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Corso di laurea Magistrale in Architettura accesso: ottobre 2016 - prima consegna

Matricola - 797944 - Dulon Amor, Patricia L’Avana, Cuba - 11/02/1993 Laureata in Scienze dell’Architettura c/o Università Politecnico di Milano

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IL TERRITORIO INTERPRETATO Portfolio di Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura Politecnico di Milano Scuola di Architettura e Società Corso di Scienze dell’Architettura Patricia Dulon Amor 797944

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI CERTIFICAZIONE (da compilare in uno dei casi di cui all’art. 46 del D.P.R. 28.12.2000, n. 445) La/Il sottoscritta Patricia Dulon Amor nata a L’Avana, Cuba il 11/02/1993 laureata presso l’Università Politecnico di Milano Corso di Studio Scienze dell’Architettura consapevole delle sanzioni penali, nel caso di dichiarazioni non veritiere, di formazione o uso di atti falsi, richiamate dall’art. 76 del D.P.R. 445 del 28 dicembre 2000, nonché della sanzione ulteriore prevista dall’art. 75 del citato D.P.R. 445 del 28 dicembre 2000, consistente nella decadenza dai benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato sulla base della dichiarazione non veritiera, DICHIARO: che tutta la documentazione e gli atti che compongono il presente portfolio sono originali e frutto del lavoro personale svolto all’interno degli insegnamenti del Corso di Studio e delle esperienze esterne. Patricia Dulon Amor.

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INDICE 7 | IL TERRITORIO INTERPRETATO Criteri di scelta dei lavori presentati 9 | IL FILO DI CORTONA Progetto per una Smart City sviluppato durante il workshop CortonaOpen3D 13 | GREEN FOLDS Progetto selezionato per l’esposizione Riforma Milano 2015 18 | STANZE VERDI Progetto selezionato per l’esposizione Riforma Milano 2015 24 | OSSERVATORIO NATURALE E ATELIER ARTISTICO Progetto sviluppato per il comune di Montevecchia Alta

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IL TERRITORIO INTERPRETATO “ Chi disegna case é città ha il dovere e il privilegio di integrarli con il contesto”. - Raphael Moneo

Quando ci si trova a dover intervenire sul territorio, mediante un progetto architettonico, uno dei primi passaggi che ci sono stati insegnati durante il percorso formativo è quello dell’analisi del contesto. L’analisi delle caratteristiche di un particolare territorio forniscono informazioni utili per la redazione di un progetto che possa così meglio rispondere alle necessità e le criticità del luogo e al contempo far proprie e sottolineare invece i suoi punti di forza. Il contesto, sia che si parli di quello sociale, culturale o ambientale, è un elemento non prescindibile con il quale l’architetto deve necessariamente confrontarsi se si vuole comprendere la dimensione spaziale nella sua complessità, soprattutto se si vuole interagire con essa modificandola. La qualità urbana di un manufatto sta anche nella sua capacità di dialogo con il contesto, la sua capacità di “porsi di volta in volta in rapporto a (ad altre architetture esistenti, a un determinato paesaggio, a un sistema di infrastrutture, etc.), di essere parte compiuta di un processo in divenire.” (Carlo Aymonino, “Il significato delle città”, Laterza, Bari, 1975) Tuttavia una buona analisi non è da sola in grado di produrre automaticamente una bella architettura. E’ però vero che l’analisi urbana, così come la conoscenza della storia, è in grado di arricchire il patrimonio critico e creativo dell’architetto, fornendoli elementi di giudizio da utilizzare durante la redazione del progetto. Durante il mio percorso accademico ho potuto costatare come spesso fosse proprio una maggiore comprensione del territorio, del paesaggio, a suggerire il come intervenire in uno specifico luogo. Noi architetti abbiamo il compito di interpretare il territorio e decidere che ruolo andrà a ricoprire il progetto al suo interno una volta ultimato. Alla pari di un regista l’architetto deve pensare quale attore possa ricoprire nel miglior modo un determinato ruolo all’interno della visione generale. Alla pari di un giocatore quale sarà la mossa vincente. I progetti accademici che seguono sono stati scelti per la loro particolare caratteristica di essere frutto dello studio del contesto in cui sono situati. La composizione del tessuto urbano, i flussi che si creano al suo interno, le caratteristiche del paesaggio naturale, sono tutti elementi che hanno guidato l’elaborazione dei progetti illustrati nelle prossime pagine dove vengono utilizzati come matrice progettuale. All’interno del manufatto, o dei manufatti, essi vengono interpretati e tenuti in considerazione nella composizione formale.

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IL FILO DI CORTONA Il sistema di istallazioni progettato all’interno del Comune di Cortona, in Toscana, è concepito come parte di un gioco a cui chiunque può prendere parte. Caratteristici del borgo sono il denso tessuto urbano e le vie strette e tortuose che danno a chi le percorre un senso di smarrimento e disorientamento, mentre è in grado di sorprendere ad ogni svolta con innaspettati scorci, prospettive e panorami. Queste qualità hanno ispirato il paragone con il labirinto e di conseguenza con la leggenda del filo di Ariana, la quale regalò a Teseo un gomitolo di lana che poteva essere utilizzato per segnare la strada di ritorno per uscire dal labirinto una volta ucciso il minotauro. Durante la nostra permanenza a Cortona abbiamo potuto constatare come la stragrande maggioranza di turisti tendesse a percorrere a piedi solo le poche vie principali dove si trovano i centri di attrazione oltre che la maggior parte delle attività commerciali. Il progetto è nato quindi dalla volontà di espandere questi flussi a tutto il borgo di creare un’occasione più intima di incontro tra il visitatore e la città, promuovendo una esperienza più consapevole della stessa. Abbiamo scelto di agire tramite piccoli interventi diffusi in tutta la città, situati in punti ritenuti da noi strategici per la ricchezza degli scenari circostanti e che dessero al contempo modo ai visitatori di attraversare Cortona per raggiungere un punto o l’altro. I luoghi di intervento rappresentano le uscite dal labirinto, cinque in totale, ognuna delle quali si relaziona con uno dei cinque sensi dell’uomo, che sono anche quelli tramite cui facciamo esperienza dello spazio urbano: la vista, l’udito, il tatto, il gusto e infine l’olfatto. L’ubicazione dei padiglioni dei sensi è stata determinata in base all’attitudine di quel luogo ad una particolare sollecitazione sensoriale. Il filo dell’antica leggenda è stato digitalizzato e gli indizi sono forniti grazie ad una applicazione per dispositivi elettronici e grazie a richiami sensoriali sparsi all’interno del borgo che danno al giocatore input dinamici che li guidano nell’esplorazione della città senza fornire Politecnico di Mlano | Workshop OpenCortona3D Professore | Gianluca Vita Gruppo | Nicolò Croce, Alessandro Dorlini, Isabella Flore, Benedetta Gatti, Carlotta Olivari

percorsi definiti ma incentivando invece l’esplorazione casuale della città, dando l’opportunità di scoprire così vie e luoghi alternativi. I padiglioni rappresentanti i cinque sensi ospitano varie attività e si prestano come punti di incontro non solo per i visitatori, ma anche per gli abitanti stessi.

VISTA DEL PADIGLIONE DI PARTENZA

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VISTA DEL PADIGLIONE DEL TATTO

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VISTA DEL PADIGLIONE DELL’UDITO

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VISTA DEL PADIGLIONE DELLA VISTA

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GREEN FOLDS L’area di progetto è situata in un punto strategico tra i due poli EXPO di Rho-Fiera e City Life in quanto si presenta come area intermedia tra i due e da questi è facilmente raggiungibile. Da queste premesse nasce la volontà di creare un polo attrattore intermediario dove le tematiche EXPO 2015 possano essere approfondite. Il progetto nasce dalla volontà di creare una realtà nuova all’interno del quartiere. Questo obiettivo si è raggiunto con la progettazione di un impianto attrattivo di grande scala, realizzato al di sotto del livello di suolo creando delle falde che ricordano alla mente il gesto dell’estirpare una pianta dal terreno. Il carattere ipogeo del progetto, oltre che a fare da barriera acustica e visiva alle fabbriche circostanti, permette di isolarsi dalla realtà del quartiere entrando in uno spazio totalmente nuovo e ricco di offerte per i visitatori, difatti all’interno si potrà affro tare in forme diverse la tematica dell’alimentazione: biblioteche, spazi di co working, punti vendita, luoghi di ristoro a “chilometro zero”, orti urbani e zone coltivate allestiranno i percorsi che si andranno a creare nell’area.

Due flussi permeano l’area mediante i due ingressi principali. Questi flussi sono gli stessi che idealmente scavano il terreno e danno origine al complesso di edifici. Politecnico di Mlano | Laboratorio Progettazione 3 Professori | Fabrizio Zanni, Massimo Boffino Gruppo | Umberto Clerici, Alessandro Dorlini

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ANALISI DEL CONESTO IN BASSO A SINISTRA: MATRICE PROGETTO

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MASTERPLAN SCALA 1 : 1500

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IN ALTO: PIANTE SCALA 1 : 4000 IN BASSO: SEZIONI SCALA 1 : 1000

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VISTE

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VISTA NOTTURNA

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STANZE VERDI I quartieri di Gallarate e QT8 si presentano come tappeti verdi, entrmbi caratterizzati dalla successione ininterrotta di una serie di isole verdi, la maggior parte delle quali in stato di degrado e disuso. Il progetto parte da queste aree e cerca, attraverso un percorso, di ricollegarle valorizzando così la loro grande potenzialità. Lungo questo asse si agganciano le stanze, grandi spazi verdi da allestire ed abitare. La stanza agricola, del bosco e dell’incolto scandiscono il movimento lungo questo percorso, divenendo così nuovi poli attrattori, cercando in tal modo di sopperire alla mancanza di centri di aggregazione e punti di riferimento, le principali criticità del luogo. In una di queste stanze, quella che tratta il tema agricolo, prende vita il nostro progetto. L’area, un grande lotto situato ai piedi del Monte Stella, si presenta come una grande tabula rasa da riorganizzare. L’approccio al progetto è avvenuto tramite una griglia. Il lotto uò essere diviso in quattro fasce, ognuna con diverse funzioni. La funzione principale, quella del mercato, trova una posizione centrale e diventa il nuovo cuore del lotto. Vi sono poi un centro polifunzionale, residenze ed una biblioteca. L’intero lotto ruota attorino all’agricultura, inglobandone le colture e i segni.

CASCINA M E R L ATA

C I T TA’ D E N S A

La principale caratteristica del quartiere è il verde. Un susseguirsi di spazi verdi pubblici connette l’intera zona, rendendo l’ambiente continuo e permeabile.

La presenza di grandi parchi pubblici, privi di recinzioni, rende il quartiere un unico grande spazio attraversabile. Numerose sono le aree raggiungibili a piedi o grazie alle piste ciclabili. Politecnico di Mlano | Laboratorio Tematico opzionale Professori | Andrea Di Franco, Laura Cipriani, Angelo Bianco Gruppo | Martina Croci, Giulia Conti

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Due importanti nodi sociali, i centri commerciali Bonola e Portello, sono i principali punti di riferimento della vita cittadina. La grande affermazione cha hanno avuto questi centri, ha però portato al fallimento della piccola impresa.

Grandi assi stradali che circondano il quartiere creano fratture nella zona poichè diventano veri e propri divisori della città, ostacolando soprattutto gli spostamenti a piedi o in biciletta.


STANZA PRODUTTIVA SITUAZIONE ATTUALE

TRACCIARE

CITTA’ GIARDINO

IMPARARE

PADIGLIONI

IMMERGERSI

FRUTTETI

STANZA DELL’INCOLTO MOVIMENTI DI TERRA

COLTIVAZIONE A BASSO MANTENIMENTO

STANZA DEL BOSCO SITUAZIONE ATTUALE

BARRIERA PERMEABILE PERDERSI

DA SINISTRA: VISTA STANZA DEL BOSCO, DELL’INCOLTO E AGRICOLA

OSSERVARE

PERDERSI

STANZE A CIELO APERTO

PHYTORIMEDIAZIONE

PRODURRE

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MASTERPLAN SCALA 1 : 200

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PIANTA RESIDENZE SCALA 1 : 400

PIANTA SPAZIO POLIFUNZIONALE SCALA 1 : 200

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PIANTA RESIDENZE SCALA 1 : 200

SOPRA: SCHEMA COMPOSITIVO SOTTO: SEZIONI LOTTO

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PIANTA MERCATO SCALA 1 : 1000

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OSSERVATORIO NATURALE E ATELIER ARTISTICO L’area di progetto è situata all’interno del Comune di Montevecchia, più precisamente a Montevecchia Alta, circondata dal Parco del Curone. Dalle analisi preliminari è possibile notare come la conformazione territoriale abbia fortemente influenzato lo sviluppo degli insediamenti, collocati sulle alture, generano in tal modo un tessuto urbano discontinuo a causa delle diverse quote che caratterizzano l’articolazione planimetrica. Il problema dovuto all’isolamento del borgo , e dall’alto lato i suoi vantaggi ambientali, hanno rappresentato le linee guida durante la fase di progetto, con il quale si voleva dare una risposta ai bisogni di rivitalizzazione del borgo per assicurarne la soppravvivenza e tentando al contempo di evidenziare le qualità paesaggistiche che il luogo offre. L’intenzione era quella di portare nel borgo una struttura che inviti l’uomo a riscoprire il conttto con la natura, recuperando l’abilità di contemplare il paesaggio naturale per esserne ispirato, osservarlo per imparare a rapportarsi con esso e viverlo pienamente. Il luogo fisico per il collocamento del progetto è stato determinato grazie all’analisi dei percorsi che attraversano la piccola piazza di Montevecchia Alta. Sono stati identificati due principali flussi di diversa natura che convergono in questo spazio: uno proviene dall’ambiente naturale e l’altro da un sentiero storico e culturale, che proviene idealmente dal Santuario della Beata Vergine del Carmine. La matrice del progetto è definita da questi flussi che interpretano il passaggio dei visitatori attraverso questi percorsi notevoli che, interagendo tra loro, Il risultato è uno spazio ibrido basato sui rapporti tra natura e architettura, interno ed esterno, pubblico e privato. La configurazione formale è generata da Le forme sono modellate dai flussi e il risultato è una struttura che diventa parte stessa di tali percorsi . Politecnico di Mlano | Laboratorio di Progettazione II Professors | Attilio Nebuloni, Gianluca Vita Group | Nicolò Croce, Giulia Crotti, Mattia Mascheroni

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Parco della Grigna

Lecco Parco del Monte Barro Parco Valle del Lambro Parco Adda Nord

Piazza Ghisalba

Parco del Curone Montevecchia Montevecchia Bassa Montevecchia Alta

Palazzetto

Piazza Ghisalba

Montevecchia Alta

Palazzetto

Montevecchia Bassa


I percorsi che convergono all’interno della piazza sono stati prolungati e il sito di intervento è proprio nell’area di incontro di questi., sul confine della piazza dove iniziano i terrazzamenti che caratteruzzano il pendio del monte su cui nasce Montevecchia Alta. Il luogo ha come vantaggio quello di offrire uno splendido panorama poichè da qui si può godere della vista dall’alto della valle. Il percorso proveniente dalla natura e quello culturale si incontrano nella piazza dove si mescolano ai suoi, generando una sovrapposizione che ha ispirato la matrice di progetto che in seguito ha dato forma al manufatto.

SCHMI MATRICE

VISTA DALL’ALTO

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PLANIVOLUMETRICO SCALA 1 : 1000

SCHEMI

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SOPRA: PIANTA A SINISTRA: SEZIONE SCALA 1 : 200

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A DESTRA: ESPLOSO ASSONOMETRICO A SINISTRA: PIANTE

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SEZIONE

VISTA

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Politecnico di Milano Facoltà di Architettura | Scuola di Architettura e Società | Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura “ Il territorio interpretato” Patricia Dulon Amor - 797944

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