Il miracolo delle acque ipertermali lungo la strada del benessere dei Colli Euganei Scritto da Maddalena Pasquariello
Vedere Venezia, la sua laguna e morire? Non fino a rivedere Padova e le sue colline, località di villeggiatura dell'aristocrazia veneziana fin dal Rinascimento. Con un centinaio di luoghi di cura, è la regione vulcanica di Padova ad ospitare la più grande stazione termale d'Europa. Quaranta piccoli vulcani coperti da una foresta emergente della verde pianura, nonché palazzi e graziosi villaggi circondati da vigneti e ulivi. Una vera e propria intima Toscana! Ma queste isole di natura e storia contengono un altro tesoro: sgorgando dal ventre della terra, queste acque miracolose sono il segno distintivo dell'antichità deiColli Euganei. Recarsi in questi luoghi e prendere le acque è una religione. “L’Acqua che sgorga dal Fuoco” che “senza danno fa recuperare il perduto vigore e si placa per il sofferente, che ritorna alla salute, la malattia” così Claudiano definiva nel IV secolo d.c. la magia sprigionata dallo sgorgare di acque a 87°C dal sottosuolo euganeo che, come sottolineato verso il VI secolo da Cassiodoro, portano diletto e salute: non solo un delizioso piacere, ma anche una benefica medicina. Immergetevi nelle origini
Riconosciuta per i suoi poteri curativi dai Romani, questa stazione termale è unica al mondo, ora passata al rango di acque "ipertermali" grazie alla ineguagliabile
concentrazione di sali minerali (da 5 a 6 grammi per litro), impiegate per lenire il dolore, rigenerare il tessuto e promuovere la ricostruzione ossea. In questo suggestivo scenario si staglia il Giardino di Vanlanzibio: la parte più segreta della storia, quella che può sfuggire agli occhi calamitati dalla bellezza degli alberi secolari, è il percorso di purificazione che il giardino nasconde. Il labirinto dunque, il percorso di purificazione: studiato a metà dei Seicento dall'architetto e fontaniere pontificio Luigi Bernini (fratello del più famoso Gian Lorenzo), il giardino nacque per un voto, come allora si usava: Dio protesse la nobile famiglia veneziana Barbarigo dalla peste e loro in cambio allestirono, accanto alla villa di famiglia ai piedi dei Colli Euganei, un giardino allegorico in grado di donare ai suoi ospiti un viaggio spirituale dentro di sé. I
l Portale di Diana, l'ingresso al Giardino e alla Villa di Valsanzibio: la fede si legge ovunque, nelle 140 sculture allegoriche, nei sette trabocchetti - sette come i vizi capitali che costellano le strade tortuose del labirinto, nella grotta dell'eremita, dove fermarsi a meditare, nell'isola circondata da un fossato, dove conigli, pesci e uccelli vivono apparentemente liberi ma in realtà prigionieri rispettivamente dei confini dell'isola, del fossato e della voliera: simbolo dunque della condizione umana. Sui sette gradini che compongono la scalinata di accesso alla villa è scolpito un sonetto che inneggia alla natura incontaminata e all’amore: una sorta di “scala verso il cielo” come quella che sogna Giacobbe. Questo dipinto del Rinascimento “en plein air” continua ad esercitare il suo potere, invitando ognuno di noi ad immergerci nella bellezza. L'anima resta affascinata, purificata e riempita con nuove prospettive. Borghi medievali, il Parco Regionale dei Colli Euganei ed eleganti ville venete, circondate da un paesaggio collinare-agrario, sono gli ingredienti di questa singolare osmosi tra architettura, arte e natura. Info: Parco Regionale dei Colli Euganei, tel. 0429 632911 - www.parcocollieuganei.com