24ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A

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24ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A - (verde) 13 SETTEMBRE 2020

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ino a settanta volte sette». Il criterio della “tolleranza” – “fino a quando Signore devo perdonare?” – non appartiene al vocabolario del vero discepolo che fa propria la logica del perdono, dell’amore senza misura, ossia della compassione, fino alla morte di croce. Se Dio è bontà infinita, amore misericordioso, allora noi possiamo semplicemente testimoniare al mondo che è possibile amare chiunque, anche coloro che ci hanno fatto soffrire. La nostra forza di amare viene da Gesù, dalla sua morte di Croce. Quando volgiamo lo sguardo alla Croce dove Gesù è stato inchiodato, contempliamo il segno dell’amore, dell’amore infinito di Dio per ciascuno di noi e la radice della nostra salvezza. Da quella Croce scaturisce la misericordia del Padre che abbraccia il mondo intero. Per mezzo della Croce di Cristo è vinto il maligno, è sconfitta la morte, ci è donata la vita, restituita la speranza. Attraverso la parabola del servo spietato e malvagio, Gesù ci mette in guardia dall’ingratitudine, dall’irriconoscenza: come noi siamo stati amati e perdonati dal Signore, così dobbiamo a nostra volta rimettere i debiti ai nostri fratelli.

INNO DI LODE ANTIFONA D’INGRESSO

in piedi

Da’, o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del tuo popolo, Israele. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo, sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito

ATTO PENITENZIALE Cel. Gesù Cristo, il giusto, intercede per noi e ci riconcilia con il Padre. Apriamo il nostro spirito al pentimento, per essere meno indegni di accostarci alla mensa del Signore. (Breve pausa di silenzio) Cel. Signore, tu sei la via che riconduci al Padre, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, tu sei la verità che illumina i popoli, abbi pietà di noi. Ass. Cristo, pietà Cel. Signore, tu sei la vita che rinnova il mondo, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen

Cel. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA Cel. O Dio, che hai creato e governi l’universo, fa’ che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per il nostro Signore Ass. Amen Gesù Cristo... Oppure Cel. O Dio di giustizia e di amore, che perdoni a noi se perdoniamo ai nostri fratelli, crea in noi un cuore nuovo a immagine del tuo Figlio, un cuore sempre più grande di ogni offesa, per ricordare al mondo come tu ci ami. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen


La prima lettura pone come condizione per il perdono dei nostri peccati al cospetto di Dio il mettere da parte rancore e ira verso chi ci ha procurato del male o ci ha offeso. Il rancore e l’ira sono definiti “cose orribili”. È orribile ogni nostro tentativo di giustificare il nostro non essere disponibili a un perdono smisurato. La seconda lettura offre un nuovo criterio di vita per il battezzato: Gesù Cristo, morto e risorto. Il Vangelo mette in crisi il nostro criterio di perdono e di amore e, attraverso la parabola del servo spietato, Gesù ci invita ad avere sempre compassione dei nostri fratelli. Chi è stato interiormente guarito dalla compassione divina, che ci restituisce alla dignità di persone, neppure vede più le offese, perché al confronto sono sempre troppo piccole. Il successo delle nostre comunità e famiglie è nella capacità di perdonarci e non di giudicarci.

PRIMA LETTURA

Seduti

Dal libro del Siràcide (27,30- 28,7) 30 Rancore e ira sono cose orribili, e il peccatore le porta dentro. 28 1Chi si vendica subirà la vendetta del Signore, il quale tiene sempre presenti i suoi peccati. 2Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. 3 Un uomo che resta in collera verso un altro uomo, come può chiedere la guarigione al Signore? 4Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile, come può supplicare per i propri peccati? 5Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore, come può ottenere il perdono di Dio? Chi espierà per i suoi peccati? 6 Ricòrdati della fine e smetti di odiare, della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. 7Ricorda i precetti e non odiare il prossimo, l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio

SALMO RESPONSORIALE

(Sal 102)

Rit. Il Signore è buono e grande nell’amore

Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti i suoi benefici. Rit.

Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. Rit. Non è in lite per sempre, non rimane adirato in eterno. Non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Rit. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe. Rit.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (14,7-9) 7 Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, 8perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. 9 Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio

CANTO AL VANGELO

in piedi

Alleluia, alleluia. Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore, come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Alleluia.

VANGELO Dal Vangelo secondo Matteo

(18,21-35)

Ass. Gloria a te, o Signore In quel tempo, 21Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. 23 Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24 Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26 Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa’’. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Appena uscito, quel servo trovò uno dei


suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!’’. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. 31 Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32 Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?’’. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo

PROFESSIONE DI FEDE

in piedi

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, (si china il capo) e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

Lettore Diciamo con gioia: Ass. SIGNORE, INSEGNACI A PERDONARE! 1. Perché la Chiesa sia testimone credibile del perdono di Gesù avvenuto mediante la sua morte di croce. Preghiamo 2. Perché la pace del Signore risorto regni nelle nostre famiglie e tra tutti i popoli della terra. Preghiamo. 3. Perché sappiamo mettere da parte i rancori, l’ira, e superare ogni risentimento verso il nostro prossimo. Preghiamo. 4. Perché il Signore sostenga i missionari del Vangelo in quelle terre lontane dalla fede e dalla conoscenza di Gesù. Preghiamo. Intenzioni della comunità locale Cel. O Padre, buono e misericordioso, accogli la preghiera di questa comunità che annuncia il tuo perdono verso tutti: fa’ che il Vangelo si estenda sino ai confini della terra per la forza misteriosa dello Spirito Santo. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen

SULLE OFFERTE

in piedi

Cel. Accogli con bontà, Signore, i doni e le preghiere del tuo popolo, e ciò che ognuno offre in tuo onore giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen

PREFAZIO DELLE DOMENICHE III La nostra salvezza nel Figlio di Dio fatto uomo È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre san-to, Dio onnipotente ed eterno. Abbiamo ri-conosciuto il segno della tua immensa gloria quando hai mandato tuo Figlio a prendere su di sé la nostra debolezza; in lui nuovo A-damo hai redento l’umanità decaduta, e con la sua morte ci hai resi partecipi della vita immortale. Per mezzo di lui si allietano gli angeli e nell’eternità adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode.

MISTERO DELLA FEDE

PREGHIERA DEI FEDELI

Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta.

Cel. Fratelli e sorelle, chiediamo al Signore il dono della compassione e un cuore generoso per perdonarci veramente gli uni gli altri.

Cel. Guidati dallo Spirito di Gesù e illuminati dalla sapienza del Vangelo, osiamo dire. Tutti: Padre nostro...

PREGHIERA DEL SIGNORE


SCAMBIO DELLA PACE Cel. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE «Il Padre mio non perdonerà a voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

DOPO LA COMUNIONE

in piedi

Cel. La potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l’azione del tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen

Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica di Dio onnipotente, Padre e Figlio ✠ e Spirito Santo. Ass. Amen Cel. Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace. Ass. Rendiamo grazie a Dio Beata V. Maria Addolorata - 15 settembre La devozione alla Mater Dolorosa, molto diffusa soprattutto nei Paesi del Mediterraneo, si sviluppa a partire dalla fine dell’XI secolo. Fu papa Pio VII, nel 1814, a introdurla nel calendario liturgico romano fissandola al 15 settembre. La figura della Madre dei dolori che soffre per la Passione del Figlio ha dato origine a numerose rappresentazioni nell’arte, nella musica sacra e nella pietà popolare. La devozione alla Madonna Addolorata, che trae origine dai passi del Vangelo, dove si parla della presenza di Maria Vergine sul Calvario, prese particolare consistenza a partire dalla fine dell’XI secolo e fu anticipatrice della celebrazione liturgica, istituita più tardi. Il “Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius” di ignoto (erroneamente attribuito a san Bernardo), costituisce l’inizio di una letteratura, che porta alla composizione in varie lingue del “Pianto della Vergine”. Testimonianza di questa devozione è il popolarissimo Stabat Mater in latino, attribuito a Jacopone da Todi, il quale compose in lingua volgare anche le famose “Laudi”; da questa devozione ebbe origine la festa dei “Sette Dolori di Maria Santissima”. Nel secolo XV si ebbero le prime celebrazioni liturgiche sulla “compassione di Maria” ai piedi della Croce, collocate nel tempo di Passione.

Attualizzare la Parola Siamo vicini alla via del perdono e della riconciliazione? Viviamo chiusi in noi stessi, nel nostro rancore? Che cosa ci turba e non ci permette di fare il primo passo verso l’altro? Gesù è stato chiaro: sempre bisogna perdonare al proprio fratello perché noi stessi abbiamo sempre bisogno del perdono da parte di Dio. In un certo senso, siamo noi a dare a Dio la misura del perdono dei nostri peccati. È necessario, poi, perdonare di cuore al fratello che ci ha offeso. Perché Dio ci perdona di cuore, veramente, sempre. Dio ci ha perdonati «Fin dal nostro Battesimo Dio ci ha perdonati, condonandoci un debito insolvibile: il peccato originale. Ma, quella è la prima volta. Poi, con una misericordia senza limiti, egli ci perdona tutte le colpe non appena mostriamo anche solo un piccolo segno di pentimento. Dio è così: misericordioso. Quando siamo tentati di chiudere il nostro cuore a chi ci ha offeso e ci chiede scusa, ricordiamoci delle parole del Padre celeste al servo spietato: “Io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?” (vv. 32-33). Chiunque abbia sperimentato la gioia, la pace e la libertà interiore che viene dall’essere perdonato può aprirsi alla possibilità di perdonare a sua volta. Nella preghiera del Padre Nostro, Gesù ha voluto inserire lo stesso insegnamento di questa parabola. Ha messo in relazione diretta il perdono che chiediamo a Dio con il perdono che dobbiamo concedere ai nostri fratelli: “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Mt 6,12). Il perdono di Dio è il segno del suo straripante amore per ciascuno di noi; è l’amore che ci lascia liberi di allontanarci, come il figlio prodigo, ma che attende ogni giorno il nostro ritorno; è l’amore intraprendente del pastore per la pecora perduta; è la tenerezza che accoglie ogni peccatore che bussa alla sua porta. Il Padre celeste – nostro Padre – è pieno, è pieno di amore e vuole offrircelo, ma non lo può fare se chiudiamo il nostro cuore all’amore per gli altri» (FRANCESCO, Angelus del 17-9-2017).

La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano. Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco. Commenti a cura di P. Antonino Carillo e P. Mario Ravanni – CCP 14306807 Intestato a: Curia Prov. dei Frati M. Conventuali – Convento S. Lorenzo M., Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Cell. 3472968637, E-mail: lapasqua@hotmail.com – Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Grafica di Boutros Naaman, testi musicali di Domenico Lando.


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