da nonna Luisa, una mamma molto brava, ma lei non aveva alcuna esperienza ed era davvero molto giovane. In più, Giorgina è sempre stata una gran giocherellona. Lo staff veterinario decide di non intervenire e di lasciare che Giorgina si riprenda dalle fatiche del parto. Una scelta difficile anche perché la piccola Madax avrebbe potuto sopravvivere solo tre giorni senza il latte materno. Giorgina, Luisa e Madax vengono controllate ora per ora. Nonna Luisa si avvicina spesso a mamma Giorgina, ma lei sembra non essere interessata alla cucciola. La preoccupazione cresce e il primo giorno vola via. Al mattino seguente Giorgina sembra una scimpanzé diversa rispetto a quella della sera precedente. Ha recuperato completamente le forze, si muove agilmente e, cosa molto importante, sembra essere finalmente interessata alla piccola. Ma Madax continua a stare con la nonna. Si decide di pazientare ancora un po’. Intervenire con animali selvatici, seppur in ambiente controllato, rischia di compromettere il miglior risultato possibile. Anche per il secondo giorno non si interviene. Al mattino seguente, Giorgina sta decisamente bene, ma la piccola è ancora con la nonna. “Bisogna intervenire” decide il dottor Sandri. Nonna, mamma e piccola vengono separate dal gruppo sociale. Poi la nonna con la piccola vengono separate dalla mamma. La nonna viene sedata leggermente per consentire ai veterinari di prendere Madax e di adagiarla

Mamme speciali per figli speciali

foto © Johannes Fritz

Il 10 maggio celebreremo la giornata mondiale delle migrazioni. Conosceremo chi sono i campioni negli spostamenti, come si preparano e come riescono a trovare ogni volta la strada giusta. Uno dei protagonisti della giornata sarà l’ibis eremita che sta riconquistando i cieli italiani grazie a mamme speciali (due ragazze) che li guidano nella scoperta della rotta migratoria.

in una stanza accanto a quella della mamma. Ora la tensione di tutto lo staff è al massimo: Giorgina incontrerà la piccola e … deve assolutamente prenderla con sé! Madax inizia a emettere i primi versi di richiamo, il primo pianto. Si apre la porta di separazione tra le due stanze e Giorgina corre a prendersi la sua piccola… Sììì! Questo era proprio quello che doveva accadere. Giorgina prende Madax con sé e inizia subito ad allattarla. Nel frattempo la nonna si riprende e tutte e tre vengono riunite: per l’intera giornata restano insieme. Nonna Luisa ogni tanto prova a riprendersi la piccola, ma Giorgina la tiene sempre attaccato a sé. Alla sera viene ricostituito l’intero gruppo. Nei giorni seguenti però, come ogni giovane mamma, Giorgina decide che la nonna è proprio brava a tenere la piccola e ogni tanto lascia Madax con Luisa. Poi la riprende, l’allatta, le fa grooming, la coccola. Pian piano Giorgina capisce che la nonna è davvero utile e le lascia la piccola per tempi più lunghi. Mentre lei ritorna a giocare, fa le capriole, rincorre Valentina, insomma si diverte. Ma non dimentica il suo nuovo ruolo di mamma e torna dalla piccola ad allattarla e a stare con lei tutte le volte che può. Luisa è bravissima a fare la nonna e Madax cresce davvero bene. Come in natura e come fra gli esseri umani, anche in questa colonia di scimpanzé, le femmine imparentate tra loro si prendono cura di un piccolo. Fino a quando possono. Nonna Luisa lo ha fatto fino all’ultimo. Lei, che era molto vecchia, se ne è andata un giorno di marzo dell’anno scorso, quando Madax aveva ormai 4 anni. Ma fino a poco prima di perdere le forze si è sempre presa cura della piccola. E lei, quando ha visto la vecchia nonna nella stanzetta accanto, con la flebo attaccata, è andata a salutarla. Guardandola intensamente con i suoi grandi occhi marrone scuro.

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Voi e il Parco

NATURA Viva | 2

Durante la vostra visita al Parco avete scattato foto, scritto poesie, fatto disegni? Inviateli a magazine@parconaturaviva.it

Gru della manci√ia foto∑afata da T»maso Sandri

Alice - 7 anni

Sµena - 8 anni

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I GRANDI TEMI DI UN ANNO DI EVENTI AL PARCO Ogni mese singoli eventi legati al tema e da giugno ad ottobre speciali visite al crepuscolo, consulta www.parconaturaviva.it

MARZO - Alberi da difendere

AGOSTO - In azione per la conservazione

La varietà del mondo vegetale e l’acqua come bene prezioso da salvaguardare.

I progetti di Conservazione promossi dal Parco

APRILE - Banditi in natura

Focus sulle specie a rischio d’estinzione oggetto di progetti internazionali di salvaguardia che il Parco supporta.

Il bracconaggio, dalla situazione locale alle grandi crisi internazionali, un pericolo per la sopravvivenza di molte specie animali.

MAGGIO - Biodiversità in movimento Gli spostamenti delle specie, siano essi volontari, come le migrazioni, o indotte dall’uomo, e l’introduzione di specie aliene in nuovi territori.

SETTEMBRE - Natura minacciata

OTTOBRE - Animal-Mente Mese dedicato agli animali che hanno con l’essere umano un rapporto speciale: gli animali domestici.

NOVEMBRE - Buon riposo, Natura

GIUGNO - Il pianeta di sabbia

Imparare ad osservare la natura con occhi nuovi e scoprire le piccole tracce lasciate dagli animali.

La desertificazione e il rischio che questo comporta per il pianeta Terra.

DICEMBRE - Lassù sulla montagna

LUGLIO - Colorati per natura

Le specie animali che abitano le regioni montuose della Terra e gli adattamenti agli ambienti estremi.

La sorprendente varietà dei colori degli animali. Il perché alcune specie hanno colori accesi e vistosi e altre meno.

BUSSOLENGO · VERONA

Parco Natura Viva. Educazione, ricerca, tutela e puro relax.

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Parco Natura Viva - Bussolengo (VR)

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