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Callipo, tra multicanalità e sostenibilità
di Gianpiero Margiotta
L’emergenza Covid ha totalmente sconvolto l’economia mondiale. I settori sono stati colpiti in maniera eterogenea e il mercato delle conserve ittiche si è confermato essere uno dei pochi che ha ben resistito all’impatto, a volte addirittura raggiungendo risultati migliori di quelli auspicabili in tempi normali.
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Uno dei primi segnali positivi del settore è stato documentato dalla ricerca “Il consumo di tonno in scatola durante il lockdown”, che l’Associazione Conservieri Ittici e delle Tonnare ha commissionato alla Doxa. Dallo studio è emerso che dal marzo 2020, nelle settimane dall'inizio dell'emergenza, i consumi di tonno in scatola sono incrementati del +33,6%.
Durante questo lungo periodo realtà imprenditoriali come l’azienda ittica Callipo hanno attraversato fasi diverse di produzione, dal concitato ciclo di impatto iniziale ai flussi di adattamento alle nuove condizioni. Raccogliamo le considerazioni di Giacinto Callipo, proprietario dell'omonima azienda e rappresentante della quinta generazione di imprenditori, su quanto è avvenuto nell’ultimo anno e quali sono le prospettive future.
L’ultimo anno ci ha costretti a portare nel “vocabolario” aziendale il termine business continuity. Chiudere l’azienda non era uno scenario a cui avremmo mai pensato, eppure con la diffusione della pandemia rimanere operativi è diventata la prima voce in cima all’agenda. Certo, l’organizzazione del lavoro è cambiata e sarà necessario un riassestamento degli schemi alla fine di questa fase. Ma la direzione è rimasta la stessa: essere sempre più competitivi. Per quanto riguarda il mercato, il nostro canale di riferimento rimane la GDO i cui volumi di domanda hanno assorbito i contraccolpi del Foodservice, consentendoci di chiudere il 2020 con un +7% sul fatturato rispetto all’anno precedente. I negozi di vicinato sono cresciuti di qualche punto percentuale: un segnale positivo anche per i nostri negozi fisici monomarca, che rappresentano una preziosa occasione per ascoltare i bisogni e coltivare il rapporto con i consumatori. La vera sorpresa però è stato l’ecommerce, un canale introdotto sette anni fa dalla quinta generazione in azienda – di cui faccio parte - e il cui fatturato è esploso nell’ultimo anno, addirittura triplicando il valore del 2019. Ciò ci ha spinti a rivedere gli spazi, dedicare risorse e ottimizzare i processi.
Il tonno è da sempre al centro di grandi interessi economici. Uno dei mercati più interessanti è sicuramente quello del tonno in scatola: prodotto ittico alla portata di tutti a lunga conservazione, con valori nutrizionali considerati al pari del pesce fresco. Oggi che i consumatori pongono sempre maggiore attenzione alla sostenibilità le aziende sono tenute a porsi sul mercato in maniera molto trasparente. Quali pratiche adottate in questo senso?
Abbiamo notato che i consumatori oggi si sentono più gratificati ad acquistare localmente, da chi si conosce, e dimostrano interesse a evitare gli sprechi, comprando porzioni ridotte o prodotti sotto scadenza. La ricerca dell’ottimizzazione richiede anche un cambio di mentalità per le aziende, che dovrebbero considerare gli scarti come risorse. Del tonno non si butta via niente: i sottoprodotti vengono ceduti alla produzione di pet food e, per il prossimo futuro, la nostra azienda sta studiando come trasformare i residui della lavorazione in farine di pesce. Il ciclo virtuoso della produzione si estende anche a valle, coinvolgendo il packaging. In questo, abbiamo ridotto l’utilizzo di plastica e stiamo creando un nuovo reparto di confezionamento, dove gli imballaggi sono fatti solamente di cartone.