4ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C (verde) 3 FEBBRAIO 2019 41ª GIORNATA PER LA VITA
«
I
o sono con te per salvarti». La forza di un profeta è la certezza che Dio lo difende come scudo, lo protegge, l’accompagna nel suo cammino, in mezzo alle prove e alle difficoltà della vita. Spesso, i profeti subiscono ostilità e trovano resistenze proprio tra la loro gente. È successo così anche a Gesù, allo stesso profeta Geremìa che ben rappresenta la sorte dell’innocente perseguitato, di quei santi di Dio che con la vita hanno annunciato e vissuto la fede nel Signore. Dio è con noi, accanto a noi, come baluardo, come muro di cinta: egli ci fortifica, non permette che noi vacilliamo nelle avversità e nelle lotte. È una questione di fede, ossia di fiducia nel Signore, d’intimità con Dio. L’Eucaristia che celebriamo è una supplica che la Chiesa rivolge al suo Signore per i tanti martiri perseguitati, per tutti coloro che, per il nome del Signore e per la ricerca della giustizia e la denuncia del male, subiscono soprusi, violenze, maltrattamenti, fino a perdere la vita.
INNO DI LODE ANTIFONA D’INGRESSO
in piedi
Salvaci, Signore Dio nostro, e raccoglici da tutti i popoli, perché proclamiamo il tuo santo nome e ci gloriamo della tua lode. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. Fratelli, eletti secondo la prescienza di Dio Padre mediante la santificazione dello Spirito per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue, grazia e pace in abbondanza a tutti voi. Ass. E con il tuo spirito
ATTO PENITENZIALE Cel. All’inizio di questa celebrazione eucaristica, chiediamo la conversione del cuore, fonte di riconciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli. (Breve pausa di silenzio) Cel. Pietà di noi, Signore. Ass. Contro di te abbiamo peccato Cel. Mostraci, Signore, la tua misericordia. Ass. E donaci la tua salvezza Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen Cel. Signore, pietà Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, pietà Ass. Cristo, pietà Cel. Signore, pietà Ass. Signore, pietà
Cel. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen.
COLLETTA Cel. Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Ass. Amen Oppure Cel. O Dio, che nel profeta accolto dai pagani e rifiutato in patria manifesti il dramma dell’umanità che accetta o respinge la tua salvezza, fa’ che nella tua Chiesa non venga meno il coraggio dell’annunzio missionario del Vangelo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Ass. Amen
La prima lettura descrive la vocazione e la missione profetica di Geremìa. Essa implica un triplice fascio di rapporti: con Dio, con i destinatari della missione, di Dio con il popolo d’Israele. Da sempre il profeta è conosciuto e protetto dal Signore: il suo compito sarà tragico, segnato dalla prova, dalla sofferenza, dal rifiuto. Dio, però, sostiene il suo servo. La seconda lettura è un’esaltazione della carità nei confronti degli altri valori e carismi anche più alti, in se stessa, nella sua definitiva ed eterna stabilità e permanenza. Si possono avere tutti i doni più eccellenti, se manca la carità, la vita è fallimento. Si può essere privi di tutti gli altri doni, se vi è la carità con essa vi è l’unione con Dio, la salvezza per sempre. Il Vangelo descrive Gesù in un momento difficile del suo ministero, che è proprio agli inizi. Egli viene rifiutato da quelli del suo paese, presso i quali trova ostilità, diffidenza, incredulità. Come Geremìa, Gesù vive una situazione drammatica: è rifiutato e incompreso proprio dalla sua gente. PRIMA LETTURA Seduti
Dal libro del profeta Geremìa
(1,4-5.17-19)
Nei giorni del re Giosìa, 4mi fu rivolta questa parola del Signore: 5«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni. 17Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro. 18Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. 19Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti». Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio SALMO RESPONSORIALE (Sal 70) Rit. La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza
In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. Per la tua giustizia, liberami e difendimi, tendi a me il tuo orecchio e salvami. Rit. Sii tu la mia roccia, una dimora sempre
accessibile; hai deciso di darmi salvezza: davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. Rit. Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre sei tu il mio sosteRit. gno. La mia bocca racconterà la tua giustizia, ogni giorno la tua salvezza. Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito e oggi ancora Rit. proclamo le tue meraviglie.
SECONDA LETTURA
Dalla prima lettera di san Paolo (12,31 - 13,13) apostolo ai Corìnzi [forma breve 13,4-13]
[Fratelli,] 31desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. 1Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. 2E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. 3E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. [4La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, 5non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 7 Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. 9Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11 Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. 12Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. 13Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!] Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
CANTO AL VANGELO
in piedi
Alleluia, alleluia. Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione. Alleluia.
VANGELO Dal Vangelo secondo Luca
(4,21-30)
Ass. Gloria a te, o Signore In quel tempo, Gesù cominciò 21a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». 28 All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo
PROFESSIONE DI FEDE
in piedi
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, (si china il capo) e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo,
siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI Cel. Fratelli e sorelle, la carità non avrà mai fine: con cuore fiducioso eleviamo al Padre buono e misericordioso le nostre suppliche. Lettore Diciamo insieme: Ass. PADRE, FONTE DELLA VITA, ASCOLTACI! 1. Perché il Signore Gesù sostenga il Santo Padre nell’annuncio coraggioso e fedele del Vangelo, buona notizia per chi è solo e si sente smarrito, preghiamo. 2. Perché i governanti delle nazioni sappiano agire con giustizia e carità, legiferando a favore delle famiglie più deboli e delle persone più emarginate, preghiamo. 3. Perché gli operatori sanitari svolgano il loro compito con profonda umanità e competenza, difendendo la vita fin dal suo concepimento, preghiamo. 4. Perché ogni cristiano testimoni con le opere di carità e di misericordia la propria fede nel Signore crocifisso e risorto, preghiamo. 5. Perché l’Eucaristia che celebriamo ci liberi da ogni divisione e ci doni la forza di perdonarci gli uni gli altri, nella speranza di creare sempre più un clima fraterno in mezzo a noi, preghiamo. Intenzioni della comunità locale Cel. O Padre, tu che sei buono e misericordioso verso tutti, accogli la preghiera di questa comunità che ti cerca con cuore sincero; fa’ che lo Spirito Santo illumini ancora le nostre famiglie affinché ogni cristiano riconosca che tu sei il Dio della vita. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
SULLE OFFERTE
in piedi
Cel. Accogli con bontà, o Signore, questi doni che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull’altare, e trasformali in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
PREFAZIO DELLE DOMENICHE VIII L’avete fatto a me La Chiesa radunata nel vincolo della Trinità È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Con il sangue del tuo Figlio e la potenza dello Spirito tu hai ricostituito l’unità della famiglia umana disgregata dal peccato, perché il tuo popolo, radunato nel vincolo di amore della Trinità, a lode e gloria della tua multiforme sapienza, formi la Chiesa, corpo del Cristo e tempio vivo dello Spirito. Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE Fa’ risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto, e salvami per la tua misericordia. Che io non resti confuso, Signore, perché ti ho invocato. Oppure «Oggi si è adempiuta la Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
DOPO LA COMUNIONE
in piedi
Cel. O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa’ che per la forza di questo sacramento, sorgente inesauribile di salvezza, la vera fede si estenda sino ai confini della terra. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Ass. Amen Figlio ✠ e Spirito Santo. Cel. La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace. Ass. Rendiamo grazie a Dio Attualizzare la Parola Quando non c’è fede, Gesù non fa i miracoli. Così nella sua patria, dove i compaesani guardano con scetticismo il figlio di Giuseppe e chiudono il cuore al mistero di Cristo. Abbiamo fede? Sappiamo riconoscere veramente in Gesù il Figlio di Dio morto e risorto per noi? Ci rendiamo conto che Gesù è ben più di un grande uomo o profeta e che non può essere usato a nostro piacere e consumo? Il Vangelo ci chiede di accogliere Gesù nella sua umiltà e semplicità, senza cercare i grandi prodigi.
«È una coincidenza che Gesù osa fare, direi con sorprendente grandezza e bontà, di mettersi al posto del fratello più piccolo, più bisognoso, più sofferente, più degradato, e dire: “l’avete fatto a me”. Questa – direi – “incarnazione” mistica di Gesù nel povero, nel misero, è una cosa veramente fra le cose più luminose e più istruttive del Vangelo. D’altronde Gesù pone l’amore vicendevole come la caratteristica specifica dei suoi discepoli. È questo il comandamento antico e nuovo, come afferma l’evangelista san Giovanni, il quale scrive: “Chi ama il fratello dimora nella luce” (1Gv 2,10). Qualcuno di voi può dire: “io non ho mai incontrato Gesù”. Se voi avete incontrato veramente col cuore e con la comprensione della carità il povero, voi avete incontrato Gesù! Noi auspichiamo che tutti i nostri figli sappiano ascoltare il gemito e il lamento – e talvolta sono gemiti flebili, che appena si fanno ascoltare, e talvolta sono invece urla, che indignano e che suggerirebbero di cacciarsi contro questi fratelli indegni – e invece bisogna saperli ascoltare, perché sono anch’essi coloro che soffrono, sono anch’essi coloro che hanno fame, sono anch’essi coloro che sono soli, perché tutti, nella pace, nella concordia e nella solidarietà, possano vivere e realizzare la loro dignità di uomini e di figli di Dio» (PAOLO VI, Discorso del 6-5-1978).
L’amore non ha fine Nella Prima Lettera ai Corinzi, Paolo mostra la “via” della perfezione che non consiste nel possedere qualità eccezionali: parlare lingue nuove, conoscere tutti i misteri, avere una fede prodigiosa o compiere gesti eroici. Consiste invece nella carità – agape – cioè nell’amore autentico, quello che Dio ci ha rivelato in Gesù Cristo. La carità è il dono “più grande”, che dà valore a tutti gli altri, eppure “non si vanta, non si gonfia d’orgoglio”, anzi, “si rallegra della verità” e del bene altrui. Chi ama veramente “non cerca il proprio interesse”, “non tiene conto del male ricevuto”, “tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (cf. 1Cor 13,4-7). Alla fine, quando ci incontreremo faccia a faccia con Dio, tutti gli altri doni verranno meno; l’unico che rimarrà in eterno sarà la carità, perché Dio è amore e noi saremo simili a lui, in comunione perfetta con lui.
La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco - Commenti a cura di E. Scognamiglio Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Telefax 0823434779; Cell. 3472968637. E-mail: lapasqua@hotmail.com - CCP 11298809. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Grafica di Boutros Naaman, testi musicali di Domenico Lando.