Catalogo M. D'Agostini

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Associazione Industriali della Provincia di Vicenza

CONFINDUSTRIA VICENZA

PREMIO EGIDIO SCORZATO I valori dell’imprenditore vicentino 2011

CONFINDUSTRIA VICENZA

Associazione Industriali della Provincia di Vicenza

I valori dell’imprenditore vicentino

PREMIO EGIDIO SCORZATO 2011


PREMIO EGIDIO SCORZATO

I valori dell’imprenditore vicentino Progetto grafico Patrizia Peruffo Foto della scultura Studio Maraboli Foto di Maurizio D’Agostini Vincenzo Vedovato Traduzione inglese Stephen Pastorello Il testo di Beatrice Buscaroli e’ stato pubblicato nel catalogo della mostra: Maurizio D’Agostini, “Immaginazione, materia e sentimento” LAMeC, Basilica Palladiana, Vicenza, 2006. L’autrice ha gentilmente concesso la pubblicazione in questo catalogo. Stampa Tipografia UTVI Vicenza

2011


responsabilità sociale formazione dei giovani

intraprendenza passione imprenditoriale impegno associazionistico

sfide innovative

valorizzazione delle risorse umane

L’intraprendenza e la passione imprenditoriale. La capacità di cogliere le sfide innovative legate al fare impresa. L’attenzione costante alla valorizzazione delle risorse umane aziendali, per favorire la crescita professionale e la realizzazione personale di ciascuno. L’impegno convinto nella formazione dei giovani e nell’orientamento scolastico, per aiutare i ragazzi a scegliere al meglio il proprio futuro.

questa parte del paese. E’ stato un uomo che ha valorizzato i propri talenti, come invita a fare il Vangelo a tutti noi, e li ha messi a servizio di un obiettivo che è stato il “fare impresa”; non fine a se stesso, ma legato a filo doppio con quella cultura del lavoro che caratterizza da sempre la nostra terra. E’stato un imprenditore di quelli che portano l’azienda nel cuore e cercano di darle sempre il meglio, come si fa con un figlio. Ricordo di lui la capacità di ascoltare e di cogliere l’essenza dei problemi, trasformandoli in opportunità, in soluzioni appropriate e vincenti, sia nella sua attività professionale che nell’impegno associativo.

Il senso della responsabilità sociale che viene dal sentire l’importanza del ruolo dell’imprenditore a vantaggio della crescita della comunità di appartenenza.

Come Confindustria Vicenza, abbiamo voluto ricordare l’amico e il collega attraverso l’istituzione di un premio a lui dedicato, da assegnare ogni due anni a un imprenditore vicentino associato che si sia messo in evidenza in quegli stessi valori imprenditoriali e umani che hanno caratterizzato la vita e l’impegno professionale di Egidio Scorzato.

L’impegno associazionistico, nella convinzione che sviluppare le relazioni tra imprenditori favorisca la crescita formativa personale e di conseguenza quella dell’azienda.

In queste pagine presentiamo dunque il Premio e l’opera originale realizzata dallo scultore Maurizio D’Agostini per questa occasione.

Sono questi i valori di fondo che mi vengono in mente quando penso - e ci penso spesso - alla figura dell’amico e collega Egidio Scorzato, scomparso prematuramente tre anni fa, ancora nel pieno della sua attività di imprenditore.

La speranza è che attraverso il nome e il ricordo di Egidio Scorzato si possa contribuire a valorizzare le tante “eccellenze” che oggi continuano a far battere il cuore dell’impresa vicentina.

Egidio Scorzato ha incarnato, in definitiva, i valori propri del nostro essere imprenditori. Valori che hanno costituito le fondamenta di tante aziende che hanno messo in moto il cambiamento della nostra provincia e di

Roberto Zuccato Presidente di Confindustria Vicenza


Egidio Scorzato, nato il 26 giugno 1947, è scomparso il 7 luglio 2008. Era presidente del Gruppo Effe 2 di Isola Vicentina, azienda leader in Italia e in Europa nel settore delle canne fumarie in argilla ceramica e manufatti in laterizio e laterocemento. Per molti anni ha affiancato alla sua attività di imprenditore un convinto impegno nell’associazionismo imprenditoriale, svolto in particolare nel campo della formazione dei giovani. Era componente del Consiglio direttivo di Confindustria Vicenza e della Commissione di designazione per l’individuazione dei candidati alla presidenza dell’Associazione. Dal 2005 ricopriva inoltre la carica di presidente della Sezione cemento, calce, laterizi, ceramica, vetro e abrasivi. Dal 2000 al 2005 è stato presidente del Raggruppamento Vicenza Nord Ovest dell’Associazione. Anche in campo nazionale ha ricoperto incarichi associativi di rilievo. E’ stato presidente della Commissione sindacale di ANDIL Assolaterizi, nonché consigliere delegato regionale del Veneto. Fin dall’inizio degli anni Novanta, inoltre, ha fatto parte, come rappresentante per l’Italia, della Commissione di lavoro europea che cura le norme di prodotto nel settore delle canne fumarie.


Maurizio D’agostini: La Saga Dell’esistenza

Io ho sempre lavorato attorno a tutto ciò che mi piaceva, a quello che ho vissuto. E alla fine le mie cose sono tutte in positivo...

In questa frase di Maurizio D’Agostini non solo si coglie l’atteggiamento di fondo che muove l’autore nel concepimento delle sue opere, ma emerge con chiarezza l’aspetto fondamentale della sua libertà espressiva. Una libertà nient’affatto semplice per uno scultore che abbia operato nell’ultimo ventennio del Novecento. Un secolo iniziato con l’esplosione dinamica di Umberto Boccioni e del futurismo da un lato e con la lezione quasi soprannaturale di Constantin Brancusi dall’altra, fuori dal tempo e dallo spazio, dai luoghi precisi. Tra i due poli l’eclettismo poliglotta di Pablo Picasso, che, seppur considerato soprattutto per il suo apporto decisivo in pittura, ha saputo tratteggiare con altrettanta visionarietà una serie importante di varianti all’interno della scultura, impiegando tutto quel che riusciva a raccattare e reinventandolo in funzione plastica. Maurizio D’Agostini nasce scultore, nel senso antropologico del termine. I suoi inizi da incisore e la sua costante fascinazione per la materia, dal metallo al bronzo, dall’argilla alla pietra, narrano di un artista che pensa attraverso la scultura, che vive plasmando il mondo che ha pensato passando la vita di ogni giorno, sognando ciò che ha solo immaginato. Vita vissuta e sogno poi s’intrecciano, si plasmano tra loro e, a loro volta, rinascono pietra, argilla, metallo, bronzo. Un pensiero che prende corpo attraverso l’uso sapiente delle mani, un’immagine altra


che si definisce materializzandosi. Una recensione del 1997 di Stefano Ferrio accennava alla “benedetta innocenza” contenuta nell’opera di D’Agostini. In questo senso, il mondo dell’artista nasce per una vera e propria necessità, per una successione naturale che lo porta a fissare l’attimo della riflessione in materia, per una spontaneità elementare di causa-effetto che gli consente di tranquillizzare la sua visionarietà trasferendola nella scultura. È un mondo rassicurante, quello di D’Agostini, silenzioso e assorto, senza contrasti visibili: le sue figure sembrano possedere e riflettere intorno una loro certezza, una forza. Oltre il travaglio del quotidiano, le miserie, la violenza, l’affanno. La pulizia e la morbidezza delle forme accompagnano questo intento e lo rendono reale, tangibile. Anche D’Agostini ha guardato al Novecento. Ha visto Brancusi e il suo sforzo superiore legato allo spirito di una Scultura Assoluta, dove il superfluo descrittivo si riduce al minimo (“Uccello cosmico”, 1998); ha letto Arturo Martini e le sue mirabili descrizioni di vita e natura in terracotta; ha inglobato la vena surreale di Novello Finotti, pur senza assorbirne il versante inquietante e metamorfico. Ma l’artista cui ha guardato più attentamente, obbedendo ai suoi impulsi è stato sicuramente se stesso. Quasi tutte le opere in mostra e gran parte di quelle che derivano da questo trentennio sono infatti figlie di quelle piccole sculture realizzate utilizzando i sassi della Brenta alla fine degli anni settanta. Fin d’allora l’artista in nuce obbediva solo all’istinto, cercava la sua via ascoltandosi. Ebbene in quelle pietre c’è ancora tutto il mondo dell’artista. C’è la semplicità del suo rapporto con la terra che lo vede abitare e lavorare nella casa-atelier di Costozza, sui Colli Berici,

“minuscolo borgo immerso nel verde in provincia di Vicenza, ricco di storia e di bellezza”, perfettamente a suo agio tra le cose che conosce, immerso in una natura amica con cui dialoga, protetto da una luce che non tradisce. Molto è stato scritto su Maurizio D’Agostini, sulla sua perizia, sulla ricerca di assoluto che sembrerebbe coinvolgere tutto e tutti, sull’altezza degli intenti, cioè su tutto quello cui ogni artista vorrebbe e potrebbe raggiungere. Almeno in teoria. In pratica l’artista non si muove in un terreno brado: la storia incombe sulla sua attendibilità, sulla serietà della sua ricerca. Fare l’artista “fuori”, cioè allo scoperto, non è come scrivere una poesia sul quaderno di scuola. Quello l’abbiamo fatto tutti. Poi ognuno ha scelto la sua strada. Troppo spesso termini come assoluto, poetica, purezza, vengono adoperati nel linguaggio corrente per definire tutto: pubblicità, cinema, società, arte, si svuotano del loro valore intrinseco e finiscono col non significare più nulla. Maurizio D’Agostini deve la sua vena alla sua semplicità, all’urgenza di esprimere un suo mondo, al coraggio di lasciare il certo di una professione per l’incerto di una missione. Il prezzo da pagare è, appunto, l’incertezza, il vantaggio è la libertà, la visibilità, l’orgoglio di esprimere qualcosa di esclusivo. Questo in partenza. Poi viene il rovescio della medaglia. Esporsi ha un prezzo e l’artista viene misurato dalla realtà oggettiva di chi lo ha preceduto e da chi oggi lo affianca. Giudicato dal contemporaneo. In questo D’Agostini ha una grande fortuna e una grande risorsa. Dagli anni Ottanta in avanti si è venuta affermando una tendenza pittorica che ha preso piede in modo stabile nell’immaginario collettivo, nel mercato e nella critica. Nella redazione della rivista


Frigidaire, attorno a Tanino Liberatore, Andrea Pazienza, Filippo Scòzzari, Stefano Tamburini, veri antesignani del Nuovo Fumetto Italiano, sono venuti affermandosi personalità per così dire “di frontiera”, come Marcello Jori, Massimo Mattioli, Giorgio Carpinteri, che, recuperando un retroterra del tutto nuovo, meno impegnato, molto più diretto e legato ad una tradizione orale, più che letteraria, hanno inventato un nuovo spazio dell’arte, più legato all’esperienza americana della Low Culture. In più, in questi ultimi anni abbiamo assistito al trionfo di un immaginario gotico, di versante onirico e cavalleresco legato alla saga del “Signore degli anelli” del racconto di Tolkien. Nel mondo dell’arte questo evento può essere paragonato all’impatto decisivo che, nei primi anni Sessanta, ebbero in letteratura gli autori della Beat Generation come Ferlinghetti, Kerouac, Ginsberg, Corso, Burroughs. Veniva, di fatto, sostituita la spinta che muoveva l’artista verso l’atto creativo. Non erano più decisive le alte intenzioni legate ai massimi sistemi, alla religione, alla filosofia, bensì la vita di ogni giorno, le letture fatte da bambini (i cartoons), i vizi, le tendenze, le deviazioni, i sogni, i litigi, le paure, le incertezze. Maurizio D’Agostini nasce esattamente da questa storia, legata ad un mondo fatto più di sincere e immediate pulsioni che di sovrastrutture culturali, più di intuizioni che di verifiche. In questo senso le sue sculture narrano un mondo sognante anche se ci troviamo sulla soglia della terza guerra mondiale, descrivono volti dalla ineffabile dolcezza che ognuno di noi vorrebbe aver visto almeno una volta nella vita, ma che non sono di questo mondo. È questo mondo, felice di essersi manifestato, che lo ringrazia ogni giorno, che gli evoca e ripete quotidianamente la sua

gratitudine per essere emerso, per essersi materializzato, esistere. Lo sguardo al cielo, la purezza, vengono dopo, come attitudine, come memoria di una storia più legata al Graal, ai Cavalieri della Tavola Rotonda, a Lancillotto e Ginevra che alla bomba atomica o allo sterminio di massa. Maurizio D’Agostini traduce nella forma ciò che sogna e che vorrebbe ancor oggi, intento a raccogliere sassi sul greto del suo fiume, verificare nella sua vita e nella vita di tutti, prima fra tutte una figura femminile completa, totalizzante, assoluta. Emergono in questo istante l’immenso amore per l’amata, la cavalleria, il rispetto per l’avversario, la speranza per un futuro migliore. I titoli delle sue sculture li evocano ogni minuto di ogni giorno. “Vestale in riva al mare”, “Il Re e la Regina”, “Il sogno del cavaliere”, veleggiano ad un metro di altezza, rassicurandolo e rassicurandoci. Il “Volo cosmico”, il “Viaggio verso l’ignoto”, “La casa dell’anima”, ci sollevano dalla banalità delle giornate, dalla paura del futuro, dalla bruttezza che ci assedia. Le sculture di D’Agostini sembrano incredibilmente essere nate fuori da questo tempo, prima della politica, prima della televisione, prima del degrado che siamo costretti a guardare senza poter fare nulla. A noi va benissimo così. Saliamo sul veliero del “Navigatore solitario”, ascoltiamo rapiti il “Suonatore del vento”, stiamo in attesa di fronte alla “Regina”, felici che oggi possa esistere ancora un immaginario così, in cui l’individuo, l’artista, è in grado di sovvertire la realtà. Bastandosi. Beatrice Buscaroli



Principe dell’aria La grande vela annuncia nuove scoperte Per l’uomo libero, l’uomo che verra’

Maurizio D’Agostini







Maurizio D’Agostini nasce a Vicenza il 3 febbraio 1946. A quattordici anni abbandona gli studi regolari e per quattro anni frequenta i corsi di incisione, sbalzo e disegno presso la Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza. Sono questi gli anni in cui apprende i rudimenti della decorazione per l’oreficeria, approfondendo in particolare il disegno ornato.

1964 - 1976

Note Biografiche

1977-1990

Scelta la strada dell’esperienza “sul campo”, compie il suo apprendistato di incisore-cesellatore sotto l’egida di maestri artigiani della grande tradizione vicentina. È grazie a questo fondamentale viaggio di bottega in bottega che la sua mano si fa più sicura, e gli consente di crescere nella tecnica dell’incisione a bulino. D’altro canto la mentalità artigiana, chiusa e gelosa dei propri segreti, rappresenta per D’Agostini un vincolo sempre più opprimente, dal quale doversi liberare per cercare nuove forme d’espressione. Nel biennio 1967-68 frequenta presso la Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza i corsi di pittura dell’artista Otello De Maria: un’occasione interessante per guardare oltre i confini dell’artigianato orafo. Nel 1969, apre un laboratorio di incisione e cesello, garantendosi con l’indipendenza economica e creativa la possibilità di approfondire la propria ricerca tra artigianato e arte. Mentre compie le prime esperienze come maestro per alcuni giovani apprendisti, la sua attenzione si sposta decisamente verso il mondo della calcografia. Esegue a bulino numerose lastre d’argento e, con una serie di calcografie prodotte a tiratura limitata dalla stamperia d’Arte Busato di Vicenza, riscuote i primi successi presso i collezionisti della città. Nel 1978, sempre a Vicenza, una mostra allo Studio Pozzan raccoglie il lavoro di questo decennio: incisioni su argento e calcografie che dimostrano come il bulino sia diventato il principale strumento di espressione di D’Agostini. Ed è proprio con il bulino che l’artista comincia a realizzare le prime sculture: piccoli sassi scolpiti accompagnano le contemporanee ricerche sulla modellazione della terracotta. Tra il 1969 e il 1975 si colloca del resto un’esperienza fondamentale, che accompagna e giustifica questo risveglio creativo: D’Agostini recita con la compagnia teatrale “Gli Istrioni” di Otello Cazzola. Il teatro, il palcoscenico, il riflettere attraverso corpo e voce Molière, Shakespeare, Goldoni, Tennessee Williams, Edward Albee, permettono all’artista di prendere coscienza delle proprie potenzialità, mentre la severità del maestro-regista gli trasmette una rigorosità e una disciplina che caratterizzeranno le sue espressioni successive. L’avventura teatrale si chiude a metà degli anni ’70 perché la strada di D’Agostini è quella della materia; ma l’artista non smetterà mai di riflettere su un possibile connubio tra attori, scenografia e scultura … Nel biennio 1977-79, D’Agostini è maestro di incisione a bulino per i corsi serali della Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza; il suo lavoro di artista comincia ad essere apprezzato grazie alle mostre personali che realizza e alle collettive cui partecipa. Nei primi tre mesi del 1982 viaggia attraverso gli Stati Uniti, soggiornando per un periodo nell’isola di Assateague, nel Maryland. L’isola è un parco naturale in cui vivono allo stato brado cavalli discesi da esemplari spagnoli, superstiti di un naufragio avvenuto tre secoli prima. Questo luogo, carico di suggestioni, rappresenta una tappa molto importante nel percorso di D’Agostini; l’incisione “La conchiglia di Assateague” (1982), donata al museo dell’isola, apre una fertile stagione creativa, in cui anche sculture e bronzi acquistano forza piena. Nel 1984 conosce lo scrittore francese Léo Gantelet, che lo invita ad esporre ad Annecy. Questa mostra dà il via a una serie di esposizioni in numerose città francesi e svizzere (Annecy, Grenoble, Ginevra, Friburgo,

Renans, Montreux, Honfleur, Deauville) e a lunghi soggiorni in Alta Savoia, Provenza, Bretagna e Normandia, durante i quali l’artista allestisce alcuni atelier per scolpire le pietre che quei luoghi gli offrono. Nel 1987 tiene un corso di incisione a bulino presso il Centro Internazionale della Grafica di Venezia, con il quale collabora anche realizzando alcune cartelle di incisioni. Grazie alla segnalazione dell’amico Orazio Parisotto (Premio Emile Noel 1990, Bruxelles), fondatore dell’UNIPAX (Unione Mondiale per la Pace), realizza l’incisione “L’albero della vita” (1987), immagine-simbolo della sesta edizione del concorso “I giovani incontrano l’Europa”, indetto dalla Rai. La ricerca di Maurizio D’Agostini è ormai totalmente rivolta alla scultura, ma vivo resta il suo interesse nei confronti di altre manifestazioni artistiche. La scultura “Il tempo” (1985) diventa il simbolo di “Laboratorio 1”, istituto di ricerca tra arte, economia e comportamento umano, creato da Giulietta Cozzi nel 1988. Con “Laboratorio 1” D’Agostini collaborerà alla realizzazione di una rappresentazione teatrale itinerante che, coinvolgendo scenografia, musica, espressione corporea e recitazione, costituisce la sintesi artistica della ricerca sperimentale intitolata “Il gioiello come strumento di conoscenza”. Con la scultura “Il cavaliere del futuro” (1988), realizzata per Palazzo Lares di Vicenza, prende il via un interessante sodalizio artistico con Carlo Moretti, architetto milanese. Collaborazione che proseguirà con la realizzazione di una scultura monumentale per la Galleria Crispi a Vicenza. Caratterizzate da una nuova attenzione dell’artista per le sculture di grandi dimensioni, queste esperienze vengono sostenute dalla “Futura Progetti” di Vicenza, promotrice di opere che coniugano l’intervento architettonico con l’arte della scultura.

1991 - 1997

Gli anni che vanno dal 1991 al 1997 sono estremamente produttivi e ricchi d’importanti contatti e relazioni pubbliche. Dopo la grande mostra agli Archivi Napoleonici di Vicenza, nascono le sculture monumentali su commissione: “Il sovrano dell’isola” (1991), “La casa del vento” (1992), “Elevazione” (1992), “L’astronomo” (1994), “L’annunziatore” (1996), “L’educazione dell’anima” (1997), “Il nocchiero” (1997). Tutte queste opere vengono realizzate nella pietra di S. Gottardo e di S. Germano dei Colli Berici. Il 1994 D’Agostini lo consacra ai “Sassi del Brenta”. Dei cento ciottoli che scolpisce, cinquanta vengono realizzati nell’atelier di Honfleur, in Normandia; per questo avranno il titolo in francese: un modo per onorare un luogo e una regione tanto amate dall’artista. Negli anni, D’Agostini è puntualmente andato a raccogliere quei sassi nel greto del fiume, scegliendoli con cura uno per uno; questa “caccia al tesoro” è sempre avvenuta alle prime luci dell’alba, con un rituale quasi sacro. Le cento piccole opere gli vengono commissionate da Giuseppe Calgaro, grande amico e mecenate dell’artista, presidente della Balestra, antica e rinomata oreficeria di Bassano del Grappa. I “Sassi” verranno immortalati ne “L’oro del Brenta”, splendido libro trilingue, edito da Balestra, con i poetici testi di Luca Goldoni e le belle immagini di Fabio Santagiuliana. Pur essendo a tiratura limitata, questo libro ha valicato i confini nazionali, per arrivare nei paesi più lontani. In questi anni vengono realizzate mostre importanti, organizzate e sponsorizzate da enti pubblici stranieri: in Svizzera, a Montreux (1991); in Francia, a Lione (1993), a cura dell’Istituto Culturale Italiano di quella città, e prima ancora a Seynod (1991), presso Annecy. Il municipio di Seynod acquista un’opera molto significativa, “Cursum Perficio” (1990), scultura in pietra moscatella di Costozza dei Berici, che viene collocata nel salone da cerimonie dell’Hotel de Ville. È un periodo di lunghi soggiorni oltralpe, dove D’Agostini riscuote notevoli successi. Del


resto, la Francia è il suo paese d’adozione, dove intreccia legami profondi e salde amicizie che si consolideranno nel tempo; tutti incontri che si riveleranno determinanti per il futuro artistico e creativo dell’artista. Il 1997 si chiude con la grande retrospettiva alla Villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore: cinquanta sculture e settanta disegni. Finanziata e realizzata dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Vicenza, e allestita su progetto dall’architetto Giovanni Galla, la mostra avrà un grande successo di pubblico e di critica.

1998 - 2004

2005 - 2008

Anche il 1998 inizia con una mostra prestigiosa, realizzata nella sede dell’Associazione culturale “Le manoir de Cologny”, sulle colline di Ginevra; in quell’occasione, verrà presentato “Pourquoi – Perché”, una raccolta di trenta componimenti del poeta Léo Gantelet, interpretati da altrettanti pastelli di D’Agostini; una bella pubblicazione (Editions du Choucas) realizzata a quattro mani, frutto di un’amicizia di lunga data e di una profonda complicità intellettuale. Oltre al libro, questo connubio creativo si trasformerà anche in uno spettacolo itinerante, con musiche originali, voci recitanti e proiezione su grande schermo dei disegni; la pièce debutterà nel dicembre 1997, all’Auditorium Canneti di Vicenza, in collaborazione con l’Assessorato ai Gemellaggi (Vicenza – Annecy). Le altre rappresentazioni si terranno in Francia, alla Galerie Bagnorea di Annecy; in Svizzera, a Territet, nella proprietà “La Valletta, chez Ruttimann”. Di ritorno in Italia, lo spettacolo viene promosso dal Lions Club di Arzignano, e realizzato all’Hotel Michelangelo di Arcugnano (Vicenza); poi, sempre sui Colli Berici, a Villa Pigafetta Camerini di Montruglio, dove si arricchisce del contributo artistico del ballerino e coreografo Thierry Parmentier. Quelli che vanno dal 2000 al 2004 sono anni di instancabile approfondimento dei quesiti fondamentali dell’essere umano: il mondo interiore, il rapporto con la natura, lo sguardo verso l’universo. Questa ricerca viene alimentata da un continuo confronto dialettico tra spirito e materia, tra il tentativo di scandagliare gli oscuri abissi dell’interiorità e l’impegno a un rigoroso esercizio della razionalità, tra l’elaborazione delle esperienze concrete della vita e l’anelito a svelare i misteri del cosmo. È così che dall’argilla prendono forma, tra le altre: “Il silenzio” (2000), “Volo cosmico” (2001), “Trionfo dell’Alba” (2001), “L’uomo cosmico” (2001), “Il navigatore solitario” (2001), “L’uomo che si legge la mano” (2001), “Nascita dell’uomo cosmico” (2001), “Il re e la regina” (2002), “Nascita di Venere” (2002), “Saturno” (2002), “Zeus” (2002), “Sekhmet” (2002), “La regina” (2004), “Lighea” (2004). Queste sculture inaugurano una nuova fase creativa: da questo momento, l’artista inizia a dipingere le proprie opere con oli e acrilici, come facevano gli antichi. In questo periodo, D’Agostini espone in Francia, al Casino Royal di Evian e alla Galerie d’art Silvie Platini, a Veyrier du Lac. L’ultima grande personale dell’artista risale al 2002. Allestita parte nel Palazzo Antico Ghetto e parte nel Chiostro del Beato Luca Belludi, all’interno della Basilica di S. Antonio, a Padova, viene finanziata e promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Padova, con il determinante apporto dell’Assessore Vera Slepoj, grande estimatrice delle opere di D’Agostini. Dal 2002 l’artista è incaricato di eseguire i bronzetti destinati ai vincitori del Premio annuale della cultura della Provincia di Padova. Periodo di studio, di ricerca, di viaggi e di sculture monumentali. Nel 2005 vedono la luce opere come: “Venere” (IV pianeta) e poi “La musa ispirata”, “La casa dell’anima”, “Le ali della libertà” e il grande bassorilievo

“La primavera”. Per “Le ali della libertà” il destino sarà più glorioso, avrà un percorso privilegiato. Scoperta da una coppia di facoltosi collezionisti americani e amanti dell’arte , i coniugi Judith e Douglas Krupp di Boston, durante il periodo della grande mostra in Basilica Palladiana (2006) a Vicenza; alta 38 cm. all’origine diventerà l’anno dopo grazie all’acquisto dei Krupp un colosso di bronzo azzurro alto cm. 230x360x180 del peso di 13 quintali e da allora si chiamerà “Freedom wings”. Partita per Boston nel febbraio del 2009, abiterà nel parco della villa Krupp. E’ la prima grande opera di D’Agostini che varcherà l’oceano. “Freedom wings” o “Le ali della libertà” nel 2007 è anche diventata il logo del Festival biennale “M.S.P. Marvellous Sound Project” ideato e finanziato da Donna Lorena Camerini e si svolgerà appunto con cadenza biennale a Villa Pigafetta Camerini di Montruglio a Mossano (VI), primo festival internazionale del suono e pace. 2005 viaggio a Ostenda e Knokke Heist (Mare del Nord) per rivisitare musei e gallerie d’arte, la Fondazione del pittore surrealista Paul Delvaux a St. Idesbald e l’incredibile casa museo del pittore James Hensor a Ostenda. Nello stesso anno esce una ricca monografia distribuita in Francia dall’editore Bernard Paccot per “Editions de l’Astronome”. D’Agostini soggiorna poi a Parigi per fare delle ricerche sul cimitero Pere Lachaise e rimane colpito e ispirato dalla bellezza del luogo e dalle suggestive e storiche tombe monumentali. Nel 2006 realizzazione della grande scultura in pietra bianca di Vicenza “La casa del vento” seconda versione, commissionata dall’Hotel Vergilius di Creazzo (VI) e collocata nel giardino in prossimità dell’entrata. 2007 - Grande scultura “Elevazione”, seconda versione in pietra gialla variegata di Nanto, posizionata a Costabissara (VI) collezione privata. Mostra collettiva a Forli: al convento di S. Girolamo “Il mondo animale della natura” organizzata dal Museo Bargellini Magi di Pieve di Cento (BO). 2008 - Vedono la luce altri due pianeti: “Nettuno” e “Mercurio”: ne manca ancora uno, “Urano”, che è in fase di lavorazione, poi i pianeti saranno finalmente rappresentati tutti insieme in una prestigiosa mostra il 30 aprile 2009 alla Fondazione G.B. Cima da Conegliano. Il 2008 è anche l’anno del “Premio Mezzalira” a Vicenza, manifestazione a cadenza biennale. La scultura “L’uomo delle stelle” viene scelta per diventare il riconoscimento dei personaggi del Veneto divenuti famosi in Italia e all’estero. Collettiva “Reviews” alla Casa del Palladio. Vent’anni di acquisizioni nella collezione di scultura contemporanea del Comune di Vicenza. Lungo viaggio in Uzbekistan (La via della seta) a Samarcanda, Bukhara, Khiva, Nourata: le influenze asiatiche nei colori e nell’architettura dei luoghi saranno di grande ispirazione per la realizzazione del sesto pianeta, “Mercurio”. D’ Agostini amplia il suo studio e “apre” una scuola di scultura che avrà cadenza trimestrale. Il desiderio di trasmettere ad altri esperienze, tecniche e filosofie di vita diventa uno stimolo che dà molte soddisfazioni. Nasce la grande opera monumentale “L’ Argonauta” iniziata alla fine del 2007 e portata a termine nel 2009: un colosso di bronzo alto cm 450x360x290 con un peso di 25 quintali. Commissionata da INOXTECH di Lendinara (RO), industriali di grande sensibilità, promotori d’arte e mecenati. Prima di essere definitivamente installata alla INOXTECH, “L’Argonauta” ha trovato degna collocazione nel piazzale antistante l’entrata della Fiera di Vicenza. A tutt’oggi, Maurizio D’Agostini vive nella sua casa-atelier alle pendici dei Colli Berici, a Costozza, un piccolo borgo immerso nel verde, ricco di storia e di bellezza. Qui, ogni giorno persegue, attraverso lo studio e la lavorazione della materia, la sua profonda ricerca sull’arte e sull’esistenza dell’essere umano.


1978

“Studio Pozzan”, Vicenza

1979

“Galleria Libreria Due Ruote”, Vicenza

1981

Galleria d’Arte grafica “Il Bisonte”, Firenze

2003

Atelier Daniela Vettori, Vicenza “La Medusa”, Provincia di Padova Assessorato alla cultura, Este, Padova

Chiesa di S. Giacomo, Comune di Vicenza Assessorato alla Cultura, Vicenza

2006

1982

“Galleria d’Arte Moderna”, Comune di Thiene Assessorato alla Cultura, Thiene, Vicenza Teatro Sociale, Comune di Cittadella Assessorato alla Cultura, Cittadella (PD)

“LAMeC” Basilica Palladiana, Comune di Vicenza Assessorato alla cultura e Regione Veneto, Vicenza

2009

Fondazione G.B. Cima da Conegliano, “I Pianeti - L’invenzione cosmica di Maurizio D’Agostini” Comune di Conegliano Assessorato alla cultura, Conegliano (TV)

1983

Galleria “Il Segno Grafico”, Udine

2010

“Galerie Terredesarts”, Esposizione permanente, Paris, France

1984

Galerie “Bagnorea”, Annecy, France Galerie “Eliane Poggi”, Grenoble, France Galleria “Il Segno Grafico”, Centro Internazionale della Grafica di Venezia, Galleria “Il Segno Grafico”, Centro Internazionale della Grafica di Venezia, “Presentazione ed esposizione della cartella Assateague”, Roma, maggio

2011

Teatro Comunale Giuseppe Piazzi, “I Pianeti” omaggio a Gustav Holst Biblioteca Comunale “Libero Della Briotta”, Ponte in Valtellina - SO Teatro G. Piazzi

1985

Galerie “Cour du Cygne”, Genève, Suisse

1986

“Maison Visinand”, Centre de Culture de Montreux, Patronnè par la Municipalitè de la Ville de Montreux, Montreux, Suisse

1981 - 1982

1986-1987 1987

Mostre Personali

Palazzo Antico Ghetto, Padova “Dimitri Art Gallery”, sculture in permanenza, Vicenza

1989 -1990 1990

Chiesetta dell’Angelo, Comune di Bassano Assessorato alla cultura, Bassano del Grappa (VI) “Salone degli Affreschi”, libreria “La Bassanese”, Bassano del Grappa (VI) Galerie “Bagnorea”, Annecy, France, ottobre

Mostre Collettive 1980

Villa Simes Contarini, “Omaggio a Andrea Palladio”, Padova Villa Simes Contarini, “La Bottega del Busato - Antologia degli incisori della Stamperia”, Padova Galleria “Il Quattrifolio”, Milano

1982

Galleria “Il Corso”, Comune di latina Assessorato alla cultura, Latina

1982 - 1983

Mostra itinerante “La Bottega del Busato - Incisori della Stamperia”, Rapporti culturali Italia-Urss, collocazione definitiva delle incisioni al Museo Puskin, Mosca

“Atelier de Beaumont”, M. D’Agostini, A. Vit, “Beaumont en Auge”, Deauville, France

1984

Galerie “Alexandra Pastuszkiewicz”, Sculptures en permanence, Honfleur, France “Sale degli Archivi Napoleonici”, Comune di Vicenza Assessorato alla cultura, Vicenza

“Centre de Convencoes Reboucas”, Associazione Internazionale Incisori VE, S. Paulo, Brasile “Seconda Biennale di Grafica”, Associazione Internazionale Incisori VE, Riva del Garda, Verona

1985

“Galerie L’Historial de Montmartre”, Associazione Internazionale Incisori VE, Paris, France

1988

“Concorso internazionale exlibristico”, 50° Ann. Gabriele D’Annunzio Città di Pescara, Pescara

1990

“Premio internazionale Biella per l’incisione”, Biella, Alessandria

1992

Italian Craftsmanship on stage at the market Theatre, Johannesburg, Sud Africa The Italian Art of living, Piazza Italia, New York, Stati Uniti, settembre-ottobre

1996

Palazzo Ducale di Mantova, IV Mostra Internazionale del manifesto oncologico “Un messaggio per la vita”, Mantova

2002

Mese della cultura - Assessorato alla cultura della Provincia di Padova, Chiesa di San Benedetto, Montagnana (PD)

2003

Mese della cultura - Assessorato alla cultura della Provincia di Padova - Incisori veneti, Museo del Santo e Padiglione Cornaro Benedetto, Padova

2007

Convento di San Girolamo, con il Patrocinio del Museo Bargellini (Pieve di Cento – BO) “Mondo vicino - Sguardi sul mondo animale di artisti contemporanei”, Misano Adriatico, Forlì

1991

“Maison Visinand”, Centre de Culture de Montreux, Patronnè par la Municipalitè de la Ville de Montreux, Montreux, Suisse Hôtel de Ville de Seynod, Patronnè par la Municipalitè de la Ville de Seynod, Seynod, France

1993

Institut Culturel Italien, Lyon, France

1994

“Sala Trissino”, Fiera internazionale dell’oreficeria di Vicenza, “Cento sassi del Brenta”, Vicenza

1995

Galleria “Joannart”, Vicenza Galerie “Bagnorea”, Annecy, France “Abbaye de Talloires”, Talloires, France

1997

Villa Cordellina Lombardi, Provincia di Vicenza Assessorato alla cultura e Regione Veneto, Montecchio Maggiore (VI)

1998

“Le Manoir de Cologny”, Genève, Suisse, maggio

1999

“Casino Royal”, Domaine du Royal Club, Evian, France

2000

Galerie d’art “Sylvie Platini”, Veyrier du Lac, France

2002

Basilica di S.Antonio, Padova

2007 - 2008

Casa del Palladio, “Rewiews 1983-2003 vent’anni di requisizioni nella collezione di scultura contemporanea del Comune di Vicenza”, Vicenza


L’ Annunciatore

Opera creata dallo scultore Maurizio D’Agostini, esclusivamente per l’ Associazione Industriali della Provincia di Vicenza, riprodotta in N.1/8 esemplari in bronzo patinato, numerati e firmati con il monogramma M.D, e realizzati alla Fonderia Artistica Guastini, srl. Titolo della scultura L’ Annunciatore Tecnica di lavorazione Fusione a cera perduta Anno 2011



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