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Lettere al Direttore Giovanna Vecchiotti

LA GUERRA. COSÌ ASSURDA, COSÌ VICINA

L’ansia per il conflitto in atto, tanto vicino a noi, scatena le preoccupazioni di moltissime persone. Incubi del passato riaffiorano, accompagnati dalla triste consapevolezza di aver imparato ben poco dalla Storia

Gentile direttrice,

le scrivo sull’onda dell’emozione, incredula di dover affrontare un argomento così terribile come la guerra, questa volta quasi alle porte di “casa nostra”. Mai come ora mi sono sentita così sgomenta; dopo due anni di pandemia, che ci ha stremati nel corpo e nell’anima, proprio quando ci stavamo lentamente avviando verso quella fase di normalità tanto sperata, ci troviamo costretti ad affrontare uno degli incubi più terribili per il genere umano, come solo la guerra sa essere. Io sono nata nel 1946, e cresciuta tra i racconti dei miei nonni e dei miei genitori sull’ultimo conflitto mondiale: la fame che li accompagnava ogni giorno, la paura costante di perdere la vita, la mancanza di una certezza sul futuro. Una volta adulta ho detto a me stessa che mi sarei sempre battuta per dare una vita sicura ai miei figli e ai nipoti, affinché stragi, genocidi, rappresaglie fossero solo eventi da leggere sui libri di scuola. E invece sono tornati prepotentemente alla ribalta in questi giorni terribili che sta vivendo l’Ucraina, il cui popolo è straziato da esecuzioni di massa, torture, deportazioni. Mi sembra di vivere in un incubo da cui spero di risvegliarmi presto. E se risvegliandomi mi dovessi dire che in realtà, era tutto vero, vorrei almeno che chi ha causato tanto dolore e tanti lutti pagasse per le proprie colpe.

Marta Lunigiani Credo che il suo desiderio di risvegliarsi da un incubo e sperare che in effetti si tratti solo di un brutto sogno, sia un pensiero condiviso da moltissime persone, signora Marta. In millenni di Storia pare che l’umanità non abbia imparato nulla, nonostante sulla propria pelle siano incise le profonde cicatrici causate dalle guerre che si sono succedute in ogni parte del mondo, in ogni epoca. Al termine di ogni conflitto si è detto “mai più” e poi ci si è ritrovati punto e a capo. Solo il Vecchio Continente, nel cuore del quale si sono originate le scintille delle due guerre mondiali, finora è riuscito a mantenere la promessa, tanto che nel 2012 l’Unione europea ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace “per aver contribuito a trasformare la maggior parte dell’Europa da un continente di guerra in un continente di pace”. Un premio, che l’allora presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, dedicò ad ogni cittadino europeo, in quanto fautore della pace stessa. Perché, come disse nel suo discorso il protagonista del film Il grande dittatore di Charlie Chaplin: «Voi, il popolo, avete il potere di creare le macchine, di creare la felicità, voi avete la forza di fare che la vita sia una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia, usiamo questa forza, uniamoci tutti e combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia agli uomini la possibilità di lavorare, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza».

PARLIAMONE...

Chi volesse scrivere a Giovanna Vecchiotti può farlo: per posta - C/O Redazione 50&Più Via del Melangolo, 26 - (RM) per fax - 066872597 per email - g.vecchiotti@50epiu.it

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