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CAPIRE LA FINANZA
La Moneta
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Indice
Premessa 1. La distinzione tra moneta e denaro 2. Il ruolo economico della moneta 3. Le origini e le fasi storiche 3.1 dal baratto allo scambio di metalli 3.2 Dal conio alla banconota
4. Il sistema aureo
Box Cambi fissi e cambi flessibili Box Gli Accordi di Bretton Woods
5. Le varie modalità di moneta 6. Quanti “valori” può avere la moneta? Glossario 1 - Pil e reddito procapite nella determinazione delle realtà economiche Glossario 2 - Varie accezioni di moneta
7. Atri tipi di moneta Conclusioni Bibliografia e siti internet Scheda a cura di Riccardo Milano Banca Popolare Etica Editing Irene Palmisano Fondazione Culturale Responsabilità Etica Testi chiusi il 30/09/2011
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L’interessarsi di Finanza Etica significa anche studiare le logiche e le attività soggiacenti, in primis ciò che è alla base di tutto, ossia la moneta (e il denaro) come mezzo di scambio per beni e servizi. Vi è poi un gran bisogno anche di capire e di riscoprire il suo ruolo peculiare, quello della moneta e del denaro, e cercare di reimpostare un giusto ed equilibrato utilizzo dello stessa per un suo uso consapevole, viste le difficili condizioni economiche e socio-ambientali cui siamo arrivati ai nostri tempi. A tal fine una domanda è d’obbligo: sarà mai possibile convincere le persone ad un giusto uso del denaro, visto che il problema della ricchezza e del suo raggiungimento (spesso a tutti i costi) è da sempre presente nel genere umano e che tutti gli insegnamenti al riguardo sono praticamente stati inutili? Ci si augura di sì, visto che oggi l’avere ha superato nel nostro ricco mondo l’essere, mentre nel mondo povero – in un certo senso – abbiamo la realtà contraria e quindi è un dovere comune che non si ripeta da loro quanto successo da noi. Concretamente, la Finanza Etica sostiene che il denaro è un mezzo e la persona umana è il fine, a differenza di quanto sostiene l’attuale mainstream basato sulla crescita e sull’accumulazione. Ciò è importante in quanto la Finanza Etica, ambito operativo dell’Economia, è anch’essa un mezzo per ridare dignità alla stessa persona umana e per un nuovo modo d’intendere il bene comune ed il bene personale. L’approfondire il tema della moneta è, quindi, cercare di riappropriarsi di essa appunto
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come mezzo e fare in modo che la sua storia possa convincerci sia che ogni periodo storico ha avuto i suoi problemi nel confronto con essa e sia di quanto è stato fatto attraverso essa. Il male e il bene appartengono alla realtà umana che dovrebbe cercare sia il discrimine tra i due termini e sia un comportamento adeguato, etico e sociale per il bene comune. Nulla vi è, in tale orizzonte, come il denaro e la moneta, ed il suo uso: tutti noi dovremmo ricominciare a riflettere su tale tema visto che siamo tra le prime generazioni che hanno una visione mondiale, e non solo particolare, e che siamo tutti responsabili, direttamente e indirettamente di una buona o cattiva economia tramite il suo strumento più forte: appunto la moneta e il denaro. Certo, l’argomento non è dei più facili in quanto la problematica è veramente e decisamente complessa: in questo breve lavoro si cercherà di dare le informazioni base. Ci si augura, quindi, che possa essere utile.
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1. La distinzione tra moneta e denaro Moneta e denaro non sono la stessa cosa. Anzi, l’identificazione della moneta con il denaro emerge e via via si delinea come l’assunto fuorviante che sta all’origine delle crisi finanziarie e dei riflessi di queste sull’economia reale. Un euro, il Bancomat, la carta di credito, un’azione, un’obbligazione, un fondo d’investimento sono moneta o denaro 1? Scrive Turra: “La plastic card, la moneta elettronica, la moneta scritturale, la moneta web sembrano essere le forme più prossime, se non addirittura equivalenti, all’immaterialità, al totalmente immateriale. In ragione di questa presunta immaterialità, esse sono state scambiate (…) per il convertitore universale di tutti i valori materiali, il denaro, invece di essere analizzate come moneta, individuandone nell’elemento scritturale la prima condizione necessaria della validità e dell’accettabilità della moneta stessa.
Ed è su questa confusione che si fonda l’ambiguità sostanziale della teoria di Searle 2 e non sull’ambiguità terminologica consentita dalla lingua inglese grazie alla possibile doppia accezione del termine “money”. La moneta è ora diventata pressoché vicina all’immaterialità. La complessa evoluzione delle forme assunte dalla moneta e la sua separazione dalla forma originaria di merce hanno indotto molti economisti ad affermare che moneta è semplicemente ogni cosa accettata in pagamento. Posizione assunta acriticamente anche da Searle.
1 Dalla presentazione del libro di M.G. Turri: La distinzione fra moneta e denaro. Ontologia sociale ed economia. Carocci Editore 2009. 2 John Rogers Searle, nato a Denver (Usa) è un filosofo. Professore alla Berkeley University in California è noto per i suoi contributi alla filosofia del linguaggio e alla filosofia della mente. Alla base del ragionamento di Searle è che la sintassi (grammatica) non è equivalente alla semantica (significato). (N.d.r.)
Pecunia non olet Fra le tante tasse che Vespasiano impose per risanare le finanze dell’impero, ci fu persino quella sulla pipì. Ma pecunia non olet. Nella maggior parte dei caseggiati della Roma imperiale non esistevano latrine. Ce n’erano 144 pubbliche e altre gestite da privati. Questi ultimi vendevano le urine, da cui si ricavava l’ammoniaca, ai conciatori di pelle e pagavano per questo una imposta simile all’Iva, la cosiddetta centesima venalium. Vespasiano, rimproverato dal figlio Tito per quel genere di rendita, gli mise sotto il naso il denaro riscosso dal primo pagamento domandandogli se aveva cattivo odore e poiché quello diceva di no, soggiunse: “Eppure vengono dall’urina”. (Corriere della Sera del 26 Marzo 2009) » Resta pertanto il fatto che il processo di smaterializzazione trova un suo limite oggettivo: un’iscrizione telematica nella memoria di un computer. Anche facendo riferimento alle specifiche funzioni della moneta risulta evidente che il segno grafico rappresenta la condizione necessaria della sua esistenza sociale. La moneta, nella sua funzione di unità di conto, per essere tale deve essere espressa in un segno grafico: un numero. La moneta, nella sua funzione di sistema di pagamento, per essere tale deve essere supportata da un segno grafico: marchio distintivo sulla moneta metallica, firma sulla moneta cartacea, firma su assegni o bonifici, codici a barre, numeri PIN quali codici di identificazione personale. La moneta, nella sua funzione di mezzo di scambio, per essere tale deve essere supportata dagli stessi segni che sono necessari alla mone-
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ta, nella sua funzione di mezzo di pagamento. La moneta, nella sua funzione di riserva di valore, sia nella sua forma liquida (monete e banconote sotto il materasso o nel portafoglio, depositi bancari) sia nella sua forma mobiliare (titoli), necessita sempre di una firma di convalida, che la contraddistingua come tale, o di una traccia elettronica 3”. In definitiva si può dire che è di assoluto rilievo la distinzione tra il concetto di denaro e quello di moneta 4: “il denaro è il circolante accettato del mercato, ossia da tutti, in un distinto periodo storico. I gettoni telefonici, i miniassegni degli anni settanta, i buoni pasto, le caramelle date di resto al bar, le hours di Ithaca (N.Y.) sono un esempio di denaro. In antichità, prima della nascita della moneta in senso stretto, il denaro era costituito da svariate tipologie di oggetti e non solo: semi di cacao, conchiglie, barrette di ferro, spiedi, sale (da cui salario) e così via. La moneta (in senso stretto) è il circolante emesso dallo stato in un distinto periodo storico. La moneta quindi fa parte della categoria del denaro fino a quando viene accettata dal mercato. Le monete fuori corso e le monete svalutate non sono più denaro in quanto nessuno le accetta”.
Una briciola d’oro non può comprare una briciola di tempo. Proverbio Cinese
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M.G. Turri: La distinzione … Op. Cit, pp. 48-50
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Voce moneta su Wikipedia.
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Pecunia et Moneta Pecunia è il nome della divinità latina che rappresentava la dea della ricchezza e dell’abbondanza. Ma pecunia racchiude anche altri significati, dal momento che la sua etimologia latina, ci riporta a pecunĭa(m), che in lingua latina derivava da pěcus, ossia bestiame (pecora), perché anticamente gli animali, e soprattutto il bestiame allevato, rappresentavano la ricchezza posseduta e scambiabile, tramite il baratto, dagli esseri umani. Le pecore, i polli etc., rappresentavano le banconote di un tempo, in un periodo in cui ancora non vigeva l’uso delle monete. (Quark Economia, di Piero Angela, Ed. Garzanti, 1988, pag.147) L’etimologia della parola Moneta è particolarmente affascinante e si deve alla leggenda storica delle oche del Campidoglio a Roma nel 390 A.C.: essa si trovava sotto l’assedio dei Galli di Brenno; sulla cittadella del Campidoglio vi era il tempio di Giunone dove venivano allevate delle oche sacre alla dea. Una notte, al sopraggiungere dei Galli, le oche iniziarono a starnazzare e svegliarono l’ex-console Marco Manlio che diede l’allarme e sventò l’attacco grazie alle oche sacre. Manlio aggiunse al suo nome il cognomen Capitolinus. Da quel momento la dea Giunone acquisì l’appellativo di Moneta, dal verbo latino monere che sta per avvertire, ammonire, in quanto si credeva che avesse lei destato le oche per avvertire dell’arrivo dei Galli. Successivamente, verso il 269, in prossimità del tempio di Giunone Moneta sul Campidoglio venne edificata la zecca che venne messa proprio sotto la protezione della Dea Moneta. A quel punto fu il linguaggio popolare a trasmettere l’appellativo della Dea dapprima alla zecca e poi a ciò che lì si produceva. Il nomisma dei greci ed il nummus dei latini divenne quindi moneta.
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2. Il ruolo economico della moneta Si definisce quindi la moneta come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi di qualunque tipo. Gli strumenti monetari sono mezzi fisici mobili (banconote, divise metalliche) sui quali è inciso un dato di “un’unità monetaria” che esprime il valore nominale della moneta. Il potere d’acquisto della moneta è, invece, variabile nel tempo ed in relazione ai contesti storici di economie generali. L’emissione di moneta, cartacea e metallica, spetta ai nostri tempi allo Stato (tramite le Banche Centrali) che sovraintende anche alla determinazione del loro corso legale, compreso quelle straniere, e che perciò tutti sono tenuti ad accettare come pagamento. Partendo dal concetto di moneta e del suo uso la Scienza Economica ha costituito un istituto ad hoc definito Monetarismo e che è una delle più vecchie dottrine economiche 5. Essa si basa sull’idea che le variazioni della quantità di moneta in circolazione non influenzano le grandezza reali dell’economia (produzione, reddito, occupazione), ma solo quelle nominali e in particolare solamente il livello generale dei prezzi. Secondo i monetaristi l’inflazione ha sempre, come causa ultima, un’eccessiva creazione di moneta da parte delle autorità monetarie. Sul piano politico, i monetaristi sono fortemente avversi all’atti-
5 Il fatto che, agli inizi del monetarismo, la moneta si considerava neutrale,ossia che non influenza né la produzione né la distribuzione del reddito, fu messo fortemente messo in dubbio da J. M. Keynes, che dimostrò come una politica monetaria poteva avere il risultato di frenare o di stimolare la crescita attraverso l’utilizzo del tasso d’interesse. Dopo un periodo di leggera eclissi, il monetarismo ritrovò nuovo vigore con M. Friedman, capostipite della Scuola di Chicago (i cosiddetti Chicago’s boys) e premio Nobel dell’economia nel 1976.
vismo del governo in economia, in quanto ritengono che l’economia affidata all’iniziativa privata sia in grado di produrre risultati più soddisfacenti di qualunque politica economica discrezionale. Conseguentemente, sono propugnatori di regole fisse per l’attività del governo quali, ad es., una crescita monetaria costante nel tempo, predeterminata e dichiarata ufficialmente tale da vincolare, entro limiti conosciuti e non inflazionistici, le possibilità di spesa pubblica in disavanzo. Un altro istituto economico importante con alla base la moneta è la Politica Monetaria che si può definire come l’insieme degli strumenti, degli obiettivi e degli interventi adottati dalle Banche Centrali per modificare e orientare la moneta, il credito e la finanza, al fine di raggiungere obiettivi prefissati di politica economica di cui la politica monetaria fa parte.
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3. Le origini e le fasi storiche 3.1 Dal baratto allo scambio di metalli
pecora/cavallo poteva essere diverso nei vari atti di scambio). In seguito, gli atti di scambio tra gli uomini divennero più frequenti e regolari ed allora apparvero in tutta la loro evidenza i suoi inconvenienti.
L’origine della moneta si ritrova nella evoluzione degli scambi. Inizialmente lo scambio si svolgeva nella forma del baratto, e cioè di Infatti, con il baratto non sempre si riesce scambio di cosa contro cosa o – ma era assai a fare coincidere i desideri degli scambisti e raro perché nella società primitiva l’uomo non è sempre facile stabilire la misura equiera contemporaneamente produttore e convalente delle cose oggetto di scambio; inoltre, sumatore dei beni necessari alla sua esistenle difficoltà aumentano quando si tratti di za – contro servizi; tuttavia si tenga sempre beni fisicamente indivisibili, i quali debbano presente che i beni erano pochissimi, limitaessere scambiati per singole unità. Tuttavia, ti al soddisfacimento dei bisogni esistenziali con la frequenza e la regolarità degli scame i soli che, in tali condizioni, l’uomo potesse bi, anche se condotti sul tipo del baratto, i sentire. Se è pur vero che veniva attuata una prodotti cominciano a certa divisione naturale divenire merci ed acquidel lavoro (considerando stano un valore, che inil sesso, l’età, le condizioIl denaro non può compradica la quantità di merci ni fisiche), è anche vero di altro tipo che si possore degli amici, ma può proche tutto ciò che era prono ottenere in cambio di curarti una classe migliore dotto dalla comunità era una data merce. Si forma consumato dalla stessa, di nemici. perciò un mercato, nel e non formava oggetto di quale, gradualmente, gli scambio. Più tardi, con la Spike Milligan, comico, scrittore, uomini pervengono alla scoperta del fuoco e con drammaturgo, attore inglese scoperta di sempre più la sua utilizzazione nella efficienti strumenti di lavorazione dei metalli, a scambio: si può di fatto causa anche di una maggiore e più approaffermare che vi sia stata una vera e propria fondita conoscenza dell’ambiente fisico, la selezione naturale fra le varie merci che doproduttività delle varie comunità si accrebvevano fungere da equivalente rispetto alle be: il prodotto si rivelò superiore al fabbialtre merci. Dapprima i beni deperibili cosogno del gruppo, e poiché nel frattempo minciarono ad essere sostituiti con beni più erano sorti nuovi bisogni, si procedette ad facilmente conservabili; poi la merce di scaratti di scambio tra le varie comunità. In ogni sa richiesta con quella più domandata, e così caso, il baratto che vi veniva praticato aveva via. I cacciatori negoziavano pelli di animali, pur sempre carattere sporadico ed occasiole comunità agricole il grano, il granturco ed nale, rivestito di particolare solennità e lealtri prodotti del suolo. Gli Scozzesi usavano gato, in genere, all’avvicendarsi delle stagioi chiodi negli scambi, per i pastori il baratto ni. Non si può affermare che, in tale tipo di avveniva sulla base di pecore e bovini (pescambio, i beni assumessero un valore vero culio, pecunia sono, infatti, come già visto e proprio e tanto meno costante nel tempo nel riquadro, della stessa radice di pecus, e nello spazio: vi erano infatti varie ragioni pecora), i pescatori usavano nei baratti reti di scambio tra i prodotti (ad es., il rapporto
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ed ami da pesca. In definitiva la merce che meglio di ogni altra riuniva in sé i principali requisiti per lo scambio si venne ad usare come intermediaria negli scambi; e poiché essa interveniva più frequentemente delle altre nelle contrattazioni, divenne anche misura dei valori: tal merce fu chiamata moneta.
ne della stessa dando luogo, nel seno delle varie comunità ed anche nell’ambito di ogni comunità, ad una diversa distribuzione del prodotto e dando l’avvio alla differenziazione economica e sociale tra i componenti la società umana.
3.2 Dal conio alla banconota
Il processo che portò alla creazione della moCol miglioramento delle condizioni econoneta fu molto lungo. Anticamente l’economia miche si cominciarono ad usare i metalli si basava sullo scambio con prodotti naturacome mezzi di scambio, ed essi furono ben li o lavorati e bestiame, il baratto, e solo un presto preferiti ad ogni altra merce perché lungo processo di ricerca di mezzi sempre dotati di qualità idonee a conservare inaltepiù adeguati a soddisfare le esigenze dello rato il valore nel tempo scambio, portò – come si è e nello spazio e perché i visto – all’uso della monepezzi di metallo erano (e ta. Essa compare in Asia Quando avrete abbattusono) facilmente divisiMinore attorno al 640 A.C. bili in parti che rappreto l’ultimo albero, quando ad opera dei greci della sentano in proporzione avrete pescato l’ultimo peIonia sudditi del re di Liil valore del tutto. L’insce, quando avrete inquinadia. All’inizio fu utilizzata troduzione della moneta to l’ultimo fiume, allora vi una lega naturale di oro e non è quindi dovuta allo di argento che si trovava accorgerete che non si può Stato, bensì alla consuein natura e che chiamatudine, alla selezione dei mangiare il denaro. rono elettro. Successivamezzi più adatti e comumente ne fu utilizzato uno nemente accettati come Ta-Tanka I-Yotank - Toro Seduto artificiale costituito da strumenti di scambio; lo una quantità fissa di oro, Stato, tuttavia, provvide, argento e rame. Risultava così più facile lo in epoca posteriore, a disciplinare il fenomescambio delle monete di elettro con quelle di no e a darvi il crisma dell’ufficialità. Quanto oro e argento. All’ultimo re della Lidia, Creso, alle forme che la moneta ha assunto nella è stata attribuita la creazione del primo sistesua evoluzione storica, esse sono, per conma monetario bimetallico attorno al 560 A.C. seguenza, le più diverse, secondo i tempi, i Le monete erano, così, emesse in oro e argenluoghi, le condizioni dei popoli che le hanno to e non più solo in elettro. Fra loro esisteva adottate. L’introduzione della moneta come un preciso rapporto di valori. Altre comunità merce universalmente accettata ha avuto che non possedevano l’elettro utilizzarono importanti conseguenze sullo sviluppo delsopratutto l’argento. Solo nella seconda metà la società umana. La moneta ha stimolato del V secolo A.C le città-stato greche iniziarola produzione e moltiplicato gli atti di scamno a coniare monete di bronzo: infatti, con lo bio, ha esteso i mercati ed ha fatto sorgere, sviluppo dell’economia monetaria, nacque in contrapposizione all’economia primitiva, l’esigenza di avere monete anche di minor l’economia monetaria; ha facilitato la convalore. servazione della ricchezza e l’accumulazio-
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Da allora le monete di “conio” si sono diffuse e sono state utilizzate sino ai nostri giorni. Nel Medioevo si cominciarono ad usare per comodità le banconote il cui termine derivava da banco e nota: in origine, infatti, essa riconosceva il diritto del possessore della nota di ritirare il metallo prezioso (oro o argento) depositato presso un orafo-banchiere (si trattava cioè di moneta cartacea rappresentativa).
In Europa, nel periodo tra il XIX e XX secolo, si assistette addirittura ad una situazione in cui il corso della banconota aveva la preferenza sull’oro per la comodità della cartamoneta rispetto alla poca praticità della moneta metallica.
Con lo scoppio della I Guerra Mondiale ci furono forti svalutazioni delle moneta cartacea il cui apice fu toccato successivamente con il Marco tedesco della repubblica di Weimar: il finanziamento delle spese belliche era avveTuttavia il primo a introdurre l’uso di bannuto infatti attraverso l’emissione di moneta. conote di carta fu l’Imperatore cinese Hien La libera convertibilità rimase una prerogaTsung nell’806 D.C.. Tali documenti, noti grativa degli Usa, che anche per questo divenne zie a Marco Polo, erano più facili da trasporil centro dell’economia tare del metallo prezioso monetaria mondiale fino e inoltre potevano essere al 1929, anno della Granemessi anche per valori de Depressione. L’allora “La strada più lunga è quella nominali superiori al vaPresidente Usa effettuò che va dal cuore alla tasca” lore del metallo prezioso una svalutazione a fredcustodito dagli orafi bando accompagnata da 6 chieri . La carta moneAntico detto ebraico in altre drastiche misure ta si affermò in Europa La teoria della Felicità Economica cui seguì la fine del cosolo con Napoleone che siddetto gold standard, impose in tutta Europa ossia si stabilì che le monete d’oro non aveval’uso delle banconote, e che si consideravano no più corso legale negli Stati Uniti, e la gente come un sempre possibile sostituto della modovette convertire le proprie monete d’oro in neta metallica, essendo sempre possibile la altre forme di valuta e inoltre implicò anche riconversione in oro. Si arrivò pertanto, nei la fine della regola per cui la valuta cartacea momenti di crisi, a stabilire il corso forzoso, degli Stati Uniti poteva essere scambiata con cioè la sospensione ex lege della convertibioro in tutte le banche della nazione. lità. 6 La prima banconota cinese pervenutaci è il 1000 Cash, emessa sotto la dinastia Ming nel periodo della Grande Guerra (1368-1398). Il Cash fu la prima banconota che garantiva il pagamento a vista in qualsiasi momento. Marco Polo (1254-1324) riportò dalla Cina la notizia dell’uso della carta come moneta. Nel Milione racconta che il Gran Khan faceva fabbricare grandi quantitativi di cartamoneta utilizzando la scorza del gelso e vi facesse imprimere il suo sigillo e che venisse usata per ogni forma di pagamento. Quando la cartamoneta era logora veniva cambiata con un biglietto nuovo, per questa operazione si pagava una commissione del 3%.
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La centralità dell’oro venne comunque successivamente ribadita nel sistema internazionale noto come gli Accordi di Bretton Woods e terminò nel 1971 quando gli Usa dichiararono la fine di ogni rapporto di conversione tra banconote e oro (passando definitivamente alla moneta cartacea convenzionale). Ciononostante su alcune banconote è rimasta per lungo tempo una scritta che ricordava l’antico diritto del portatore di ricevere metallo prezioso presentando la banconota posseduta.
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4. Il sistema aureo Il sistema aureo - gold standard - venne introdotto tra i principali paesi capitalistici all’inizio del XIX secolo fino al 1914. Esso comportava cambi fissi, in quanto ciascuna valuta aveva un valore espresso in oro e la banca centrale era impegnata a convertire in oro qualunque ammontare di valuta nazionale. I mezzi di pagamento internazionale accettati tra le Banche Centrali erano limitati all’oro e alla valuta nazionale principale, la sterlina inglese. Dal 1880 in poi, il sistema divenne esteso e complesso. Nonostante vi fossero poche regole scritte e nessuna autorità sovranazionale, esso fu sorprendentemente stabile fino alla crisi della sterlina alla vigilia della I guerra mondiale. Per molti studiosi esso è ancora oggi sinonimo di sviluppo ordinato e stabilità internazionale. Tra la I e la II guerra mondiale vi fu un periodo di forte instabilità valutaria e di sostanziale assenza di un vero e proprio sistema monetario internazionale. Molti paesi furono incapaci di mantenere gli impegni necessari al funzionamento del sistema aureo e passarono al regime di fluttuazione. Una delle ragioni furono i conflitti degli interessi nazionali in diverse parti del mondo, in particolare quelli tra paesi in via d’industrializzazione, come gli Stati Uniti e alcuni paesi latino-americani, che volevano giovarsi della loro capacità di esportare merci e importare capitali, e paesi capitalistici più maturi o indeboliti dalla guerra, come Gran Bretagna, Francia e Germania, che volevano proteggere le loro produzioni nazionali. L’instabilità valutaria e monetaria di quel periodo fu una delle cause della profonda crisi economica mondiale degli anni ‘30. Il sistema del dollaro - dollar standard - è noto anche come sistema di Bretton Woods (vedi riquadro precedente). L’esperienza degli anni ‘30 influì molto sugli economisti e gli uomini politici, e sulla loro determinazione a ricreare
un sistema internazionale ordinato e orientato alla stabilità e allo sviluppo, in particolare attraverso l’influsso intellettuale di John M. Keynes. Poiché il sistema aureo apparve troppo rigido e privo di adeguati supporti sovranazionali, venne concepito un sistema di cambi fissi in cui solo il dollaro era ufficialmente convertibile in oro, tutte le altre valute erano quotate in dollari ad un tasso prefissato e al FMI (Fondo Monetario Internazionale) venne affidato il compito di aiutare con mezzi di pagamento propri (diritti speciali di prelievo) le Banche Centrali che dovessero avere riserve insufficienti per rispettare gli accordi di cambio. Il sistema prevedeva anche controlli delle autorità nazionali sui movimenti di capitali per evitare attacchi speculativi. Il sistema di Bretton Woods entrò in crisi, come visto, nella seconda metà degli anni ‘60 e venne abbandonato nel 1971, quando il governo degli Stati Uniti dichiarò di non essere più in grado di convertire in oro la massa dei dollari in circolazione come previsto dagli accordi.
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Da allora il dollaro è una valuta fluttuante, gli Stati Uniti non hanno più preso accordi internazionali vincolanti in campo valutario, hanno sempre più accentuato gli spazi di autonomia nazionale e la deregolamentazione del sistema monetario internazionale. La maggior parte dei paesi europei occidentali ha invece cercato più volte di reinstaurare gli accordi di cambio. L’esperienza più significativa è stata quella del Sistema Monetario Europeo, avviato nel 1979 e culminato con la creazione della moneta unica europea nel gennaio del 1999, l’Euro (€), non senza però due serie
crisi intermedie nel 1992 (allorché la lira italiana e la sterlina inglese uscirono temporaneamente dal sistema) e 1993. Le vicende dei paesi extra-europei nel corso dell’evoluzione recente del sistema monetario internazionale sono state contraddittorie. Non sembra esservi un legame certo e stabile tra la scelta del regime valutario e le possibilità di sviluppo economico: al contrario, quale sia il regime migliore sembra dipendere fortemente dal contesto internazionale e dalle circostanze interne.
Pecunia si uti scis ancilla, si nescis domina Il denaro è tuo servo se lo sai dominare, altrimenti diviene il tuo padrone Scritta sull’architrave di un portale in marmo della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno ed Ancona
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Cambi fissi e cambi flessibili “L’eterno dilemma per i governi dei vari Stati è sempre stato la scelta del sistema di cambi da utilizzare nella regolamentazione degli scambi tra Stati e attività di mercato. Cambi fissi o cambi flessibili? Entrambi i sistemi hanno infatti pregi e difetti. In un sistema a cambi fissi, infatti, il processo di riequilibrio della bilancia dei pagamenti è devoluto alla variazione nei prezzi interni dei vari Stati che devono essere reattivi ed adattabili alle trasformazioni produttive necessarie per l’eliminazione delle posizioni deficitarie o eccedentarie. Supponiamo, ad es., il sistema gold standard ed un Paese che abbia un’eccedenza di importazioni con un saldo deficitario nella bilancia dei pagamenti che sia costretto ad attingere alle sue riserve auree per colmare questo disavanzo. Da questa fuoriuscita di oro (o biglietti) per i pagamenti sarebbe derivato un declino nella quantità di moneta e, secondo i dettami delle teorie quantitative, una riduzione nel livello dei prezzi. Nel Paese eccedentario si avrebbe avuto l’opposto, ossia un aumento della circolazione di moneta ed un conseguente rialzo dei prezzi. Questi due fattori avrebbero comportato una diminuzione di competitività nel Paese eccedentario per le esportazioni e contemporaneamente un aumento nel Paese deficitario delle sue esportazioni tali da riportare il sistema all’equilibrio. Se da un lato, quindi, la stabilità dei cambi favoriva lo sviluppo degli scambi internazionali, dall’altro presupponeva un adattamento nelle economie interne nel livello dei prezzi che molto spesso generava disoccupazione e in genere la sottoutilizzazione delle risorse disponibile 1” Il sistema dei cambi fissi è, di conseguenza, un ordinamento monetario internazionale in cui le Banche Centrali dei paesi membri fissano i limiti minimi e massimi di oscillazione delle valute aderenti garantendone il rispetto con opportuni interventi sul mercato. Il principale sistema a cambi fissi fu istituito nella conferenza di Bretton Woods (vedi riquadro precedente). Il sistema dei cambi flessibili è identificabile in una situazione internazionale in cui le monete fluttuano liberamente secondo la domanda e l’offerta. Le Banche Centrali intervengono soltanto se lo ritengono opportuno, ma senza fissare alcun limite alle oscillazioni.
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Gli Accordi di Bretton Woods Quasi al termine della II Guerra Mondiale tutte le nazioni che stavano vincendo la guerra (quarantaquattro Stati, tutti nemici dell’Asse - Germania, Italia e Giappone) si riunirono in una conferenza tenutasi a Bretton Woods (New Hampshire, Stati Uniti) dall’1 al 22 luglio 1944 per favorire il futuro ordine economico mondiale dopo la conclusione della guerra, e per dare un sostituto alla Sterlina inglese che fino ad allora era stata la moneta regolatrice degli scambi in gran parte del mondo, ma decaduta a seguito delle vicende belliche. Il loro obiettivo era quindi di promuovere istituzioni internazionali capaci di favorire fra gli Stati una politica monetaria e commerciale che potesse corrispondesse ai bisogni e risolvesse i problemi del mondo futuro. Da questi accordi sono nati il Fondo monetario internazionale (FMI), con lo scopo di facilitare il commercio fra gli Stati e di stabilizzare i cambi, e la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRD) ed altre Istituzioni. Più in profondità, uno dei principali problemi affrontati fu il ripristino delle condizioni di convertibilità delle monete e la creazione di un sistema di compensazione multilaterale delle bilance dei pagamenti al termine della guerra. Ispiratore degli accordi fu J.M. Keynes che, in considerazione della negativa esperienza delle politiche di stabilizzazione seguite alla Prima guerra mondiale, aveva proposto nel 1942 la creazione di una Unione di compensazione internazionale. Questa doveva operare come stanza di compensazione per le bilance dei pagamenti degli stati membri e come banca per intervenire con aperture di credito a favore dei paesi in temporaneo disavanzo. L’Unione avrebbe avuto una propria unità monetaria, il bancor 1, che, col tempo, avrebbe potuto sostituire l’oro come strumento della finanza internazionale. Il piano non andò in porto e fu modificato per volontà degli Stati Uniti. Gli accordi prevedevano infatti un regime di cambi fissi fra le monete sulla base della loro convertibilità in oro o in altra valuta convertibile e la creazione di due organismi di cooperazione per favorire lo sviluppo dei paesi membri e agevolare l’equilibrio delle bilance dei pagamenti: la Banca mondiale (o Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo) e il Fondo Monetario Internazionale. Alla fine della guerra fu il dollaro a divenire la moneta di riferimento per i pagamenti internazionali, mentre l’Unione Sovietica e i paesi satelliti si ritirarono dagli accordi. Nel 1971, con la dichiarazione unilaterale statunitense di inconvertibilità del dollaro in oro ebbe fine il regime di cambi fissi instaurato dagli accordi, che nel frattempo aveva consentito uno straordinario sviluppo ai paesi che vi avevano aderito. L’apertura di un mercato libero dell’oro alla fine degli anni Sessanta e la decisione del presidente statunitense Nixon di sospendere la convertibilità del dollaro in oro (15 novembre 1971) misero in crisi il sistema valutario concordato a Bretton Woods. Si trattava di un sistema di cambi fissi basato sulla convertibilità del dollaro in oro al prezzo fisso di 35 dollari l’oncia. Nel marzo 1973 venne definitivamente abbandonato e sostituito da un sistema basato sulla fluttuazione controllata dei cambi. 1 Il bancor (banque-or, oro di banca) e doveva essere definito in oro, con una parità che non avrebbe dovuto essere definitiva, bensì prontamente aggiustabile onde contrastare le oscillazioni di prezzo dell’oro.
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5. Le varie modalità di moneta Poiché la moneta svolge nei sistemi economici varie funzioni, possono essere definiti diversi aggregati monetari in relazione alle funzioni che vengono prese in considerazione per stabilire se un’attività finanziaria può essere considerata quasi-moneta. Con gli aggregati monetari si valuta l’insieme complessivo, in un determinato momento di un sistema economico, della moneta e delle attività finanziare che possono avere la stesa funzione della moneta stessa. Gli aggregati monetari vengono normalmente indicati con le seguenti sigle:
M0 (Base monetaria) rappresenta la somma circolante di tutte le banconote e monete metalliche legali presenti in un sistema economico in un determinato momento e detenute dal pubblico e dal privato (per esempio alcune banche con le loro riserve), ossia le banconote e le monete metalliche che per legge devono essere accettate in pagamento, e le attività finanziarie convertibili in moneta legale rapidamente e senza costi. Quindi vale la formula: M0 = circolante + riserve. M1 (Liquidità primaria) rappresentato dalla somma delle monete e banconote (circolante) e i depositi a vista che altro non sono che i depositi in conto corrente pagabili a vista. Quindi l’aggregato monetario M1 ha come caratteristica quella di essere convertito rapidamente in contante e di poter essere trasferito attraverso assegni e bonifici. Vale la formula: M1 = circolante + depositi a vista. M2 (Liquidità secondaria) rappresenta quelle attività finanziarie con una elevata liquidità e valore certo futuro imminente come alcuni tipi di depositi bancari (depositi a risparmio a breve termine o postali, non tra-
sferibili a vista mediante assegno). Quindi: aggregato monetario M2 = aggregato monetario M1 + depositi a breve. M3 l’aggregato monetario comprende M2 più tutte le attività finanziarie meno liquide come i pronti contro termine, obbligazioni con scadenza inferiore a 2 anni, B.O.T. (Buoni Ordinari de Tesoro). Da sottolineare che gli aggregati monetari sono generalmente utilizzati per determinare la politica economica di un paese e che l’aggregato monetario misurando l’offerta di moneta in un determinato momento influenzerà sia il tasso di interesse che l’inflazione di un sistema economico. L’individuazione delle attività finanziarie che rientrano nelle suddette definizioni può variare da un sistema economico all’altro, in relazione alle abitudini, alle consuetudini e alla regolamentazione giuridica esistenti in ciascuno. Per l’area dell’Euro, la Banca Centrale Europea ha definito:
M1 come la base monetaria (M0) più i de-
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positi a vista (compresi i depositi overnight); a fine novembre 2008 ammontava a 3.970 miliardi di Euro, di cui 704 miliardi rappresentati dal circolante; M2 come M1 più i depositi con scadenza fissa fino a 2 anni e i depositi rimborsabili con preavviso fino a 3 mesi; a fine novembre 2008 ammontava a 8.003 miliardi di Euro; M3 come M2 più i pronti contro termine, le obbligazioni con scadenza fino a due anni, le quote di fondi di investimento monetario ed i titoli di debito con scadenza fino a 2 anni; a fine novembre 2008 ammontava a 9.364 miliardi di Euro. La BCE ha scelto ufficialmente M3 come aggregato di riferimento per la politica monetaria di controllo dell’inflazione perché:
- è un aggregato ampio che permette una correlazione tra moneta e prezzi più signifi-
cativa: è quindi più affidabile come indicatore anticipatore del livello dei prezzi. - il valore di riferimento per la crescita di M3 è stato definito in modo da risultare coerente con l’obiettivo di stabilità dei prezzi: scostamenti notevoli o protratti al valore segnalerebbero pertanto la presenza di rischi per la stabilità dei prezzi nel medio periodo. - nel dicembre 1998 il Consiglio direttivo a ha fissato il valore di riferimento al 4,5% annuo. Dal 1999 ad oggi il tasso di crescita effettivo dell’aggregato si è comunque collocato al di sopra del valore di riferimento. In realtà, lo strumento concretamente e abitualmente usato dalla BCE per controllare l’offerta di moneta e il livello dei prezzi è la manovra del tasso ufficiale di interesse, per cui il controllo di M3 risulta essere, di fatto, un obiettivo intermedio e consequenziale.
6. Quanti “valori” può avere la moneta? È bene anche fare un richiamo, sebbene minimo, al valore della moneta (intrinseco, nominale ed estrinseco): al termine valore della moneta possono, infatti, attribuirsi significati diversi; si può, in conseguenza, parlare di:
Valore legale o nominale che è il valore attribuito alla moneta dalle leggi dello Stato che regolano l’emissione e la circolazione; è il valore che la moneta reca impresso, è da tutti riconosciuto ed è scarsamente soggetto a variazioni; Valore reale ovvero il potere di acquisto della moneta (cioè la quantità di beni e servizi
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che in un dato momento può essere acquistata con l’impiego della moneta). Valore intrinseco che è il valore della moneta considerata come metallo. Corrisponde al valore della quantità di fino da cui essa è formata. Tale valore riguarda però esclusivamente la moneta metallica, poiché quella cartacea, come ognuno ben sa, ha un basso valore intrinseco (solo la carta filigranata, il colore, il disegno e la stampa). Il valore intrinseco della moneta è soggetto a variazioni nella misura in cui varia il prezzo del metallo. Rispetto al valore intrinseco, la moneta può
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assumere tre posizioni ed essere rispettivamente:
Moneta forte se il valore intrinseco è superiore a quello legale; Moneta perfetta se il valore intrinseco corrisponde al valore nominale, dedotte le spese di coniazione; Moneta debole se il valore intrinseco risulta inferiore al valore legale. Tra le prime due definizioni c’è una differenza fondamentale: spesso infatti valore reale e valore nominale non coincidono, poiché il valore nominale non è altro che un numero mentre il valore reale è l’effettivo quantitativo di ricchezza della quale disponiamo. Il fenomeno che influisce su questa diversità è l’inflazione, cioè un continuo aumento dei prezzi che provoca un deprezzamento della moneta: il valore nominale della moneta rimane uguale mentre il valore reale diminuisce. Di conseguenza se si dispone di una banconota di € 100,00 (valore nominale) apparentemente si ha un potere di acquisto costante (dato che il valore nominale non cambia), ma questo valore non è il valore effettivo del bene e cambia nel tempo perché l’inflazione fa si che il valore reale non coincida più con quello nominale: con la banconota si potranno acquistare beni che costano € 100,00, ma il loro prezzo prima che il tasso di inflazione aumentasse era minore, quindi a parità di banconota possiamo comprare una quantità di beni che ha un valore effettivo minore. All’aumentare dei prezzi, il potere di acquisto della moneta diminuisce. Perciò per ricavare il valore monetario reale bisogna ricorrere agli strumenti per la misurazione del tasso di inflazione poiché in questo modo si può sapere a quanto ammonta l’aumento dei prezzi e il deprezzamento della moneta. L’entità
dell’inflazione si misura attraverso:
indice dei prezzi all’ingrosso: transazioni commerciali tra imprese, rapporti tra produttore – grossista e grossista – dettagliante (è utile per stabilire la posizione, ad es. dell’Italia verso l’estero); indice dei prezzi al consumo: transazioni commerciali tra dettaglianti – consumatori, cioè tra imprese e famiglie (è l’indice più usato); indice del costo della vita: transazioni tra dettaglianti – consumatori (è molto simile al precedente ma se ne differenzia per la diversa ponderazione: entrambi gli indici devono essere diversamente ponderati quando la composizione del paniere dei beni subisce una variazione).
Glossario 1 Pil e reddito procapite nella determinazione delle realtà economiche Inflazione: è l’aumento generale del livello dei prezzi. Le teorie relative alle cause che la determinano sono generalmente raggruppate in due categorie: - teorie basate sulla spinta dei costi (inflazione da costi) - teorie basate sull’impulso della domanda (inflazione da domanda). L’inflazione da costi è dovuta ad aumenti di costi di produzione derivanti da aumenti sala-
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riali che conducono ad incrementi di prezzi. L’inflazione da domanda è dovuta invece ad un’eccedenza della domanda globale dei beni e dei servizi sull’offerta globale. In questa categoria si può includere l’eccesso di offerta di moneta che determina squilibrio tra mezzi di pagamento in circolazione e beni offerti sul mercato. Molteplici sono le conseguenze dell’inflazione: il livello dei prezzi tende a salire, il potere d’acquisto diminuisce, i debitori sono avvantaggiati nei confronti dei creditori, i cambi esteri tendono al rialzo, i lavoratori a reddito fisso sono danneggiati per la diminuzione del salario reale.
Svalutazione: è la diminuzione del prezzo di una moneta espresso in termini delle altre monete, sia per effetto di un atto ufficiale (fissazione di un nuovo prezzo ufficiale) sia per effetto delle tendenze di mercato nel caso di cambi fluttuanti.
Deflazione: É la riduzione del livello assoluto dei prezzi. La deflazione può essere buona, quando la diminuzione dei prezzi è dovuta ad abbondanza di offerta: generoso raccolto agricolo o progressi tecnologici o salto di qualità nella concorrenza. Basti pensare alle riduzioni dei prezzi dei Pc o agli effetti della liberalizzazione delle telecomunicazioni. E’ cattiva quando è causata c’è bassa domanda: basti pensare alla stagnazione dell’economia giapponese negli anni Novanta. La deflazione cattiva è una specie di anoressia dell’economia e complica la politica monetaria, perché per stimolare l’economia bisognerebbe spingere i tassi d’interesse sotto lo zero, cosa che non è possibile. Ma c’è anche chi è contento della deflazione: più deflazione c’è, più aumenta il potere d’acquisto dei redditi fissi
Stagnazione: Fase di arresto della crescita economica e può riferirsi o ad un fattore della domanda in particolare (investimenti, esportazioni, consumi, ecc.), oppure all’attività economica in generale.
Esiste poi la Svalutazione mascherata che è un fenomeno che si verifica quando le autorità di un paese, pur non sanzionando ufficialmente la svalutazione della propria moneta, adottano determinate misure che ne producono in pratica gli stessi effetti. Un esempio possono essere degli inasprimenti fiscali che diminuiscono il potere d’acquisto dei cittadini.
Stagflazione: Deriva dal termine inglese che unisce due parole: stagnation e inflation. Descrive una situazione in cui il ristagno dell’attività produttiva tipico delle fasi discendenti del ciclo economico si accompagna in maniera anomala al persistere di sintomi inflazionistici, tipici delle fasi ascendenti e soprattutto dell’ultima fase di un boom economico. In altri termini la stagflazione è data da un simultaneo aumento dei prezzi (provocato dalla diminuzione del valore della moneta) e della disoccupazione (che denota stagnazione).
7. Altri tipi di moneta Le monete di carta e di conio non sono le uniche forme di pagamento attualmente in vigore, anche se si fa riferimento sempre a loro come unità. A fianco dei classici modi di pagamento per ammontare di un certo quantitativo come assegni bancari e circolari, bonifici bancari, ecc., definita moneta bancaria, si ha,
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infatti, non da moltissimi anni la moneta telematica, ossia quel denaro scambiato tramite l’internet banking e Internet in generale per le transazioni, la moneta elettronica usata tramite le Carte di Credito, i Bancomat, il Fast Pay, Telepass, e così via, la moneta subordinata come l’uso dei buoni pasto e similari.
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Tutte queste modalità di pagamento fanno sì che si usa sempre meno il contante sia per comodità e per una semplificazione della vita, sia per ragioni di sicurezza (di fatto all’estero quasi tutto viene acquistato dalla moneta elettronica), e sia per ragioni di politiche della sicurezza, con la sua tracciabilità (riciclaggio di denaro sporco, evasioni fiscali, ecc.) e tante altre cose. Interessante sarebbe poi dire sulle varie monete mondiali, sulla storia e sulla numismatica e così via, ma evidentemente non è questa la sede opportuna.
Glossario 2 Varie accezioni di moneta Moneta amministrata: indica la valuta di un paese la cui quantità è regolata dalle autorità monetarie; Moneta bancaria: è l’insieme dei c/c depositati presso le banche ordinarie che funzionano come moneta in quanto gli assegni tratti su questi c/c vengono accettati normalmente come mezzi di pagamento nei rapporti commerciali, mentre la moneta legale (banconote e moneta metallica) è sempre più relegate alle piccole spese quotidiane; Moneta calda: espressione colorita usata per indicare quei capitali a breve termine che si spostano velocemente tra i diversi paesi a causa delle incertezze relative alla stabilità dei cambi o alla sicurezza dei capitali; Moneta cartacea: banconote accettabili a vista emesse dalle Banche Centrali; Moneta commerciale: è un tipo di moneta
imperfetta, detta anche moneta scritturale, in quanto non è di taglio definito e il suo valore viene di volta in volta scritto dall’emittente: sono monete commerciali gli assegni bancari e circolari, i vaglia postali, le cambiali, le carte di credito;
Moneta corrente: qualunque forma di moneta accettabile come legale; Moneta costante: modo di esprimere una statistica in una forma che neutralizza gli effetti di distorsione dovuti alle variazioni nel potere di acquisto di una moneta; una statistica relativa alle vendite, alle spese di consumo, o alla produzione, ad es. l’ammontare fisico di beni e servizi venduti, acquistati o prodotti durante un dato periodo di tempo, valutati ai prezzi esistenti in un istante determinato; Moneta debole: è la moneta il cui valore nominale è superiore a quello metallico o intrinseco; Moneta di conto: per evitare gli effetti dell’inflazione della moneta nazionale su un pagamento futuro (per es. una rateazione) la prestazione viene calcolata su una moneta estera, detta moneta di conto, caratterizzata da una maggior stabilità di valore; il regolamento può essere effettuato in moneta nazionale, ma dopo averne rapportato il valore della moneta estera prestabilita, in base al cambio del giorno. Le unità in cui la moneta è misurata sono generalmente impiegate come unità nelle quali si registrano conti, attività finanziarie; Moneta divisionaria: sono gli spiccioli, la moneta di piccolo taglio coniata generalmente in metalli non preziosi, il cui valore intrinseco è notevolmente inferiore al valore nominale impresso sulla moneta stessa;
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Moneta d’oro: o in lega aurifera; alcune monete d’oro vengono ancora usate come mezzo di pagamento (Sudafrica e Canada) anche se la maggior parte di esse ha solo un valore numismatico; Moneta fiduciaria: sono depositi in c/c accesi presso le banche ordinarie e suscettibili di trasferimento mediante assegni e ordini di bonifico (definizione M1). La moneta fiduciaria è create dalle banche ordinarie nelle attività di intermediazione finanziaria: il processo può essere così sintetizzato: la Banca Centrale emette i biglietti (base monetaria), concedendo crediti al Tesoro e alle banche ordinarie; i biglietti entrano in circolazione quando, ad es., il Tesoro effettua pagamenti; una parte di essi viene depositata presso le banche che a loro volta concedono credito o acquistano titoli reimmettendo in circolazione una parte dei biglietti ricevuti; questi possono ritornare in tutto o in parte presso le banche ordinarie che se ne avvalgono per nuovi prestiti e così via.; moneta forte: è la moneta il cui valore nominale è inferiore a quello metallico o intrinseco;
Moneta imperfetta: appartengono a questa categoria la moneta divisionaria, la carta moneta e la moneta commerciale; Moneta inconvertibile: non è convertibile ne restituibile in oro o argento, ma solo in altre monete dello Stato; è una promessa di pagamento da parte del governo o dell’ente di emissione; gli assegni bancari e le cambiali non costituiscono moneta legale; Moneta legale: indica la moneta che per legge è accettata come mezzo di pagamento finale di debiti e obbligazioni commerciali;
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Moneta manovrata: una moneta si dice manovrata quando le autorità di governo influiscono sul tasso con acquisti e vendite della propria moneta o con altri mezzi; Moneta metallica: è la moneta coniata in metallo e avente quindi, diversamente dalla moneta cartacea, un valore intrinseco, caratteristico della moneta-merce; oggi ha perso importanza e rappresenta soltanto una piccolissima frazione della quantità complessiva di moneta; Moneta perfetta o moneta tipo: è la moneta il cui valore nominale è uguale a quello metallico; si contrappone alla moneta imperfetta; Moneta scritturale: averi in banca o in c/c postale, in qualsiasi momento disponibili per trasferire la titolarità del credito ad altri o per essere convertiti in moneta legale; Moneta sottovaluta: una moneta il cui tasso di cambio è superiore al suo livello di mercato libero o al livello di equilibrio che si prevede essa raggiunga in un periodo lungo;
Moneta vera: moneta coniata in oro o argento; la scelta di questi due metalli, soprattutto dell’oro, è stata dettata da alcune caratteristiche: l’omogeneità, per cui tutto l’oro del mondo presenta generalmente lo stesso grado di qualità; l’inalterabilità fisica e chimica per cui acidi, agenti atmosferici, decorso del tempo, passaggio di mano in mano difficilmente riescono a logorarli; la stabilità di valore; la malleabilità, per cui l’oro ben si presta ad essere coniato; l’utilità e il valore, per cui l’oro, come l’argento, serve anche per fini diversi dalla coniazione; la divisibilità, per cui l’oro viene diviso in frammenti questi conservano proporzionalmente il loro valore.
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Conclusione La carrellata fatta sulla moneta, seppur breve per definizione, ci si augura abbia fatto capire la complessità assoluta del problema: la relazione economica è sempre difficile, sebbene dovrebbe essere sempre nel segno della reciprocità e del rispetto (la parola credito nel sistema bancario è indice di fiducia, di relazione sincera e non solo di dazione di denaro). Alla base dello scambio si è affermato un intermediario, il denaro, che sicuramente ha facilitato la crescita economica e il ben-avere, ma non sempre il ben-essere. Inevitabilmente sulla moneta si sono innestate delle normative, teorie, visioni politiche, ideologie che permangono anche oggi. Anzi, il fatto che oggi si sia un benessere generalizzato (ma solo nei paesi ricchi e che vivono incredibilmente al di sopra della media mondiale) comporta da una parte il conservatorismo di chi non vuol cedere o ridistribuire la ricchezza accumulata e dall’altra la voglia di riscatto sociale, di emancipazione dalla povertà (e dalla miseria). Chi vincerà? Si potrà arrivare ad equi compromessi? Si vedrà. Per il momento le esperienze anche di come quelle delle monete complementari (se ne parlerà in una prossima scheda), la Finanza Etica (di cui si è già scritto) e così via, dimostrano che c’è una voglia di cambiamento, di un riconquista dei propri destini di uomini e di donne che vogliono lavorare e vivere e dimostrare che la persona umana può generare non solo uno sterile arricchimento e/o rendita, ma ricchezza vera, quella che si coniuga con cultura e responsabilità, magari anche con ricchezza spirituale.
Marinus van Reymerswaele, Esattore di tasse con la moglie, Alte Pinakothek, Monaco, particolare
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BIBLIOGRAFIA Numerosi in letteratura sono i saggi sulla moneta, a cominciare dai classici (come di J, M. Keynes: Saggio sulla Riforma Monetaria - A Tract on Monetary Reform, 1923 - e Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta - The General Theory of Employment, Interest and Money, 1936; gli scritti di M. Friedman - J. A. Schwartz,: Il dollaro. Storia monetaria degli Usa (1867-1960)”, UTET, 1979; Milton Friedman, Manovre monetarie, Garzanti Libri, 1992 e Metodo, consumo e moneta, Il Mulino, 1996; gli scritti di Franco Modigliani: Reddito, interesse, inflazione, Einaudi, Torino, 1987; Consumo, risparmio, finanza, Il Mulino, Bologna, 1992; J.A Schumpeter Trattato della moneta: capitoli inediti Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1996 e tanti altri) cui si rimanda. In questa scheda vengono presi libri più semplici e divulgativi e di vario interesse come: - AA.VV.: Economie di carta. Finanza internazionale e poteri multinazionali. Emi, 1998 - AA.VV: La moneta dell’impero. Ed. Ombre Corte, 2002 - (numero monografico): Denaro, Ricchezza, uso dei beni. Rivista Parola Spirito e Vita. Quaderni di lettura biblica. EDB, semestrale – n°2 Luglio/Dicembre 2000. - ARCHIAT P.: Uomo e denaro. L’arte di riaccordare ogni giorno talenti e bisogni. Verlang, 2003 - BARANES A. e MILANO R.(a cura di): Guida per risparmiatori. Come investire per lo sviluppo nei paesi del Sud del Mondo. 2009. Edizione a cura della Fondazione Culturale Responsabilità Etica. - BAZOLI G.: Mercato e disuguaglianza. Il Pellicano rosso, 2006. - BELLI F.: Il denaro e l’etica (un appunto), in Etica e Finanza, a cura di S. Signori, G. Rusconi e - M. Dorigatti, Franco Angeli, 2005 - BENCIVENGA R.: Il fattore D. La storia del denaro dalle origini ai nostri giorni. Sperling & Kupfer, 1998 - BOFFITO C.: Enciclopedia Einaudi, voce Moneta, 1980 - CAMPANELLA F. (a cura di): Guida ragionata all’Economia. Ed. Il Sole 24 Ore ore, 1988 - CASTRONOVO V. (a cura di): Storia dei fatti economici: gli ultimi 50 anni nel mondo. Supplemento al n° 20 de il settimanale Il Mondo del 15 Maggio 1981 - CASTRONOVO V. (a cura di): Storia dell’economia mondiale. 12 volumi. Ed. Il sole 24 Ore, 2009 - CENTRO STUDI La permanenza del Classico: Regina Pecunia. Libri ARENA, Bologna 2009 - CIPOLLA C.M.: La storia economica, Il Mulino, Bologna, 2005 - CIPOLLA C.M.: Introduzione alla storia economica, Il Mulino, Bologna, 2003 - CIPOLLA C.M.: Moneta e civiltà mediterranea, Neri Pozza, Venezia, 1957 - ENCICLOPEDIA Le Garzantine – Volume sulla Finanza, voce moneta. Milano 2006 - ERCOLANI COCCHI E.: Dal baratto all’euro. Storia della moneta dalle origini ai giorni nostri. Con CD-ROM. Editoriale Olimpia 2003 - FERGUSON N.: Ascesa e declino del denaro. Una storia finanziaria del mondo Mondadori, 2009 - GODHART C.A.E.: Moneta, informazione e incertezza. Il Mulino, 1994 - KRUGMAN P. R., OBSTFELD M.: International Economics: Theory and Policy, Addison Wesley, 2002 - KURTZMAN J.: The death of money: how the electronic economy has destabilized the word’s
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SITOGRAFIA www.wikipedia.it Voce moneta www.forexmercati.com www.monetaecivilta.it/
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La Fondazione Culturale Responsabilità Etica (www.fcre.it) è stata fondata da Banca Etica per promuovere nuove forme di economia sostenibile, per diffondere i principi della finanza eticamente orientata, per analizzare il funzionamento della finanza e proporre soluzioni nella direzione di una maggiore sostenibilità. Per realizzare questi obiettivi, la Fondazione lavora in rete e partecipa alle iniziative e alle campagne delle organizzazioni della società civile in Italia e a livello internazionale. Nell’ambito delle proprie attività, la Fondazione ha deciso di proporre queste schede “capire la finanza”. Le schede provano a spiegare in maniera semplice i principali meccanismi e le istituzioni del panorama finanziario internazionale, dalle istituzioni internazionali ai paradisi fiscali, dai nuovi strumenti finanziari alle banche e alle assicurazioni. Con queste schede ci auguriamo di dare un contributo per comprendere le recenti vicende in ambito finanziario e per stimolare la riflessione nella ricerca di percorsi alternativi. Le schede sono realizzate in collaborazione con il mensile Valori e con la CRBM. Valori (www.valori.it) è un mensile specializzato nei temi dell’economia sociale, della finanza etica e della sostenibilità. E’ tra le testate più autorevoli in Italia a trattare questioni complesse e “difficili” relative al mondo dell’economia e della finanza in maniera approfondita ma al tempo stesso comprensibile: denunciandone le ingiustizie, evidenziandone le implicazioni sui comportamenti individuali e sulla vita della società civile a livello sia locale che globale, e promuovendo le esperienze, le progettualità e i percorsi dell’economia sociale e sostenibile. La CRBM (www.crbm.org) lavora da oltre 10 anni per una democratizzazione ed una profonda riforma ambientale e sociale delle istituzioni finanziarie internazionali, con un’attenzione particolare agli impatti ambientali, sociali, di sviluppo e sui diritti umani degli investimenti pubblici e privati dal Nord verso il Sud del mondo, in solidarietà con le comunità locali che li vivono in prima persona ed all’interno di numerose reti della società civile internazionale. La Fondazione Culturale, CRBM e Valori sono anche tra i promotori dell’Osservatorio sulla Finanza, uno strumento di informazione critica sulla finanza e l’economia: www.osservatoriofinanza.it Per contatti e per maggiori informazioni: info@fcre.it