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Editoriale NEXT LIFE Spa info@next-life.it - www.next-life.it PRESIDENTE Paolo Fimiani DIRETTORE GENERALE Loredana Bruscia DIRETTORE FINANZIARIO Carlo Pinna ________________________________ N.L.D srl DIRETTORE RESPONSABILE Riccardo Palmieri SEGRETERIA DI REDAZIONE Angela Girardelli ART DIRECTION IMPAGINAZIONE E GRAFICA Fabio Passi Valentina Guidetti IN REDAZIONE Ilaria Mollo - Maria Nicoletta Tulli HANNO COLLABORATO Giacomo Andreazzi - Ambra Blasi Giovanni Gumberghi - Luigi Bonelli Vincenzo Prizzi - Roberto Borsa Enzo Giannelli - Luca Salvini Fedele Nonci - Laura Rosa Letizia Terra - Carmelo Schininà Luciano Tirinnanzi - Virginia Di Marno FOTOGRAFIE Buena Vista - 20th Century Fox Warner Bros Italia - Ufficio Stampa Rai FOTO DI COPERTINA 20th Century Fox ________________________________ STAMPA E FOTOLITO Global Print S.r.l. - Roma DISTRIBUZIONE e ABBONAMENTI abbonamenti@nextleveldistribuzione.it PUBBLICITÀ adv@nextfamily.it ________________________________ INTERNATIONAL PUBLISHING ACTIVIRTUAL Corporation 500, Main Street North Little Rock - AR 72114 United State of America DIRECTOR Matthew Charles Stokes MARKETING MANAGER Peter Grevs PRODUCT MANAGER Sally Abbruscato
Reg. Tribunale di Roma Tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria della rivista sono legalmente riservati. Ad eccezione di casi espressamente autorizzati dalla redazione, l’utilizzo da parte di terzi di materiale letterario o artistico contenuto nella rivista è severamente vietato e legalmente perseguibile. La redazione non assume responsabilità per prezzi, indirizzi e numeri telefonici pubblicati all’interno della rivista.
Né web né famiglia, anzi, tutt’e due amiglie e tecnologia. Due aspetti apparentemente antitetici e invece sempre più convi-conniventi. Due entità e due binari che ogni tanto, anzi, sempre più spesso, si incontrano. E fanno scintille digitali. Seguiteci in questo terzo numero, che ha il pregio, forse, più degli altri, di scandire il tempo e gli spazi del gioco e della riflessione in materia di scienza della conoscenza di noi stessi. Esseri umani avviluppati nella Grande Rete, comunicatori in procinto di condividere sempre maggiori esperienze sul web ma anche individui desiderosi di capire cosa sta accadendo al di fuori della virtualità, nella fitta maglia delle relazioni interpersonali. È per questo che abbiamo deciso di “aprire” il magazine di maggio con un occhio all’Anno Mondiale dell’Astronomia, un settore centrale delle nostre indagini di persone curiose, degni pronipoti di quel Galileo Galilei cui tanto deve non solo l’astronomia ma l’intera comunità scientifica. E proseguiamo con l’esplorazione di una possibile, ancora possibile etica nello sviluppo della ricerca, così penalizzata in Italia da ottiche preconfezionate e miopi, sollecitando quindi ogni tipo di schieramento politico a fare di più e meglio in questa direzione. Non mancano, come sempre, momenti di sdrammatizzazione di temi altrimenti spinosissimi, per lo meno secondo Santa Romana Chiesa, come la diversità dell’orientamento sessuale e le profonde differenze culturali dei vari Continenti, che non possono essere “globalizzate”, per non dire ignorate o insultate. Un numero molto Next, insomma, oltre che Family, ma per una famiglia davvero grande abbiamo scelto di mettere in copertina Ben Stiller, icona di un cinema disimpegnato che riesce a mettere d’accordo grandi e piccoli, a parlare con disinvoltura, attraverso sentimenti ed effetti speciali, ad un vastissimo pubblico, ad una community tradizionale ma anche tecnologicamente avanzata.
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Riccardo Palmieri
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lettori e COMMUNITY
sono ormai una sola ENTITÀ
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16 CONTRASTI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Figli delle stelle di Maria Nicoletta Tulli ANIMAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 CARTOONIG SOON di Luciano Tirinnanzi ALTRE FAMIGLIE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Normale a chi? di Maria Nicoletta Tulli FUTURAMA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 L’orizzonte degli eventi di Roberto Borsa
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RELIGIONE SRAGIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 Mr. Condom, I suppose... di Fedele Nonci DALLA TV A... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 Hannah diventa davvero grande di Letizia Terra PROFESSIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 Il mestiere del coach di Ilaria Mollo COVER STORY . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52 Tutto in una notte di Riccardo Palmieri CRAZY NEWS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 Questo pazzo pazzo mondo SOTTOTIRO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69 Alison Lohman Giovanni Arezzo Freida Pinto Ellen Page
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sommario PILLOLE PER LA FAMIGLIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75 Scuola Games Web Scienze Ricerca Psiche Salute Animali MENU . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 Scienze Web vedo Web ascolto Web leggo Gioco Moda Fenomeni Est(etica)
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ANNIVERSARI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100 Happy Birthday Audrey! ITINERARI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104 Due pedali da riscoprire EVENTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110 Da non perdere COLPO DI CODA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114 E le stelle stanno a ballare di Enzo Giannelli
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L’ONU ha proclamato il 2009 Anno Internazionale dell’Astronomia. Moltissime le attività promosse in ambito scientifico. Per avere la possibilità di avvicinarsi alla più antica delle scienze, con un approccio semplice e alla portata di tutti di Maria Nicoletta Tulli
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iù di 100 Paesi hanno aderito all’iniziativa. IYA (International Year of Astronomy) 2009 riveste grande importanza a livello culturale e si pone come obiettivi principali di affrontare temi quali la crescita dei Paesi in via di sviluppo, il contributo della Scienza alla società, la riscoperta del cielo come eredità universale dell’uomo, lo sviluppo sostenibile e l’avvicinamento dei giovani alle materie scientifiche. Molti astronomi professionisti, nel corso di quest’anno, cercano già di fornire alcune risposte alle domande espresse dall'umanità durante i secoli e alle quali finora non si sono trovate le risposte. In Italia è l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) ad organizzare eventi su tutto il territorio nazionale, sia autonomamente sia in collaborazione con altri Enti,
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Università e Associazioni culturali. E anche il teatro, tra le varie arti, non poteva mancare. Tra gli spettacoli realizzati, abbiamo dato uno sguardo, per esempio, a Lezioni di Astronomia di Maurizio Giannotti e Gustavo Verde, per regia di Donatella Massimilla, andato in scena lo scorso marzo al Teatro l’Orangerie di Roma. Presentato dal CETEC (Centro Europeo Teatro e Carcere), la mise en scène affrontava temi attuali e di grande rilevanza: dalla diversità di una giovane ragazza autistica alla violenza, alla solidarietà tra persone che provengono da diverse culture e che non rinunciano all’incontro e allo scambio umano e sociale. Da una visione quasi ossessiva del cielo stellato è nato così uno scenario di possibilità di comunicazione al di là delle parole, con proiezioni e visioni “intime e universali”, accompagnato da musiche originali composte da artisti
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emergenti. Due solitudini si incontrano, un’amicizia al confine con l’amore rivela la possibilità di una storia di comprensione e di accettazione voluta e cercata, giorno per giorno, tra un uomo e una donna “diversi”. Restando sempre in Italia, sono numerosi gli appuntamenti legati a quest’anno speciale dedicato all’Astronomia. Una mostra scientifica interattiva è organizzata a Padova dal 27 aprile al 24 maggio, con esperimenti di fisica, chimica e scienze in omaggio alla figura di Galileo Galilei, rivolta soprattutto ai giovani. Tra le iniziative di contorno segnaliamo alcune conferenze: sul Cielo dopo Galileo , sulla cucina molecolare, sulla teoria darwiniana dell’evoluzione e sul sofware libero, osservazioni al telescopio e visite al Planetario di Padova. A partire dal 5 maggio e a seguire per un mese, inoltre,
la biblioteca di Moncalieri (TO) organizza una mostra fotografica per ripercorrere 400 anni di osservazione del cielo: dal cannocchiale di Galileo ai telescopi da terra e spaziali; dalle sonde ai robot. Nella prima settimana di maggio, a Pisa, si terrà invece il Congresso annuale della Società Astronomica Italiana. L'argomento centrale sarà lo straordinario progresso delle tecniche di indagine astrofisica reso possibile dall'ultima generazione di strumenti di osservazione del cosmo. Le varie sessioni scientifiche abbracceranno tutte le tematiche dell’astrofisica moderna. Una mostra di pittura a tema scientifico dal titolo Arte e Scienza in cammino verso la sorgente sarà quindi ospitata dal Castello di Frontone (PU), dal 30 maggio al 26 luglio, supportata da un convegno a cui parteciperanno studiosi tra i quali anche esponenti dell’Associazione
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“Aristarco Samo” di Senigallia. Scendendo verso Sud arriviamo in Calabria, a Montalto Uffugo (CS), che ospiterà da agosto prossimo la settima edizione della Scuola di Astronomia e Filosofia . Completamente gratuita, l’iniziativa ha lo scopo di avvicinare i giovani alla contestualità della scienza attraverso corsi, seminari e pubblicazione di dispense ed audiovisivi. Ai migliori partecipanti selezionati tramite un test di fine corso verranno anche offerte borse di studio del valore di 200 euro ciascuna. Per la manifestazione di chiusura dell’ Anno Internazionale dell’Astronomia è stato scelto il nostro Paese. La data è prevista per il 6 gennaio del prossimo anno. Il 2010 è infatti l’anno in cui fu pubblicato il famoso Sidereus Nuncius , un trattato scientifico che Galileo Galilei diffuse in 550 copie a Venezia. Vi sono riportate
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2009 Odissea nel
COSMO
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le sue scoperte riguardanti i satelliti di Giove, la corrugata superficie della Luna, un gran numero di stelle non visibili ad occhio nudo e molto altro. Un’opera destinata a stravolgere le conoscenze astronomiche della sua epoca e a gettare le basi della moderna Astronomia.
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Altri sguardi nel cosmo Ecco i progetti più importanti su scala mondiale: 100 ore di astronomia, in occasione delle quali saranno organizzate diverse attività pratiche di osservazione del cielo con strumenti astronomici che messi a disposizione del grande pubblico, sia da parte di osservatori astronomici istituzionali, sia da parte di associazioni culturali locali. Il galileoscopio , che prevede l'osservazione del cielo con uno strumento molto simile al rudimentale cannocchiale utilizzato da Galileo, questo anche allo scopo di comprendere le notevoli capacità di osservazione dello scienziato toscano, considerando la rudimentalità dello strumento utilizzato all'epoca. Il portale dell'Universo , attraverso il quale sarà resa disponibile una grande mediateca online che conterrà notizie, immagini, filmati e moltissimo altro materiale. Dark Sky Awareness , che si propone di proteggere il cielo stellato notturno dal continuo dilagare dell'inquinamento luminoso, prodotto dagli impianti di illuminazione artificiale spesso concepiti e installati male. Astronomy and World Heritage è invece un'iniziativa volta ad individuare e valorizzare tutti quei siti astronomici di una certa rilevanza culturale.
Galileo , programma di formazione per i docenti che insegnano l'astronomia. Il programma prevede corsi per l'utilizzo della strumentazione astronomica e dei software astronomici di manipolazione delle immagini digitali. La percezione dell'Universo , che ha l'obiettivo di avvicinare i bambini svantaggiati alla percezione dell'Universo, attraverso giochi, canzoni, attività manuali, cartoni animati, ecc. L'Universo dalla Terra invece è un progetto che mostrerà le più belle immagini astronomiche riprese dai telescopi spaziali in orbita intorno al nostro Pianeta. I luoghi delle mostre saranno i più inusuali, dai giardini ai parchi pubblici, dai musei ai centri commerciali... Sviluppare l'Astronomia in una prospettiva globale prevede una serie di iniziative in ambito astronomico realizzate in sinergia tra università, enti di ricerca, e scuole. (dal sito ufficiale della http://www.astronomy2009.it )
manifestazione
Nell’altra pagina, in alto, Gilberta Crispino in Lezioni di Astronomia
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Ecco cosa vedranno i nostri bambini e ragazzi in tv nella prossima stagione. Tutte le novità delle majors non solo italiane sfornate dall’ultimo Cartoons on the Bay
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i è svolto a Rapallo agli inizi di aprile la 13a edizione di Cartoons on the Bay, il Festival intenazionale dell’Animazione Televisiva e Multimediale. Nella cittadina ligure, Rai Fiction ha presentato in anteprima una selezione delle sue nuove produzioni animate e le prime immagini dei titoli di punta attualmente in produzione per le reti Rai, firmati dai più prestigiosi autori italiani e internazionali. Per i bambini non c’è che l’imbarazzo della scelta: ben 16, infatti, sono le serie coprodotte da Rai Fiction nella Selezione Ufficiale del Festival. Tra i titoli più interessanti proposti quest’anno per tenere i marmocchi incollati al televisore nella prossima stagione spicca Geronimo Stilton: cartoon proveniente dalla popolare serie di libri per ragazzi, sbarca in tv sul secondo canale dopo l’enorme successo editoriale targato Edizioni Piemme (16 milioni di copie solo in Italia), riproponendo quel mix di avventura, mistero e commedia, che ha fatto felici i piccoli lettori di oltre 100 Paesi. Raitre invece manderà in onda gli episodi di una nuova serie realizzata con la tecnica del découpage digitale: si chiama Pipì, Pupù e Rosmarina ed è dedicata al pubblico dei più giovani. Frut24
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Grandi, piccoli Principi Diverrà una serie tv animata anche Il Piccolo Principe , una delle opere letterarie più celebri del XX secolo, creata dalla penna di Antoine de Saint-Exupéry. I 52 episodi previsti hanno richiesto una grande produzione internazionale: Rai Fiction è infatti coproduttore insieme alla televisione France 3, DQ Entertainment (società di animazione leader in India) e allo studio francese Method Animation, il quale ha ottenuto i diritti dagli eredi del pilota e scrittore, scomparso nel 1944 durante una missione in Francia. Se il libro, tradotto in più di 180 lingue e venduto in oltre 130 milioni di copie in tutto il mondo, veicolava un messaggio molto poetico: ''si vede bene solo con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi'', nondimeno il cartoon cercherà di riproporre quel mondo onirico, ispirato ai valori universali di amore, amicizia, purezza dell'infanzia e rispetto della natura. Anche i disegni si rifanno ai famosi acquerelli che realizzò lo stesso autore. Ma si andrà oltre la traccia originale di Saint-Exupéry: negli episodi in onda, infatti, troveranno posto ulteriori avventure ambientate in nuovi pianeti (il pianeta dei treni, quello del tempo, della musica, delle foreste, ecc.), frutto dell'immaginazione di numerosi e noti scrittori e autori contemporanei, selezionati con cura per lavorare a questa importante serie animata. NEXTFAMILY
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to della collaborazione tra Rai, Cometafilm e la lussemburghese PTD, la serie porta la firma di Enzo d’Alò (ideatore e regista), di Vincenzo Cerami, al suo primo lavoro di sceneggiature per bambini, di Giancarlo Giannini quale voce narrante e delle trascinanti musiche di Daniele De Gregorio (già arrangiatore di Paolo Conte). Dietro la regia di Teen Days, cartone animato ambientato in una metropoli europea, c’è invece l’eccentricità di Maurizio Nichetti. Il cartoon, coprodotto dalla romana Cartoon One, è un incrocio fra il celebre telefilm Saranno Famosi e i moderni talent show, dove la musica e l’amicizia sono i comuni denominatori della vita di sei giovani studenti di in un liceo sperimentale di spettacolo. Quattro i titoli in nomination per i Pulcinella Awards, il concorso internazionale dell’animazione televisiva del festival: PsicoVip, Cuccioli, I Cartoni dello Zecchino d’Oro e Taratabong! PsicoVip, la serie in 3D di Bruno Bozzetto sul mitico supereroe MiniVip è stata selezionata nella categoria Young Adults. Realizzato da Maga Animation di Monza, il cartone ripropone su Raidue questo buffo
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personaggio alle prese con i suoi sogni, un fratello ingombrante, e uno psicanalista svitato. Roberto Frattini, già autore delle musiche di Quark, firma la colonna sonora. Cuccioli, cartoon nato dalla fantasia di Gruppo Alcuni e dalla matita di Giorgio Cavazzano (creatore dei personaggi Disney di Paperinika e Umperio Bogarto) è stato selezionato per la categoria Miglior progetto crossmediale. Già premiata a Cartoons on the Bay 2007 dalla Giuria degli Abbonati Rai quale migliore serie per bambini, la scelta conferma il gradimento dei più piccini, di cui i sei protagonisti animati sono ormai incontrastati beniamini. La quarta stagione andrà in onda sempre su Raidue. Concorreva nella stessa categoria la quarta serie de I Cartoni dello Zecchino d’Oro, sul terzo canale. Taratabong! – Il mondo dei Musicilli, rientra invece nella categoria Serie prescolari: si tratta di un cartone in 3D che avvicina i bambini al mondo della musica e dei suoni, realizzato da Toposodo di Pisa. In questi episodi, il narratore, Mario Cordova (voce italiana di Richard Gere e Jeremy Irons), accompagna i Musicilli, esserini vivaci che non fanno altro che suonare. Le musiche di Taratabong! sono a firma nientemeno che del celebre tastierista degli Area, Patrizio Fariselli. Tra i titoli inediti di Rai Fiction in Selezione Ufficiale troviamo: Arturo & Kiwi – Cucina per cuccioli, ovvero la famosa coppia di cuochi creata da
Andrea Zingoni; Gino Pollo TV, sempre dello stesso creatore; Gawayn, nuova serie d’avventura coprodotta da Rai Fiction e coordinata dalla UER (unione delle TV pubbliche europee), ambientata in medievaleggianti mondi di fantasia. Non sono mancati all’appello Winx Club 4 e Monster Allergy 2, della giovane casa di produzione Rainbow, e tre nuove serie: Matt & Manson, coprodotta insieme alla Lanterna Magica, su una famiglia acchiappa mostri (già in onda su Raidue); Huntik – Secrets & Seekers, serie per i ragazzi della Rainbow; Stellina, nuovo cartoon ambientato nei primi anni ‘60 tra la Francia e l’Italia che ha per protagonista una piccola orfana; Rahan, tratto da un noto fumetto francese su un eroe dei tempi preistorici. Ancora, Che animale sei?, special ispirato all’omonimo libro di Paola Mastrocola e, infine, il pilota The Tea Team. Una menzione particolare meritano la versione cartoon de Il Piccolo Principe di Saint-Exupery e la coproduzione Italia-Cina per Marco Polo, serie tv al cui centro vi saranno i racconti del grande esploratore veneziano del Duecento. Marco Polo sarà coprodotta da Rai Fiction e CCTV (la televisione pubblica cinese) e realizzata da Làstrego & Testa Multimedia di Torino (nota per Le avventure di Aladino), insieme con la Blue Dolphin di Nanchino. Il prossimo autunno la babysitter si chiama Rai.
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Nostra signora
tv, BABY SITTER
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In principio fu King Kong o, meglio, un rapporto non solo tra la Bella e la Bestia per riflettere in tema di normalità-diversità. Se poi ci muoviamo in ambito sessuale l’eterna difficoltà a risolvere il problema si ripropone. Come nel recente film Diverso da chi? di Maria Nicoletta Tulli
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CHE COSA VUOL DIRE “ESSERE NORMALE”? Frequentemente usiamo questa espressione convinti di comunicare un contenuto chiaro e preciso. Cerchiamo di capire meglio il concetto. Il termine deriva dalla parola “norma”, regola. Generalmente lo riferiamo infatti ad un modo di essere che gode dell’approvazione sociale. Per logica, quindi, il “non essere normale” è tutto ciò che è contrario alla norma, alle convenzioni ed è perciò irregolare: un’infrazione ad un vivere civilmente accettabile. Di qui il giudizio negativo e la diffidenza nei confronti di tutto ciò che viene considerato lontano dalla normalità. Molte opere e persone sono state spesso bocciate o dimenticate in quanto non corrispondenti ad un’estetica comune o a criteri prestabiliti. Torniamo allora indietro di un passo. Definito il significato etimologico della parola, chi stabilisce cosa sia normale e cosa invece non lo sia? Il punto dolente è proprio questo. La società in cui viviamo è la chiave di tutto. Nella vita di ogni giorno si cade nell’errore di considerare normali solo i gesti, le azioni e le persone più comuni. Maggiore è la frequenza con cui questi caratteri si manifestano e minore è il rischio di essere considerati “anormali”. Ancora molti non digeriscono che le differenze tra le persone e le peculiarità di ognuno sono la ricchezza di ogni uomo e di ogni situazione sociale. Non c’è chi è normale e chi è diverso. Siamo tutti diversi. Ma questa è una fortuna. Sarebbe noioso e monotono un mondo fatto di uguali a se stessi. Le differenze ci costringono sempre ad un confronto e quindi non possono che arricchirci. Ciò che è simile a noi è sicuramente più rassicurante, riconoscibile, controllabile, ma proprio per celebrare la nostra individualità abbiamo bisogno di quella che comunemente si chiama diversità. Proviamo a cambiare e ad aprirci alle nuove realtà che ci circondano senza giudicarle solo perché lontane dal nostro modo di vivere e di pensare. Entrare in relazione con l’altro vuol dire semplicemente entrare in contatto con un’altra identità. È per questo che bisogna superare il concetto di diversità come minaccia e rifiuto e avvicinarsi senza giudizio anche a chi culturalmente, sessualmente e religiosamente non la pensa come noi. La diversità è un carattere “normale”, soprattutto quando a parlare è l’amore. Lo ha dimostrato di recente, per esempio, il cinema, che spesso ci fa comprendere la realtà meglio di un telegiornale o di una prima pagina di cronaca. Parliamo del film di Umberto Carteni Diverso da chi?, che racconta la storia di un brillante politico gay (Luca Argentero), sconvolto dall’incontro con una compagna di partito rigida e conservatrice (Claudia Gerini). Per chi si fosse perso il film, il giovane Piero, fidanzato in casa con Remo (Filippo Nigro), tenta di risolvere questa situazione e capire da che parte stare. Lui che ha difeso con tanta grinta la propria “diversità” dovrà affrontare la sua situazione di uomo “due volte diverso” fino a porsi la domanda-chiave del film: ma in fondo, diverso da chi? Cinema a parte, vediamo nella realtà cosa pensano di questo tema e dei nuovi nuclei familiari i due protagonisti del film. 30
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opo Saturno contro Luca Argentero è tornato a interpretare un gay. “Ma a differenza di Sean Penn in Milk, che si è ispirato ad un personaggio realmente esistito, io mi sono sbizzarrito da solo per il mio personaggio con l’aiuto di molti consigli, anche di Ferzan Ozpetek (regista di Saturno contro, ndr) e della stretta collaborazione con il costumista” ci racconta l’attore, che prosegue. “Il film ci ha presentato una storia lontana dai pregiudizi in cui troviamo un ribaltamento dei comuni concetti di normalità e diversità. La vera conquista del mio personaggio è stata, infatti, quella di portare avanti le sue diversità come un valore aggiunto alla comunità in cui vive. Quello che si vede nel film non è fantascienza, anzi, la realtà di oggi, spesso nascosta, è molto più complessa. Siamo stati fin troppo realistici. Se uno andasse in giro a vedere veramente le forme che oggi la famiglia sta assumendo ci sarebbe ben altro che questo da raccontare. Non lo dico in senso dispregiativo ma nel senso della normale evoluzione della famiglia”. E l’idea di nuova famiglia Argentero l’ha più volte
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espressa. “Creare un nucleo familiare significa prendersi cura di qualcuno: la forma assume quindi un’importanza relativa. Il dialogo è importante. Viviamo in un Paese in cui le istituzioni subiscono molto l’influenza del Vaticano. Penso che sia giusto avere dei limiti e qualcuno che dica di no, perché nel momento in cui si approva qualcosa significa che dietro c’è stato un dibattito, una vera e propria discussione che ha portato ad una soluzione, frutto di un confronto. È quello che si vede anche nel film. In Italia i diritti dei gay e delle minoranze sono ancora poco riconosciuti, visto che le istituzioni sono più indietro dei cittadini. È giusto che chi ama vada comunque rispettato”. Per Luca è stato un piacere lavorare con Claudia Gerini, che “ha grande talento e un’impareggiabile dimestichezza con i tempi comici e Filippo, ottimo attore. Gran parte del lavoro l’abbiamo fatto insieme. Spesso con Filippo ci prendevano in giro proprio perché sembravamo una vera coppia isterica che sta insieme da oltre 10 anni”. Non sono mancati gli aneddoti, durante la lavorazione del film… “Una volta provavamo un bacio appassionato in un NEXTFAMILY
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parco triestino e un anziano signore di passaggio si è infuriato. Mi ricordo anche i lunghissimi allenamenti di canottaggio, fatti per preparare il film e per creare tra noi il giusto affiatamento. Abbiamo passato molto tempo insieme, ma ci siamo limitati a remare!”. Viviamo in una società in continua evoluzione e la protagonista femminile di Diverso da chi? l’ha spiegato bene. “La storia raccontata nel film potrebbe esistere realmente. Penso, per esempio, che per un gay un’esperienza etero sia normale. Avere due padri, poi, non penso sia negativo: a me sembra che due siano sempre meglio di uno, che non è mai abbastanza! I bambini devono essere circondati d’amore e di affetto, questo è l’importante. In Italia ci sono ancora molti pregiudizi: siamo lontani dall’accettazione di famiglie con nuclei allargati o differenti da quelli tradizionali”. Leggendo il copione del film alla Gerini è piaciuto subito “il fatto che si trattasse un tema così delicato come quello dell’omosessualità in modo brillante e ironico. Nella realtà, invece, mi sembra che siamo tornati indietro. C’era molta più libertà quando facevo il liceo, alla fine degli anni ’80. C’è molta ipocrisia e una forte tendenza a nascondere e a tacere quello che vediamo tutti i giorni: due mamme, due papà, divorzi, bambini cresciuti dai nonni. Le cose si sanno ma non si devono dire. Bisogna far finta che non esistano. Io penso invece che l’amore si possa moltiplicare. È fonda-
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mentale, però, avere buon senso e creare armonia per i bambini che vanno comunque sempre protetti”. Certo, la politica non aiuta lo stato delle cose ad evolversi. “Ancora molti politici si chiedono se l’omosessualità sia una malattia” rifletteva poco tempo fa la l’attrice. “No comment. Io vengo da una famiglia molto tradizionale. I miei genitori si sono separati quando ero già grande e quindi ho vissuto gran parte della famiglia con loro sposati. Ma crescere in una famiglia di questo tipo non significa giudicare tutte le altre situazioni come una seconda scelta. Anzi. Per quanto mi riguarda ho scoperto anche di essere diventata un’icona gay. Nel tour di presentazione del film sono stata al Mucca Assassina (noto locale gay di Roma, ndr) e mi sono divertita tantissimo: sono salita sul palco e ho fatto animazione come ai miei inizi”. Molti adolescenti oggi scoprono le diverse forme di amore ma forse lo fanno solo per sperimentare o trasgredire. Tra ragazze ci si capisce, non c’è paura. La Gerini continuava in tal senso anche in alcune recenti dichiarazioni al Corriere della sera. “Io non mi sono mai innamorata di una ragazza, giusto un bacio dopo un po’ di alcol. Niente di più. Sono molto etero. Nella coppia mi piace fare la femmina. In amore mi ritengo fortunata: oggi gli uomini quando non sono gay non hanno gli attributi per corteggiarti, devi prendere tu l’iniziativa e gli paghi anche la cena!”.
Due padri forse
sono meglio di uno! si può
L’amore
MOLTIPLICARE
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A lato, Filippo Nigro con Claudia Gerini in Diverso da chi?. Sopra, ancora la Gerini con Luca Argentero
FABIO BONIFACCI (sceneggiatore) “Ho scritto questo film perché mi divertiva l’idea di capovolgere gli schemi su normalità e diversità: Piero ha il terrore di dire al padre che è attratto da una donna. Questi capovolgimenti spero non siano solo divertenti ma rappresentino anche un piccolo aiuto a vedere le cose in modo più fresco, superando certi automatismi del pensiero. Del resto scrivo commedie perché credo che a volte guardare la realtà con un sorriso sia una delle cose più serie che si possano fare. Naturalmente so che questa storia, nata da una giocosa irriverenza, esce in un mondo in cui i diritti dei gay sono oggetto di battaglia. Ho quindi cercato di scrivere un film che non potesse essere strumentalizzato in questo senso. Spero di esserci riuscito. Con questo film ho anche scoperto che i pregiudizi esistono. In passato ho scritto storie su schizofrenici, egiziani, donne con due figli, ma nessuno ha mai pensato che io fossi schizofrenico, egiziano o madre. Invece stavolta molta gente si fa domande sui miei gusti sessuali, dando per scontato che solo i gay possano scrivere di gay. Mi sembra una forma di discriminazione perché riconoscere la normalità della condizione gay implica che non serva nessuna patente per scriverne”. NEXTFAMILY
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Per un’etica pratica e consapevole, alcune idee da ‘lanciare’ alla politica. Di qualsiasi orientamento di Roberto Borsa
degli eventi
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uale nuova etica sociale, economica e politica si rende indispensabile per proiettarci in un futuro che è già presente? Abbiamo bisogno di un nuovo impianto intellettuale, che apra le porte a un immenso spazio di confronto che legittimi anche la speranza di nuove vie del pensiero politico. Si tratta di un’evoluzione a beneficio di tutti; percepibile progressivamente da fasce sempre più ampie della società. Anche per la gente comune, infatti, l’avvicinamento, ancorché lento, tra religione e scienza, rende più plausibile ed armonica la lettura del mondo e di ciò che su di esso accade. Questo nuovo strumento di comprensione della realtà riduce le contraddizioni, i contrasti, le chiusure, gli umani limiti ed apre ambiziosi orizzonti concettuali nelle discipline economiche, nel diritto e nell’organizzazione sociale. Si rompe, ad esempio, la presunzione di un facile determinismo nella biologia, nell’economia, nelle scienze sociali e si afferma una “umiltà della ragione” più adeguata alla lettura delle complesse relazioni ontologiche esistenti tra le diverse sfere della conoscenza (causa di molte attuali disarmonie). È come guardare le problematiche da una dimensione intellettuale più elevata; diventa possibile, ad esempio, cogliere, in modo nitido, la convergenza tra “il principio di destinazione universale dei beni” e la quotidiana dialettica mondiale sulle tematiche dell’economia e dell’ambiente (estensione dell’Emission Trade System, compensazione per biodiversità e foreste, etc). Il mondo intero, attonito, comincia ad “intuire” che l’etica è davvero una componente necessaria nella complessa equazione dell’organizzazione umana. E ciò ha impatto su molteplici discipline. Nelle scienze economiche, per esempio, si evidenzia la necessità di un rilancio mondiale dell’economia reale, attuato anche attraverso una profonda rideterminazione della domanda (globale - compresi i paesi poveri) e dell’offerta (sostenibile). In breve, usando una locuzione coraggiosa, l’economia di mercato, per perpetuarsi, ha bisogno di evolvere progressivamente in chiave “solidale”; e ciò non per sopravvenuto buonismo ma per una comprovata, endemica necessità. Peraltro l’umanità ha davanti agli occhi, il sostanziale fallimento delle chimere culturali del ventesimo secolo: le illusioni effimere del socialismo reale e quelle parimenti deleterie del turbocapitalismo statunitense. Si! Effettivamente anche la promessa del modello economico occidentale, di un’estensione universale del benessere, è evidentemente fallita. Il miracolo della finanza internazionale ha prodotto devastanti risultati con voragini fatali allo stesso sistema sociale. Dall’ultimo rapporto della Banca Mondiale risulta che il livello di povertà nel mondo è inaspettatamente aumentato e che sono 1,4 miliardi le persone che, oggi, vivono con meno di 1,25 dollari al giorno e circa 800 mila quelle che combattono quotidianamente con la fame. L’indice Gini della disuguaglianza relativo alla popolazione mondiale è aumentato negli ultimi quindici anni di sette punti (poco meno del 20%). L’un per cento della popolazione mondiale dispone, oggi, del 40 per cento della ricchezza globale. Sappiamo che quando un sistema perde la sua legittimazione etica perde progressivamente anche la sua vitalità storica e quindi, nell’attualità, per non veder trascendere il
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L’ETICA NELL’ECONOMIA, LO STATO L’economia Il diritto d’iniziativa economica rimane un principio imprescindibile. La dimensione creativa è un elemento essenziale dell'agire umano, anche in campo imprenditoriale. L'obiettivo dell'impresa deve essere realizzato in termini economici, ma non devono essere trascurati gli autentici valori che permettono lo sviluppo concreto della persona e della società civile. È quindi prioritario: • forte impulso alla ricerca ed all’innovazione; • rigorosa regolamentazione internazionale della finanza speculativa; • ridefinizione del ruolo delle banche; • rilancio del ruolo dell’economia reale; • profonda rideterminazione della domanda e dell’offerta (in chiave di sostenibilità); • corretta valorizzazione economica delle risorse naturali, anche in base al valore “globale ”; • progressiva svolta verso un’economia di mercato “solidale”. Occorre una chiara consapevolezza del ruolo primario che giocheranno, nel futuro, la ricerca e l’innovazione. Esse saranno di supporto ad una ragionata evoluzione dei flussi energetici e produttivi e ad una modificazione della struttura dei consumi. Ciò non significa frenare i consumi e gli scambi ma, anzi, rilanciarli attraverso un pervasivo processo di rideterminazione della domanda e dell’offerta. Un’economia che a partire da un attento life cycle assessment sia in grado di muoversi verso un’efficienza globale della produzione, della distribuzione, delle modalità di consumo, del riuso e dello smaltimento. Si riconosce la giusta funzione del profitto, come indicatore del buon andamento dell'azienda, a patto che, il legittimo perseguimento dello stesso, si armonizzi con l'irrinunciabile tutela della dignità umana nell’ambito di un disegno complessivo di evoluzione civile (globale).
L’azione dello Stato Mercato e Stato devono agire congiuntamente e complementarmente. La raccolta fiscale e la spesa pubblica assumono un'importanza economica cruciale: l'obiettivo verso cui tendere è una finanza pubblica capace di proporsi come strumento di sviluppo e di solidarietà. Una finanza pubblica equa, efficiente, efficace, produce effetti virtuosi sull'economia, perché riesce a favorire la crescita dell'occupazione, a sostenere le attività imprenditoriali e contribuisce ad accrescere la credibilità dello Stato quale garante dei sistemi di previdenza e di protezione e solidarietà sociale.
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“vuoto” nel mero nichilismo, occorre individuare un saldo riferimento culturale che consenta di guidare l’uomo nell’arduo compito di rideterminare le regole civili. Ed ecco che il nuovo approccio alla conoscenza, quello frutto dell’iniziale approssimarsi di immanenza razionale e trascendenza rivelata, può venire in aiuto e trasformarsi in un’opportunità culturale e politica di inestimabile valore, conferendo forza e contenuti per un nuovo orizzonte civile. Tale ipotesi è agevolmente verificabile sulla base di concreti ed attuali temi sensibili: aldilà della crisi economica e finanziaria (che rappresenta un effetto e non una causa) il mondo si sta preparando ad affrontare tre grandi sfide: Energia, Clima ed Alimentazione. Tre sfide che, a ben vedere, afferiscono ad un unico fattore: l’uso che l’uomo ha fatto e farà delle risorse naturali del pianeta. Una cultura “contaminata dall’etica della responsabilità” è, in una visione estesa, una chiave per discernere, oggi, tra evoluzione e distruzione, progresso e disarmonia. Essa conferisce, nella sostanza, un ampio mandato al progresso tecnologico, economico e sociale ponendo come unico confine il rispetto della Natura e della Vita. Una guida confortante che ci potrebbe consentire di progredire, seppur in un contesto reso assai complesso dall’uomo. Molti nodi cruciali del nostro futuro richiederebbero equilibrio e lungimiranza e molteplici sono gli ambiti in cui questa nuova convergenza del pensiero sociale e religioso può divenire elemento propulsivo di un’evoluzione civile. Ma religione e politica hanno ruoli,
strumenti culturali ed obiettivi nettamente distinti e più grande è la consapevolezza dei loro reciproci confini, maggiore l’impatto positivo sull’evoluzione civile. La prima tuttavia, più prossima alla trascendenza, ha la capacità (proprio per le motivazioni che abbiamo sin qui sostenuto in merito alla nuova accezione di conoscenza) di illuminare orizzonti necessari del territorio civile in una continua missione di contaminazione spirituale e culturale. Nel mare, la luce del faro non dice al navigante come affrontare le onde o come orientare le vele ma costituisce un essenziale punto di riferimento nelle notti più tempestose (e questo secolo è sicuramente di grande tempesta). Gestire il cambiamento e modificare le nostre priorità culturali, sarà un passo molto impegnativo. Anche nelle piccole cose si dovrà andare verso la progressiva riscoperta di consuetudini perdute (la centralità della famiglia, il ruolo degli anziani nella società, la propensione al consumo intelligente, etc) e di valori associati a nuove conquiste civili (integrazione, disintermediazione...). Piccoli passi che scopriremo avere una preziosità insospettabile. Sarà un progressivo allontanamento delle attuali illusioni (anche commerciali) a fronte di percepibili evoluzioni civili. Quali sono, quindi, i “valori di sintesi” che possono rappresentare il patrimonio sul quale costruire una nuova evoluzione del pensiero politico? Premesso che un’analisi esaustiva richieda contesti ben più ampi ed approfonditi del presente documento, proviamo ad individuare alcuni capisaldi. NEXTFAMILY
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Il dovere della comunità internazionale Un'importante conseguenza del processo di globalizzazione consiste nella graduale perdita di efficacia dello Stato nazionale nella guida delle vere dinamiche economico-finanziarie. I Governi dei singoli Paesi vedono la propria azione in campo economico e sociale sempre più fortemente condizionata dall’andamento dei mercati internazionali dei capitali e del mondo finanziario. Anche la politica, al pari dell'economia, deve saper estendere concretamente il proprio raggio d'azione al di là dei confini nazionali, acquisendo rapidamente quella dimensione operativa che le può consentire di indirizzare i processi in atto alla luce di parametri non solo economici, ma anche morali. L’istanza del bene comune deve essere rivolta sempre più agli organi sopranazionali. Occorre accelerare quindi il reale consolidamento delle istituzioni esistenti. Lo sviluppo economico, infatti, può essere duraturo se si dispiega all'interno di un quadro chiaro e definito di norme e di un ampio progetto di crescita morale, civile e culturale della comunità estesa. Le sfide intellettuali sono molteplici. Abbiamo bisogno forse di riappropriarci dello spessore culturale di chi nello scorso secolo ha scritto, anche seguendo i valori cristiani, la storia civile del nostro paese. Ne sia, per tutti, testimonianza emblematica, la nostra carta costituzionale, ancor oggi, in grado di restituirci l’emozione della misura di coloro che posero il loro contributo.
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Mr. Condom, I recenti appelli di Benedetto XVI non potranno fermare la strage africana operata dall’Aids. Breviario di una profilassi che a certi pastori di greggi, clamorosamente, sfugge. Come le sue “pecore” di Fedele Nonci 40
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I suppose...
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Possono convivere religione e ragione? Certe volte accadono fatti, e si ripetono, che ci lasciano disorientati “solo” in quanto esseri senzienti. Persino Umberto Bossi, che in genere tiene sveglia la comunità italica con esternazioni perentorie e spesso vittime di pregiudizio, ha detto la sua su una materia, anzi un materiale, di questi tempi nell’occhio del ciclone: il condom. Meglio conosciuto, ma neanche tanto, viste le statistiche italiane circa il suo impiego, come profilattico. Le recenti esternazioni del Papa in Africa, terra in cui se non arriva il genocidio tribale o la guerra civile si muore di Aids, hanno fatto uscire allo scoperto, dicevamo, persino il leader della Lega, che addirittura si è schierato contro Silvio Berlusconi. Al Presidente del Consiglio che prendeva le difese di Benedetto XVI sottolinenando la coerenza della posizione della Chiesa Cattolica, Bossi replicava che così non si tiene conto della realtà. Già, la realtà. In Africa è devastante quanto uno tsunami, il virus dell’Aids, quindi la strenua difesa del Pontefice di castità e fedeltà non solo non tiene conto di una casistica medica oggettivamente riconosciuta, ma denota anche, paradossalmente, una miopissima conoscenza dell’essere umano e dei suoi modelli di comportamento più sostanziali. E non stiamo parlan-
in Africa il viru s dell’Aids
devasta più di una
GUERRA
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do di allegre abitudini sessuali o semplici atteggiameti di “leggerezza” morale. Stiamo parlando dell’Africa, un continente dove cercano di convivere milioni di etnie diverse, milioni di persone perseguitate dalla fame, dalle carestie, dalla siccità, da guerre fratricide, da regimi totalitari spesso di efferata ferocia nel controllo della popolazione. Un continente bellissimo e terribile, l’Africa, del quale Karen Blixen (autrice de La mia Africa, ndr) ha cantato il male della lontananza ma che oggi è sempre più alla deriva, nonostante alcune dignitose operazioni di salvataggio.
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Il preservativo, dicevamo, anzi, il profilattico. È infatti di profilassi che il Papa proprio non vuol tenere conto, in aperto conflitto con le stesse interne posizioni. Non è la Chiesa Cattolica, tra le altre confessioni, a proclamare la dignità dell’individuo, a predicare rispetto per il prossimo, a professare una fede di conciliazione, tolleranza e comprensione? In nome della cosiddetta coerenza, Benedetto XVI è riuscito a non vedere proprio i fatti, perché la realtà cambia, se non se ne fosse accorto. E una Chiesa che si proclama aperta al suo gregge non può lasciare che le pecore muoiano a grappoli, infettate da un virus spietato che l’uso del condom mitigherebbe di gran lunga. Numerosi Stati sono ancora indignati, a distanza di circa un mese, dalle posizioni esternate dal Papa durante il suo recente viaggio in Africa sull’uso del profilattico. “La posizione del Papa rivela poca comprensione della reale situazione dell’Africa” ha detto Bernard Kouchner, ministro degli Esteri francese, e della stessa opinione si sono dichiarati Germania, Belgio e Spagna. Quest’ultima, poi, ha deciso di inviare un milione di condoms sul continente africano. Un gesto fortemente simbolico, politicamente strategico ma, soprattutto, alla fine semplicemente utile. Un’operazione umanitaria, né più né meno. Suffragata anche da una sintesi ufficiale giunta da Bruxelles, per voce di un membro della Commissione Europea: “La funzione dei preservativi è scientificamente provata”. La morale sessuale arriva dopo, in un secondo momento. È questo che la Chiesa e i suoi uomini sembrano non intendere. Non vogliono intendere nel nome di un dogma che oggi, in Africa ma anche altrove, rivela sempre più i suoi limiti etici, antropologici, anche se Pierferdinando Casini è arrivato addirittura a pensare ad una strumentalizzazione massone del vespaio di polemiche suscitato dal viaggio del Papa in Africa. Ma le chiacchiere stanno a zero, mentre i “numeri” del contagio e della decimazione via Aids nel continente più antico del mondo sono ancora destinati a crescere. Verrebbe da dire: vergogna. Se il Vaticano perde colpi e fedeli è anche e, forse soprattutto, per questo motivo. L’Africa, dal canto suo, dove la religione cattolica è forte ma altrettanto radicate, se non di più, sono le diverse credenze e liturgie etniche e sociali, sembra aver accolto il messaggio di Benedetto XVI. Gli africani faranno in modo che tutte le ideologie e le pratiche sessuali coabitino, ma purtroppo il grande inganno è tutto lì. E tra modelli antropologici diversi da quelli della Chiesa ma non laici o particolarmente “igienici”, si continuerà a morire sotto i colpi delle illusioni.
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Diamo un po’ di numeri Da una stima Sigo riportata da Repubblica del 20 marzo ultimo scorso, l’uso del preservativo in Italia è ancora qualcosa che assomiglia a un UFO. Lo adotterebbe soltanto un italiano su quattro. Se trasformiamo il dato in percentuale, significa più o meno il 25% della popolazione sessualmente attiva. Per fortuna la “prima volta” il 67% degli intervistati ha risposto di averne fatto uso, mentre il 16% avrebbe preferito il coito interrotto e l’8% si sarebbe orientato verso l’uso della pillola anticoncezionale. Se eccettua il 1995, anno preso in cosiderazione dal sondaggio citato, che riporta 92 milioni 208mila pezzi venduti, tra il ’96 e il 2007 il condom si è attestato tra i 100 e i 107 milioni di unità vendute. Così, tra il fatto che l’Italia è risultata tra i peggiori consumatori europei di profilattici, il dato forse più interessante e misterioso ancora da analizzare resta un altro: il parere dei medici. Intervistati, riporta sempre Repubblica, sul perché gli italiani non usino molto il preservativo, il 53% ha risposto che non li usano e basta e il 38% che non li conoscono. Cifre alte e preoccupanti. Non li conoscono? Non li conoscono? Grazie, Vaticano. Grazie, Stato solo apparentemente laico. Grazie per tutte le pubblicità “progresso” mai fatte.
Breve storia di un “guanto” La parola condom (profilattico in inglese) probabilmente deriva dal latino condus, recipiente. Secondo un’altra teoria il profilattico è stato inventato da un medico militare inglese, il colonnello Quondam, quindi condom sarebbe un’alterazione del suo nome. Non è un’invenzione recente. L’uomo ha sempre cercato di difendersi dalle malattie veneree e dalle gravidanze indesiderate. Lo usava addirittura Minosse, il re di Creta. Il suo era realizzato in vescica di pesce. Nell’antico Egitto usavano la tela di lino, mentre i cinesi arrotolavano sottili foglie di carta imbottite d'olio attorno al pene. I giapponesi ricorrevano ai profilattici fatti con pelli e gusci di tartarughe, mentre gli antichi romani preferivano la vescica di capra e tamponi bagnati in pozioni d'erbe. Attorno al 100-200 d.C., a Combarelles, in Francia, sono stati ritrovati disegni sulle pareti delle caverne. Da alcuni particolari si intuisce che un prototipo del preservativo fosse utilizzato anche allora. Nel 1564 un medico italiano, Gabriele Falloppico, nel suo libro Morbo Gallico descrive una procedura sicura contro la sifilide testata su più di 1000 uomini: una guaina di lino bagnata in una soluzione di sale ed erbe evitava l’infezione. Il nome deriverebbe da un medico del 1600, il Dottor Condom, che ne introdusse l'uso alla corte di Re Carlo II. Nel secolo successivo il preservativo non è più solamente un metodo di prevenzione delle malattie, ma anche un contraccettivo. Nel 1766 viene per la prima volta pubblicizzato su volantini che fornivano informazioni a riguardo. Intorno al 1750 Luigi XVI ricevette in regalo da Londra, attraverso i canali diplomatici, la cosiddetta “capote d’anglaise” (impermeabile inglese). A quei tempi, questi accessori esotici erano foderati con velluto e seta. Nell’800 veniva utilizzato l’intestino di agnello o capra e persino la seta per produrre profilattici; questi venivano fissati al pene con un nastro che si trovava al lato dell’apertura ed erano riutilizzabili. Nel 1839 viene introdotto un nuovo materiale, grazie a Charles Goodyear (quello dei pneumatici) che col processo di vulcanizzazione riesce a rendere elastica la gomma. Nei primi del ‘900 inizia la produzione di massa. I metodi sono rimasti invariati sino a oggi, tranne per quanto riguarda la gomma, ora sostituita con il lattice. (Informazioni tratte da www.comodo.it)
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Hannah diventa davvero grande
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na vera anti-Britney Spears, una Avril Lavigne senza rabbia, un po’ Barbie, un po’ Lolita. È Hannah Montana, uno dei fenomeni targati Disney, nonché protagonista dell’omonima serie tv di culto fra i teenager. La baby-attrice, Miley Cyrus, classe 1992, nel 2004 tenta il provino per questo ruolo, ma viene considerata troppo giovane. Due anni dopo, grazie alle sue insistenze, ottiene di poter interpretare questa ragazza dalla doppia vita, studentessa acqua e sapone di giorno e di notte popstar. Quello di Hannah Montana appare un ruolo ritagliato su di lei, talentuosa cantante e attrice nata. L’idea è di quelle vincenti, infatti la protagonista della serie, creata da Michael Poryes, (già autore della serie Raven), si chiama Miley Stewart, ed è una ragazzina residente a Malibu che nasconde un segreto: di notte diventa una vera popostar. La nostra eroina vive col papà (interpretato dal suo vero padre, Billy Ray Cyrus) e col fratello maggiore (Jason Earles). E poi, naturalmente, ci sono i suoi amici del cuore, e la sua doppia vita glamour... In Italia l’esordio del telefilm avviene il 21 settembre 2006 ed è subito un gran successo, per non parlare di Paesi europei come Gran Bretagna, Francia, Spagna ed altri, dove gli spettatori di Hannah Montana, tra Disney Channel e Jetix, sono circa 77 milioni. Le ricerche sul target parlano chiaro, fotografando il mondo delle ragazzine: girls 5-6 anni, emerging tween dai 7 ai 9 e transitional tween dai 10 ai 12 anni. E non è finita qui. È stata del tutto naturale l’incisione (nel novembre 2006) della colonna sonora del telefilm, infatti Miley Cyrus è anche una brava cantante, nonché figlia d’arte: il padre, Billy Ray Cyrus, è un famoso cantante country. L’album, composto da otto canzoni e uscito per la Walt Disney Records, arriva subito in cima alle classifiche, ricevendo vari ricono-
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di Letizia Terra
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Un po’ Britney, ma anche Avril senza rabbia e perfino un tocco di BARBIE. E finzione e realtà si mescolano
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Radici vere e per ficti
Miley ontana The Movie Nel film Hannah M ta a or padre che fa? La rip Stewart è in crisi. E il terra irare l’aria della sua casa, per farle resp a rta po è iniziato. La d’origine, dove tutto e è S, in Tennessee, ch CROWLEY CORNER iley M di vera città natale anche nella realtà la ziopera le barriere tra fin Cyrus. Il film, quindi, su state scene del film sono ne e realtà. Tutte le rus famiglia, dove Miley Cy girate nella fattoria di modo, dici anni. In questo ha vissuto fino ai tre vrapizie sono venute a so radici reali e radici fitt soro ur o che sarà di sic porsi, con un risultat ttrice. i numerosi fan dell’a prendente per tutti to tipo entusiasta per ques Miley si è dichiarata uscirà e quando il pubblico di scelta: “Spero ch esseavuto l’impressione di dal cinema, (…) avrà ville, e di aver capito Nash re stato a casa mia LE È senta tutto. NASHVIL che per me rappre QUELLO CHE SONO”.
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scimenti, per non parlare del successo del tour, il primo come protagonista assoluta, che ha registrato il tutto esaurito. Poi arriva anche la bambola con le sembianze di Hannah, che è nella classifica dei giocattoli più venduti in America. Un immenso successo che sembra non turbare questa adolescente che deve la sua popolarità a una delle tante serie di successo per teenager, lanciate in tutto il mondo da Disney Channel, come High School Musical o Camp Rock. E dalla serie al film, il passo è breve. A fine aprile arriverà sul grande schermo Hannah Montana. The Movie, regia di Peter Chelsom, che racconterà della crisi di Miley Hannah Montana. La protagonista si sente “perduta” e il padre decide che forse è il momento di riportarla a contatto con le sue origini, dove tutto è cominciato, ovvero in Tennessee. Miley tornerà a casa anche per capire chi è, forse anche per scegliere chi vuole essere. Il pubblico, tornando a casa insieme con la propria beniamina, prenderà coscienza della “vera” Miley Stewart, scoprendo dove tutto ha avuto origine e ricostruendo le tappe che hanno determinato la trasformazione di Miley in Hannah Montana. Nel film non c’è solo spazio per musica, infatti Miley si
cimenterà anche nel ballo. Infine, c’è posto anche per l’amore. Ebbene sì, nella pellicola, i fan vedranno Miley vivere la sua prima storia sentimentale seria. Si tratta di Travis (Lucas Till), un amico d’infanzia, un cowboy biondo dagli occhi blu che Miley crede di conquistare soltanto dicendogli che è amica di Hannah Montana. Ma Travis in realtà preferisce lei e non Hannah e anche questo contribuirà a fare chiarezza nella confusione di Miley. La protagonista, insomma, vivrà il celebre topos letterario del viaggio di formazione compiuto dall’eroe, per cercare il proprio posto nel mondo. Miley torna a casa, per capire meglio se stessa, per prendere decisioni importanti sul suo futuro e ricordare da dove è venuta. I fan scopriranno che Hannah sta crescendo e che, come sottolinea il produttore Miles Millar “non è la stessa ragazza che si vedeva all’inizio nella serie televisiva. Come il suo personaggio, Miley è una ragazza che proviene da una piccola cittadina, che segue i suoi sogni e riesce a realizzarli. Nella pellicola, vedremo come è maturata e sta crescendo, proprio come avviene per i suoi fan”. NEXTFAMILY
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Professioni CHI E’ MARCO PUGLIESE Laurea in Sociologia; Master in marketing e comunicazione d’azienda; Master in Programmazione Neuro-Linguistica; Docente di Sociologia delle Comunicazioni Università L.U.U.E. (fino al 2006); Progettista Corsi di Formazione in ambito FSE (Fondo Sociale Europeo). Ha ricoperto ruoli direttivi in importanti aziende multinazionali in qualità di direttore marketing e gestione delle risorse umane. Attualmente Responsabile Business Development del Gruppo DNW s.r.l. e Direttore del Centro Ricerche e Studi Formativi DeltaForm. Annualmente ai corsi di formazione tenuti partecipano circa 2500 persone. In qualità di Coach segue da diverso tempo 5 aziende clienti e in qualità di Personal Coach 3 Top Manager e 2 atleti professionisti.
Il mestiere del coach 48
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di Ilaria Mollo
Lavorare sulla struttura dell’esperienza per migliorare se stessi. Non psicologi ma professionisti della relazione e della comunicazione. Ne parliamo con il Dr. Marco Pugliese
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ife Coaching il mestiere del futuro? Marco Pugliese, corporate coach ci spiega cos’è e quali sono i suoi obiettivi. Un’attività ancora nuova, almeno in Italia, ma in forte crescita, il cui scopo è essenzialmente quello di far emergere la parte migliore di ogni persona. Che cosa è il Coaching? È una disciplina che si è affermata negli Stati Uniti oltre 50 anni fa. Affonda le sue radici nelle neuroscienze e nel business management. È un progetto di crescita mirato, con traguardi specifici, che facilita il cambiamento, attraverso un percorso autorigenerativo. Come potremmo definire il ruolo del Life Coach? Possiamo definirlo una sorta di “allenatore” che affianca le persone e le aiuta a prendere coscienza, ad accrescere e sviluppare le proprie potenzialità. Le aiuta a raggiungere il giusto equilibrio tra spirito-mente-corpo. Il compito del life coach, infatti, non è quello di risolvere i problemi del suo cliente ma stimolare le persone a dare il meglio di sé, sfruttando le proprie risorse. Il coach decide l’area in cui operare, per cui si specializza in coach sportivo o executive o corporate coach. Non dà consigli ma indica la strada per
far emergere le nostre potenzialità inespresse. Questo percorso si sviluppa in un numero variabile di sedute della durata di un’ora ciascuna. Che differenza c’è tra il life coach e lo psicologo? Il coach non va a scovare le motivazioni, non risale alle origini del problema ma piuttosto lavora sulla “struttura” dell’esperienza, concentrando la propria attenzione sulla situazione presente e quella futura. Cerca di togliere la lente deformante con cui le persone guardano al mondo cercando di far emergere la parte migliore di se stessi. Perché ci si rivolge al life coach? La maggior parte delle persone che si rivolgono ad un life coach, delle quali oltre il 70% è di sesso femminile, sentono il bisogno di migliorare la propria autostima, di gestire al meglio il proprio tempo, di migliorare i propri rapporti con gli altri (in particolare l’altro sesso), di aumentare l'energia e la motivazione, di gestire lo stress e superare le convinzioni limitanti, di migliorare il proprio aspetto, di sfruttare al meglio il proprio potenziale (nello sport e nel lavoro).
ACTIVE CHANGING PROGRAM 1 Uno dei più recenti appuntamenti con un corso di Life Coaching tenuto da Marco Pugliese (inizio alle ore 15.00 del 31 maggio e termine alle ore 18 del 2 giugno) ha un programma che prevede, oltre alle ore di formazione in aula, anche sessioni dedicate alla cura del corpo e dello spirito, quali pilates, tai-chi chuan, training autogeno. Vengono inoltre fornite nozioni di educazione alimentare. Il menù dei tre giorni di corso, in linea con quanto trattato, prevede alimenti e bevande in linea con i principi della corretta alimentazione. L’obiettivo del corso è quello di far prendere coscienza ai partecipanti della possibilità di influire sugli eventi che caratterizzano la propria vita, permettendo di allargare la propria sfera di influenza sugli eventi che interessano l’intera sfera della vita personale: salute, affetti, successo, realizzazione e felicità. Questi incontri sono divisi in 3 parti: 1) conosci te stesso. Prendere coscienza di se stessi, dei propri valori, le aree da migliorare e le convinzioni limitanti da eliminare; 2) comunicazione. Una volta presa coscienza di chi si è diventa importante e fondamentale interagire con gli altri. Imparare ad ascoltare, a leggere ed interpretare il linguaggio del corpo, creare empatia, capire e farsi capire e molto altro; 3) costruzione dell’autostima e automotivazione. Prendere consapevolezza del proprio valore, aumentare la propria autostima, migliorare la propria immagine, motivare se stessi nel raggiungimento dei propri obiettivi, superare le convinzioni limitanti. (info@next-life.it/www.next-life.it ) NEXTFAMILY
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Coverstory Ben Stiller e la sua grande famiglia. Reale e immaginata
Tutto IN UNA NOTTE
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Grandi e piccini, famiglie tradizionali e non, procuratevi una bella confezione di pop corn e mettetevi comodi. Sta per tornare Ben Stiller, attore, regista, sceneggiatore, produttore, fotografo, marito, padre, mattatore che non sembra prendersi mai sul serio. Mette d’accordo tutti, tornando nel Museo piÚ famoso e caotico del cinema di Riccardo Palmieri | foto 20th Century Fox
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l destino di Ben Stiller, l’attore americano famoso per Tutti pazzi per Mary e poi per Mi presenti i tuoi?, era segnato fin dai primi anni della sua vita. Sarebbe diventato un protagonista dello spettacolo e, come molti americani, in diversi campi con risultati eccellenti. Figlio d’arte nel più pieno senso del termine (mamma e papà sono Jerry Stiller e Anne Meara), a dieci anni già inventa e dirige filmini in 8 mm con la sorella Amy, mentre si appassiona alla fotografia e non disdegna il teatro, dove una sua versione de Il colore dei soldi in chiave comica gli vale una menzione speciale perfino dall’attore di cui prende i panni in quel film, Tom Cruise, che anche in seguito affermerà: “Ben Stiller è colui che mi ispira”. Disinvolto o imbranato, la sua faccia e le sue storie funzionano sempre meglio e oggi è un divo hollywoodiano per tutte le famiglie. La particolarità dei suoi film è quella di mettere d’accordo sia la famiglia tradizionale sia quella più avanzata, disincantata, magari pure snob. Con il suo stile sarcastico e autoironico Ben Stiller fa presa persino a tutte le età, dai ragazzini ammaliati dagli effetti non solo speciali
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di Notte al museo ai nonni veterani del Vietnam che l’hanno apprezzato, accanto a Robert Downey jr., in Tropic Thunder, di cui cura anche la regia. E sue sono le regie di piccoli cult come Giovani, carini e disoccupati con Wynona Ryder oppure Il rompiscatole con Jim Carrey. Spaziando dal Saturday Night Live a Friends, dove è apparso durante un episodio quale guest insieme alla moglie Christine Taylor, alle serate pazzerellone del Frat Pack, il gruppo di comici demenziali cui fanno parte anche Jack Black, Will Ferrell, Vince Vaughn, Steve Carell, Luke e Owen Wilson. Ed è proprio con biondo Owen che il bruno Ben ha girato la versione cinematografica del televisivo anni ’70 Starsky e Hutch. Sono un clan molto affiatato, una grande famiglia che è sia “next” sia “traditional”. Dopo essere stato fidanzato a lungo con l’attrice Jeanne Tripplehorne (ricordate la brunetta di Waterworld accanto a Kevin Costner?) ha poi conosciuto Christine, nel 1999, sposandola l’anno seguente e insieme alla quale ha avuto due bambini. Insieme a Owen Wilson, invece, ha radunato una parte della sua famiglia professio-
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Ben Stiller, padre, marito, divo
PER TUTTE LE ETÀ
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nale ed è tornato sul set di un film che ha riscosso un successo incredibile, il già citato Notte al museo (573 milioni di dollari in tutto il mondo), autentico blockbuster, alla fine, molto più di quello a cui è “abituato” Ben, che dichiara sempre di amare commedie più piccole, meno sgargianti o chiassose. Così, alla fine di maggio, il 22 per la precisione, arriva Una notte al museo 2 – La fuga. Grazie alla sapiente combinazione di sfx digitali e montaggio da maestri nuove statue del museo di storia naturale, scenario del primo film, prendono vita. E il custode Larry (Ben Stiller) è “costretto” a tornare in azione tra mille rocambolesche avventure spazio-temporali. Ma deve traslocare, perché stavolta il luogo degli esilaranti misfatti è lo Smithsonian Institute di Washington, il museo più grande del mondo, con una collezione di oltre 136 milioni di pezzi: dall’aereo su cui vol Amelia Earhart durante la trasvolata sull’Oceano Atlantico alle foto segnaletiche di Al Capone, fino alle pantofole rosse di Dorothy. Oltre a Owen Wilson Ben ritrova Dick Van Dyke, Ricky Gervais, Robin Williams (che è un po’ il Ben Stiller di ieri,
quasi in un ennesimo passaggio di consegne, anche se il Peter Pan del cinema non sembra aver deposto le armi) e Steve Coogan. I personaggi del primo film ci sono tutti nuovamente e a loro si aggiungeranno Hank Azaria, nel ruolo di un faraone cattivo e la stuzzicante Amy Adams, nella parte di Amelia Earhart. Come vuole la tradizione recente a Hollywood, il sequel si annuncia forte almeno quanto il primo, anche se il regista Shawn Levy nutre maggiori aspettative per questo secondo capitolo, pur non essendo propenso a classificare Una notte al museo come una serie. “Gira qualche voce in merito ad un possibile terzo film” afferma. “Ci piacerebbe portare avanti la storia. Ma al momento parlare di un terzo film è prematuro“. Godiamoci allora intanto questo secondo film, ambientato allo Smithsonian che è, di fatto, un imponente castello e si presta bene a un trasloco che si rivelerà una vera e propria spedizione improvvisa, praticamente “punitiva” nei confronti degli stessi ospiti permanenti della colossale collezione, alcuni dei quali non saranno propriamente felici dell’idea. NEXTFAMILY
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Si allarga
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In questa seconda Notte al museo c’è Amy Adams, bella e spiritosissima, perfetta forza naturale in una commedia. Basta guardarla nella foto grande qui sopra, davvero trasformata rispetto al passato. Ma è sufficiente ricordarla anche, per esempio, in Come d’incanto, nel quale si calava mimeticamente nei panni di una principessa dei cartoni animati squasi senza soluzione di continuità con le tecniche d’animazione. In Una notte al museo 2 è un grazioso personaggio storico femminile e prenderà una clamorosa cotta per Ben Stiller. E arriva anche Hank Azaria, probabilmente visto dal pubblico nei panni del reporter di Godzilla e come maestro di sub in Alla fine arriva Polly, ma da 18 anni l’attore presta anche la voce di alcuni personaggi dei Simpson, su tutti il capo della polizia Winchester.
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RIVEDERE R
1987 Su e gi첫 per i Caraibi (Hot Pursuit) L'impero del sole (Empire of the Sun)
NDE U H T IC
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1988 Pazzie di giovent첫 (Fresh Horses)
1989 Vendetta trasversale (Next of Kin)
1990 Stella (Stella)
1992 Highway to hell (Highway to hell)
1994 Giovani, carini e disoccupati (Reality Bites)
1995 Pesi massimi (Heavyweights)
1996 Appuntamento col ponte (If Lucy Fell) Un tipo imprevedibile (Happy Gilmore non accreditato) Il rompiscatole (The Cable Guy) Amori e disastri (Flirting with Disaster)
1998 Zero effect (Zero effect) Hard Night (Permanent Midnight) 58
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Tutti pazzi per Mary (There's Something About Mary) Amici & vicini (Your Friends & Neighbors)
1999 The suburbans (The suburbans) Black & White (Black and white) Mystery Men (Mystery Men)
2000
2005
MI PR ESENT I I TUO I?
Tentazioni d'amore (Keeping the Faith) Curb your enthusiasm (Curb your enthusiasm, telefim un episodio) Ti presento i miei (Meet the Parents)
2001 Zoolander (Zoolander) I Tenenbaum (The Royal Tenenbaums)
2002 Orange Country (Orange Country) – cameo
2003 Duplex - Un appartamento per tre (Duplex)
2004 ...e alla fine arriva Polly (Along Came Polly) L'invidia del mio migliore amico (Envy) Palle al balzo - Dodgeball (Dodgeball: A True Underdog Story) Anchorman: La leggenda di Ron Burgundy (Anchorman: The Legend of Ron Burgundy, cameo) Starsky & Hutch (Starsky & Hutch) Mi presenti i tuoi? (Meet the Fockers)
2005 Extras (Extras, telefim Episodio 1.1)
2006
BEN
Tenacious D e il destino del rock (Tenacious D in: The Pick of Destiny, cameo) Una notte al museo (Night at the Museum) School for scoundrels (School for scoundrels, cameo)
2007 Lo spaccacuori (The Heartbreak Kid)
2008 Tropic Thunder (Tropic thunder) The Marc Pease Experience – completo
2009 Una notte al museo 2 - La fuga Little Fockers - pre-produzione Hardy Men NEXTFAMILY
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SE L’ECONOMIA È IN ROSSO, INVESTITE IN MATERIA GRIGIA!
PROVATE TUTTI I BESTSELLER ORIGINALI, TANTI TITOLI DA COLLEZIONARE PER DIVERTIRSI IN MANIERA UNICA E INTELLIGENTE!
La vita è fatta di prove e di sfide spesso dure. Il bello di Brain Training è che per una volta sarete voi a scegliere quali affrontare, divertendovi. Allenate la vostra mente giocando con Brain Training e More Brain Training per Nintendo DS. Bastano pochi minuti al giorno.
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Fate una pausa intelligente con Brain Training per Nintendo DS: ogni giorno potrete tenere in allenamento la vostra materia grigia, stuzzicando le vostre capacità mnemoniche e logiche. E soprattutto divertirvi, da soli o in compagnia, in sfide accese e coinvolgenti. Vivacizzerete il vostro cervello a qualsiasi età, in maniera semplice ed immediata, grazie a uno “stretching mentale” che tonifica la materia grigia, come ha dimostrato il neuroscienziato Dr. Kawashima. Una ginnastica mentale sempre in tasca, che ha conquistato oltre 10 milioni di persone nel mondo. E se già vi allenate con BRAIN TRAINING, allargate i vostri orizzonti con MORE BRAIN TRAINING, potrete contare su nuovi esercizi di algebra, test e prove, utilizzando la console proprio come se fosse un libro, scrivendo sul touch screen e leggendo gli utili consigli del Dr. Kawashima.
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{ Questo PAZZO PAZZO mondo
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{ Dimmi chi sei, ti dirò quando muori
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Un dodicenne di Reggio Emilia è rimasto per settimane in stato di shock dopo aver scoperto in rete la data della sua morte. A dare la notizia è Il resto del Carlino, dopo la denuncia da parte della nonna del ragazzino alla polizia postale. Secondo quanto si è appreso, sul web c’è un sito (assolutamente legale e quindi non perseguibile, ndr) che calcola la data del decesso di una persona, una volta immessi determinati dati personali. Quella riguardo l’ipotetica morte del dodicenne sarebbe il 2076. “Da quel momento non ha fatto altro che ripeterlo”- ha dichiarato la nonna - “Dorme male, mangia poco e ha paura”. Enresto Caffo, neuropsichiatra infantile e presidente di Telefono Azzurro ha così commentato: "La rete è piena di siti che giocano sull'argomento morte, piena di situazioni in cui bambini e ragazzi si confrontano, in modo virtuale, con l'evento di cui hanno più paura. Per evitare pericoli devono essere preparati. Se le informazioni arrivano al bambino in modo non mediato possono avere effetti gravi".
Che notte quella notte! È il sogno di ogni under 10: poter avere a disposizione un intero negozio di giocattoli. Ma l'episodio che vede per protagonista un bimbo americano di 4 anni, ha dell'incredibile. Il bambino è, infatti, uscito di casa in piena notte (erano circa le 3), nella città di Beaumont (in America), ha attraversato una strada a sette corsie e si è diretto verso il Family Dollar Store, un negozio di giocattoli. A quel punto ha avuto un colpo di fortuna: il manager si era scordato di chiudere a chiave la porta del negozio. Una volta dentro, si è avverato il suo sogno: ha potuto scegliere tra i tanti giochi a disposizione. Erano là, tutti per lui. I suoi movimenti, però, hanno attivato l'allarme, e sul posto è arrivata subito la polizia. Quando gli agenti si sono trovati di fronte al bimbo, tra i giocattoli, quasi non riuscivano a credere ai loro occhi. Il giorno seguente, appena i genitori si sono svegliati, hanno avvisato la polizia, che, nel frattempo, aveva aperto un'inchiesta. "Pensavamo fosse a letto, con la nonna", hanno detto i genitori. Non è scontato che il figlio possa tornare a casa loro: è stato, infatti, affidato ai servizi sociali, che dovranno decidere il da farsi.
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Tira i pugni e fai la pasta
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Siamo italiani, si sa: toccateci tutto ma non la pasta. Però diciamo la verità, parliamo della pasta che ci cucina mamma, quella che non è mai abbastanza perché è troppo buona. Quando però ci cimentiamo ai fornelli ecco il dramma più assoluto: quanta pasta buttare? Ecco quindi che arriva un oggetto decisamente virile per aiutarvi a misurare le dosi. Sembra un tira pugni ma si chiama Misuratore di spaghetti Il Padrino e comunque può sempre tornarvi utile nel caso vi troviate sprovvisti di una pistola durante una faida familiare. Costa 50 dollari.
Clooney si scioglie per te
Tutte le donne del mondo l'hanno chiesto nella letterina a Babbo Natale: avere un George Clooney per marito. Ma per quanto lo spirito del Natale sia potente, non è così "onnipotente". Perciò, fanciulle, meglio ripiegare sulla statua di cera del mitico attore - un desiderio questo che Babbo Natale potrebbe anche riuscire ad esaudire. Un trio di donne allupate hanno posato con George al museo delle cere Madame Tussaud di Berlino. Qualcuno insinua che l'unica spiegazione possibile di queste immagini sia che alle poverette sia stato detto che l'attore era in coma vegetativo e che si sarebbe svegliato solo se opportunamente sedotto. C'è solo da sperare che con tutto il calore femminile che la statua attira su di sé, il povero George di cera non si sciolga.
Lo spacciatore spacciato Uno spacciatore statunitense, vedendosi, ahimé, spacciato, perché agli esami delle urine sarebbe stato trovato positivo agli stupefacenti, ha pensato di far sparire le prove a suo carico. Il ragazzo di 26 anni ha spaccato la finestra del laboratorio in cui si trovavano i campioni e, per essere sicuro di far sparire ogni traccia, ha rubato l'intero frigorifero in cui erano conservate le provette. Sfortuna ha voluto che tracce del suo sangue siano rimaste sulle schegge di vetro rotto della finestra.
ynews
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{ Meteo killer
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Avete presente quei razzi che i contadini sparano nell'atmosfera per rompere le nuvole ed evitare la grandine? Ecco proprio uno di quelli ha recentemente mancato il suo obiettivo in una cittadina cinese. Nella Mongolia centrale, un tizio del posto, Wang Diange, è stato ucciso dall'esplosione di uno di questi razzi meteo che è esploso nella casa dove si trovava. La storia ha preso poi una strana piega quando alcuni giorni dopo il corpo di Wang è esploso nella camera per la cremazione distruggendo le porte dell'edificio. Nessuno riusciva a spiegarsi come questo poteva essere accaduto fino a quando è stato trovato un frammento che riportava un numero di serie militare, che sembrava appartenere ad una granata. Alla fine è saltato fuori che Dienge ha dato fuoco alle granate contenenti ioduro d'argento per rompere la grandine che si stava formando. Una granata inesplosa era evidentemente tra i vestiti di Wang ed è passata inosservata al controllo del corpo che stava per essere cremato. Granata che è ovviamente esplosa durante il processo di cremazione spedendo in cielo anche gli ultimi resti del povero Wang. Chissà se poi ha piovuto...
Dj vende i suoi denti d’oro
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È crisi per tutti, anche per i dee jay. E così Anthony Ghosh, nome di battaglia DJ Talent, è arrivato a mettere in vendita tutte le sue 28 corone d'oro. Il ragazzo, specializzato nella musica house ed elettronica (è anche produttore), spera di ricavarne almeno 35mila euro. Un vero peccato, visto che proprio tre anni fa, nel dare una "spintarella" alla sua carriera, si era rivolto ad un dentista, chiedendogli la "copertura" aurea per i denti, al costo di 12mila euro. “L'ho fatto perché volevo essere più riconoscibile, e avere una sorta di simbolo distintivo”, spiega oggi il 30enne, che vive a Sud di Londra. “Ma la crisi, e anche le difficoltà nel mio lavoro mi hanno spinto a pensare meglio al mio futuro - confessa - E così ho deciso di liberarmi delle corone. Certo, questa decisione potrebbe compromettere tutta la mia carriera. Mi chiedo se i fan mi noteranno con i denti bianchi”. Comunque Anthony ha già una soluzione in mente, nel caso in cui il nuovo look non lo dovesse convincere: “Una volta che la situazione finanziaria cambierà, potrei pensare di farmi delle corone al platino, che costano di meno”.
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seicomesei di Virginia Di Marno
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Pettegolezzi dall’Antica Grecia. C’era una volta Pasifae, una donna bella, anzi bellissima, ma con problemi “di letto”, diciamo. Con suo marito, il re Minosse, Pasifae ci voleva solo parlare, mangiare, scherzare o dormire.
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“A me dell’amore non importa niente”, disse un giorno la regina e Afrodite, la dea dell’amore, si arrabbiò e decise, a modo suo, di intervenire. Trasformò Pasifae nella donna più passionale di Creta. Fare avance a uomini compresi tra i diciassette e i settant’anni era diventato il suo hobby preferito.
Il re Minosse, non avendo altra scelta per salvare la sua reputazione, decise di mandare lontano Pasifae, la regina libertina; lontano dagli uomini e dalla tentazione, lontano con una compagnia di sole donne.
Passeggiando per i campi, tuttavia, Pasifae vide da lontano un toro e, neanche a dirlo, si innamorò pure di lui. Stran’amore quello, strano quanto il figlio che ne venne fuori: il Minotauro. Mezzo uomo e mezzo toro, divenne il simbolo dell’adulterio.
Fu un vero e proprio scandalo a Creta: il re era stato tradito dalla moglie anche con un toro! Povero Minosse… da quel giorno, i cortigiani più irriverenti lo salutavano così, facendo le corna e ridendo sotto i baffi.
Pettegolezzi dalla Nuova Italia: fare le corna si usa ancora. Il gesto oggi serve anche per allontanare la jella o così, per scherzo. Lo sapeva bene Giovanni Leone, il presidente della Repubblica sorpreso diverse volte a farlo, e lo sa bene anche Silvio Berlusconi: per lui, in quel vertice dell’Unione Europea del 2002, fu solo questione di un click.
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Alison
Lohman
na promessa mantenuta, anche se attendiamo l’esplosione-consacrazione definitva, quella della carriera di Alison Lohman (Things We Lost In The Fire di Susanne Bier). Californiana nata il 18 settembre 1979 a Palm Springs, la 28enne Alison vanta già la presenza in film e cast di tutto rispetto. Per esempio nella pellicola False verità, con cui il regista Atom Egoyan è tornato, nel 2005, a parlare delle difficoltà esistenziali, con Kevin Bacon e Colin Firth. Dello stesso anno era anche The Big White, in realtà, a dispetto del titolo, una black comedy sgangherata e un po’ folle tra i ghiacci e le distese innevate dell’Alaska. Sono forse passati i tempi in cui era lo “spirito libero” di Flicka, nel quale diventava amica di un bel puledro, in una vicenda formativo-adolescenziale diretta da Michael Mayer. Alison Lohman ha un ‘musetto’ acqua e sapone, ma quando serve sfodera uno sguardo birichino che non perdona. Bella e intraprendente, si è ritrovata sul set anche con giganti della recitazione come Albert Finney. Qualcuno dice che si è lanciata ed è caduta in piedi. Sarà, ma i risul-
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tati li sta ottenendo, questa pimpante figlia di un architetto e di una panettiera francese, venuta su in una famiglia ben estranea alle luci dei riflettori. E dire che nel 2002, a 23 anni, ha lavorato in un film tutt’altro che facile come White Oleander, con Michelle Pfeiffer e Renée Zellweger. La Lohman, tuttavia, ha iniziato nel doppiaggio, come quasi tutti gli aspiranti attori. A soli cinque anni ha prestato la voce al protagonista dell’anime giapponese Nausicaa della valle del vento, mentre a nove è stata Gretel nel musical Tutti insieme appassionatamente al Palm Desert's McCallum Theater. Dicevamo della promessa mantenuta. Il suo debutto nel cinema è comunque nel 1998, con Kraa! The Sea Monster di Michael Deak e Aaron Osborne, nella parte di una ragazzina dotata di poteri extrasensoriali. La nota anche Tim Burton, che la vuole in Big Fish. La sua predilezione per produzioni “indie” la spingono a trovare una parte in Delirious di Tom DiCillo, nel 2006, e l’abbiamo notata perfino nei panni di una vichinga in Beowulf di Robert Zemeckis.
Di lei attendiamo la consacrazione di Letizia Terra
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FINALE
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Giovanni a prima esperienza sessuale approda a teatro. Si è appena conclusa all’Accento di Roma la seconda manche de La mia prima volta, spettacolo che ha esordito lo scorso Marzo al Cometa Off della capitale. La regia è di Gianluca Ramazzotti. Sulla scena quattro giovani talenti: Giovanni Arezzo, Massimiliano Vado, Cristiana Pellegrino e Claudia Salvatore. Ne abbiamo parlato con Arezzo, attore ragusano, da qualche anno a Roma dopo il diploma all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, già protagonista in diverse esperienze in tv (Ris, Il Commissario Montalbano), cortometraggi e teatro (Segnalazione Speciale al Premio Hystrio 2007 alla vocazione). “L’idea è tratta da uno show americano molto divertente, attualmente in cartellone in un teatro off-Broadway, scritto da Ken Davenport. Gli attori raccontano le prime esperienze sessuali scritte dalla gente comune. Nel 1998, un blog su internet ha cominciato a parlarne, permettendo alla gente di
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Arezzo condividere, in assoluto anonimato, la loro prima volta”. Il Sito (www.myfirsttime.com, ndr) si è trasformato in un fenomeno quasi senza precedenti: da ogni parte del mondo sono state registrate più di 40.000 storie dolci, irragionevoli, divertenti, eterosessuali, omosessuali, timide e sexy. Adesso questi racconti sono rimessi in vita dai quattro attori in 90 minuti di spassoso spettacolo, ritmo martellante, dove da un coro di quattro voci, ogni tanto se ne stacca una che prende per mano lo spettatore e lo fa riflettere su l’altro lato di una prima volta. Così scopriamo la storia (vera, ndr) di una ragazza che si concede al fratello malato terminale, regalandogli quel momento che non potrà mai vivere in maniera profonda per mancanza di tempo e tante altre non meno toccanti. Intanto gli autori italiani dello spettacolo hanno lanciato il blog Lamiaprimavolta.it. Centinaia di storie sono già state inviate. Molte saranno inserite nelle prossime repliche previste per questa estate e il prossimo autunno.
Quella “prima volta” ma solo in di Carmelo Schininà
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Freida a bellissima di The Millionaire ha fatto solo la modella e ha condotto un programma televisivo di viaggi. Poi con il film vincitore di Oscar di Danny Boyle è esplosa. Doveva essere conosciuta, Freida, origini portoghesi, vedi il cognome, considerata la sua bellezza eccezionale, sintesi di incontri di culture che abbracciano l’Est e l’Ovest del mondo, la seduzione esotica e un certo rigore europeo. Ha occhi nei profondissimi in cui perdersi, ma altrettanto severi sono i suoi sguardi quando è inquadrata in sofferti primi piani. Suo padre è un bancario, la madre una preside di liceo, lei però si è emancipata presto, prima dei 18 anni, sapendo di avere le carte giuste per indossare i panni della moda e quindi di apparire in tv alla conduzione di Full Circle. Non che questo le abbia portato una grande notorietà, ma Bollywood può ancora aspettare. The Millionarie, intanto, è un film indiano perché girato in India, ma è altrettanto inglese (vedi il
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regista e alcuni membri della troupe) ed ha una robusta quota di americanità, visti i finanziamenti e i produttori intervenuti nella sua realizzazione. Tuttavia Bollywood ha un cuore grande e braccia larghe, capaci di accogliere come pochi una realtà globale, multirazziale e multiculturale. E poi l’idea che ci siamo fatti della fabbrica indiana dei film è in parte falsa, come ci dice lei stessa, Freida, amante delle commedie come di opere impegnate. A Bollywood si sfornano sia film leggeri sia ‘di spessore’. Gli oltre 800 titoli che si producono ogni anno incontrano i gusti dell’élite sociale, dei vertici governativi, ma anche di ogni tipo di casta. La giovanissima Freida, 25 anni, ha molta strada davanti a sé, aperta dal film di Boyle ma proiettata lontano, non a Hollywood, per il momento, come la sua connazionale, ex Miss Universo, Aishwarya Ray, ma sulla East Coast, dove lavora Woody Allen. Che non poteva lasciarsi scappare l’occasione.
La prossima volta il mio film con di Letizia Terra
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Ellen -Men3 è solo uno dei film in cui il pubblico può ricordare di averla vista. È la classica ragazzina americana (ma in realtà è canadese) della porta accanto, Ellen Philpotts Page, nata il 21 febbraio 1987 ad Halifax, Nova Scotia. Il suo “palcoscenico” naturale diviene presto quello di un certo cinema indipendente, palestra ideale per ogni attore in cerca di lavoro, prima che arrivi, chissà, la fama autentica. Ma la ragazza è ben avviata, non c’è che dire. Ha iniziato prestissimo, Ellen, a cinque anni, in teatro e addirittura in un ruolo maschile! È stata Charlie nella riduzione per la scena de La fabbrica del cioccolato. Figlia di Martha e Dennis, ha frequentato la Neptune Theater School fino ad essere scelta per un ruolo nel tv-movie Pit Pony (diventato successivamente un serial). Debutta presto anche nel cinema, a 17 anni, e conquista subito il suo pubblico, quello di casa, nel 2002, per il film
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Marion Bridge di Wiebke von Carolsfeld. Quindi gira una pellicola, inedita in Italia, intitolata Mouth to Mouth di Alison Murray, nel ruolo della giovane Sherry. È il 2004 e la sua carriera è in movimento, come si dice nell’ambiente, un movimento che viene ulteriormente agitato da un film decisamente controverso, per contenuto ed impegno: è il thriller pedo-pornografico Hard Candy di David Slade, che scuote non poche coscienze e non solo degli addetti ai lavori. In Italia e, naturalmente, prima, nel resto del mondo, Ellen diventa “famosa” nei panni della mutante Shadowcat, cioè Kitty Pryde, in X-Men 3: Conflitto Finale (2006) di Brett Ratner. La Page afferma di non intravedere Hollywood nel suo futuro, ma piuttosto impegnata in film indipendenti, fuori dai ‘giochi’ degli studios. È lei la protagonista dell’indimenticato Juno.
Innocente, piccola ma già di Maria Nicoletta Tulli
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
GUSTO, PASSIONE E AMORE DA SEMPRE SULLA VOSTRA TAVOLA. Da famiglia a famiglia: questo lo spirito che ha sempre contraddistinto la Fratelli Carli e che è alla base della genuinità e della qualità dei prodotti nelle case degli italiani, oggi come allora, dal 1911.
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d è proprio la soddisfazione dei clienti la primaria missione dell’azienda, motivo d’orgoglio di questa famiglia e di quanti collaborano con loro. Soddisfazione di un gruppo che è cresciuto senza mai abbandonare le proprie radici, la propria dedizione alla qualità e che in quasi un secolo di vita ha prodotto Olio di Oliva di qualità superiore. Nel corso degli anni si sono affiancate all’olio molte altre specialità, come tonno, olive in salamoia, paté e pesto, marsala e vino. Tutte golosità per veri intenditori, che le famiglie italiane scelgono da anni per imbandire con gusto, sapore e un pizzico di magia, le proprie tavole. E oggi, con lo spirito di sempre, teso a miglioraPER INFORMAZIONI E ORDINI
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re e perfezionare i propri prodotti dando valore e ascolto ai pareri e ai desideri espressi dai clienti, Fratelli Carli è pronta a crescere verso soluzioni pratiche, di design e al passo con i tempi, mantenendo immutata la sua qualità. È stato intrapreso infatti un progetto di rivisitazione che modifica l’aspetto esteriore di tutti i prodotti, inclusa l’estetica dello storico logo, in un percorso che si completerà nel 2011 in concomitanza con il centenario dell’azienda. Sotto questa nuova veste la Fratelli Carli continuerà a garantire l’alta qualità che ha sempre contraddistinto tutti i suoi prodotti, frutto dell’esperienza e delle capacità tramandate e affinate dalla famiglia per quasi un secolo.
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a cura di Maria Nicoletta Tulli
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games PRIVATO TRENDY MA... Aumentano gli iscritti negli istituti privati. Molti studenti a settembre passeranno dalle scuole pubbliche a quelle non statali. Un fenomeno partito dalle regioni del Nord, ma, sembra, destinato a crescere. Sono i dati a parlare: in Lombardia con il nuovo anno scolastico è previsto un passaggio di circa 10mila studenti alle scuole private. Già nei bienni 2005-2006 e 2007-2008 gli istituti primari e secondari privati hanno aggiunto almeno uno studente per classe. Ne parla chiaramente Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil: “Si tratta di una tendenza reale che sta prendendo piede a macchia di leopardo soprattutto nelle regioni del Centro-Nord e comunque nelle aree più agiate. Un fenomeno dovuto ai tagli e all’irrigidimento dei regolamenti scolastici. “L’effetto Gelmini ha avuto due conseguenze: da una parte le famiglie – continua Pantaleo – spaventate dai tagli, scelgono le private in grado di garantire i servizi in termini di tempo prolungato e tempo pieno, dalla scuola dell’infanzia alle medie, dato che gli istituti pubblici hanno difficoltà a garantire le supplenze o ad acquistare i prodotti igienici. In secondo luogo, tanti studenti troveranno in certe scuole non statali il diploma facile senza troppi controlli, una scappatoia che li metta al riparo dalla tanto paventata meritocrazia. E così purtroppo la vera selezione viene fatta in base alle possibilità economiche delle famiglie”.
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1-0 PER LA Wii Nintendo è diventata leader mondiale nel settore dei videogiochi. Il merito? Si chiama Wii. Nata nel 2006, la sua caratteristica principale è il Wiimote, il telecomando senza fili che riproduce i movimenti a distanza. Molto lontani i rivali più temuti: nel 2008, infatti, sono stati venduti 45 milioni di Wii contro i 28 di Xbox della Microsoft e i 16 di Playstation firmata Sony. Un giro d’affari enorme che però, come ogni crisi vuole, ha colpito anche Nintendo, costretta a rivedere le sue stime sul 2009 che hanno ridotto le vendite a 26,5 milioni a fine marzo, esattamente un milione in meno rispetto all’anno precedente. Colpa dello yen, che si è rivalutato su euro e dollaro aumentando il costo dei prodotti. Semplice e divertente, la Wii deve il suo successo ad alcune caratteristiche, che spiega Satoru Iwata, principale artefice della grande svolta. “A ben guardare la relazione fra uomo e macchina è solo una questione psicologica. La potenza dell’hardware non c’entra o c’entra solo marginalmente. Per conquistare le persone, anche quelle che non hanno mai toccato i videogame, bisogna creare forme di interazione nuove, sorprendenti e adatte a tutti. Il che significa comprensibili in qualsiasi parte del mondo”. Un fenomeno planetario, infatti, che abbraccia tutti i paesi, a differenza di alcune console che vendono meglio in alcune aree piuttosto che in altre. In testa a tutti è comunque l’Europa che supera anche il Giappone, padre della Wii.
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ARRIVANO LE IPERVOCI "Hyper-speech transfer protocol" (hstp) è il nome del nuovo protocollo di comunicazione, interamente vocale, progettato nei laboratori indiani dell’Ibm che, invece di collegare ipertesti, metterà insieme un nuovo tipo di oggetti, detti "ipervoci". Lo scenario immaginato dai ricercatori è abbastanza semplice: usare il browser del proprio telefonino sarà un po' come chiamare uno di quei sistemi a risposta automatica che chiedono "Digitare 1 per l'opzione A, digitare 2 per l'opzione B"… Le differenze fondamentali saranno due: la scelta delle opzioni non avverrà premendo i pulsanti del telefono, ma parlando nella cornetta. E questi comandi vocali permetteranno non solo di navigare nelle sezioni di un singolo numero telefonico, ma di saltare da un sito all'altro di questa nuova rete, proprio come avviene con le pagine di Internet. I telefonini si stanno diffondendo a velocità sorprendente in zone, come l'Africa povera e l'India rurale, dove i computer e Internet veloce sono ancora molto di là da venire. Ed è proprio a queste realtà che si rivolge il progetto Ibm. I ricercatori sono convinti che l'adozione del nuovo protocollo, attualmente in sperimentazione in alcune regioni dell'India, sarà spinta dalla facilità d'accesso e dalla possibilità per chiunque di creare in pochi passi il proprio sito vocale.
(www.repubblica.it)
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RIDERE IN 8 TEMPI Le conclusioni del suo lavoro verranno pubblicate nel libro "The eight patterns of humour" (Gli otto modelli dell'umorismo). Parliamo di Alastair Clarke, un teorico evoluzionista inglese, che, attraverso una lunga ricerca, ha identificato gli otto schemi dell'ilarità. Dopo aver studiato oltre 20mila situazioni comiche nel corso della storia, dalle barzellette che si raccontavano nel XIV secolo fino agli sketch della moderna televisione, Clarke ha ottenuto il risultato che si ride e si sorride sempre per i soliti otto motivi. Le fonti prese in esame sono state suddivise in due grandi categorie: la prima comprende tv, radio, libri, giornali, musica e la seconda le normali interazioni tra esseri umani. Il risultato della sua ricerca prevede che le tipologie del "sense of humour" rientrino entro otto categorie, che non riguardano né il grado di civilizzazione o culturale, né il nostro gusto personale. Secondo il teorico inglese, il cervello umano inconsciamente va a scovare questi schemi e quando li trova si auto-ricompensa dello sforzo con una bella risata. "Per quanto a molti possa sembrare assurdo - spiega lo studioso - questi pochi schemi sono l'unico vero stimolo che sta dietro le nostre risate. Poco importa, in realtà, il contenuto della sitcom che stiamo guardando o la storiella divertente che ci hanno raccontato. L'importante è che si presenti almeno uno di questi otto schemi mentali".
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ACNE? TUTTA COLPA DELLA SIGARETTA Da qualche anno a guidare la battaglia antitabacco è scesa in campo l'Associazione delle Donne Dermatologhe Italiane, che ha messo in luce l'evidente connessione fra sigaretta e invecchiamento della cute e, soprattutto nelle donne, la connessione fra tabagismo, bellezza e invecchiamento precoce. Una delle ultime rivelazioni in ambito scientifico, presentata a Milano in un incontro organizzato dalle Donne Dermatologhe, è la ricerca realizzata presso l'Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma dai dottori Bruno Capitanio e Jo Linda Sinagra e, per la parte sperimentale, dal Dottor Mauro Picaro. Lo studio, che purtroppo ha destato maggiori attenzioni nel mondo anglosassone che in Italia, ha indagato la correlazione fra la presenza di acne e la dipendenza da tabacco. Successivamente si è indagato sulle abitudini legate al fumo e al numero di sigarette, a quando si sono manifestati l'acne giovanile e i possibili squilibri ormonali. Pubblicato dal British Journal of Dermatology, il lavoro ha valutato l'impatto della nicotina sulle formazioni acneiche di un campione random di oltre 1000 donne. “Parlano i numeri. L'acne è decisamente molto più frequente fra le fumatrici che fra le non fumatrici - racconta il Dottor Capitanio. Sulle 185 donne con tale problema il 62% e' una fumatrice, senza trascurare che fra queste più del 90% presenta una forma ritenzionale. Un risultato controcorrente se consideriamo che questa forma è stata sempre collegata prevalentemente a motivi ormonali”.www.calvizieonline.net
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UNA STANZA PERFETTA È stata scientificamente provata la stanza più rilassante del mondo, realizzata dallo psicologo Richard Wiseman dell’Università dello Hertfordshire. Per quindici minuti e a gruppi di dieci persone si poteva entrare e stendersi su comodi materassi, sotto un cielo blu chiaro proiettato sul soffitto e con una tenue luce verde prato intorno. Nell’aria era diffuso un profumo di lavanda. Il tutto accompagnato da una dolce musica di sottofondo composta dal professor Tim Blinko proveniente dalla stessa Università di Wiseman. Lo studioso inglese è convinto che una stanza di questo tipo dovrebbe essere a disposizione di tutti gli studenti e gli impiegati, afflitti quotidianamente da forte stress. Infatti attraverso alcune analisi da lui effettuate ha scoperto che la luce verde induce la produzione di dopamina, neurotrasmettitore che aumenta la sensazione di calma, il cielo blu aiuta la concentrazione e l’aroma di lavanda favorisce naturalmente il sonno. Anche la musica non è stata una scelta casuale: aveva un ritmo lento, senza sbalzi, con note a bassa frequenza e il suono di strumenti tipici tibetani, che normalmente accompagnano la meditazione dei monaci.
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animali SI SALVI CHI PUÒ Non solo cibi come cioccolato o formaggi, ormoni (alcune donne ne soffrono in relazione al ciclo mestruale), alcol e stress. Anche il tempo è un nemico del mal di testa. Questa patologia affligge milioni di persone in tutto il mondo (solo in Italia ne soffrono 26 milioni di uomini, di cui la maggior parte donne). Questo fa sì che diventi anche una malattia sociale perché fa perdere oltre 200 milioni di ore di lavoro all’anno e perché incide profondamente sulla qualità della vita di chi ne è colpito. Quando si avvicina l’estate il mal di testa, e in particolar modo l’emicrania, si può prevenire prestando più attenzione alle condizioni meteorologiche. Una giornata calda può aumentare il rischio di forti mal di testa nei giorni successivi, con un incremento (del rischio) di un 7,5 per cento per ogni cinque gradi in più. Questi i risultati di una ricerca condotta al Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston coordinata da Kenneth Mukamal, neurologo all’Università di Harvard. Sono state analizzate le cartelle cliniche di oltre settemila pazienti che tra il 2000 e il 2007 si sono recati al pronto soccorso lamentando una qualche forma di mal di testa. Dagli studi è emerso un rapporto diretto tra aumento della temperatura atmosferica e emicrania e tra riduzione della pressione atmosferica e cefalea tensiva. Gli agenti inquinanti presenti nell'atmosfera, invece, non sembrano influire sul mal di testa.
IL NOSTRO SHOPPING ON LINE Vendita on line di articoli per cani, gatti, uccelli e piccoli animali domestici sul sito nutripet.it. La filosofia Nutripet, sul web dal 2007, si concretizza nella ricerca e innovazione di prodotti per animali da compagnia, avvalendosi per il raggiungimento di questi obiettivi della collaborazione di esperti nutrizionisti, veterinari, allevatori. L’esperienza ventennale del suo fondatore nel settore degli alimenti per animali da compagnia, avendo collaborato per questo arco di tempo con una delle aziende italiane più conosciute nella produzione di petfood, ha permesso a Nutripet di diventare un'azienda molto dinamica e riconosciuta nel settore. La nuova linea di mangimi Professional, alimenti completi di elevata qualità per cani e gatti, è formulata con ricette ad altissima digeribilità e una densità calorica adeguata allo stile di vita dell'animale, nel rispetto delle esigenze nutrizionali sia del gatto che del cane. Il catalogo viene implementato giornalmente, scegliendo sempre con cura, tra i migliori alimenti e accessori per animali reperibili sia sul mercato Italiano che internazionale. Tra i punti di forza dell’azienda: massima attenzione verso le esigenze dei clienti, velocità nell’evadere gli ordini e massima affidabilità. (www.nutripet.it)
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Scienze
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enché il numero delle specie presenti sulla Terra sia molto alto, sino a oggi sono state classificate solo 1,7 milioni di specie (su una stima di circa 12 milioni di specie): 10.000 batteri; 72.000 funghi; 50.000 protisti; 270.000 piante. Le specie animali sono circa 1.318.000 di cui 1.265.000 invertebrati e 52.500 vertebrati (2.500 pesci, 9.800 uccelli, 8.000 rettili, 4960 anfibi, 4.640 mammiferi). La ricchezza di specie varia geograficamente. Nei climi caldi in genere vive un maggior numero di specie, rispetto a quelli freddi, così come nelle zone più umide vi sono più specie che in quelle più secche. Le zone tropicali, in cui crescono le foreste pluviali, sono tra le regioni a più alto indice di biodiversità. Si calcola che nelle foreste pluviali, ossia in una regione che copre circa il 7% del globo, si trovi almeno il 50% delle specie viventi. Alcune particolari specie possono, per il ruolo che esse rivestono nell'ecosistema, aumentare la biodiversità di una specie. Ad esempio, specie arboree che raggiungono elevate altezze offrono una grande quantità di risorse utili a molte specie diverse (come uccelli nidificanti, piante epifite, parassiti, erbivori frugivori) e contribuiscono, quindi, alla biodiversità di quell'ambiente. Il tipo di organizzazione tassonomica è un tentativo di rappresentare i rapporti di parentela esistenti tra gli organismi, tentando così di ricostruire il percorso seguito durante la loro storia evolutiva. Pertanto, le specie appartenenti a uno stesso genere dovrebbero essere più affini tra loro delle specie comprese in generi differenti. I taxa di livello superiore al genere possono comprendere da una sola specie a milioni di specie. Alla diversità totale contribuiscono più specie “distanti” tra loro, classificate in famiglie o ordini differenti, che non specie simili, classificate nello stesso genere. In base a ciò, nel caso si dovesse scegliere di proteggere una sola zona fra due con lo stesso numero di specie, sarebbe preferibile optare per quella caratterizzata da specie distanti l'una dall'altra. Ben note inoltre le considerazioni relative all’OGM che puntando alla realizzazione di specie con caratteristiche dominanti (in termini di resistenza agli agenti patogeni, colore, dimensioni e proprietà alimentari) rischiano impoverire ulteriormente la biodiversità. Il crescente interesse Europeo per la “biodiversità” costituisce un segnale di nuova maturità politica. 84
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di Luca Salvini
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Al di là degli OGM.
CERCARE UNA REALE RISORSA NELLA BIO DIVERSITÀ
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Apriti, portale! nata dall’amore tra il signor cinema e donna internet, è adorata nipote di Youtube e Wikipedia, ed è corteggiata da potenziali talenti, affermati artisti e curiosi e basta: si chiama Cinemonitor l’ibrida creatura, ha pochi giorni di vita e tanta fretta di diventare grande. Le cose sono andate più o meno così: due anni fa Mario Morcellini, preside della facoltà di Scienze della Comunicazione La Sapienza di Roma, incaricò Roberto Faenza (regista del film Prendimi l’anima, per nominarne appena uno) di istituire un Osservatorio sul cinema. Obiettivo ultimo: realizzare un portale bidirezionale, che da un lato raccogliesse le proposte e le creazioni dei ragazzi e dall’altro fosse serbatoio di idee “fresche” per già professionisti. In una parola, Cinemonitor.it. “Il cinema non è più solo”, ha detto Faenza, sfidando tutti quelli che hanno creduto che il world wide web sì, sarebbe stato la fine dei botteghini e del telecomando. “Con la nascita di nuovi strumenti di comunicazione e di diffusione cambierà, volenti o nolenti, il nostro stesso modo di fare spettacolo, di fare cinema, di raccontare storie”: l’approccio, piuttosto che positivo, è costruttivo. Cinemonitor.it ha dentro di tutto un po’. Sembra Youtube, visto che nella sezione “Il tuo video” dà la possibilità di caricare filmati autoprodotti. Assomiglia a Wikipedia, perché “Cinewiki”, glossario continuamente arricchito, dà definizioni di temi e termini. Somiglia ad una rivista on line di settore, con interviste, recensioni, articoli, news e agenda, tutto sul cinema. Cinemonitor.it è anche un sito specialistico, vero e proprio osservatorio sul fenomeno cinema, con la classifica dei film in sala, gli incassi, le settimane di presenza. Ma il valore aggiunto del portale, nato dalla cattedra di Teoria e tecnica del linguaggio cinematografico, è un altro: “La tua idea”, “Il tuo volto”, “Trovastorie”. Valore aggiunto perché sta qui il vero punto di contatto tra dentro e fuori, tra web e cinema. In sostanza nella sezione “La tua idea” è possibile postare sceneggiature ma anche semplicemente idee e proposte. “Il tuo volto” è, invece, rivolto a chi si immagina bene su uno schermo: nel cassetto la timidezza e provini alla portata di tutti, compresi registi già affermati, si spera. Ultimo asso ma non per importanza, il “Trovastorie”, contenitore in cui pescare storie edite e inedite, serbatoio di idee, soggetti, spunti e trame utili per chiunque abbia voglia di creare, grandi e piccini del settore. Usabile e con pochi fronzoli, Cinemonitor.it ha tutte le potenzialità, ora basta crescere. Buon lavoro.
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di Virginia Di Marno
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IL CIAK in Rete
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CINEMONITOR.IT Mario Morcellini Roberto Faenza Now
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Ist Nella foto qui a lato, il regista Roberto Faenza (il suo Il caso dell’infedele Klara , con Laura Chiatti e Claudio Santamaria, è nelle sale). In alto, Mario Morcellini, preside della facoltà di Scienze della Comunicazione de La Sapienza di Roma.
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Dischi volanti
di Carmelo Schininà
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era una volta il diritto d’autore. Eh già, perché la crisi del disco non mette in ginocchio solo il mercato discografico. Oggi i grandi nomi della musica italiana e straniera, che fino a 10 anni fa con le royalty guadagnavano come calciatori di serie A, non si arricchiscono quasi più, puntando tutto sul live. La prima legge sul diritto d’autore risale al 1703 e fu emanata in Inghilterra dalla Regina Anna. Per quasi tre secoli essa ha funzionato come una macchina perfetta. Oggi è in balia del terremoto dei pirati, nel mare magnum del web. Ecco i numeri: 40 miliardi i brani musicali scaricati ogni anno, 95 su 100 (malgrado il successo di ITunes, ndr) sono legati al download illegale, per una perdita di oltre 5 miliardi di dollari dei diritti calcolate ogni anno dalle case discografiche americane. Chi sono i pirati? Spesso adolescenti e onesti padri di famiglia. Dal suo canto l’industria discografica ha avviato decine di cause legali, sguinzagliando avvocati su internet per provare a beccare uno a uno i “ladri di dischi” con risultati pessimi: sono stati denunciati migliaia bambini di 12 anni e persino gente deceduta. Ma non tutti gli artisti sono contrari al download piratesco. Qualche giorno fa Robbie Williams, Annie Lennox, David Rowntree dei Blur e Ed O’Brien dei Radiohead, insieme ad altri 140 big del pop britannico, hanno pubblicato un manifesto in cui sostengono che chi scarica musica illegalmente da Internet non debba essere perseguito. Così i Radiohead hanno lanciato il loro album “In Rainbows” sul web con offerta libera, i Pearl Jam hanno distribuito gratis il loro ultimo video e idem il cantautore brasiliano Gilberto Gil. Altri, invece, hanno iniziato ad utilizzare i creative commons, una nuova versione di diritti d’autore modulari dove il proprietario del copyright
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Cambia la fruizione musicale. Addio vecchio COPYRIGHT e le canzoni atterrano sul
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stabilisce i paletti al diritto dell’opera, per consentirne al massimo la diffusione senza rinunciare del tutto a monetarizzare il loro lavoro. Ma la vera chicca sulla nuova fruizione musicale è tutta italiana. Marco Masini, qualche settimana fa a Scalo 76, ha raccontato di aver firmato con la Universal un contratto per 24 canzoni. Pare infatti che la major dal 2011 non distribuirà più cd ma solo file musicali in vendita sul web. La gente deciderà che canzoni comprare e i pezzi con i quali costruire il proprio album. Si è anche pensato di fornire un servizio fotografico dell’artista. Il “cliente”, così, potrà stampare la “sua” copertina e addirittura intitolare a suo piacimento il “nuovo” album. Colpo di genio o salto mortale?
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La gallina dalle uova d’oro di Giovanni Gumberghi
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erto il web l’ha aiutato molto, lo scrittore Stieg Larsson, deceduto prematuramente nel 2004 e protagonista di un imbarazzante ma clamoroso terzetto di sue opere stabilizzatesi, in Italia, nei primi tre posti delle classifiche dei libri più letti degli ultimi mesi, a iniziare dall’ormai celebre best-seller Uomini che odiano le donne. Al punto che proprio quest’opera è diventata anche un film, il primo tratto da Millennium, una trilogia davvero ben pianificata dal suo editore scandinavo e dalla Yellow Bird. Degna di nota la circoscritta esistenza di Larsson, divisa tra giornalismo e narrativa ma, soprattutto, attivismo socialista e antirazzista contro i rigurgiti neonazisti di una Svezia solo apparentemente civile. Come riferiscono le biografie, lo scrittore cresce con i nonni materni e fa tanti mestieri per mantenersi. Nel 1983 lavora come grafico presso l’agenzia di stampa svedese Tidningarnas telegrambyrå, ma è proprio nel giornalismo che trova le sue prime forme di scrittura, o meglio di critica letteraria, specializzandosi in esami di romanzi polizieschi e fumetti. Nel 1995 l’omicidio di cinque ragazzi a Stoccolma per mano di estremisti di destra non lo lascia indifferente e decide di dare vita alla rivista trimestrale EXPO, con linee editoriali e propositi antirazzisti. Oltre ad Expo Larsson, insieme ad AnnaLena Lodenius, scrive nel 1991 il saggio Estremismo di destra, mentre dieci anni dopo pubblica, scrivendolo con Mikael Ekman, Democratici svedesi: il movimento nazionale. Tiene conferenze e collabora perfino con Scotland Yard, a Londra, grazie alle sue fini capacità di indagine. È fortemente influenzato dalla cultura popolare e dalla novellistica di Astrid Lindgren, l’autrice del celeberrimo Pippi Calzelunghe. 90
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Preparatevi ad un altro tipo di
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Disney avanti tutta!
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ei, il fenomeno teen del momento, specie per le ragazzine, è arrivata anche al cinema. Stiamo parlando di Hanna Montana, ma data la portata mediatica le abbiamo dedicato anche un altro spazio nei servizi principali. Poi nei negozi e in console il ventaglio è ampio. Tanto per citare alcuni giochi con cui i ragazzi e i loro genitori si possono divertire insieme, ecco Spectrobes; Disney, Pensa in Fretta! e Split Second (di quest’ultimo vi presentiamo immagini inedite di un gioco che uscirà in Italia nel 2010). Abbiamo parlato delle nuove meraviglie Disney con Federico Marelli, Senior Manager Italy, Disney Interactive Studios. Quali sono le peculiarità del mondo Disney Interactive Studios? Nel settore dei videogiochi Disney Interactive Studios ha peculiarità direi uniche: i nostri prodotti infatti offrono al pubblico tutta la magia che da sempre è la principale caratteristica del mondo Disney. Basti pensare che alcuni dei nostri titoli vedono come protagonisti Topolino, Paperino, Trilli e tanti altri personaggi che da sempre accompagnano i sogni di intere generazioni di bambini e ragazzi di ogni età. Oltre ai classici, i nostri giochi consentono anche di rivivere le avventure dei più grandi successi di oggi, come High School Musical, Hannah Montana o Pirati dei Caraibi. Insomma, offriamo videogiochi capaci di mettere d'accordo tutta la famiglia: dai bambini più piccoli ai teenager fino a mamma e papà. Basti pensare a Pure, un off road racing, ovvero un gioco di corse fuoristrada mozzafiato, in cui i giocatori possono salire in sella a un quad e sfrecciare attraverso percorsi davvero emozionanti. Il titolo ha riscosso un grandissimo successo, tanto che i creatori del gioco si sono già messi al lavoro su un nuovo videogioco di corse, questa volta di automobili: si chiama Split/Second, uscirà nel 2010 e lascerà tutti a bocca aperta. In ogni caso, sia per i giochi a target più adulto che per quelli dedicati alla famiglia, Disney Interactive Studios mette una cura particolare per garantire uno standard di qualità e di sicurezza che consenta ai genitori di regalare ai propri figli un diverti92
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di Vincenzo Prizzi
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Sempre più interattivi, veloci ma… familiari. Ne parliamo con un senior molto
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mento sano in assoluta tranquillità. Come si svolge una riunione-tipo per costruire le vostre strategie di marketing? Per realizzare una strategia di marketing efficace è fondamentale conoscere molto bene il target di riferimento e avere un confronto costante con i colleghi in tutto il mondo. Dietro ogni nuovo titolo, c'è un lavoro che dura molti mesi, se non addirittura anni. Vengono analizzate tutte le sue caratteristiche specifiche, per elaborare una strategia a livello globale insieme ai colleghi delle diverse parti del mondo, con i quali ci si confronta in in modo costante con scambi di informazioni ed idee continui. La strategia viene poi localizzata, per adattarsi al meglio al gusto, alla cultura, ai valori e al linguaggio di ogni paese. Estremamente importante in questo senso è anche il contatto con tutti gli operatori del settore, dai negozianti ai distributori ai giornalisti di settore per i quali realizziamo attività atte a supportarli ad hoc ed in maniera estremamente efficace. Ci fa da cicerone alla scoperta delle ultime novità? Nell'ultimo mese abbiamo avuto tre uscite molto importanti: Spectrobes oltre i Portali, Disney Pensa in Fretta e Ultimate Band. Sono tre titoli dedicati ai ragazzi, e in generale a tutta la famiglia. Disney Pensa in Fretta è un quiz game per Nintendo Wii e PlayStation 2 in cui i giocatori, calandosi nei panni dei personagi Disney più amati come Pippo, Topolino, Paperino, e molti altri possono verificare la propria conoscenza del mondo Disney, rispondendo a
prontezza di riflessi, attenzione e fantasia. Ultimate Band invece è un gioco musicale per Nintendo Wii e Ds, adatto sia a ragazzi che a bambini, che consente di realizzare il sogno di creare la propria band, suonare chitarra, basso e batteria senza bisogno di complicati accessori e giocare, magari insieme a mamma e papà, sulle note delle canzoni più belle della storia del rock. Oltre i portali per Nintendo DS, Spectrobes è invece il seguito della famosa saga creata da Disney Interactive Studios: un gioco di azione ed avventura nello spazio che ha riscosso un successo clamoroso vendendo oltre 1 milione di copie dal suo lancio nel 2007 e che tra poco, dal prossimo autunno, sarà disponibile anche per Nintendo Wii . Ma prima di arrivare all’autunno abbiamo in serbo un'altra grande sorpresa: è Hannah Montana the Movie, il videogioco ispirato al personaggio più amato dalle ragazzine di tutto il mondo, che uscirà a maggio in contemporanea con l'attesissimo film al cinema. Un altro gioco molto divertente e family oriented sarà Toy Story Mania per Nintendo Wii, in uscita sempre il prossimo autunno. Protagonisti sono naturalmente gli storici personaggi della serie Toy Story, che guideranno i giocatori in un fantastico party game ispirato all’attrazione presente nei parchi Disney. Particolarità del videogame saranno alcuni scenari realizzati in 3D, che consentiranno un'esperienza di gioco unica ed emozionante. Meritevoli di menzione sono anche i videogiochi legati alle serie Tv di Disney Channel, come I maghi di waverly, che arriverà su console Nintendo DS a settembre e Phineas & Ferb, che i ragazzi possono già vedere in tv su Disney Channel e giocare su Nintendo DS.
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Modi di Moda
Si fa presto a dire scarpa
di Ambra Blasi
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l vero e unico must di questa stagione primavera–estate per la donna alla moda sembra essere quello della scarpa dal tacco vertiginoso. Un vero e proprio piedistallo che esalta la silhouette scultorea della figura. Classiche, fashion, di ispirazione etnica o degli antichi Romani, le scarpe di questo periodo sono il prodotto di una ricerca di materiali pregiati e accostamenti inediti che vanno dal camoscio al pitone, dal pizzo allo struzzo, dai colori classici ed accesi all’oro sfavillante. E appaiono iperpreziose e grintose. Un vero oggetto del desiderio. Svariate sono naturalmente le proposte e mille le sfaccettature: dal sandalo con il classico tacco a spillo, possibilmente carico di Swarovsky alla zeppa più grintosa. E poi cinturini e stringhe si avvolgono alla caviglia, sembrano catturare le donne per non mollarle mai più! Mai in passato si erano viste proposte cosi estreme sono in contrasto netto con i modelli degli abiti sobri e bon ton. Di certo un accessorio che non passerà inosservato. L’unico dettaglio a cambiare sarà lo stile d’abbigliamento, poiché la borsa, nonostante sia sempre un accessorio importante, sembra essere passata in seconda linea per questa stagione. L’unica vera novità è stata presentata a New York e rappresenta una pochette con un Pc incorporato, che permette di essere collegata con il resto del mondo anche se si è in discoteca! Altrimenti la borsa dell’estate è ancora grande ma non eccessiva, preferibilmente a due manici e con un gusto a volte un po’ retrò, come la borsa della nonna… ve la ricordate? Uno dei modelli più richiesti tuttavia è la Shopping, poiché leggera e capiente, ci metti anche un chihuahua! I colori? Dal bianco all’iride. E lo sapevate che, di nuovo a proposito di scarpe, le “ballerine” hanno festeggiato i 60 anni? Create nel 1947 da Rose Repetto per il figlio, il famoso coreografo e ballerino Roland Petit e rese celebri Audrey Hepburn o Brigitte Bardot, hanno affascinato personalità quali Cameron Diaz, Kate Moss, Céline Dion e Sarah Jessica Parker. Innumerevoli le declinazioni firmate dalle Maison più famose, da Chanel a Fendi, da Marc Jacobs a Puma, per arrivare ad un brand spagnolo che ha realizzato il primo paio di ballerine “gioiello”: tremila sfavillanti cristalli Swarovsky ricoprono interamente ballerine con 3 anni di garanzia e un “check up” annuale di pulizia per ogni singolo cristallo.
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È l’accessorio che fa la differenza, dalle altezze cinturate ai 60 anni delle “ballerine”. E occhio alla
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Fenomeni
Il caso di AppStore
di Carmelo Schininà
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n principio fu il telefonino, subito ribattezzato “cellulare”. I primi modelli ricordavano una cabina telefonica mobile, mancava solo la fessurina per il gettone. Poi si pensò di personalizzare lo strano e utilissimo arnese, così che tutti potessero avere quello a loro più congeniale. Si pensò di chiamarlo “smartphone”, la “saponetta” dual-band divenne in breve un ricordo lontano. Iniziava l’era dei nuovi nuovi form factor, Internet veloce, fotocamere, lettori mp3, display ad alta risoluzione. Sono ere molto rapide quelle dell’alta tecnologia, durano al massimo una manciata di mesi. Finché un giorno Steve Jobs, cofondatore ed attuale proprietario della Apple, pensò di introdurre un’applicazione che avrebbe per sempre cambiato le cose: la possibilità di avere sul proprio cellulare giochi, social network, musica, news e contenuti di ogni tipo da scaricare (gratis o a pagamento) da un “contenitore” del software: AppStore, il primo negozio online di Apple. Il tutto grazie a un telefonino super-cool come l’iPhone, certo, ma anche un modello di business che accontenta un po’ tutti: gli sviluppatori (a loro va il 70% degli introiti di ogni applicazione acquistata), gli operatori (per scaricare occorre avere una connessione a banda larga), e ovviamente la stessa Apple, che oltre al 30% sul costo delle applicazioni incamera anche i proventi della tassa per l’utilizzo del kit di sviluppo per iPhone. Solo nel 2008, a Cupertino sono arrivati da AppStore quasi 150 milioni di dollari (fa notare il Wall Street Journal, ndr) e nel 2009 già si parla di almeno 800 milioni di revenue. È nato così un mercato, davvero “super” per giochi e software vari, dall'utile al perfettamente inutile. E il bello è che AppStore non conosce la crisi: gli ultimi dati ufficiali parlano di mezzo miliardo di programmi scaricati dagli utenti in sette mesi, e oltre 15 mila applicazioni - in continua crescita - disponibili online per gli oltre 70 milioni tra iPhone e iPod Touch in giro per il mondo. Un vero mercato che funziona sia per chi scarica che per chi crea. La forza sta anche nell'ampia base di sviluppatori che si sono creati, tra cui alcuni italiani. Tra i programmi made in Italy di successo, la Briscola di Roberto Fraboni e Around me di Marco Pifferi.
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Un super
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che batte la CRISI
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Est(etica)
Teenager e seno rofessore, che età difficile è l’adolescenza! La parola adolescenza, dal latino “adolescere”, cioè crescere, indica una fase di passaggio da una condizione infantile ad una condizione di vita adulta. In questa fase, compresa generalmente tra i 12 ed i 18 anni, i ragazzi acquisiscono competenze e requisiti necessari per assumere responsabilità da adulti, ed interagiscono tra loro fattori di natura psicologica, biologica e sociale. Il giovane in questa fase trova definitivamente la propria identità, spesso attraverso una fase di turbamento psicologico che si accompagna a trasformazioni e sbalzi di umore. Da questo processo di sviluppo possono nascere alcune problematiche. E cresce in maniera esponenziale la richiesta di un seno nuovo da parte delle giovanissime... Proprio per quanto ho spiegato, bisogna porre molta attenzione a queste richieste. L’adolescenza è una fase molto delicata del processo di crescita e vanno frenate richieste motivate, il più delle volte, solo dalla necessità di fare un provino per Veline o per il Grande Fratello. Un bravo chirurgo plastico deve essere innanzitutto un bravo psicologo, deve parlare con queste ragazze e far loro capire che esistono valori molto più importanti, che vanno oltre un seno ben fatto o una silhouette perfetta. Spesso il vero problema delle ragazzine sono le madri. Il più delle volte sono le stesse madri che portano le figlie dal chirurgo estetico, con motivazioni, come dicevo prima, di un provino in tv o di un ‘book’ fotografico… Quali sono gli interventi più richiesti? Le giovanissime richiedono soprattutto l’aumento del seno, la liposcultura e la rinoplastica. Bisogna diffidare di onorari troppo bassi, perché indicano scarsa professionalità, protesi di dubbia provenienza e qualità (nel caso di mastoplastiche additive) e strutture non qualificate, dunque scarsa sicurezza. La chirurgia estetica non è una chirurgia ‘mordi e fuggi’, è chirurgia bella e buona, necessita di specialisti in chirurgia plastica (www.sicpre.org), cliniche ben strutturate, assistenza di specialisti in anestesiologia e rianimazione. Esistono particolari ‘manutenzioni’? Intervenire in giovane età, ai fini strettamente ‘medici’, non comporta ‘manutenzioni’ particolari e ritocchi periodici. Se l’intervento è ben eseguito, le protesi al silicone di ultimissima generazione, a meno di problematiche molto rare, durano a vita.
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Il Prof. Marco Gasparotti Specialista in Chirurgia Plastica Estetica (Clinica Ars Medica Roma) 98
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di Laura Rosa
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Già durante l’adolescenza sempre più ragazze pensano al ‘ritocco’. Un fenomeno che analizziamo con il chirurgo MARCO
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Anniversari 1929 - 2009
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HAPPY BIRTHDAY
AUDREY! Il 29 maggio avrebbe compiuto 80 anni. E’ la Hepburn, mito intramontabile e icona di eleganza e fascino insuperato
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o chiamavano Modello H. Era l’idea della bellezza che l’attrice Audrey Hepburn lanciò, quasi inconsapevolmente, da vacanwe romane in poi. In realtà da quando un genio della moda come Givenchy decise di costruirle addosso quei vestiti meravigliosi e minimalisti che hanno contribuito a lasciare di lei l’alone irraggiungibile della diva. Una diva tutt’altro che appariscente e rutilante, perché il suo corpo esile, anoressico e il suo carattere schivo l’hanno resa un antipersonaggio per eccellenza: da Sabrina a Colazione da Tiffany. Il fenomeno Audrey esiste e resiste nel tempo ed è per questo che vogliamo, a maggio, dedicarle un bel servizio come ‘torta’ di compleanno. Per quello che ha lasciato negli spettatori di una certa età ma altrettanto in quelli più giovani, ancora incredibilmente incantati dalla sua grazia e ‘modernità’. Una diva a suo modo dallo stile molto personale e molto, molto “next”. Clamorosamente resistente, il mito della Hepburn non si è in realtà mai affievolito. Basti pensare ai quasi 700.000 euro pagati a Christie’s per il tubino nero di Givenchy indossato dall’attrice in Colazione da Tiffany, oppure a Sabrina, rifatto nel gustoso remake di Sydney Pollack, con Harrison Ford nei panni che furono di Bogart e Greg Kinnear in quelli di William Golden. Certo, non è il capolavoro di Billy Wilder, ma Julia Ormond, inglesina come diventò Audrey, ce la mise tutta. Era il 1995, l’anno del remake, che ebbe anche un altro pregio, quello di rivitalizzare quel genere bistrattato e difficile che è la sophisticated comedy, fondato su una comicità dai toni esilaranti, ma dai tempi dilatati rispetto alla frenesia delle gag dello slapstick e sulla presenza di attori elegantissimi e duttili. Alcuni anni dopo il gradevole Pollack l’effetto Audrey arriva perfino in Italia, con la commedia musicale Vacanze romane, che ha visto sul palco del teatro Sistina di Roma Serena Autieri e Massimo Ghini nei panni che furono della Hepburn e Gregory Peck.
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Ineguagliabile
MODELLO di grazia classe e
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humour
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E ancora ecco My Fair Lady, musical del 1964 interpretato dall’attrice con Rex Harrison, vincitore di 6 premi Oscar e lavoro per il quale la Hepburn ottenne il compenso di un milione di dollari, seconda solo dopo Elizabeth Taylor, che aveva avuto lo stesso cachet per Cleopatra. Ebbene, tra non molto si dovrebbe girare il remake del film, con Keira Knightley nei panni di Eliza Doolittle. Nonostante la temeraria raffrontabilità di un originale e dell’unicità della Hepburn con l’inglesina di Orgoglio e pregiudizio, la scelta sembra appropriata, a iniziare dalla quasi fisiologica somiglianza con Audrey, insieme sofisticata e spigliata, della Knightley, interprete di eroine anticonformiste come quelle incarnate in Espiazione e La duchessa. A produrre il remake del capolavoro di George Cukor è Cameron Mackintosh, persona vocata alla messinscena di prodotti di successo: sono suoi quasi tutti i maggiori musical rappresentati a Broadway e nel West End di questi ultimi anni, da Cats al Fantasma dell’opera. Per la Hepburn sono state coniate talmente tante espressioni da vanificare ogni tentativo di ritratto a parole. Eppure, sfogliando proprio nei ritratti delle interviste rilasciate, nei bozzetti d’autore di liriche a lei ispirate, nei carteggi di amici, colleghi e conoscenti scopriamo sempre una nota nuova, un accento che ci rende il soggetto più caro e prezioso. C’è chi ha descritto minuziosamente il volto di Audrey per dare un senso a quel fascino discreto e imprendibile, simile ad un cerbiatto. Contemplando il suo aspetto complessivo, l’impressione generale porta l’opinione pubblica a identificare Audrey nello stereotipo del ‘grissino’, secondo i dettàmi di un’idea, più che di una tendenza, che nasconde appena le gambe femminili nelle minigonne di Mary Quant. Audrey riesce ad evocare, specie con il taglio alla maschietta di Vacanze romane prima e di Sabrina poi, ad una sorta di “ragazzo mancato”, come è stato notato. Le sue sembianze lineari, tutt’altro che procaci, risultano tuttavia estremamente femminili e di una grazia incantevole. Lo stile di Audrey appare superiore e distante da qualsiasi altro e rappresenta l’eleganza in sé in una Hollywood per lo più rutilante e volgare, al confronto. La sua raffinatezza naturale si contrappone all’artificiosità delle bionde platinate e delle maggiorate per forza. Ad ogni modo segno della decadenza dei precedenti canoni imposti dagli Studios. La Hepburn sbalordisce ogni volta che appare, in privato o in pubblico, ai party che non ama come alle cerimonie ufficiali. Le sono sufficienti abiti sobri, lineari, volentieri in varie tinte pastello oppure, viceversa, fredde; foulard al collo, grandi occhiali da sole, acconciature spesso raccolte in chignon e scarpe decolletés che, tra l’altro, compiono quest’anno 60 primavere. Già con un film come Sabrina la Hepburn lascia un segno indelebile e un richiamo da seguire per milioni di spettatrici. Il suo stile in quella pelllicola del 1954 viene imitato in tutto il mondo e ancora adesso affiora tra le proposte e riproposte della moda: capelli corti, fuseaux, magliette senza scritte. La grandezza della semplicità.
Sopra, Audrey Hepburn in Vacanze romane. Sotto, durante una pausa sul set e, a sinistra, con George Peppard nel finale di Colazione da Tiffany. Nell’altra pagina, in basso, tra Humphrey Bogart e William Holden in Sabrina. In alto, in Ceneretnola a Parigi
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Due pedali da riscoprire di Vincenzo Prizzi
Il fascino eterno della bicicletta. Ovviamente in Olanda, Paese ideale per la famiglia che sceglie le due ruote senza motore per esplorare e ritrovarsi NEXTFAMILY
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a rete ciclabile olandese è così fitta che risulta impossibile distinguere tra viaggi sulla rete cicloturistica o meno. L’Olanda è il Paese della bicicletta e quindi anche delle piste ciclabili. È possibile programmare qualsiasi viaggio sulla fitta rete che collega ogni località, basta seguire la segnaletica apposita per ciclisti. Per quello che riguarda la rete nazionale le ultime notizie ci danno come esistenti 7 itinerari nazionali per circa 2000 km segnalati e mappati. Lo schema finale prevede circa 6000 km descritti. La gestione della rete é affidata ad un organismo misto pubblico e privato (Stichting Landelijk Fietsplatform), ma la manutenzione delle strade é affidata ai governi locali. Nel sito di Stichting Landelijk Fietsplatform la rete nazionale è ben descritta, itinerario per itinerario, con illustrazione della segnaletica, una mappa, una pubblicazione. Purtroppo tutto è in olandese (ma le mappe almeno si possono vedere). Alcune notizie ed itinerari sull’Olanda (in Inglese) in Cycling in the Netherlands (by Bas van Oudheusden), Holland Cycle Routes (due percorsi " long distance" ben descritti: Mare del Nord e Centrale). Notizie sul cicloturismo anche sul sito ufficiale dell’Ente nazionale del turismo olandese (via Cappuccini 14, 20122 MILANO tel. 02/76022115 www.holland.com ) Simpatico è il racconto olandese ciclabile di Ivan e Laura, risale al 1990 ma si rivela attuale e utile ancora oggi. “Siamo partiti in tre, con l’idea di noleggiare delle biciclette sul posto, per girovagare fra campagne e città, in mezzo a canali, mucche, mulini e fiori, rigorosamente
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Basta percorrere la fitta rete delle ciclabili per avere un’altra visione del
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Consigli a due ruote LE BICICLETTE Si possono noleggiare (fietstalling/rijwielen) presso le stazioni ferroviarie a poco prezzo (7-10 HFL al giorno, circa 78 euro; per più giorni si risparmia naturalmente di più). La maggior parte dei vecioli non ha il cambio. L’Olanda è pianeggiante per il 90% del territorio, se volete montagne optate per la Svizzera o l’Austria. Attenzione: il freno posteriore è a contropedale, occorre imparare, ma non ci vuole molto. Vi chiederanno una cauzione, più bassa nelle piccole città e nei paesi, e un documento di identità.
in pianura, come ci era stato raccontato da chi aveva già provato l’ebbrezza di pedalare sulle piste senza l’assillo del traffico automobilistico”. In Olanda il ciclista è protagonista, sembra uno slogan… Ivan e Laura, infatti, proseguono: “I cartelli stradali sono anche per le biciclette, con i chilometraggi fra i vari paesini nelle strade di campagna e la pista ciclabile a carreggiata separata nelle città. Ogni paesino ha il suo negozietto con bici a noleggio, a modico prezzo, spesso aperto anche fino a notte inoltrata, compresi i giorni di festa. Forse è stato tutto questo che ci ha spinto a tornare in quel paradiso anche l’anno successivo, e poi ancora, fino a trascorrervi sette vacanze d’estate fino al 1997. O forse è stata la tranquilla campagna, le placide mucche pascolanti nei verdi prati che ti guardano passare a pochi metri dal loro mondo; o la pioggia, oppure i mulini, tutti così diversi e così uguali. Da tre anni abbiamo cambiato mete. La bicicletta ci porta su altri itinerari. Ma l’Olanda è sempre là che aspetta, con i suoi acquazzoni improvvisi, le sue isolette incontaminate, le città a misura d’uomo, i mulini...”.
ABBIGLIAMENTO Dipende chiaramente dalla stagione. Indispensabili indumenti anti-pioggia e pantaloncini da ciclista se volete percorrere almeno 60/70 km al giorno. Ricordate che d’estate in caso di pioggia, e in Olanda piove spesso anche in agosto, vi bagnate maggiormente se vi coprite molto. VVV OFFICE Sono gli uffici turistici olandesi presenti anche nei paesi più piccoli o sperduti. Sono segnalati con cartelli blu con tre V disposte a triangolo. Qui si possono chiedere informazioni (inglese) su B&B, noleggi bici, orari musei; si può prenotare da una città all’altra il posto dove dormire in Hotel; si possono acquistare cartine molto dettagliate con gli itinerari ciclabili. PISTE CICLABILI Sono indicate con il termine Fietspad, oppure con le classiche segnaletiche stradali. Si trovano ai lati delle strade principali in campagna, spesso separate da una striscia di prato di un paio di metri, oppure sono stradine secondarie. A volte sono ricoperte di un asfalto rosso. Lungo le strade, agli incroci, si possono trovare cartelli bianchi con scritte rosse che indicano gli itinerari ciclabili per paesi e città con le distanze. Nella periferia delle città vi sono sempre le segnalazioni per il “centrum”.
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TUTTI PAZZI PER
L’AFRICA
Africa, continente immenso, il più antico, il più abbandonato (ma forse ancora per poco), il più colorato e capace ancora di stupire con ritmi ancestrali, danze tribali, sogni che prendono corpo negli stessi corpi di chi interpreta tutto questo in una grande avventura teatrale, comprensibile ad ogni età, sesso, religione, gusti di vita, valori. Stiamo parlando di Afrika! Afrika!, mega show che sta portando in scena per il mondo una nutrita compagnia di danzatori, acrobati, contorsionisti. Non è circo, non è danza, non è teatro, non è solo questo ma in realtà racchiude l’essenza stessa della performance in molte delle sue declinazioni. Il sipario per la famiglia italiana si apre al Palalottomatica di Roma dal 5 al 9 maggio, ma poi lo si può inseguire nelle sue tappe successive anche l’11 e 12 maggio al Fairstadium di Dornbirn, il 14 a Ravensburg, il 15 Kreuzlingen, il 16 e 17 al Festspielhaus di Füssen. Nella recensione dello spettacolo, la rivista tedesca Der Spiegel, ha definito Afrika! Afrika! “il regno dell’intrattenimento itinerante e l’apoteosi
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del gusto della vita”. Si tratta probabilmente, come recita giustamente il sottotitolo che lo accompagna sui manifesti, la versione africana del Cirque du Soleil. Ideato e iniziato da André Heller, dopo la prima mondiale a Francoforte, il 14 dicembre 2005, lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito in pochissimo tempo e in poche settimane sono stati circa 128mila gli spettatori che hanno visto Afrika! Afrika! Dicevamo di uno show per tutti, ebbene sì, numeri acrobatici spettacolari, ritmi frenetici e costumi di incredibile bellezza catturano il pubblico per oltre due ore. Corpi che si piegano e si contorcono in figure che ricordano maestosi rettili: piedi che diventano mani e mani che diventano piedi in un raro spettacolo della tradizione africana. Ed ecco entrare in scena Mr Waterman, Dickson Oppong, che riesce a far letteralmente danzare enormi vasi al di sopra del getto d’acqua che zampilla dalla sua bocca, raggiungendo il metro d’altezza. La musica costituisce naturalmente un aspetto importantissimo dello show e non è registrata, ma dal vivo, diretta dal sudafricano William Ramsay.
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ONDA SU ONDA
Info: www.hiroshige.it
Sono onde ma sembrano nuvole, anzi lo diventano ad ogni pennellata. Si formano, si gonfiano, si increspano, spumeggiano ed esplodono in mille rivoli che ricadono sulla tela. Verticali, diagonali, in moto circolare. Su piani orizzontali che portano l’occhio verso una fuga di linee che in realtà è solo colore. Tutte le tonalità del blu, fino al bianco, e ancora il nero a profilare l’orizzonte, a incastonare gli uccelli nel cielo lontano, a lasciare indovinare la profondita dei flutti in primissimo piano. Tutto in un dipinto, tutto in un solo colpo d’occhio. Tutto nei quadri dell’artista giapponese Hiroshige, nato nel lontano 1797 e morto nel 1858. Un maestro del colore ma soprattutto delle emozioni sottili e profonde, ‘collega’, se vogliamo, di Hokusai, altro baluardo della pittura nipponica tardo settecentesca e altrettanto abile compositore di armonie in forma d’onda. Il mare per i giapponesi è la Grande Madre, è l’unione degli opposti, la configurazione perfetta delle divinità che diedero luogo, secondo il mito, alle stesse isole che costituiscono il Paese del Sol Levante. Tanto maschile quanto femminile, intriso di acqua, grondante umidità, avvolto da nebbie che ogni scrittore giapponese traduce in opere, che ogni pittore trasfigura sulla tela, che ogni musicista mette in musica e che ogni drammaturgo o cineasta rappresenta. L’acqua, elemento vitale primigenio e principale, fonda l’arte del maestro Hiroshige che, come solo alcuni illustri giapponesi, viene insignito del ruolo di Maestro della Natura. Una natura benigna, ma anche travolgente, e avvolgente, quella costretta nelle due dimensioni delle opere di Hiroshige, davvero tenuta con difficoltà all’interno del ‘quadro’ dei suoi ukiyoe, ponti che collegano il concreto al trascendente. Li possiamo ammirare, sono comprensibili a vari livelli e ad ogni età e grado di cultura. Sono emozioni universali e assolute. I gorghi di Naruto nella provincia di Awa e molti altri sono in mostra a Roma, nel Museo Fondazione Roma. NEXTFAMILY
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GLI SCATTI VIP DI SANTI VISALLI Santi Visalli è un fotografo italoamericano che ha immortalato alcuni fra i più celebri personaggi pubblici del secolo scorso e di questo in corso. La Marlene Dietrich che cerca di sfuggire al suo obiettivo, che comunque la cattura, sotto un tavolo di un locale, è sua, tanto per citare una delle più famose. Ma nel suo obiettivo sono stati intrappolati anche Andy Warhol, maestro ritroso della pop art, suonatore improvvisato di trombette e cotillons in compagnia di Alberto Sordi; oppure il Robert De Niro giovanissimo di Mean Streets che, di lì a poco, si calcherà la coppola di Don Vito Corleone ne Il padrino parte seconda di Francis Ford Coppola. Una vita spesa tra New York e Los Angeles, quella dell’oriundo messinese Visalli, che insegnò a De Niro perfino il modo in cui i siciliani si alzano la coppola con un dito quando devono affrontare, faccia a faccia con l’interlocutore, un argomento grave. Adesso i suoi scatti più importanti ma anche meno noti, insieme, fanno bella mostra nella Galleria Wave di Brescia. Un luogo insolito, non al Sud, neanche centrale per l’arte, dove andare a ritrovare il gusto della fotografia d’autore.
Info:www.galleriawave.it
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ASCOLTARE E’ BELLO L’ingresso è gratuito. Il piacere dell’ascolto invece spesso va ritrovato, visto che tutti parlano parlano e nessuno sembra prestare attenzione a ciò che si dice. Così è un’ottima occasione di esercitarsi, per tutta la famiglia, nell’ascolto di classici della letteratura né noiosi né lunghi. Le letture sono infatti un modo per selezionare i passi più belli, anche se poi si leggerà tutto l’opera. Ognuno è libero di cogliere quello che vuole, di stare il tempo che desidera di fronte ad attori di talento, famosi, che ci leggono per esempio il Decameron di Boccaccio, il Principe di Machiavelli, il Purgatorio di Dante, la Gerusalemme Liberata di Tasso. Letture ostiche oppure poco motivate durante gli anni scolastici, ma finalmente liberate in tutta la loro bellezza anche grazie alla presenza e alla voce di attori come Laura Morante, Fabrizio Bentivoglio, Luigi Lo Cascio, Toni Servillo, Anna Bonaiuto. Bisogna prenotarsi, per seguire queste letture che fanno parte del ciclo L’eredità di Francesco De Sanctis.
Info: www.aikikai.it
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Info: www.fondazionedesanctis.it
BAMBINI (GIAPPONESI) IN FESTA Si intitola Golden Week ed è l’ultimo giorno di una settimana di eventi che in Giappone hanno una rilevanza davvero centrale. Oltre alla Festa della Costituzione (3 Maggio), la Festa del Popolo (4 Maggio) il 5 si festeggiano i Bambini. Kodomo no hi è una delle più popolari festività del Paese, benaugurale, nella quale si auspica ai più piccoli un futuro di salute e felicità. Sventolano le tradizionali bandierine colorate a forma di pesce e fa bella mostra di sé una bambola vestita da samurai, che simboleggia Kintaro, un personaggio molto popolare fra i bambini giapponesi perché fortissimo e già quasi adulto nelle intenzioni. Questa festa molto antica, che si tramanda probabilmente dal V - VI secolo d.C., sembra sia di derivazione cinese e in principio era dettaTango no Sekku e dedicata ai soli figli maschi. Le bambine e le ragazze, ed è così anche oggi, avevano la loro festa il 3 Marzo. Dal 1948 il governo ha tuttavia deciso che la giornata del 5 Maggio venga dedicata alla festa di tutti i bambini, per augurare loro felicità e prosperità. NEXTFAMILY
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E LE STELLE STANNO
A BALLARE
> di Enzo Giannelli
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onfesso di non avere alcuna dimestichezza con i passi del boston. Eppure, ho avuto molte hesitations prima di costringermi a guardare Ballando con le stelle. Ma una volta presa la decisione, colto da un attacco di masochismo, sono rimasto incollato davanti al video fino all’ultima piroetta catodica, in cui si sono cimentati cantanti d’occasione, calciatori in disuso, attori senza scritture, principi in trasferta, comici in vacanza prodighi di umorismo involontario. E ho potuto così constatare la veridicità di quella diceria, secondo la quale gli italiani sono un popolo di eroi. Infatti, bisogna essere un Garibaldi o, che so, un La Fayette, per sopportare quattro ore di scempiaggini a tempo di tango, di rumba o di fox-trot. Né si può tacere del ruolo debordante di Milly Carlucci, conduttrice inarrestabile come uno tsunami, dal ciarlare straripante come il Po del Cinquantuno o l’Arno del Sessantasei. ssata su barricate di valzer e di twist, la signora del sabato sera ha guidato il popolo dei danzatori al verdetto finale, imitando lo spirito della Libertà di Eugéne Delacroix. Solo che, a differenza di quella, la veemente Milly non ha condotto al potere Luigi Filippo d’Orléans, ma si è limitata a portare alla vittoria un principe dallo sguardo incredulo e smarrito il quale, in mancanza di un trono, si è dovuto contentare del podio di un torneo televisivo. La vittoria di Emanuele Filiberto, grazie ai suffragi di troppi nostalgici in vena di
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autogratificazione, era scontata fin dal primo paso doble. E il giovane ereditiero è stato al gioco fino al galop finale. Il lato inquietante della faccenda è l’avvalorarsi, dopo un consenso così plebiscitario, di certe voci circa una discesa in campo politico del savoiardo, prodotto ben confezionato del biscottificio Doria. l rientro dei Savoia in Italia, accompagnato da un susseguirsi di cronache più nere che rosa, non è stato in verità troppo esaltante. Eppure, il piccolo principe, con un pizzico di ingenua supponenza, azzarda subito l’acquisto del Napoli. Poi, non potendo mettere le mani sul calcio partenopeo, accetta, pur di restare in tema pedestre, di fare il testimonial di una nota marca di calzature. E adesso, glorificato su pista da ballo e legittimato dal consenso popolare, pare si sia montato talmente la testa da puntare a uno scranno in Parlamento. È vero che in tempi di contaminazione, si può percorrere il Transatlantico anche a passo di samba, visti i minuetti che vi si svolgono ogni giorno. Ora, questo nobile serbatoio di voti – belloccio, bene educato e, a modo suo, non antipatico (qualità in virtù delle quali gli si può perdonare lo sguardo non proprio aquilino e quel parlare sillabico, a tempo di canto scat) – viene guardato con profonda cupidigia da più di un uomo politico. Ma sono in molti ad augurarsi che Crudelia Demon non si vada reincarnando in Dario Franceschini.
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