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Lettere
from Luglio Agosto 2021
by pay50epiu
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Risponde Giovanna Vecchiotti - Direttore Responsabile 50&Più
GENTILE DIRETTORE, ho iniziato a scriverle per manifestarle tutto il mio dissenso per quanto riguardava la gestione delle visite nelle Rsa, e invece mi trovo a cambiare il tono di questa lettera perché voglio renderla partecipe della bellezza e dell’emozione che ho provato nel rivedere mio padre dopo tanti mesi. Mi spiego meglio. Dopo che mia madre è venuta a mancare sono stata costretta a ricoverare mio padre in una Rsa, dal momento che cominciava ad accusare i sintomi di una malattia invalidante. Un passo doloroso, anche se lui ha compreso e condiviso, sapendo le mie difficoltà di figlia con un lavoro a tempo pieno. Ho provato ad affidare mio padre ad una badante, ma la malattia stava avanzando e non poteva più essere gestito in casa. Fortunatamente ho trovato una buona Rsa, molto attenta alla cura dei suoi ospiti. Poi è arrivata la pandemia, la chiusura delle strutture, l’isolamento dei nostri anziani. Da un giorno all’altro non
BASTA UN ABBRACCIO PER DIMENTICARE IL DOLORE
La riapertura delle Rsa, dopo mesi di isolamento per la pandemia, ha permesso di riscoprire la bellezza dei gesti più semplici, la gioia di rincontrarsi. Perché non bisogna mai dare nulla per scontato
ho potuto più abbracciare mio padre né raccontargli cosa avveniva nella mia vita e in quella dei suoi nipoti. Il personale della Rsa ha fatto in modo che ci collegassimo in video o parlassimo al telefono almeno una volta alla settimana, ma come può immaginare una chiacchierata in lontananza non può sostituire il calore umano di una carezza. Fortunatamente mio padre e i suoi compagni sono stati risparmiati dal virus, ma il loro isolamento si è prolungato all’inverosimile. Ed è per questo che volevo scriverle, per lanciare una protesta. Invece, un paio di giorni fa mi hanno chiamata dalla struttura dicendomi che potevo tornare ad abbracciare mio padre, pur con ogni cautela. Beh, direttrice, non posso descriverle la gioia che ho provato nel sentirmi di nuovo tra le sue braccia, ma soprattutto nello scorgere l’espressione di felicità e la grande emozione nel rivedermi lì accanto a lui. Quell’uomo grande e grosso, che nel mio ricordo di bambina occupava quasi tutto lo specchio della porta, piangeva lacrime di gioia che non riusciva a frenare. Ecco, volevo solo condividere un momento di gioia personale. Buona estate a lei e alla redazione. Antonella Giudici