#24 Summer 2011

Page 1

redazione@passvr.it www.passvr.it

anno 6 numero 24 estate 2011

PASS IL MAGAZINE DEGLI STUDENTI DELL’UNIVERSITÀ DI VERONA

in questo numero... DIOTIMA

Una comunità filosofica femminile

BLOCCO STUDENTESCO

Intervista ad Alessandro Gandini e Martina Poli

ATZANTÙ

Dialogo d’arte con Enrico Giovanazzi e Lautaro Martinez

IN PUNTA DI BLUES

Direttamente dagli USA: intervista a Laura Mayer, musicista errante

IL PORNO È FEMMINA

Nuovo cinema per adulte, femminile e femminista

L’ESERCITO DEL SURF E GENERAZIONE GROUPON Social network del divano e shopping low cost collettivo


PASSATENEO DIOTIMA: UNA COMUNITÀ FILOSOFICA FEMMINILE Intervista alla Docente Chiara Zamboni........................................ 4/5 BLOCCO STUDENTESCO Intervista ad Alessandro Gandini e Martina Poli................................ 6 LANIAC: LABORATORIO DI ANALISI NON INVASIVE DELLE OPERE La diagnosi speciale di un Dottore d’Arte......................................... 7 FESTA DI FINE ANNO A SCIENZE Accorrete gente!............................................................................ 7

PASSWORLD Fiori di Pace esperienza di dialogo fra israeliani e palestinesi............................... 8 PERCHÉ BERLINO? Racconto di due berlinesi per adozione........................................... 9 QUESTIONE DI PACE Israele e Palestina: una guerra senza fine................................. 10/11

PASSATEMPO ARCHEOCLUB NEGRAR L’Archeologia giovane.................................................................. 12 DIALOGO D’ARTE con Enrico Giovanazzi e Lautaro Martinez...................................... 13 MUSICA Summer’s Almost Here + Rock on Babe........................................ 14 Blue Note + Intervista a Laura Meyer............................................ 15 L’ESERCITO DEL SURF Il social network del divano, ai limiti del low cost........................... 16 GENERAZIONE GROUPON Il magico mondo dello shopping low cost collettivo........................ 16 IL PORNO È FEMMINA Il nuovo cinema per adulte, femminile e femminista....................... 17 NUOVE PENNE + CONSIGLI IN PILLOLE Un’associazione culturale e un giovanissimo scrittore.................... 18 NERO REVOLVER Ammazza il tempo....................................................................... 19

E D I TO R I A L E

SOMMARIO

T

ra cinquant’anni. Al tavolo di un caffè. Di una bellezza tremendamente bianca e rugosa. Ricordarci di noi, oggi: passioni, progetti, sogni che puzzano ancora di sudori illibati. E magari gongolare dei nipoti che scrivono su Pass, come sanno fare solo i vecchi che così gratuitamente amano. No, non è una puntata di “La casa nella prateria” questa. Però siamo in vena di qualche sentimentalismo da strapazzo. Quindi, già che ci siamo: GRAZIE. Grazie a Giuliano, grafico lunare, imperturbabile come i pomodori nell’orto il 15 di Luglio, multitasking come l’iphone che ci sarà nel 3027. Lo salutiamo perchè ha deciso di trasferirsi in Patagonia e aprire una scuola di cricket. Esultiamo con lui, ma ci mancherà in quantità industriali. Grazie anche ai redattori, ai ragazzi dell’Accademia Cignaroli e ai super illustratori Giacomo Bagnara, Margherita Mulas e Andrea Dalla Val. E grazie ancora a tutti voi che anche quest’anno ci avete sopportato e supportato. Yep Yep! In bocca al lupo per gli esami, buone vacanze e ricordatevi di mangiare tante curcubitacee!!!

Marta poli

Due parole dalla proprietà di Pass, a proposito dell’ultima rubrica di Nero. Nel numero di maggio è stata presa di mira in modo satirico la nonchalance di alcuni operatori dell’ufficio Prestito della biblioteca Frinzi. Che sia chiaro: Pass ha sempre apprezzato il lavoro e le iniziative culturali della Frinzi, che ci ha sempre sostenuti negli anni. Quelle battute non devono offendere nessuno e se lo hanno fatto sono qui per scusarmene. Riportano solo sul tono della satira alcune situazioni vissute da studenti della redazione. Mi viene in mente la riflessione del grandissimo Fo: il sorriso, e ancora di più il ridere, è l’essenza dell’uomo, non è vero? Lo so, a volte è difficile. Ma ce la possiamo fare. Auguri a tutti! Juliette Ferdinand

PASS

IL MAGAZINE DEGLI STUDENTI DELL’UNIVERSITÀ DI VERONA redazione@passvr.it - www.passvr.it

PRODOTTO CON IL CONTRIBUTO DELL’UNIVERSITÀ DI VERONA

Registrazione Tribunale di Verona N° 1825 R.S. del 27/02/2009 Direttore responsabile: Claudio Gallo Proprietario: Juliette Ferdinand Redazione chiusa il: 23 Maggio 2011 HANNO SCRITTO: Marta Poli, Carolina Pernigo, Federica Rosa, Sara Ferri, Matteo Parussini, Valentina Pizzini, Anna Pini, Federico Longoni, Nicola Piccinelli, Antonella Sartori, Lara Zoppini, Mariasole Castellazzi, Sofia Piacentin, Katia Bonini. FOTONICHE ILLUSTRAZIONI: Margherita Mulas, Giacomo Bagnara e Andrea Dalla Val PROGETTO GRAFICO: (†) Giuliano Fasoli, Silvia Raimondi FOTO DI COPERTINA: "Feto" (2011) di Margherita Mulas Stampa: Tipografia CIERRE - Sommacampagna (VR)

Copyright: Le condizioni di utilizzo di testi e immagini, laddove è stato possibile, sono state concordate con gli autori. Tutti i diritti sono riservati, testi, grafiche e fotografie sono coperte da copyright. Ogni copia degli stessi è illecita. Si ricorda che il contenuto del singolo articolo non definisce il pensiero della redazione e dell’editore. Grazie a tutti coloro che hanno collaborato, ma che sono stati dimenticati nei ringraziamenti.

PASS 2


PRIMO PIANO La scienza del teatro

Il 16 maggio una giornata di studio in onore di Dario Fo e Franca Rame Carolina Pernigo

L’

università di Verona ha ospitato Dario Fo. Una notizia che ha dell’incredibile e che per diverso tempo ha serpeggiato di bocca in bocca, destando entusiasmo e trepidazione negli affollati corridoi del Polo Zanotto. Ovunque, ampi manifesti ad annunciare la partecipazione, in veste di relatori, di importanti personaggi del mondo accademico italiano – approdati per l’occasione da Padova, Ferrara, Roma, Sassari –, ma soprattutto dell’attore (e autore) lombardo e di sua moglie Franca Rame, attrice e coautrice dei suoi testi. Per saperne di più, Pass ha deciso di risalire alla fonte e di porre qualche domanda a Rosanna Brusegan, docente di Filologia romanza nell’Ateneo veronese e organizzatrice del convegno. La professoressa ci accoglie calorosamente nel suo studio, la scrivania completamente ricoperta di locandine e volantini relativi all’evento. Entriamo subito nel vivo del discorso: Quali sono i suoi rapporti con Dario Fo? Conosco Dario Fo da circa trent’anni e ho l’onore di essere sua consulente. Il nostro primo incontro è avvenuto nel 1982, quando lui mi spedì un telegramma per invitarmi alla rappresentazione di Fabulazzo osceno al Teatro Nuovo di Verona. Tutto però era cominciato due anni prima, nel 1980, quando la casa editrice Einaudi gli aveva mandato in omaggio il volume Fabliaux. Racconti francesi medievali curato da me. Da uno di questi brevi testi Fo aveva preso spunto per scrivere La parpàja topola, uno dei brani che compongono Fabulazzo osceno. Da quel momento è iniziato un rapporto di amicizia e collaborazione; lui mi invita sempre ai suoi spettacoli e io trovo sempre molto da imparare. Proprio nel gennaio 2011 sono stata a Milano a rivedere Mistero Buffo. Per quali ragioni, a suo parere, il messaggio di Dario Fo si rivela ancor’oggi così suggestivo e intergenerazionale? Credo che il motivo principale sia che lo strumento di cui si serve, ma soprattutto il modo geniale in cui lo usa, parla a tutti, indi-

fotografie di Luca Rizzotti illustrazione giacomo bagnara

pendentemente da età e nazionalità. Quello di Fo è un linguaggio universale, caratterizzato da un lato da una forte componente di gestualità ed espressività corporea, dall’altro dal grammelot e da altre invenzioni linguistiche basate sull’imitazione degli idiomi più vari e al tempo stesso indipendenti da ognuno di essi; tutto ciò crea una comicità e un rapporto col pubblico straordinari. Inoltre nella sua opera è universale anche il messaggio, un messaggio morale ma non moralistico, incentrato sul tema sempre attuale della dignità dell’uomo. A questo punto ci vuole dire qualcosa su Fo come persona? Dario è una persona che, nonostante la sua grandezza, mette tutti a proprio agio, non crea mai una distanza con l’interlocutore. Il suo rapporto con l’altro è basato sul rispetto, si tratti di bambini, adulti, anziani. Considera tutti al suo stesso livello. Anzi, si può dire che egli stesso rappresenta una lezione di umanità. E anche di umiltà, perché dopo il premio Nobel per la Letteratura del 1997 avrebbe potuto vivere di rendita, mentre invece continua a studiare, cercare, informarsi. Un’ultima domanda: in questo periodo di crisi, come è stato finanziato l’evento? Avere la partecipazione di un personaggio come Dario Fo non deve essere facile… In realtà Dario Fo viene gratuitamente, in nome dell’amicizia che ci lega. L’avevamo già avuto come ospite nel 2004, per la presentazione di un libro sul teatro francese medievale di Adam de la Halle che avevo appena curato, ed anche in quel caso non aveva avuto compensi. D’altra parte lui e Franca Rame portano avanti anche molte iniziative a scopo benefico, nell’ambito di progetti che difendono la dignità minacciata dell’essere umano. Vale infine la pena ricordare che Dario Fo ha devoluto in beneficenza la grossa somma ricevuta col premio Nobel.

3 PASS


Diotima: una comunità Intervista alla docente Chiara Zamboni, portavoce, in quest’occasione, della comunità di Diotima Antonella Sartori e Federica Rosa

C

os’è il movimento delle donne? Che cosa significa essere filosofe? Ha un senso, oggi, marcare una differenza di questo genere? Chiara Zamboni, docente di Filosofia e teoria del linguaggio presso l’Università di Verona, nonché esponente della comunità filosofica femminile di Diotima (che ha il suo centro proprio dentro l’università e vede coinvolte più docenti), ci ha raccontato la storia e le idee di questo gruppo di donne, cosa significa “fare Diotima” e, così facendo, ci ha raccontato anche un pezzetto di lei, delle sue esperienze e del suo pensiero. Quando nasce Diotima, con quali intenti, e da chi viene fondata? Diotima è nata nel 1984 da un gruppo di riflessione che si chiamava Fontana di ferro che si riuniva a Verona, nella via da cui ha preso il nome. All’origine di Diotima vi è una doppia radice, filosofica e politica. Comincerò parlandovi della radice politica. Noi, in questo gruppo, commentavamo un testo della Libreria delle donne di Milano, Più donne che uomini. L’idea centrale di questo foglio politico era che se una donna si vuole muovere in fedeltà al proprio percorso femminile nel mondo, la mediazione femminile è più importante della mediazione maschile. Ovvero, avere dei legami con delle donne permette di agire in sintonia con te stessa in quanto donna, mentre le mediazioni maschili portano fuori da sé, nel mondo della mentalità, della forma culturale, del percorso di riflessione maschile, e si approda così ad una misura che non sta in rapporto dialettico con il proprio essere donna. Se si vuole inventare una certa libertà femminile la si inventa con una donna, non con un uomo. Poi ci si confronta con gli uomini, certo, i quali però stanno su posizioni diverse da quelle femminili. E quindi alla base di questo pensiero c’è la convinzione e la consapevolezza che c’è una peculiarità femminile nel modo di agire nel mondo che è diversa da una peculiarità maschile. Sì, ma questa peculiarità non è già data, non esiste un modello prefissato, la si inventa simbolicamente momento per momento, si tratta di un processo in fieri. Noi vogliamo essere fedeli all’essere donne ma non sapendo che cosa significa, il che indica che è una via di ricerca, una ricerca continua. Non dimentichiamo che tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80 su queste tematiche c’era un grande dibattito all’interno del movimento delle donne. Alcune sostenevano che, per stare nel mondo, andava bene anche una mediazione maschile e questa era la forma dell’emancipazione, per la quale gli uomini hanno offerto alle donne l’eguaglianza con loro. Io trovo stimabili gli uomini che hanno fatto questo passo storico e istituzionale, che però cancella la differenza femminile. Ponendosi dal punto di vista delle donne, forse le donne non vogliono essere uguali agli uomini. Vogliono trovare qualcosa di altro... E per quanto riguarda la radice filosofica? All’interno di questo gruppo abbiamo pensato che quello che aveva-

PASS 4

illustrazione di Margherita Mulas

mo imparato sul fatto che era importante essere donne in fedeltà a se stesse richiedeva anche un pensiero all’interno della filosofia. Tutte noi ci siamo trovate a studiare filosofia accorgendoci che i grandi filosofi e i manuali non parlavano di noi e quindi dovevamo fare una traduzione. Ad esempio, Aristotele dice: “L’uomo è un animale razionale” e tutte le studentesse traducono: “L’uomo e la donna sono animali razionali”, ma non c’è scritto nel testo! È una forma che le donne adoperano per far in modo che la filosofia parli anche per loro. Ma effettivamente i filosofi per tantissimo tempo hanno pensato di parlare davvero soltanto degli uomini. Diotima è nata con questa questione specifica: come stare all’interno della filosofia e come articolare il pensiero filosofico per le donne e per gli uomini a partire da una differenza, chiedendo agli uomini una riflessione a loro volta. Insomma avremmo dovuto anche provocare gli uomini a pensarsi non più dentro la categoria di uomo universale di Aristotele, ma di uomo nella propria differenza. Questa era la nostra scommessa filosofica. Abbiamo aperto questa comunità all’interno dell’Ateneo in forma interdipartimentale, ci sono infatti docenti sia di Filosofia che di Scienze della formazione e poi vi sono anche donne che lavorano in altri luoghi. Ciò che accomuna le donne che partecipano è la passione per la filosofia intesa come forma di ricerca della verità a partire dall’esserci in fedeltà all’essere donna.


filosofica femminile Vorrei aggiungere che noi ci siamo chiamate ‘comunità’ e non ‘gruppo’ perché questo termine richiamava l’idea di certe comunità monastiche medievali di donne create all’interno delle città delle Fiandre, di Colonia, della Francia, del nord Italia. Nel Medioevo le donne avevano come destino o il matrimonio o il monastero, più o meno, invece per più di un secolo hanno creato queste comunità dove si mantenevano, leggevano direttamente i testi sacri e facevano attività pia. Insomma abbiamo scelto un termine che creasse una genealogia con donne del passato che avevano dato vita a momenti di incontro e di pensiero, di riflessione, di attività, di immaginazione. Come avete deciso e qual è la motivazione profonda della scelta di essere una comunità femminile, quindi solamente di donne? La scelta era in sintonia con il fatto che per trovare una fedeltà serve prima di tutto la mediazione delle altre donne. Col passare degli anni, però, ci siamo rese conto che occorre trovare uno scambio anche con gli uomini affinché si crei un cambiamento di tipo maschile. Ecco allora che cerchiamo di dare vita a luoghi d’incontro con gli uomini, per esempio il grande seminario annuale di Diotima. Così abbiamo cominciato, donne e uomini, a discutere a partire dalla differenza femminile e maschile. Ci chiedevamo proprio che tipo di reazione avreste avuto se fosse esistita/esistesse una comunità filosofica maschile. E ci sembra di capire che voi in un certo senso auspicate la nascita di realtà di questo tipo e la riflessione da parte degli uomini sul proprio essere uomini. Sì, è così, anche se non è facile per gli uomini riflettere su se stessi: tra donne è più semplice perché si è abituate a parlare a partire da sé. Al contrario gli uomini hanno difficoltà a parlare di esperienze veramente loro e quindi si appellano alla politica istituzionale o a situazioni avvenute socialmente. Proprio durante il grande seminario di Diotima, gli uomini hanno cominciato a mettere in questione questo nostro parlare di donne e di uomini, si sono domandati: ma noi chi siamo? A Verona c’è un gruppo filosofico-politico di riflessione maschile – Uomini – con lo stesso tipo di struttura della nostra comunità. Poi esiste Maschile Plurale, molto forte tra Roma, Milano e Parma. Altra realtà degna di nota è il gruppo di riflessione Identità e Differenza di Spinea. Interessanti e produttivi sono i momenti dello scambio: per esempio questo Identità e Differenza a giugno farà un incontro sull’essere padri e sulla fragilità

maschile in quel ruolo particolare, che è chiaramente un argomento solo maschile, ma non per questo non saranno presenti molte donne. Ci parli delle sue pubblicazioni per Diotima. Tra le ultime pubblicazioni ci sono Politica e Potere non sono la stessa cosa e Pensare in presenza. Conversazioni, luoghi, improvvisazioni (editi da Liguori). Io, come insegnante di Filosofia del linguaggio, ho lavorato a quest’ultimo testo e a Parole non consumate, donne e uomini nel linguaggio. In questi testi non c’è un autore unico ma vi si può trovare un pensiero che si fa assieme, e questa è una grande ricchezza. Nei nostri incontri ognuna porta il proprio pensiero e non c’è omogeneità di posizioni. Anche nelle conferenze c’è questo tipo di taglio: lavoriamo su una questione generale per poi ricondurla a qualcosa di più personale. Portare un pezzetto della propria esperienza è una vera e propria pratica: noi crediamo che l’esperienza abbia già un nucleo di pensiero al suo interno. Il lavoro della nostra comunità e dei grandi seminari è proprio legato alle pratiche del movimento politico delle donne, anche se in realtà non si sa bene cosa sia questa politica delle donne (ride, ndr). Nell’ultimo numero di Pass, uscito ad aprile, il Primo Piano titolava Donne e Dignità: davvero una questione morale?, e raccoglieva alcune nostre riflessioni sulla manifestazione del 13 febbraio in particolare e in generale sulla situazione odierna della donna in Italia e non solo. Qual è il suo pensiero riguardo la manifestazione del 13 febbraio? A mio parere la manifestazione è stata molto importante. Purtroppo la manifestazione ha avuto un’origine un po’ negativa, a mio modo di vedere, per via degli slogan della direttrice de “L’Unità” Concita De Gregorio che sembravano voler dividere le donne in ‘giuste’ e ‘sbagliate’. Quello che ho imparato in questi anni di esperienza è che la forza delle donne non nasce dalla separazione in gruppi ma che, anche nel conflitto, cercare l’interlocuzione diretta è senz’altro il mezzo migliore. Sarebbe stato bello se a questa manifestazione fosse stata invitata anche una di quelle ragazze (parla delle ragazze coinvolte nei recenti scandali sessuali che hanno visto coinvolto il premier, ndr) a parlare della propria personale esperienza. È importante cercare una forza femminile tra donne senza pensare che alcune si trovino dalla parte sbagliata e altre dalla parte giusta. Queste divisioni interne mi ha fatto stare un po’ male. La manifestazione del 13 febbraio, pur essendo la punta di un iceberg, l’ho trovata comunque grandissima perché ha dato voce a tantissime donne che ogni giorno si trovano in una posizione di orgoglio personale, ogni giorno scelgono di fare un percorso di libertà femminile in pace, o in conflitto, in divertimento e allegria, sia nelle grandi che nelle piccole cose. Ringraziando la professoressa per la disponibilità dimostrata, vi ricordiamo che per avere altre informazioni su Diotima e sul loro grande seminario annuale potete visitare il sito www.diotimafilosofe.it

5 PASS


BLOCCO STUDENTESCO Intervista ad Alessandro Gandini e Martina Poli A cura di Carolina Pernigo, con la collaborazione di Matteo Parussini

B

locco Studentesco. Una lista discussa. Un simbolo d’impatto, un sito a colori forti. Colpisce l’occhio, suscita domande. Per saperne di più, siamo andati a parlare con Alessandro Gandini, responsabile regionale del gruppo, e Martina Poli, rappresentante eletto dagli studenti per il Consiglio di Facoltà di Lettere alle ultime elezioni. Prima di tutto, cerchiamo di capire chi sono. Il Blocco nasce nel 2006 a Roma, ci spiegano, ed è il gruppo giovanile di CasaPound. Dopo un esordio in politica, con il partito Fiamma Tricolore, hanno deciso di fondare un movimento per poter essere più concretamente attivi all’interno della società. Quella di Verona è la seconda sezione creata in Italia e ha iniziato ad agire all’interno dell’università a partire dall’anno scorso, con la partecipazione alle elezioni studentesche, nelle quali hanno ottenuto circa 300 voti. Non male per essere la prima volta, si dicono soddisfatti. Qual è il vostro programma relativo al mondo universitario? Si articola in quattro punti: innanzitutto, vorremmo una maggiore libertà di espressione all’interno dell’università. Noi siamo stati definiti da un giornalista “fascisti del III millennio” e la formula ci è piaciuta, perché in effetti ci rifacciamo al programma di Mussolini e Gentile del Ventennio fascista, naturalmente attualizzandolo per adattarlo alla realtà d’oggi. Per questo però veniamo emarginati più di altri. Noi vorremmo uguali trattamenti e spazi uguali per tutti. Un secondo punto, che vale in generale per Blocco Studentesco a tutti i livelli, è “Giovinezza al potere”. Il terzo è la lotta agli affitti usura, vorremmo trovare soluzioni che agevolino gli studenti pendolari. Infine ci proponiamo di porre fine alle speculazioni sui libri di testo, sia da parte delle case editrici che dei professori-autori. Ormai troppo spesso si lucra sull’istruzione e questo è sbagliato. Avete parlato di un preciso orientamento politico, spiegateci meglio… Come abbiamo detto, il nostro movimento si ispira a un determinato momento storico e alla teoria di Mussolini e Gentile. Il fascismo è un modo di intendere lo Stato, lo Stato sociale. Il ventennio è stato l’unico, o forse dovremmo dire l’ultimo momento storico, dopo l’Impero Romano, che ha espresso un’idea di Stato che noi condividiamo. Durante quel periodo sono state messe in atto riforme che ancor’oggi sono valide. Il nostro principio è quello di uno Stato in cui al centro si trova il cittadino e il mercato vi ruota intorno, non il contrario come avviene oggi. Di recente siete stati coinvolti in una polemica circa la presentazione del libro Nessun dolore. Il romanzo di Casa-

PASS 6

Pound. Come si è originato tutto questo polverone e come l’avete vissuto voi di Blocco Studentesco? Noi abbiamo fatto una richiesta ufficiale, come è nostro diritto in qualità di rappresentanti degli studenti. Il libro è edito da Rizzoli, è già alla terza ristampa e ha venduto 15.000 copie, quindi non è proprio una cosa da niente, inoltre la trama ci sembrava adatta a un ambiente universitario. Il Preside di Facoltà di Lettere, Guido Avezzù, in un primo momento ha accettato. Poi però il collettivo Studiare con Lentezza ha sollevato molte obiezioni, avanzato proteste, e il preside Avezzù ha ritrattato, chiedendo se l’iniziativa fosse promossa dagli studenti o da CasaPound. Se fosse stata una cosa faziosa, l’università non avrebbe potuto accoglierla. Ma noi ci siamo permessi di contraddirlo, perché questa era una proposta universitaria, non politica. Eppure quando ha avuto luogo la presentazione c’è stata una militarizzazione del Polo Zanotto perché temevano disordini, che qui a Verona alla fine non ci sono stati. È ovvio che questo tipo di cose non è utile all’immagine del gruppo. Ma noi vorremmo dare un’idea di confronto senza pregiudizi, siamo solo ragazzi normali che hanno voglia di fare politica e cambiare le cose. Quindi pensate che il vostro schieramento politico vi isoli all’interno dell’Università? Di sicuro ci dà un grosso svantaggio (basti pensare che quelli del collettivo hanno sentito il bisogno di occupare il rettorato per impedire la nostra iniziativa... se ci sono problemi tra i due gruppi, sono da parte loro, che non vogliono dialogo e collaborazione). D’altra parte noi ne eravamo consapevoli già prima della campagna elettorale, ma abbiamo scelto comunque di essere onesti e chiari, mantenendo il nostro nome e il nostro simbolo, cosa che non hanno fatto altri gruppi. È una questione di rispetto per gli studenti. Noi siamo stati regolarmente eletti e da quel momento siamo uguali agli altri e non dobbiamo essere discriminati. Noi vorremmo maggiore libertà di espressione per tutti, ma queste polemiche stanno facendo sì che non ci sia più libertà di espressione per nessuno. E questo è controproducente in un contesto universitario. Per concludere, cosa pensate degli avvenimenti veronesi che hanno avuto come protagonisti gruppi di estrema destra? Molti di questi episodi hanno avuto luogo durante le elezioni del sindaco Tosi, che ha riportato il 63% dei voti e intorno al quale è stata fatta invece una chiusa mediatica approfittando anche di questi eventi. Eppure ci sono episodi di violenza da entrambe le parti: Tosi ha partecipato alla sfilata di Fiamma Tricolore per ricordare un ragazzo di destra accoltellato a cui hanno dato 140 punti. E comunque, ci tengo a dirlo, nessuno di questi episodi ha coinvolto alcun membro di Blocco Studentesco.


LANIAC : laboratorio di analisi non invasive delle opere La diagnosi speciale di un dottore d’arte Antonella Sartori Avete presente l’infinita quantità di opere d’arte presenti in Italia? Avete mai provato a fare una stima della vecchiaia di ciascuna? C’è chi, questi anni, li porta bene e chi li porta meglio. Ma come si fa a capire chi è più stanco tra i personaggi del Giorgione, oppure chi ha mantenuto un buon tono di rosso durante gli anni? All’interno dell’Università di Verona, nel dipartimento TeSIS (Tempo Spazio Immagine Società), c’è un laboratorio che si occupa proprio di questo: si chiama LANIAC, ed è un laboratorio di analisi non invasive su opere d’arte antiche e contemporanee, attraverso una strumentazione avanzatissima ma gentile, che permette di non danneggiare in alcun modo l’opera. La dottoressa Paola Artoni, funzionario tecnico del LANIAC dal 2010, mi racconta del laboratorio e della sua attività didattica, che ha come direttore la professoressa di Storia dell’arte moderna Loredana Olivato, con la collaborazione di Enrico Dal Pozzolo, professore di Museologia e metodologia della ricerca storico-artistica, la docente di Storia delle tecniche artistiche e del restauro Monica Molteni, e la dottoressa Alessandra Zamperini. Da qualche settimana il LANIAC si è aperto a una dimensione europea e il colpevole della nascita di questo progetto è proprio un dottorando dell’università, Giulio Zavatta, che in Spagna è impegnato come esperto di arte rinascimentale presso il CAEM (Centre d’Art d’Època Moderna) dell’Università di LIeida (Catalogna), e che ha proposto una collaborazione tra CAEM – che ha alle spalle un’esperienza decennale nel settore delle analisi non invasive dei dipinti – e LANIAC. E deve aver entusiasmato davvero tanto perché lo scorso 18 aprile è stata firmata una convezione di collaborazione tra LANIAC e CAEM, “i nostri fratelli gemelli spagnoli, con la differenza che loro sono ricchi e noi poveri”, dice sorridendo Artoni. Ma come funziona, di fatto, il laboratorio? La dottoressa mi spiega che per loro è importante non distruggere il dipinto, evitando così di prelevare dei micro campioni. La novità sta proprio nella strumentazione scientifica, la quale permette di realizzare macrofotografie, rifletto grafie all’infrarosso, analisi spettrali, analisi che permettono agli esperti di individuare il disegno preparatorio, eventuali pentimenti dell’artista, ma anche le composizioni fisico-chimiche dei colori. La maneggevolezza e la portabilità degli strumenti consentono di andare a svolgere le ricerche in situ, rendendo il tutto non solo più semplice ma

uno studio del Giudizio di Salomone di Giorgione (Firenze, Uffizi): a sinistra il dipinto a luce visibile, a destra lo stesso dettaglio in riflettografia all’infrarosso (tecnica che permette di leggere il disegno preparatorio eseguito dall’artista prima della stesura del colore).

anche più emozionante. Artoni mi fa notare come questo sia una rarità in una facoltà umanistica, si tratta infatti di alta tecnologia e di applicazione delle conoscenze di fisica applicata ai beni culturali, e tutto ciò non può che essere un privilegio per loro, ma anche per noi. LANIAC si occupa anche di attività didattiche, in passato con dei master post lauream, ed ora con le pubblicazioni della collana editoriale Tra visibile e invisibile - Quaderni del LANIAC dell’Università di Verona, il primo numero della quale si intitola Da Veronese a Farinati. Storia, conservazione e diagnostica al Museo di Castelvecchio di Verona, mentre il secondo libro verrà presentato proprio in questi giorni (30 maggio ore 17 presso la Sala Morone del Convento di San Bernardino) e si intitola Storia conservazione e tecniche nella libreria Sagramoso in San Bernardino a Verona, a cura di Monica Molteni. Al momento il laboratorio offre le sue ricerche a privati – aprendo così le porte dell’università ai musei, ai restauratori, ai collezionisti – ma il sogno è quello di poter ampliare il progetto, dando la possibilità di fare pratica ed esperienza, con queste nuove metodologie, anche ai neo laureati del settore. Per saperne di più: www.laniac-univr-it.blogspot.com

! e z n ie c S a o n n a e in f Festa di Accorrete gente!

ntante degli studenti) di Walter detto Wudy Riviera (rapprese

Roma di Scienze MM. FF. NN., Borgo Luogo: parcheggio della Facoltà TO Biglietto di ingresso: NON PREVIS gli studenti (e anche i professori!) PREVISTI. Sono ben accetti tutti NON ne: azio ecip part Vincoli per la to da una cover band. Musica: DAL VIVO! Concerto tenu (sala0 alle 00.30 18.0 e birre a 4 €, 2 panini con salamina dall 1 Quando: 10 giugno 201 ad un prezzo superconveniente: 2 ta sera della a prim e anch i zion le consuma artigianali. Ci sarà la possibilità di acquistare spritz (pirlo per i bresciani) e torte 3 €. In serata ci saranno cocktail, a e bibit 2 €, 4 a i) nes vero i per mella REALIZZATA DA STUDENTI! del vino agli eficienza e l’INTERA FESTA È alla ronda della carità, delle torte e Il ricavato sarà devoluto in ben O di Verona, una cesta di focacce ABE ne iazio ssoc all’A € 300 e lver L’anno scorso siamo riusciti a devo appena fuori dalla nostra facoltà). alpini ‘vicini di casa’ (hanno la sede COSTO PER L’ATENEO: solo 75 €!

7 PASS


Fiori di Pace esperienza di dialogo fra israeliani e palestinesi Antonella Sartori

U

na volta, una cara amica mi disse, in un momento difficile, di “far fiorire la mia ferita”: era una frase che aveva trovato in un libro -di cui ora però non ricordo il nome-. Questa frase è stata proprio la prima cosa che mi è venuta in mente quando mi è stato raccontato di Fiori di Pace… Fiori di Pace è un progetto che vuole far incontrare ragazzi Israeliani e Palestinesi, in territorio neutro, per dare loro l’opportunità di guardarsi in faccia, conoscersi, riconoscersi, parlarsi, confrontarsi sulla difficile realtà che li avvolge. Il progetto è nato nel 2004, promosso dalla rivista interculturale Confronti e nella nostra città dall’associazione Il Germoglio, con il sostegno economico degli enti locali di Verona più la partecipazione negli anni di varie scuole della città come l’istituto tecnico Marconi, i licei scientifici Fracastoro e Galilei e infine il liceo classico Maffei. Il professor Marco Menin, presidente dell’associazione, con cui ho avuto una lunga conversazione a riguardo, e la professoressa Anna Frassati, referente per la scuola, hanno cercato di spiegarmi il pensiero e le motivazioni dietro Fiori di Pace, nonché i suoi preziosi risultati nel tempo, le esperienze passate e i sogni futuri. Dal 2005 infatti, sei gruppi di ragazzi palestinesi e uno di israeliani, accompagnati da Mustafa Qossoqsi, psicologo arabo-israeliano, sono venuti qui a Verona per tentare di superare e di capire la complicata e molto spesso dolorosa realtà che li circonda. La

PASS 8

situazione sembra paradossale: una fascia di terra li separa (e a volte neppure quella) ma devono muoversi in un altro paese, con la mediazione di terzi, per poter aprire un dialogo, un canale di comunicazione, che spesso diventa un flusso d’acqua che smuove e fa scorrere tantissime emozioni. Il professor Menin mi racconta che, inizialmente, il progetto nacque con l’obiettivo di rafforzare la resilienza psicologica dei ragazzi provenienti da Jenin, individuati da un assistente sociale, e che si faticò non poco per aprire questo canale di comunicazione. Sfortunatamente però, dopo i bombardamenti a Gaza, la situazione divenne ancor più complicata: la reazione delle famiglie dei ragazzi, già originariamente sospettose, si indurì e non fu più possibile mantenere rapporti. Non è semplice capire una reazione del genere, mi spiega il professore, ma in una spirale di sofferenza come quella che vivono questi due popoli la vera sfida è resistere al peggio senza cercare uno sconto dal dolore. Così, dopo i ragazzi di Jenin, iniziarono ad arrivare ragazzi provenienti da Gerusalemme est (palestinesi) e israeliani provenienti da zone di biculturalismo arabogiudaico. Ma come si fa quindi a far fiorire la ferita? Il programma di Fiori di Pace prevede prima di tutto delle attività strutturate di workshop con lo psicologo -rigorosamente a porte chiuse-: si tratta infatti del momento più difficile e delicato, le emozioni vengono fuori per la prima volta, la ferita brucia. Un secondo momento

Palestina Illustrazione: Giacomo Bagnara

prevede la socializzazione: attività in cui i ragazzi vengono affiancati da una classe di studenti italiani e dove per qualche notte vengono ospitati dalle famiglie di quest’ultimi. Il ruolo degli studenti italiani è anche qui molto importante, sono degli intermediari, dei facilitatori di comunicazione che costringono ognuna delle due parti ad aprirsi, come in un gioco di specchi. Fanno parte del programma anche delle attività di svago come teatro o rafting sull’Adige; la ferita in questo momento inizia a fare meno male, perché ci si prende cura di lei. Infine ci sono anche degli incontri pubblici come le assemblee nelle scuole. Ma il progetto riserba qualcosa di più di una serie di semplici impegni: lo stare tutti assieme, il conoscersi, raccontarsi, contrapporsi e infine riconoscersi nel punto di vista dell’altro; perché il seme di tutto sta proprio nell’empatia. Ed è in quel momento che la ferita inizia a fiorire… is.sci.univr.it/


Perchè Berlino? Racconto di due berlinesi, per adozione. Margherita Masolini e Matteo Parussini

B

erlin, du bist so wunderbar, Berlin, du bist so wunderbar. Nelle pubblicità televisive c’è sempre un fondo di verità, quel poco che basta da farle sembrare realistiche. Questa volta però la Berliner, birra in cui ci si imbatte sicuramente anche se solo di passaggio nella capitale tedesca per il suo rapporto qualità-prezzo, ci ha proprio azzeccato. Berlino è proprio “wunderbar”: città eccezionale, magnifica, prodigiosa. Bisogna viverla, in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue stagioni; è anche vero che l’inverno a – 20° non è proprio così piacevole, però poi quando torna a splendere il sole, lo si apprezza in un modo diverso, più intenso, e giornate apparentemente normali si trasformano solo alla visione di qualche suo raggio che penetra dalle grandi finestrone rigorosamente senza tapparelle o persiane (talvolta capita di avere una tenda). Berlino è una città diversa rispetto al resto della Germania, rispetto alle città d’arte, e anche rispetto alle grandi città europee. La storia l’ha segnata in modo evidente, e i risultati ottenuti sono ancora visibili quotidianamente, nelle persone che passeggiano spensierate per le strade ad esempio: tedeschi, turchi, inglesi, spagnoli, bianchi, biondi, neri e gialli. La gente ha combattuto per fare cadere un muro e per ottenere tutte quelle libertà che, ormai scontate nei Paesi dell’Europa Occidentale, loro non avevano ancora ottenuto. Ecco da dove proviene quella libertà che segna la vita della città in ogni aspetto: apertura di mente. Persone da tutto il Mondo. Convivenza. Scambi continui di idee. Creatività. Colori. Pace. Se dovessi riassumerla in poche parole Berlino la descriverei proprio così. E un cielo sopra la città di un azzurro intenso, spesso segnato da nuvole che assumono colori mozzafiato. A Berlino si è liberi, sempre nel rispetto delle altre persone. Il rispetto è fondamentale: a partire dal silenzio surreale che è una delle prime cose che si percepisce viaggiando con le ubahn (le nostre metro per intenderci) o semplicemente passeggiando per le strade. È surreale come per strada, in una città di 4 milioni di abitanti, regni il silenzio e la tranquillità di un paesino: poche automobili, molte bici e trasporti ottimi. La bicicletta è fondamentale: le piste ciclabili sono ovunque, con la bicicletta si vive la città in un altro modo, anche perdendosi e scoprendo nuove strade, nuovi quartieri, nuovi bar nascosti frequentati da persone interessanti, o imbattendosi in un muro di un palazzo con murales mai notati, che esprimono tutta la voglia di giovani artisti di criticare, ribellarsi o semplicemente testimoniare nuove esperienze. Berlino sprizza arte da tutti i pori: artisti di strada che suonano, cantano e ballano rendendo la giornata migliore e piacevole, e contagiando ipassanti in un cerchio di suoni, colori e immagini. I berlinesi apprezzano, e non criticano, sono curiosi di conoscere, e non rifiutano prima di sapere. Berlino è aperta a tutte le nuove esperienze, è una città sperimentale, basti ricordare che “Berlin bleibt nie Berlin” (“Berlino non rimane mai Berlino”), slogan volto a sottolineare come il volto di questa città cambi continuamente. E ancora, i mercatini delle pulci la domenica: Mauerpark. Una distesa immensa di bancarelle piene zeppe di cose che ti fanno vivere per una giornata in un mondo parallelo: si passa da vestiti anni

‘50-’60, a medagliette della U.R.S.S., a occhiali particolarmente vistosi, a giradischi datati, a musica di ogni genere e in ogni formato, a waffeln prelibati, a collane, orecchini e braccialetti afro, a magliette di paillettes luccicanti; insomma chi più ne ha più ne metta. Ognuno verrà soddisfatto. Certo lo spirito Berlino Illustrazione: Giacomo Bagnara di adattamento non deve mancare, tutto è all’insegna dell’usato. Oltre le bancarelle il prato verde popolato da giocolieri scalzi, raccoglitori di “pfand” (bottiglie vuote che portate al supermercato ti permettono di ricevere buoni da utilizzare per fare la spesa), cantanti, musicisti, cani e ragazzi coloratissimi distesi su coperte che sembran essere usciti da film retrò. L’anfiteatro si trasforma in un vero e proprio muro di gente: la domenica è il giorno del karaoke. Stessa situazione ma in miniatura a Boxhagenerplatz. Simon-Dach-Strasse: persone sorridenti che si godono la domenica pranzando nei tavolini soleggiati che popolano la via, ornati da vasi con colorati fiori freschi di giornata. A Berlino la gente si gode i parchi. Il verde che domina la città è vissuto, ogni giorno: dalla signora turca che attraversa per andare al mercato, al papà giovane alternativo che gioca scalzo col figlio nelle pozzanghere, dallo studente universitario che tenta di studiare prendendo i primi preziosi raggi di sole, all’africano che aspetta i clienti abituali, dal punk che vive stabile nella stessa parte di parco, al giocatore incallito di frisbee. C’è spazio per tutti. E tutti si prendono il proprio spazio vivendo attimi di tranquillità che rendono la grandezza di questa città quasi impercettibile. Le biciclette, il fiume, i ponti, i bar, i fiori, i grandi palazzi antichi color pastello e i giovani. Berlino e il Wochenende infinito, la città degli after. A Berlin si è liberi, i locali rimangono aperti, sempre. Elettronica, rock, reggae, indie, jazz, hip hop. Sei tu a decidere come, quando, con chi e con quale vestito andarci. I ragazzi gay e le ragazze lesbiche sono la normalità, non malvisti, discriminati nè screditati. “Berlin ist wo eine Familie nicht wie eine Familie aussehen muss” (“Berlino è dove una famiglia non appare per forza come la famiglia-intesa in senso classico”), cartello pubblicitario sul Warschauerbruecke, rappresentante una coppia lesbica che balla durante un festival con in braccio un bambino munito di cuffie giganti per proteggerlo dalla musica troppo alta. Scena vista e rivista, con l’estate le feste all’aperto si moltiplicano, e la fantasia dei berlinesi le accompagna con abiti assurdi, body painting, brillantini, coriandoli e stelle filanti. Berlino è colori, musica, arte, serenità e libertà di essere sè stessi, a patto di non invadere la libertà degli altri. E futuro. Futuro, per noi giovani italiani che spesso non abbiamo negli occhi quella luce che tutti i ragazzi dovrebbero avere pensando all’avvenire. Se ci fosse sempre anche il sole Berlino sarebbe perfetta, ma poi ci sarebbe un unico e lungo after da aprile a ottobre, quindi forse anche l’inverno ha un ruolo preciso, anche se ahimè è lungo (quasi interminabile), ghiacciato, e la neve non smette di scendere da novembre ad aprile, sì: sei mesi d’inverno, e non è da ridere. Ma poi l’estate trasforma la città, la rende diversa, vivibile e te la fa amare tanto da non poter allontanartene, o almeno non per molto.

9 PASS


QUESTIONE DI PACE ISRAELE E PALESTINA: UNA GUERRA SENZA FINE Sara Ferri

I

sraele, scontri ai confini. 20 morti. Recita uno dei titoli in prima pagina de La Repubblica all’indomani delle celebrazioni per l’anniversario della nascita dello Stato d’Israele. Purtroppo, in genere sono sempre di questo tenore le notizie chi ci arrivano dal Medio Oriente: attentati suicidi, rappresaglie dell’esercito israeliano, scontri a fuoco, vittime civili. Ma quanti sono realmente a conoscenza di quella che è la complessa situazione in Palestina? I grandi mezzi di comunicazione in questo non aiutano, ignorando, deliberatamente o meno, le complesse radici del conflitto in atto.Per risalire alle origini della cosiddetta Questione Palestinese dobbiamo tornare indietro di circa un secolo. All’indomani della fine della Prima Guerra Mondiale e della caduta dell’Impero Ottomano, la Palestina venne affidata alla Gran Bretagna sottoforma di mandato. La Gran Bretagna favorì l’immigrazione incontrollata degli ebrei e l’acquisto di terre, accentuando le tensioni con la popolazione araba locale. Durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, il numero degli ebrei che immigrarono in Palestina crebbe in maniera esponenziale, contribuendo ad aggravare sempre più la situazione di tensione che si era venuta a creare. Nel 1948 l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) approvò un piano che prevedeva la creazione di due stati distinti, uno arabo e uno ebraico, mentre Gerusalemme veniva posta sotto il controllo internazionale. Il 14 maggio fu proclamata la nascita dello stato d’Israele, che verrà successivamente riconosciuto anche dall’ONU. Gli stati della Lega Araba rifiutarono il piano dell’ONU ed attaccarono Israele. Fu la prima delle guerre arabo-israeliane, che vide Israele vincitore e l’esodo in massa dei residenti arabi nei territori del neonato stato verso la Cisgiordania e gli altri

PASS 10

Gerusalemme Foto: Sara Ferri

paesi della Lega Araba. Nel 1964 venne costituita l’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), che diverrà in seguito l’unica rappresentante della causa palestinese. Nel 1967 Israele lanciò una guerra-lampo, la Guerra dei Sei Giorni, e riuscì a conquistare il Sinai, Gaza e i territori arabi della Cisgiordania. Gaza e la Cisgiordania, con una popolazione in prevalenza araba, costituiscono i cosiddetti ‘Territori Occupati’. Con la firma degli Accordi di Camp David nel 1979, che siglavano la pace tra Egitto e Israele, si chiuse la fase del coinvolgimento degli stati arabi, mentre la lotta per la liberazione della Palestina rimaneva interamente nelle mani dell’OLP che, dopo il ripudio del terrorismo, acconsentì ad una cauta apertura verso Israele. Ciò favorì la creazione di gruppi islamici estremisti, che si organizzarono attorno al neonato movimento di Hamas. Nel frattempo, nel 1987, i civili palestinesi avevano dato avvio ad un moto di sollevazione popolare, l’Intifada, che tentava di combattere la presenza di soldati e coloni israeliani nei Territori Occupati, con lanci di pietre

e varie forme di disobbedienza civile. Nel 1992, con l’elezione del laburista Rabin, Israele avviò negoziati segreti con l’OLP che sfociarono negli Accordi di Oslo del 1993. Ma il processo di pace subì una brusca frenata con l’assassinio di Rabin, ucciso da un estremista ebreo. Nel 2000 ripresero gli scontri armati e iniziò la Seconda Intifada. Gli ultimi avvenimenti hanno visto il trionfo di Hamas alle elezioni palestinesi del 2006. Ciò ha avuto gravi ripercussioni soprattutto sulla popolazione civile palestinese. Innanzitutto, Unione Europea e Stati Uniti, considerando Hamas un’associazione terroristica, hanno interrotto l’invio degli aiuti internazionali diretti al governo palestinese, dai quali in gran parte la popolazione locale dipende. Inoltre, la vittoria di Hamas ha portato al riaccendersi del conflitto con Israele, determinando, da parte israeliana, l’embargo della Striscia di Gaza (dove Hamas detiene il controllo) e missioni di guerra contro esponenti di spicco del governo, che però hanno causato la morte di centinaia di civili. Dall’altra parte, Hamas ha risposto con lanci di


Soldati a Gerusalemme Foto: Sara Ferri

razzi Qassam contro obiettivi israeliani. Contemporaneamente, il successo di Hamas ha provocato forti tensioni con l’altra fazione palestinese, Fatah, sfociate in scontri aperti tra le due parti, provocando numerose vittime tra i civili. Solo di recente i due contendenti hanno siglato un accordo di pace per sostenere l’obiettivo comune di uno Stato palestinese. Questa riunificazione non ha giovato al negoziato di pace con Israele, portando la trattativa in corso nuovamente ad un punto morto. I palestinesi ora sembrano più che mai determinati alla rivendicazione di un loro Stato, autonomo ed indipendente, ma occorre fare i conti con difficili situazioni ancora irrisolte. Innanzitutto, lo strapotere di Israele, che in virtù della sua influenza politica e della sua ricchezza, determina il buono e il cattivo tempo in Medio Oriente, forte anche dell’appoggio degli Stati Uniti e della forte e ricca comunità ebraica statunitense, che non si sono mai opposti alla sue politiche, di fatto, di neocolonialismo. Israele, infatti, non ha mai rispettato i confini stabiliti dall’ONU per il suo Stato, favorendo

l’insediamento di ebrei nei Territori Occupati. Le terre palestinesi vengono confiscate e le abitazioni arabe demolite per la costruzione di nuove colonie ebraiche, protette dall’esercito. Tale protezione, unita ai vari check point posti al confine tra territori arabi e israeliani, impedisce una vita civile ed economica regolare. Quello degli insediamenti è sicuramente uno dei principali ostacoli alla formazione di due Stati indipendenti. Un altro grave impedimento è la costruzione da parte israeliana di un muro di separazione tra Israele e Territori Palestinesi, allo scopo ufficiale di impedire l’intrusione di terroristi palestinesi. Il muro, in costruzione dal 2002, dovrebbe seguire la Green Line (la linea che segna i confini dello Stato israeliano), ma, in alcune sue parti, penetra profondamente all’interno della Cisgiordania per integrare le colonie israeliane ivi residenti. L’impatto umanitario della barriera sulla vita dei palestinesi è stato assolutamente negativo: essa ha comportato una mancanza di libertà di movimento, la

perdita all’accesso alle terre coltivate da parte degli agricoltori, che devono continuamente chiedere permessi speciali alle autorità israeliane, l’isolamento di molti villaggi e un forte senso di imprigionamento. Una vera e propria politica di Apartheid. Nonostante la Corte Internazionale dell’Aja abbia condannato l’illegalità del muro, ‘contrario al diritto internazionale’, la sua costruzione non si ferma. Altra questione da risolvere è il problema dei profughi palestinesi. Essi fuggirono dai territori occupati all’indomani della proclamazione dello Stato ebraico, convinti di potervi fare ritorno in breve, grazie alla sconfitta d’Israele da parte degli altri Paesi arabi. Ciò non accadde e questa parte della popolazione palestinese si trova tutt’ora sparsa in vari campi profughi dei Paesi limitrofi, vivendo spesso in condizioni inumane e di estrema precarietà. Le questioni di cui parlare sarebbero ancora molte (tra le altre: la crisi umanitaria degli abitanti della striscia di Gaza, la divisione della città di Gerusalemme). Mi sono limitata a trattare le principali, al fine di poter dare un’idea di quella che è oggi la Questione Palestinese e delle sue radici storiche. A prescindere dalle ragioni dell’una o dell’altra parte, sono i civili palestinesi a pagare il prezzo più alto di questo eterno conflitto. Nell’infinito susseguirsi di attentati terroristici e conseguenti rappresaglie dell’esercito israeliano (che non si è mai posto il problema di aprire il fuoco sulla popolazione civile), le vittime innocenti costituiscono sempre la maggior parte dei caduti. La fine del conflitto ad oggi sembra un’utopia, la soluzione proposta è sempre la stessa: la creazione di due Stati indipendenti e sovrani. Ma se Israele non saprà fare un passo indietro, se non modificherà la sua politica estera improntata all’aggressività e alla colonizzazione di sempre nuove terre, il Medio Oriente continuerà ad essere il teatro in cui, davanti agli sguardi indifferenti e spesso complici delle Potenze Mondiali, verrà perpetrata una continua ingiustizia ai danni di un popolo oppresso: quello palestinese.

11 PASS


D

Archeoclub negrar

l’archeologia giovane Sofia Piacentin

I

n data 15 Aprile 2011 nasce l’“Archeoclub Negrar”, un’associazione che si propone di valorizzare e tutelare un territorio così ricco di evidenze archeologiche qual è la Valpolicella e nello specifico il Comune di Negrar, dove questo gruppo trova la sua sede legale. Come recita lo Statuto Archeoclub d’Italia si tratta di “un’ Associazione con finalità di solidarietà sociale, civile e culturale senza fine di lucro, a carattere nazionale, con sede in Roma, riconosciuta quale persona giuridica con decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1986 n. 565”. L’iniziativa nasce più di un anno fa, grazie al patrocinio del Comune di Negrar ed in particolare dell’attuale assessore alla cultura dott. Pozzani che, riunendo giovani archeologi e appassionati, ha permesso lo sviluppo di questa esperienza. L’affiliazione della nostra associazione alla sede centrale Archeoclub d’Italia di Roma risale all’ottobre 2010 e il 28 novembre dello stesso anno è stata presentata ai cittadini la conferenza “Archeologia in Valpolicella”, un’occasione per portare all’attenzione del pubblico certe testimonianze archeologiche del territorio prese in esame da alcune tesi di laurea e da ricerche locali. Dato il buon successo riscosso da questo primo incontro, l’Archeoclub Negrar” auspica di poter collaborare con le associazioni che operano nel territorio per la valorizzazione del patrimonio culturale, del territorio e delle tradizioni locali. Un rapporto di collaborazione si sta per esempio instaurando con il gruppo dei giovani della parrocchia e i gruppi di volontariato che operano nel paese di Negrar. Tra i primi obiettivi che l’Archeoclub si prefigge vi è la realizzazione di una brochure informativa sulle testimonianze archeologiche di Negrar e un progetto di tutela e monitoraggio dei siti presenti in questo Comune. Essendo un gruppo di giovani entusiasti e volenterosi speriamo di poter trovare un riscontro nella popolazione e magari di suscitare interesse anche in chi non ha mai avuto occasione di approfondire gli aspetti culturali, storici ed archeologici del territorio in cui vive. Citando ancora lo Statuto Archeoclub d’Italia, la nostra Associazione

PASS 12

Foto: Andrea Dalla Val

si propone di “diffondere fra i cittadini ed in particolare fra i giovani e nella scuola l’interesse per i beni culturali, per l’ambiente e per il paesaggio” e ancora di “assicurare ai proprio soci occasioni per il proprio arricchimento culturale”. Attualmente il Consiglio Direttivo è composto dai seguenti membri: Presidente Pietro Melato, VicePresidente Sofia Piacentin, Segretaria e Tesoriere Isabella Zamboni e Consiglieri Vincenzo Valente e Giacomo Vianini. Il gruppo conta l’adesione di quindici soci, per chi fosse interessato ad associarsi o volesse semplicemente avere ulteriori informazioni siamo a disposizione al seguente recapito:

Pietro Melato Strada del Recioto, 8 37024 Negrar Numero di cellulare: +39 333 625 33 49 Mail: archeonegrar@tiscali.it


Dialogo d’arte

con Enrico Giovanazzi e Lautaro Martinez a cura di Katia Bonini Illustrazioni degli artisti

Nei vostri ultimi lavori ricorrono sempre più spesso dei personaggi, oramai chiave: Love, Gallazzo Cedrazzo, Inoshi. Chi sono?

Cosa volete ottenere attraverso l’arte? Qual è il vostro obiettivo?

Sono in un certo senso degli alter ego sputati a noi, altre volte sono solo degli sfigati, personaggi che partono da uno stereotipo che si rifà al fumetto anni ‘50 e al noir poliziesco, che vengono costruiti e poi distrutti attraverso degli elementi grafici, fino a diventare assurdità, puro non-sense. Sono una beffa: sono dei supereroi, nel caso di Love, che raggiungono questo status solo per il fatto di possedere una tuta (rosa, tra l’altro!)

Partendo dal presupposto che il lavoro salariato è innaturale, cerchiamo di evitare di farlo ma non per questo ci esentiamo dalla fatica. Creiamo le nostre immagini senza preoccuparci di trasmettere a tutti i costi un messaggio, se non che chiunque può fare dell’arte, chiunque può creare qualcosa, vogliamo infettare la gente, infettare il campo visivo con un assalto che non vuole essere giudicato.

Quali sono le vostre fonti di ispirazione?

Quindi per voi arte significa…

Lo zucchero, il caffè, il tabacco, il punto croce (la fonte di ispirazione di ogni uomo), i coltelli grossi, la vendetta, la gloria... Sono tutti condizionamenti esterni che non si può sapere quanto saranno importanti, dato che tutto avviene a livello di subconscio.

Non deve essere necessariamente legata ad un messaggio. Forse significa semplicemente divertirsi, fare qualcosa di costruttivo.

L’arte potrebbe benissimo essere nata così: c’era una volta un uomo che non voleva né cacciare né coltivare la terra e quindi se ne stette nella sua caverna, ma ben presto si rese conto che avrebbe dovuto fare qualcosa; disegnò

sulla pietra e stupì tutti gli altri membri della sua comunità con quella che trasformò nella sua nuova professione. Divenne Sciamano, il più potente e rispettato. L’arte dovrebbe essere la cosa più facile del mondo, un modo di comunicare diffuso e l’artista non dovrebbe avere nessuno status elitario particolare. Quali sono i vostri prossimi progetti e collaborazioni? Stiamo lavorando a delle grafiche per una nuova linea di t-shirt che verranno prodotte da UNST, un brand veronese. Per il resto, è difficile da dire: le nostre direzioni cambiano di settimana di settimana, a volte più velocemente. Questa è la settimana di Gallazzo Cedrazzo.

13 PaSS


SUMMER’S ALMOST HERE federico longoni federico.longoni@yahoo.it

A

svegliarmi sono i raggi del sole. Tasto con la mano il suo cuscino e mi accorgo che lei non c’è. Forse è già in piedi. Ancora intorpidito, scendo dal letto e mi dirigo in cucina. L’unico rumore che sento è quello rilassante delle onde dell’oceano che si schiantano sulla spiaggia. Mentre mi preparo un toast, metto tre cd nello stereo. Sono i suoi, quelli che ha comprato prima di iniziare quest’avventura insieme. La sinuosa melodia di Bedouin Dress dei Fleet Foxes riempie la stanza. Suoni folk della tradizione americana, con un violino in sottofondo che rende il brano esotico. Mi siedo fuori, nel patio. La fresca brezza mattutina mi accarezza, facendomi svolazzare la camicia. La giornata è splendida, il cielo terso, il sole già alto. Cerco con lo sguardo la mia ragazza, ed eccola. Seduta in fondo al pontile, ammira l’oceano. La musica si fa più alta, Grown Ocean è la canzone perfetta. Ritmo sostenuto, chitarrina ariosa e

insistente e cori melodiosi che danno luce alla splendida voce solista. Vado da lei. Scendo gli scalini che portano direttamente sulla spiaggia. Ciuffetti verdi di erba contornano il mio cammino, quasi volessero accompagnarmi in quel breve tragitto. Ora sento sotto i miei piedi nudi la sabbia. Finissima, come farina, e umida di rugiada. Mi accorgo che la musica è cambiata. Respiro a pieni polmoni l’aria pulita, mentre Banjo Or Freakout pizzica la chitarra acustica in Go Ahead, rendendo ancor più gioiosa la giornata appena iniziata. La raggiungo finalmente, le sono dietro, a pochi passi. Sentendo lo scricchiolio delle vecchie assicelle di legno del pontile, si volta e mi sorride. Le cingo la vita, sento sul mio braccio la sua pelle morbida e liscia. Mi siedo accanto a lei, con le gambe a penzoloni. Quando in Black Scratches la chitarra diventa elettrica, più graffiante e vagamente malinconica, vengo pervaso da un’emozione rara. Mi sento in paradiso. Intorno a me l’oceano, una spiaggia candida. Sopra di me il sole caldo dell’estate. Accanto a me lei, bellissima, con i

lunghi capelli neri che mi solleticano la faccia. Improvvisamente si alza, mi lascia la mano e corre via, ridendo. La musica cambia ancora. Sono i Pains Of Being Pure At Heart che, armati di echi e riverberi suonano l’allegra Heaven’s Gonna Happen Now, che mi ricorda quand’ero bambino, e con i miei amici, in vacanza, ci rincorrevamo in spiaggia. Mi ci vuole poco per raggiungere la mia ragazza, che sfugge da me ridendo sempre più forte. Incespico nella sabbia bagnata. Poi la prendo. La sollevo e insieme ci buttiamo nell’acqua. Le nostre risate risuonano ovunque. Lei sta al gioco, e comincia a schizzarmi acqua addosso, goccioline fresche che mi investono. Fradici, ci asciughiamo seduti sull’ultimo scalino del patio. Abbiamo steso le nostre camicie al sole. Intanto Girl Of My 1000 Dreams è sfrontata, con la batteria prepotente che anima quel momento meraviglioso. Lei sta ridendo ancora, come sempre fa quando sta bene. Tutto scompare all’improvviso. Non sento più il suono delle onde, e nemmeno la musica. La spiaggia non c’è più, il sole si oscura. Anche lei,la mia ragazza, è sparita. Agitato, sudato, con il cuore a mille, mi guardo intorno. Vedo la mia stanza. Dalla finestra solo palazzi di cemento e una strada intasata dal traffico. Cavolo, era tutto un sogno. Solo un maledetto, splendido sogno.

RoCk On BaBe! Anna Pini

C

on rammarico devo ammettere che ho scoperto gli Alter Bridge da poco e quasi per caso. E adesso mi chiedo come accidenti ho fatto ad essermeli fatta scappare, perché hanno tutte le caratteristiche che in un gruppo mi esaltano senza ritegno. Ecco, direi che la parola chiave è: aperture. Dove ci sono aperture melodiche di ampio respiro nel mezzo di una canzone, scatta quasi automatico l’innamoramento. Mi sembra di riuscire quasi a volare nello spazio delle linee della voce e delle chitarre. Un etere tutto musicale di suoni e vibrazioni. Come in Before Tomorrow comes, dove se chiudo gli occhi mi immagino in un campo di papaveri a correre a perdifiato. Aggressivi ma con un senso straordinario della melodia. Tremonti (Mark, non Giulio ovviamente..) alla chitarra elettrica e la voce bollente di Myles Kennedy che ti attraversa come una scarica elettrica, insieme con Brian e Scott, vi lasceranno senza fiato. Un’altra canzone del Blackbird, loro storico album del 2007, che amo moltissimo è proprio quella che all’album dà il titolo. Cupa e piena di bassi, la trovo struggente, forse per quella frase: “may you never be broken again”… Non so descrivervi esattamente

PaSS 14

quell’altalena di emozioni diverse che procura l’ascolto di questo gruppo straordinario. Ma la canzone che mi ha spalancato le porte di questo mondo meraviglioso è stata certamente la ballad Watch over you. Ho visto il video su Youtube di questa canzone live, cantata e suonata solo da Myles. Una voce e un’acustica. Nient’altro. E mi sono, devo confessarlo, un po’ meravigliata di quanto possa essere espressiva una voce nel buio artificiale di un’arena gremita di persone che si fanno mute, per non lasciarsi scappare nemmeno l’accordo più fugace. Per non perdersi niente. Non so che dire, perché la sua voce profonda e calda mi ha conquistata al primo ascolto. Ogni respiro, ogni modulazione, ogni piccola incrinatura era perfetta. E l’atmosfera era densa come quella che si può creare solo intorno a una grande canzone. Riempiva l’aria. Era magia? Non saprei, ma l’aria era satura di qualcosa di potente e indefinibile, ed è forse qui che risiede tutta la sua forza. Una forza che si fa assuefazione, almeno nel mio caso, forse perché quando li ascolto mi sembra tutto nuovo e diverso. E Myles diventa la voce dei miei pensieri, e Mark la melodia della mia storia.


MA…COSA ASCOLTA LA REDAZIONE? WASTING LIGHT Foo Fighters

TEN

Pearl Jam

(WHAT’S THE STORY) MORNING GLORY? Oasis

Blue o Note

THROUGH THE FLOOR Crystal Stilts

IN DISTORTION WE TRUST Crucified Barbara

THINK TANK

MICROCHIP EMOZIONALE

TOMBOY

HELPLESSNESS BLUES

Blur

Panda Bear

IMAGES AND WORDS

Subsonica

Fleet Foxes

Dream Theater

In punta di

Blues

Direttamente dagli usa: breve dialogo con Laura Meyer, una musicista errante a cura di Anna Pini

L

aura, ho letto sul tuo sito web che hai passato gli ultimi quattro anni viaggiando tra gli U.S.A e l’Europa. Come mai una ragazza di New York decide di mollare tutto e partire? Ricordi il momento in cui hai preso la tua decisione? E come reagirono i tuoi amici e la tua famiglia? Sin da quando ero piccola sapevo che sarei diventata una musicista. Da quando vidi la fisarmonica di Tom Petty. Non direi che ci fu un momento preciso in cui capii che dovevo partire, ma piuttosto una serie di momenti diversi. I miei genitori volevano che mi laureassi ma io, dopo la laurea, sentii che era arrivato il momento di andare. Cominciai a suonare in diversi posti nella zona di New York, e poi in tutti gli Stati Uniti e in Europa; ero affamata di esperienza almeno quanto desideravo che la gente ascoltasse le mie canzoni. I miei amici sono dalla mia parte, ma io so che i miei si preoccupano ancora un po’. Come credi che i tuoi viaggi abbiano influenzato la tua musica? Le mie canzoni sono state quasi tutte scritte durante questi viaggi, sono tutte scaturite da sensazioni, esperienze, emozioni nate con me sulla strada.

Nicola Piccinelli

1960

Modale e libero, il jazz moderno. In seguito alla pubblicazione del libro di teoria musicale Lydian Chromatic Concept of Tonal Organization (The art and science of tonal gravity) di George Russell, andò affermandosi un nuovo stile denominato modale. Il nome fu scelto a causa dell’utilizzo di uno stile compositivo basato sulle scale modali anziché sugli accordi, che portava così il solista in un nuovo modo di improvvisare, totalmente staccato dal concetto del brano. Già in precedenza questo nuovo jazz si era fatto sentire in alcuni dischi come My Favorite Things, ma fu con A kind of Blue di Miles Davis che il modal jazz si affermò negli USA. In quegli anni, tra New York e Chicago, si affermò anche - in simbiosi con le grandi battaglie razziali (Martin Luther King e Malcolm X) - il free jazz. Come indica il nome, si trattava di uno stile musicale libero e completamente fuori dagli schemi. Ornette Coleman ne fissò le radici con uno storico album nel quale due quartetti contrapposti, partendo da una modalità e da una scansione ritmica predeterminate, improvvisano liberamente svincolandosi, mano a mano, dalla struttura di partenza del brano. I grandi del free jazz furono in primis Ornette Coleman e John Coltrane, ma altri musicisti rimasero famosi per aver recepito largamente l’aspetto politico dello stile, come Charlie Haden e il sassofonista Archie Shepp. Paradossalmente, il movimento free non abbracciò il pubblico nero, tradendo le intenzioni dei suoi musicisti ed i loro propositi di costituire un terreno musicalmente unificante della cultura nera.

Artisti consigliati: Miles Davis, John Coltrane, George Russell, Ornette Coleman, Archie Shepp, Herbie Hancock, Bill Evans.

nella foto: Laura Meyer

Joni Mitchell. Ho seguito Phish per un po’, e ho incontrato la musica folk e l’hip pop, prima di trovare il blues. Non hai mai avuto paura dell’ignoto, non ti sei mai sentita sola? La paura dell’ignoto la sento ogni giorno. Ma ho iniziato a capire che la paura non è reale, è solo una proiezione mentale. La voglia di condividere la mia musica è più forte di ogni paura, e più la affronto, più si indebolisce. Io amo il mistero della vita. Inoltre ho incontrato migliaia di persone, perciò non direi che mi sento sola, anzi a volte avrei bisogno di più tempo per me. Infine, sei appena stata in tour qui in Italia, cosa di noi italiani ti porterai con te? Più di ogni paese che ho visitato, l’Italia mi ha colpita per il calore delle persone. La tranquillità che si respira qui è molto diversa da quella che puoi trovare a New York. Sedersi e godersi il sole che splende, guardare gli olivi con i rami colmi di frutti, parlare con persone meravigliose: memorie che conserverò come un tesoro.”

e…COSA NON ascolta LA REDAZIONE? BORN THIS WAY Lady gaga

IL SOGNO ERETICO Caparezza

o

VIVA I ROMANTICI Modà

DUST EUPHORIC HEARTBREAK ROCK LIGHT STAR Glasvegas Jamiroquai

Laura, quando ti ho sentita suonare mi ha molto colpita il tuo sound così americano, eppure al tempo stesso così aperto, così internazionale direi. Quali sono gli artisti che più ti hanno influenzata? Il mio idolo da piccola è stato Tom Petty. Poi vennero i Talking Heads, Neil Young e i Beatles. Ho anche ascoltato molta musica classica quando studiavo violino. Da adolescente ebbero molta presa su di me Hendrix, Bob Dylan e

ORA

Jovanotti

RITUAL

White Lies

A ME PIACE COSì Emma Marrone

FEMME FATALE Britney Spears

THE RESISTANCE Muse

15 PaSS


L’ESERCITO DEL SURF

illustrazione di Andrea Dalla Val

Il social network del divano, ai limiti del low cost Lara Zoppini

P

er voi vagabondi, globetrotters, eterni esuli, vecchi giramondo e moderni avventurieri, per voi marinai costretti a viaggiare nel tempo sognando di conquistare lo spazio, per voi che il viaggio è soprattutto una scoperta ma anche un ritorno a casa, per voi anime erranti che i limiti di portafoglio hanno costretto per anni alla riviera adriatica, proprio per voi il momento è giunto: tutti in piedi sul divano per cavalcare l’onda lunga del couch surfing. Letteralmente saltare da un divano all’altro, questo programma è l’ultima frontiera del low cost ma non solo, anche un vero e proprio social network con finalità etico culturali, uno scambio di ospitalità internazionale che ha come base operativa il sito www.couchsurfing.org. I surfisti del sofà sono oggi più di 2,5 milioni e offrono divani, o anche solo un angolo di giardino dove sia possibile piantare una tenda, in più di 143 diversi paesi nel mondo: da Israele alla Corea del Sud, dalla Germania alla Malesia, da Cipro all’Azerbaigian , dall’Armenia alle Barbados il mondo non è mai stato così piccolo. I più gettonati rimangono sempre i couch targati Usa dove il progetto è nato nel 2003 da un’idea di Casey Fenton. Il programma, totalmente gratuito, si presenta come un’organizzazione no profit che si alimenta con libere donazioni, non prevede scambio di corrispettivi monetari fra associati.

Per prenotare il prossimo viaggio basta iscriversi alla community e scegliere fra i profili dei diversi ospiti la vostra nuova destinazione senza alcun obbligo di ricambiare il favore, una sorta di karma del viaggiatore sovrasta il sistema bilanciando domanda e offerta. Il Network, finalizzato alla creazione di rapporti umani duraturi, riporta il viaggio alla dimensione più reale e meno turistica, di immersione culturale. É un soggiorno guidato dal proprio anfitrione per riportare a casa i veri sapori, i colori ed i profumi delle terre ospitanti, alla riscoperta di quelle diversità spesso affogate nel mare uniforme che ha trasfigurato il mondo con l’invasione dei non-luoghi, ovvero tutti quegli spazi incolori, privi del carattere identitario tipico del territorio, che non ne esprimono la vera caratura. Questa trasformazione inquietante, che ha reso anche il viaggio un mero prodotto di consumo, un accessorio nuovo in un mondo tutto uguale, si può combattere con un salto a piè pari nella vita indigena. Il tema della sicurezza è quello più caldo, anche se esistono alcuni meccanismi di protezione, fra cui la valutazione dei vari ospiti rilasciata dai vostri predecessori. Queste recensioni sono il biglietto da visita principale, la vostra primaria fonte di informazione, per cui si rende necessario un accurato e dettagliato commento alla fine di ogni esperienza. Per viaggiare nella massima sicurezza esiste anche

la versione rosa del fenomeno il Welcome woman la cui rete, composta da 3000 girovaghe, allunga i propri tentacoli in 17 Paesi. Altri siti fratelli di couchsurfing.it sono Belodged, Warmshowers, dedicato esclusivamente al cicloturismo, e le vacanze baratto, per gli errabondi italici. Non ci sono più scuse, non resta che saltare sul divano, prendere il largo, abbandonarsi alla corrente ed aspettare la prossima onda. Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.

Generazione Groupon E il magico mondo dello shopping low-cost collettivo Mariasole Castellazzi

P

l’avrà comperato, altrimenti non è chiaro se i soldi vengano o meno restituiti; per raggiungere al più presto un numero sufficiente di compratori è possibile condividere l’offerta con i membri della propria mailing list, operazione che in genere fa guadagnare un bonus di sconto sull’acquisto successivo. Su My City Deal e Living Social Deals si acquistano anche cene in ristoranti chic, abbonamenti scontatissimi per la palestra, lezioni di pilates, yoga, arrampicata, giornate in SPA, ingressi in discoteca e persino soggiorni in località di vacanza prestigiose; su Glamoo invece troviamo per di più abiti e accessori di stilisti britannici emergenti a prezzi ragionevoli. Altri esempi sono: www.kgbdeals. it, specializzato in proposte legate ad eventi, www.tuangon.it, per affittare case per le vacanze a prezzi scontati, e www.buyon.it , motore di ricerca che contiene un elenco di negozi online e che permetterebbe, a quanto pare, di recuperare una percentuale del prezzo dell’acquisto effettuato. Inoltre, sembra che sia in arrivo la risposta di Google a Groupon: Google Offers…e chi più ne ha più ne metta! Tutto ciò potrebbe creare un po’ di scetticismo, del resto si sa che “nessuno regala niente”, ma presa dalla curiosità ho personalmente provato ad acquistare un’offerta da pochi euro per capire come funzionasse questo sistema senza investirci, ed eventualmente perderci, troppo e devo dire che non sono rimasta delusa; unico effetto collaterale, a cui potrebbero essere maggiormente esposte le shopaholics incallite, potrebbe essere la tentazione di comperare indiscriminatamente qualsiasi cosa “perché tanto costa poco” rischiando di accumulare groupon inutilizzati e di fare la fine di Rebecca Bloomwood.

er lo shopping in tempo di crisi si affaccia sul panorama virtuale la novità degli acquisti di gruppo, tecnicamente definiti come city deal, introdotta per la prima volta a Chicago nel 2008 e presto diffusa intorno al globo. Il fenomeno è nato con la creazione di groupon ossia, coupon di gruppo attraverso i quali acquistare offerte di vario genere, dall’accessorio griffato al weekend enogastronomico, dal trattamento di bellezza alla cena nel ristorante esclusivo. La filosofia su cui si basa questo business consiste nel fatto che se molte persone comperano la stessa cosa, nella stessa città, il venditore di turno può permettersi di fare uno sconto ponderoso che può andare oltre il 70% …così funzionano i siti www.groupon.it (il più popolare e il primo a lanciare questa modalità d’acquisto) e i ‘fratelli minori’ come www.livingsocialdeals.com e www.glamoo.com. Per entrare nel magico mondo dello shopping low-cost collettivo basta semplicemente creare un account gratuito nel sito prescelto, indicando la propria città di provenienza: questo consentirà di ricevere quotidianamente una e-mail con elencate le offerte del giorno (solitamente da 3 a 5), relative alla città selezionata, proposte generalmente per un periodo di tempo di 24 ore. Sulla pagina corrispondente all’offerta è indicato il prezzo, le caratteristiche e la durata entro cui si potrà usufruire della promozione. È inoltre possibile vedere quante persone hanno già acquistato il groupon e l’intervallo di tempo ancora a disposizione per poter concludere l’affare. Dettaglio non indifferente è che il groupon verrà inviato nella casella di posta solo se un numero sufficiente di persone

PaSS 16

illustrazione di Giacomo Bagnara


Il porno è femmina Il nuovo cinema per adulte, femminile e femminista valentina pizzini

E

rika Lust ha trentaquattro anni, è nata a Stoccolma e vive a Barcellona.E’ laureata in Scienze Politiche con specializzazione in Gender Studies. Si dichiara femminista e di sinistra. Ed è una regista porno. Vi sembra una contraddizione in termini? A lei no di certo, e non è l’unica. Nel suo ‘manifesto’ dichiara che: “Durante l’esplosione del movimento femminista negli anni sessanta e settanta, i valori maschilisti che il cinema e la pubblicità aiutavano a perpetuare erano aspramente criticati. Donne, oggi dobbiamo fare la stessa cosa con il cinema porno. Non possiamo ignorarlo e pensare che non ha importanza giacché lo guardano solo i maschi”. A suo dire, viviamo in una società ormai “pornificata”, ma il porno è rimasto un argomento di esclusiva competenza maschile, che dell’universo maschile rivendica i valori e gli stereotipi. Erika si batte per la riappropriazione del cinema per adulti da parte delle donne. ”Nel nuovo cinema per adulte” afferma, “voglio vedere donne che decidano come essere raffigurate: voglio vedere donne che siano sé stesse, donne come me o come te, madri, spose, single, amanti, giovani, adulte, magre, formose, donne con sentimenti, educazione e professioni, che godono della propria sessualità e provano piacere con le situazioni sessuali rappresentate nei film”. E questa, infatti, è la maggiore

Erika Lust

un’idea facendo zapping a tarda notte sulle reti locali; le luminosità sono attentamente studiate per far risaltare al meglio le forme corporee, i primi piani e i baci sono frequenti, lo sfondo è curato con attenzione per rendere l’ambiente il più erotico possibile. Non sono rari inserti musicali.

illustrazione di Margherita Mulas

differenza tra quello che si definisce porno femminile, di cui Erika è una delle rappresentanti più note, e il classico vecchio cinema porno: non più bionde dal corpo perfetto che si piegano docilmente ai desideri maschili, ma donne consapevoli. Non più oggetti sessuali, ma persone. Quindi la spinta all’individualità si manifesta nella creazione di una piccola cornice ‘realistica’. Quelle raccontate sullo schermo, anche con dovizia di particolari intimi, sono piccole storie: all’incontro sessuale seguono o precedono azioni di vita quotidiana. Vediamo allora regali di compleanno, coppie che mangiano insieme una pizza, scene domestiche. C’è anche un minimo di indagine sulle reazioni emotive dei protagonisti. Nel trailer (visionabile gratuitamente sul sito della regista) di The Good Girl, cortometraggio premiato in vari festival internazionali del porno, ad esempio, si intuiscono le titubanze e la timidezza della protagonista che vorrebbe (e poi ci riesce) sedurre il fattorino della pizza a domicilio. Ad una maggiore attenzione dal punto di vista della sceneggiatura si accompagna una mano registica più invasiva ma anche più artistica di quella del porno tradizionale. Non si risparmiano le inquadrature esplicite (si tratta pur sempre di cinema porno), ma vengono evitate le lunghe inquadrature fisse di cui chiunque si è fatto almeno

Certo, non si può dubitare che dietro l’idealismo di Erika e delle altre novelle epigoni del porno femminile e femminista ci sia un’attenta operazione commerciale, volta ad eliminare ciò che nel filone tradizionale suscita mediamente fastidio nel pubblico del gentil sesso e a sottolineare invece aspetti considerati più ‘da donne’ (sentimento, attenzione alla seduzione e all’ambiente, eccetera). Visto il successo che sta riscuotendo il nuovo genere sulla rete e su noti magazine femminili (tra cui la bibbia del genere, “Vogue”) pare però che funzioni. Naturalmente, anche nell’ambiente del cosiddetto post-femminismo da una parte c’è chi vede nel porno, e soprattutto in questo tipo di porno, una forma di liberazione sessuale della donna, finalmente in grado di affrontare e rappresentare i propri desideri (si ricordi che l’attenzione al piacere femminile è centrale nei film di Erika e colleghe), dall’altra chi non ci vede altro che un’estrema mistificazione, considerando il porno tout court una rappresentazione degradante della sessualità e della femminilità. Ai posteri, o ai lettori, l’ardua sentenza.

17 PaSS


Booklist

L cosa legge A redazione E L

ovvero la

L

a fine del mondo storto Mauro Corona lisse Massimo Gramellini James Joyce a dove sto chiamando Da dove sto chiamando mericana e niente importa Elio Vittorini Jonathan Safran Foer essanta racconti Dino Buzzati logio della bicicletta udi e crudi Ivan Illich Alan Bennett a valle dell’Eden ’ultima riga delle favole

D S

John Steinbeck

N

S

U

Libri

Scrivere (ed essere letti) a 21 anni Un’associazione culturale e un giovanissimo scrittore Federica Rosa

M

ario de Rosa ha 21 anni e lo scorso aprile ha pubblicato il suo secondo romanzo, Il primo postit sulla luna, con l’associazione culturale presentARTsì. PresentARTsì nasce ufficialmente quasi due anni fa a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, e si definisce “Bottega di prodotti culturali dall’ideazione alla presentazione”: uno slogan per sintetizzare le numerose attività svolte, che spaziano dalla pubblicazione di libri alla cura/ allestimento di mostre, presentazioni di autori, corsi, incontri e molto altro ancora. I due agili volumi scritti da Mario si leggono d’un fiato, stupiscono e travolgono il lettore. Il primo, Tieni pure il mio naso, uscito nel 2010, è la storia di un amore contraddittorio e assoluto, come lo sono solo i primi amori, e (nella finzione narrativa) è anche il racconto della stesura di questa stessa storia. Questo libro è il best-seller dell’associazione, con le 500 copie stampate esaurite in pochi mesi; è uscita quest’anno la sua seconda edizione rivista e corretta: piace credere che questo successo continuerà ad amplificarsi e i libri a passare di

i libri

Tieni pure il mio naso Mario de Rosa 93 pagine, € 5,00 Pubblicazione: 2011 - presentARTsì Il primo post-it sulla luna Mario de Rosa 145 pagine, € 5,00 Pubblicazione: 2011 - presentARTsì I libri si possono trovare presso la libreria Mr. Libro di Castiglione delle Stiviere (MN), in alcune edicole di questo stesso comune, presso altre librerie del circondario (ad es. Il Dragomanno di Montichiari – Brescia) e nazionali (Bologna, Pescara) oppure su internet, su www.ibs.it e su vari altri siti (su www.issue.com se ne può anche leggere un’anteprima).

mano in mano, raccontando la vicenda di un piccolo sogno che si avvera. Il secondo, già citato, è forse anche più ricco e maturo. Al lettore più giovane sembrerà di conoscerne i personaggi, forse perché gli ricordano i suoi amici, persone reali dunque, con il loro gergo e i loro difetti. Anche qui il protagonista,

Consigli in pillole A cura della redazione

Vladimiro Polchi , Blacks out. Un giorno senza immigrati Bari-Roma, Laterza, 2010. Prezzo: 15,00 € Questo libro è un intreccio tra romanzo e saggistica, fantasia e realtà. “Blacksout” è il nome che gli immigrati hanno dato alla loro protesta, una protesta che ci vuole ricordare quanto queste persone, spesso invisibili o denigrate, ci siano essenziali anche per le cose più superflue della nostra vita quotidiana. Il racconto di uno sciopero che, se mai accadesse, potrebbe mettere in ginocchio tutto il Paese. SF Frank McCourt, Le ceneri di Angela Milano, Adelphi, 1997. Prezzo: 11,00 € Un romanzo vincitore del premio Pulitzer sulla vita di una famiglia irlandese nel periodo tra le due guerre. Povertà, Alcolismo, Dolore, Ingiustizie, ma anche piccoli e quotidiani gesti d’amore e di gentilezza. Il tutto visto e raccontato con gli occhi di un bambino di tre anni che cresce e matura nel nostro girare le pagine del libro, fino a diventare un ragazzo e poi un uomo. Un romanzo sulla miseria, e sulla speranza eterna che possiamo scegliere chi diventare. Consigliatissimo. AP

PaSS 18

Rico, è alle prese con un amore complicato e con una grande amicizia, quella con Pablo, alla continua ricerca di un proprio posto nel mondo, nel tentativo di superare inquietudini infantili e riconquistare l’affetto del padre. Il ritmo rock di queste pagine, che ricordano un po’ il primo Brizzi, quello di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, un po’ il Davide Bregola dei Racconti felici e certo anche il Palandri di Boccalone, porta con sé riflessioni sui desideri dei giovani protagonisti, sulle loro speranze, sul loro modo di guardare il mondo e pensare la vita e la morte. Ciò che più rimane nel cuore della lettrice è il modo in cui Mario descrive i personaggi femminili: sembrano sempre donne o ragazze straordinarie, morbide e profumate, il cui corpo i personaggi maschili non fanno che adorare e decantare anche nei momenti più duri: perfino le occhiaie o i tic nervosi assumono, nella narrazione di Mario, un valore nuovo, un tocco di magia ed unicità che li rendono adorabili. Credo proprio che, se fossi il personaggio di un romanzo, è da Mario che vorrei essere descritta!

Dave Eggers, L’opera struggente di un formidabile genio Milano, Mondadori, 2001. Prezzo: 8,40 € Il romanzo racconta la storia, triste e divertente in egual misura, di Dave, un ventiduenne costretto a fare da genitore al piccolo fratello Toph di otto anni. Decide di trasferirsi in California per cominciare una nuova vita. Tra bizzarri incontri e un viaggio faticoso, la vita dei due fratelli si trasforma. Entrambi crescono, capiscono che la vita è dura, difficile, piena di insidie, ma può anche diventare divertente ed entusiasmante. Chi ha la lacrima facile potrebbe bagnare alcune pagine. Da leggere, anche più volte. FL Roberta Dapunt, Più la terra del Paradiso Torino, Einaudi, 2008. Prezzo: 8,00 € Un libriccino di poesie scarno, essenziale, così come scarno ed essenziale è il linguaggio di questa autrice legata alle terre ladine della Val Badia. I temi sono quelli centrali all’esistenza umana: la solitudine, una costante ricerca all’insegna di una fede sempre sfuggente, il desiderio disperato di riuscire a guardarsi dentro con coraggio e onestà. E la poesia stessa, strumento atto a delineare, con parole dure e aspre come le rocce dolomitiche, una vita piena di fatica, introspezione, sofferenza, ma anche delle piccole gioie di una appartata quotidianità. CP


Nero revolver

a cura di MARta poli

ammazza il tempo

PASSOROSCOPO...dell’estate! a cura di Antonella Sartori

ARIETE: Quest’estate brillerete così tanto che vi tramuterete in una supernova. E non badate agli invidiosi che vi dicono che le supernove sono lo stadio subito prima del buco nero.

LA STRISCIA di nadia zandomeneghi

TORO: Qualcuno ve lo dovrà pur dire che è ora di cambiare quel costume imbarazzante! L’universo ti dà esattamente ciò di cui hai bisogno, e nel tuo caso si tratta proprio di una vacanza con Emilio Fede. GEMELLI: Quando l’inventore della crema solare si chiese a chi potesse essere utile una scoperta del genere, è proprio a voi che pensò! Gioite di ciò, e tenete sempre in mente che le tenebre sono state create per farvi risparmiare. CANCRO: Una volta, discutendo con un vecchio saggio (e autorità suprema in astrologia), gli chiesi quale fosse il segno peggiore dell’universo. Indovinate un po’ cosa mi rispose…

TRA IL SERIO E IL FACETO Lamentarsi del caldo è INUTILE. Usare dei deodoranti performanti è un’idea INTELLIGENTE. Stimolare la DIURESI è utile. Farlo bevendo molta birra… GONFIA. La clausura da studio è utile. La clausura da studio in PESSIME CONDIZIONI IGIENICO-SANITARIE nuoce gravemente alla salute di chi ti sta intorno. E alla tua. Portarsi qualcosa da leggere in spiaggia è utile. Ostinarsi a voler preparare una sessione d’esami alle piscine comunali è FALLIMENTARE. Voler stare ‘leggeri’ a pranzo è utile. Fare merenda con un kebab alle 16:32 del 15 luglio è RISCHIOSO. Fare ‘quattro zompettate’ in pista ogni tanto è divertente. Trascorrere tutti i fine settimana all’ ENCORE/ ALTEREGO è…è…è…AUDACE. FACEBOOK: selezionare l’opzione “parteciperò” su qualsiasi EVENTO e poi non andarci non rende la tua vita sociale più attiva. Augurarsi un’estate migliore della precedente non serve a nulla. Accettare un lavoro stagionale come venditore di enciclopedie…mmm…FORTIFICA. Sì sì…avete ragione: nell’oroscopo manca il Capricorno. Non è che sia stata proprio una dimenticanza. Potrebbe, ma anche no. Comunque state tranquilli Capricorni: nessuno si dimenticherà mai di voi, è piuttosto improbabile che questo avvenga. Ad ogni modo, cercate di indossare sempre vestiti dai colori accesi.

LEONE: Quest’anno consiglio a voi e al vostro ego di compiere vacanze separate, possibilmente agli antipodi del mondo. VERGINE: I soldi non fanno la felicità, immaginiamoci la miseria, disse una volta Woody Allen. Ebbene, è più o meno la stessa cosa che mi è venuta in mente pensando a voi. BILANCIA: Il vostro atteggiamento è impeccabile in ogni luogo. Suvvia, non sarà poi così difficile superare la carrellata di terribili eventi che vi colpirà da qui fino a tutto il corso dell’estate. SCORPIONE: Rivoluzionate la vostra vita e quella di chi vi sta intorno. Comprate un biglietto di sola andata e dedicatevi al volontariato in Cina oppure fatevi assumere come estetisti di Moira Orfei. ACQUARIO: La vostra estate sarà proprio come la canzone Acquarius di Hair. Piena di hippy esaltati che cantano e ballano in ogni dove, felici e noncuranti della loro consapevolezza. PESCI: In questo momento avete tra le mani un tesoro bellissimo quanto prezioso. Le porte si aprono davanti a voi, iniziate a camminare con passo spedito e deciso verso il vostro roseo futuro. Peccato che abbiate dimenticato quel tesoro bellissimo e preziosissimo sul sedile dell’autobus che se ne è appena partito sgommando a tutta velocità.

19 PaSS


I V I T ES ti n e appuntam NI PARALLELI ASTA A VISTA by COME TRE 00 12: 0010: h. Venerdì 3 Giugno, covo, VR. Santa Toscana, Porta Ves zza Pia in ale ltur rcu Un’asta inte NA 2011 by RÖCKEN VOGLIO VIVERE IN CAMPAG VR. Venerdì 10 Giugno, , Via Bassa, Sommacampagna Parco Impianti Sportivi Gratuito h. 18:30-24:00. Ingresso , S, BOH TRIO, KLON RADIO RTI CU DE , RO SAMUEL KATAR LUA THE BRAND, SABOR THE LUCCA SUMMER FESTIVAL 28Giugno-24 Luglio lti altri. Piazza Napoleone, Lucca. n John, Ben Harper e mo Biondi, Amy Winehouse, Elto Francesco Guccini, Mario www.summer-festival.com UMBRIA JAZZ a. 8-17 Luglio 2011, Perugi m .co azz riaj www.umb SHERWOOD FESTIVAL o, Padova. Park Nord Stadio Eugane per tutti i gusti. un intero mese di concerti lio, Dal 17 Giugno al 16 Lug MOGWAI 7 LUGLIO www.sherwood.it RTO FESTA DI RADIO ONDA D’U enissima, Sant’Eufemia, BS. Ser via 1, 201 11-27 Agosto st’anno ospiterà tra gli e festa della radio che que ebr cel i ma l’or del e zion XX edi SPEEDROCK 14 Agosto, INOKI 12 Agosto, PETER PAN NA 18 Agosto, altri ASSALTI FRONTALI e DENCIES 17 Agosto, VERDE TEN AL CID SUI , sto Ago 15 FRANK TURNER , NIELE SILVESTRI 24 Agosto CAPAREZZA 20 Agosto, DA i. altr S 27 Agosto e molti MODENA CITY RAMBLER www.festaradio.org MUSICA WIVA 2011 XVII Edizione 11-15 Agosto Castellina M.ma PI birra è Rock&Roll! a incontra un uomo con la tarr chi la con o uom un o Quand No ticket/Free Camping Wiva è anche su Facebook! www.musicaw.net - Musica by RÖCKEN MAG MusicaArteGiovani a Romani di Sona (VR) Vill di 26 e 27 Agosto al Parco Orario esposizioni 18-24 21-23 Orario concerti e spettacoli RA. ORES e MASCHERE DI CLA TAD MA e: nom e lch qua s, In anteprima per Pas ag-sona.it www.mag-sona.it - info@m

a cura di Marta Poli

BALLA COI CINGHIALI eto (SV), ingresso gratuito. i 17-20 Agosto 2011, Bardin , Lombroso, XMary, Roy Pac ary Kid Combo, Brunori Sas Verdena, Grana, The Legend Rock’n’roll Kamikazes. & Aretuska, Dufresne, The www.ballacoicinghiali.it Festival 2011 Vol.2 al Roma3 FilmTeatro Vigasio Sexploitation 8-12 giugno a Garbatella, Roma) tolomeo Romano 8 – zon Bar zza (Pia ium lad Pal tro Tea GOOSE FESTIVAL ZEVIO 2008 per volontà Il Goose Festival nasce nel Helios di Zevio (VR) e giunge le tura Cul dell’Associazione cultura zione per promuovere una quest’anno alla quarta edi con o e consapevole, il tutt musicale/artistica creativa to segna di proposte dall’eleva ras una ire l’ambizione di offr più i tra uni alc tti infa biti o esi co del Goose Festival si son Canali, spessore qualitativo. Sul pal rms’ Farm, Aucan, Giorgio Wo d (Re nte nde ipe ind na sce la ria, del ave ppi Cad gru ei, nti importa (Riul Doamn , per citarne alcuni) e metal osa alo e App ura tra, pitt hes di i Orc s zion Toy osi A sica: esp solo ed esclusivamente mu zioni ora lab col nti orta Node), ma il Goose non è imp e ggi ri, proiezioni di cortometra nno, fotografia, incontri lettera festival. Il Goose di quest’a del st mu i pre sem da o son ni io, azio oci Zev di ass o e tell altr con co del Cas l’incantevole cornice del par più ora anc a mm gra che si svolgerà sempre nel pro nuove proposte e un con nti, ava in zo e del bal e tico rior rge sarà un ulte risparmio ene i dell’eco-sostenibilità, del tem ai ario rno end into cal nte tro vita vos gra del ricco, -7 Agosto nto disegnate pure sul 5-6 li deg i nom i ovi ecc s, rispetto per l’ambiente. Inta Pas E in anteprima assoluta per agosto e un grosso oco ad ali aperte. 5 agosto, FOLKSTONE 6 INA KAR NA AN OF ATH DE THE ati: ferm ed! con tun y er headlin dettagliato sta sto. Per il programma più OFFLAGA DISCO PAX 7 ago ato mancare! Goose Festival 2011, viet t al.i stiv efe www.goos su Facebook! Il Goose vi aspetta anche 1 Art Pollution Fest 201 ladoro, via Fratelli Bal co Par lio lug 31 3029(VR) se one Ver o Rosselli, Poveglian hop, banchetti e rks wo , arte , sica mu Tre giorni di altro ancora. ZIE, LADIES FROM VENERDì 29 LUGLIO: 13 SPE RA, NEXUS HELL, MASCHERE DI CLA ITH, LSM HEL : LIO LUG 30 SABATO S, GE METALHEADZ, DARKA ANEURYSM, O RIUL DOAMNEI, AMASSAD LAST ic, ust I-co 31: A NIC ME DO CK BEACH, YOUNGER SON, BLA B MAMA, NIM illustrazione di Margherita Mulas

? SS A P u s e r e iv r c s Vuoi .it ? Scrivi a redazione@passvr razioni

Collaborare con foto o illust

ssvr.it .pa w w w ? D NER O T S O T T IU P I TI SENT book ce Fa su SS PA di a n pagi la a rc Vuoi restare in contatto? ce nno contattato via

e le persone che ci ha

Chiediamo venia a tutt

avamo lu soldo!

o risposta. Nun tenn che non hanno ricevut e si me i est qu in il ma


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.