5ª DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B (viola) 18 MARZO 2018
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C
hi ama la propria vita la perde». “Amare”, per Gesù, è “donare” completamente la vita, senza trattenere nulla per sé! Il vero volto di Gesù, che alcuni pagani vogliono vedere mentre sono a Gerusalemme, è consegnato nella metafora del chicco di grano che, per moltiplicarsi, deve anzitutto morire. È il volto del Cristo sofferente, turbato dalla morte, dalla stessa Croce. “Cadere sulla terra”, fino a sporcarsi non solo le mani, ma tutto il corpo, sopraffatto dalla polvere, è la via da seguire per essere concretamente discepoli di Gesù. Quando amiamo troppo noi stessi, viviamo come dei ripiegati, lontani dal mondo, chiusi a ogni incontro, privati di qualsiasi gesto di amicizia, di generosità, di dono. Il chicco di grano segue la logica della caduta, dell’interrarsi, del lasciarsi soffocare dalle zolle di terra, dalla polvere e dai sassi. È la logica dell’incarnazione di Dio, quasi una sorta di legge gravitazionale che ci attira verso il basso, la kenosis. È lo stile di Gesù, servo obbediente del Padre. Solo così potremo mettere radici e rigenerarci. “Amare”, sembra dirci Gesù, non è “guardarsi negli occhi e sospirare”! “Amare” è, per Gesù, dire all’altro “tu non morirai”, perché “io darò la vita per te”. “Amare”, per i discepoli, consiste nel ripetersi gli uni agli altri: è “prendersi per mano e camminare assieme verso la stessa meta”! L’Eucaristia che celebriamo ci porta oggi a Gerusalemme e fa scorgere il senso autentico della Pasqua: dare la vita per tutti, morire per la salvezza del mondo.
ANTIFONA D’INGRESSO
in piedi
Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa contro gente senza pietà; salvami dall’uomo ingiusto e malvagio, perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito
ATTO PENITENZIALE Cel. Carissimi, Gesù Cristo intercede per noi presso il Padre: egli imparò l’obbedienza da ciò che patì. Certi della sua misericordia, apriamo i nostri cuori al perdono e confessiamo ogni nostra colpa. (Breve pausa di silenzio) Cel. Signore, tu che sei la nuova alleanza stipulata sulla Croce, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, tu che ti sei completamente abbandonato alla volontà del Padre, abbi pietà di noi. Ass. Cristo, pietà
Cel. Signore, che ci chiami a seguirti e a donare la vita come il chicco di grano caduto in terra, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen Non si dice il Gloria
COLLETTA Cel. Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Egli è Dio, e vive e regna con te... Ass. Amen Oppure: Cel. Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza, si è fatto obbediente fino alla morte di croce; fa’ che nelle prove della vita partecipiamo intimamente alla sua passione redentrice, per avere la fecondità del seme che muore ed essere accolti come tua messe nel regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen La prima lettura propone arditamente il superamento dell’antico patto sinaitico per una nuova
alleanza con il Signore. Il patto è nuovo perché inscritto nei cuori. La seconda lettura offre un vero trattato cristologico: la passione del Signore è descritta secondo la categoria del sacrificio; è un’offerta totale di se stesso, un’offerta combattuta, sostenuta, però, da una profonda adesione alla volontà del Padre. Il Vangelo presenta l’ora della Croce, della Pasqua. Essa è presentata in questa pagina con sette espressioni e simboli diversi: il chicco di grano, il perdereodiare la vita, la glorificazione, l’elevazione-esaltazione, la voce dal cielo, il giudizio, la morte. PRIMA LETTURA Seduti
Dal libro del profeta Geremìa (31,31-34)
Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore -, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. 32 Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. 33 Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni - oracolo del Signore -: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 34 Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande - oracolo del Signore -, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato». Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio 31
SALMO RESPONSORIALE
(Sal 50)
Rit. Crea in me, o Dio, un cuore puro
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. Rit. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. Rit. Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. Rit.
SECONDA LETTURA Dalla lettera agli Ebrei (5,7-9) Cristo, 7nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. 8 Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì 9e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
CANTO AL VANGELO
in piedi
Lode e onore a te, Signore Gesù! Se uno mi vuole servire, mi segua, dice il Signore, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Lode e onore a te, Signore Gesù!
VANGELO Dal Vangelo secondo Giovanni (12,20-33)
Ass. Gloria a te, o Signore In quel tempo, 20tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22 Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23 Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27 Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28 Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30 Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire. Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo
PROFESSIONE DI FEDE
in piedi
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, (si china il capo) e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI Cel. Carissimi, il Padre onnipotente ascolta sempre la voce del Figlio che si è fatto obbediente fino alla morte di Croce. Per questo, fiduciosi nell’intercessione di Gesù, vero Dio e vero uomo, rivolgiamo al Padre le nostre intenzioni e la preghiera di tutta la Chiesa. Lettore Diciamo con fiducia: Ass. PADRE, FONTE DELLA VITA, ASCOLTACI! 1. Per il Papa, i Vescovi e i Presbìteri. Perché, sostenuti nell’annuncio del Vangelo dalla grazia dello Spirito Santo, testimonino al mondo che Gesù è il volto misericordioso del Padre ed è risuscitato dai morti, preghiamo. 2. Per la pace tra le Nazioni. Il Signore Gesù, che ha offerto la sua vita per la salvezza del mondo, susciti tra i popoli persone di buona volontà per governare i popoli con giustizia e rettitudine, nello spirito della fratellanza universale, preghiamo. 3. Per gli ammalati e per quanti sono provati nello spirito. Perché, sull’esempio di Gesù, offrendo a Dio preghiere e suppliche, siano liberàti dal male e possano così sentirsi consolati e guariti, preghiamo.
4. Per noi qui riuniti. Perché, in questo itinerario di Quaresima, il Signore Gesù ci conceda di riscoprire la bellezza del Battesimo e la forza del sacramento della Riconciliazione, nella speranza di giungere alla Santa Pasqua rinnovàti nel corpo e nello spirito, preghiamo. Intenzioni della comunità locale Cel. O Padre, tu che sei buono e misericordioso verso tutti, accogli la preghiera di questa comunità che t’invoca con cuore sincero; fa’ che la Chiesa si rinnovi nel tuo amore e nella forza del tuo perdono, affinché, purificati nell’intimo, ognuno di noi ti renda lode con cuore generoso e palpitante. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
SULLE OFFERTE
in piedi
Cel. Esaudisci, Signore, le nostre preghiere: tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede, trasformaci con la potenza di questo sacrificio. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
PREFAZIO DI QUARESIMA III I frutti della penitenza È veramente cosa buona e giusta, innalzare un inno a te, Padre onnipotente, e cantare insieme la tua lode. Tu vuoi che ti glorifichiamo con le opere della penitenza quaresimale, perché la vittoria sul nostro egoismo ci renda disponibili alle necessità dei poveri, a imitazione di Cristo tuo Figlio, nostro salvatore. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l’inno della tua gloria.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto».
DOPO LA COMUNIONE
in piedi
Cel. Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo, poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Ass. Amen Figlio ✠ e Spirito Santo. Cel. Nel nome di Cristo, andate in pace! Ass. Rendiamo grazie a Dio
Attualizzare la Parola Affinché Dio possa creare in noi dei cuori puri è indispensabile aprirsi alla logica della Croce, ossia allo stile di vita che Gesù concretamente ha avuto. Egli si è donato per il bene dei fratelli senza riserve, obbedendo in tutto alla volontà del Padre. Ha vissuto la sua morte di Croce come abbandono, consegna fiduciosa, nelle mani del Padre. Siamo in grado di vivere così ogni giorno della nostra esistenza terrena? Non è vero che troppo spesso siamo chiusi in noi stessi, ripiegati sui nostri personali bisogni, dimenticandoci degli altri, soprattutto delle necessità dei più poveri? Quali sono i gesti concreti di carità e di generosità che in questo tempo di Quaresima abbiamo compiuto? Generosità «Se sei sano e ricco, allevia il bisogno di chi è malato e povero; se non sei caduto, soccorri chi è caduto e vive nella sofferenza; se sei lieto, consola chi è triste; se sei fortunato, aiuta chi è morso dalla sventura. Da’ a Dio una prova di riconoscenza, perché sei uno di quelli che possono beneficare, e non di quelli che hanno bisogno di essere beneficati [… ]. Sii ricco non solo di beni, ma anche di pietà; non solo di oro, ma di virtù, o meglio, di questa sola. Supera la fama del tuo prossimo mostrandoti più buono di tutti; renditi Dio per lo sventurato, imitando la misericordia di Dio» (san Gregorio di Nazianzo, Discorso 14,26). Lievito di fraternità Contemplando il Cristo, che ha assunto il volto dell’uomo, a partire da quello più abbandonato, il ministro ordinato accosta le persone con umiltà e gratuità, attento a cogliere in ogni dimensione umana un’attesa a cui la speranza cristiana è chiamata a offrire risposte. Tale spessore d’umanità si forma vivendo con cuore aperto e sincero le relazioni quotidiane. Occorrono testimoni capaci di riscaldare il cuore alla gente, di camminare nella notte con loro, di dialogare con le loro illusioni e delusioni senza disperdersi e precipitare nell’amarezza, di toccare e ricomporre le disintegrazioni altrui senza lasciarsi sciogliere e scomporsi nella propria identità.
Verso la passione di Gesù
Siamo in cammino verso la passione di Gesù, l’ora della sua glorificazione, ossia la morte di Croce. Lo svuotamento-abbassamento di Cristo Gesù ha come premessa la libertà del Figlio di Dio che non si tira indietro dinanzi alla possibilità della croce e della morte infame. Dio è “fuori uscito” da se stesso nel Verbo senza alcun rimpianto o paura, né riserve o pregiudizi, facendo propria la condizione di chi è nel tempo, sotto la legge, ossia appartenente al mondo, secondo la realtà fattuale di ognuno di noi. La Lettera agli Ebrei è cosciente di questa fragilità di Gesù quando afferma che «non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato» (4,15). Di fatti, Gesù sulla croce grida a gran voce (cf. Lc 23,46) e suda sangue (cf. Lc 22,44). In quel momento, il carattere contro natura della morte che egli sperimenta nella sua solidarietà con noi gli appare atroce, in una lacerazione per noi inconcepibile, essendo egli il solo totalmente vivente. Egli morendo in croce misura e assume in sé l’abisso dell’umanità separata e seppellita nella morte. Quella morte non gli viene dal suo essere ma dalla volontà del Padre alla quale aderisce con tutta la sua volontà umana, nel suo amore per noi e per il Padre. Se noi ci troviamo nell’inferno della morte, in una vita morta, Cristo si è trovato nella morte perché volontariamente disceso agli inferi. In Cristo, Dio ha sofferto umanamente la morte nella carne, e ha sofferto umanamente tutte le nostre agonie, tutte le nostre morti.
La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco - Dir. P. Edoardo Scognamiglio - Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Telefax 0823434779; Cell. 3472968637. E-mail: edosc@libero.it - CCP 11298809. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Realizzazione grafica di Boutros Naaman, testi musicali di Domenico Lando.