MAGAZINE FEBRUARY 2010
FEBRUARY 2010
IN THIS NUMBER MAGAZINE FEBRUARY 2010
in copertina: SIMON FAITHFULL
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ALBERTO TADIELLO
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PUNKABBESTIA
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SIMON FAITHFULL
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ALBAN HAJDINAJ
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AMPLIFON
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LA SINDROME DI RUDOLPH ANDREAS AMADOR
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BOB NOORDA
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CIOTOLA MULTISTRATO
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CALLAGHAN VS ULIAN
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DUST
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IMUEBLE
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MONUMENTA 2010
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NAOKO ITO
Daniela Zangrando
ROBERTO MARONE ROBERTO MARONE LUCA SPAGNOLO LUCA SPAGNOLO
LUCIA GRECO
ROBERTO MARONE GAETANO ALTERI LUCA SPAGNOLO
ROBERTO MARONE GAETANO ALTERI FRANCESCO PESAPANE LUCA SPAGNOLO
in copertina: SIMON FAITHFULL
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FEBBRAIO 2010
ALBERTO TADIELLO Daniela Zangrando
Riprese il suo cammino. Tralalalalla tralallaleru. Era quasi felice. In testa un motivetto che non si schiodava. Tralalalalla tralallaleru. L'aveva sentito in una vecchia cassettina che suo padre faceva suonare di tanto in tanto nel vecchio registratore di casa. Cosa avrebbe trovato laggiù? Caverne dalle profondità smisurate? Una botola per un regno fantastico? Tenebre oscure senza fine? Qualsiasi idea pareva stranamente lontana, come quando di notte ti ficchi sotto le coperte e non sei in grado con il piede di arrivare fino in fondo al letto e toccarne i confini. Allora ti raggomitoli un po' e ti perdi a immaginare cosa ci sia lì, dopo l'alluce che tenta invano di allungarsi. Aveva il batticuore. Proprio in quel momento, lo vide. Era un corpo, o così le sembrò al primo istante. Era solo. Appeso. Attorno a lui non c'era niente. Pendeva dall'alto, come uno di quei Cristi che aveva visto talvolta sui libri. Però il suo capo non era reclinato su una spalla, in alto. Per un bizzarro gioco della sorte, tutto il corpo era stato messo sottosopra. Non aveva paura e si avvicinò in silenzio, cercando di non fare troppo rumore. Non aveva orecchie, non aveva gambe o braccia, non aveva volto né naso. Non riusciva nemmeno a vedere i suoi occhi. Poteva quasi con sicurezza dire che non c'erano proprio. Non implorava pietà, non cercava compas-
sione. Stava. Pareva uno che aspetta. Ma perché aspettare a testa in giù? E chi aspettava? E perché il suo corpo era così dilaniato da non essere riconoscibile? Cosa gli era capitato? Perché non piangeva? Era davvero un caso strano. Non tossiva, non si muoveva, non faceva nulla per richiamare l'attenzione. Eppure aveva una grande bocca. Stava spalancata, tanto che una volta giurò di averci contato i denti, ad uno ad uno. Le venne spontaneo digrignare i suoi. Ripensò al gatto di Alice, quello che pian piano scompare lasciando solo un ghigno beffardo. Un sogghigno senza gatto. Una bocca senza testa. Che cosa tremenda! Per un solo istante le balenò con chiarezza tutta la ballata suonata dal vecchio registratore. Era tutto fin troppo chiaro, persino il Tralalalalla tralallaleru che faceva capolino insistentemente tra i suoi pensieri. Riprese a camminare, delusa dalla spaventosa rassegnazione di quella bocca. Scosse il capo, innervosita. Qualche minuto dopo, dimenticò tutto.
HL, 2009 Barre e lamiere di ferro, dadi e bulloni, cavalletti, tubi, compressore ad aria, clacson. 190 x 170 x 280 cm Courtesy T293, Napoli Photo Michele Lamanna
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PUNKABBESTIA ROBERTO MARONE "A bestia"= molto. Punk a bestia: molto molto punk. Beatrice Catanzaro Mammaliturchi, installazione temporanea struttura in legno + 431 luci spiaggia di Porto Cesareo - Italia 2007
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SIMON FAITHFULL ROBERTO MARONE L'arte contemporanea è una disciplina che oramai ha dei suoi codici, immagini, riferimenti, logiche, mercato, spazi e istituzioni, sempre uguali a se stessi: una disciplina. Spesso, oramai, piuttosto accademica. Ogni tanto, però, salta fuori un piccolo enfant terrible, fuori mercato e fuori portata. Uno di questi è senza dubbio Simon Faithfull Lui è uno che ha lanciato un palloncino con un fantoccio appeso dentro il buco dell'ozono. Per un opera pubblica a Liverpool, ha documentato un viaggio da Liverpool (quella inglese) a Liverpool (in canada). Disegni fatti con il palmare,
pixelati e belli, tratto binario, leggero e tecnico. Ha elencato tutte le cose che ha perso nella sua vita, come le ha perse, e ci ha fatto una rivista: Lost: 500 copie, sparse per il mondo, nessuno sa dove sono. Perse. Ha fatto un libro con tutti gli incidenti della sua vita, danni, acciacchi, con disegni tecnici e illustrazioni, e l'ha distribuito nei pronti soccorsi in giro per l'inghilterra. Ha bucato le pareti di una galleria, ci ha messo dei binocoli, per guardare oggetti disseminati sul territorio. Ha messo il suo cappello sui nidi di termiti, e
fatto ronzare mosche meccaniche in giro per la galleria. Ha mandato una sedia, nello spazio (due volte). (la seconda volta, per la cronaca, sponsorizzato da Toshiba, piccola lezione per artisti snob) Simon Faithfull è uno di quegli artisti senza pudore, mosso solo da una smania folle quasi da pioniere, lì in quei territori dell'arte visiva in cui molti altri, per ottuso conformismo, non si sanno muovere.
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ALBAN HAJDINAJ LUCA SPAGNOLO
A Roma presso la Galleria Traghetto una personale sul lavoro di Alban Hajdinaj, artista albanese che prende i quadri esposti alla Galleria Nazionale di Tirana, li gira, li fotografa e ristampa la foto in scala originale, rivelando tutto un mondo che si nasconde e si è sempre nascosto dietro le tele.
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AMPLIFON LUCA SPAGNOLO
Qui di seguito vi proponiamo una carrellata di immagini che testimoniano l'ingegno folle dell'essre umano olandese durante le due Guerre Mondiali.
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LA SINDROME DI RUDOLPH
Parte I: Studio Legale Vi sono alcune caratteristiche e peculiarità nelle strutture cranio-facciali associate ad alcune sindromi mediche note. Alcune di queste sindromi craniofacciali sono genetiche, altre sono dovute a cause sconosciute. In molte sindromi craniofacciali, le caratteristiche coinvolgono il naso, la bocca e la mascella, oppure il tono muscolare a riposo, e mettono l'individuo a rischio di Sindrome di Rudolph. Parte II: Nasi sotto formalina Preannunciano talvolta l'inizio di una psicosi da puerperio. Parte III: Rudolph La sindrome di Rudolph contiene in sé complesse tendenze (auto/etero) colpevolizzanti, sullo schema della personalità corporativa e delle dinamiche vittimali del capro espiatorio e della sostituzione vicaria. Simile ad un eroe cosmico, il cui sentire esprime una sua misteriosa comunione con le più profonde energie collettive, Rudolph attira su di sé la punizione proponendosi come sostituto espiatorio a nome della collettività; fa leva sulle paure collettive e accentua i caratteri apocalittici della propria predicazione allo scopo di rendere più promettente l'offerta salvifica di sé. Sindrome di Rudolph, minimum, 2009
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ANDREAS AMADOR
LUCIA GRECO
Andreas Amador scava porzioni di sabbia dalla spiaggia per creare giganteschi decori che spariscono con l'alta marea.
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BOB NOORDA ROBERTO MARONE
Scrivere qualcosa su Bob Noorda è un pò come se un giornalista dovesse scrivere di Andreotti, o di Kennedy: meglio lasciar perdere. Lui è uno di quelli che la grafica dei marchi l'ha inventata così come la conosciamo oggi: bicroma, geometrica, fine, precisa, tecnica. Senza sbavature, senza eccessi e senza cazzate. Ma non per l'ossessione razionalista tipicamente lombarda, ma piuttosto per amore dell'es-
senza, del disegno perfetto e senza tempo. Il cuore della faccenda. Non aveva l'ironia (a volta gratuita) di un Munari, il tecnicismo inutile di molti suoi coevi, o la rigidezza austera di un Albini o la leziosità di Vignelli...ma solo precisione, ed esattezza progettuale. Bon Noorda ha tracciato, in silenzio, la grafia del capitalismo italiano del novecento.
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CIOTOLA MULTISTRATO GAETANO ALTERI Di Giacomo Moor avevamo già parlato una volta, sempre di ciotole. Continua la sua ricerca sul legno, sul materiale, nelle sue forme più povere, nei suoi difetti, nelle sue sfumature. Questa volta, dopo aver trapanato il massello, gioca sui possibili disegni del multistrato. Il noioso sandwich diventa, guardandolo su un altro piano, un soave gioco di curve. Certe ricerche nella loro semplicità serbano il gusto dello stupore.
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ULIAN VS CALLAGHAN LUCA SPAGNOLO
In modi e mondi diversi, da una parte la sedia Matriosca di Paolo Ulian, dall'altra la Chair Puzzle di Joshua Callaghan, entrambe del 2008. Funzioni diverse forme simili.
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DUST ROBERTO MARONE
Prima di photoshop la fotografia serviva a ritrarre attimi irripetibili. In queste foto rimane quello stesso mistero che abita l'evanescenza, ma con un pizzico di spettacolo. Come se il volo del fumo fosse quello che ci era parso.
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IMUEBLE GAETANO ALTERI
La libreria è uno di quegli esercizi progettuali difficilissimi. Costretto per lo più a giocare su soli due assi, staffe e portanti, in un gioco che ha annoiato tutti. Non che la libreria di Bjørn Jørund Blikstad sia l'orgoglio della funzionalità, ma questa
costruzione poligonale regala una sorpresa visiva che ce ne fa dimenticare.
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MONUMENTA 2010 FRANCESCO PESAPANE
Christian Boltansky al Grand Palais monumentalizza la sua ricerca sulla memoria e il tempo e in definitiva, su quelcheresta.Â
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NAOKO ITO LUCA SPAGNOLO Naoko Ito pazientemente continua il lavoro della natura con mani che non possono produrre altro se non artificialitĂ . Fil di ferro, dimensione variabile, 2009.
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