19 Domenica del Tempo Ordinario Anno B Sussidio Liturgico del Centro Liturgico France

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19ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B (verde) 12 AGOSTO 2018

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I

o sono il pane disceso dal cielo». La lettura del sesto capitolo del Vangelo di Giovanni, che ci accompagna in queste Domeniche nella Liturgia, ci ha condotti a riflettere sulla moltiplicazione del pane, con il quale il Signore ha sfamato una folla di cinquemila uomini, e sull’invito che Gesù rivolge a quanti aveva saziato di darsi da fare per un cibo che rimane per la vita eterna. Gesù vuole aiutarli a comprendere il significato profondo del prodigio che ha operato: nel saziare in modo miracoloso la loro fame fisica, li dispone ad accogliere l’annuncio che egli è il pane disceso dal cielo (cf. Gv 6,41), che sazia in modo definitivo. Anche il popolo ebraico, durante il lungo cammino nel deserto, aveva sperimentato un pane disceso dal cielo, la manna, che lo aveva mantenuto in vita, fino all’arrivo nella terra promessa. Ora, Gesù parla di sé come del vero pane disceso dal cielo, capace di mantenere in vita non per un momento o per un tratto di cammino, ma per sempre. Egli è il cibo che dà la vita eterna, perché è il Figlio unigenito di Dio, che sta nel seno del Padre, venuto per dare all’uomo la vita in pienezza, per introdurre l’uomo nella stessa vita di Dio.

INNO DI LODE ANTIFONA D’INGRESSO

in piedi

Sii fedele, Signore, alla tua alleanza, non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri. Sorgi, Signore, difendi la tua causa, non dimenticare le suppliche di coloro che t’invocano. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. Il Signore, che guida i nostri cuori nell’amore e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito

ATTO PENITENZIALE Cel. All’inizio di questa celebrazione eucaristica, chiediamo la conversione del cuore, fonte di riconciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli. (Breve pausa di silenzio) Cel. Pietà di noi, Signore. Ass. Contro di te abbiamo peccato Cel. Mostraci, Signore, la tua misericordia. Ass. E donaci la tua salvezza Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen Cel. Signore, pietà Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, pietà Ass. Cristo, pietà Cel. Signore, pietà Ass. Signore, pietà

Cel. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA Cel. Dio onnipotente ed eterno, che ci dài il privilegio di chiamarti Padre, fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore Gesù Ass. Amen Cristo... Oppure Cel. Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del cibo che non perisce, perché perseverando nella fede di Cristo giunga a contemplare la luce del tuo volto. Per il nostro Signore Gesù Ass. Amen Cristo...


La prima lettura evoca il ricordo di Elìa, il prestigioso profeta che, nel secolo IX a.C., conservò la fede d’Israele in un momento di grande smarrimento per l’intero popolo. Dio interviene quasi agli estremi delle forze del suo profeta e della sua gente e si manifesta come il Signore della vita. Elìa, nutrito da un pane misterioso, riuscì a raggiungere la montagna sulla quale Dio si era rivelato a Mosè. Da qui il nuovo inizio dell’azione divina: il Signore agisce sempre nella storia dei suoi figli. La seconda lettura ci invita ad assimilare il Cristo in noi attraverso la trasformazione operata dall’amore e dal perdono. Si tratta di abbandonare l’uomo vecchio e rivestire la nuova creatura. Ai sei vizi che hanno la loro radice nella malignità e che rovinano le relazioni fraterne, Paolo contrappone un elenco di virtù che hanno il loro centro nell’amore di Dio. Nella pasqua di Gesù Cristo ci è stato rivelato l’amore gratuito e liberante del Padre. Il Vangelo ci introduce nel vivo del discorso di Gesù sul pane della vita, messaggio inaugurato dopo il segno della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Quella di Gesù appare, agli occhi di tutti, anche dei suoi amici, una pretesa inaccettabile: si può mangiare il suo corpo? Evidentemente, l’evangelista richiama un duplice manducare che deve avvenire nel cuore del discepolo: quello spirituale, intimo, mediante la fede, la conoscenza, l’obbedienza; quello simbolico, quasi fisico, ricevere il sacramento del pane come realtà stessa di Cristo! PRIMA LETTURA Seduti Dal primo libro dei Re (19,4-8)

In quei giorni, 4Elìa s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». 5Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». 6 Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. 7 Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». 8 Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio

SALMO RESPONSORIALE Rit. Gustate e vedete com’è buono il Signore

(Sal 33)

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. Rit. Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. Rit. Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce. Rit. L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. Rit.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (4,30-5,2) 30 Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. 31Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. 32Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. 5,1 Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio

CANTO AL VANGELO

in piedi

Alleluia, alleluia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Alleluia.

VANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni

(6,41-51)

Ass. Gloria a te, o Signore In quel tempo, 41i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di


lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». 43Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. 44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45 Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. 48Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo

PROFESSIONE DI FEDE

in piedi

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, (si china il capo) e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI Cel. Fratelli e sorelle, Cristo è il pane vivo disceso dal cielo. Mangiare il suo corpo significa ricevere la vita eterna. Lettore Diciamo con fiducia: Ass. CRISTO, PANE DEL CIELO, SALVACI!

1. Perché la Chiesa sia aperta alla missione e doni il pane della carità a quanti soffrono e vivono ai margini della società. Preghiamo. 2. Perché i potenti della Terra si adoperino per il ripristino della pace in Medio Oriente e lì dove i popoli sono ancora in guerra. Preghiamo. 3. Perché le nostre famiglie riscoprano il significato dell’Eucaristia e della celebrazione domenicale. Preghiamo. 4. Perché in questo tempo di riposo estivo sappiamo prenderci cura degli anziani e degli ammalati. Preghiamo. 5. Perché, celebrando l’Eucaristia, ci liberiamo da ogni sdegno, asprezza, ira, e diventiamo misericordiosi gli uni verso gli altri. Preghiamo. Cel. O Padre, che sei provvido verso i tuoi figli: accogli la preghiera della Chiesa che annunzia in tutto il mondo il Vangelo della vita. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen

SULLE OFFERTE

in piedi

Cel. Accogli con bontà, Signore, questi doni che tu stesso hai posto nelle mani della tua Chiesa, e con la tua potenza trasformali per noi in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen

PREFAZIO DELLE DOMENICHE III La nostra salvezza nel Figlio di Dio fatto uomo È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Abbiamo riconosciuto il segno della tua immensa gloria quando hai mandato tuo Figlio a prendere su di sé la nostra debolezza; in lui nuovo Adamo hai redento l’umanità decaduta, e con la sua morte ci hai resi partecipi della vita immortale. Per mezzo di lui si allietano gli angeli e nell’eternità adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode.

MISTERO DELLA FEDE Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo.

PREGHIERA DEL SIGNORE Cel. Il Signore ci ha donato il suo Spirito. Con la fiducia e la libertà dei figli diciamo insieme. Tutti: Padre nostro...


SCAMBIO DELLA PACE Cel. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE Gerusalemme, loda il Signore, egli ti sazia con fiore di frumento.

DOPO LA COMUNIONE

in piedi

Cel. La partecipazione a questi sacramenti salvi il tuo popolo, Signore, e lo confermi nella luce della tua verità. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen

Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio ✠ e Spirito Santo. Ass. Amen Cel. La Messa è finita: andate in pace. Ass. Rendiamo grazie a Dio Conversione pastorale per una Chiesa in uscita

«Spero che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno. Ora non ci serve una “semplice amministrazione”. Costituiamoci in tutte le regioni della terra in un “stato permanente di missione”» (Evangelii gaudium, n. 25). Tutta la vita della Chiesa è “pastorale” e tutta la “pastorale” è intrisa della dimensione ecclesiale. Nessuno nella Chiesa può essere estraneo alla pastorale, perché equivarrebbe ad essere privo della linfa che alimenta la stessa vita ecclesiale. Il vescovo come il teologo, il parroco come la catechista, il diacono permanente come l’economo della diocesi, sono coinvolti tutti nella pastorale. Se, tuttavia, lo sguardo di chi è al servizio si attarda solo su questioni isolate, e si pensa di agire prescindendo dalla comunità e dalla complementarità dei carismi, allora viene meno la “pastorale”, e con essa s’indebolisce l’attività

C’è luce in te C’è buio in me in te invece c’è luce; sono solo, ma tu non m’abbandoni; non ho coraggio, ma tu mi sei d’aiuto; sono inquieto, ma in te c’è la pace; c’è amarezza in me, in te pazienza; non capisco le tue vie, ma tu sai qual è la mia strada. Tu conosci tutta l’infelicità degli uomini; tu rimani accanto a me, quando nessun uomo mi rimane accanto, tu non mi dimentichi e mi cerchi, tu vuoi che io ti riconosca e mi volga a te. Signore, odo il tuo richiamo e lo seguo, aiutami! Signore, qualunque cosa rechi questo giorno, il tuo nome sia lodato! Amen (Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano, preghiera per i compagni di prigionia nazista del 1943). stessa che viene svolta. Se l’impegno che si attua nella comunità non è finalizzato a rendere concreta e visibile la missione di tutta la Chiesa, allora non si è impegnati nella “pastorale”, ma in un’attività da cui ci si attende una retribuzione. Insomma, quando parliamo di pastorale siamo chiamati a verificare in che modo quanto sorge dalla preghiera, dalla riflessione, e dallo studio possa diventare una prassi di vita. Per sua stessa natura, pertanto, la pastorale non è una teoria, ma una prassi che si fa forte della testimonianza come suo punto originario e conclusivo. La migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo è contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il cuore. Se lo accostiamo in questo modo, la sua bellezza ci stupisce, torna ogni volta ad affascinarci. San Gregorio Magno sosteneva che “l’impegno pastorale è la prova dell’amore”. Se, dunque, la pastorale è legata all’amore, questo è chiamato ad essere la regola di vita della comunità cristiana e dei singoli credenti. Si annuncia ciò che si vive, quello che abbiamo contemplato: Gesù Cristo.

La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco - Dir. P. Edoardo Scognamiglio - Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Telefax 0823434779; Cell. 3472968637. E-mail: edosc@libero.it - CCP 11298809. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Realizzazione grafica di Boutros Naaman, testi musicali di Domenico Lando.


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