31ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B (verde) 4 NOVEMBRE 2018
«
C
on tutto il tuo cuore». L’esperienza di Dio nella vita del credente è vera nella misura in cui abbraccia tutta la nostra realtà personale, familiare, sociale, spirituale e terrena. La fede tocca tutto il nostro essere e tutto il nostro agire. Non si ama Dio a metà e non si ama il prossimo solo quando ci fa piacere o fino a un certo punto. Il cuore, sede della volontà e della ragione, la mente, luogo dei pensieri da mettere in azione, l’anima, la realtà stessa che siamo e viviamo, indicano la totalità della persona nel suo coinvolgimento con il Signore. Spesso, il nostro cuore è attaccato ad altri idoli, o a noi stessi, al nostro io. La fede è un movimento del cuore che coinvolge la ragione, la libertà, le emozioni, il nostro vissuto personale. È questa l’esperienza che facciamo nella vita quotidiana di Dio, del Vangelo, di Gesù Cristo? Dio non è un optional nella vita del credente, ma il centro della sua esistenza. Perché Dio è il Dio della vita, l’Onnipotente, il Signore del cielo e della terra, colui che fa risuscitare i morti e ci libera dal male. L’Eucaristia che celebriamo ci aiuti a rimettere il Signore al centro della nostra esistenza e a rendere la nostra fede più coerente, vera, operativa, aperta all’amore per il prossimo e i fratelli.
INNO DI LODE ANTIFONA D’INGRESSO
in piedi
Non abbandonarmi, Signore mio Dio, da me non stare lontano; vieni presto in mio aiuto, Signore, mia salvezza. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. La pace, la carità e la fede da parte di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo, sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito
ATTO PENITENZIALE Cel. Fratelli e sorelle, «il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore»: liberiamo il cuore da ogni forma di idolatria e con umiltà chiediamo perdono al Padre dei nostri peccati. (Breve pausa di silenzio) Cel. Pietà di noi, Signore. Ass. Contro di te abbiamo peccato Cel. Mostraci, Signore, la tua misericordia. Ass. E donaci la tua salvezza Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen Cel. Signore pietà Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, pietà Ass. Cristo, pietà Cel. Signore pietà Ass. Signore, pietà
Cel. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen.
COLLETTA Cel. Dio onnipotente e misericordioso, tu solo puoi dare ai tuoi fedeli il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa’ che camminiamo senza ostacoli verso i beni da te promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen Oppure Cel. O Dio, tu sei l’unico Signore e non c’è altro Dio all’infuori di te; donaci la grazie dell’ascolto, perché i cuori, i sensi e le menti si aprano alla sola parola che salva, il Vangelo del tuo Figlio, nostro sommo ed eterno sacerdote. Egli è Dio, e vive e regna con te... Ass. Amen
La prima lettura ci porta al cuore della Legge d’Israele: l’amore e la fedeltà all’unico Dio che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto. Il primo atteggiamento autentico del credente è quello dell’ascolto efficace, dell’attenzione alla Parola del Signore che cambia la vita di quanti si mettono sul suo sentiero. Il peccato d’Israele consiste nel dimenticare la Legge del Signore, cioè tutti i benefici che Dio ha operato per il popolo. È nel cuore che Israele deve sperimentare la presenza e l’azione del Signore. La seconda lettura afferma che Cristo è la sintesi e la perfezione dei vari sacerdozi: alla loro temporalità egli oppone la sua eternità; alla loro debolezza umana egli oppone la sua totale santità; alla loro reiterabilità e insufficienza egli oppone la sua totalità e unicità. Per questo, Cristo è la radice insostituibile e unica della nostra salvezza, della storia definitiva in cui siamo immessi. L’amore di Cristo sacerdote genera la nuova umanità con il suo nuovo amore e la sua nuova esistenza. Il Vangelo fa sintesi di tutta la Legge d’Israele e apre uno spiraglio nuovo nella comunità dei credenti: l’amore per Dio è l’amore per il prossimo e viceversa. Si tratta di un’esperienza totalizzante, che coinvolge ogni aspetto della nostra esistenza: cuore, mente, corpo, anima, spirito, forza, coscienza, etc… Cristo non vuole offrire schemi scalari di valori, ma portare il credente alla radice e all’essenza di ogni esperienza religiosa. Non vuole imporre un codice, adempiuto il quale, l’uomo possa stare tranquillo, sicuro della salvezza, ma offrire un’impostazione radicale sotto la quale vivere ogni gesto, ogni impegno e qualsiasi risposta, religiosa e umana. PRIMA LETTURA Seduti Dal libro del Deuteronòmio (6,2-6)
Mosè parlò al popolo dicendo: 2«Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni. 3 Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. 4Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. 5 Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. 6Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore». Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
SALMO RESPONSORIALE
(Sal 17)
Rit. Ti amo, Signore, mia forza
Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore. Rit. Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. Invoco il Signore, degno di lode, e sarò salvato dai miei nemici. Rit. Viva il Signore e benedetta la mia roccia, sia esaltato il Dio della mia salvezza. Egli concede al suo re grandi vittorie, si mostra Rit. fedele al suo consacrato.
SECONDA LETTURA Dalla lettera agli Ebrei (7,23-28) 23 Fratelli, [nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. 24 Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. 25 Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore. 26Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. 27Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. 28La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
CANTO AL VANGELO
in piedi
Alleluia, alleluia. Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Alleluia. VANGELO Dal Vangelo secondo Marco (12,28b-34)
Ass. Gloria a te, o Signore 28 In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la
tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. 31 Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 32 Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 34 Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo
PROFESSIONE DI FEDE
in piedi
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, (si china il capo) e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
2. Perché i governanti dei popoli agiscano a favore delle famiglie più deboli e a vantaggio degli orfani e dei bambini abbandonati, preghiamo. 3. Perché nella vita di ogni giorno sappiamo testimoniare concretamente che il Signore è il nostro Dio e che il nostro cuore è legato solo a lui, preghiamo. 4. Perché l’Eucaristia che celebriamo ci aiuti a essere più generosi e disponibili nei confronti del nostro prossimo, delle persone che hanno bisogno di aiuto concreto, materiale e spirituale, preghiamo. Intenzioni della comunità locale Cel. O Padre, fonte della vita, accogli la preghiera di questa comunità che ti cerca con amore sincero; donaci una fede pura e retta, che ci permetta di lodarti e ringraziarti ogni giorno per i prodigi che compi in mezzo a noi. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
SULLE OFFERTE
in piedi
Cel. Questo sacrificio che la Chiesa ti offre, Signore, salga a te come offerta pura e santa, e ottenga a noi la pienezza della tua misericordia. Per Cristo... Ass. Amen
PREFAZIO DELLE DOMENICHE VI Il pegno della Pasqua eterna È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno, dal quale tutto l’universo riceve esistenza, energia e vita. Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra è un dono sempre nuovo del tuo amore per noi, e un pegno della vita immortale, poiché possediamo fin da ora le primizie del tuo Spirito, nel quale hai risuscitato Gesù Cristo dai morte, e viviamo nell’attesa che si compia la beata speranza nella Pasqua eterna del tuo regno. Per questo mistero di salvezza, insieme agli angeli e ai santi, cantiamo a una sola voce l’inno della tua gloria.
PREGHIERA DEI FEDELI
MISTERO DELLA FEDE
Cel. Carissimi, il Signore è il nostro unico Dio: chiediamogli la grazia di ascoltare la sua Parola di vita con fedeltà e tanta umiltà. Lettore Diciamo con fiducia: Ass. DONACI, SIGNORE, DI ACCOGLIERE LA TUA PAROLA! 1. Perché la Chiesa si lasci ogni giorno illuminare e purificare dal Vangelo di Gesù Cristo, preghiamo.
Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta.
PREGHIERA DEL SIGNORE Cel. Il Signore ci ha donato il suo Spirito. Con la fiducia e la libertà dei figli diciamo insieme. Tutti: Padre nostro...
SCAMBIO DELLA PACE Cel. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.
FRAZIONE DEL PANE Cel. Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE Tu mi indichi il sentiero della vita, Signore, gioia piena nella tua presenza. Oppure Dice il Signore: «Come il Padre che ha la vita ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me». Oppure «Il Signore Dio nostro è l’unico: lo amerai con tutto il cuore».
DOPO LA COMUNIONE
in piedi
Cel. Continua in noi, o Dio, la tua opera di salvezza, perché i sacramenti che ci nutrono in questa vita ci preparino a ricevere i beni promessi. Per Cristo nostro Signore. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio ✠ e Spirito Santo. Ass. Amen Cel. Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace. Ass. Rendiamo grazie a Dio Attualizzare la Parola Non c’è comandamento più grande dell’amore: per Dio e per il prossimo. Quando c’è l’amore, il dono di sé, allora il culto è vero, autentico, efficace. Ogni rito, qualsiasi atto di culto, perderebbe significato se non venisse da un cuore che ama Dio e ama il prossimo. Non crediamo che basti fare delle liturgie per essere graditi a Dio ed essere salvati. A Dio importa anzitutto la carità. Certo, dalla liturgia, dall’Eucaristia, presenza del sacrificio della croce, ci viene la possibilità dell’amore. Se comprendiamo questo siamo saggi e siamo vicini al Regno.
Poveri nel cuore «Il Vangelo ci invita a riconoscere la verità del nostro cuore, per vedere dove riponiamo la sicurezza della nostra vita. Normalmente il ric-co si sente sicuro con le sue ricchezze, e pensa che quando esse sono in pericolo, tutto il senso della sua vita sulla terra si sgretola. Gesù stesso ce l’ha detto nella parabola del ricco stolto, parlando di quell’uomo sicuro di sé che, come uno sciocco, non pensava che poteva morire quello stesso giorno (cf. Lc 12,16-21). Le ricchezze non ti assicurano nulla. Anzi, quando il cuore si sente ricco, è talmente soddisfatto di sé stesso che non ha spazio per la Parola di Dio, per amare i fratelli, né per godere delle cose più importanti della vita. Così si priva dei beni più grandi. Per questo Gesù chiama beati i poveri in spirito, che hanno il cuore povero, in cui può entrare il Signore con la sua costante novità […]. Luca non parla di una povertà “di spirito” ma di essere «poveri» e basta (cf. Lc 6,20), e così ci invita anche a un’esistenza austera e spoglia. In questo modo, ci chiama a condividere la vita dei più bisognosi, la vita che hanno condotto gli Apostoli e in definitiva a conformarci a Gesù, che “da ricco che era, si è fatto povero” (2Cor 8,9). Essere poveri nel cuore, questo è santità» (FRANCESCO, Esortazione apostolica Gaudete et exsultate [19-3-2018], nn. 67-70). A Gesù Signore Gesù Cristo, ti preghiamo di donarci l’amore a te e al prossimo, di farci figli della luce, di difenderci dalle cadute del peccato e dalle tentazioni del maligno, perché possiamo meritare di ascendere alla luce gloriosa del tuo volto. Con il tuo aiuto, tu che sei benedetto e glorioso nei secoli dei secoli. Amen.
La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco - Dir. P. Edoardo Scognamiglio - Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Telefax 0823434779; Cell. 3472968637. E-mail: edosc@libero.it - CCP 11298809. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Realizzazione grafica di Boutros Naaman, testi musicali di Domenico Lando.