DialogoeFamiglia il padre stesso “inutile”, nel momento in cui “il figlio diventa autonomo e cammina da solo sui sentieri della vita”. Essere padri “non è mai un esercizio di possesso”, sottolinea Francesco, ma “un segno che rinvia alla paternità più alta”, al “Padre Celeste”. La preghiera quotidiana del Papa a San Giuseppe e quella “certa sfida”… Conclusa da una preghiera a San Giuseppe, Patris corde svela anche, nella nota numero 10, un’abitudine della vita di Francesco: tutti i giorni, infatti, “da più di quarant’anni”, il Pontefice recita un’orazione allo Sposo di Maria “tratta da un libro francese di devozioni, dell’800, della Congregazione delle Religiose di Gesù e Maria”. Si tratta di una preghiera che “esprime devozione e fiducia” a San Giuseppe, ma anche “una certa sfida”, spiega il Papa, perché si conclude
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con le parole: “Che non si dica che ti abbia invocato invano, mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere”. Indulgenza plenaria per “Anno di San Giuseppe” Ad accompagnare la pubblicazione della Lettera apostolica Patris corde c’è il Decreto della Penitenzieria Apostolica che annuncia lo speciale “Anno di San Giuseppe” indetto dal Papa e la relativa concessione del “dono di speciali Indulgenze”. Indicazioni specifiche vengono date per i giorni tradizionalmente dedicati alla memoria dello Sposo di Maria, come il 19 marzo e il 1.mo maggio, e per malati e gli anziani “nell’attuale contesto dell’emergenza sanitaria”. Da “Vatican News”, Isabella Piro a cura di Francesco Q.
S. Giuseppe, il “disobbediente”, che si prese cura di Gesù DALL’ARTICOLO DI GIANFRANCO RAVASI IN “FAMIGLIA CRISTIANA” 19/03/2020
I
testi biblici relativi a Giuseppe, lo sposo di Maria e padre legale di Gesù, sono piuttosto scarsi, a prima vista quasi lacunosi, e ciò spiega l’abbondanza di letteratura apocrifa sul personaggio. Nondimeno, scavando con attenzione nei dati neotestamentari, emerge una figura capace di interpellare anche il lettore odierno. L’evangelista Marco non parla mai di Giuseppe, ma si limita a riportare quanto dicono i nazareni, allorché affermano che Gesù è il figlio di Maria, e che fa il carpentiere. È invece da Matteo e da Luca che conosciamo il nome di Giuseppe e in Matteo 13, 55, Gesù viene definito come “il figlio del carpentiere”, termine con cui si indica un artigiano che lavora il legno o la pietra, probabilmente nell’ambito dell’agricoltura o dell’edilizia. Ciò significa che Gesù ha imparato il mestiere da Giuseppe e ne deve aver rilevato l’attività alla sua morte; la condizione economica della famiglia di Giuseppe doveva essere dignitosa, anche se non agiata, e permetteva loro, ad esempio, di recarsi ogni anno in pellegrinaggio a Gerusalemme.
Il sogno di Giuseppe - Rupnik
Com’era composta la famiglia di Giuseppe Per quanto riguarda poi la composizione della famiglia di Giuseppe, la questione è difficilmente risolvibile alla luce dei dati a nostra disposizione, poiché negli scritti neotestamentari si parla più volte della presenza di “fratelli e sorelle” di Gesù, che non ne-